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PENTATEUCO |
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GENESI
1
[1] In
principio Dio creò il cielo e la terra.
[2] Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso
e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
[3] Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.
[4] Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre
[5] e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina:
primo giorno.
[6] Dio disse: "Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare
le acque dalle acque".
[7] Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il
firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne.
[8] Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo
giorno.
[9] Dio disse: "Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in
un solo luogo e appaia l'asciutto". E così avvenne.
[10] Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio
vide che era cosa buona.
[11] E Dio disse: "La terra produca germogli, erbe che producono
seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme,
ciascuno secondo la sua specie". E così avvenne:
[12] la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna
secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il
seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona.
[13] E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
[14] Dio disse: "Ci siano luci nel firmamento del cielo, per
distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per
i giorni e per gli anni
[15] e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la
terra". E così avvenne:
[16] Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il
giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle.
[17] Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra
[18] e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre.
E Dio vide che era cosa buona.
[19] E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
[20] Dio disse: "Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli
volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo".
[21] Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che
guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli
uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.
[22] Dio li benedisse: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite
le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra".
[23] E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
[24] Dio disse: "La terra produca esseri viventi secondo la loro
specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro
specie". E così avvenne:
[25] Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame
secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro
specie. E Dio vide che era cosa buona.
[26] E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra
somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul
bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che
strisciano sulla terra".
[27] Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
[28] Dio li benedisse e disse loro:
"Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra".
[29] Poi Dio disse: "Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e
che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce
seme: saranno il vostro cibo.
[30] A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a
tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di
vita, io do in cibo ogni erba verde". E così avvenne.
[31] Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu
sera e fu mattina: sesto giorno.
2
[1] Così
furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere.
[2] Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva
fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro.
[3] Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso
aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto.
[4a]Queste le
origini del cielo e della terra, quando vennero creati.
[4b]Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo,
[5] nessun cespuglio
campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché
il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il
suolo
[6] e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il
suolo -;
[7] allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò
nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
[8] Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi
collocò l'uomo che aveva plasmato.
[9] Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi
graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in
mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
[10] Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si
divideva e formava quattro corsi.
[11] Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il
paese di Avìla, dove c'è l'oro
[12] e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e
la pietra d'ònice.
[13] Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il
paese d'Etiopia.
[14] Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il
quarto fiume è l'Eufràte.
[15] Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché
lo coltivasse e lo custodisse.
[16] Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai
mangiare di tutti gli alberi del giardino,
[17] ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi
mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti".
[18] Poi il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo:
gli voglio fare un aiuto che gli sia simile".
[19] Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie
selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per
vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse
chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome.
[20] Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli
del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto
che gli fosse simile.
[21] Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si
addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo
posto.
[22] Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo,
una donna e la condusse all'uomo.
[23] Allora l'uomo disse:
"Questa volta essa
è carne dalla mia carne
e osso dalle mie ossa.
perché dall'uomo è stata tolta".
[24] Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a
sua moglie e i due saranno una sola carne.
[25] Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne
provavano vergogna.
3
[1] Il
serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal
Signore Dio. Egli disse alla donna: "È vero che Dio ha detto: Non
dovete mangiare di nessun albero del giardino?".
[2] Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del
giardino noi possiamo mangiare,
[3] ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto:
Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti
morirete".
[4] Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto!
[5] Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri
occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male".
[6] Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito
agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto
e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli
ne mangiò.
[7] Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere
nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
[8] Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza
del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in
mezzo agli alberi del giardino.
[9] Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?".
[10] Rispose: "Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura,
perché sono nudo, e mi sono nascosto".
[11] Riprese: "Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse
mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?".
[12] Rispose l'uomo: "La donna che tu mi hai posta accanto mi ha
dato dell'albero e io ne ho mangiato".
[13] Il Signore Dio disse alla donna: "Che hai fatto?".
Rispose la donna: "Il serpente mi ha ingannata e io ho
mangiato".
[14] Allora il Signore Dio disse al serpente:
"Poiché tu hai fatto questo,
sii tu maledetto più di tutto il bestiame
e più di tutte le bestie selvatiche;
sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
[15] Io porrò inimicizia tra te e la donna,
tra la tua stirpe
e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno".
[16] Alla donna disse:
"Moltiplicherò
i tuoi dolori e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
ma egli ti dominerà".
[17] All'uomo disse: "Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e
hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi
mangiare,
maledetto sia il suolo per causa tua!
Con dolore ne trarrai il cibo
per tutti i giorni della tua vita.
[18] Spine e cardi produrrà per te
e mangerai l'erba campestre.
[19] Con il sudore del tuo volto mangerai il pane;
finchè tornerai alla terra,
perchè da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere tornerai!".
[20] L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i
viventi.
[21] Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e le
vestì.
[22] Il Signore Dio disse allora: "Ecco l'uomo è diventato come
uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda
più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva
sempre!".
[23] Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse
il suolo da dove era stato tratto.
[24] Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini
e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero
della vita.
4
[1]
Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e
disse: "Ho acquistato un uomo dal Signore".
[2] Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di
greggi e Caino lavoratore del suolo.
[3] Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al
Signore;
[4] anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il
Signore gradì Abele e la sua offerta,
[5] ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e
il suo volto era abbattuto.
[6] Il Signore disse allora a Caino: "Perché sei irritato e perché
è abbattuto il tuo volto?
[7] Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci
bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo
istinto, ma tu dòminalo".
[8] Caino disse al fratello Abele: "Andiamo in campagna!".
Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e
lo uccise.
[9] Allora il Signore disse a Caino: "Dov'è Abele, tuo
fratello?". Egli rispose: "Non lo so. Sono forse il guardiano
di mio fratello?".
[10] Riprese: "Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello
grida a me dal suolo!
[11] Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano
ha bevuto il sangue di tuo fratello.
[12] Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti:
ramingo e fuggiasco sarai sulla terra".
[13] Disse Caino al Signore: "Troppo grande è la mia colpa per
ottenere perdono?
[14] Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere
lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi
incontrerà mi potrà uccidere".
[15] Ma il Signore gli disse: "Però chiunque ucciderà Caino subirà
la vendetta sette volte!". Il Signore impose a Caino un segno,
perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato.
[16] Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad
oriente di Eden.
[17] Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi
divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del
figlio.
[18] A Enoch nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò
Metusaèl e Metusaèl generò Lamech.
[19] Lamech si prese due mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata
Zilla.
[20] Ada partorì Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le
tende presso il bestiame.
[21] Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti
i suonatori di cetra e di flauto.
[22] Zilla a sua volta partorì Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti
lavorano il rame e il ferro. La sorella di Tubalkàin fu Naama.
[23] Lamech disse alle mogli:
Ada e Zilla, ascoltate la mia voce;
mogli di Lamech, porgete l'orecchio al mio dire:
Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura
e un ragazzo per un mio livido.
[24] Sette volte sarà vendicato Caino
ma Lamech settantasette".
[25] Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì un figlio e lo
chiamò Set. "Perché - disse - Dio mi ha concesso un'altra
discendenza al posto di Abele, poiché Caino l'ha ucciso".
[26] Anche a Set nacque un figlio, che egli chiamò Enos. Allora si
cominciò ad invocare il nome del Signore.
5
[1]
Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo,
lo fece a somiglianza di Dio;
[2] maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando
furono creati.
[3] Adamo aveva centotrenta anni quando generò a sua immagine, a sua
somiglianza, un figlio e lo chiamò Set.
[4] Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora ottocento anni e generò
figli e figlie.
[5] L'intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi morì.
[6] Set aveva centocinque anni quando generò Enos;
[7] dopo aver generato Enos, Set visse ancora ottocentosette anni e
generò figli e figlie.
[8] L'intera vita di Set fu di novecentododici anni; poi morì.
[9] Enos aveva novanta anni quando generò Kenan;
[10] Enos, dopo aver generato Kenan, visse ancora ottocentoquindici anni
e generò figli e figlie.
[11] L'intera vita di Enos fu di novecentocinque anni; poi morì.
[12] Kenan aveva settanta anni quando generò Maalaleèl;
[13] Kenan dopo aver generato Maalaleèl visse ancora ottocentoquaranta
anni e generò figli e figlie.
[14] L'intera vita di Kenan fu di novecentodieci anni; poi morì.
[15] Maalaleèl aveva sessantacinque anni quando generò Iared;
[16] Maalaleèl dopo aver generato Iared, visse ancora ottocentrenta
anni e generò figli e figlie.
[17] L'intera vita di Maalaleèl fu di ottocentonovantacinque anni; poi
morì.
[18] Iared aveva centosessantadue anni quando generò Enoch;
[19] Iared, dopo aver generato Enoch, visse ancora ottocento anni e
generò figli e figlie.
[20] L'intera vita di Iared fu di novecentosessantadue anni; poi morì.
[21] Enoch aveva sessantacinque anni quando generò Matusalemme.
[22] Enoch camminò con Dio; dopo aver generato Matusalemme, visse
ancora per trecento anni e generò figli e figlie.
[23] L'intera vita di Enoch fu di trecentosessantacique anni.
[24] Poi Enoch cammino con Dio e non fu più perché Dio l'aveva preso.
[25] Matusalemme aveva centottantasette anni quando generò Lamech;
[26] Matusalemme, dopo aver generato Lamech, visse ancora
settecentottantadue anni e generò figli e figlie.
[27] L'intera vita di Matusalemme fu di novecentosessantanove anni; poi
morì.
[28] Lamech aveva centottantadue anni quando generò un figlio
[29] e lo chiamò Noè, dicendo: "Costui ci consolerà del nostro
lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il
Signore ha maledetto".
[30] Lamech, dopo aver generato Noè, visse ancora
cinquecentonovantacinque anni e generò figli e figlie.
[31] L'intera vita di Lamech fu di settecentosettantasette anni; poi morì.
[32] Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Iafet.
6
[1]
Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero
loro figlie,
[2] i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne
presero per mogli quante ne vollero.
[3] Allora il Signore disse: "Il mio spirito non resterà sempre
nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi
anni".
[4] C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i
figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano
loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.
[5] Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla
terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che
male.
[6] E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne
addolorò in cuor suo.
[7] Il Singore disse: "Sterminerò dalla terra l'uomo che ho
creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del
cielo, perché sono pentito d'averli fatti".
[8] Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.
[9] Questa è la storia di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i
suoi contemporanei e camminava con Dio.
[10] Noè generò tre figli: Sem, Cam, e Iafet.
[11] Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza.
[12] Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo
aveva pervertito la sua condotta sulla terra.
[13] Allora Dio disse a Noè: "È venuta per me la fine di ogni
uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io
li distruggerò insieme con la terra.
[14] Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in
scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori.
[15] Ecco come devi farla: l'arca avrà trecento cubiti di lunghezza,
cinquanta di larghezza e trenta di altezza.
[16] Farai nell'arca un tetto e a un cubito più sopra la terminerai; da
un lato metterai la porta dell'arca. La farai a piani: inferiore, medio
e superiore.
[17] Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per
distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di vita; quanto
è sulla terra perirà.
[18] Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e
con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli.
[19] Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni
specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina.
[20] Degli uccelli secondo la loro specie, del bestiame secondo la
propria specie e di tutti i rettili della terra secondo la loro specie,
due d'ognuna verranno con te, per essere conservati in vita.
[21] Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e raccoglilo
presso di te: sarà di nutrimento per te e per loro".
[22] Noè eseguì tutto; come Dio gli aveva comandato, così egli fece.
7
[1] Il
Signore disse a Noè: "Entra nell'arca tu con tutta la tua
famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione.
[2] D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua
femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua
femmina.
[3] Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina,
per conservarne in vita la razza su tutta la terra.
[4] Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta
giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho
fatto".
[5] Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.
[6] Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le acque
sulla terra.
[7] Noè entrò nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli
dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio.
[8] Degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti
gli esseri che strisciano sul suolo
[9] entrarono a due a due con Noè nell'arca, maschio e femmina, come
Dio aveva comandato a Noè.
[10] Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra;
[11] nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il
diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le
sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono.
[12] Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti.
[13] In quello stesso giorno entrò nell'arca Noè con i figli Sem, Cam
e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli:
[14] essi e tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame
secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra
secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti
gli uccelli, tutti gli esseri alati.
[15] Vennero dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui
è il soffio di vita.
[16] Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come
gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui.
[17] Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e
sollevarono l'arca che si innalzò sulla terra.
[18] Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e
l'arca galleggiava sulle acque.
[19] Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono
tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo.
[20] Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che
avevano ricoperto.
[21] Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli,
bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti
gli uomini.
[22] Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioè quanto era
sulla terra asciutta morì.
[23] Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli
uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi
furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui
nell'arca.
[24] Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni.
8
[1] Dio
si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici
che erano con lui nell'arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le
acque si abbassarono.
[2] Le fonti dell'abisso e le cateratte del cielo furono chiuse e fu
trattenuta la pioggia dal cielo;
[3] le acque andarono via via ritirandosi dalla terra e calarono dopo
centocinquanta giorni.
[4] Nel settimo mese, il diciasette del mese, l'arca si posò sui monti
dell'Araràt.
[5] Le acque andarono via via diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo
mese, il primo giorno del mese, apparvero le cime dei monti.
[6] Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatta
nell'arca e fece uscire un corvo per vedere se le acque si fossero
ritirate.
[7] Esso uscì andando e tornando finché si prosciugarono le acque
sulla terra.
[8] Noè poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero
ritirate dal suolo;
[9] ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò
a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta la terra. Egli
stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell'arca.
[10] Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba
dall'arca
[11] e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel
becco un ramoscello di ulivo. Noè comprese che le acque si erano
ritirate dalla terra.
[12] Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba; essa
non tornò più da lui.
[13] L'anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo
giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noè tolse
la copertura dell'arca ed ecco la superficie del suolo era asciutta.
[14] Nel secondo mese, il ventisette del mese, tutta la terra fu
asciutta.
[15] Dio ordinò a Noè:
[16] "Esci dall'arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei
tuoi figli con te.
[17] Tutti gli animali d'ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e
tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché
possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di
essa".
[18] Noè uscì con i figli, la moglie e le mogli dei figli.
[19] Tutti i viventi e tutto il bestiame e tutti gli uccelli e tutti i
rettili che strisciano sulla terra, secondo la loro specie, uscirono
dall'arca.
[20] Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di
animali mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull'altare.
[21] Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: "Non maledirò
più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è
incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere
vivente come ho fatto.
[22] Finché durerà la terra,
seme e messe,
freddo e caldo,
estate e inverno,
giorno e notte
non cesseranno".
9
[1] Dio
benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: "Siate fecondi e
moltiplicatevi e riempite la terra.
[2] Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in
tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul
suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere.
[3] Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo,
come già le verdi erbe.
[4] Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo
sangue.
[5] Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò
conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto
della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello.
[6] Chi sparge il sangue dell'uomo
dall'uomo il suo sangue sarà sparso,
perché ad immagine di Dio
Egli ha fatto l'uomo.
[7] E voi, siate fecondi e moltiplicatevi,
siate numerosi sulla terra e dominatela".
[8] Dio disse a Noè e ai sui figli con lui:
[9] "Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza coni vostri
discendenti dopo di voi;
[10] con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie
selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca.
[11] Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto
nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà
la terra".
[12] Dio disse:
"Questo è il segno dell'alleanza,
che io pongo
tra me e voi
e tra ogni essere vivente
che è con voi
per le generazioni eterne.
[13] Il mio arco pongo sulle nubi
ed esso sarà il segno dell'alleanza
tra me e la terra.
[14] Quando radunerò
le nubi sulla terra
e apparirà l'arco sulle nubi
[15] ricorderò la mia alleanza
che è tra me e voi
e tra ogni essere che vive in ogni carne
e noi ci saranno più le acque
per il diluvio, per distruggere ogni carne.
[16] L'arco sarà sulle nubi
e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna
tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne
che è sulla terra".
[17] Disse Dio a Noè: "Questo è il segno dell'alleanza che io ho
stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra".
[18] I figli di Noè che uscirono dall'arca furono Sem, Cam e Iafet; Cam
è il padre di Cànaan.
[19] Questi tre sono i figli di Noè e da questi fu popolata tutta la
terra.
[20] Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna.
[21] Avendo bevuto il vino, si ubriacò e giacque scoperto all'interno
della sua tenda.
[22] Cam, padre di Cànaan, vide il padre scoperto e raccontò la cosa
ai due fratelli che stavano fuori.
[23] Allora Sem e Iafet presero il mantello, se lo misero tutti e due
sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono il padre scoperto;
avendo rivolto la faccia indietro, non videro il padre scoperto.
[24] Quando Noè si fu risvegliato dall'ebbrezza, seppe quanto gli aveva
fatto il figlio minore;
[25] allora disse:
"Sia maledetto Cànaan!
Schiavo degli schiavi
sarà per i suoi fratelli!".
[26] Disse poi:
"Benedetto il Signore, Dio di Sem,
Cànaan sia suo schiavo!
[27] Dio dilati Iafet
e questi dimori nelle tende di Sem,
Cànaan sia suo schiavo!".
[28] Noè visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta anni.
[29] L'intera vita di Noè fu di novecentocinquanta anni, poi morì.
10
[1]
Questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Iafet, ai quali
nacquero figli dopo il diluvio.
[2] I figli di Iafet: Gomer, Magog, Madai, Iavan, Tubal, Mesech e Tiras.
[3] I figli di Gomer: Askenaz, Rifat e Togarma.
[4] I figli di Iavan: Elisa, Tarsis, quelli di Cipro e quelli di Rodi.
[5] Da costoro derivarono le nazioni disperse per le isole nei loro
territori, ciascuno secondo la propria lingua e secondo le loro
famiglie, nelle loro nazioni.
[6] I figli di Cam: Etiopia, Egitto, Put e Cànaan.
[7] I figli di Etiopia: Seba, Avìla, Sabta, Raama e Sàbteca.
[8] Ora Etiopia generò Nimrod: costui cominciò a essere potente sulla
terra.
[9] Egli era valente nella caccia davanti al Signore, perciò si dice:
"Come Nimrod, valente cacciatore davanti al Signore".
[10] L'inizio del suo regno fu Babele, Uruch, Accad e Calne, nel paese
di Sennaar.
[11] Da quella terra si portò ad Assur e costruì Ninive, Recobot-Ir e
Càlach
[12] e Resen tra Ninive e Càlach; quella è la grande città.
[13] Egitto generò quelli di Lud, Anam, Laab, Naftuch,
[14] Patros, Casluch e Caftor, da dove uscirono i Filistei.
[15] Cànaan generò Sidone, suo primogenito, e Chet
[16] e il Gebuseo, l'Amorreo, il Gergeseo,
[17] l'Eveo, l'Archita e il Sineo,
[18] l'Arvadita, il Semarita e l'Amatita. In seguito si dispersero le
famiglie dei Cananei.
[19] Il confine dei Cananei andava da Sidone in direzione di Gerar fino
a Gaza, poi in direzione di Sòdoma, Gomorra, Adma e Zeboim, fino a
Lesa.
[20] Questi furono i figli di Cam secondo le loro famiglie e le loro
lingue, nei loro territori e nei loro popoli.
[21] Anche a Sem, padre di tutti i figli di Eber, fratello maggiore di
Jafet, nacque una discendenza.
[22] I figli di Sem: Elam, Assur, Arpacsàd, Lud e Aram.
[23] I figli di Aram: Uz, Cul, Gheter e Mas.
[24] Arpacsàd generò Selach e Selach generò Eber.
[25] A Eber nacquero due figli: uno si chiamò Peleg, perché ai suoi
tempi fu divisa la terra, e il fratello si chiamò Joktan.
[26] Joktan generò Almodad, Selef, Ascarmavet, Jerach,
[27] Adòcam, Uzal, Dikla,
[28] Obal, Abimaèl, Saba,
[29] Ofir, Avìla e Ibab. Tutti questi furono i figli di Joktan;
[30] la loro sede era sulle montagne dell'oriente, da Mesa in direzione
di Sefar.
[31] Questi furono i figli di Sem secondo le loro famiglie e le loro
lingue, territori, secondo i loro popoli.
[32] Queste furono le famiglie dei figli di Noè secondo le loro
generazioni, nei loro popoli. Da costoro si dispersero le nazioni sulla
terra dopo il diluvio.
11
[1]
Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole.
[2] Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel
paese di Sennaar e vi si stabilirono.
[3] Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e
cuociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume
da cemento.
[4] Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la
cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su
tutta la terra".
[5] Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini
stavano costruendo.
[6] Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti
una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto
avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile.
[7] Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non
comprendano più l'uno la lingua dell'altro".
[8] Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi essarono di
costruire la città.
[9] Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la
lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la
terra.
[10] Questa è la discendenza di Sem: Sem aveva cento anni quando generò
Arpacsàd, due anni dopo il diluvio;
[11] Sem, dopo aver generato Arpacsàd, visse cinquecento anni e generò
figli e figlie.
[12] Arpacsàd aveva trentacinque anni quando generò Selach;
[13] Arpacsàd, dopo aver generato Selach, visse quattrocentotré anni e
generò figli e figlie.
[14] Selach aveva trent'anni quando generò Eber;
[15] Selach, dopo aver generato Eber, visse quattrocentotré anni e
generò figli e figlie.
[16] Eber aveva trentaquattro anni quando generò Peleg;
[17] Eber, dopo aver generato Peleg, visse quattrocentotrenta anni e
generò figli e figlie.
[18] Peleg aveva trent'anni quando generò Reu;
[19] Peleg, dopo aver generato Reu, visse duecentonove anni e generò
figli e figlie.
[20] Reu aveva trentadue anni quando generò Serug;
[21] Reu, dopo aver generato Serug, visse duecentosette anni e generò
figli e figlie.
[22] Serug aveva trent'anni quando generò Nacor;
[23] Serug, dopo aver generato Nacor, visse duecento anni e generò
figli e figlie.
[24] Nacor aveva ventinove anni quando generò Terach;
[25] Nacor, dopo aver generato Terach, visse centodiciannove anni e
generò figli e figlie.
[26] Terach aveva settant'anni quando generò Abram, Nacor e Aran.
[27] Questa è la posterità di Terach: Terach generò Abram, Nacor e
Aran: Aran generò Lot.
[28] Aran poi morì alla presenza di suo padre Terach nella sua terra
natale, in Ur dei Caldei.
[29] Abram e Nacor si presero delle mogli; la moglie di Abram si
chiamava Sarai e la moglie di Nacor Milca, ch'era figlia di Aran, padre
di Milca e padre di Isca.
[30] Sarai era sterile e non aveva figli.
[31] Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio
cioè del suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e
uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Cànaan.
Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono.
[32] L'età della vita di Terach fu di duecentocinque anni; Terach morì
in Carran.
12
[1] Il
Signore disse ad Abram:
"Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria
e dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò.
[2] Farò di te un grande popolo
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e diventerai una benedizione.
[3] Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra".
[4] Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui
partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran.
[5] Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e
tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì
si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Cànaan.
Arrivarono al paese di Cànaan
[6] e Abram attraversò il paese fino alla località di Sichem, presso
la Quercia di More. Nel paese si trovavano allora i Cananei.
[7] Il Signore apparve ad Abram e gli disse: "Alla tua discendenza
io darò questo paese". Allora Abram costruì in quel posto un
altare al Signore che gli era apparso.
[8] Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda,
avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al
Signore e invocò il nome del Signore.
[9] Poi Abram levò la tenda per accamparsi nel Negheb.
[10] Venne una carestia nel paese e Abram scese in Egitto per
soggiornarvi, perché la carestia gravava sul paese.
[11] Ma, quando fu sul punto di entrare in Egitto, disse alla moglie
Sarai: "Vedi, io so che tu sei donna di aspetto avvenente.
[12] Quando gli Egiziani ti vedranno, penseranno: Costei è sua moglie,
e mi uccideranno, mentre lasceranno te in vita.
[13] Dì dunque che tu sei mia sorella, perché io sia trattato bene per
causa tua e io viva per riguardo a te".
[14] Appunto quando Abram arrivò in Egitto, gli Egiziani videro che la
donna era molto avvenente.
[15] La osservarono gli ufficiali del faraone e ne fecero le lodi al
faraone; così la donna fu presa e condotta nella casa del faraone.
[16] Per riguardo a lei, egli trattò bene Abram, che ricevette greggi e
armenti e asini, schiavi e schiave, asine e cammelli.
[17] Ma il Signore colpì il faraone e la sua casa con grandi piaghe,
per il fatto di Sarai, moglie di Abram.
[18] Allora il faraone convocò Abram e gli disse: "Che mi hai
fatto? Perché non mi hai dichiarato che era tua moglie?
[19] Perché hai detto: È mia sorella, così che io me la sono presa in
moglie? E ora eccoti tua moglie: prendila e vàttene!".
[20] Poi il faraone lo affidò ad alcuni uomini che lo accompagnarono
fuori della frontiera insieme con la moglie e tutti i suoi averi.
13
[1]
Dall'Egitto Abram ritornò nel Negheb con la moglie e tutti i suoi
averi; Lot era con lui.
[2] Abram era molto ricco in bestiame, argento e oro.
[3] Poi di accampamento in accampamento egli dal Negheb si portò fino a
Betel, fino al luogo dove era stata già prima la sua tenda, tra Betel e
Ai,
[4] al luogo dell'altare, che aveva là costruito prima: lì Abram invocò
il nome del Signore.
[5] Ma anche Lot, che andava con Abram, aveva greggi e armenti e tende.
[6] Il territorio non consentiva che abitassero insieme, perché avevano
beni troppo grandi e non potevano abitare insieme.
[7] Per questo sorse una lite tra i mandriani di Abram e i mandriani di
Lot, mentre i Cananei e i Perizziti abitavano allora nel paese.
[8] Abram disse a Lot: "Non vi sia discordia tra me e te, tra i
miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli.
[9] Non sta forse davanti a te tutto il paese? Sepàrati da me. Se tu
vai a sinistra, io antra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io
andrò a sinistra".
[10] Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano
era un luogo irrigato da ogni parte - prima che il Signore distruggesse
Sòdoma e Gomorra -; era come il giardino del Signore, come il paese
d'Egitto, fino ai pressi di Zoar.
[11] Lot scelse per sé tutta la valle del Giordano e trasportò le
tende verso oriente. Così si separarono l'uno dall'altro:
[12] Abram si stabilì nel paese di Cànaan e Lot si stabilì nelle città
della valle e piantò le tende vicino a Sòdoma.
[13] Ora gli uomini di Sòdoma erano perversi e peccavano molto contro
il Signore.
[14] Allora il Signore disse ad Abram, dopo che Lot si era separato da
lui: "Alza gli occhi e dal luogo dove tu stai spingi lo sguardo
verso il settentrione e il mezzogiorno, verso l'oriente e l'occidente.
[15] Tutto il paese che tu vedi, io lo darò a te e alla tua discendenza
per sempre.
[16] Renderò la tua discendenza come la polvere della terra: se uno può
contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti.
[17] Alzati, percorri il paese in lungo e in largo, perché io lo darò
a te".
[18] Poi Abram si spostò con le sue tende e andò a stabilirsi alle
Querce di Mamre, che sono ad Ebron, e vi costruì un altare al Signore.
14
[1] Al
tempo di Amrafel re di Sennaar, di Arioch re di Ellasar, di Chedorlaomer
re dell'Elam e di Tideal re di Goim,
[2] costoro mossero guerra contro Bera re di Sòdoma, Birsa re di
Gomorra, Sinab re di Adma, Semeber re di Zeboim, e contro il re di Bela,
cioè Zoar.
[3] Tutti questi si concentrarono nella valle di Siddim, cioè il Mar
Morto.
[4] Per dodici anni essi erano stati sottomessi a Chedorlaomer, ma il
tredicesimo anno si erano ribellati.
[5] Nell'anno quattordicesimo arrivarono Chedorlaomer e i re che erano
con lui e sconfissero i Refaim ad Astarot-Karnaim, gli Zuzim ad Am, gli
Emim a Save-Kiriataim
[6] e gli Hurriti sulle montagne di Seir fino a El-Paran, che è presso
il deserto.
[7] Poi mutarono direzione e vennero a En-Mispat, cioè Kades, e
devastarono tutto il territorio degli Amaleciti e anche degli Amorrèi
che abitavano in Azazon-Tamar.
[8] Allora il re di Sòdoma, il re di Gomorra, il re di Adma, il re di
Zeboim e il re di Bela, cioè Zoar, uscirono e si schierarono a
battaglia nella valle di Siddim contro di esso,
[9] e cioè contro Chedorlaomer re dell'Elam, Tideal re di Goim, Amrafel
re di Sennaar e Arioch re di Ellasar: quattro re contro cinque.
[10] Ora la valle di Siddim era piena di pozzi di bitume; mentre il re
di Sòdoma e il re di Gomorra si davano alla fuga, alcuni caddero nei
pozzi e gli altri fuggirono sulle montagne.
[11] Gli invasori presero tutti i beni di Sodoma e Gomorra e tutti i
loro viveri e se ne andarono.
[12] Andandosene catturarono anche Lot, figlio del fratello di Abram, e
i suoi beni: egli risiedeva appunto in Sòdoma.
[13] Ma un fuggiasco venne ad avvertire Abram l'Ebreo che si trovava
alle Querce di Mamre l'Amorreo, fratello di Escol e fratello di Aner i
quali erano alleati di Abram.
[14] Quando Abram seppe che il suo parente era stato preso prigioniero,
organizzò i suoi uomini esperti nelle armi, schiavi nati nella sua
casa, in numero di trecentodiciotto, e si diede all'inseguimento fino a
Dan.
[15] Piombò sopra di essi di notte, lui con i suoi servi, li sconfisse
e proseguì l'inseguimento fino a Coba, a settentrione di Damasco.
[16] Ricuperò così tutta la roba e anche Lot suo parente, i suoi beni,
con le donne e il popolo.
[17] Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer e dei
re che erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì incontro nella Valle di
Save, cioè la Valle del re.
[18] Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote
del Dio altissimo
[19] e benedisse Abram con queste parole:
"Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
[20] e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici".
[21] Poi il re di Sòdoma disse ad Abram: "Dammi le persone; i beni
prendili per te".
[22] Ma Abram disse al re di Sòdoma: "Alzo la mano davanti al
Signore, il Dio altissimo, creatore del cielo e della terra:
[23] né un filo, né un legaccio di sandalo, niente io prenderò di ciò
che è tuo; non potrai dire: io ho arricchito Abram.
[24] Per me niente, se non quello che i servi hanno mangiato; quanto a
ciò che spetta agli uomini che sono venuti con me, Escol, Aner e Mamre,
essi stessi si prendano la loro parte".
15
[1] Dopo
tali fatti, questa parola del Signore fu rivolta ad Abram in visione:
"Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà
molto grande".
[2] Rispose Abram: "Mio Signore Dio, che mi darai? Io me ne vado
senza figli e l'erede della mia casa è Eliezer di Damasco".
[3] Soggiunse Abram: "Ecco a me non hai dato discendenza e un mio
domestico sarà mio erede".
[4] Ed ecco gli fu rivolta questa parola dal Signore: "Non costui
sarà il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede".
[5] Poi lo condusse fuori e gli disse: "Guarda in cielo e conta le
stelle, se riesci a contarle" e soggiunse: "Tale sarà la tua
discendenza".
[6] Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
[7] E gli disse: "Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da Ur
dei Caldei per darti in possesso questo paese".
[8] Rispose: "Signore mio Dio, come potrò sapere che ne avrò il
possesso?".
[9] Gli disse: "Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre
anni, un ariete di tre anni, una tortora e un piccione".
[10] Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò
ogni metà di fronte all'altra; non divise però gli uccelli.
[11] Gli uccelli rapaci calavano su quei cadaveri, ma Abram li
scacciava.
[12] Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed
ecco un oscuro terrore lo assalì.
[13] Allora il Signore disse ad Abram: "Sappi che i tuoi
discendenti saranno forestieri in un paese non loro; saranno fatti
schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni.
[14] Ma la nazione che essi avranno servito, la giudicherò io: dopo,
essi usciranno con grandi ricchezze.
[15] Quanto a te, andrai in pace presso i tuoi padri; sarai sepolto dopo
una vecchiaia felice.
[16] Alla quarta generazione torneranno qui, perché l'iniquità degli
Amorrèi non ha ancora raggiunto il colmo".
[17] Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un forno
fumante e una fiaccola ardente passarono in mezzo agli animali divisi.
[18] In quel giorno il Signore concluse questa alleanza con Abram:
"Alla tua discendenza io do questo paese dal fiume d'Egitto al
grande fiume, il fiume Eufràte;
[19] il paese dove abitano i Keniti, i Kenizziti, i Kadmoniti,
[20] gli Hittiti, i Perizziti, i Refaim,
[21] gli Amorrèi, i Cananei, i Gergesei, gli Evei e i Gebusei".
16
[1]
Sarai, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una
schiava egiziana chiamata Agar,
[2] Sarai disse ad Abram: "Ecco, il Signore mi ha impedito di aver
prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli".
Abram ascoltò la voce di Sarai.
[3] Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nel paese di
Cànaan, Sarai, moglie di Abram, prese Agar l'egiziana, sua schiava e la
diede in moglie ad Abram, suo marito.
[4] Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse
di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei.
[5] Allora Sarai disse ad Abram: "L'offesa a me fatta ricada su di
te! Io ti ho dato in braccio la mia schiava, ma da quando si è accorta
d'essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia
giudice tra me e te!".
[6] Abram disse a Sarai: "Ecco, la tua schiava è in tuo potere:
falle ciò che ti pare". Sarai allora la maltrattò tanto che
quella si allontanò.
[7] La trovò l'angelo del Signore presso una sorgente d'acqua nel
deserto, la sorgente sulla strada di Sur,
[8] e le disse: "Agar, schiava di Sarai, da dove vieni e dove
vai?". Rispose: "Vado lontano dalla mia padrona Sarai".
[9] Le disse l'angelo del Signore: "Ritorna dalla tua padrona e
restale sottomessa".
[10] Le disse ancora l'angelo del Signore: "Moltiplicherò la tua
discendenza e non si potrà contarla per la sua moltitudine".
[11] Soggiunse poi l'angelo del Signore:
"Ecco, sei incinta:
partorirai un figlio
e lo chiamerai Ismaele,
perché il Signore ha ascoltato la tua afflizione.
[12] Egli sarà come un ònagro;
la sua mano sarà contro tutti
e la mano di tutti contro di lui
e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli".
[13] Agar chiamò il Signore, che le aveva parlato: "Tu sei il Dio
della visione", perché diceva: "Qui dunque sono riuscita
ancora a vedere, dopo la mia visione?".
[14] Per questo il pozzo si chiamò Pozzo di Lacai-Roi; è appunto
quello che si trova tra Kades e Bered.
[15] Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio
che Agar gli aveva partorito.
[16] Abram aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.
17
[1]
Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse:
"Io sono Dio onnipotente:
cammina davanti a me
e sii integro.
[2] Porrò la mia alleanza
tra me e te
e ti renderò numeroso
molto, molto".
[3] Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui:
[4] "Eccomi:
la mia alleanza è con te
e sarai padre
di una moltitudine di popoli.
[5] Non ti chiamerai più Abram
ma ti chiamerai Abraham
perché padre di una moltitudine
di popoli ti renderò.
[6] E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da
te nasceranno dei re.
[7] Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di
te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il
Dio tuo e della tua discendenza dopo di te.
[8] Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei
straniero, tutto il paese di Cànaan in possesso perenne; sarò il
vostro Dio".
[9] Disse Dio ad Abramo: "Da parte tua devi osservare la mia
alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te di generazione in
generazione.
[10] Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e
voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra di voi ogni
maschio.
[11] Vi lascerete circoncidere la carne del vostro membro e ciò sarà
il segno dell'alleanza tra me e voi.
[12] Quando avrà otto giorni, sarà circonciso tra di voi ogni maschio
di generazione in generazione, tanto quello nato in casa come quello
comperato con denaro da qualunque straniero che non sia della tua
stirpe.
[13] Deve essere circonciso chi è nato in casa e chi viene comperato
con denaro; così la mia alleanza sussisterà nella vostra carne come
alleanza perenne.
[14] Il maschio non circonciso, di cui cioè non sarà stata circoncisa
la carne del membro, sia eliminato dal suo popolo: ha violato la mia
alleanza".
[15] Dio aggiunse ad Abramo: "Quanto a Sarai tua moglie, non la
chiamerai più Sarai, ma Sara.
[16] Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e
diventerà nazioni e re di popoli nasceranno da lei".
[17] Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e rise e pensò:
"Ad uno di cento anni può nascere un figlio? E Sara all'età di
novanta anni potrà partorire?".
[18] Abramo disse a Dio: "Se almeno Ismaele potesse vivere davanti
a te!".
[19] E Dio disse: "No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e
lo chiamerai Isacco. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza
perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui.
[20] Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e
lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici principi egli
genererà e di lui farò una grande nazione.
[21] Ma stabilirò la mia alleanza con Isacco, che Sara ti partorirà a
questa data l'anno venturo".
[22] Dio terminò così di parlare con lui e, salendo in alto, lasciò
Abramo.
[23] Allora Abramo prese Ismaele suo figlio e tutti i nati nella sua
casa e tutti quelli comperati con il suo denaro, tutti i maschi
appartenenti al personale della casa di Abramo, e circoncise la carne
del loro membro in quello stesso giorno, come Dio gli aveva detto.
[24] Ora Abramo aveva novantanove anni, quando si fece circoncidere la
carne del membro.
[25] Ismaele suo figlio aveva tredici anni quando gli fu circoncisa la
carne del membro.
[26] In quello stesso giorno furono circoncisi Abramo e Ismaele suo
figlio.
[27] E tutti gli uomini della sua casa, i nati in casa e i comperati con
denaro dagli stranieri, furono circoncisi con lui.
18
[1] Poi
il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva
all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno.
[2] Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso
di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e
si prostrò fino a terra,
[3] dicendo: "Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non
passar oltre senza fermarti dal tuo servo.
[4] Si vada a prendere un pò di acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi
sotto l'albero.
[5] Permettete che vada a prendere un boccone di pane e rinfrancatevi il
cuore; dopo, potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete
passati dal vostro servo". Quelli dissero: "Fà pure come hai
detto".
[6] Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse:
"Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne
focacce".
[7] All'armento corse lui stesso, Abramo, prese un vitello tenero e
buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo.
[8] Prese latte acido e latte fresco insieme con il vitello, che aveva
preparato, e li porse a loro. Così, mentr'egli stava in piedi presso di
loro sotto l'albero, quelli mangiarono.
[9] Poi gli dissero: "Dov'è Sara, tua moglie?". Rispose:
"È là nella tenda".
[10] Il Signore riprese: "Tornerò da te fra un anno a questa data
e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio". Intanto Sara stava ad
ascoltare all'ingresso della tenda ed era dietro di lui.
[11] Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara
ciò che avviene regolarmente alle donne.
[12] Allora Sara rise dentro di sé e disse: "Avvizzita come sono
dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!".
[13] Ma il Signore disse ad Abramo: "Perché Sara ha riso dicendo:
Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia?
[14] C'è forse qualche cosa impossibile per il Signore? Al tempo
fissato tornerò da te alla stessa data e Sara avrà un figlio".
[15] Allora Sara negò: "Non ho riso!", perché aveva paura;
ma quegli disse: "Sì, hai proprio riso".
[16] Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma
dall'alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli.
[17] Il Signore diceva: "Devo io tener nascosto ad Abramo quello
che sto per fare,
[18] mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in
lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra?
[19] Infatti io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua
famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con
giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli
ha promesso".
[20] Disse allora il Signore: "Il grido contro Sòdoma e Gomorra è
troppo grande e il loro peccato è molto grave.
[21] Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di
cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!".
[22] Quegli uomini partirono di lì e andarono verso Sòdoma, mentre
Abramo stava ancora davanti al Signore.
[23] Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: "Davvero
sterminerai il giusto con l'empio?
[24] Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi
sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta
giusti che vi si trovano?
[25] Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, così che il
giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta
la terra non praticherà la giustizia?".
[26] Rispose il Signore: "Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti
nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città".
[27] Abramo riprese e disse: "Vedi come ardisco parlare al mio
Signore, io che sono polvere e cenere...
[28] Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque
distruggerai tutta la città?". Rispose: "Non la distruggerò,
se ve ne trovo quarantacinque".
[29] Abramo riprese ancora a parlargli e disse: "Forse là se ne
troveranno quaranta". Rispose: "Non lo farò, per riguardo a
quei quaranta".
[30] Riprese: "Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse
là se ne troveranno trenta". Rispose: "Non lo farò, se ve ne
troverò trenta".
[31] Riprese: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là
se ne troveranno venti". Rispose: "Non la distruggerò per
riguardo a quei venti".
[32] Riprese: "Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una
volta sola; forse là se ne troveranno dieci". Rispose: "Non
la distruggerò per riguardo a quei dieci".
[33] Poi il Signore, come ebbe finito di parlare con Abramo, se ne andò
e Abramo ritornò alla sua abitazione.
19
[1] I
due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava
seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò,
andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra.
[2] E disse: "Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi
passerete la notte, vi laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve
ne andrete per la vostra strada". Quelli risposero: "No,
passeremo la notte sulla piazza".
[3] Ma egli insistette tanto che vennero da lui ed entrarono nella sua
casa. Egli preparò per loro un banchetto, fece cuocere gli azzimi e così
mangiarono.
[4] Non si erano ancora coricati, quand'ecco gli uomini della città,
cioè gli abitanti di Sòdoma, si affollarono intorno alla casa, giovani
e vecchi, tutto il popolo al completo.
[5] Chiamarono Lot e gli dissero: "Dove sono quegli uomini che sono
entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo
abusarne!".
[6] Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente
dietro di sé,
[7] disse: "No, fratelli miei, non fate del male!
[8] Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo;
lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché
non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all'ombra del
mio tetto".
[9] Ma quelli risposero: "Tirati via! Quest'individuo è venuto qui
come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a
loro!". E spingendosi violentemente contro quell'uomo, cioè contro
Lot, si avvicinarono per sfondare la porta.
[10] Allora dall'interno quegli uomini sporsero le mani, si trassero in
casa Lot e chiusero il battente;
[11] quanto agli uomini che erano alla porta della casa, essi li
colpirono con un abbaglio accecante dal più piccolo al più grande, così
che non riuscirono a trovare la porta.
[12] Quegli uomini dissero allora a Lot: "Chi hai ancora qui? Il
genero, i tuoi figli, le tue figlie e quanti hai in città, falli uscire
da questo luogo.
[13] Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato
contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandati a
distruggerli".
[14] Lot uscì a parlare ai suoi generi, che dovevano sposare le sue
figlie, e disse: "Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il
Signore sta per distruggere la città!". Ma parve ai suoi generi
che egli volesse scherzare.
[15] Quando apparve l'alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo:
"Su, prendi tua moglie e le tue figlie che hai qui ed esci per non
essere travolto nel castigo della città".
[16] Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e
le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso
di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città.
[17] Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: "Fuggi, per la
tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi
sulle montagne, per non essere travolto!".
[18] Ma Lot gli disse: "No, mio Signore!
[19] Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato
una grande misericordia verso di me salvandomi la vita, ma io non
riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io
muoia.
[20] Vedi questa città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare
là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù - non è una piccola
cosa? - e così la mia vita sarà salva".
[21] Gli rispose: "Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non
distruggere la città di cui hai parlato.
[22] Presto, fuggi là perché io non posso far nulla, finché tu non vi
sia arrivato". Perciò quella città si chiamò Zoar.
[23] Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Zoar,
[24] quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra
Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore.
[25] Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti
delle città e la vegetazione del suolo.
[26] Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale.
[27] Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato davanti
al Signore;
[28] contemplò dall'alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della
valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una
fornace.
[29] Così, quando Dio distrusse le città della valle, Dio si ricordò
di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le
città nelle quali Lot aveva abitato.
[30] Poi Lot partì da Zoar e andò ad abitare sulla montagna, insieme
con le due figlie, perché temeva di restare in Zoar, e si stabilì in
una caverna con le sue due figlie.
[31] Ora la maggiore disse alla più piccola: "Il nostro padre è
vecchio e non c'è nessuno in questo territorio per unirsi a noi,
secondo l'uso di tutta la terra.
[32] Vieni, facciamo bere del vino a nostro padre e poi corichiamoci con
lui, così faremo sussistere una discendenza da nostro padre".
[33] Quella notte fecero bere del vino al loro padre e la maggiore andò
a coricarsi con il padre; ma egli non se ne accorse, né quando essa si
coricò, né quando essa si alzò.
[34] All'indomani la maggiore disse alla più piccola: "Ecco, ieri
io mi sono coricata con nostro padre: facciamogli bere del vino anche
questa notte e và tu a coricarti con lui; così faremo sussistere una
discendenza da nostro padre".
[35] Anche quella notte fecero bere del vino al loro padre e la più
piccola andò a coricarsi con lui; ma egli non se ne accorse, né quando
essa si coricò, né quando essa si alzò.
[36] Così le due figlie di Lot concepirono dal loro padre.
[37] La maggiore partorì un figlio e lo chiamò Moab. Costui è il
padre dei Moabiti che esistono fino ad oggi.
[38] Anche la più piccola partorì un figlio e lo chiamò "Figlio
del mio popolo". Costui è il padre degli Ammoniti che esistono
fino ad oggi.
20
[1]
Abramo levò le tende di là, dirigendosi nel Negheb, e si stabilì tra
Kades e Sur; poi soggiornò come straniero a Gerar.
[2] Siccome Abramo aveva detto della moglie Sara: "È mia
sorella", Abimèlech, re di Gerar, mandò a prendere Sara.
[3] Ma Dio venne da Abimèlech di notte, in sogno, e gli disse:
"Ecco stai per morire a causa della donna che tu hai presa; essa
appartiene a suo marito".
[4] Abimèlech, che non si era ancora accostato a lei, disse: "Mio
Signore, vuoi far morire anche la gente innocente?
[5] Non mi ha forse detto: È mia sorella? E anche lei ha detto: È mio
fratello. Con retta coscienza e mani innocenti ho fatto questo".
[6] Gli rispose Dio nel sogno: "Anch'io so che con retta coscienza
hai fatto questo e ti ho anche impedito di peccare contro di me: perciò
non ho permesso che tu la toccassi.
[7] Ora restituisci la donna di quest'uomo: egli è un profeta: preghi
egli per te e tu vivrai. Ma se tu non la restituisci, sappi che sarai
degno di morte con tutti i tuoi".
[8] Allora Abimèlech si alzò di mattina presto e chiamò tutti i suoi
servi, ai quali riferì tutte queste cose, e quegli uomini si
impaurirono molto.
[9] Poi Abimèlech chiamò Abramo e gli disse: "Che ci hai fatto? E
che colpa ho commesso contro di te, perché tu abbia esposto me e il mio
regno ad un peccato tanto grande? Tu hai fatto a mio riguardo azioni che
non si fanno".
[10] Poi Abimèlech disse ad Abramo: "A che miravi agendo in tal
modo?".
[11] Rispose Abramo: "Io mi sono detto: certo non vi sarà timor di
Dio in questo luogo e mi uccideranno a causa di mia moglie.
[12] Inoltre essa è veramente mia sorella, figlia di mio padre, ma non
figlia di mia madre, ed è divenuta mia moglie.
[13] Allora, quando Dio mi ha fatto errare lungi dalla casa di mio
padre, io le dissi: Questo è il favore che tu mi farai: in ogni luogo
dove noi arriveremo dirai di me: è mio fratello".
[14] Allora Abimèlech prese greggi e armenti, schiavi e schiave, li
diede ad Abramo e gli restituì la moglie Sara.
[15] Inoltre Abimèlech disse: "Ecco davanti a te il mio
territorio: và ad abitare dove ti piace!".
[16] A Sara disse: "Ecco, ho dato mille pezzi d'argento a tuo
fratello: sarà per te come un risarcimento di fronte a quanti sono con
te. Così tu sei in tutto riabilitata".
[17] Abramo pregò Dio e Dio guarì Abimèlech, sua moglie e le sue
serve, sì che poterono ancora partorire.
[18] Perché il Signore aveva reso sterili tutte le donne della casa di
Abimèlech, per il fatto di Sara, moglie di Abramo.
21
[1] Il
Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva
promesso.
[2] Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel
tempo che Dio aveva fissato.
[3] Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva
partorito.
[4] Abramo circoncise suo figlio Isacco, quando questi ebbe otto giorni,
come Dio gli aveva comandato.
[5] Abramo aveva cento anni, quando gli nacque il figlio Isacco.
[6] Allora Sara disse: "Motivo di lieto riso mi ha dato Dio:
chiunque lo saprà sorriderà di me!".
[7] Poi disse: "Chi avrebbe mai detto ad Abramo: Sara deve
allattare figli! Eppure gli ho partorito un figlio nella sua
vecchiaia!".
[8] Il bambino crebbe e fu svezzato e Abramo fece un grande banchetto
quando Isacco fu svezzato.
[9] Ma Sara vide che il figlio di Agar l'Egiziana, quello che essa aveva
partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco.
[10] Disse allora ad Abramo: "Scaccia questa schiava e suo figlio,
perché il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio
Isacco".
[11] La cosa dispiacque molto ad Abramo per riguardo a suo figlio.
[12] Ma Dio disse ad Abramo: "Non ti dispiaccia questo, per il
fanciullo e la tua schiava: ascolta la parola di Sara in quanto ti dice,
ascolta la sua voce, perché attraverso Isacco da te prenderà nome una
stirpe.
[13] Ma io farò diventare una grande nazione anche il figlio della
schiava, perché è tua prole".
[14] Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre di acqua e
li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il
fanciullo e la mandò via. Essa se ne andò e si smarrì per il deserto
di Bersabea.
[15] Tutta l'acqua dell'otre era venuta a mancare. Allora essa depose il
fanciullo sotto un cespuglio
[16] e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d'arco, perché
diceva: "Non voglio veder morire il fanciullo!". Quando gli si
fu seduta di fronte, egli alzò la voce e pianse.
[17] Ma Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar
dal cielo e le disse: "Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha
udito la voce del fanciullo là dove si trova.
[18] Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò
una grande nazione".
[19] Dio le aprì gli occhi ed essa vide un pozzo d'acqua. Allora andò
a riempire l'otre e fece bere il fanciullo.
[20] E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abitò nel deserto e
divenne un tiratore d'arco.
[21] Egli abitò nel deserto di Paran e sua madre gli prese una moglie
del paese d'Egitto.
[22] In quel tempo Abimèlech con Picol, capo del suo esercito, disse ad
Abramo: "Dio è con te in quanto fai.
[23] Ebbene, giurami qui per Dio che tu non ingannerai né me né i miei
figli né i miei discendenti: come io ho agito amichevolmente con te,
così tu agirai con me e con il paese nel quale sei forestiero".
[24] Rispose Abramo: "Io lo giuro".
[25] Ma Abramo rimproverò Abimèlech a causa di un pozzo d'acqua, che i
servi di Abimèlech avevano usurpato.
[26] Abimèlech disse: "Io non so chi abbia fatto questa cosa: né
tu me ne hai informato, né io ne ho sentito parlare se non oggi".
[27] Allora Abramo prese alcuni capi del gregge e dell'armento, li diede
ad Abimèlech: tra loro due conclusero un'alleanza.
[28] Poi Abramo mise in disparte sette agnelle del gregge.
[29] Abimèlech disse ad Abramo: "Che significano quelle sette
agnelle che hai messe in disparte?".
[30] Rispose: "Tu accetterai queste sette agnelle dalla mia mano,
perché ciò mi valga di testimonianza che io ho scavato questo
pozzo".
[31] Per questo quel luogo si chiamò Bersabea, perché là fecero
giuramento tutti e due.
[32] E dopo che ebbero concluso l'alleanza a Bersabea, Abimèlech si alzò
con Picol, capo del suo esercito, e ritornarono nel paese dei Filistei.
[33] Abramo piantò un tamerice in Bersabea, e lì invocò il nome del
Signore, Dio dell'eternità.
[34] E fu forestiero nel paese dei Filistei per molto tempo.
22
[1] Dopo
queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: "Abramo,
Abramo!". Rispose: "Eccomi!".
[2] Riprese: "Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami,
Isacco, và nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un
monte che io ti indicherò".
[3] Abramo si alzò di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé due
servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise in
viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato.
[4] Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo.
[5] Allora Abramo disse ai suoi servi: "Fermatevi qui con l'asino;
io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da
voi".
[6] Abramo prese la legna dell'olocausto e la caricò sul figlio Isacco,
prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due
insieme.
[7] Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: "Padre mio!".
Rispose: "Eccomi, figlio mio". Riprese: "Ecco qui il
fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?".
[8] Abramo rispose: "Dio stesso provvederà l'agnello per
l'olocausto, figlio mio!". Proseguirono tutt'e due insieme;
[9] così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo
costruì l'altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose
sull'altare, sopra la legna.
[10] Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo
figlio.
[11] Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse:
"Abramo, Abramo!". Rispose: "Eccomi!".
[12] L'angelo disse: "Non stendere la mano contro il ragazzo e non
fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo
figlio, il tuo unico figlio".
[13] Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le
corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in
olocausto invece del figlio.
[14] Abramo chiamò quel luogo: "Il Signore provvede", perciò
oggi si dice: "Sul monte il Signore provvede".
[15] Poi l'angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda
volta
[16] e disse: "Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu
hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio,
[17] io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la
tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul
lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei
nemici.
[18] Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della
terra, perché tu hai obbedito alla mia voce".
[19] Poi Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino
verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.
[20] Dopo queste cose, ad Abramo fu portata questa notizia: "Ecco
Milca ha partorito figli a Nacor tuo fratello":
[21] Uz, il primogenito, e suo fratello Buz e Kamuèl il padre di Aram
[22] e Chesed, Azo, Pildas, Idlaf e Betuèl;
[23] Betuèl generò Rebecca: questi otto figli partorì Milca a Nacor,
fratello di Abramo.
[24] Anche la sua concubina, chiamata Reuma, partorì figli: Tebach,
Gacam, Tacas e Maaca.
23
[1] Gli
anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni
della vita di Sara.
[2] Sara morì a Kiriat-Arba, cioè Ebron, nel paese di Cànaan, e
Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla.
[3] Poi Abramo si staccò dal cadavere di lei e parlò agli Hittiti:
[4] "Io sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la
proprietà di un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via la
salma e seppellirla".
[5] Allora gli Hittiti risposero:
[6] "Ascolta noi, piuttosto, signore: tu sei un principe di Dio in
mezzo a noi: seppellisci il tuo morto nel migliore dei nostri sepolcri.
Nessuno di noi ti proibirà di seppellire la tua defunta nel suo
sepolcro".
[7] Abramo si alzò, si prostrò davanti alla gente del paese, davanti
agli Hittiti e parlò loro:
[8] "Se è secondo il vostro desiderio che io porti via il mio
morto e lo seppellisca, ascoltatemi e insistete per me presso Efron,
figlio di Zocar,
[9] perché mi dia la sua caverna di Macpela, che è all'estremità del
suo campo. Me la ceda per il suo prezzo intero come proprietà
sepolcrale in mezzo a voi".
[10] Ora Efron stava seduto in mezzo agli Hittiti. Efron l'Hittita
rispose ad Abramo, mentre lo ascoltavano gli Hittiti, quanti entravano
per la porta della sua città, e disse:
[11] "Ascolta me, piuttosto, mio signore: ti cedo il campo con la
caverna che vi si trova, in presenza dei figli del mio popolo te la
cedo: seppellisci il tuo morto".
[12] Allora Abramo si prostrò a lui alla presenza della gente del
paese.
[13] Parlò ad Efron, mentre lo ascoltava la gente del paese, e disse:
"Se solo mi volessi ascoltare: io ti do il prezzo del campo.
Accettalo da me, così io seppellirò là il mio morto".
[14] Efron rispose ad Abramo:
[15] "Ascolta me piuttosto, mio signore: un terreno del valore di
quattrocento sicli d'argento che cosa è mai tra me e te? Seppellisci
dunque il tuo morto".
[16] Abramo accettò le richieste di Efron e Abramo pesò ad Efron il
prezzo che questi aveva detto, mentre lo ascoltavano gli Hittiti, cioè
quattrocento sicli d'argento, nella moneta corrente sul mercato.
[17] Così il campo di Efron che si trovava in Macpela, di fronte a
Mamre, il campo e la caverna che vi si trovava e tutti gli alberi che
erano dentro il campo e intorno al suo limite,
[18] passarono in proprietà ad Abramo, alla presenza degli Hittiti, di
quanti entravano nella porta della città.
[19] Dopo, Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di
Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nel paese di Cànaan.
[20] Il campo e la caverna che vi si trovava passarono dagli Hittiti ad
Abramo in proprietà sepolcrale.
24
[1]
Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva
benedetto in ogni cosa.
[2] Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa,
che aveva potere su tutti i suoi beni: "Metti la mano sotto la mia
coscia
[3] e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra,
che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei,
in mezzo ai quali abito,
[4] ma che andrai al mio paese, nella mia patria, a scegliere una moglie
per mio figlio Isacco".
[5] Gli disse il servo: "Se la donna non mi vuol seguire in questo
paese, dovrò forse ricondurre tuo figlio al paese da cui tu sei
uscito?".
[6] Gli rispose Abramo: "Guardati dal ricondurre là mio figlio!
[7] Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha tolto dalla
casa di mio padre e dal mio paese natio, che mi ha parlato e mi ha
giurato: Alla tua discendenza darò questo paese, egli stesso manderà
il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie
per il mio figlio.
[8] Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento
a me fatto; ma non devi ricondurre là il mio figlio".
[9] Allora il servo mise la mano sotto la coscia di Abramo, suo padrone,
e gli prestò giuramento riguardo a questa cosa.
[10] Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni
sorta di cose preziose del suo padrone, si mise in viaggio e andò nel
Paese dei due fiumi, alla città di Nacor.
[11] Fece inginocchiare i cammelli fuori della città, presso il pozzo
d'acqua, nell'ora della sera, quando le donne escono ad attingere.
[12] E disse: "Signore, Dio del mio padrone Abramo, concedimi un
felice incontro quest'oggi e usa benevolenza verso il mio padrone
Abramo!
[13] Ecco, io sto presso la fonte dell'acqua, mentre le fanciulle della
città escono per attingere acqua.
[14] Ebbene, la ragazza alla quale dirò: Abbassa l'anfora e lasciami
bere, e che risponderà: Bevi, anche ai tuoi cammelli darò da bere, sia
quella che tu hai destinata al tuo servo Isacco; da questo riconoscerò
che tu hai usato benevolenza al mio padrone".
[15] Non aveva ancora finito di parlare, quand'ecco Rebecca, che era
nata a Betuèl figlio di Milca, moglie di Nacor, fratello di Abramo,
usciva con l'anfora sulla spalla.
[16] La giovinetta era molto bella d'aspetto, era vergine, nessun uomo
le si era unito. Essa scese alla sorgente, riempì l'anfora e risalì.
[17] Il servo allora le corse incontro e disse: "Fammi bere un pò
d'acqua dalla tua anfora".
[18] Rispose: "Bevi, mio signore". In fretta calò l'anfora
sul braccio e lo fece bere.
[19] Come ebbe finito di dargli da bere, disse: "Anche per i tuoi
cammelli ne attingerò, finché finiranno di bere".
[20] In fretta vuotò l'anfora nell'abbeveratoio, corse di nuovo ad
attingere al pozzo e attinse per tutti i cammelli di lui.
[21] Intanto quell'uomo la contemplava in silenzio, in attesa di sapere
se il Signore avesse o no concesso buon esito al suo viaggio.
[22] Quando i cammelli ebbero finito di bere, quell'uomo prese un
pendente d'oro del peso di mezzo siclo e glielo pose alle narici e le
pose sulle braccia due braccialetti del peso di dieci sicli d'oro.
[23] E disse: "Di chi sei figlia? Dimmelo. C'è posto per noi in
casa di tuo padre, per passarvi la notte?".
[24] Gli rispose: "Io sono figlia di Betuèl, il figlio che Milca
partorì a Nacor".
[25] E soggiunse: "C'è paglia e foraggio in quantità da noi e
anche posto per passare la notte".
[26] Quell'uomo si inginocchiò e si prostrò al Signore
[27] e disse: "Sia benedetto il Signore, Dio del mio padrone
Abramo, che non ha cessato di usare benevolenza e fedeltà verso il mio
padrone. Quanto a me, il Signore mi ha guidato sulla via fino alla casa
dei fratelli del mio padrone".
[28] La giovinetta corse ad annunziare alla casa di sua madre tutte
queste cose.
[29] Ora Rebecca aveva un fratello chiamato Làbano e Làbano corse
fuori da quell'uomo al pozzo.
[30] Egli infatti, visti il pendente e i braccialetti alle braccia della
sorella e udite queste parole di Rebecca, sua sorella: "Così mi ha
parlato quell'uomo", venne da costui che ancora stava presso i
cammelli vicino al pozzo.
[31] Gli disse: "Vieni, benedetto dal Signore! Perché te ne stai
fuori, mentre io ho preparato la casa e un posto per i cammelli?".
[32] Allora l'uomo entrò in casa e quegli tolse il basto ai cammelli,
fornì paglia e foraggio ai cammelli e acqua per lavare i piedi a lui e
ai suoi uomini.
[33] Quindi gli fu posto davanti da mangiare, ma egli disse; "Non
mangerò, finché non avrò detto quello che devo dire". Gli
risposero: "Dì pure".
[34] E disse: "Io sono un servo di Abramo.
[35] Il Signore ha benedetto molto il mio padrone, che è diventato
potente: gli ha concesso greggi e armenti, argento e oro, schiavi e
schiave, cammelli e asini.
[36] Sara, la moglie del mio padrone, gli ha partorito un figlio, quando
ormai era vecchio, al quale egli ha dato tutti i suoi beni.
[37] E il mio padrone mi ha fatto giurare: Non devi prendere per mio
figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito,
[38] ma andrai alla casa di mio padre, alla mia famiglia, a prendere una
moglie per mio figlio.
[39] Io dissi al mio padrone: Forse la donna non mi seguirà.
[40] Mi rispose: Il Signore, alla cui presenza io cammino, manderà con
te il suo angelo e darà felice esito al tuo viaggio, così che tu possa
prendere una moglie per il mio figlio dalla mia famiglia e dalla casa di
mio padre.
[41] Solo quando sarai andato alla mia famiglia, sarai esente dalla mia
maledizione; se non volessero cedertela, sarai esente dalla mia
maledizione.
[42] Così oggi sono arrivato alla fonte e ho detto: Signore, Dio del
mio padrone Abramo, se stai per dar buon esito al viaggio che sto
compiendo,
[43] ecco, io sto presso la fonte d'acqua; ebbene, la giovane che uscirà
ad attingere, alla quale io dirò: Fammi bere un pò d'acqua dalla tua
anfora,
[44] e mi risponderà: Bevi tu; anche per i tuoi cammelli attingerò,
quella sarà la moglie che il Signore ha destinata al figlio del mio
padrone.
[45] Io non avevo ancora finito di pensare, quand'ecco Rebecca uscire
con l'anfora sulla spalla; scese alla fonte, attinse; io allora le
dissi: Fammi bere.
[46] Subito essa calò l'anfora e disse: Bevi; anche ai tuoi cammelli
darò da bere. Così io bevvi ed essa diede da bere anche ai cammelli.
[47] E io la interrogai: Di chi sei figlia? Rispose: Sono figlia di Betuèl,
il figlio che Milca ha partorito a Nacor. Allora le posi il pendente
alle narici e i braccialetti alle braccia.
[48] Poi mi inginocchiai e mi prostrai al Signore e benedissi il
Signore, Dio del mio padrone Abramo, il quale mi aveva guidato per la
via giusta a prendere per suo figlio la figlia del fratello del mio
padrone.
[49] Ora, se intendete usare benevolenza e lealtà verso il mio padrone,
fatemelo sapere; se no, fatemelo sapere ugualmente, perché io mi
rivolga altrove".
[50] Allora Làbano e Betuèl risposero: "Dal Signore la cosa
procede, non possiamo dirti nulla.
[51] Ecco Rebecca davanti a te: prendila e và e sia la moglie del
figlio del tuo padrone, come ha parlato il Signore".
[52] Quando il servo di Abramo udì le loro parole, si prostrò a terra
davanti al Signore.
[53] Poi il servo tirò fuori oggetti d'argento e oggetti d'oro e vesti
e li diede a Rebecca; doni preziosi diede anche al fratello e alla madre
di lei.
[54] Poi mangiarono e bevvero lui e i suoi uomini e passarono la notte.
Quando si alzarono alla mattina, egli disse: "Lasciatemi andare dal
mio padrone".
[55] Ma il fratello e la madre di lei dissero: "Rimanga la
giovinetta con noi qualche tempo, una decina di giorni; dopo, te ne
andrai".
[56] Rispose loro: "Non trattenetemi, mentre il Signore ha concesso
buon esito al mio viaggio. Lasciatemi partire per andare dal mio
padrone!".
[57] Dissero allora: "Chiamiamo la giovinetta e domandiamo a lei
stessa".
[58] Chiamarono dunque Rebecca e le dissero: "Vuoi partire con
quest'uomo?". Essa rispose: "Andrò".
[59] Allora essi lasciarono partire Rebecca con la nutrice, insieme con
il servo di Abramo e i suoi uomini.
[60] Benedissero Rebecca e le dissero:
"Tu, sorella nostra,
diventa migliaia di miriadi
e la tua stirpe conquisti
la porta dei suoi nemici!".
[61] Così Rebecca e le sue ancelle si alzarono, montarono sui cammelli
e seguirono quell'uomo. Il servo prese con sé Rebecca e partì.
[62] Intanto Isacco rientrava dal pozzo di Lacai-Roi; abitava infatti
nel territorio del Negheb.
[63] Isacco uscì sul fare della sera per svagarsi in campagna e,
alzando gli occhi, vide venire i cammelli.
[64] Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal
cammello.
[65] E disse al servo: "Chi è quell'uomo che viene attraverso la
campagna incontro a noi?". Il servo rispose: "È il mio
padrone". Allora essa prese il velo e si coprì.
[66] Il servo raccontò ad Isacco tutte le cose che aveva fatte.
[67] Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre
Sara; si prese in moglie Rebecca e l'amò. Isacco trovò conforto dopo
la morte della madre.
25
[1]
Abramo prese un'altra moglie: essa aveva nome Chetura.
[2] Essa gli partorì Zimràn, Ioksan, Medan, Madian, Isbak e Suach.
[3] Ioksan generò Saba e Dedan e i figli di Dedan furono gli Asurim, i
Letusim e i Leummim.
[4] I figli di Madian furono Efa, Efer, Enoch, Abida ed Eldaa. Tutti
questi sono i figli di Chetura.
[5] Abramo diede tutti i suoi beni a Isacco.
[6] Quanto invece ai figli delle concubine, che Abramo aveva avute,
diede loro doni e, mentre era ancora in vita, li licenziò, mandandoli
lontano da Isacco suo figlio, verso il levante, nella regione orientale.
[7] La durata della vita di Abramo fu di centosettantacinque anni.
[8] Poi Abramo spirò e morì in felice canizie, vecchio e sazio di
giorni, e si riunì ai suoi antenati.
[9] Lo seppellirono i suoi figli, Isacco e Ismaele, nella caverna di
Macpela, nel campo di Efron, figlio di Zocar, l'Hittita, di fronte a
Mamre.
[10] È appunto il campo che Abramo aveva comperato dagli Hittiti: ivi
furono sepolti Abramo e sua moglie Sara.
[11] Dopo la morte di Abramo, Dio benedisse il figlio di lui Isacco e
Isacco abitò presso il pozzo di Lacai-Roi.
[12] Questa è la discendenza di Ismaele, figlio di Abramo, che gli
aveva partorito Agar l'Egiziana, schiava di Sara.
[13] Questi sono i nomi dei figli d'Ismaele, con il loro elenco in
ordine di generazione: il primogenito di Ismaele è Nebaiòt, poi Kedar,
Adbeèl, Mibsam,
[14] Misma, Duma, Massa,
[15] Adad, Tema, Ietur, Nafis e Kedma.
[16] Questi sono gli Ismaeliti e questi sono i loro nomi secondo i loro
recinti e accampamenti. Sono i dodici principi delle rispettive tribù.
[17] La durata della vita di Ismaele fu di centotrentasette anni; poi
morì e si riunì ai suoi antenati.
[18] Egli abitò da Avìla fino a Sur, che è lungo il confine
dell'Egitto in direzione di Assur; egli si era stabilito di fronte a
tutti i suoi fratelli.
[19] Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva
generato Isacco.
[20] Isacco aveva quarant'anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia
di Betuèl l'Arameo, da Paddan-Aram, e sorella di Làbano l'Arameo.
[21] Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché essa era
sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne
incinta.
[22] Ora i figli si urtavano nel suo seno ed essa esclamò: "Se è
così, perché questo?". Andò a consultare il Signore.
[23] Il Signore le rispose:
"Due nazioni sono nel tuo seno
e due popoli dal tuo grembo si disperderanno;
un popolo sarà più forte dell'altro
e il maggiore servirà il più piccolo".
[24] Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco due
gemelli erano nel suo grembo.
[25] Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu
chiamato Esaù.
[26] Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù;
fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant'anni quando essi nacquero.
[27] I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella caccia, un uomo
della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto
le tende.
[28] Isacco prediligeva Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto,
mentre Rebecca prediligeva Giacobbe.
[29] Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra di lenticchie; Esaù
arrivò dalla campagna ed era sfinito.
[30] Disse a Giacobbe: "Lasciami mangiare un pò di questa minestra
rossa, perché io sono sfinito" - Per questo fu chiamato Edom -.
[31] Giacobbe disse: "Vendimi subito la tua primogenitura".
[32] Rispose Esaù: "Ecco sto morendo: a che mi serve allora la
primogenitura?".
[33] Giacobbe allora disse: "Giuramelo subito". Quegli lo giurò
e vendette la primogenitura a Giacobbe.
[34] Giacobbe diede ad Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi
mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva
disprezzato la primogenitura.
26
[1]
Venne una carestia nel paese oltre la prima che era avvenuta ai tempi di
Abramo, e Isacco andò a Gerar presso Abimèlech, re dei Filistei.
[2] Gli apparve il Signore e gli disse: "Non scendere in Egitto,
abita nel paese che io ti indicherò.
[3] Rimani in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché a
te e alla tua discendenza io concederò tutti questi territori, e
manterrò il giuramento che ho fatto ad Abramo tuo padre.
[4] Renderò la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo e
concederò alla tua discendenza tutti questi territori: tutte le nazioni
della terra saranno benedette per la tua discendenza;
[5] per il fatto che Abramo ha obbedito alla mia voce e ha osservato ciò
che io gli avevo prescritto: i miei comandamenti, le mie istituzioni e
le mie leggi".
[6] Così Isacco dimorò in Gerar.
[7] Gli uomini del luogo lo interrogarono intorno alla moglie ed egli
disse: "È mia sorella"; infatti aveva timore di dire: "È
mia moglie", pensando che gli uomini del luogo lo uccidessero per
causa di Rebecca, che era di bell'aspetto.
[8] Era là da molto tempo, quando Abimèlech, re dei Filistei, si
affacciò alla finestra e vide Isacco scherzare con la propria moglie
Rebecca.
[9] Abimèlech chiamò Isacco e disse: "Sicuramente essa è tua
moglie. E perché tu hai detto: È mia sorella?". Gli rispose
Isacco: "Perché mi son detto: io non muoia per causa di
lei!".
[10] Riprese Abimèlech: "Che ci hai fatto? Poco ci mancava che
qualcuno del popolo si unisse a tua moglie e tu attirassi su di noi una
colpa".
[11] Abimèlech diede quest'ordine a tutto il popolo: "Chi tocca
questo uomo o la sua moglie sarà messo a morte!".
[12] Poi Isacco fece una semina in quel paese e raccolse quell'anno il
centuplo. Il Signore infatti lo aveva benedetto.
[13] E l'uomo divenne ricco e crebbe tanto in ricchezze fino a divenire
ricchissimo:
[14] possedeva greggi di piccolo e di grosso bestiame e numerosi schiavi
e i Filistei cominciarono ad invidiarlo.
[15] Tutti i pozzi che avevano scavati i servi di suo padre ai tempi del
padre Abramo, i Filistei li avevano turati riempiendoli di terra.
[16] Abimèlech disse ad Isacco: "Vàttene via da noi, perché tu
sei molto più potente di noi".
[17] Isacco andò via di là, si accampò sul torrente di Gerar e vi si
stabilì.
[18] Isacco tornò a scavare i pozzi d'acqua, che avevano scavati i
servi di suo padre, Abramo, e che i Filistei avevano turati dopo la
morte di Abramo, e li chiamò come li aveva chiamati suo padre.
[19] I servi di Isacco scavarono poi nella valle e vi trovarono un pozzo
di acqua viva.
[20] Ma i pastori di Gerar litigarono con i pastori di Isacco, dicendo:
"L'acqua è nostra!".
Allora egli chiamò Esech il pozzo, perché quelli avevano litigato con
lui.
[21] Scavarono un altro pozzo, ma quelli litigarono anche per questo ed
egli lo chiamò Sitna.
[22] Allora si mosse di là e scavò un altro pozzo, per il quale non
litigarono; allora egli lo chiamò Recobòt e disse: "Ora il
Signore ci ha dato spazio libero perché noi prosperiamo nel
paese".
[23] Di là andò a Bersabea.
[24] E in quella notte gli apparve il Signore e disse:
"Io sono il Dio di Abramo, tuo padre;
non temere perché io sono con te.
Ti benedirò
e moltiplicherò la tua discendenza
per amore di Abramo, mio servo".
[25] Allora egli costruì in quel luogo un altare e invocò il nome del
Signore; lì piantò la tenda. E i servi di Isacco scavarono un pozzo.
[26] Intanto Abimèlech da Gerar era andato da lui, insieme con Acuzzat,
suo amico, e Picol, capo del suo esercito.
[27] Isacco disse loro: "Perché siete venuti da me, mentre voi mi
odiate e mi avete scacciato da voi?".
[28] Gli risposero: "Abbiamo visto che il Signore è con te e
abbiamo detto: vi sia un giuramento tra di noi, tra noi e te, e
concludiamo un'alleanza con te:
[29] tu non ci farai alcun male, come noi non ti abbiamo toccato e non
ti abbiamo fatto se non il bene e ti abbiamo lasciato andare in pace. Tu
sei ora un uomo benedetto dal Signore".
[30] Allora imbandì loro un convito e mangiarono e bevvero.
[31] Alzatisi di buon mattino, si prestarono giuramento l'un l'altro,
poi Isacco li congedò e partirono da lui in pace.
[32] Proprio in quel giorno arrivarono i servi di Isacco e lo
informarono a proposito del pozzo che avevano scavato e gli dissero:
"Abbiamo trovato l'acqua".
[33] Allora egli lo chiamò Sibea: per questo la città si chiama
Bersabea fino ad oggi.
[34] Quando Esaù ebbe quarant'anni, prese in moglie Giudit, figlia di
Beeri l'Hittita, e Basemat, figlia di Elon l'Hittita.
[35] Esse furono causa d'intima amarezza per Isacco e per Rebecca.
27
[1]
Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci
vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse:
"Figlio mio". Gli rispose: "Eccomi".
[2] Riprese: "Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia
morte.
[3] Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, esci in
campagna e prendi per me della selvaggina.
[4] Poi preparami un piatto di mio gusto e portami da mangiare, perché
io ti benedica prima di morire".
[5] Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò
dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa.
[6] Rebecca disse al figlio Giacobbe: "Ecco, ho sentito tuo padre
dire a tuo fratello Esaù:
[7] Portami la selvaggina e preparami un piatto, così mangerò e poi ti
benedirò davanti al Signore prima della morte.
[8] Ora, figlio mio, obbedisci al mio ordine:
[9] Và subito al gregge e prendimi di là due bei capretti; io ne farò
un piatto per tuo padre, secondo il suo gusto.
[10] Così tu lo porterai a tuo padre che ne mangerà, perché ti
benedica prima della sua morte".
[11] Rispose Giacobbe a Rebecca sua madre: "Sai che mio fratello
Esaù è peloso, mentre io ho la pelle liscia.
[12] Forse mio padre mi palperà e si accorgerà che mi prendo gioco di
lui e attirerò sopra di me una maledizione invece di una
benedizione".
[13] Ma sua madre gli disse: "Ricada su di me la tua maledizione,
figlio mio! Tu obbedisci soltanto e vammi a prendere i capretti".
[14] Allora egli andò a prenderli e li portò alla madre, così la
madre ne fece un piatto secondo il gusto di suo padre.
[15] Rebecca prese i vestiti migliori del suo figlio maggiore, Esaù,
che erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio minore,
Giacobbe;
[16] con le pelli dei capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia
del collo.
[17] Poi mise in mano al suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che
aveva preparato.
[18] Così egli venne dal padre e disse: "Padre mio". Rispose:
"Eccomi; chi sei tu, figlio mio?".
[19] Giacobbe rispose al padre: "Io sono Esaù, il tuo primogento.
Ho fatto come tu mi hai ordinato. Alzati dunque, siediti e mangia la mia
selvaggina, perché tu mi benedica".
[20] Isacco disse al figlio: "Come hai fatto presto a trovarla,
figlio mio!". Rispose: "Il Signore me l'ha fatta capitare
davanti".
[21] Ma Isacco gli disse: "Avvicinati e lascia che ti palpi, figlio
mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no".
[22] Giacobbe si avvicinò ad Isacco suo padre, il quale lo tastò e
disse: "La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le
braccia di Esaù".
[23] Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le
braccia di suo fratello Esaù, e perciò lo benedisse.
[24] Gli disse ancora: "Tu sei proprio il mio figlio Esaù?".
Rispose: "Lo sono".
[25] Allora disse: "Porgimi da mangiare della selvaggina del mio
figlio, perché io ti benedica". Gliene servì ed egli mangiò, gli
portò il vino ed egli bevve.
[26] Poi suo padre Isacco gli disse: "Avvicinati e baciami, figlio
mio!".
[27] Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l'odore degli abiti di
lui e lo benedisse:
"Ecco l'odore del mio figlio
come l'odore di un campo
che il Signore ha benedetto.
[28] Dio ti conceda rugiada del cielo
e terre grasse
e abbondanza di frumento e di mosto.
[29] Ti servano i popoli
e si prostrino davanti a te le genti.
Sii il signore dei tuoi fratelli
e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.
Chi ti maledice sia maledetto
e chi ti benedice sia benedetto!".
[30] Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era
allontanato dal padre Isacco, quando arrivò dalla caccia Esaù suo
fratello.
[31] Anch'egli aveva preparato un piatto, poi lo aveva portato al padre
e gli aveva detto: "Si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo
figlio, perché tu mi benedica".
[32] Gli disse suo padre Isacco: "Chi sei tu?". Rispose:
"Io sono il tuo figlio primogenito Esaù".
[33] Allora Isacco fu colto da un fortissimo tremito e disse: "Chi
era dunque colui che ha preso la selvaggina e me l'ha portata? Io ho
mangiato di tutto prima che tu venissi, poi l'ho benedetto e benedetto
resterà".
[34] Quando Esaù sentì le parole di suo padre, scoppiò in alte,
amarissime grida. Egli disse a suo padre: "Benedici anche me, padre
mio!".
[35] Rispose: "È venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la
tua benedizione".
[36] Riprese: "Forse perché si chiama Giacobbe mi ha soppiantato
già due volte? già ha carpito la mia primogenitura ed ecco ora ha
carpito la mia benedizione!". Poi soggiunse: "Non hai forse
riservato qualche benedizione per me?".
[37] Isacco rispose e disse a Esaù: "Ecco, io l'ho costituito tuo
signore e gli ho dato come servi tutti i suoi fratelli; l'ho provveduto
di frumento e di mosto; per te che cosa mai potrò fare, figlio
mio?".
[38] Esaù disse al padre: "Hai una sola benedizione padre mio?
Benedici anche me, padre mio!". Ma Isacco taceva ed Esaù alzò la
voce e pianse.
[39] Allora suo padre Isacco prese la parola e gli disse:
"Ecco, lungi dalle terre grasse
sarà la tua sede
e lungi dalla rugiada del cielo dall'alto.
[40] Vivrai della tua spada
e servirai tuo fratello;
ma poi, quando ti riscuoterai,
spezzerai il suo giogo dal tuo collo".
[41] Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli
aveva dato. Pensò Esaù: "Si avvicinano i giorni del lutto per mio
padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe".
[42] Ma furono riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo figlio
maggiore, ed essa mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe e gli
disse: "Esaù tuo fratello vuol vendicarsi di te uccidendoti.
[43] Ebbene, figlio mio, obbedisci alla mia voce: su, fuggi a Carran da
mio fratello Làbano.
[44] Rimarrai con lui qualche tempo, finché l'ira di tuo fratello si
sarà placata;
[45] finché si sarà palcata contro di te la collera di tuo fratello e
si sarà dimenticato di quello che gli hai fatto. Allora io manderò a
prenderti di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un sol
giorno?".
[46] Poi Rebecca disse a Isacco: "Ho disgusto della mia vita a
causa di queste donne hittite: se Giacobbe prende moglie tra le hittite
come queste, tra le figlie del paese, a che mi giova la vita?".
28
[1]
Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede questo comando:
"Tu non devi prender moglie tra le figlie di Cànaan.
[2] Su, và in Paddan-Aram, nella casa di Betuèl, padre di tua madre, e
prenditi di là la moglie tra le figlie di Làbano, fratello di tua
madre.
[3] Ti benedica Dio onnipotente, ti renda fecondo e ti moltiplichi, sì
che tu divenga una assemblea di popoli.
[4] Conceda la benedizione di Abramo a te e alla tua discendenza con te,
perché tu possieda il paese dove sei stato forestiero, che Dio ha dato
ad Abramo".
[5] Così Isacco fece partire Giacobbe, che andò in Paddan-Aram presso
Làbano, figlio di Betuèl, l'Arameo, fratello di Rebecca, madre di
Giacobbe e di Esaù.
[6] Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e l'aveva mandato in
Paddan-Aram per prendersi una moglie di là e che, mentre lo benediceva,
gli aveva dato questo comando: "Non devi prender moglie tra le
Cananee".
[7] Giacobbe aveva obbedito al padre e alla madre ed era partito per
Paddan-Aram.
[8] Esaù comprese che le figlie di Cànaan non erano gradite a suo
padre Isacco.
[9] Allora si recò da Ismaele e, oltre le mogli che aveva, si prese in
moglie Macalat, figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Nebaiòt.
[10] Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran.
[11] Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole
era tramontato; prese una pietra, se la pose come guanciale e si coricò
in quel luogo.
[12] Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima
raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su
di essa.
[13] Ecco il Signore gli stava davanti e disse: "Io sono il
Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla
quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza.
[14] La tua discendenza sarà come la polvere della terra e ti
estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E
saranno benedette per te e per la tua discendenza tutte le nazioni della
terra.
[15] Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò
ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto
tutto quello che t'ho detto".
[16] Allora Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: "Certo, il
Signore è in questo luogo e io non lo sapevo".
[17] Ebbe timore e disse: "Quanto è terribile questo luogo! Questa
è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo".
[18] Alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era
posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua
sommità.
[19] E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si
chiamava Luz.
[20] Giacobbe fece questo voto: "Se Dio sarà con me e mi proteggerà
in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti
per coprirmi,
[21] se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà
il mio Dio.
[22] Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio;
di quanto mi darai io ti offrirò la decima".
29
[1] Poi
Giacobbe si mise in cammino e andò nel paese degli orientali.
[2] Vide nella campagna un pozzo e tre greggi di piccolo bestiame,
accovacciati vicino, perché a quel pozzo si abbeveravano i greggi, ma
la pietra sulla bocca del pozzo era grande.
[3] Quando tutti i greggi si erano radunati là, i pastori rotolavano la
pietra dalla bocca del pozzo e abbeveravano il bestiame; poi rimettevano
la pietra al posto sulla bocca del pozzo.
[4] Giacobbe disse loro: "Fratelli miei, di dove siete?".
Risposero: "Siamo di Carran".
[5] Disse loro: "Conoscete Làbano, figlio di Nacor?".
Risposero: "Lo conosciamo".
[6] Disse loro: "Sta bene?". Risposero: "Sì; ecco la
figlia Rachele che viene con il gregge".
[7] Riprese: "Eccoci ancora in pieno giorno: non è tempo di
radunare il bestiame. Date da bere al bestiame e andate a
pascolare!".
[8] Risposero: "Non possiamo, finché non siano radunati tutti i
greggi e si rotoli la pietra dalla bocca del pozzo; allora faremo bere
il gregge".
[9] Egli stava ancora parlando con loro, quando arrivò Rachele con il
bestiame del padre, perché era una pastorella.
[10] Quando Giacobbe vide Rachele, figlia di Làbano, fratello di sua
madre, insieme con il bestiame di Làbano, fratello di sua madre,
Giacobbe, fattosi avanti, rotolò la pietra dalla bocca del pozzo e fece
bere le pecore di Làbano, fratello di sua madre.
[11] Poi Giacobbe baciò Rachele e pianse ad alta voce.
[12] Giacobbe rivelò a Rachele che egli era parente del padre di lei,
perché figlio di Rebecca. Allora essa corse a riferirlo al padre.
[13] Quando Làbano seppe che era Giacobbe, il figlio di sua sorella,
gli corse incontro, lo abbracciò, lo baciò e lo condusse nella sua
casa. Ed egli raccontò a Làbano tutte le sue vicende.
[14] Allora Làbano gli disse: "Davvero tu sei mio osso e mia
carne!". Così dimorò presso di lui per un mese.
[15] Poi Làbano disse a Giacobbe: "Poiché sei mio parente, mi
dovrai forse servire gratuitamente? Indicami quale deve essere il tuo
salario".
[16] Ora Làbano aveva due figlie; la maggiore si chiamava Lia e la più
piccola si chiamava Rachele.
[17] Lia aveva gli occhi smorti, mentre Rachele era bella di forme e
avvenente di aspetto,
[18] perciò Giacobbe amava Rachele. Disse dunque: "Io ti servirò
sette anni per Rachele, tua figlia minore".
[19] Rispose Làbano: "Preferisco darla a te piuttosto che a un
estraneo. Rimani con me".
[20] Così Giacobbe servì sette anni per Rachele: gli sembrarono pochi
giorni tanto era il suo amore per lei.
[21] Poi Giacobbe disse a Làbano: "Dammi la mia sposa, perché il
mio tempo è compiuto e voglio unirmi a lei".
[22] Allora Làbano radunò tutti gli uomini del luogo e diede un
banchetto.
[23] Ma quando fu sera, egli prese la figlia Lia e la condusse da lui ed
egli si unì a lei.
[24] Làbano diede la propria schiava Zilpa alla figLia, come schiava.
[25] Quando fu mattina... ecco era Lia! Allora Giacobbe disse a Làbano:
"Che mi hai fatto? Non è forse per Rachele che sono stato al tuo
servizio? Perché mi hai ingannato?".
[26] Rispose Làbano: "Non si usa far così nel nostro paese, dare,
cioè, la più piccola prima della maggiore.
[27] Finisci questa settimana nuziale, poi ti darò anche quest'altra
per il servizio che tu presterai presso di me per altri sette
anni".
[28] Giacobbe fece così: terminò la settimana nuziale e allora Làbano
gli diede in moglie la figlia Rachele.
[29] Làbano diede alla figlia Rachele la propria schiava Bila, come
schiava.
[30] Egli si unì anche a Rachele e amò Rachele più di Lia. Fu ancora
al servizio di lui per altri sette anni.
[31] Ora il Signore, vedendo che Lia veniva trascurata, la rese feconda,
mentre Rachele rimaneva sterile.
[32] Così Lia concepì e partorì un figlio e lo chiamò Ruben, perché
disse: "Il Signore ha visto la mia umiliazione; certo, ora mio
marito mi amerà".
[33] Poi concepì ancora un figlio e disse: "Il Signore ha udito
che io ero trascurata e mi ha dato anche questo". E lo chiamò
Simeone.
[34] Poi concepì ancora e partorì un figlio e disse: "Questa
volta mio marito mi si affezionerà, perché gli ho partorito tre
figli". Per questo lo chiamò Levi.
[35] Concepì ancora e partorì un figlio e disse: "Questa volta
loderò il Signore". Per questo lo chiamò Giuda. Poi cessò di
avere figli.
30
[1]
Rachele, vedendo che non le era concesso di procreare figli a Giacobbe,
divenne gelosa della sorella e disse a Giacobbe: "Dammi dei figli,
se no io muoio!".
[2] Giacobbe s'irritò contro Rachele e disse: "Tengo forse io il
posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del grembo?".
[3] Allora essa rispose: "Ecco la mia serva Bila: unisciti a lei,
così che partorisca sulle mie ginocchia e abbia anch'io una mia prole
per mezzo di lei".
[4] Così essa gli diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si
unì a lei.
[5] Bila concepì e partorì a Giacobbe un figlio.
[6] Rachele disse: "Dio mi ha fatto giustizia e ha anche ascoltato
la mia voce, dandomi un figlio". Per questo essa lo chiamò Dan.
[7] Poi Bila, la schiava di Rachele, concepì ancora e partorì a
Giacobbe un secondo figlio.
[8] Rachele disse: "Ho sostenuto contro mia sorella lotte difficili
e ho vinto!". Perciò lo chiamò Nèftali.
[9] Allora Lia, vedendo che aveva cessato di aver figli, prese la
propria schiava Zilpa e la diede in moglie e Giacobbe.
[10] Zilpa, la schiava di Lia, partorì a Giacobbe un figlio.
[11] Lia disse: "Per fortuna!" e lo chiamò Gad.
[12] Poi Zilpa, la schiava di Lia, partorì un secondo figlio a
Giacobbe.
[13] Lia disse: "Per mia felicità! Perché le donne mi diranno
felice". Perciò lo chiamò Aser.
[14] Al tempo della mietitura del grano, Ruben uscì e trovò
mandragore, che portò alla madre Lia. Rachele disse a Lia: "Dammi
un pò delle mandragore di tuo figlio".
[15] Ma Lia rispose: "È forse poco che tu mi abbia portato via il
marito perché voglia portar via anche le mandragore di mio
figlio?". Riprese Rachele: "Ebbene, si corichi pure con te
questa notte, in cambio delle mandragore di tuo figlio".
[16] Alla sera, quando Giacobbe arrivò dalla campagna, Lia gli uscì
incontro e gli disse: "Da me devi venire, perché io ho pagato il
diritto di averti con le mandragore di mio figlio". Così egli si
coricò con lei quella notte.
[17] Il Signore esaudì Lia, la quale concepì e partorì a Giacobbe un
quinto figlio.
[18] Lia disse: "Dio mi ha dato il mio salario, per avere io dato
la mia schiava a mio marito". Perciò lo chiamò Issacar.
[19] Poi Lia concepì e partorì ancora un sesto figlio a Giacobbe.
[20] Lia disse: "Dio mi ha fatto un bel regalo: questa volta mio
marito mi preferirà, perché gli ho partorito sei figli". Perciò
lo chiamò Zàbulon.
[21] In seguito partorì una figlia e la chiamò Dina.
[22] Poi Dio si ricordò anche di Rachele; Dio la esaudì e la rese
feconda.
[23] Essa concepì e partorì un figlio e disse: "Dio ha tolto il
mio disonore".
[24] E lo chiamò Giuseppe dicendo: "Il Signore mi aggiunga un
altro figlio!".
[25] Dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe disse a Làbano:
"Lasciami andare e tornare a casa mia, nel mio paese.
[26] Dammi le mogli, per le quali ti ho servito, e i miei bambini perché
possa partire: tu conosci il servizio che ti ho prestato".
[27] Gli disse Làbano: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi... Per
divinazione ho saputo che il Signore mi ha benedetto per causa
tua".
[28] E aggiunse: "Fissami il tuo salario e te lo darò".
[29] Gli rispose: "Tu stesso sai come ti ho servito e quanti sono
diventati i tuoi averi per opera mia.
[30] Perché il poco che avevi prima della mia venuta è cresciuto oltre
misura e il Signore ti ha benedetto sui miei passi. Ma ora, quando
lavorerò anch'io per la mia casa?".
[31] Riprese Làbano: "Che ti devo dare?". Giacobbe rispose:
"Non mi devi nulla; se tu farai per me quanto ti dico, ritornerò a
pascolare il tuo gregge e a custodirlo.
[32] Oggi passerò fra tutto il tuo bestiame; metti da parte ogni capo
di colore scuro tra le pecore e ogni capo chiazzato e punteggiato tra le
capre: sarà il mio salario.
[33] In futuro la mia stessa onestà risponderà per me; quando verrai a
verificare il mio salario, ogni capo che non sarà punteggiato o
chiazzato tra le capre e di colore scuro tra le pecore, se si troverà
presso di me, sarà come rubato".
[34] Làbano disse: "Bene, sia come tu hai detto!".
[35] In quel giorno mise da parte i capri striati e chiazzati e tutte le
capre punteggiate e chiazzate, ogni capo che aveva del bianco e ogni
capo di colore scuro tra le pecore. Li affidò ai suoi figli
[36] e stabilì una distanza di tre giorni di cammino tra sé e
Giacobbe, mentre Giacobbe pascolava l'altro bestiame di Làbano.
[37] Ma Giacobbe prese rami freschi di pioppo, di mandorlo e di platano,
ne intagliò la corteccia a striscie bianche, mettendo a nudo il bianco
dei rami.
[38] Poi egli mise i rami così scortecciati nei truogoli agli
abbeveratoi dell'acqua, dove veniva a bere il bestiame, proprio in vista
delle bestie, le quali si accoppiavano quando venivano a bere.
[39] Così le bestie si accoppiarono di fronte ai rami e le capre
figliarono capretti striati, punteggiati e chiazzati.
[40] Quanto alle pecore, Giacobbe le separò e fece sì che le bestie
avessero davanti a sé gli animali striati e tutti quelli di colore
scuro del gregge di Làbano. E i branchi che si era così costituiti per
conto suo, non li mise insieme al gregge di Làbano.
[41] Ogni qualvolta si accoppiavano bestie robuste, Giacobbe metteva i
rami nei truogoli in vista delle bestie, per farle concepire davanti ai
rami.
[42] Quando invece le bestie erano deboli, non li metteva. Così i capi
di bestiame deboli erano per Làbano e quelli robusti per Giacobbe.
[43] Egli si arricchì oltre misura e possedette greggi in grande
quantità, schiave e schiavi, cammelli e asini.
31
[1] Ma
Giacobbe venne a sapere che i figli di Làbano dicevano: "Giacobbe
si è preso quanto era di nostro padre e con quanto era di nostro padre
si è fatta tutta questa fortuna".
[2] Giacobbe osservò anche la faccia di Làbano e si accorse che non
era più verso di lui come prima.
[3] Il Signore disse a Giacobbe: "Torna al paese dei tuoi padri,
nella tua patria e io sarò con te".
[4] Allora Giacobbe mandò a chiamare Rachele e Lia, in campagna presso
il suo gregge
[5] e disse loro: "Io mi accorgo dal volto di vostro padre che egli
verso di me non è più come prima; eppure il Dio di mio padre è stato
con me.
[6] Voi stesse sapete che io ho servito vostro padre con tutte le forze,
[7] mentre vostro padre si è beffato di me e ha cambiato dieci volte il
mio salario; ma Dio non gli ha permesso di farmi del male.
[8] Se egli diceva: Le bestie punteggiate saranno il tuo salario, tutto
il gregge figliava bestie punteggiate; se diceva: Le bestie striate
saranno il tuo salario, allora tutto il gregge figliava bestie striate.
[9] Così Dio ha sottratto il bestiame a vostro padre e l'ha dato a me.
[10] Una volta, quando il piccolo bestiame va in calore, io in sogno
alzai gli occhi e vidi che i capri in procinto di montare le bestie
erano striati, punteggiati e chiazzati.
[11] L'angelo di Dio mi disse in sogno: Giacobbe! Risposi: Eccomi.
[12] Riprese: Alza gli occhi e guarda: tutti i capri che montano le
bestie sono striati, punteggiati e chiazzati, perché ho visto quanto Làbano
ti fa.
[13] Io sono il Dio di Betel, dove tu hai unto una stele e dove mi hai
fatto un voto. Ora alzati, parti da questo paese e torna nella tua
patria!".
[14] Rachele e Lia gli risposero: "Abbiamo forse ancora una parte o
una eredità nella casa di nostro padre?
[15] Non siamo forse tenute in conto di straniere da parte sua, dal
momento che ci ha vendute e si è anche mangiato il nostro danaro?
[16] Tutta la ricchezza che Dio ha sottratto a nostro padre è nostra e
dei nostri figli. Ora fà pure quanto Dio ti ha detto".
[17] Allora Giacobbe si alzò, caricò i figli e le mogli sui cammelli
[18] e condusse via tutto il bestiame e tutti gli averi che si era
acquistati, il bestiame che si era acquistato in Paddan-Aram, per
ritornare da Isacco, suo padre, nel paese di Cànaan.
[19] Làbano era andato a tosare il gregge e Rachele rubò gli idoli che
appartenevano al padre.
[20] Giacobbe eluse l'attenzione di Làbano l'Arameo, non avvertendolo
che stava per fuggire;
[21] così potè andarsene con tutti i suoi averi. Si alzò dunque, passò
il fiume e si diresse verso le montagne di Gàlaad.
[22] Al terzo giorno fu riferito a Làbano che Giacobbe era fuggito.
[23] Allora egli prese con sé i suoi parenti, lo inseguì per sette
giorni di cammino e lo raggiunse sulle montagne di Gàlaad.
[24] Ma Dio venne da Làbano l'Arameo in un sogno notturno e gli disse:
"Bada di non dir niente a Giacobbe, proprio nulla!".
[25] Làbano andò dunque a raggiungere Giacobbe; ora Giacobbe aveva
piantato la tenda sulle montagne e Làbano si era accampato con i
parenti sulle montagne di Gàlaad.
[26] Disse allora Làbano a Giacobbe: "Che hai fatto? Hai eluso la
mia attenzione e hai condotto via le mie figlie come prigioniere di
guerra!
[27] Perché sei fuggito di nascosto, mi hai ingannato e non mi hai
avvertito? Io ti avrei congedato con festa e con canti, a suon di
timpani e di cetre!
[28] E non mi hai permesso di baciare i miei figli e le mie figlie!
Certo hai agito in modo insensato.
[29] Sarebbe in mio potere di farti del male, ma il Dio di tuo padre mi
ha parlato la notte scorsa: Bada di non dir niente a Giacobbe, né in
bene né in male!
[30] Certo, sei partito perché soffrivi di nostalgia per la casa di tuo
padre; ma perché mi hai rubato i miei dei?".
[31] Giacobbe rispose a Làbano e disse: "Perché avevo paura e
pensavo che mi avresti tolto con la forza le tue figlie.
[32] Ma quanto a colui presso il quale tu troverai i tuoi dei, non
resterà in vita! Alla presenza dei nostri parenti riscontra quanto vi
può essere di tuo presso di me e prendilo". Giacobbe non sapeva
che li aveva rubati Rachele.
[33] Allora Làbano entrò nella tenda di Giacobbe e poi nella tenda di
Lia e nella tenda delle due schiave, ma non trovò nulla. Poi uscì
dalla tenda di Lia ed entrò nella tenda di Rachele.
[34] Rachele aveva preso gli idoli e li aveva messi nella sella del
cammello, poi vi si era seduta sopra, così Làbano frugò in tutta la
tenda, ma non li trovò.
[35] Essa parlò al padre: "Non si offenda il mio signore se io non
posso alzarmi davanti a te, perché ho quello che avviene di regola alle
donne". Làbano cercò dunque il tutta la tenda e non trovò gli
idoli.
[36] Giacobbe allora si adirò e apostrofò Làbano, al quale disse:
"Qual è il mio delitto, qual è il mio peccato, perché ti sia
messo a inseguirmi?
[37] Ora che hai frugato tra tutti i miei oggetti, che hai trovato di
tutte le robe di casa tua? Mettilo qui davanti ai miei e tuoi parenti e
siano essi giudici tra noi due.
[38] Vent'anni ho passato con te: le tue pecore e le tue capre non hanno
abortito e i montoni del tuo gregge non ho mai mangiato.
[39] Nessuna bestia sbranata ti ho portato: io ne compensavo il danno e
tu reclamavi da me ciò che veniva rubato di giorno e ciò che veniva
rubato di notte.
[40] Di giorno mi divorava il caldo e di notte il gelo e il sonno
fuggiva dai miei occhi.
[41] Vent'anni sono stato in casa tua: ho servito quattordici anni per
le tue due figlie e sei anni per il tuo gregge e tu hai cambiato il mio
salario dieci volte.
[42] Se non fosse stato con me il Dio di mio padre, il Dio di Abramo e
il Terrore di Isacco, tu ora mi avresti licenziato a mani vuote; ma Dio
ha visto la mia afflizione e la fatica delle mie mani e la scorsa notte
egli ha fatto da arbitro".
[43] Làbano allora rispose e disse a Giacobbe: "Queste figlie sono
mie figlie e questi figli sono miei figli; questo bestiame è il mio
bestiame e quanto tu vedi è mio. E che potrei fare oggi a queste mie
figlie o ai figli che esse hanno messi al mondo?
[44] Ebbene, vieni, concludiamo un'alleanza io e te e ci sia un
testimonio tra me e te".
[45] Giacobbe prese una pietra e la eresse come una stele.
[46] Poi disse ai suoi parenti: "Raccogliete pietre", e quelli
presero pietre e ne fecero un mucchio. Poi mangiarono là su quel
mucchio.
[47] Làbano lo chiamò Iegar-Saaduta, mentre Giacobbe lo chiamò
Gal-Ed.
[48] Làbano disse: "Questo mucchio sia oggi un testimonio tra me e
te"; per questo lo chiamò Gal-Ed
[49] e anche Mizpa, perché disse: "Il Signore starà di vedetta
tra me e te, quando noi non ci vedremo più l'un l'altro.
[50] Se tu maltratterai le mie figlie e se prenderai altre mogli oltre
le mie figlie, non un uomo sarà con noi, ma bada, Dio sarà testimonio
tra me e te".
[51] Soggiunse Làbano a Giacobbe: "Ecco questo mucchio ed ecco
questa stele, che io ho eretta tra me e te.
[52] Questo mucchio è testimonio e questa stele è testimonio che io
giuro di non oltrepassare questo mucchio dalla tua parte e che tu giuri
di non oltrepassare questo mucchio e questa stele dalla mia parte per
fare il male.
[53] Il Dio di Abramo e il Dio di Nacor siano giudici tra di noi".
Giacobbe giurò per il Terrore di suo padre Isacco.
[54] Poi offrì un sacrificio sulle montagne e invitò i suoi parenti a
prender cibo. Essi mangiarono e passarono la notte sulle montagne.
32
[1] Alla
mattina per tempo Làbano si alzò, baciò i figli e le figlie e li
benedisse. Poi partì e ritornò a casa.
[2] Mentre Giacobbe continuava il viaggio, gli si fecero incontro gli
angeli di Dio.
[3] Giacobbe al vederli disse: "Questo è l'accampamento di
Dio" e chiamò quel luogo Macanaim.
[4] Poi Giacobbe mandò avanti a sé alcuni messaggeri al fratello Esaù,
nel paese di Seir, la campagna di Edom.
[5] Diede loro questo comando: "Direte al mio signore Esaù: Dice
il tuo servo Giacobbe: Sono stato forestiero presso Làbano e vi sono
restato fino ad ora.
[6] Sono venuto in possesso di buoi, asini e greggi, di schiavi e
schiave. Ho mandato ad informarne il mio signore, per trovare grazia ai
suoi occhi".
[7] I messaggeri tornarono da Giacobbe, dicendo: "Siamo stati da
tuo fratello Esaù; ora egli stesso sta venendoti incontro e ha con sé
quattrocento uomini".
[8] Giacobbe si spaventò molto e si sentì angosciato; allora divise in
due accampamenti la gente che era con lui, il gregge, gli armenti e i
cammelli.
[9] Pensò infatti: "Se Esaù raggiunge un accampamento e lo batte,
l'altro accampamento si salverà".
[10] Poi Giacobbe disse: "Dio del mio padre Abramo e Dio del mio
padre Isacco, Signore, che mi hai detto: Ritorna al tuo paese, nella tua
patria e io ti farò del bene,
[11] io sono indegno di tutta la benevolenza e di tutta la fedeltà che
hai usato verso il tuo servo. Con il mio bastone soltanto avevo passato
questo Giordano e ora sono divenuto tale da formare due accampamenti.
[12] Salvami dalla mano del mio fratello Esaù, perché io ho paura di
lui: egli non arrivi e colpisca me e tutti, madre e bambini!
[13] Eppure tu hai detto: Ti farò del bene e renderò la tua
discendenza come la sabbia del mare, tanto numerosa che non si può
contare".
[14] Giacobbe rimase in quel luogo a passare la notte. Poi prese, di ciò
che gli capitava tra mano, di che fare un dono al fratello Esaù:
[15] duecento capre e venti capri, duecento pecore e venti montoni,
[16] trenta cammelle allattanti con i loro piccoli, quaranta giovenche e
dieci torelli, venti asine e dieci asinelli.
[17] Egli affidò ai suoi servi i singoli branchi separatamente e disse
loro: "Passate davanti a me e lasciate un certo spazio tra un
branco e l'altro".
[18] Diede questo ordine al primo: "Quando ti incontrerà Esaù,
mio fratello, e ti domanderà: Di chi sei tu? Dove vai? Di chi sono
questi animali che ti camminano davanti?,
[19] tu risponderai: Del tuo fratello Giacobbe: è un dono inviato al
mio signore Esaù; ecco egli stesso ci segue".
[20] Lo stesso ordine diede anche al secondo e anche al terzo e a quanti
seguivano i branchi: "Queste parole voi rivolgerete ad Esaù quando
lo troverete;
[21] gli direte: Anche il tuo servo Giacobbe ci segue". Pensava
infatti: "Lo placherò con il dono che mi precede e in seguito mi
presenterò a lui; forse mi accoglierà con benevolenza".
[22] Così il dono passò prima di lui, mentr'egli trascorse quella
notte nell'accampamento.
[23] Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due
schiave, i suoi undici figli e passò il guado dello Iabbok.
[24] Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare anche tutti
i suoi averi.
[25] Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare
dell'aurora.
[26] Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione
del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre
continuava a lottare con lui.
[27] Quegli disse: "Lasciami andare, perché è spuntata
l'aurora". Giacobbe rispose: "Non ti lascerò, se non mi avrai
benedetto!".
[28] Gli domandò: "Come ti chiami?". Rispose:
"Giacobbe".
[29] Riprese: "Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché
hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!".
[30] Giacobbe allora gli chiese: "Dimmi il tuo nome". Gli
rispose: "Perché mi chiedi il nome?". E qui lo benedisse.
[31] Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel "Perché - disse -
ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva".
[32] Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava
all'anca.
[33] Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo
sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché quegli aveva
colpito l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.
33
[1] Poi
Giacobbe alzò gli occhi e vide arrivare Esaù che aveva con sé
quattrocento uomini. Allora distribuì i figli tra Lia, Rachele e le due
schiave;
[2] mise in testa le schiave con i loro figli, più indietro Lia con i
suoi figli e più indietro Rachele e Giuseppe.
[3] Egli passò davanti a loro e si prostrò sette volte fino a terra,
mentre andava avvicinandosi al fratello.
[4] Ma Esaù gli corse incontro, lo abbracciò, gli si gettò al collo,
lo baciò e piansero.
[5] Poi alzò gli occhi e vide le donne e i fanciulli e disse: "Chi
sono questi con te?". Rispose: "Sono i figli di cui Dio ha
favorito il tuo servo".
[6] Allora si fecero avanti le schiave con i loro figli e si
prostrarono.
[7] Poi si fecero avanti anche Lia e i suoi figli e si prostrarono e
infine si fecero avanti Rachele e Giuseppe e si prostrarono.
[8] Domandò ancora: "Che è tutta questa carovana che ho
incontrata?". Rispose: "È per trovar grazia agli occhi del
mio signore".
[9] Esaù disse: "Ne ho abbastanza del mio, fratello, resti per te
quello che è tuo!".
[10] Ma Giacobbe disse: "No, se ho trovato grazia ai tuoi occhi,
accetta dalla mia mano il mio dono, perché appunto per questo io sono
venuto alla tua presenza, come si viene alla presenza di Dio, e tu mi
hai gradito.
[11] Accetta il mio dono augurale che ti è stato presentato, perché
Dio mi ha favorito e sono provvisto di tutto!". Così egli
insistette e quegli accettò.
[12] Poi Esaù disse: "Leviamo l'accampamento e mettiamoci in
viaggio: io camminerò davanti a te".
[13] Gli rispose: "Il mio signore sa che i fanciulli sono delicati
e che ho a mio carico i greggi e gli armenti che allattano: se si
affaticano anche un giorno solo, tutte le bestie moriranno.
[14] Il mio signore passi prima del suo servo, mentre io mi sposterò a
tutto mio agio, al passo di questo bestiame che mi precede e al passo
dei fanciulli, finché arriverò presso il mio signore a Seir".
[15] Disse allora Esaù: "Almeno possa lasciare con te una parte
della gente che ho con me!". Rispose: "Ma perché? Possa io
solo trovare grazia agli occhi del mio signore!".
[16] Così in quel giorno stesso Esaù ritornò sul suo cammino verso
Seir.
[17] Giacobbe invece si trasportò a Succot, dove costruì una casa per
sé e fece capanne per il gregge. Per questo chiamò quel luogo Succot.
[18] Giacobbe arrivò sano e salvo alla città di Sichem, che è nel
paese di Cànaan, quando tornò da Paddan-Aram e si accampò di fronte
alla città.
[19] Poi acquistò dai figli di Camor, padre di Sichem, per cento pezzi
d'argento, quella porzione di campagna dove aveva piantato la tenda.
[20] Ivi eresse un altare e lo chiamò "El, Dio d'Israele".
34
[1]
Dina, la figlia che Lia aveva partorita a Giacobbe, uscì a vedere le
ragazze del paese.
[2] Ma la vide Sichem, figlio di Camor l'Eveo, principe di quel paese, e
la rapì, si unì a lei e le fece violenza.
[3] Egli rimase legato a Dina, figlia di Giacobbe; amò la fanciulla e
le rivolse parole di conforto.
[4] Poi disse a Camor suo padre: "Prendimi in moglie questa
ragazza".
[5] Intanto Giacobbe aveva saputo che quegli aveva disonorato Dina, sua
figlia, ma i suoi figli erano in campagna con il suo bestiame. Giacobbe
tacque fino al loro arrivo.
[6] Venne dunque Camor, padre di Sichem, da Giacobbe per parlare con
lui.
[7] Quando i figli di Giacobbe tornarono dalla campagna, sentito
l'accaduto, ne furono addolorati e s'indignarono molto, perché quelli
aveva commesso un'infamia in Israele, unendosi alla figlia di Giacobbe:
così non si doveva fare!
[8] Camor disse loro: "Sichem, mio figlio, è innamorato della
vostra figlia; dategliela in moglie!
[9] Anzi, alleatevi con noi: voi darete a noi le vostre figlie e vi
prenderete per voi le nostre figlie.
[10] Abiterete con noi e il paese sarà a vostra disposizione;
risiedetevi, percorretelo in lungo e in largo e acquistate proprietà in
esso".
[11] Poi Sichem disse al padre e ai fratelli di lei: "Possa io
trovare grazia agli occhi vostri; vi darò quel che mi direte.
[12] Alzate pure molto a mio carico il prezzo nuziale e il valore del
dono; vi darò quanto mi chiederete, ma datemi la giovane in
moglie!".
[13] Allora i figli di Giacobbe risposero a Sichem e a suo padre Camor e
parlarono con astuzia, perché quegli aveva disonorato la loro sorella
Dina.
[14] Dissero loro: "Non possiamo fare questo, dare cioè la nostra
sorella ad un uomo non circonciso, perché ciò sarebbe un disonore per
noi.
[15] Solo a questa condizione acconsentiremo alla vostra richiesta, se
cioè voi diventerete come noi, circoncidendo ogni vostro maschio.
[16] Allora noi vi daremo le nostre figlie e ci prenderemo le vostre,
abiteremo con voi e diventeremo un solo popolo.
[17] Ma se voi non ci ascoltate a proposito della nostra circoncisione,
allora prenderemo la nostra figlia e ce ne andremo".
[18] Le loro parole piacquero a Camor e a Sichem, figlio di Camor.
[19] Il giovane non indugiò ad eseguire la cosa, perché amava la
figlia di Giacobbe; d'altra parte era il più onorato di tutto il casato
di suo padre.
[20] Vennero dunque Camor e il figlio Sichem alla porta della loro città
e parlarono agli uomini della città:
[21] "Questi uomini sono gente pacifica: abitino pure con noi nel
paese e lo percorrano in lungo e in largo; esso è molto ampio per loro
in ogni direzione. Noi potremo prendere per mogli le loro figlie e
potremo dare a loro le nostre.
[22] Ma solo ad una condizione questi uomini acconsentiranno ad abitare
con noi, a diventare un sol popolo: se cioè noi circoncidiamo ogni
nostro maschio come loro stessi sono circoncisi.
[23] I loro armenti, la loro ricchezza e tutto il loro bestiame non
saranno forse nostri? Accontentiamoli dunque e possano abitare con
noi!".
[24] Allora quanti avevano accesso alla porta della sua città
ascoltarono Camor e il figlio Sichem: tutti i maschi, quanti avevano
accesso alla porta della città, si fecero circoncidere.
[25] Ma il terzo giorno, quand'essi erano sofferenti, i due figli di
Giacobbe, Simeone e Levi, i fratelli di Dina, presero ciascuno una
spada, entrarono nella città con sicurezza e uccisero tutti i maschi.
[26] Passarono così a fil di spada Camor e suo figlio Sichem, portarono
via Dina dalla casa di Sichem e si allontanarono.
[27] I figli di Giacobbe si buttarono sui cadaveri e saccheggiarono la
città, perché quelli avevano disonorato la loro sorella.
[28] Presero così i loro greggi e i loro armenti, i loro asini e quanto
era nella città e nella campagna.
[29] Portarono via come bottino tutte le loro ricchezze, tutti i loro
bambini e le loro donne e saccheggiarono quanto era nelle case.
[30] Allora Giacobbe disse a Simeone e a Levi: "Voi mi avete messo
in difficoltà, rendendomi odioso agli abitanti del paese, ai Cananei e
ai Perizziti, mentre io ho pochi uomini; essi si raduneranno contro di
me, mi vinceranno e io sarò annientato con la mia casa".
[31] Risposero: "Si tratta forse la nostra sorella come una
prostituta?".
35
[1] Dio
disse a Giacobbe: "Alzati, và a Betel e abita là; costruisci in
quel luogo un altare al Dio che ti è apparso quando fuggivi Esaù, tuo
fratello".
[2] Allora Giacobbe disse alla sua famiglia e a quanti erano con lui:
"Eliminate gli dei stranieri che avete con voi, purificatevi e
cambiate gli abiti.
[3] Poi alziamoci e andiamo a Betel, dove io costruirò un altare al Dio
che mi ha esaudito al tempo della mia angoscia e che è stato con me nel
cammino che ho percorso".
[4] Essi consegnarono a Giacobbe tutti gli dei stranieri che possedevano
e i pendenti che avevano agli orecchi; Giacobbe li sotterrò sotto la
quercia presso Sichem.
[5] Poi levarono l'accampamento e un terrore molto forte assalì i
popoli che stavano attorno a loro, così che non inseguirono i figli di
Giacobbe.
[6] Giacobbe e tutta la gente ch'era con lui arrivarono a Luz, cioè
Betel, che è nel paese di Cànaan.
[7] Qui egli costruì un altare e chiamò quel luogo
"El-Betel", perché là Dio gli si era rivelato, quando
sfuggiva al fratello.
[8] Allora morì Dèbora, la nutrice di Rebecca, e fu sepolta al disotto
di Betel, ai piedi della quercia, che perciò si chiamò Quercia del
Pianto.
[9] Dio apparve un'altra volta a Giacobbe, quando tornava da
Paddan-Aram, e lo benedisse.
[10] Dio gli disse:
"Il tuo nome è Giacobbe.
Non ti chiamerai più Giacobbe,
ma Israele sarà il tuo nome".
Così lo si chiamò Israele.
[11] Dio gli disse:
"Io sono Dio onnipotente.
Sii fecondo e diventa numeroso,
popolo e assemblea di popoli
verranno da te,
re usciranno dai tuoi fianchi.
[12] Il paese che ho concesso
ad Abramo e a Isacco
darò a te
e alla tua stirpe dopo di te
darò il paese".
[13] Dio scomparve da lui, nel luogo dove gli aveva parlato.
[14] Allora Giacobbe eresse una stele, dove gli aveva parlato, una stele
di pietra, e su di essa fece una libazione e versò olio.
[15] Giacobbe chiamò Betel il luogo dove Dio gli aveva parlato.
[16] Poi levarono l'accampamento da Betel. Mancava ancora un tratto di
cammino per arrivare ad Efrata, quando Rachele partorì ed ebbe un parto
difficile.
[17] Mentre penava a partorire, la levatrice le disse: "Non temere:
anche questo è un figlio!".
[18] Mentre esalava l'ultimo respiro, perché stava morendo, essa lo
chiamò Ben-Oni, ma suo padre lo chiamò Beniamino.
[19] Così Rachele morì e fu sepolta lungo la strada verso Efrata, cioè
Betlemme.
[20] Giacobbe eresse sulla sua tomba una stele. Questa stele della tomba
di Rachele esiste fino ad oggi.
[21] Poi Israele levò l'accampamento e piantò la tenda al di là di
Migdal-Eder.
[22] Mentre Israele abitava in quel paese, Ruben andò a unirsi con
Bila, concubina del padre, e Israele lo venne a sapere.
I figli di Giacobbe furono dodici.
[23] I figli di Lia: il primogenito di Giacobbe, Ruben, poi Simeone,
Levi, Giuda, Issacar e Zàbulon.
[24] I figli di Rachele: Giuseppe e Beniamino.
[25] I figli di Bila, schiava di Rachele: Dan e Nèftali.
[26] I figli di Zilpa, schiava di Lia: Gad e Aser. Questi sono i figli
di Giacobbe che gli nacquero in Paddan-Aram.
[27] Poi Giacobbe venne da suo padre Isacco a Mamre, a Kiriat-Arba, cioè
Ebron, dove Abramo e Isacco avevano soggiornato come forestieri.
[28] Isacco raggiunse l'età di centottant'anni.
[29] Poi Isacco spirò, morì e si riunì al suo parentado, vecchio e
sazio di giorni. Lo seppellirono i suoi figli Esaù e Giacobbe.
36
[1]
Questa è la discendenza di Esaù, cioè Edom.
[2] Esaù prese le mogli tra le figlie dei Cananei: Ada, figlia di Elon,
l'Hittita; Oolibama, figlia di Ana, figlio di Zibeon, l'Hurrita;
[3] Basemat, figlia di Ismaele, sorella di Nebaiòt.
[4] Ada partorì ad Esaù Elifaz, Basemat partorì Reuel,
[5] Oolibama partorì Ieus, Iaalam e Core. Questi sono i figli di Esaù,
che gli nacquero nel paese di Cànaan.
[6] Poi Esaù prese le mogli e i figli e le figlie e tutte le persone
della sua casa, il suo gregge e tutto il suo bestiame e tutti i suoi
beni che aveva acquistati nel paese di Cànaan e andò nel paese di
Seir, lontano dal fratello Giacobbe.
[7] Infatti i loro possedimenti erano troppo grandi perché essi
potessero abitare insieme e il territorio, dove essi soggiornavano, non
poteva sostenerli per causa del loro bestiame.
[8] Così Esaù si stabilì sulle montagne di Seir. Ora Esaù è Edom.
[9] Questa è la discendenza di Esaù, padre degli Idumei, nelle
montagne di Seir.
[10] Questi sono i nomi dei figli di Esaù: Elifaz, figlio di Ada,
moglie di Esaù; Reuel, figlio di Basemat, moglie di Esaù.
[11] I figli di Elifaz furono: Teman, Omar, Zefo, Gatam, Kenaz.
[12] Elifaz, figlio di Esaù, aveva per concubina Timna, la quale ad
Elifaz partorì Amalek. Questi sono i figli di Ada, moglie di Esaù.
[13] Questi sono i figli di Reuel: Naat e Zerach, Samma e Mizza. Questi
furono i figli di Basemat, moglie di Esaù.
[14] Questi furono i figli di Oolibama, moglie di Esaù, figlia di Ana,
figlio di Zibeon; essa partorì a Esaù Ieus, Iaalam e Core.
[15] Questi sono i capi dei figli di Esaù: i figli di Elifaz
primogenito di Esaù: il capo di Teman, il capo di Omar, il capo di
Zefo, il capo di Kenaz,
[16] il capo di Core, il capo di Gatam, il capo di Amalek. Questi sono i
capi di Elifaz nel paese di Edom: questi sono i figli di Ada.
[17] Questi i figli di Reuel, figlio di Esaù: il capo di Naat, il capo
di Zerach, il capo di Samma, il capo di Mizza. Questi sono i capi di
Reuel nel paese di Edom; questi sono i figli di Basemat, moglie di Esaù.
[18] Questi sono i figli di Oolibama, moglie di Esaù: il capo di Ieus,
il capo di Iaalam, il capo di Core. Questi sono i capi di Oolibama,
figlia di Ana, moglie di Esaù.
[19] Questi sono i figli di Esaù e questi i loro capi. Egli è Edom.
[20] Questi sono i figli di Seir l'Hurrita, che abitano il paese: Lotan,
Sobal, Zibeon, Ana,
[21] Dison, Eser e Disan. Questi sono i capi degli Hurriti, figli di
Seir, nel paese di Edom.
[22] I figli di Lotan furono Ori e Emam e la sorella di Lotan era Timna.
[23] I figli di Sobal sono Alvan, Manacat, Ebal, Sefo e Onam.
[24] I figli di Zibeon sono Aia e Ana; questo è l'Ana che trovò le
sorgenti calde nel deserto, mentre pascolava gli asini del padre Zibeon.
[25] I figli di Ana sono Dison e Oolibama, figlia di Ana.
[26] I figli di Dison sono Emdam, Esban, Itran e Cheran.
[27] I figli di Eser sono Bilan, Zaavan e Akan.
[28] I figli di Disan sono Uz e Aran.
[29] Questi sono i capi degli Hurriti: il capo di Lotan, il capo di
Sobal, il capo di Zibeon, il capo di Ana,
[30] il capo di Dison, il capo di Eser, il capo di Disan. Questi sono i
capi degli Hurriti, secondo le loro tribù nel paese di Seir.
[31] Questi sono i re che regnarono nel paese di Edom, prima che
regnasse un re degli Israeliti.
[32] Regnò dunque in Edom Bela, figlio di Beor, e la sua città si
chiama Dinaba.
[33] Poi morì Bela e regnò al suo posto Iobab, figlio di Zerach, da
Bosra.
[34] Poi morì Iobab e regnò al suo posto Usam, del territorio dei
Temaniti.
[35] Poi morì Usam e regnò al suo posto Adad, figlio di Bedad, colui
che vinse i Madianiti nelle steppe di Moab; la sua città si chiama
Avit.
[36] Poi morì Adad e regnò al suo posto Samla da Masreka.
[37] Poi morì Samla e regnò al suo posto Saul da Recobot-Naar.
[38] Poi morì Saul e regnò al suo posto Baal-Canan, figlio di Acbor.
[39] Poi morì Baal-Canan, figlio di Acbor, e regnò al suo posto Adar:
la sua città si chiama Pau e la moglie si chiamava Meetabel, figlia di
Matred, da Me-Zaab.
[40] Questi sono i nomi dei capi di Esaù, secondo le loro famiglie, le
loro località, con i loro nomi: il capo di Timna, il capo di Alva, il
capo di Ietet,
[41] il capo di Oolibama, il capo di Ela, il capo di Pinon,
[42] il capo di Kenan, il capo di Teman, il capo di Mibsar,
[43] il capo di Magdiel, il capo di Iram. Questi sono i capi di Edom
secondo le loro sedi nel territorio di loro proprietà. È appunto
questo Esaù il padre degli Idumei.
37
[1]
Giacobbe si stabilì nel paese dove suo padre era stato forestiero, nel
paese di Cànaan.
[2] Questa è la storia della discendenza di Giacobbe.
Giuseppe all'età di diciassette anni pascolava il gregge con i
fratelli. Egli era giovane e stava con i figli di Bila e i figli di
Zilpa, mogli di suo padre. Ora Giuseppe riferì al loro padre i
pettegolezzi sul loro conto.
[3] Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il
figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica dalle lunghe
maniche.
[4] I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i
suoi figli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente.
[5] Ora Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai fratelli, che lo
odiarono ancor di più.
[6] Disse dunque loro: "Ascoltate questo sogno che ho fatto.
[7] Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand'ecco il mio
covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni vennero intorno e si
prostrarono davanti al mio".
[8] Gli dissero i suoi fratelli: "Vorrai forse regnare su di noi o
ci vorrai dominare?". Lo odiarono ancora di più a causa dei suoi
sogni e delle sue parole.
[9] Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò al padre e ai fratelli e
disse: "Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e
undici stelle si prostravano davanti a me".
[10] Lo narrò dunque al padre e ai fratelli e il padre lo rimproverò e
gli disse: "Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire
io e tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a
te?".
[11] I suoi fratelli perciò erano invidiosi di lui, ma suo padre tenne
in mente la cosa.
[12] I suoi fratelli andarono a pascolare il gregge del loro padre a
Sichem.
[13] Israele disse a Giuseppe: "Sai che i tuoi fratelli sono al
pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro". Gli rispose:
"Eccomi!".
[14] Gli disse: "Và a vedere come stanno i tuoi fratelli e come
sta il bestiame, poi torna a riferirmi". Lo fece dunque partire
dalla valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem.
[15] Mentr'egli andava errando per la campagna, lo trovò un uomo, che
gli domandò: "Che cerchi?".
[16] Rispose: "Cerco i miei fratelli. Indicami dove si trovano a
pascolare".
[17] Quell'uomo disse: "Hanno tolto le tende di qui, infatti li ho
sentiti dire: Andiamo a Dotan". Allora Giuseppe andò in cerca dei
suoi fratelli e li trovò a Dotan.
[18] Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro,
complottarono di farlo morire.
[19] Si dissero l'un l'altro: "Ecco, il sognatore arriva!
[20] Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in qualche cisterna! Poi diremo:
Una bestia feroce l'ha divorato! Così vedremo che ne sarà dei suoi
sogni!".
[21] Ma Ruben sentì e volle salvarlo dalle loro mani, dicendo:
"Non togliamogli la vita".
[22] Poi disse loro: "Non versate il sangue, gettatelo in questa
cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano";
egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre.
[23] Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo
spogliarono della sua tunica, quella tunica dalle lunghe maniche ch'egli
indossava,
[24] poi lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna
vuota, senz'acqua.
[25] Poi sedettero per prendere cibo. Quando ecco, alzando gli occhi,
videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Galaad, con i
cammelli carichi di resina, di balsamo e di laudano, che andavano a
portare in Egitto.
[26] Allora Giuda disse ai fratelli: "Che guadagno c'è ad uccidere
il nostro fratello e a nasconderne il sangue?
[27] Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di
lui, perché è nostro fratello e nostra carne". I suoi fratelli lo
ascoltarono.
[28] Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero
Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d'argento vendettero Giuseppe
agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto.
[29] Quando Ruben ritornò alla cisterna, ecco Giuseppe non c'era più.
Allora si stracciò le vesti,
[30] tornò dai suoi fratelli e disse: "Il ragazzo non c'è più,
dove andrò io?".
[31] Presero allora la tunica di Giuseppe, scannarono un capro e
intinsero la tunica nel sangue.
[32] Poi mandarono al padre la tunica dalle lunghe maniche e gliela
fecero pervenire con queste parole: "L'abbiamo trovata; riscontra
se è o no la tunica di tuo figlio".
[33] Egli la riconobbe e disse: "È la tunica di mio figlio! Una
bestia feroce l'ha divorato. Giuseppe è stato sbranato".
[34] Giacobbe si stracciò le vesti, si pose un cilicio attorno ai
fianchi e fece lutto sul figlio per molti giorni.
[35] Tutti i suoi figli e le sue figlie vennero a consolarlo, ma egli
non volle essere consolato dicendo: "No, io voglio scendere in
lutto dal figlio mio nella tomba". E il padre suo lo pianse.
[36] Intanto i Madianiti lo vendettero in Egitto a Potifar, consigliere
del faraone e comandante delle guardie.
38
[1] In
quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e si stabilì presso un
uomo di Adullàm, di nome Chira.
[2] Qui Giuda vide la figlia di un Cananeo chiamato Sua, la prese in
moglie e si unì a lei.
[3] Essa concepì e partorì un figlio e lo chiamò Er.
[4] Poi concepì ancora e partorì un figlio e lo chiamò Onan.
[5] Ancora un'altra volta partorì un figlio e lo chiamò Sela. Essa si
trovava in Chezib, quando lo partorì.
[6] Giuda prese una moglie per il suo primogenito Er, la quale si
chiamava Tamar.
[7] Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso al Signore e il Signore
lo fece morire.
[8] Allora Giuda disse a Onan: "Unisciti alla moglie del fratello,
compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità
per il fratello".
[9] Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua;
ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra,
per non dare una posterità al fratello.
[10] Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece
morire anche lui.
[11] Allora Giuda disse alla nuora Tamar: "Ritorna a casa da tuo
padre come vedova fin quando il mio figlio Sela sarà cresciuto".
Perché pensava: "Che non muoia anche questo come i suoi
fratelli!". Così Tamar se ne andò e ritornò alla casa del padre.
[12] Passarono molti giorni e morì la figlia di Sua, moglie di Giuda.
Quando Giuda ebbe finito il lutto, andò a Timna da quelli che tosavano
il suo gregge e con lui vi era Chira, il suo amico di Adullàm.
[13] Fu portata a Tamar questa notizia: "Ecco, tuo suocero va a
Timna per la tosatura del suo gregge".
[14] Allora Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì con il velo e
se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere all'ingresso di Enaim, che
è sulla strada verso Timna. Aveva visto infatti che Sela era ormai
cresciuto, ma che lei non gli era stata data in moglie.
[15] Giuda la vide e la credette una prostituta, perché essa si era
coperta la faccia.
[16] Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: "Lascia
che io venga con te!". Non sapeva infatti che quella fosse la sua
nuora. Essa disse: "Che mi darai per venire con me?".
[17] Rispose: "Io ti manderò un capretto del gregge". Essa
riprese: "Mi dai un pegno fin quando me lo avrai mandato?".
[18] Egli disse: "Qual è il pegno che ti devo dare?".
Rispose: "Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in
mano". Allora glieli diede e le si unì. Essa concepì da lui.
[19] Poi si alzò e se ne andò; si tolse il velo e rivestì gli abiti
vedovili.
[20] Giuda mandò il capretto per mezzo del suo amico di Adullàm, per
riprendere il pegno dalle mani di quella donna, ma quegli non la trovò.
[21] Domandò agli uomini di quel luogo: "Dov'è quella prostituta
che stava in Enaim sulla strada?". Ma risposero: "Non c'è
stata qui nessuna prostituta".
[22] Così tornò da Giuda e disse: "Non l'ho trovata; anche gli
uomini di quel luogo dicevano: Non c'è stata qui nessuna
prostituta".
[23] Allora Giuda disse: "Se li tenga! Altrimenti ci esponiamo agli
scherni. Vedi che le ho mandato questo capretto, ma tu non l'hai
trovata".
[24] Circa tre mesi dopo, fu portata a Giuda questa notizia:
"Tamar, la tua nuora, si è prostituita e anzi è incinta a causa
della prostituzione". Giuda disse: "Conducetela fuori e sia
bruciata!".
[25] Essa veniva già condotta fuori, quando mandò a dire al suocero:
"Dell'uomo a cui appartengono questi oggetti io sono incinta".
E aggiunse: "Riscontra, dunque, di chi siano questo sigillo, questi
cordoni e questo bastone".
[26] Giuda li riconobbe e disse: "Essa è più giusta di me, perché
io non l'ho data a mio figlio Sela". E non ebbe più rapporti con
lei.
[27] Quand'essa fu giunta al momento di partorire, ecco aveva nel grembo
due gemelli.
[28] Durante il parto, uno di essi mise fuori una mano e la levatrice
prese un filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo:
"Questi è uscito per primo".
[29] Ma, quando questi ritirò la mano, ecco uscì suo fratello. Allora
essa disse: "Come ti sei aperta una breccia?" e lo si chiamò
Perez.
[30] Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e lo
si chiamò Zerach.
39
[1]
Giuseppe era stato condotto in Egitto e Potifar, consigliere del faraone
e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli
Ismaeliti che l'avevano condotto laggiù.
[2] Allora il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e
rimase nella casa dell'Egiziano, suo padrone.
[3] Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che quanto
egli intraprendeva il Signore faceva riuscire nelle sue mani.
[4] Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo
servitore personale; anzi quegli lo nominò suo maggiordomo e gli diede
in mano tutti i suoi averi.
[5] Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti
i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell'Egiziano per causa di
Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, in casa e
nella campagna.
[6] Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non
gli domandava conto di nulla, se non del cibo che mangiava. Ora Giuseppe
era bello di forma e avvenente di aspetto.
[7] Dopo questi fatti, la moglie del padrone gettò gli occhi su
Giuseppe e gli disse: "Unisciti a me!".
[8] Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: "Vedi, il
mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha
dato in mano tutti i suoi averi.
[9] Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito
nulla, se non te, perché sei sua moglie. E come potrei fare questo
grande male e peccare contro Dio?".
[10] E, benché ogni giorno essa ne parlasse a Giuseppe, egli non
acconsentì di unirsi, di darsi a lei.
[11] Ora un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre
non c'era nessuno dei domestici.
[12] Essa lo afferrò per la veste, dicendo: "Unisciti a me!".
Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e uscì.
[13] Allora essa, vedendo ch'egli le aveva lasciato tra le mani la veste
ed era fuggito fuori,
[14] chiamò i suoi domestici e disse loro: "Guardate, ci ha
condotto in casa un Ebreo per scherzare con noi! Mi si è accostato per
unirsi a me, ma io ho gridato a gran voce.
[15] Egli, appena ha sentito che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato
la veste accanto a me, è fuggito ed è uscito".
[16] Ed essa pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne
a casa.
[17] Allora gli disse le stesse cose: "Quel servo ebreo, che tu ci
hai condotto in casa, mi si è accostato per scherzare con me.
[18] Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste
presso di me ed è fuggito fuori".
[19] Quando il padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava:
"Proprio così mi ha fatto il tuo servo!", si accese d'ira.
[20] Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, dove
erano detenuti i carcerati del re.
Così egli rimase là in prigione.
[21] Ma il Signore fu con Giuseppe, gli conciliò benevolenza e gli fece
trovare grazia agli occhi del comandante della prigione.
[22] Così il comandante della prigione affidò a Giuseppe tutti i
carcerati che erano nella prigione e quanto c'era da fare là dentro, lo
faceva lui.
[23] Il comandante della prigione non si prendeva cura più di nulla di
quanto gli era affidato, perché il Signore era con lui e quello che
egli faceva il Signore faceva riuscire.
40
[1] Dopo
queste cose il coppiere del re d'Egitto e il panettiere offesero il loro
padrone, il re d'Egitto.
[2] Il faraone si adirò contro i suoi due eunuchi, contro il capo dei
coppieri e contro il capo dei panettieri,
[3] e li fece mettere in carcere nella casa del comandante delle
guardie, nella prigione dove Giuseppe era detenuto.
[4] Il comandante delle guardie assegnò loro Giuseppe, perché li
servisse. Così essi restarono nel carcere per un certo tempo.
[5] Ora, in una medesima notte, il coppiere e il panettiere del re
d'Egitto, che erano detenuti nella prigione, ebbero tutti e due un
sogno, ciascuno il suo sogno, che aveva un significato particolare.
[6] Alla mattina Giuseppe venne da loro e vide che erano afflitti.
[7] Allora interrogò gli eunuchi del faraone che erano con lui in
carcere nella casa del suo padrone e disse: "Perché quest'oggi
avete la faccia così triste?".
[8] Gli dissero: "Abbiamo fatto un sogno e non c'è chi lo
interpreti". Giuseppe disse loro: "Non è forse Dio che ha in
suo potere le interpretazioni? Raccontatemi dunque".
[9] Allora il capo dei coppieri raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli
disse: "Nel mio sogno, ecco mi stava davanti una vite,
[10] sulla quale erano tre tralci; non appena essa cominciò a
germogliare, apparvero i fiori e i suoi grappoli maturarono gli acini.
[11] Io avevo in mano il calice del faraone; presi gli acini, li
spremetti nella coppa del faraone e diedi la coppa in mano al
faraone".
[12] Giuseppe gli disse: "Eccone la spiegazione: i tre tralci sono
tre giorni.
[13] Fra tre giorni il faraone solleverà la tua testa e ti restituirà
nella tua carica e tu porgerai il calice al faraone, secondo la
consuetudine di prima, quando eri suo coppiere.
[14] Ma se, quando sarai felice, ti vorrai ricordare che io sono stato
con te, fammi questo favore: parla di me al faraone e fammi uscire da
questa casa.
[15] Perché io sono stato portato via ingiustamente dal paese degli
Ebrei e anche qui non ho fatto nulla perché mi mettessero in questo
sotterraneo".
[16] Allora il capo dei panettieri, vedendo che aveva dato
un'interpretazione favorevole, disse a Giuseppe: "Quanto a me, nel
mio sogno mi stavano sulla testa tre canestri di pane bianco
[17] e nel canestro che stava di sopra era ogni sorta di cibi per il
faraone, quali si preparano dai panettieri. Ma gli uccelli li mangiavano
dal canestro che avevo sulla testa".
[18] Giuseppe rispose e disse: "Questa è la spiegazione: i tre
canestri sono tre giorni.
[19] Fra tre giorni il faraone solleverà la tua testa e ti impiccherà
ad un palo e gli uccelli ti mangeranno la carne addosso".
[20] Appunto al terzo giorno - era il giorno natalizio del faraone -
egli fece un banchetto a tutti i suoi ministri e allora sollevò la
testa del capo dei coppieri e la testa del capo dei panettieri in mezzo
ai suoi ministri.
[21] Restituì il capo dei coppieri al suo ufficio di coppiere, perché
porgesse la coppa al faraone,
[22] e invece impiccò il capo dei panettieri, secondo l'interpretazione
che Giuseppe aveva loro data.
[23] Ma il capo dei coppieri non si ricordò di Giuseppe e lo dimenticò.
41
[1] Al
termine di due anni, il faraone sognò di trovarsi presso il Nilo.
[2] Ed ecco salirono dal Nilo sette vacche, belle di aspetto e grasse e
si misero a pascolare tra i giunchi.
[3] Ed ecco, dopo quelle, sette altre vacche salirono dal Nilo, brutte
di aspetto e magre, e si fermarono accanto alle prime vacche sulla riva
del Nilo.
[4] Ma le vacche brutte di aspetto e magre divorarono le sette vacche
belle di aspetto e grasse. E il faraone si svegliò.
[5] Poi si addormentò e sognò una seconda volta: ecco sette spighe
spuntavano da un unico stelo, grosse e belle.
[6] Ma ecco sette spighe vuote e arse dal vento d'oriente spuntavano
dopo quelle.
[7] Le spighe vuote inghiottirono le sette spighe grosse e piene. Poi il
faraone si svegliò: era stato un sogno.
[8] Alla mattina il suo spirito ne era turbato, perciò convocò tutti
gli indovini e tutti i saggi dell'Egitto. Il faraone raccontò loro il
sogno, ma nessuno lo sapeva interpretare al faraone.
[9] Allora il capo dei coppieri parlò al faraone: "Io devo
ricordare oggi le mie colpe.
[10] Il faraone si era adirato contro i suoi servi e li aveva messi in
carcere nella casa del capo delle guardie, me e il capo dei panettieri.
[11] Noi facemmo un sogno nella stessa notte, io e lui; ma avemmo
ciascuno un sogno con un significato particolare.
[12] Ora era là con noi un giovane ebreo, schiavo del capo delle
guardie; noi gli raccontammo i nostri sogni ed egli ce li interpretò,
dando a ciascuno spiegazione del suo sogno.
[13] Proprio come ci aveva interpretato, così avvenne: io fui
restituito alla mia carica e l'altro fu impiccato".
[14] Allora il faraone convocò Giuseppe. Lo fecero uscire in fretta dal
sotterraneo ed egli si rase, si cambiò gli abiti e si presentò al
faraone.
[15] Il faraone disse a Giuseppe: "Ho fatto un sogno e nessuno lo
sa interpretare; ora io ho sentito dire di te che ti basta ascoltare un
sogno per interpretarlo subito".
[16] Giuseppe rispose al faraone: "Non io, ma Dio darà la risposta
per la salute del faraone!".
[17] Allora il faraone disse a Giuseppe: "Nel mio sogno io mi
trovavo sulla riva del Nilo.
[18] Quand'ecco salirono dal Nilo sette vacche grasse e belle di forma e
si misero a pascolare tra i giunchi.
[19] Ed ecco sette altre vacche salirono dopo quelle, deboli, brutte di
forma e magre: non ne vidi mai di così brutte in tutto il paese
d'Egitto.
[20] Le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche, quelle
grasse.
[21] Queste entrarono nel loro corpo, ma non si capiva che vi fossero
entrate, perché il loro aspetto era brutto come prima. E mi svegliai.
[22] Poi vidi nel sogno che sette spighe spuntavano da un solo stelo,
piene e belle.
[23] Ma ecco sette spighe secche, vuote e arse dal vento d'oriente,
spuntavano dopo quelle.
[24] Le spighe vuote inghiottirono le sette spighe belle. Ora io l'ho
detto agli indovini, ma nessuno mi dà la spiegazione".
[25] Allora Giuseppe disse al faraone: "Il sogno del faraone è uno
solo: quello che Dio sta per fare, lo ha indicato al faraone.
[26] Le sette vacche belle sono sette anni e le sette spighe belle sono
sette anni: è un solo sogno.
[27] E le sette vacche magre e brutte, che salgono dopo quelle, sono
sette anni e le sette spighe vuote, arse dal vento d'oriente, sono sette
anni: vi saranno sette anni di carestia.
[28] È appunto ciò che ho detto al faraone: quanto Dio sta per fare,
l'ha manifestato al faraone.
[29] Ecco stanno per venire sette anni, in cui sarà grande abbondanza
in tutto il paese d'Egitto.
[30] Poi a questi succederanno sette anni di carestia; si dimenticherà
tutta quella abbondanza nel paese d'Egitto e la carestia consumerà il
paese.
[31] Si dimenticherà che vi era stata l'abbondanza nel paese a causa
della carestia venuta in seguito, perché sarà molto dura.
[32] Quanto al fatto che il sogno del faraone si è ripetuto due volte,
significa che la cosa è decisa da Dio e che Dio si affretta ad
eseguirla.
[33] Ora il faraone pensi a trovare un uomo intelligente e saggio e lo
metta a capo del paese d'Egitto.
[34] Il faraone inoltre proceda ad istituire funzionari sul paese, per
prelevare un quinto sui prodotti del paese d'Egitto durante i sette anni
di abbondanza.
[35] Essi raccoglieranno tutti i viveri di queste annate buone che
stanno per venire, ammasseranno il grano sotto l'autorità del faraone e
lo terranno in deposito nelle città.
[36] Questi viveri serviranno al paese di riserva per i sette anni di
carestia che verranno nel paese d'Egitto; così il paese non sarà
distrutto dalla carestia".
[37] La cosa piacque al faraone e a tutti i suoi ministri.
[38] Il faraone disse ai ministri: "Potremo trovare un uomo come
questo, in cui sia lo spirito di Dio?".
[39] Poi il faraone disse a Giuseppe: "Dal momento che Dio ti ha
manifestato tutto questo, nessuno è intelligente e saggio come te.
[40] Tu stesso sarai il mio maggiordomo e ai tuoi ordini si schiererà
tutto il mio popolo: solo per il trono io sarò più grande di te".
[41] Il faraone disse a Giuseppe: "Ecco, io ti metto a capo di
tutto il paese d'Egitto".
[42] Il faraone si tolse di mano l'anello e lo pose sulla mano di
Giuseppe; lo rivestì di abiti di lino finissimo e gli pose al collo un
monile d'oro.
[43] Poi lo fece montare sul suo secondo carro e davanti a lui si
gridava: "Abrech". E così lo si stabilì su tutto il paese
d'Egitto.
[44] Poi il faraone disse a Giuseppe: "Sono il faraone, ma senza il
tuo permesso nessuno potrà alzare la mano o il piede in tutto il paese
d'Egitto".
[45] E il faraone chiamò Giuseppe Zafnat-Paneach e gli diede in moglie
Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. Giuseppe uscì per tutto il
paese d'Egitto.
[46] Giuseppe aveva trent'anni quando si presentò al faraone re
d'Egitto.
Poi Giuseppe si allontanò dal faraone e percorse tutto il paese
d'Egitto.
[47] Durante i sette anni di abbondanza la terra produsse a profusione.
[48] Egli raccolse tutti i viveri dei sette anni, nei quali vi era stata
l'abbondanza nel paese d'Egitto, e ripose i viveri nelle città, cioè
in ogni città ripose i viveri della campagna circostante.
[49] Giuseppe ammassò il grano come la sabbia del mare, in grandissima
quantità, così che non se ne fece più il computo, perché era
incalcolabile.
[50] Intanto nacquero a Giuseppe due figli, prima che venisse l'anno
della carestia; glieli partorì Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di
On.
[51] Giuseppe chiamò il primogenito Manasse, "perché - disse -
Dio mi ha fatto dimenticare ogni affanno e tutta la casa di mio
padre".
[52] E il secondo lo chiamò Efraim, "perché - disse - Dio mi ha
reso fecondo nel paese della mia afflizione".
[53] Poi finirono i sette anni di abbondanza nel paese d'Egitto
[54] e cominciarono i sette anni di carestia, come aveva detto Giuseppe.
Ci fu carestia in tutti i paesi, ma in tutto l'Egitto c'era il pane.
[55] Poi tutto il paese d'Egitto cominciò a sentire la fame e il popolo
gridò al faraone per avere il pane. Allora il faraone disse a tutti gli
Egiziani: "Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà".
[56] La carestia dominava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì tutti
i depositi in cui vi era grano e vendette il grano agli Egiziani, mentre
la carestia si aggravava in Egitto.
[57] E da tutti i paesi venivano in Egitto per acquistare grano da
Giuseppe, perché la carestia infieriva su tutta la terra.
42
[1] Ora
Giacobbe seppe che in Egitto c'era il grano; perciò disse ai figli:
"Perché state a guardarvi l'un l'altro?".
[2] E continuò: "Ecco, ho sentito dire che vi è il grano in
Egitto. Andate laggiù e compratene per noi, perché possiamo
conservarci in vita e non morire".
[3] Allora i dieci fratelli di Giuseppe scesero per acquistare il
frumento in Egitto.
[4] Ma quanto a Beniamino, fratello di Giuseppe, Giacobbe non lo mandò
con i fratelli perché diceva: "Non gli succeda qualche
disgrazia!".
[5] Arrivarono dunque i figli d'Israele per acquistare il grano, in
mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nel paese di Cànaan c'era
la carestia.
[6] Ora Giuseppe aveva autorità sul paese e vendeva il grano a tutto il
popolo del paese. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si
prostrarono davanti con la faccia a terra.
[7] Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l'estraneo
verso di loro, parlò duramente e disse: "Di dove siete
venuti?". Risposero: "Dal paese di Cànaan per comperare
viveri".
[8] Giuseppe riconobbe dunque i fratelli, mentre essi non lo
riconobbero.
[9] Si ricordò allora Giuseppe dei sogni che aveva avuti a loro
riguardo e disse loro: "Voi siete spie! Voi siete venuti a vedere i
punti scoperti del paese".
[10] Gli risposero: "No, signore mio; i tuoi servi sono venuti per
acquistare viveri.
[11] Noi siamo tutti figli di un solo uomo. Noi siamo sinceri. I tuoi
servi non sono spie!".
[12] Ma egli disse loro: "No, voi siete venuti a vedere i punti
scoperti del paese!".
[13] Allora essi dissero: "Dodici sono i tuoi servi, siamo
fratelli, figli di un solo uomo, nel paese di Cànaan; ecco il più
giovane è ora presso nostro padre e uno non c'è più".
[14] Giuseppe disse loro: "Le cose stanno come vi ho detto: voi
siete spie.
[15] In questo modo sarete messi alla prova: per la vita del faraone,
non uscirete di qui se non quando vi avrà raggiunto il vostro fratello
più giovane.
[16] Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello; voi rimarrete
prigionieri. Siano così messe alla prova le vostre parole, per sapere
se la verità è dalla vostra parte. Se no, per la vita del faraone, voi
siete spie!".
[17] E li tenne in carcere per tre giorni.
[18] Al terzo giorno Giuseppe disse loro: "Fate questo e avrete
salva la vita; io temo Dio!
[19] Se voi siete sinceri, uno dei vostri fratelli resti prigioniero nel
vostro carcere e voi andate a portare il grano per la fame delle vostre
case.
[20] Poi mi condurrete qui il vostro fratello più giovane. Allora le
vostre parole si dimostreranno vere e non morirete". Essi
annuirono.
[21] Allora si dissero l'un l'altro: "Certo su di noi grava la
colpa nei riguardi di nostro fratello, perché abbiamo visto la sua
angoscia quando ci supplicava e non lo abbiamo ascoltato. Per questo ci
è venuta addosso quest'angoscia".
[22] Ruben prese a dir loro: "Non ve lo avevo detto io: Non peccate
contro il ragazzo? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco ora ci si domanda
conto del suo sangue".
[23] Non sapevano che Giuseppe li capiva, perché tra lui e loro vi era
l'interprete.
[24] Allora egli si allontanò da loro e pianse. Poi tornò e parlò con
essi. Scelse tra di loro Simeone e lo fece incatenare sotto i loro
occhi.
[25] Quindi Giuseppe diede ordine che si riempissero di grano i loro
sacchi e si rimettesse il denaro di ciascuno nel suo sacco e si dessero
loro provviste per il viaggio. E così venne loro fatto.
[26] Essi caricarono il grano sugli asini e partirono di là.
[27] Ora in un luogo dove passavano la notte uno di essi aprì il sacco
per dare il foraggio all'asino e vide il proprio denaro alla bocca del
sacco.
[28] Disse ai fratelli: "Mi è stato restituito il denaro: eccolo
qui nel mio sacco!". Allora si sentirono mancare il cuore e
tremarono, dicendosi l'un l'altro: "Che è mai questo che Dio ci ha
fatto?".
[29] Arrivati da Giacobbe loro padre, nel paese di Cànaan, gli
riferirono tutte le cose che erano loro capitate:
[30] "Quell'uomo che è il signore del paese ci ha parlato
duramente e ci ha messi in carcere come spie del paese.
[31] Allora gli abbiamo detto: Noi siamo sinceri; non siamo spie!
[32] Noi siamo dodici fratelli, figli di nostro padre: uno non c'è più
e il più giovane è ora presso nostro padre nel paese di Cànaan.
[33] Ma l'uomo, signore del paese, ci ha risposto: In questo modo io
saprò se voi siete sinceri: lasciate qui con me uno dei vostri
fratelli, prendete il grano necessario alle vostre case e andate.
[34] Poi conducetemi il vostro fratello più giovane; così saprò che
non siete spie, ma che siete sinceri; io vi renderò vostro fratello e
voi potrete percorrere il paese in lungo e in largo".
[35] Mentre vuotavano i sacchi, ciascuno si accorse di avere la sua
borsa di denaro nel proprio sacco. Quando essi e il loro padre videro le
borse di denaro, furono presi dal timore.
[36] E il padre loro Giacobbe disse: "Voi mi avete privato dei
figli! Giuseppe non c'è più, Simeone non c'è più e Beniamino me lo
volete prendere. Su di me tutto questo ricade!".
[37] Allora Ruben disse al padre: "Farai morire i miei due figli,
se non te lo ricondurrò. Affidalo a me e io te lo restituirò".
[38] Ma egli rispose: "Il mio figlio non verrà laggiù con voi,
perché suo fratello è morto ed egli è rimasto solo. Se gli capitasse
una disgrazia durante il viaggio che volete fare, voi fareste scendere
con dolore la mia canizie negli inferi".
43
[1] La
carestia continuava a gravare sul paese.
[2] Quando ebbero finito di consumare il grano che avevano portato
dall'Egitto, il padre disse loro: "Tornate là e acquistate per noi
un pò di viveri".
[3] Ma Giuda gli disse: "Quell'uomo ci ha dichiarato severamente:
Non verrete alla mia presenza, se non avrete con voi il vostro fratello!
[4] Se tu sei disposto a lasciar partire con noi nostro fratello,
andremo laggiù e ti compreremo il grano.
[5] Ma se tu non lo lasci partire, noi non ci andremo, perché
quell'uomo ci ha detto: Non verrete alla mia presenza, se non avrete con
voi il vostro fratello!".
[6] Israele disse: "Perché mi avete fatto questo male, cioè far
sapere a quell'uomo che avevate ancora un fratello?".
[7] Risposero: "Quell'uomo ci ha interrogati con insistenza intorno
a noi e alla nostra parentela: È ancora vivo vostro padre? Avete
qualche fratello? e noi abbiamo risposto secondo queste domande.
Potevamo sapere ch'egli avrebbe detto: Conducete qui vostro
fratello?".
[8] Giuda disse a Israele suo padre: "Lascia venire il giovane con
me; partiremo subito per vivere e non morire, noi, tu e i nostri
bambini.
[9] Io mi rendo garante di lui: dalle mie mani lo reclamerai. Se non te
lo ricondurrò, se non te lo riporterò, io sarò colpevole contro di te
per tutta la vita.
[10] Se non avessimo indugiato, ora saremmo già di ritorno per la
seconda volta".
[11] Israele loro padre rispose: "Se è così, fate pure: mettete
nei vostri bagagli i prodotti più scelti del paese e portateli in dono
a quell'uomo: un pò di balsamo, un pò di miele, resina e laudano,
pistacchi e mandorle.
[12] Prendete con voi doppio denaro, il denaro cioè che è stato
rimesso nella bocca dei vostri sacchi lo porterete indietro: forse si
tratta di un errore.
[13] Prendete anche vostro fratello, partite e tornate da quell'uomo.
[14] Dio onnipotente vi faccia trovare misericordia presso quell'uomo,
così che vi rilasci l'altro fratello e Beniamino. Quanto a me, una
volta che non avrò più i miei figli, non li avrò più...!".
[15] Presero dunque i nostri uomini questo dono e il doppio del denaro e
anche Beniamino, partirono, scesero in Egitto e si presentarono a
Giuseppe.
[16] Quando Giuseppe ebbe visto Beniamino con loro, disse al suo
maggiordomo: "Conduci questi uomini in casa, macella quello che
occorre e prepara, perché questi uomini mangeranno con me a
mezzogiorno".
[17] Il maggiordomo fece come Giuseppe aveva ordinato e introdusse
quegli uomini nella casa di Giuseppe.
[18] Ma quegli uomini si spaventarono, perché venivano condotti in casa
di Giuseppe, e dissero: "A causa del denaro, rimesso nei nostri
sacchi l'altra volta, ci si vuol condurre là: per assalirci, piombarci
addosso e prenderci come schiavi con i nostri asini".
[19] Allora si avvicinarono al maggiordomo della casa di Giuseppe e
parlarono con lui all'ingresso della casa;
[20] dissero: "Mio signore, noi siamo venuti già un'altra volta
per comperare viveri.
[21] Quando fummo arrivati ad un luogo per passarvi la notte, aprimmo i
sacchi ed ecco il denaro di ciascuno si trovava alla bocca del suo
sacco: proprio il nostro denaro con il suo peso esatto. Allora noi
l'abbiamo portato indietro
[22] e, per acquistare i viveri, abbiamo portato con noi altro denaro.
Non sappiamo chi abbia messo nei sacchi il nostro denaro!".
[23] Ma quegli disse: "State in pace, non temete! Il vostro Dio e
il Dio dei padri vostri vi ha messo un tesoro nei sacchi; il vostro
denaro è pervenuto a me". E portò loro Simeone.
[24] Quell'uomo fece entrare gli uomini nella casa di Giuseppe, diede
loro acqua, perché si lavassero i piedi e diede il foraggio ai loro
asini.
[25] Essi prepararono il dono nell'attesa che Giuseppe arrivasse a
mezzogiorno, perché avevano saputo che avrebbero preso cibo in quel
luogo.
[26] Quando Giuseppe arrivò a casa, gli presentarono il dono, che
avevano con sé, e si prostrarono davanti a lui con la faccia a terra.
[27] Egli domandò loro come stavano e disse: "Sta bene il vostro
vecchio padre, di cui mi avete parlato? Vive ancora?".
[28] Risposero: "Il tuo servo, nostro padre, sta bene, è ancora
vivo" e si inginocchiarono prostrandosi.
[29] Egli alzò gli occhi e guardò Beniamino, suo fratello, il figlio
di sua madre, e disse: "È questo il vostro fratello più giovane,
di cui mi avete parlato?" e aggiunse: "Dio ti conceda grazia,
figlio mio!".
[30] Giuseppe uscì in fretta, perché si era commosso nell'intimo alla
presenza di suo fratello e sentiva il bisogno di piangere; entrò nella
sua camera e pianse.
[31] Poi si lavò la faccia, uscì e, facendosi forza, ordinò:
"Servite il pasto".
[32] Fu servito per lui a parte, per loro a parte e per i commensali
egiziani a parte, perché gli Egiziani non possono prender cibo con gli
Ebrei: ciò sarebbe per loro un abominio.
[33] Presero posto davanti a lui dal primogenito al più giovane,
ciascuno in ordine di età ed essi si guardavano con meraviglia l'un
l'altro.
[34] Egli fece portare loro porzioni prese dalla propria mensa, ma la
porzione di Beniamino era cinque volte più abbondante di quella di
tutti gli altri. E con lui bevvero fino all'allegria.
44
[1]
Diede poi questo ordine al maggiordomo della sua casa: "Riempi i
sacchi di quegli uomini di tanti viveri quanti ne possono contenere e
metti il denaro di ciascuno alla bocca del suo sacco.
[2] Insieme metterai la mia coppa, la coppa d'argento, alla bocca del
sacco del più giovane, con il denaro del suo grano". Quegli fece
secondo l'ordine di Giuseppe.
[3] Al mattino, fattosi chiaro, quegli uomini furono fatti partire con i
loro asini.
[4] Erano appena usciti dalla città e ancora non si erano allontanati,
quando Giuseppe disse al maggiordomo della sua casa: "Su, insegui
quegli uomini, raggiungili e dì loro: Perché avete reso male per bene?
[5] Non è forse questa la coppa in cui beve il mio signore e per mezzo
della quale egli suole trarre i presagi? Avete fatto male a fare così".
[6] Egli li raggiunse e ripetè loro queste parole.
[7] Quelli gli dissero: "Perché il mio signore dice queste cose?
Lungi dai tuoi servi il fare una tale cosa!
[8] Ecco, il denaro che abbiamo trovato alla bocca dei nostri sacchi te
lo abbiamo riportato dal paese di Cànaan e come potremmo rubare argento
od oro dalla casa del tuo padrone?
[9] Quello dei tuoi servi, presso il quale si troverà, sarà messo a
morte e anche noi diventeremo schiavi del mio signore".
[10] Rispose: "Ebbene, come avete detto, così sarà: colui, presso
il quale si troverà, sarà mio schiavo e voi sarete innocenti".
[11] Ciascuno si affrettò a scaricare a terra il suo sacco e lo aprì.
[12] Quegli li frugò dal maggiore al più piccolo, e la coppa fu
trovata nel sacco di Beniamino.
[13] Allora essi si stracciarono le vesti, ricaricarono ciascuno il
proprio asino e tornarono in città.
[14] Giuda e i suoi fratelli vennero nella casa di Giuseppe, che si
trovava ancora là, e si gettarono a terra davanti a lui.
[15] Giuseppe disse loro: "Che azione avete commessa? Non sapete
che un uomo come me è capace di indovinare?".
[16] Giuda disse: "Che diremo al mio signore? Come parlare? Come
giustificarci? Dio ha scoperto la colpa dei tuoi servi... Eccoci schiavi
del mio signore, noi e colui che è stato trovato in possesso della
coppa".
[17] Ma egli rispose: "Lungi da me il far questo! L'uomo trovato in
possesso della coppa, lui sarà mio schiavo: quanto a voi, tornate in
pace da vostro padre".
[18] Allora Giuda gli si fece innanzi e disse: "Mio signore, sia
permesso al tuo servo di far sentire una parola agli orecchi del mio
signore; non si accenda la tua ira contro il tuo servo, perché il
faraone è come te!
[19] Il mio signore aveva interrogato i suoi servi: Avete un padre o un
fratello?
[20] E noi avevamo risposto al mio signore: Abbiamo un padre vecchio e
un figlio ancor giovane natogli in vecchiaia, suo fratello è morto ed
egli è rimasto il solo dei figli di sua madre e suo padre lo ama.
[21] Tu avevi detto ai tuoi servi: Conducetelo qui da me, perché lo
possa vedere con i miei occhi.
[22] Noi avevamo risposto al mio signore: Il giovinetto non può
abbandonare suo padre: se lascerà suo padre, questi morirà.
[23] Ma tu avevi soggiunto ai tuoi servi: Se il vostro fratello minore
non verrà qui con voi, non potrete più venire alla mia presenza.
[24] Quando dunque eravamo ritornati dal tuo servo, mio padre, gli
riferimmo le parole del mio signore.
[25] E nostro padre disse: Tornate ad acquistare per noi un pò di
viveri.
[26] E noi rispondemmo: Non possiamo ritornare laggiù: se c'è con noi
il nostro fratello minore, andremo; altrimenti, non possiamo essere
ammessi alla presenza di quell'uomo senza avere con noi il nostro
fratello minore.
[27] Allora il tuo servo, mio padre, ci disse: Voi sapete che due figli
mi aveva procreato mia moglie.
[28] Uno partì da me e dissi: certo è stato sbranato! Da allora non
l'ho più visto.
[29] Se ora mi porterete via anche questo e gli capitasse una disgrazia,
voi fareste scendere con dolore la mia canizie nella tomba.
[30] Ora, quando io arriverò dal tuo servo, mio padre, e il giovinetto
non sarà con noi, mentre la vita dell'uno è legata alla vita
dell'altro,
[31] appena egli avrà visto che il giovinetto non è con noi, morirà e
i tuoi servi avranno fatto scendere con dolore negli inferi la canizie
del tuo servo, nostro padre.
[32] Ma il tuo servo si è reso garante del giovinetto presso mio padre:
Se non te lo ricondurrò, sarò colpevole verso mio padre per tutta la
vita.
[33] Ora, lascia che il tuo servo rimanga invece del giovinetto come
schiavo del mio signore e il giovinetto torni lassù con i suoi
fratelli!
[34] Perché, come potrei tornare da mio padre senz'avere con me il
giovinetto? Ch'io non veda il male che colpirebbe mio padre!".
45
[1]
Allora Giuseppe non potè più contenersi dinanzi ai circostanti e gridò:
"Fate uscire tutti dalla mia presenza!". Così non restò
nessuno presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere ai suoi
fratelli.
[2] Ma diede in un grido di pianto e tutti gli Egiziani lo sentirono e
la cosa fu risaputa nella casa del faraone.
[3] Giuseppe disse ai fratelli: "Io sono Giuseppe! Vive ancora mio
padre?". Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché
atterriti dalla sua presenza.
[4] Allora Giuseppe disse ai fratelli: "Avvicinatevi a me!".
Si avvicinarono e disse loro: "Io sono Giuseppe, il vostro
fratello, che voi avete venduto per l'Egitto.
[5] Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto
quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in
vita.
[6] Perché già da due anni vi è la carestia nel paese e ancora per
cinque anni non vi sarà né aratura né mietitura.
[7] Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la
sopravvivenza nel paese e per salvare in voi la vita di molta gente.
[8] Dunque non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio ed Egli mi ha
stabilito padre per il faraone, signore su tutta la sua casa e
governatore di tutto il paese d'Egitto.
[9] Affrettatevi a salire da mio padre e ditegli: Dice il tuo figlio
Giuseppe: Dio mi ha stabilito signore di tutto l'Egitto. Vieni quaggiù
presso di me e non tardare.
[10] Abiterai nel paese di Gosen e starai vicino a me tu, i tuoi figli e
i figli dei tuoi figli, i tuoi greggi e i tuoi armenti e tutti i tuoi
averi.
[11] Là io ti darò sostentamento, poiché la carestia durerà ancora
cinque anni, e non cadrai nell'indigenza tu, la tua famiglia e quanto
possiedi.
[12] Ed ecco, i vostri occhi lo vedono e lo vedono gli occhi di mio
fratello Beniamino: è la mia bocca che vi parla!
[13] Riferite a mio padre tutta la gloria che io ho in Egitto e quanto
avete visto; affrettatevi a condurre quaggiù mio padre".
[14] Allora egli si gettò al collo di Beniamino e pianse. Anche
Beniamino piangeva stretto al suo collo.
[15] Poi baciò tutti i fratelli e pianse stringendoli a sé. Dopo, i
suoi fratelli si misero a conversare con lui.
[16] Intanto nella casa del faraone si era diffusa la voce: "Sono
venuti i fratelli di Giuseppe!" e questo fece piacere al faraone e
ai suoi ministri.
[17] Allora il faraone disse a Giuseppe: "Dì ai tuoi fratelli:
Fate questo: caricate le cavalcature, partite e andate nel paese di Cànaan.
[18] Poi prendete vostro padre e le vostre famiglie e venite da me e io
vi darò il meglio del paese d'Egitto e mangerete i migliori prodotti
della terra.
[19] Quanto a te, dà loro questo comando: Fate questo: prendete con voi
dal paese d'Egitto carri per i vostri bambini e le vostre donne,
prendete vostro padre e venite.
[20] Non abbiate rincrescimento per la vostra roba, perché il meglio di
tutto il paese sarà vostro".
[21] Così fecero i figli di Israele. Giuseppe diede loro carri secondo
l'ordine del faraone e diede loro una provvista per il viaggio.
[22] Diede a tutti una muta di abiti per ciascuno, ma a Beniamino diede
trecento sicli d'argento e cinque mute di abiti.
[23] Allo stesso modo mandò al padre dieci asini carichi dei migliori
prodotti dell'Egitto e dieci asine cariche di grano, pane e viveri per
il viaggio del padre.
[24] Poi congedò i fratelli e, mentre partivano, disse loro: "Non
litigate durante il viaggio!".
[25] Così essi ritornarono dall'Egitto e arrivarono nel paese di Cànaan,
dal loro padre Giacobbe
[26] e subito gli riferirono: "Giuseppe è ancora vivo, anzi
governa tutto il paese d'Egitto!". Ma il suo cuore rimase freddo,
perché non poteva credere loro.
[27] Quando però essi gli riferirono tutte le parole che Giuseppe aveva
detto loro ed egli vide i carri che Giuseppe gli aveva mandati per
trasportarlo, allora lo spirito del loro padre Giacobbe si rianimò.
[28] Israele disse: "Basta! Giuseppe, mio figlio, è vivo. Andrò a
vederlo prima di morire!".
46
[1]
Israele dunque levò le tende con quanto possedeva e arrivò a Bersabea,
dove offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco.
[2] Dio disse a Israele in una visione notturna: "Giacobbe,
Giacobbe!". Rispose: "Eccomi!".
[3] Riprese: "Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di
scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te un grande popolo.
[4] Io scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare. Giuseppe
ti chiuderà gli occhi".
[5] Giacobbe si alzò da Bersabea e i figli di Israele fecero salire il
loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il
faraone aveva mandati per trasportarlo.
[6] Essi presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistati
nel paese di Cànaan e vennero in Egitto; Giacobbe cioè e con lui tutti
i suoi discendenti;
[7] i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i suoi
discendenti egli condusse con sé in Egitto.
[8] Questi sono i nomi dei figli d'Israele che entrarono in Egitto:
Giacobbe e i suoi figli, il primogenito di Giacobbe, Ruben.
[9] I figli di Ruben: Enoch, Pallu, Chezron e Carmi.
[10] I figli di Simeone: Iemuel, Iamin, Oad, Iachin, Socar e Saul,
figlio della Cananea.
[11] I figli di Levi: Gherson, Keat e Merari.
[12] I figli di Giuda: Er, Onan, Sela, Perez e Zerach; ma Er e Onan
morirono nel paese di Cànaan. Furono figli di Perez: Chezron e Amul.
[13] I figli di Issacar: Tola, Puva, Giobbe e Simron.
[14] I figli di Zàbulon: Sered, Elon e Iacleel.
[15] Questi sono i figli che Lia partorì a Giacobbe in Paddan-Aram
insieme con la figlia Dina; tutti i suoi figli e le sue figlie erano
trentatré persone.
[16] I figli di Gad: Zifion, Agghi, Suni, Esbon, Eri, Arodi e Areli.
[17] I figli di Aser: Imma, Isva, Isvi, Beria e la loro sorella Serach.
I figli di Beria: Eber e Malchiel.
[18] Questi sono i figli di Zilpa, che Làbano aveva dato alla figlia
Lia; essa li partorì a Giacobbe: sono sedici persone.
[19] I figli di Rachele, moglie di Giacobbe: Giuseppe e Beniamino.
[20] A Giuseppe nacquero in Egitto Efraim e Manasse, che gli partorì
Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On.
[21] I figli di Beniamino: Bela, Becher e Asbel, Ghera, Naaman, Echi,
Ros, Muppim, Uppim e Arde.
[22] Questi sono i figli che Rachele partorì a Giacobbe; in tutto sono
quattordici persone.
[23] I figli di Dan: Usim.
[24] I figli di Nèftali: Iacseel, Guni, Ieser e Sillem.
[25] Questi sono i figli di Bila, che Làbano diede alla figlia Rachele,
ed essa li partorì a Giacobbe; in tutto sette persone.
[26] Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egitto, uscite dai
suoi fianchi, senza le mogli dei figli di Giacobbe, sono sessantasei.
[27] I figli che nacquero a Giuseppe in Egitto sono due persone. Tutte
le persone della famiglia di Giacobbe, che entrarono in Egitto, sono
settanta.
[28] Ora egli aveva mandato Giuda avanti a sé da Giuseppe, perché
questi desse istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Poi arrivarono al
paese di Gosen.
[29] Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì in Gosen
incontro a Israele, suo padre. Appena se lo vide davanti, gli si gettò
al collo e pianse a lungo stretto al suo collo.
[30] Israele disse a Giuseppe: "Posso anche morire, questa volta,
dopo aver visto la tua faccia, perché sei ancora vivo".
[31] Allora Giuseppe disse ai fratelli e alla famiglia del padre:
"Vado ad informare il faraone e a dirgli: I miei fratelli e la
famiglia di mio padre, che erano nel paese di Cànaan, sono venuti da
me.
[32] Ora questi uomini sono pastori di greggi, si occupano di bestiame,
e hanno condotto i loro greggi, i loro armenti e tutti i loro averi.
[33] Quando dunque il faraone vi chiamerà e vi domanderà: Qual è il
vostro mestiere?,
[34] voi risponderete: Gente dedita al bestiame sono stati i tuoi servi,
dalla nostra fanciullezza fino ad ora, noi e i nostri padri. Questo
perché possiate risiedere nel paese di Gosen". Perché tutti i
pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani.
47
[1]
Giuseppe andò ad informare il faraone dicendogli: "Mio padre e i
miei fratelli con i loro greggi e armenti e con tutti i loro averi sono
venuti dal paese di Cànaan; eccoli nel paese di Gosen".
[2] Intanto prese cinque uomini dal gruppo dei suoi fratelli e li
presentò al faraone.
[3] Il faraone disse ai suoi fratelli: "Qual è il vostro
mestiere?". Essi risposero al faraone: "Pastori di greggi sono
i tuoi servi, noi e i nostri padri".
[4] Poi dissero al faraone: "Siamo venuti per soggiornare come
forestieri nel paese perché non c'è più pascolo per il gregge dei
tuoi servi; infatti è grave la carestia nel paese di Cànaan. E ora
lascia che i tuoi servi risiedano nel paese di Gosen!".
[5] Allora il faraone disse a Giuseppe: "Tuo padre e i tuoi
fratelli sono dunque venuti da te.
[6] Ebbene, il paese d'Egitto è a tua disposizione: fà risiedere tuo
padre e i tuoi fratelli nella parte migliore del paese. Risiedano pure
nel paese di Gosen. Se tu sai che vi sono tra di loro uomini capaci,
costituiscili sopra i miei averi in qualità di sovrintendenti al
bestiame".
[7] Poi Giuseppe introdusse Giacobbe, suo padre, e lo presentò al
faraone e Giacobbe benedisse il faraone.
[8] Il faraone domandò a Giacobbe: "Quanti anni hai?".
[9] Giacobbe rispose al faraone: "Centotrenta di vita errabonda,
pochi e tristi sono stati gli anni della mia vita e non hanno raggiunto
il numero degli anni dei miei padri, al tempo della loro vita
nomade".
[10] Poi Giacobbe benedisse il faraone e si allontanò dal faraone.
[11] Giuseppe fece risiedere suo padre e i suoi fratelli e diede loro
una proprietà nel paese d'Egitto, nella parte migliore del paese, nel
territorio di Ramses, come aveva comandato il faraone.
[12] Giuseppe diede il sostentamento al padre, ai fratelli e a tutta la
famiglia di suo padre, fornendo pane secondo il numero dei bambini.
[13] Ora non c'era pane in tutto il paese, perché la carestia era molto
grave: il paese d'Egitto e il paese di Cànaan languivano per la
carestia.
[14] Giuseppe raccolse tutto il denaro che si trovava nel paese d'Egitto
e nel paese di Cànaan in cambio del grano che essi acquistavano;
Giuseppe consegnò questo denaro alla casa del faraone.
[15] Quando fu esaurito il denaro del paese di Egitto e del paese di Cànaan,
tutti gli Egiziani vennero da Giuseppe a dire: "Dacci il pane!
Perché dovremmo morire sotto i tuoi occhi? Infatti non c'è più
denaro".
[16] Rispose Giuseppe: "Cedetemi il vostro bestiame e io vi darò
pane in cambio del vostro bestiame, se non c'è più denaro".
[17] Allora condussero a Giuseppe il loro bestiame e Giuseppe diede loro
il pane in cambio dei cavalli e delle pecore, dei buoi e degli asini;
così in quell'anno li nutrì di pane in cambio di tutto il loro
bestiame.
[18] Passato quell'anno, vennero a lui l'anno dopo e gli dissero:
"Non nascondiamo al mio signore che si è esaurito il denaro e
anche il possesso del bestiame è passato al mio signore, non rimane più
a disposizione del mio signore se non il nostro corpo e il nostro
terreno.
[19] Perché dovremmo perire sotto i tuoi occhi, noi e la nostra terra?
Acquista noi e la nostra terra in cambio di pane e diventeremo servi del
faraone noi con la nostra terra; ma dacci di che seminare, così che
possiamo vivere e non morire e il suolo non diventi un deserto!".
[20] Allora Giuseppe acquistò per il faraone tutto il terreno
dell'Egitto, perché gli Egiziani vendettero ciascuno il proprio campo,
tanto infieriva su di loro la carestia. Così la terra divenne proprietà
del faraone.
[21] Quanto al popolo, egli lo fece passare nelle città da un capo
all'altro della frontiera egiziana.
[22] Soltanto il terreno dei sacerdoti egli non acquistò, perché i
sacerdoti avevano un'assegnazione fissa da parte del faraone e si
nutrivano dell'assegnazione che il faraone passava loro; per questo non
vendettero il loro terreno.
[23] Poi Giuseppe disse al popolo: "Vedete, io ho acquistato oggi
per il faraone voi e il vostro terreno. Eccovi il seme: seminate il
terreno.
[24] Ma quando vi sarà il raccolto, voi ne darete un quinto al faraone
e quattro parti saranno vostre, per la semina dei campi, per il
nutrimento vostro e di quelli di casa vostra e per il nutrimento dei
vostri bambini".
[25] Gli risposero: "Ci hai salvato la vita! Ci sia solo concesso
di trovar grazia agli occhi del mio signore e saremo servi del
faraone!".
[26] Così Giuseppe fece di questo una legge che vige fino ad oggi sui
terreni d'Egitto, per la quale si deve dare la quinta parte al faraone.
Soltanto i terreni dei sacerdoti non divennero del faraone.
[27] Gli Israeliti intanto si stabilirono nel paese d'Egitto, nel
territorio di Gosen, ebbero proprietà e furono fecondi e divennero
molto numerosi.
[28] Giacobbe visse nel paese d'Egitto diciassette anni e gli anni della
sua vita furono centoquarantasette.
[29] Quando fu vicino il tempo della sua morte, Israele chiamò il
figlio Giuseppe e gli disse: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi,
metti la mano sotto la mia coscia e usa con me bontà e fedeltà: non
seppellirmi in Egitto!
[30] Quando io mi sarò coricato con i miei padri, portami via
dall'Egitto e seppelliscimi nel loro sepolcro". Rispose: "Io
agirò come hai detto".
[31] Riprese: "Giuramelo!". E glielo giurò; allora Israele si
prostrò sul capezzale del letto.
48
[1] Dopo
queste cose, fu riferito a Giuseppe: "Ecco, tuo padre è
malato!". Allora egli condusse con sé i due figli Manasse ed
Efraim.
[2] Fu riferita la cosa a Giacobbe: "Ecco, tuo figlio Giuseppe è
venuto da te". Allora Israele raccolse le forze e si mise a sedere
sul letto.
[3] Giacobbe disse a Giuseppe: "Dio onnipotente mi apparve a Luz,
nel paese di Cànaan, e mi benedisse
[4] dicendomi: Ecco, io ti rendo fecondo: ti moltiplicherò e ti farò
diventare un insieme di popoli e darò questo paese alla tua discendenza
dopo di te in possesso perenne.
[5] Ora i due figli che ti sono nati nel paese d'Egitto prima del mio
arrivo presso di te in Egitto, sono miei: Efraim e Manasse saranno miei
come Ruben e Simeone.
[6] Invece i figli che tu avrai generati dopo di essi, saranno tuoi:
saranno chiamati con il nome dei loro fratelli nella loro eredità.
[7] Quanto a me, mentre giungevo da Paddan, Rachele, tua madre, mi morì
nel paese di Cànaan durante il viaggio, quando mancava un tratto di
cammino per arrivare a Efrata, e l'ho sepolta là lungo la strada di
Efrata, cioè Betlemme".
[8] Poi Israele vide i figli di Giuseppe e disse: "Chi sono
questi?".
[9] Giuseppe disse al padre: "Sono i figli che Dio mi ha dati
qui". Riprese: "Portameli perché io li benedica!".
[10] Ora gli occhi di Israele erano offuscati dalla vecchiaia: non
poteva più distinguere. Giuseppe li avvicinò a lui, che li baciò e li
abbracciò.
[11] Israele disse a Giuseppe: "Io non pensavo più di vedere la
tua faccia ed ecco, Dio mi ha concesso di vedere anche la tua
prole!".
[12] Allora Giuseppe li ritirò dalle sue ginocchia e si prostrò con la
faccia a terra.
[13] Poi li prese tutti e due, Efraim con la sua destra, alla sinistra
di Israele, e Manasse con la sua sinistra, alla destra di Israele, e li
avvicinò a lui.
[14] Ma Israele stese la mano destra e la pose sul capo di Efraim, che
pure era il più giovane, e la sua sinistra sul capo di Manasse,
incrociando le braccia, benché Manasse fosse il primogenito.
[15] E così benedisse Giuseppe:
"Il Dio, davanti al quale hanno camminato
i miei padri Abramo e Isacco,
il Dio che è stato il mio pastore da quando esisto
fino ad oggi,
[16] l'angelo che mi ha liberato da ogni male,
benedica questi giovinetti!
Sia ricordato in essi il mio nome
e il nome dei miei padri Abramo e Isacco
e si moltiplichino in gran numero
in mezzo alla terra!".
[17] Giuseppe notò che il padre aveva posato la destra sul capo di
Efraim e ciò gli spiacque. Prese dunque la mano del padre per toglierla
dal capo di Efraim e porla sul capo di Manasse.
[18] Disse al padre: "Non così, padre mio: è questo il
primogenito, posa la destra sul suo capo!".
[19] Ma il padre ricusò e disse: "Lo so, figlio mio, lo so:
anch'egli diventerà un popolo, anch'egli sarà grande, ma il suo
fratello minore sarà più grande di lui e la sua discendenza diventerà
una moltitudine di nazioni".
[20] E li benedisse in quel giorno:
"Di voi si servirà Israele
per benedire, dicendo:
Dio ti renda come Efraim e come Manasse!".
Così pose Efraim prima di Manasse.
[21] Poi Israele disse a Giuseppe: "Ecco, io sto per morire, ma Dio
sarà con voi e vi farà tornare al paese dei vostri padri.
[22] Quanto a me, io do a te, più che ai tuoi fratelli, un dorso di
monte, che io ho conquistato dalle mani degli Amorrèi con la spada e
l'arco".
49
[1]
Quindi Giacobbe chiamò i figli e disse: "Radunatevi, perché io vi
annunzi quello che vi accadrà nei tempi futuri.
[2] Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe,
ascoltate Israele, vostro padre!
[3] Ruben, tu sei il mio primogenito,
il mio vigore e la primizia della mia virilità,
esuberante in fierezza ed esuberante in forza!
[4] Bollente come l'acqua, tu non avrai preminenza,
perchè hai invaso il talamo di tuo padre
e hai violato il mio giaciglio su cui eri salito.
[5] Simeone e Levi sono fratelli,
strumenti di violenza sono i loro coltelli.
[6] Nel loro conciliabolo non entri l'anima mia,
al loro convegno non si unisca il mio cuore.
Perchè con ira hanno ucciso gli uomini
e con passione hanno storpiato i tori.
[7] Maledetta la loro ira, perché violenta,
e la loro collera, perché crudele!
Io li dividerò in Giacobbe
e li disperderò in Israele.
[8] Giuda, te loderanno i tuoi fratelli;
la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici;
davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre.
[9] Un giovane leone è Giuda:
dalla preda, figlio mio, sei tornato;
si è sdraiato, si è accovacciato come un leone
e come una leonessa; chi oserà farlo alzare?
[10] Non sarà tolto lo scettro da Giuda
nè il bastone del comando tra i suoi piedi,
finchè verrà colui al quale esso appartiene
e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli.
[11] Egli lega alla vite il suo asinello
e a scelta vite il figlio della sua asina,
lava nel vino la veste
e nel sangue dell'uva il manto;
[12] lucidi ha gli occhi per il vino
e bianchi i denti per il latte.
[13] Zàbulon abiterà lungo il lido del mare
e sarà l'approdo delle navi,
con il fianco rivolto a Sidòne.
[14] Issacar è un asino robusto,
accovacciato tra un doppio recinto.
[15] Ha visto che il luogo di riposo era bello,
che il paese era ameno;
ha piegato il dorso a portar la soma
ed è stato ridotto ai lavori forzati.
[16] Dan giudicherà il suo popolo
come ogni altra tribù d'Israele.
[17] Sia Dan un serpente sulla strada,
una vipera cornuta sul sentiero,
che morde i garretti del cavallo
e il cavaliere cade all'indietro.
[18] Io spero nella tua salvezza, Signore!
[19] Gad, assalito da un'orda,
ne attacca la retroguardia.
[20] Aser, il suo pane è pingue:
egli fornisce delizie da re.
[21] Nèftali è una cerva slanciata
che dà bei cerbiatti.
[22] Germoglio di ceppo fecondo è Giuseppe;
germoglio di ceppo fecondo presso una fonte,
i cui rami si stendono sul muro.
[23] Lo hanno esasperato e colpito,
lo hanno perseguitato i tiratori di frecce.
[24] Ma è rimasto intatto il suo arco
e le sue braccia si muovon veloci
per le mani del Potente di Giacobbe,
per il nome del Pastore, Pietra d'Israele.
[25] Per il Dio di tuo padre - egli ti aiuti!
e per il Dio onnipotente - egli ti benedica!
Con benedizioni del cielo dall'alto,
benedizioni dell'abisso nel profondo,
benedizioni delle mammelle e del grembo.
[26] Le benedizioni di tuo padre sono superiori
alle benedizioni dei monti antichi,
alle attrattive dei colli eterni.
Vengano sul capo di Giuseppe
e sulla testa del principe tra i suoi fratelli!
[27] Beniamino è un lupo che sbrana:
al mattino divora la preda
e alla sera spartisce il bottino.
[28] Tutti questi formano le dodici tribù d'Israele, questo è ciò che
disse loro il loro padre, quando li ha benedetti; ognuno egli benedisse
con una benedizione particolare.
[29] Poi diede loro quest'ordine: "Io sto per essere riunito ai
miei antenati: seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è nel
campo di Efron l'Hittita,
[30] nella caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre,
nel paese di Cànaan, quella che Abramo acquistò con il campo di Efron
l'Hittita come proprietà sepolcrale.
[31] Là seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco
e Rebecca sua moglie e là seppellii Lia.
[32] La proprietà del campo e della caverna che si trova in esso
proveniva dagli Hittiti.
[33] Quando Giacobbe ebbe finito di dare questo ordine ai figli,
ritrasse i piedi nel letto e spirò e fu riunito ai suoi antenati.
50
[1]
Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre, pianse su di lui e
lo baciò.
[2] Poi Giuseppe ordinò ai suoi medici di imbalsamare suo padre. I
medici imbalsamarono Israele
[3] e vi impiegarono quaranta giorni, perché tanti ne occorrono per
l'imbalsamazione. Gli Egiziani lo piansero settanta giorni.
[4] Passati i giorni del lutto, Giuseppe parlò alla casa del faraone:
"Se ho trovato grazia ai vostri occhi, vogliate riferire agli
orecchi del faraone queste parole:
[5] Mio padre mi ha fatto giurare: Ecco, io sto per morire: tu devi
seppellirmi nel sepolcro che mi sono scavato nel paese di Cànaan. Ora,
possa io andare a seppellire mio padre e tornare".
[6] Il faraone rispose: "Và e seppellisci tuo padre com'egli ti ha
fatto giurare".
[7] Allora Giuseppe andò a seppellire suo padre e con lui andarono
tutti i ministri del faraone, gli anziani della sua casa, tutti gli
anziani del paese d'Egitto,
[8] tutta la casa di Giuseppe e i suoi fratelli e la casa di suo padre.
Soltanto i loro bambini e i loro greggi e i loro armenti essi lasciarono
nel paese di Gosen.
[9] Andarono con lui anche i carri da guerra e la cavalleria, così da
formare una carovana imponente.
[10] Quando arrivarono all'Aia di Atad, che è al di là del Giordano,
fecero un lamento molto grande e solenne ed egli celebrò per suo padre
un lutto di sette giorni.
[11] I Cananei che abitavano il paese videro il lutto alla Aia di Atad e
dissero: "È un lutto grave questo per gli Egiziani". Per
questo la si chiamò Abel-Mizraim, che si trova al di là del Giordano.
[12] Poi i suoi figli fecero per lui così come aveva loro comandato.
[13] I suoi figli lo portarono nel paese di Cànaan e lo seppellirono
nella caverna del campo di Macpela, quel campo che Abramo aveva
acquistato, come proprietà sepolcrale, da Efron l'Hittita, e che si
trova di fronte a Mamre.
[14] Dopo aver sepolto suo padre, Giuseppe tornò in Egitto insieme con
i suoi fratelli e con quanti erano andati con lui a seppellire suo
padre.
[15] Ma i fratelli di Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato che il
loro padre era morto, e dissero: "Chissà se Giuseppe non ci
tratterà da nemici e non ci renderà tutto il male che noi gli abbiamo
fatto?".
[16] Allora mandarono a dire a Giuseppe: "Tuo padre prima di morire
ha dato quest'ordine:
[17] Direte a Giuseppe: Perdona il delitto dei tuoi fratelli e il loro
peccato, perché ti hanno fatto del male! Perdona dunque il delitto dei
servi del Dio di tuo padre!". Giuseppe pianse quando gli si parlò
così.
[18] E i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e
dissero: "Eccoci tuoi schiavi!".
[19] Ma Giuseppe disse loro: "Non temete. Sono io forse al posto di
Dio?
[20] Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di
farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far
vivere un popolo numeroso.
[21] Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i
vostri bambini". Così li consolò e fece loro coraggio.
[22] Ora Giuseppe con la famiglia di suo padre abitò in Egitto;
Giuseppe visse centodieci anni.
[23] Così Giuseppe vide i figli di Efraim fino alla terza generazione e
anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle ginocchia di
Giuseppe.
[24] Poi Giuseppe disse ai fratelli: "Io sto per morire, ma Dio
verrà certo a visitarvi e vi farà uscire da questo paese verso il
paese ch'egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a
Giacobbe".
[25] Giuseppe fece giurare ai figli di Israele così: "Dio verrà
certo a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa".
[26] Poi Giuseppe morì all'età di centodieci anni; lo imbalsamarono e
fu posto in un sarcofago in Egitto.
ESODO
1
[1]
Questi sono i nomi dei figli d'Israele entrati in Egitto con Giacobbe e
arrivati ognuno con la sua famiglia:
[2] Ruben, Simeone, Levi e Giuda,
[3] Issacar, Zàbulon e Beniamino,
[4] Dan e Nèftali, Gad e Aser.
[5] Tutte le persone nate da Giacobbe erano settanta, Giuseppe si
trovava già in Egitto.
[6] Giuseppe poi morì e così tutti i suoi fratelli e tutta quella
generazione.
[7] I figli d'Israele prolificarono e crebbero, divennero numerosi e
molto potenti e il paese ne fu ripieno.
[8] Allora sorse sull'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto
Giuseppe.
[9] E disse al suo popolo: "Ecco che il popolo dei figli d'Israele
è più numeroso e più forte di noi.
[10] Prendiamo provvedimenti nei suoi riguardi per impedire che aumenti,
altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà
contro di noi e poi partirà dal paese".
[11] Allora vennero imposti loro dei sovrintendenti ai lavori forzati
per opprimerli con i loro gravami, e così costruirono per il faraone le
città-deposito, cioè Pitom e Ramses.
[12] Ma quanto più opprimevano il popolo, tanto più si moltiplicava e
cresceva oltre misura; si cominciò a sentire come un incubo la presenza
dei figli d'Israele.
[13] Per questo gli Egiziani fecero lavorare i figli d'Israele
trattandoli duramente.
[14] Resero loro amara la vita costringendoli a fabbricare mattoni di
argilla e con ogni sorta di lavoro nei campi: e a tutti questi lavori li
obbligarono con durezza.
[15] Poi il re d'Egitto disse alle levatrici degli Ebrei, delle quali
una si chiamava Sifra e l'altra Pua:
[16] "Quando assistete al parto delle donne ebree, osservate quando
il neonato è ancora tra le due sponde del sedile per il parto: se è un
maschio, lo farete morire; se è una femmina, potrà vivere".
[17] Ma le levatrici temettero Dio: non fecero come aveva loro ordinato
il re d'Egitto e lasciarono vivere i bambini.
[18] Il re d'Egitto chiamò le levatrici e disse loro: "Perché
avete fatto questo e avete lasciato vivere i bambini?".
[19] Le levatrici risposero al faraone: "Le donne ebree non sono
come le egiziane: sono piene di vitalità: prima che arrivi presso di
loro la levatrice, hanno già partorito!".
[20] Dio beneficò le levatrici. Il popolo aumentò e divenne molto
forte.
[21] E poiché le levatrici avevano temuto Dio, egli diede loro una
numerosa famiglia.
[22] Allora il faraone diede quest'ordine a tutto il suo popolo:
"Ogni figlio maschio che nascerà agli Ebrei, lo getterete nel
Nilo, ma lascerete vivere ogni figlia".
2
[1] Un
uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una figlia di
Levi.
[2] La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo
tenne nascosto per tre mesi.
[3] Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese un cestello di
papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi mise dentro il bambino e lo
depose fra i giunchi sulla riva del Nilo.
[4] La sorella del bambino si pose ad osservare da lontano che cosa gli
sarebbe accaduto.
[5] Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le
sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Essa vide il
cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo.
[6] L'aprì e vide il bambino: ecco, era un fanciullino che piangeva. Ne
ebbe compassione e disse: "È un bambino degli Ebrei".
[7] La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone:
"Devo andarti a chiamare una nutrice tra le donne ebree, perché
allatti per te il bambino?".
[8] "Và", le disse la figlia del faraone. La fanciulla andò
a chiamare la madre del bambino.
[9] La figlia del faraone le disse: "Porta con te questo bambino e
allattalo per me; io ti darò un salario". La donna prese il
bambino e lo allattò.
[10] Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del
faraone. Egli divenne un figlio per lei ed ella lo chiamò Mosè,
dicendo: "Io l'ho salvato dalle acque!".
[11] In quei giorni, Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi
fratelli e notò i lavori pesanti da cui erano oppressi. Vide un
Egiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli.
[12] Voltatosi attorno e visto che non c'era nessuno, colpì a morte
l'Egiziano e lo seppellì nella sabbia.
[13] Il giorno dopo, uscì di nuovo e, vedendo due Ebrei che stavano
rissando, disse a quello che aveva torto: "Perché percuoti il tuo
fratello?".
[14] Quegli rispose: "Chi ti ha costituito capo e giudice su di
noi? Pensi forse di uccidermi, come hai ucciso l'Egiziano?". Allora
Mosè ebbe paura e pensò: "Certamente la cosa si è
risaputa".
[15] Poi il faraone sentì parlare di questo fatto e cercò di mettere a
morte Mosè. Allora Mosè si allontanò dal faraone e si stabilì nel
paese di Madian e sedette presso un pozzo.
[16] Ora il sacerdote di Madian aveva sette figlie. Esse vennero ad
attingere acqua per riempire gli abbeveratoi e far bere il gregge del
padre.
[17] Ma arrivarono alcuni pastori e le scacciarono. Allora Mosè si levò
a difenderle e fece bere il loro bestiame.
[18] Tornate dal loro padre Reuel, questi disse loro: "Perché oggi
avete fatto ritorno così in fretta?".
[19] Risposero: "Un Egiziano ci ha liberate dalle mani dei pastori;
è stato lui che ha attinto per noi e ha dato da bere al gregge".
[20] Quegli disse alle figlie: "Dov'è? Perché avete lasciato là
quell'uomo? Chiamatelo a mangiare il nostro cibo!".
[21] Così Mosè accettò di abitare con quell'uomo, che gli diede in
moglie la propria figlia Zippora.
[22] Ella gli partorì un figlio ed egli lo chiamò Gherson, perché
diceva: "Sono un emigrato in terra straniera!".
[23] Nel lungo corso di quegli anni, il re d'Egitto morì. Gli Israeliti
gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro
grido dalla schiavitù salì a Dio.
[24] Allora Dio ascoltò il loro lamento, si ricordò della sua alleanza
con Abramo e Giacobbe.
[25] Dio guardò la condizione degli Israeliti e se ne prese pensiero.
3
[1] Ora
Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di
Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di
Dio, l'Oreb.
[2] L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a
un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel
roveto non si consumava.
[3] Mosè pensò: "Voglio avvicinarmi a vedere questo grande
spettacolo: perché il roveto non brucia?".
[4] Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò
dal roveto e disse: "Mosè, Mosè!". Rispose:
"Eccomi!".
[5] Riprese: "Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché
il luogo sul quale tu stai è una terra santa!".
[6] E disse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio
di Isacco, il Dio di Giacobbe". Mosè allora si velò il viso,
perché aveva paura di guardare verso Dio.
[7] Il Signore disse: "Ho osservato la miseria del mio popolo in
Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco
infatti le sue sofferenze.
[8] Sono sceso per liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire
da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove
scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo,
l'Hittita, l'Amorreo, il Perizzita, l'Eveo, il Gebuseo.
[9] Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io
stesso ho visto l'oppressione con cui gli Egiziani li tormentano.
[10] Ora và! Io ti mando dal faraone. Fà uscire dall'Egitto il mio
popolo, gli Israeliti!".
[11] Mosè disse a Dio: "Chi sono io per andare dal faraone e per
far uscire dall'Egitto gli Israeliti?".
[12] Rispose: "Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho
mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete
Dio su questo monte".
[13] Mosè disse a Dio: "Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico
loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come
si chiama? E io che cosa risponderò loro?".
[14] Dio disse a Mosè: "Io sono colui che sono!". Poi disse:
"Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi".
[15] Dio aggiunse a Mosè: "Dirai agli Israeliti: Il Signore, il
Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di
Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo
è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
[16] Và! Riunisci gli anziani d'Israele e dì loro: Il Signore, Dio dei
vostri padri, mi è apparso, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe,
dicendo: Sono venuto a vedere voi e ciò che vien fatto a voi in Egitto.
[17] E ho detto: Vi farò uscire dalla umiliazione dell'Egitto verso il
paese del Cananeo, dell'Hittita, dell'Amorreo, del Perizzita, dell'Eveo
e del Gebuseo, verso un paese dove scorre latte e miele.
[18] Essi ascolteranno la tua voce e tu e gli anziani d'Israele andrete
dal re di Egitto e gli riferirete: Il Signore, Dio degli Ebrei, si è
presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto a tre giorni di
cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio.
[19] Io so che il re d'Egitto non vi permetterà di partire, se non con
l'intervento di una mano forte.
[20] Stenderò dunque la mano e colpirò l'Egitto con tutti i prodigi
che opererò in mezzo ad esso, dopo egli vi lascerà andare.
[21] Farò sì che questo popolo trovi grazia agli occhi degli Egiziani:
quando partirete, non ve ne andrete a mani vuote.
[22] Ogni donna domanderà alla sua vicina e all'inquilina della sua
casa oggetti di argento e oggetti d'oro e vesti; ne caricherete i vostri
figli e le vostre figlie e spoglierete l'Egitto".
4
[1] Mosè
rispose: "Ecco, non mi crederanno, non ascolteranno la mia voce, ma
diranno: Non ti è apparso il Signore!".
[2] Il Signore gli disse: "Che hai in mano?". Rispose:
"Un bastone".
[3] Riprese: "Gettalo a terra!". Lo gettò a terra e il
bastone diventò un serpente, davanti al quale Mosè si mise a fuggire.
[4] Il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano e prendilo per la
coda!". Stese la mano, lo prese e diventò di nuovo un bastone
nella sua mano.
[5] "Questo perché credano che ti è apparso il Signore, il Dio
dei loro padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di
Giacobbe".
[6] Il Signore gli disse ancora: "Introduci la mano nel
seno!". Egli si mise in seno la mano e poi la ritirò: ecco la sua
mano era diventata lebbrosa, bianca come la neve.
[7] Egli disse: "Rimetti la mano nel seno!". Rimise in seno la
mano e la tirò fuori: ecco era tornata come il resto della sua carne.
[8] "Dunque se non ti credono e non ascoltano la voce del primo
segno, crederanno alla voce del secondo!
[9] Se non credono neppure a questi due segni e non ascolteranno la tua
voce, allora prenderai acqua del Nilo e la verserai sulla terra
asciutta: l'acqua che avrai presa dal Nilo diventerà sangue sulla terra
asciutta".
[10] Mosè disse al Signore: "Mio Signore, io non sono un buon
parlatore; non lo sono mai stato prima e neppure da quando tu hai
cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di
lingua".
[11] Il Signore gli disse: "Chi ha dato una bocca all'uomo o chi lo
rende muto o sordo, veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore?
[12] Ora và! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che
dovrai dire".
[13] Mosè disse: "Perdonami, Signore mio, manda chi vuoi
mandare!".
[14] Allora la collera del Signore si accese contro Mosè e gli disse:
"Non vi è forse il tuo fratello Aronne, il levita? Io so che lui
sa parlar bene. Anzi sta venendoti incontro. Ti vedrà e gioirà in cuor
suo.
[15] Tu gli parlerai e metterai sulla sua bocca le parole da dire e io
sarò con te e con lui mentre parlate e vi suggerirò quello che dovrete
fare.
[16] Parlerà lui al popolo per te: allora egli sarà per te come bocca
e tu farai per lui le veci di Dio.
[17] Terrai in mano questo bastone, con il quale tu compirai i
prodigi".
[18] Mosè partì, tornò da Ietro suo suocero e gli disse: "Lascia
che io parta e torni dai miei fratelli che sono in Egitto, per vedere se
sono ancora vivi!". Ietro disse a Mosè: "Và pure in
pace!".
[19] Il Signore disse a Mosè in Madian: "Và, torna in Egitto,
perché sono morti quanti insidiavano la tua vita!".
[20] Mosè prese la moglie e i figli, li fece salire sull'asino e tornò
nel paese di Egitto. Mosè prese in mano anche il bastone di Dio.
[21] Il Signore disse a Mosè: "Mentre tu parti per tornare in
Egitto, sappi che tu compirai alla presenza del faraone tutti i prodigi
che ti ho messi in mano; ma io indurirò il suo cuore ed egli non lascerà
partire il mio popolo.
[22] Allora tu dirai al faraone: Dice il Signore: Israele è il mio
figlio primogenito.
[23] Io ti avevo detto: lascia partire il mio figlio perché mi serva!
Ma tu hai rifiutato di lasciarlo partire. Ecco io faccio morire il tuo
figlio primogenito!".
[24] Mentre si trovava in viaggio, nel luogo dove pernottava, il Signore
gli venne contro e cercò di farlo morire.
[25] Allora Zippora prese una selce tagliente, recise il prepuzio del
figlio e con quello gli toccò i piedi e disse: "Tu sei per me uno
sposo di sangue".
[26] Allora si ritirò da lui. Essa aveva detto sposo di sangue a causa
della circoncisione.
[27] Il Signore disse ad Aronne: "Và incontro a Mosè nel
deserto!". Andò e lo incontrò al monte di Dio e lo baciò.
[28] Mosè riferì ad Aronne tutte le parole con le quali il Signore lo
aveva inviato e tutti i segni con i quali l'aveva accreditato.
[29] Mosè e Aronne andarono e adunarono tutti gli anziani degli
Israeliti.
[30] Aronne parlò al popolo, riferendo tutte le parole che il Signore
aveva dette a Mosè, e compì i segni davanti agli occhi del popolo.
[31] Allora il popolo credette. Essi intesero che il Signore aveva
visitato gli Israeliti e che aveva visto la loro afflizione; si
inginocchiarono e si prostrarono.
5
[1]
Dopo, Mosè e Aronne vennero dal Faraone e gli annunziarono: "Dice
il Signore, il Dio d'Israele: Lascia partire il mio popolo perché mi
celebri una festa nel deserto!".
[2] Il faraone rispose: "Chi è il Signore, perché io debba
ascoltare la sua voce per lasciar partire Israele? Non conosco il
Signore e neppure lascerò partire Israele!".
[3] Ripresero: "Il Dio degli Ebrei si è presentato a noi. Ci sia
dunque concesso di partire per un viaggio di tre giorni nel deserto e
celebrare un sacrificio al Signore, nostro Dio, perché non ci colpisca
di peste o di spada!".
[4] Il re di Egitto disse loro: "Perché, Mosè e Aronne,
distogliete il popolo dai suoi lavori? Tornate ai vostri lavori!".
[5] Il faraone aggiunse: "Ecco, ora sono numerosi più del popolo
del paese, voi li vorreste far cessare dai lavori forzati!".
[6] In quel giorno il faraone diede questi ordini ai sorveglianti del
popolo e ai suoi scribi: "
[7] Non darete più la paglia al popolo per fabbricare i mattoni come
facevate prima. Si procureranno da sé la paglia.
[8] Però voi dovete esigere il numero di mattoni che facevano prima,
senza ridurlo. Perché sono fannulloni; per questo protestano: Vogliamo
partire, dobbiamo sacrificare al nostro Dio!
[9] Pesi dunque il lavoro su questi uomini e vi si trovino impegnati;
non diano retta a parole false!".
[10] I sorveglianti del popolo e gli scribi uscirono e parlarono al
popolo: "Ha ordinato il faraone: Io non vi dò più paglia.
[11] Voi stessi andate a procurarvela dove ne troverete, ma non
diminuisca il vostro lavoro".
[12] Il popolo si disperse in tutto il paese d'Egitto a raccattare
stoppie da usare come paglia.
[13] Ma i sorveglianti li sollecitavano dicendo: "Porterete a
termine il vostro lavoro; ogni giorno il quantitativo giornaliero, come
quando vi era la paglia".
[14] Bastonarono gli scribi degli Israeliti, quelli che i sorveglianti
del faraone avevano costituiti loro capi, dicendo: "Perché non
avete portato a termine anche ieri e oggi, come prima, il vostro numero
di mattoni?".
[15] Allora gli scribi degli Israeliti vennero dal faraone a reclamare,
dicendo: "Perché tratti così i tuoi servi?
[16] Paglia non vien data ai tuoi servi, ma i mattoni - ci si dice -
fateli! Ed ecco i tuoi servi sono bastonati e la colpa è del tuo
popolo!".
[17] Rispose: "Fannulloni siete, fannulloni! Per questo dite:
Vogliamo partire, dobbiamo sacrificare al Signore.
[18] Ora andate, lavorate! Non vi sarà data paglia, ma voi darete lo
stesso numero di mattoni".
[19] Gli scribi degli Israeliti si videro ridotti a mal partito, quando
fu loro detto: "Non diminuirete affatto il numero giornaliero dei
mattoni".
[20] Quando, uscendo dalla presenza del faraone, incontrarono Mosè e
Aronne che stavano ad aspettarli,
[21] dissero loro: "Il Signore proceda contro di voi e giudichi;
perché ci avete resi odiosi agli occhi del faraone e agli occhi dei
suoi ministri, mettendo loro in mano la spada per ucciderci!".
[22] Allora Mosè si rivolse al Signore e disse: "Mio Signore,
perché hai maltrattato questo popolo? Perché dunque mi hai inviato?
[23] Da quando sono venuto dal faraone per parlargli in tuo nome, egli
ha fatto del male a questo popolo e tu non hai per nulla liberato il tuo
popolo!".
6
[1] Il
Signore disse a Mosè: "Ora vedrai quello che sto per fare al
faraone con mano potente, li lascerà andare, anzi con mano potente li
caccerà dal suo paese!".
[2] Dio parlò a Mosè e gli disse: "Io sono il Signore!
[3] Sono apparso ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe come Dio onnipotente,
ma con il mio nome di Signore non mi son manifestato a loro.
[4] Ho anche stabilito la mia alleanza con loro, per dar loro il paese
di Cànaan, quel paese dov'essi soggiornarono come forestieri.
[5] Sono ancora io che ho udito il lamento degli Israeliti asserviti
dagli Egiziani e mi sono ricordato della mia alleanza.
[6] Per questo dì agli Israeliti: Io sono il Signore! Vi sottrarrò ai
gravami degli Egiziani, vi libererò dalla loro schiavitù e vi libererò
con braccio teso e con grandi castighi.
[7] Io vi prenderò come mio popolo e diventerò il vostro Dio. Voi
saprete che io sono il Signore, il vostro Dio, che vi sottrarrà ai
gravami degli Egiziani.
[8] Vi farò entrare nel paese che ho giurato a mano alzata di dare ad
Abramo, a Isacco e a Giacobbe, e ve lo darò in possesso: io sono il
Signore!".
[9] Mosè parlò così agli Israeliti, ma essi non ascoltarono Mosè,
perché erano all'estremo della sopportazione per la dura schiavitù.
[10] Il Signore parlò a Mosè:
[11] "Và e parla al faraone re d'Egitto, perché lasci partire dal
suo paese gli Israeliti!".
[12] Mosè disse alla presenza del Signore: "Ecco gli Israeliti non
mi hanno ascoltato: come vorrà ascoltarmi il faraone, mentre io ho la
parola impacciata?".
[13] Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e diede loro un incarico
presso gli Israeliti e presso il faraone re d'Egitto, per far uscire gli
Israeliti dal paese d'Egitto.
[14] Questi sono i capi delle loro famiglie. Figli di Ruben, primogenito
d'Israele: Enoch, Pallu, Chezron e Carmi; queste sono le famiglie di
Ruben.
[15] Figli di Simeone: Iemuel, Iamin, Oad, Iachin, Socar e Saul, figlio
della Cananea; queste sono le famiglie di Simeone.
[16] Questi sono i nomi dei figli di Levi secondo le loro generazioni:
Gherson, Keat, Merari. Ora gli anni della vita di Levi furono
centotrentasette.
[17] Figli di Gherson: Libni e Simei secondo le loro famiglie.
[18] Figli di Keat: Amran, Isear, Ebron e Uzziel. Ora gli anni della
vita di Keat furono centotrentatré.
[19] Figli di Merari: Macli e Musi; queste sono le famiglie di Levi
secondo le loro generazioni.
[20] Amram prese in moglie Iochebed, sua zia, la quale gli partorì
Aronne e Mosè. Ora gli anni della vita di Amram furono
centotrentasette.
[21] Figli di Isear: Core, Nefeg e Zicri.
[22] Figli di Uzziel: Misael, Elsafan, Sitri.
[23] Aronne prese in moglie Elisabetta, figlia di Amminadab, sorella di
Nacason, dalla quale ebbe i figli Nadab, Abiu, Eleazaro e Itamar.
[24] Figli di Core: Assir, Elkana e Abiasaf; queste sono le famiglie dei
Coreiti.
[25] Eleazaro, figlio di Aronne, prese in moglie una figlia di Putiel,
la quale gli partorì Pincas. Questi sono i capi delle casate dei
leviti, ordinati con le loro famiglie.
[26] Sono questi quell'Aronne e quel Mosè ai quali il Signore disse:
"Fate uscire dal paese d'Egitto gli Israeliti, secondo le loro
schiere!".
[27] Questi dissero al faraone re d'Egitto di lasciar uscire dall'Egitto
gli Israeliti: Sono Mosè e Aronne.
[28] Questo avvenne quando il Signore parlò a Mosè nel paese di
Egitto:
[29] il Signore disse a Mosè: "Io sono il Signore! Riferisci al
faraone, re d'Egitto, quanto io ti dico".
[30] Mosè disse alla presenza del Signore: "Ecco ho la parola
impacciata e come il faraone vorrà ascoltarmi?".
7
[1] Il
Signore disse a Mosè: "Vedi, io ti ho posto a far le veci di Dio
per il faraone: Aronne, tuo fratello, sarà il tuo profeta.
[2] Tu gli dirai quanto io ti ordinerò: Aronne, tuo fratello, parlerà
al faraone perché lasci partire gli Israeliti dal suo paese.
[3] Ma io indurirò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e
i miei prodigi nel paese d'Egitto.
[4] Il faraone non vi ascolterà e io porrò la mano contro l'Egitto e
farò così uscire dal paese d'Egitto le mie schiere, il mio popolo
degli Israeliti, con l'intervento di grandi castighi.
[5] Allora gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando stenderò
la mano contro l'Egitto e farò uscire di mezzo a loro gli
Israeliti!".
[6] Mosè e Aronne eseguirono quanto il Signore aveva loro comandato;
operarono esattamente così.
[7] Mosè aveva ottant'anni e Aronne ottantatré, quando parlarono al
faraone.
[8] Il Signore disse a Mosè e ad Aronne:
[9] "Quando il faraone vi chiederà: Fate un prodigio a vostro
sostegno! tu dirai ad Aronne: Prendi il bastone e gettalo davanti al
faraone e diventerà un serpente!".
[10] Mosè e Aronne vennero dunque dal faraone ed eseguirono quanto il
Signore aveva loro comandato: Aronne gettò il bastone davanti al
faraone e davanti ai suoi servi ed esso divenne un serpente.
[11] Allora il faraone convocò i sapienti e gli incantatori, e anche i
maghi dell'Egitto, con le loro magie, operarono la stessa cosa.
[12] Gettarono ciascuno il suo bastone e i bastoni divennero serpenti.
Ma il bastone di Aronne inghiottì i loro bastoni.
[13] Però il cuore del faraone si ostinò e non diede loro ascolto,
secondo quanto aveva predetto il Signore.
[14] Poi il Signore disse a Mosè: "Il cuore del faraone è
irremovibile: si è rifiutato di lasciar partire il popolo.
[15] Và dal faraone al mattino quando uscirà verso le acque. Tu starai
davanti a lui sulla riva del Nilo, tenendo in mano il bastone che si è
cambiato in serpente.
[16] Gli riferirai: Il Signore, il Dio degli Ebrei, mi ha inviato a
dirti: Lascia partire il mio popolo, perché possa servirmi nel deserto;
ma tu finora non hai obbedito.
[17] Dice il Signore: Da questo fatto saprai che io sono il Signore;
ecco, con il bastone che ho in mano io batto un colpo sulle acque che
sono nel Nilo: esse si muteranno in sangue.
[18] I pesci che sono nel Nilo moriranno e il Nilo ne diventerà fetido,
così che gli Egiziani non potranno più bere le acque del Nilo!".
[19] Il Signore disse a Mosè: "Comanda ad Aronne: Prendi il tuo
bastone e stendi la mano sulle acque degli Egiziani, sui loro fiumi,
canali, stagni, e su tutte le loro raccolte di acqua; diventino sangue,
e ci sia sangue in tutto il paese d'Egitto, perfino nei recipienti di
legno e di pietra!".
[20] Mosè e Aronne eseguirono quanto aveva ordinato il Signore: Aronne
alzò il bastone e percosse le acque che erano nel Nilo sotto gli occhi
del faraone e dei suoi servi. Tutte le acque che erano nel Nilo si
mutarono in sangue.
[21] I pesci che erano nel Nilo morirono e il Nilo ne divenne fetido,
così che gli Egiziani non poterono più berne le acque. Vi fu sangue in
tutto il paese d'Egitto.
[22] Ma i maghi dell'Egitto, con le loro magie, operarono la stessa
cosa. Il cuore del faraone si ostinò e non diede loro ascolto, secondo
quanto aveva predetto il Signore.
[23] Il faraone voltò le spalle e rientrò nella sua casa e non tenne
conto neppure di questo fatto.
[24] Tutti gli Egiziani scavarono allora nei dintorni del Nilo per
attingervi acqua da bere, perché non potevano bere le acque del Nilo.
[25] Sette giorni trascorsero dopo che il Signore aveva colpito il Nilo.
[26] Poi il Signore disse a Mosè: "Và a riferire al faraone: Dice
il Signore: Lascia andare il mio popolo perché mi possa servire!
[27] Se tu rifiuti di lasciarlo andare, ecco, io colpirò tutto il tuo
territorio con le rane:
[28] il Nilo comincerà a pullulare di rane; esse usciranno, ti
entreranno in casa, nella camera dove dormi e sul tuo letto, nella casa
dei tuoi ministri e tra il tuo popolo, nei tuoi forni e nelle tue madie.
[29] Contro di te e contro tutti i tuoi ministri usciranno le
rane".
8
[1] Il
Signore disse a Mosè: "Comanda ad Aronne: Stendi la mano con il
tuo bastone sui fiumi, sui canali e sugli stagni e fà uscire le rane
sul paese d'Egitto!".
[2] Aronne stese la mano sulle acque d'Egitto e le rane uscirono e
coprirono il paese d'Egitto.
[3] Ma i maghi, con le loro magie, operarono la stessa cosa e fecero
uscire le rane sul paese d'Egitto.
[4] Il faraone fece chiamare Mosè e Aronne e disse: "Pregate il
Signore, perché allontani le rane da me e dal mio popolo; io lascerò
andare il popolo, perché possa sacrificare al Signore!".
[5] Mosè disse al faraone: "Fammi l'onore di comandarmi per quando
io devo pregare in favore tuo e dei tuoi ministri e del tuo popolo, per
liberare dalle rane te e le tue case, in modo che ne rimangano soltanto
nel Nilo".
[6] Rispose: "Per domani". Riprese: "Secondo la tua
parola! Perché tu sappia che non esiste nessuno pari al Signore, nostro
Dio,
[7] le rane si ritireranno da te e dalle tue case, dai tuoi servitori e
dal tuo popolo: ne rimarranno soltanto nel Nilo".
[8] Mosè e Aronne si allontanarono dal faraone e Mosè supplicò il
Signore riguardo alle rane, che aveva mandate contro il faraone.
[9] Il Signore operò secondo la parola di Mosè e le rane morirono
nelle case, nei cortili e nei campi.
[10] Le raccolsero in tanti mucchi e il paese ne fu ammorbato.
[11] Ma il faraone vide ch'era intervenuto il sollievo, si ostinò e non
diede loro ascolto, secondo quanto aveva predetto il Signore.
[12] Quindi il Signore disse a Mosè: "Comanda ad Aronne: Stendi il
tuo bastone, percuoti la polvere della terra: essa si muterà in zanzare
in tutto il paese d'Egitto".
[13] Così fecero: Aronne stese la mano con il suo bastone, colpì la
polvere della terra e infierirono le zanzare sugli uomini e sulle
bestie; tutta la polvere del paese si era mutata in zanzare in tutto
l'Egitto.
[14] I maghi fecero la stessa cosa con le loro magie, per produrre
zanzare, ma non riuscirono e le zanzare infierivano sugli uomini e sulle
bestie.
[15] Allora i maghi dissero al faraone: "È il dito di Dio!".
Ma il cuore del faraone si ostinò e non diede ascolto, secondo quanto
aveva predetto il Signore.
[16] Poi il Signore disse a Mosè: "Alzati di buon mattino e
presentati al faraone quando andrà alle acque; gli riferirai: Dice il
Signore: Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire!
[17] Se tu non lasci partire il mio popolo, ecco manderò su di te, sui
tuoi ministri, sul tuo popolo e sulle tue case i mosconi: le case degli
Egiziani saranno piene di mosconi e anche il suolo sul quale essi si
trovano.
[18] Ma in quel giorno io eccettuerò il paese di Gosen, dove dimora il
mio popolo, in modo che là non vi siano mosconi, perché tu sappia che
io, il Signore, sono in mezzo al paese!
[19] Così farò distinzione tra il mio popolo e il tuo popolo. Domani
avverrà questo segno".
[20] Così fece il Signore: una massa imponente di mosconi entrò nella
casa del faraone, nella casa dei suoi ministri e in tutto il paese
d'Egitto; la regione era devastata a causa dei mosconi.
[21] Il faraone fece chiamare Mosè e Aronne e disse: "Andate a
sacrificare al vostro Dio nel paese!".
[22] Ma rispose Mosè: "Non è opportuno far così perché quello
che noi sacrifichiamo al Signore, nostro Dio, è abominio per gli
Egiziani. Se noi facciamo un sacrificio abominevole agli Egiziani sotto
i loro occhi, forse non ci lapideranno?
[23] Andremo nel deserto, a tre giorni di cammino, e sacrificheremo al
Signore, nostro Dio, secondo quanto egli ci ordinerà!".
[24] Allora il faraone replicò: "Vi lascerò partire e potrete
sacrificare al Signore nel deserto. Ma non andate troppo lontano e
pregate per me".
[25] Rispose Mosè: "Ecco, uscirò dalla tua presenza e pregherò
il Signore; domani i mosconi si ritireranno dal faraone, dai suoi
ministri e dal suo popolo. Però il faraone cessi di burlarsi di noi,
non lasciando partire il popolo, perché possa sacrificare al
Signore!".
[26] Mosè si allontanò dal faraone e pregò il Signore.
[27] Il Signore agì secondo la parola di Mosè e allontanò i mosconi
dal faraone, dai suoi ministri e dal suo popolo: non ne restò neppure
uno.
[28] Ma il faraone si ostinò anche questa volta e non lasciò partire
il popolo.
9
[1]
Allora il Signore si rivolse a Mosè: "Và a riferire al faraone:
Dice il Signore, il Dio degli Ebrei: Lascia partire il mio popolo, perché
mi possa servire!
[2] Se tu rifiuti di lasciarlo partire e lo trattieni ancora,
[3] ecco la mano del Signore viene sopra il tuo bestiame che è nella
campagna, sopra i cavalli, gli asini, i cammelli, sopra gli armenti e le
greggi, con una peste assai grave!
[4] Ma il Signore farà distinzione tra il bestiame di Israele e quello
degli Egiziani, così che niente muoia di quanto appartiene agli
Israeliti".
[5] Il Signore fissò la data, dicendo: "Domani il Signore compirà
questa cosa nel paese!".
[6] Appunto il giorno dopo, il Signore compì questa cosa: morì tutto
il bestiame degli Egiziani, ma del bestiame degli Israeliti non morì
neppure un capo.
[7] Il faraone mandò a vedere ed ecco neppur un capo era morto del
bestiame d'Israele. Ma il cuore del faraone rimase ostinato e non lasciò
partire il popolo.
[8] Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: "Procuratevi una manciata
di fuliggine di fornace: Mosè la getterà in aria sotto gli occhi del
faraone.
[9] Essa diventerà un pulviscolo diffuso su tutto il paese d'Egitto e
produrrà, sugli uomini e sulle bestie, un'ulcera con pustole, in tutto
il paese d'Egitto".
[10] Presero dunque fuliggine di fornace, si posero alla presenza del
faraone, Mosè la gettò in aria ed essa produsse ulcere pustolose, con
eruzioni su uomini e bestie.
[11] I maghi non poterono stare alla presenza di Mosè a causa delle
ulcere che li avevano colpiti come tutti gli Egiziani.
[12] Ma il Signore rese ostinato il cuore del faraone, il quale non
diede loro ascolto, come il Signore aveva predetto a Mosè.
[13] Poi il Signore disse a Mosè: "Alzati di buon mattino,
presentati al faraone e annunziagli: Dice il Signore, il Dio degli
Ebrei: Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire!
[14] Perché questa volta io mando tutti i miei flagelli contro di te,
contro i tuoi ministri e contro il tuo popolo, perché tu sappia che
nessuno è come me su tutta la terra.
[15] Se fin da principio io avessi steso la mano per colpire te e il tuo
popolo con la peste, tu saresti ormai cancellato dalla terra;
[16] invece ti ho lasciato vivere, per dimostrarti la mia potenza e per
manifestare il mio nome in tutta la terra.
[17] Ancora ti opponi al mio popolo e non lo lasci partire!
[18] Ecco, io faccio cadere domani a questa stessa ora una grandine
violentissima come non c'era mai stata in Egitto dal giorno della sua
fondazione fino ad oggi.
[19] Manda dunque fin d'ora a mettere al riparo il tuo bestiame e quanto
hai in campagna. Su tutti gli uomini e su tutti gli animali che si
trovano in campagna e che non saranno ricondotti in casa, scenderà la
grandine ed essi moriranno".
[20] Chi tra i ministri del faraone temeva il Signore fece ricoverare
nella casa i suoi schiavi e il suo bestiame;
[21] chi invece non diede retta alla parola del Signore lasciò schiavi
e bestiame in campagna.
[22] Il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano verso il cielo: vi
sia grandine in tutto il paese di Egitto, sugli uomini, sulle bestie e
su tutte le erbe dei campi nel paese di Egitto!".
[23] Mosè stese il bastone verso il cielo e il Signore mandò tuoni e
grandine; un fuoco guizzò sul paese e il Signore fece piovere grandine
su tutto il paese d'Egitto.
[24] Ci furono grandine e folgori in mezzo alla grandine: grandinata così
violenta non vi era mai stata in tutto il paese d'Egitto, dal tempo in
cui era diventato nazione!
[25] La grandine colpì, in tutto il paese d'Egitto, quanto era nella
campagna: uomini e bestie; la grandine colpì anche tutta l'erba della
campagna e schiantò tutti gli alberi della campagna.
[26] Soltanto nel paese di Gosen, dove stavano gli Israeliti, non vi fu
grandine.
[27] Allora il faraone mandò a chiamare Mosè e Aronne e disse loro:
"Questa volta ho peccato: il Signore ha ragione; io e il mio popolo
siamo colpevoli.
[28] Pregate il Signore: basta con i tuoni e la grandine! Vi lascerò
partire e non resterete qui più oltre".
[29] Mosè gli rispose: "Quando sarò uscito dalla città, stenderò
le mani verso il Signore: i tuoni cesseranno e non vi sarà più
grandine, perché tu sappia che la terra è del Signore.
[30] Ma quanto a te e ai tuoi ministri, io so che ancora non temerete il
Signore Dio".
[31] Ora il lino e l'orzo erano stati colpiti, perché l'orzo era in
spiga e il lino in fiore;
[32] ma il grano e la spelta non erano stati colpiti, perché tardivi.
[33] Mosè si allontanò dal faraone e dalla città; stese allora le
mani verso il Signore: i tuoni e la grandine cessarono e la pioggia non
si rovesciò più sulla terra.
[34] Il faraone vide che la pioggia era cessata, come anche la grandine
e i tuoni, e allora continuò a peccare e si ostinò, insieme con i suoi
ministri.
[35] Il cuore del faraone si ostinò ed egli non lasciò partire gli
Israeliti, come aveva predetto il Signore per mezzo di Mosè.
10
[1]
Allora il Signore disse a Mosè: "Và dal faraone, perché io ho
reso irremovibile il suo cuore e il cuore dei suoi ministri, per operare
questi miei prodigi in mezzo a loro
[2] e perché tu possa raccontare e fissare nella memoria di tuo figlio
e di tuo nipote come io ho trattato gli Egiziani e i segni che ho
compiuti in mezzo a loro e così saprete che io sono il Signore!".
[3] Mosè e Aronne entrarono dal faraone e gli dissero: "Dice il
Signore, il Dio degli Ebrei: Fino a quando rifiuterai di piegarti
davanti a me? Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire.
[4] Se tu rifiuti di lasciar partire il mio popolo, ecco io manderò da
domani le cavallette sul tuo territorio.
[5] Esse copriranno il paese, così da non potersi più vedere il suolo:
divoreranno ciò che è rimasto, che vi è stato lasciato dalla
grandine, e divoreranno ogni albero che germoglia nella vostra campagna.
[6] Riempiranno le tue case, le case di tutti i tuoi ministri e le case
di tutti gli Egiziani, cosa che non videro i tuoi padri, né i padri dei
tuoi padri, da quando furono su questo suolo fino ad oggi!". Poi
voltarono le spalle e uscirono dalla presenza del faraone.
[7] I ministri del faraone gli dissero: "Fino a quando costui
resterà tra noi come una trappola? Lascia partire questa gente perché
serva il Signore suo Dio! Non sai ancora che l'Egitto va in
rovina?".
[8] Mosè e Aronne furono richiamati presso il faraone, che disse loro:
"Andate, servite il Signore, vostro Dio! Ma chi sono quelli che
devono partire?".
[9] Mosè disse: "Andremo con i nostri giovani e i nostri vecchi,
con i figli e le figlie, con il nostro bestiame e le nostre greggi perché
per noi è una festa del Signore".
[10] Rispose: "Il Signore sia con voi, come io intendo lasciar
partire voi e i vostri bambini! Ma badate che voi avete di mira un
progetto malvagio.
[11] Così non va! Partite voi uomini e servite il Signore, se davvero
voi cercate questo!". Li allontanarono dal faraone.
[12] Allora il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano sul paese
d'Egitto per mandare le cavallette: assalgano il paese d'Egitto e
mangino ogni erba di quanto la grandine ha risparmiato!".
[13] Mosè stese il bastone sul paese di Egitto e il Signore diresse sul
paese un vento d'oriente per tutto quel giorno e tutta la notte. Quando
fu mattina, il vento di oriente aveva portato le cavallette.
[14] Le cavallette assalirono tutto il paese d'Egitto e vennero a
posarsi in tutto il territorio d'Egitto. Fu una cosa molto grave: tante
non ve n'erano mai state prima, né vi furono in seguito.
[15] Esse coprirono tutto il paese, così che il paese ne fu oscurato;
divorarono ogni erba della terra e ogni frutto d'albero che la grandine
aveva risparmiato: nulla di verde rimase sugli alberi e delle erbe dei
campi in tutto il paese di Egitto.
[16] Il faraone allora convocò in fretta Mosè e Aronne e disse:
"Ho peccato contro il Signore, vostro Dio, e contro di voi.
[17] Ma ora perdonate il mio peccato anche questa volta e pregate il
Signore vostro Dio perché almeno allontani da me questa morte!".
[18] Egli si allontanò dal faraone e pregò il Signore.
[19] Il Signore cambiò la direzione del vento e lo fece soffiare dal
mare con grande forza: esso portò via le cavallette e le abbatté nel
Mare Rosso; neppure una cavalletta rimase in tutto il territorio di
Egitto.
[20] Ma il Signore rese ostinato il cuore del faraone, il quale non
lasciò partire gli Israeliti.
[21] Poi il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano verso il cielo:
verranno tenebre sul paese di Egitto, tali che si potranno
palpare!".
[22] Mosè stese la mano verso il cielo: vennero dense tenebre su tutto
il paese d'Egitto, per tre giorni.
[23] Non si vedevano più l'un l'altro e per tre giorni nessuno si potè
muovere dal suo posto. Ma per tutti gli Israeliti vi era luce là dove
abitavano.
[24] Allora il faraone convocò Mosè e disse: "Partite, servite il
Signore! Solo rimanga il vostro bestiame minuto e grosso! Anche i vostri
bambini potranno partire con voi".
[25] Rispose Mosè: "Anche tu metterai a nostra disposizione
sacrifici e olocausti e noi li offriremo al Signore nostro Dio.
[26] Anche il nostro bestiame partirà con noi: neppure un'unghia ne
resterà qui. Perché da esso noi dobbiamo prelevare le vittime per
servire il Signore, nostro Dio, e noi non sapremo come servire il
Signore finché non saremo arrivati in quel luogo".
[27] Ma il Signore rese ostinato il cuore del faraone, il quale non
volle lasciarli partire.
[28] Gli rispose dunque il faraone: "Vattene da me! Guardati dal
ricomparire davanti a me, perché quando tu rivedrai la mia faccia
morirai".
[29] Mosè disse: "Hai parlato bene: non vedrò più la tua
faccia!".
11
[1] Il
Signore disse a Mosè: "Ancora una piaga manderò contro il faraone
e l'Egitto; dopo, egli vi lascerà partire di qui. Vi lascerà partire
senza restrizione, anzi vi caccerà via di qui.
[2] Dì dunque al popolo, che ciascuno dal suo vicino e ciascuna dalla
sua vicina si facciano dare oggetti d'argento e oggetti d'oro".
[3] Ora il Signore fece sì che il popolo trovasse favore agli occhi
degli Egiziani. Inoltre Mosè era un uomo assai considerato nel paese
d'Egitto, agli occhi dei ministri del faraone e del popolo.
[4] Mosè riferì: "Dice il Signore: Verso la metà della notte io
uscirò attraverso l'Egitto:
[5] morirà ogni primogenito nel paese di Egitto, dal primogenito del
faraone che siede sul trono fino al primogenito della schiava che sta
dietro la mola, e ogni primogenito del bestiame.
[6] Un grande grido si alzerà in tutto il paese di Egitto, quale non vi
fu mai e quale non si ripeterà mai più.
[7] Ma contro tutti gli Israeliti neppure un cane punterà la lingua, né
contro uomini, né contro bestie, perché sappiate che il Signore fa
distinzione tra l'Egitto e Israele.
[8] Tutti questi tuoi servi scenderanno a me e si prostreranno davanti a
me, dicendo: Esci tu e tutto il popolo che ti segue! Dopo, io uscirò!".
Mosè acceso di collera, si allontanò dal faraone.
[9] Il Signore aveva appunto detto a Mosè: "Il faraone non vi
ascolterà, perché si moltiplichino i miei prodigi nel paese
d'Egitto".
[10] Mosè e Aronne avevano fatto tutti questi prodigi davanti al
faraone; ma il Signore aveva reso ostinato il cuore del faraone, il
quale non lasciò partire gli Israeliti dal suo paese.
12
[1] Il
Signore disse a Mosè e ad Aronne nel paese d'Egitto:
[2] "Questo mese sarà per voi l'inizio dei mesi, sarà per voi il
primo mese dell'anno.
[3] Parlate a tutta la comunità di Israele e dite: Il dieci di questo
mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa.
[4] Se la famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello, si
assocerà al suo vicino, al più prossimo della casa, secondo il numero
delle persone; calcolerete come dovrà essere l'agnello, secondo quanto
ciascuno può mangiarne.
[5] Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno;
potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre
[6] e lo serberete fino al quattordici di questo mese: allora tutta
l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto.
[7] Preso un pò del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e
sull'architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare.
[8] In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la
mangeranno con azzimi e con erbe amare.
[9] Non lo mangerete crudo, né bollito nell'acqua, ma solo arrostito al
fuoco con la testa, le gambe e le viscere.
[10] Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino
sarà avanzato lo brucerete nel fuoco.
[11] Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai
piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la pasqua del
Signore!
[12] In quella notte io passerò per il paese d'Egitto e colpirò ogni
primogenito nel paese d'Egitto, uomo o bestia; così farò giustizia di
tutti gli dei dell'Egitto. Io sono il Signore!
[13] Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io
vedrò il sangue e passerò oltre, non vi sarà per voi flagello di
sterminio, quando io colpirò il paese d'Egitto.
[14] Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa
del Signore: di generazione in generazione, lo celebrerete come un rito
perenne.
[15] Per sette giorni voi mangerete azzimi.
Gia dal primo giorno farete sparire il lievito dalle vostre case, perché
chiunque mangerà del lievitato dal giorno primo al giorno settimo,
quella persona sarà eliminata da Israele.
[16] Nel primo giorno avrete una convocazione sacra; nel settimo giorno
una convocazione sacra: durante questi giorni non si farà alcun lavoro;
potrà esser preparato solo ciò che deve essere mangiato da ogni
persona.
[17] Osservate gli azzimi, perché in questo stesso giorno io ho fatto
uscire le vostre schiere dal paese d'Egitto; osserverete questo giorno
di generazione in generazione come rito perenne.
[18] Nel primo mese, il giorno quattordici del mese, alla sera, voi
mangerete azzimi fino al ventuno del mese, alla sera.
[19] Per sette giorni non si troverà lievito nelle vostre case, perché
chiunque mangerà del lievito, sarà eliminato dalla comunità di
Israele, forestiero o nativo del paese.
[20] Non mangerete nulla di lievitato; in tutte le vostre dimore
mangerete azzimi".
[21] Mosè convocò tutti gli anziani d'Israele e disse loro:
"Andate a procurarvi un capo di bestiame minuto per ogni vostra
famiglia e immolate la pasqua.
[22] Prenderete un fascio di issòpo, lo intingerete nel sangue che sarà
nel catino e spruzzerete l'architrave e gli stipiti con il sangue del
catino. Nessuno di voi uscirà dalla porta della sua casa fino al
mattino.
[23] Il Signore passerà per colpire l'Egitto, vedrà il sangue
sull'architrave e sugli stipiti: allora il Signore passerà oltre la
porta e non permetterà allo sterminatore di entrare nella vostra casa
per colpire.
[24] Voi osserverete questo comando come un rito fissato per te e per i
tuoi figli per sempre.
[25] Quando poi sarete entrati nel paese che il Signore vi darà, come
ha promesso, osserverete questo rito.
[26] Allora i vostri figli vi chiederanno: Che significa questo atto di
culto?
[27] Voi direte loro: È il sacrificio della pasqua per il Signore, il
quale è passato oltre le case degli Israeliti in Egitto, quando colpì
l'Egitto e salvò le nostre case".
Il popolo si inginocchiò e si prostrò.
[28] Poi gli Israeliti se ne andarono ed eseguirono ciò che il Signore
aveva ordinato a Mosè e ad Aronne; in tal modo essi fecero.
[29] A mezzanotte il Signore percosse ogni primogenito nel paese
d'Egitto, dal primogenito del faraone che siede sul trono fino al
primogenito del prigioniero nel carcere sotterraneo, e tutti i
primogeniti del bestiame.
[30] Si alzò il faraone nella notte e con lui i suoi ministri e tutti
gli Egiziani; un grande grido scoppiò in Egitto, perché non c'era casa
dove non ci fosse un morto!
[31] Il faraone convocò Mosè e Aronne nella notte e disse:
"Alzatevi e abbandonate il mio popolo, voi e gli Israeliti! Andate
a servire il Signore come avete detto.
[32] Prendete anche il vostro bestiame e le vostre greggi, come avete
detto, e partite! Benedite anche me!".
[33] Gli Egiziani fecero pressione sul popolo, affrettandosi a mandarli
via dal paese, perché dicevano: "Stiamo per morire tutti!".
[34] Il popolo portò con sé la pasta prima che fosse lievitata,
recando sulle spalle le madie avvolte nei mantelli.
[35] Gli Israeliti eseguirono l'ordine di Mosè e si fecero dare dagli
Egiziani oggetti d'argento e d'oro e vesti.
[36] Il Signore fece sì che il popolo trovasse favore agli occhi degli
Egiziani, i quali annuirono alle loro richieste. Così essi spogliarono
gli Egiziani.
[37] Gli Israeliti partirono da Ramses alla volta di Succot, in numero
di seicentomila uomini capaci di camminare, senza contare i bambini.
[38] Inoltre una grande massa di gente promiscua partì con loro e
insieme greggi e armenti in gran numero.
[39] Fecero cuocere la pasta che avevano portata dall'Egitto in forma di
focacce azzime, perché non era lievitata: erano infatti stati scacciati
dall'Egitto e non avevano potuto indugiare; neppure si erano procurati
provviste per il viaggio.
[40] Il tempo durante il quale gli Israeliti abitarono in Egitto fu di
quattrocentotrent'anni.
[41] Al termine dei quattrocentotrent'anni, proprio in quel giorno,
tutte le schiere del Signore uscirono dal paese d'Egitto.
[42] Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dal paese
d'Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per
tutti gli Israeliti, di generazione in generazione.
[43] Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: "Questo è il rito della
pasqua: nessun straniero ne deve mangiare.
[44] Quanto a ogni schiavo acquistato con denaro, lo circonciderai e
allora ne potrà mangiare.
[45] L'avventizio e il mercenario non ne mangeranno.
[46] In una sola casa si mangerà: non ne porterai la carne fuori di
casa; non ne spezzerete alcun osso.
[47] Tutta la comunità d'Israele la celebrerà.
[48] Se un forestiero è domiciliato presso di te e vuol celebrare la
pasqua del Signore, sia circonciso ogni suo maschio: allora si accosterà
per celebrarla e sarà come un nativo del paese. Ma nessun non
circonciso ne deve mangiare.
[49] Vi sarà una sola legge per il nativo e per il forestiero, che è
domiciliato in mezzo a voi".
[50] Tutti gli Israeliti fecero così; come il Signore aveva ordinato a
Mosè e ad Aronne, in tal modo operarono.
[51] Proprio in quel giorno il Signore fece uscire gli Israeliti dal
paese d'Egitto, ordinati secondo le loro schiere.
13
[1] Il
Signore disse a Mosè:
[2] "Consacrami ogni primogenito, il primo parto di ogni madre tra
gli Israeliti - di uomini o di animali -: esso appartiene a me".
[3] Mosè disse al popolo: "Ricordati di questo giorno, nel quale
siete usciti dall'Egitto, dalla condizione servile, perché con mano
potente il Signore vi ha fatti uscire di là: non si mangi ciò che è
lievitato.
[4] Oggi voi uscite nel mese di Abib.
[5] Quando il Signore ti avrà fatto entrare nel paese del Cananeo,
dell'Hittita, dell'Amorreo, dell'Eveo e del Gebuseo, che ha giurato ai
tuoi padri di dare a te, terra dove scorre latte e miele, allora tu
compirai questo rito in questo mese.
[6] Per sette giorni mangerai azzimi.
Nel settimo vi sarà una festa in onore del Signore.
[7] Nei sette giorni si mangeranno azzimi e non ci sarà presso di te ciò
che è lievitato; non ci sarà presso di te il lievito, entro tutti i
tuoi confini.
[8] In quel giorno tu istruirai tuo figlio: È a causa di quanto ha
fatto il Signore per me, quando sono uscito dall'Egitto.
[9] Sarà per te segno sulla tua mano e ricordo fra i tuoi occhi, perché
la legge del Signore sia sulla tua bocca. Con mano potente infatti il
Signore ti ha fatto uscire dall'Egitto.
[10] Osserverai questo rito alla sua ricorrenza ogni anno.
[11] Quando il Signore ti avrà fatto entrare nel paese del Cananeo,
come ha giurato a te e ai tuoi padri, e te lo avrà dato in possesso,
[12] tu riserverai per il Signore ogni primogenito del seno materno;
ogni primo parto del bestiame, se di sesso maschile, appartiene al
Signore.
[13] Riscatterai ogni primo parto dell'asino mediante un capo di
bestiame minuto; se non lo riscatti, gli spaccherai la nuca. Riscatterai
ogni primogenito dell'uomo tra i tuoi figli.
[14] Quando tuo figlio domani ti chiederà: Che significa ciò?, tu gli
risponderai: Con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire
dall'Egitto, dalla condizione servile.
[15] Poiché il faraone si ostinava a non lasciarci partire, il Signore
ha ucciso ogni primogenito nel paese d'Egitto, i primogeniti degli
uomini e i primogeniti del bestiame. Per questo io sacrifico al Signore
ogni primo frutto del seno materno, se di sesso maschile, e riscatto
ogni primogenito dei miei figli.
[16] Questo sarà un segno sulla tua mano, sarà un ornamento fra i tuoi
occhi, per ricordare che con braccio potente il Signore ci ha fatti
uscire dall'Egitto".
[17] Quando il faraone lasciò partire il popolo, Dio non lo condusse
per la strada del paese dei Filistei, benché fosse più corta, perché
Dio pensava: "Altrimenti il popolo, vedendo imminente la guerra,
potrebbe pentirsi e tornare in Egitto".
[18] Dio guidò il popolo per la strada del deserto verso il Mare Rosso.
Gli Israeliti, ben armati uscivano dal paese d'Egitto.
[19] Mosè prese con sé le ossa di Giuseppe, perché questi aveva fatto
giurare solennemente gli Israeliti: "Dio, certo, verrà a
visitarvi; voi allora vi porterete via le mie ossa".
[20] Partirono da Succot e si accamparono a Etam, sul limite del
deserto.
[21] Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di
nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna
di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e
notte.
[22] Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del
popolo, né la colonna di fuoco durante la notte.
14
[1] Il
Signore disse a Mosè:
[2] "Comanda agli Israeliti che tornino indietro e si accampino
davanti a Pi-Achirot, tra Migdol e il mare, davanti a Baal-Zefon; di
fronte ad esso vi accamperete presso il mare.
[3] Il faraone penserà degli Israeliti: Vanno errando per il paese; il
deserto li ha bloccati!
[4] Io renderò ostinato il cuore del faraone ed egli li inseguirà; io
dimostrerò la mia gloria contro il faraone e tutto il suo esercito, così
gli Egiziani sapranno che io sono il Signore!".
Essi fecero in tal modo.
[5] Quando fu riferito al re d'Egitto che il popolo era fuggito, il
cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo.
Dissero: "Che abbiamo fatto, lasciando partire Israele, così che
più non ci serva!".
[6] Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati.
[7] Prese poi seicento carri scelti e tutti i carri di Egitto con i
combattenti sopra ciascuno di essi.
[8] Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re di Egitto, il
quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano
alzata.
[9] Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano
accampati presso il mare: tutti i cavalli e i carri del faraone, i suoi
cavalieri e il suo esercito si trovarono presso Pi-Achirot, davanti a
Baal-Zefon.
[10] Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi:
ecco, gli Egiziani muovevano il campo dietro di loro! Allora gli
Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore.
[11] Poi dissero a Mosè: "Forse perché non c'erano sepolcri in
Egitto ci hai portati a morire nel deserto? Che hai fatto, portandoci
fuori dall'Egitto?
[12] Non ti dicevamo in Egitto: Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani,
perché è meglio per noi servire l'Egitto che morire nel
deserto?".
[13] Mosè rispose: "Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la
salvezza che il Signore oggi opera per voi; perché gli Egiziani che voi
oggi vedete, non li rivedrete mai più!
[14] Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli".
[15] Il Signore disse a Mosè: "Perché gridi verso di me? Ordina
agli Israeliti di riprendere il cammino.
[16] Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo,
perché gli Israeliti entrino nel mare all'asciutto.
[17] Ecco io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino
dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo
esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri.
[18] Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la
mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri".
[19] L'angelo di Dio, che precedeva l'accampamento d'Israele, cambiò
posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti
passò indietro.
[20] Venne così a trovarsi tra l'accampamento degli Egiziani e quello
d'Israele. Ora la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri
illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri
durante tutta la notte.
[21] Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la
notte, risospinse il mare con un forte vento d'oriente, rendendolo
asciutto; le acque si divisero.
[22] Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le acque erano
per loro una muraglia a destra e a sinistra.
[23] Gli Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del faraone, i suoi
carri e i suoi cavalieri, entrando dietro di loro in mezzo al mare.
[24] Ma alla veglia del mattino il Signore dalla colonna di fuoco e di
nube gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta.
[25] Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a
spingerle. Allora gli Egiziani dissero: "Fuggiamo di fronte a
Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli
Egiziani!".
[26] Il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano sul mare: le acque
si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri".
[27] Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò
al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si
dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare.
[28] Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto
l'esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non
ne scampò neppure uno.
[29] Invece gli Israeliti avevano camminato sull'asciutto in mezzo al
mare, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra.
[30] In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani
e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare;
[31] Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito
contro l'Egitto e il popolo temette il Signore e credette in lui e nel
suo servo Mosè.
15
[1]
Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e
dissero:
"Voglio cantare in onore del Signore:
perché ha mirabilmente trionfato,
ha gettato in mare
cavallo e cavaliere.
[2] Mia forza e mio canto è il Signore,
egli mi ha salvato.
È il mio Dio e lo voglio lodare,
è il Dio di mio padre
e lo voglio esaltare!
[3] Il Signore è prode in guerra,
si chiama Signore.
[4] I carri del faraone e il suo esercito
ha gettato nel mare
e i suoi combattenti scelti
furono sommersi nel Mare Rosso.
[5] Gli abissi li ricoprirono,
sprofondarono come pietra.
[6] La tua destra, Signore,
terribile per la potenza,
la tua destra, Signore,
annienta il nemico;
[7] con sublime grandezza
abbatti i tuoi avversari,
scateni il tuo furore
che li divora come paglia.
[8] Al soffio della tua ira
si accumularono le acque,
si alzarono le onde
come un argine,
si rappresero gli abissi
in fondo al mare.
[9] Il nemico aveva detto:
Inseguirò, raggiungerò,
spartirò il bottino,
se ne sazierà la mia brama;
sfodererò la spada,
li conquisterà la mia mano!
[10] Soffiasti con il tuo alito:
il mare li coprì,
sprofondarono come piombo
in acque profonde.
[11] Chi è come te fra gli dei, Signore?
Chi è come te,
maestoso in santità,
tremendo nelle imprese,
operatore di prodigi?
[12] Stendesti la destra:
la terra li inghiottì.
[13] Guidasti con il tuo favore
questo popolo che hai riscattato,
lo conducesti con forza
alla tua santa dimora.
[14] Hanno udito i popoli e tremano;
dolore incolse gli abitanti della Filistea.
[15] Gia si spaventano i capi di Edom,
i potenti di Moab li prende il timore;
tremano tutti gli abitanti di Cànaan.
[16] Piombano sopra di loro
la paura e il terrore;
per la potenza del tuo braccio
restano immobili come pietra,
finché sia passato il tuo popolo, Signore,
finché sia passato questo tuo popolo
che ti sei acquistato.
[17] Lo fai entrare e lo pianti
sul monte della tua eredità,
luogo che per tua sede,
Signore, hai preparato,
santuario che le tue mani,
Signore, hanno fondato.
[18] Il Signore regna
in eterno e per sempre!".
[19] Quando infatti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi
cavalieri furono entrati nel mare, il Signore fece tornare sopra di essi
le acque del mare, mentre gli Israeliti avevano camminato sull'asciutto
in mezzo al mare.
[20] Allora Maria, la profetessa, sorella di Aronne, prese in mano un
timpano: dietro a lei uscirono le donne con i timpani, formando cori di
danze.
[21] Maria fece loro cantare il ritornello:
"Cantate al Signore
perché ha mirabilmente trionfato:
ha gettato in mare
cavallo e cavaliere!".
[22] Mosè fece levare l'accampamento di Israele dal Mare Rosso ed essi
avanzarono verso il deserto di Sur. Camminarono tre giorni nel deserto e
non trovarono acqua.
[23] Arrivarono a Mara, ma non potevano bere le acque di Mara, perché
erano amare. Per questo erano state chiamate Mara.
[24] Allora il popolo mormorò contro Mosè: "Che berremo?".
[25] Egli invocò il Signore, il quale gli indicò un legno. Lo gettò
nell'acqua e l'acqua divenne dolce. In quel luogo il Signore impose al
popolo una legge e un diritto; in quel luogo lo mise alla prova.
[26] Disse: "Se tu ascolterai la voce del Signore tuo Dio e farai
ciò che è retto ai suoi occhi, se tu presterai orecchio ai suoi ordini
e osserverai tutte le sue leggi, io non t'infliggerò nessuna delle
infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il Signore,
colui che ti guarisce!".
[27] Poi arrivarono a Elim, dove sono dodici sorgenti di acqua e
settanta palme. Qui si accamparono presso l'acqua.
16
[1]
Levarono l'accampamento da Elim e tutta la comunità degli Israeliti
arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elim e il Sinai, il quindici
del secondo mese dopo la loro uscita dal paese d'Egitto.
[2] Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè
e contro Aronne.
[3] Gli Israeliti dissero loro: "Fossimo morti per mano del Signore
nel paese d'Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne,
mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatti uscire in questo
deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine".
[4] Allora il Signore disse a Mosè: "Ecco, io sto per far piovere
pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la
razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se
cammina secondo la mia legge o no.
[5] Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare
a casa, sarà il doppio di ciò che raccoglieranno ogni altro
giorno".
[6] Mosè e Aronne dissero a tutti gli Israeliti: "Questa sera
saprete che il Signore vi ha fatti uscire dal paese d'Egitto;
[7] domani mattina vedrete la Gloria del Signore; poiché egli ha inteso
le vostre mormorazioni contro di lui. Noi infatti che cosa siamo, perché
mormoriate contro di noi?".
[8] Mosè disse: "Quando il Signore vi darà alla sera la carne da
mangiare e alla mattina il pane a sazietà, sarà perché il Signore ha
inteso le mormorazioni, con le quali mormorate contro di lui. Noi
infatti che cosa siamo? Non contro di noi vanno le vostre mormorazioni,
ma contro il Signore".
[9] Mosè disse ad Aronne: "Dà questo comando a tutta la comunità
degli Israeliti: Avvicinatevi alla presenza del Signore, perché egli ha
inteso le vostre mormorazioni!".
[10] Ora mentre Aronne parlava a tutta la comunità degli Israeliti,
essi si voltarono verso il deserto: ed ecco la Gloria del Signore
apparve nella nube.
[11] Il Signore disse a Mosè:
[12] "Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così:
Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete
che io sono il Signore vostro Dio".
[13] Ora alla sera le quaglie salirono e coprirono l'accampamento; al
mattino vi era uno strato di rugiada intorno all'accampamento.
[14] Poi lo strato di rugiada svanì ed ecco sulla superficie del
deserto vi era una cosa minuta e granulosa, minuta come è la brina
sulla terra.
[15] Gli Israeliti la videro e si dissero l'un l'altro: "Man hu:
che cos'è?", perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse
loro: "È il pane che il Signore vi ha dato in cibo.
[16] Ecco che cosa comanda il Signore: Raccoglietene quanto ciascuno può
mangiarne, un omer a testa, secondo il numero delle persone con voi. Ne
prenderete ciascuno per quelli della propria tenda".
[17] Così fecero gli Israeliti. Ne raccolsero chi molto chi poco.
[18] Si misurò con l'omer: colui che ne aveva preso di più, non ne
aveva di troppo, colui che ne aveva preso di meno non ne mancava:
avevano raccolto secondo quanto ciascuno poteva mangiarne.
[19] Poi Mosè disse loro: "Nessuno ne faccia avanzare fino al
mattino".
[20] Essi non obbedirono a Mosè e alcuni ne conservarono fino al
mattino; ma vi si generarono vermi e imputridì. Mosè si irritò contro
di loro.
[21] Essi dunque ne raccoglievano ogni mattina secondo quanto ciascuno
mangiava; quando il sole cominciava a scaldare, si scioglieva.
[22] Nel sesto giorno essi raccolsero il doppio di quel pane, due omer a
testa. Allora tutti i principi della comunità vennero ad informare Mosè.
[23] E disse loro: "È appunto ciò che ha detto il Signore: Domani
è sabato, riposo assoluto consacrato al Signore. Ciò che avete da
cuocere, cuocetelo; ciò che avete da bollire, bollitelo; quanto avanza,
tenetelo in serbo fino a domani mattina".
[24] Essi lo misero in serbo fino al mattino, come aveva ordinato Mosè,
e non imputridì, né vi si trovarono vermi.
[25] Disse Mosè: "Mangiatelo oggi, perché è sabato in onore del
Signore: oggi non lo troverete nella campagna.
[26] Sei giorni lo raccoglierete, ma il settimo giorno è sabato: non ve
ne sarà".
[27] Nel settimo giorno alcuni del popolo uscirono per raccoglierne, ma
non ne trovarono.
[28] Disse allora il Signore a Mosè: "Fino a quando rifiuterete di
osservare i miei ordini e le mie leggi?
[29] Vedete che il Signore vi ha dato il sabato! Per questo egli vi dà
al sesto giorno il pane per due giorni. Restate ciascuno al proprio
posto! Nel settimo giorno nessuno esca dal luogo dove si trova".
[30] Il popolo dunque riposò nel settimo giorno.
[31] La casa d'Israele la chiamò manna. Era simile al seme del
coriandolo e bianca; aveva il sapore di una focaccia con miele.
[32] Mosè disse: "Questo ha ordinato il Signore: Riempitene un
omer e conservatelo per i vostri discendenti, perché vedano il pane che
vi ho dato da mangiare nel deserto, quando vi ho fatti uscire dal paese
d'Egitto".
[33] Mosè disse quindi ad Aronne: "Prendi un'urna e mettici un
omer completo di manna; deponila davanti al Signore e conservala per i
vostri discendenti".
[34] Secondo quanto il Signore aveva ordinato a Mosè, Aronne la depose
per conservarla davanti alla Testimonianza.
[35] Gli Israeliti mangiarono la manna per quarant'anni, fino al loro
arrivo in una terra abitata, mangiarono cioè la manna finché furono
arrivati ai confini del paese di Cànaan.
[36] L'omer è la decima parte di un efa.
17
[1]
Tutta la comunità degli Israeliti levò l'accampamento dal deserto di
Sin, secondo l'ordine che il Signore dava di tappa in tappa, e si accampò
a Refidim. Ma non c'era acqua da bere per il popolo.
[2] Il popolo protestò contro Mosè: "Dateci acqua da bere!".
Mosè disse loro: "Perché protestate con me? Perché mettete alla
prova il Signore?".
[3] In quel luogo dunque il popolo soffriva la sete per mancanza di
acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: "Perché ci hai
fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il
nostro bestiame?".
[4] Allora Mosè invocò l'aiuto del Signore, dicendo: "Che farò
io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!".
[5] Il Signore disse a Mosè: "Passa davanti al popolo e prendi con
te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai
percosso il Nilo, e và!
[6] Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai
sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà". Mosè così
fece sotto gli occhi degli anziani d'Israele.
[7] Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli
Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: "Il
Signore è in mezzo a noi sì o no?".
[8] Allora Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim.
[9] Mosè disse a Giosuè: "Scegli per noi alcuni uomini ed esci in
battaglia contro Amalek. Domani io starò ritto sulla cima del colle con
in mano il bastone di Dio".
[10] Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere
contro Amalek, mentre Mosè, Aronne, e Cur salirono sulla cima del
colle.
[11] Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando
le lasciava cadere, era più forte Amalek.
[12] Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una
pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e
Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani. Così
le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
[13] Giosuè sconfisse Amalek e il suo popolo passandoli poi a fil di
spada.
[14] Allora il Signore disse a Mosè: "Scrivi questo per ricordo
nel libro e mettilo negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto
la memoria di Amalek sotto il cielo!".
[15] Allora Mosè costruì un altare, lo chiamò "Il Signore è il
mio vessillo"
[16] e disse:
"Una mano s'è levata sul trono del Signore:
vi sarà guerra del Signore contro Amalek
di generazione in generazione!".
18
[1]
Ietro, sacerdote di Madian, suocero di Mosè, venne a sapere quanto Dio
aveva operato per Mosè e per Israele, suo popolo, come il Signore aveva
fatto uscire Israele dall'Egitto.
[2] Allora Ietro prese con sé Zippora, moglie di Mosè, che prima egli
aveva rimandata,
[3] e insieme i due figli di lei, uno dei quali si chiamava Gherson,
perché egli aveva detto: "Sono un emigrato in terra
straniera",
[4] e l'altro si chiamava Eliezer, perché "Il Dio di mio padre è
venuto in mio aiuto e mi ha liberato dalla spada del faraone".
[5] Ietro dunque, suocero di Mosè, con i figli e la moglie di lui venne
da Mosè nel deserto, dove era accampato, presso la montagna di Dio.
[6] Egli fece dire a Mosè: "Sono io, Ietro, tuo suocero, che vengo
da te con tua moglie e i suoi due figli!".
[7] Mosè andò incontro al suocero, si prostrò davanti a lui e lo baciò;
poi si informarono l'uno della salute dell'altro ed entrarono sotto la
tenda.
[8] Mosè raccontò al suocero quanto il Signore aveva fatto al faraone
e agli Egiziani per Israele, tutte le difficoltà loro capitate durante
il viaggio, dalle quali il Signore li aveva liberati.
[9] Ietro gioì di tutti i benefici che il Signore aveva fatti a
Israele, quando lo aveva liberato dalla mano degli Egiziani.
[10] Disse Ietro: "Benedetto sia il Signore, che vi ha liberati
dalla mano degli Egiziani e dalla mano del faraone: egli ha strappato
questo popolo dalla mano dell'Egitto!
[11] Ora io so che il Signore è più grande di tutti gli dei, poiché
egli ha operato contro gli Egiziani con quelle stesse cose di cui essi
si vantavano".
[12] Poi Ietro, suocero di Mosè, offrì un olocausto e sacrifici a Dio.
Vennero Aronne e tutti gli anziani d'Israele e fecero un banchetto con
il suocero di Mosè davanti a Dio.
[13] Il giorno dopo Mosè sedette a render giustizia al popolo e il
popolo si trattenne presso Mosè dalla mattina fino alla sera.
[14] Allora Ietro, visto quanto faceva per il popolo, gli disse:
"Che cos'è questo che fai per il popolo? Perché siedi tu solo,
mentre il popolo sta presso di te dalla mattina alla sera?".
[15] Mosè rispose al suocero: "Perché il popolo viene da me per
consultare Dio.
[16] Quando hanno qualche questione, vengono da me e io giudico le
vertenze tra l'uno e l'altro e faccio conoscere i decreti di Dio e le
sue leggi".
[17] Il suocero di Mosè gli disse: "Non va bene quello che fai!
[18] Finirai per soccombere, tu e il popolo che è con te, perché il
compito è troppo pesante per te; tu non puoi attendervi da solo.
[19] Ora ascoltami: ti voglio dare un consiglio e Dio sia con te! Tu stà
davanti a Dio in nome del popolo e presenta le questioni a Dio.
[20] A loro spiegherai i decreti e le leggi; indicherai loro la via per
la quale devono camminare e le opere che devono compiere.
[21] Invece sceglierai tra tutto il popolo uomini integri che temono
Dio, uomini retti che odiano la venalità e li costituirai sopra di loro
come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di
decine.
[22] Essi dovranno giudicare il popolo in ogni circostanza; quando vi
sarà una questione importante, la sottoporranno a te, mentre essi
giudicheranno ogni affare minore. Così ti alleggerirai il peso ed essi
lo porteranno con te.
[23] Se tu fai questa cosa e se Dio te la comanda, potrai resistere e
anche questo popolo arriverà in pace alla sua mèta".
[24] Mosè ascoltò la voce del suocero e fece quanto gli aveva
suggerito.
[25] Mosè dunque scelse uomini capaci in tutto Israele e li costituì
alla testa del popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di
cinquantine e capi di decine.
[26] Essi giudicavano il popolo in ogni circostanza: quando avevano
affari difficili li sottoponevano a Mosè, ma giudicavano essi stessi
tutti gli affari minori.
[27] Poi Mosè congedò il suocero, il quale tornò al suo paese.
19
[1] Al
terzo mese dall'uscita degli Israeliti dal paese di Egitto, proprio in
quel giorno, essi arrivarono al deserto del Sinai.
[2] Levato l'accampamento da Refidim, arrivarono al deserto del Sinai,
dove si accamparono; Israele si accampò davanti al monte.
[3] Mosè salì verso Dio e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo:
"Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti:
[4] Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all'Egitto e come ho
sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me.
[5] Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza,
voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta
la terra!
[6] Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa. Queste
parole dirai agli Israeliti".
[7] Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte
queste parole, come gli aveva ordinato il Signore.
[8] Tutto il popolo rispose insieme e disse: "Quanto il Signore ha
detto, noi lo faremo!". Mosè tornò dal Signore e riferì le
parole del popolo.
[9] Il Signore disse a Mosè: "Ecco, io sto per venire verso di te
in una densa nube, perché il popolo senta quando io parlerò con te e
credano sempre anche a te".
[10] Il Signore disse a Mosè: "Và dal popolo e purificalo oggi e
domani: lavino le loro vesti
[11] e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno
il Signore scenderà sul monte Sinai alla vista di tutto il popolo.
[12] Fisserai per il popolo un limite tutto attorno, dicendo: Guardatevi
dal salire sul monte e dal toccare le falde. Chiunque toccherà il monte
sarà messo a morte.
[13] Nessuna mano però dovrà toccare costui: dovrà essere lapidato o
colpito con tiro di arco.
Animale o uomo non dovrà sopravvivere.
Quando suonerà il corno, allora soltanto essi potranno salire sul
monte".
[14] Mosè scese dal monte verso il popolo; egli fece purificare il
popolo ed essi lavarono le loro vesti.
[15] Poi disse al popolo: "Siate pronti in questi tre giorni: non
unitevi a donna".
[16] Appunto al terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni,
lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di tromba: tutto
il popolo che era nell'accampamento fu scosso da tremore.
[17] Allora Mosè fece uscire il popolo dall'accampamento incontro a
Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte.
[18] Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il
Signore nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo di una fornace:
tutto il monte tremava molto.
[19] Il suono della tromba diventava sempre più intenso: Mosè parlava
e Dio gli rispondeva con voce di tuono.
[20] Il Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e
il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte. Mosè salì.
[21] Poi il Signore disse a Mosè: "Scendi, scongiura il popolo di
non irrompere verso il Signore per vedere, altrimenti ne cadrà una
moltitudine!
[22] Anche i sacerdoti, che si avvicinano al Signore, si tengano in
stato di purità, altrimenti il Signore si avventerà contro di
loro!".
[23] Mosè disse al Signore: "Il popolo non può salire al monte
Sinai, perché tu stesso ci hai avvertiti dicendo: Fissa un limite verso
il monte e dichiaralo sacro".
[24] Il Signore gli disse: "Và, scendi, poi salirai tu e Aronne
con te. Ma i sacerdoti e il popolo non si precipitino per salire verso
il Signore, altrimenti egli si avventerà contro di loro!".
[25] Mosè scese verso il popolo e parlò.
20
[1] Dio
allora pronunciò tutte queste parole:
[2] "Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese
d'Egitto, dalla condizione di schiavitù:
[3] non avrai altri dei di fronte a me.
[4] Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel
cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle
acque sotto la terra.
[5] Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il
Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri
nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi
odiano,
[6] ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli
che mi amano e osservano i miei comandi.
[7] Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il
Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.
[8] Ricordati del giorno di sabato per santificarlo:
[9] sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro;
[10] ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu
non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il
tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero
che dimora presso di te.
[11] Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il
mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò
il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.
[12] Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni
nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio.
[13] Non uccidere.
[14] Non commettere adulterio.
[15] Non rubare.
[16] Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
[17] Non desiderare la casa del tuo prossimo.
Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la
sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che
appartenga al tuo prossimo".
[18] Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e
il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne
lontano.
[19] Allora dissero a Mosè: "Parla tu a noi e noi ascolteremo, ma
non ci parli Dio, altrimenti moriremo!".
[20] Mosè disse al popolo: "Non abbiate timore: Dio è venuto per
mettervi alla prova e perché il suo timore vi sia sempre presente e non
pecchiate".
[21] Il popolo si tenne dunque lontano, mentre Mosè avanzò verso la
nube oscura, nella quale era Dio.
[22] Il Signore disse a Mosè: "Dirai agli Israeliti: Avete visto
che vi ho parlato dal cielo!
[23] Non fate dei d'argento e dei d'oro accanto a me: non fatene per
voi!
[24] Farai per me un altare di terra e, sopra, offrirai i tuoi olocausti
e i tuoi sacrifici di comunione, le tue pecore e i tuoi buoi; in ogni
luogo dove io vorrò ricordare il mio nome, verrò a te e ti benedirò.
[25] Se tu mi fai un altare di pietra, non lo costruirai con pietra
tagliata, perché alzando la tua lama su di essa, tu la renderesti
profana.
[26] Non salirai sul mio altare per mezzo di gradini, perché là non si
scopra la tua nudità.
21
[1]
Queste sono le norme che tu esporrai loro.
[2] Quando tu avrai acquistato uno schiavo ebreo, egli ti servirà per
sei anni e nel settimo potrà andarsene libero, senza riscatto.
[3] Se è entrato solo, uscirà solo; se era coniugato, sua moglie se ne
andrà con lui.
[4] Se il suo padrone gli ha dato moglie e questa gli ha partorito figli
o figlie, la donna e i suoi figli saranno proprietà del padrone ed egli
se ne andrà solo.
[5] Ma se lo schiavo dice: Io sono affezionato al mio padrone, a mia
moglie, ai miei figli; non voglio andarmene in libertà,
[6] allora il suo padrone lo condurrà davanti a Dio, lo farà accostare
al battente o allo stipite della porta e gli forerà l'orecchio con la
lesina; quegli sarà suo schiavo per sempre.
[7] Quando un uomo venderà la figlia come schiava, essa non se ne andrà
come se ne vanno gli schiavi.
[8] Se essa non piace al padrone, che così non se la prende come
concubina, la farà riscattare. Comunque egli non può venderla a gente
straniera, agendo con frode verso di lei.
[9] Se egli la vuol dare come concubina al proprio figlio, si comporterà
nei suoi riguardi secondo il diritto delle figlie.
[10] Se egli ne prende un'altra per sé, non diminuirà alla prima il
nutrimento, il vestiario, la coabitazione.
[11] Se egli non fornisce a lei queste cose, essa potrà andarsene,
senza che sia pagato il prezzo del riscatto.
[12] Colui che colpisce un uomo causandone la morte, sarà messo a
morte.
[13] Però per colui che non ha teso insidia, ma che Dio gli ha fatto
incontrare, io ti fisserò un luogo dove potrà rifugiarsi.
[14] Ma, quando un uomo attenta al suo prossimo per ucciderlo con
inganno, allora lo strapperai anche dal mio altare, perché sia messo a
morte.
[15] Colui che percuote suo padre o sua madre sarà messo a morte.
[16] Colui che rapisce un uomo e lo vende, se lo si trova ancora in mano
a lui, sarà messo a morte.
[17] Colui che maledice suo padre o sua madre sarà messo a morte.
[18] Quando alcuni uomini rissano e uno colpisce il suo prossimo con una
pietra o con il pugno e questi non è morto, ma debba mettersi a letto,
[19] se poi si alza ed esce con il bastone, chi lo ha colpito sarà
ritenuto innocente, ma dovrà pagare il riposo forzato e procurargli le
cure.
[20] Quando un uomo colpisce con il bastone il suo schiavo o la sua
schiava e gli muore sotto le sue mani, si deve fare vendetta.
[21] Ma se sopravvive un giorno o due, non sarà vendicato, perché è
acquisto del suo denaro.
[22] Quando alcuni uomini rissano e urtano una donna incinta, così da
farla abortire, se non vi è altra disgrazia, si esigerà un'ammenda,
secondo quanto imporrà il marito della donna, e il colpevole pagherà
attraverso un arbitrato.
[23] Ma se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita:
[24] occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede,
[25] bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido.
[26] Quando un uomo colpisce l'occhio del suo schiavo o della sua
schiava e lo acceca, gli darà la libertà in compenso dell'occhio.
[27] Se fa cadere il dente del suo schiavo o della sua schiava, gli darà
la libertà in compenso del dente.
[28] Quando un bue cozza con le corna contro un uomo o una donna e ne
segue la morte, il bue sarà lapidato e non se ne mangerà la carne. Però
il proprietario del bue è innocente.
[29] Ma se il bue era solito cozzare con le corna già prima e il
padrone era stato avvisato e non lo aveva custodito, se ha causato la
morte di un uomo o di una donna, il bue sarà lapidato e anche il suo
padrone dev'essere messo a morte.
[30] Se invece gli viene imposta una compensazione, egli pagherà il
riscatto della propria vita, secondo quanto gli verrà imposto.
[31] Se cozza con le corna contro un figlio o se cozza contro una
figlia, si procederà nella stessa maniera.
[32] Se il bue colpisce con le corna uno schiavo o una schiava, si
pagheranno al padrone trenta sicli d'argento e il bue sarà lapidato.
[33] Quando un uomo lascia una cisterna aperta oppure quando un uomo
scava una cisterna e non la copre, se vi cade un bue o un asino,
[34] il proprietario della cisterna deve dare l'indennizzo: verserà il
denaro al padrone della bestia e l'animale morto gli apparterrà.
[35] Quando il bue di un uomo cozza contro il bue del suo prossimo e ne
causa la morte, essi venderanno il bue vivo e se ne divideranno il
prezzo; si divideranno anche la bestia morta.
[36] Ma se è notorio che il bue cozzava già prima e il suo padrone non
lo ha custodito, egli dovrà dare come indennizzo bue per bue e la
bestia morta gli apparterrà.
[37] Quando un uomo ruba un bue o un montone e poi lo scanna o lo vende,
darà come indennizzo cinque capi di grosso bestiame per il bue e
quattro capi di bestiame per il montone.
22
[1] Se
un ladro viene sorpreso mentre sta facendo una breccia in un muro e
viene colpito e muore, non vi è vendetta di sangue.
[2] Ma se il sole si era già alzato su di lui, a suo riguardo vi è
vendetta di sangue.
Il ladro dovrà dare l'indennizzo: se non avrà di che pagare, sarà
venduto in compenso dell'oggetto rubato.
[3] Se si trova ancora in vita e in suo possesso ciò che è stato
rubato, si tratti di bue, di asino o di montone, restituirà il doppio.
[4] Quando un uomo usa come pascolo un campo o una vigna e lascia che il
suo bestiame vada a pascolare nel campo altrui, deve dare l'indennizzo
con il meglio del suo campo e con il meglio della sua vigna.
[5] Quando un fuoco si propaga e si attacca ai cespugli spinosi, se
viene bruciato un mucchio di covoni o il grano in spiga o il grano in
erba, colui che ha provocato l'incendio darà l'indennizzo.
[6] Quando un uomo dà in custodia al suo prossimo argento od oggetti e
poi nella casa di questo uomo viene commesso un furto, se si trova il
ladro, restituirà il doppio.
[7] Se il ladro non si trova, il padrone della casa si accosterà a Dio
per giurare che non ha allungato la mano sulla proprietà del suo
prossimo.
[8] Qualunque sia l'oggetto di una frode, si tratti di un bue, di un
asino, di un montone, di una veste, di qualunque oggetto perduto, di cui
uno dice: "È questo!", la causa delle due parti andrà fino a
Dio: colui che Dio dichiarerà colpevole restituirà il doppio al suo
prossimo.
[9] Quando un uomo dà in custodia al suo prossimo un asino o un bue o
un capo di bestiame minuto o qualsiasi bestia, se la bestia è morta o
si è prodotta una frattura o è stata rapita senza testimone,
[10] tra le due parti interverrà un giuramento per il Signore, per
dichiarare che il depositario non ha allungato la mano sulla proprietà
del suo prossimo. Il padrone della bestia accetterà e l'altro non dovrà
restituire.
[11] Ma se la bestia è stata rubata quando si trovava presso di lui,
pagherà l'indennizzo al padrone di essa.
[12] Se invece è stata sbranata, la porterà in testimonianza e non
dovrà dare l'indennizzo per la bestia sbranata.
[13] Quando un uomo prende in prestito dal suo prossimo una bestia e
questa si è prodotta una frattura o è morta in assenza del padrone,
dovrà pagare l'indennizzo.
[14] Ma se il padrone si trova presente, non deve restituire; se si
tratta di una bestia presa a nolo, la sua perdita è compensata dal
prezzo del noleggio.
[15] Quando un uomo seduce una vergine non ancora fidanzata e pecca con
lei, ne pagherà la dote nuziale ed essa diverrà sua moglie.
[16] Se il padre di lei si rifiuta di dargliela, egli dovrà versare una
somma di denaro pari alla dote nuziale delle vergini.
[17] Non lascerai vivere colei che pratica la magìa.
[18] Chiunque si abbrutisce con una bestia sia messo a morte.
[19] Colui che offre un sacrificio agli dei, oltre al solo Signore, sarà
votato allo sterminio.
[20] Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete
stati forestieri nel paese d'Egitto.
[21] Non maltratterai la vedova o l'orfano.
[22] Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l'aiuto, io ascolterò
il suo grido,
[23] la mia collera si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre
mogli saranno vedove e i vostri figli orfani.
[24] Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all'indigente che
sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete
imporgli alcun interesse.
[25] Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al
tramonto del sole,
[26] perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle;
come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando invocherà da me
l'aiuto, io ascolterò il suo grido, perché io sono pietoso.
[27] Non bestemmierai Dio e non maledirai il principe del tuo popolo.
[28] Non ritarderai l'offerta di ciò che riempie il tuo granaio e di ciò
che stilla dal tuo frantoio.
Il primogenito dei tuoi figli lo darai a me.
[29] Così farai per il tuo bue e per il tuo bestiame minuto: sette
giorni resterà con sua madre, l'ottavo giorno me lo darai.
[30] Voi sarete per me uomini santi: non mangerete la carne di una
bestia sbranata nella campagna, la getterete ai cani.
23
[1] Non
spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere
testimone in favore di un'ingiustizia.
[2] Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in
processo per deviare verso la maggioranza, per falsare la giustizia.
[3] Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo.
[4] Quando incontrerai il bue del tuo nemico o il suo asino dispersi,
glieli dovrai ricondurre.
[5] Quando vedrai l'asino del tuo nemico accasciarsi sotto il carico,
non abbandonarlo a se stesso: mettiti con lui ad aiutarlo.
[6] Non farai deviare il giudizio del povero, che si rivolge a te nel
suo processo.
[7] Ti terrai lontano da parola menzognera. Non far morire l'innocente e
il giusto, perché io non assolvo il colpevole.
[8] Non accetterai doni, perché il dono acceca chi ha gli occhi aperti
e perverte anche le parole dei giusti.
[9] Non opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del
forestiero, perché siete stati forestieri nel paese d'Egitto.
[10] Per sei anni seminerai la tua terra e ne raccoglierai il prodotto,
[11] ma nel settimo anno non la sfrutterai e la lascerai incolta: ne
mangeranno gli indigenti del tuo popolo e ciò che lasceranno sarà
divorato dalle bestie della campagna. Così farai per la tua vigna e per
il tuo oliveto.
[12] Per sei giorni farai i tuoi lavori, ma nel settimo giorno farai
riposo, perché possano goder quiete il tuo bue e il tuo asino e possano
respirare i figli della tua schiava e il forestiero.
[13] Farete attenzione a quanto vi ho detto: non pronunciate il nome di
altri dei; non si senta sulla tua bocca!
[14] Tre volte all'anno farai festa in mio onore:
[15] Osserverai la festa degli azzimi: mangerai azzimi durante sette
giorni, come ti ho ordinato, nella ricorrenza del mese di Abib, perché
in esso sei uscito dall'Egitto.
Non si dovrà comparire davanti a me a mani vuote.
[16] Osserverai la festa della mietitura, delle primizie dei tuoi
lavori, di ciò che semini nel campo; la festa del raccolto, al termine
dell'anno, quando raccoglierai il frutto dei tuoi lavori nei campi.
[17] Tre volte all'anno ogni tuo maschio comparirà alla presenza del
Signore Dio.
[18] Non offrirai con pane lievitato il sangue del sacrificio in mio
onore e il grasso della vittima per la mia festa non starà fino al
mattino.
[19] Il meglio delle primizie del tuo suolo lo porterai alla casa del
Signore, tuo Dio.
Non farai cuocere un capretto nel latte di sua madre.
[20] Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e
per farti entrare nel luogo che ho preparato.
[21] Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non
ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione,
perché il mio nome è in lui.
[22] Se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico
dei tuoi nemici e l'avversario dei tuoi avversari.
[23] Quando il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare
presso l'Amorreo, l'Hittita, il Perizzita, il Cananeo, l'Eveo e il
Gebuseo e io li distruggerò,
[24] tu non ti prostrerai davanti ai loro dei e non li servirai; tu non
ti comporterai secondo le loro opere, ma dovrai demolire e dovrai
frantumare le loro stele.
[25] Voi servirete al Signore, vostro Dio. Egli benedirà il tuo pane e
la tua acqua. Terrò lontana da te la malattia.
[26] Non vi sarà nel tuo paese donna che abortisca o che sia sterile.
Ti farò giungere al numero completo dei tuoi giorni.
[27] Manderò il mio terrore davanti a te e metterò in rotta ogni
popolo in mezzo al quale entrerai; farò voltar le spalle a tutti i tuoi
nemici davanti a te.
[28] Manderò i calabroni davanti a te ed essi scacceranno dalla tua
presenza l'Eveo, il Cananeo e l'Hittita.
[29] Non li scaccerò dalla tua presenza in un solo anno, perché il
paese non resti deserto e le bestie selvatiche si moltiplichino contro
di te.
[30] A poco a poco li scaccerò dalla tua presenza, finché avrai tanti
figli da occupare il paese.
[31] Stabilirò il tuo confine dal Mare Rosso fino al mare dei Filistei
e dal deserto fino al fiume, perché ti consegnerò in mano gli abitanti
del paese e li scaccerò dalla tua presenza.
[32] Ma tu non farai alleanza con loro e con i loro dei;
[33] essi non abiteranno più nel tuo paese, altrimenti ti farebbero
peccare contro di me, perché tu serviresti i loro dei e ciò
diventerebbe una trappola per te".
24
[1]
Aveva detto a Mosè: "Sali verso il Signore tu e Aronne, Nadab e
Abiu e insieme settanta anziani d'Israele; voi vi prostrerete da
lontano,
[2] poi Mosè avanzerà solo verso il Signore, ma gli altri non si
avvicineranno e il popolo non salirà con lui".
[3] Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte
le norme. Tutto il popolo rispose insieme e disse: "Tutti i comandi
che ha dati il Signore, noi li eseguiremo!".
[4] Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon
mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le
dodici tribù d'Israele.
[5] Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di
sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
[6] Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò
l'altra metà sull'altare.
[7] Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del
popolo. Dissero: "Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo
eseguiremo!".
[8] Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo:
"Ecco il sangue dell'alleanza, che il Signore ha concluso con voi
sulla base di tutte queste parole!".
[9] Poi Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani di
Israele.
[10] Essi videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un
pavimento in lastre di zaffìro, simile in purezza al cielo stesso.
[11] Contro i privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi
videro Dio e tuttavia mangiarono e bevvero.
[12] Il Signore disse a Mosè: "Sali verso di me sul monte e rimani
lassù: io ti darò le tavole di pietra, la legge e i comandamenti che
io ho scritto per istruirli".
[13] Mosè si alzò con Giosuè, suo aiutante, e Mosè salì sul monte
di Dio.
[14] Agli anziani aveva detto: "Restate qui ad aspettarci, fin
quando torneremo da voi; ecco avete con voi Aronne e Cur: chiunque avrà
una questione si rivolgerà a loro".
[15] Mosè salì dunque sul monte e la nube coprì il monte.
[16] La Gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo
coprì per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla
nube.
[17] La Gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come
fuoco divorante sulla cima della montagna.
[18] Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè
rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti.
25
[1] Il
Signore disse a Mosè:
[2] "Ordina agli Israeliti che raccolgano per me un'offerta. La
raccoglierete da chiunque sia generoso di cuore.
[3] Ed ecco che cosa raccoglierete da loro come contributo: oro, argento
e rame,
[4] tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso e di pelo
di capra,
[5] pelle di montone tinta di rosso, pelle di tasso e legno di acacia,
[6] olio per il candelabro, balsami per unguenti e per l'incenso
aromatico,
[7] pietre di ònice e pietre da incastonare nell'efod e nel pettorale.
[8] Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro.
[9] Eseguirete ogni cosa secondo quanto ti mostrerò, secondo il modello
della Dimora e il modello di tutti i suoi arredi.
[10] Faranno dunque un'arca di legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo
di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di
altezza.
[11] La rivestirai d'oro puro: dentro e fuori la rivestirai e le farai
intorno un bordo d'oro.
[12] Fonderai per essa quattro anelli d'oro e li fisserai ai suoi
quattro piedi: due anelli su di un lato e due anelli sull'altro.
[13] Farai stanghe di legno di acacia e le rivestirai d'oro.
[14] Introdurrai le stanghe negli anelli sui due lati dell'arca per
trasportare l'arca con esse.
[15] Le stanghe dovranno rimanere negli anelli dell'arca: non verranno
tolte di lì.
[16] Nell'arca collocherai la Testimonianza che io ti darò.
[17] Farai il coperchio, o propiziatorio, d'oro puro; avrà due cubiti e
mezzo di lunghezza e un cubito e mezzo di larghezza.
[18] Farai due cherubini d'oro: li farai lavorati a martello sulle due
estremità del coperchio.
[19] Fà un cherubino ad una estremità e un cherubino all'altra
estremità. Farete i cherubini tutti di un pezzo con il coperchio alle
sue due estremità.
[20] I cherubini avranno le due ali stese di sopra, proteggendo con le
ali il coperchio; saranno rivolti l'uno verso l'altro e le facce dei
cherubini saranno rivolte verso il coperchio.
[21] Porrai il coperchio sulla parte superiore dell'arca e collocherai
nell'arca la Testimonianza che io ti darò.
[22] Io ti darò convegno appunto in quel luogo: parlerò con te da
sopra il propiziatorio, in mezzo ai due cherubini che saranno sull'arca
della Testimonianza, ti darò i miei ordini riguardo agli Israeliti.
[23] Farai una tavola di legno di acacia: avrà due cubiti di lunghezza,
un cubito di larghezza, un cubito e mezzo di altezza.
[24] La rivestirai d'oro puro e le farai intorno un bordo d'oro.
[25] Le farai attorno una cornice di un palmo e farai un bordo d'oro per
la cornice.
[26] Le farai quattro anelli d'oro e li fisserai ai quattro angoli che
costituiranno i suoi quattro piedi.
[27] Gli anelli saranno contigui alla cornice e serviranno a inserire le
stanghe destinate a trasportare la tavola.
[28] Farai le stanghe di legno di acacia e le rivestirai d'oro; con esse
si trasporterà la tavola.
[29] Farai anche i suoi accessori, piatti, coppe, anfore e tazze per le
libazioni: li farai d'oro puro.
[30] Sulla tavola collocherai i pani dell'offerta: saranno sempre alla
mia presenza.
[31] Farai anche un candelabro d'oro puro. Il candelabro sarà lavorato
a martello, il suo fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e
le sue corolle saranno tutti di un pezzo.
[32] Sei bracci usciranno dai suoi lati: tre bracci del candelabro da un
lato e tre bracci del candelabro dall'altro lato.
[33] Vi saranno su di un braccio tre calici in forma di fiore di
mandorlo, con bulbo e corolla e così anche sull'altro braccio tre
calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla. Così sarà
per i sei bracci che usciranno dal candelabro.
[34] Il fusto del candelabro avrà quattro calici in forma di fiore di
mandorlo, con i loro bulbi e le loro corolle:
[35] un bulbo sotto i due bracci che si dipartano da esso e un bulbo
sotto gli altri due bracci e un bulbo sotto i due altri bracci che si
dipartano da esso; così per tutti i sei bracci che escono dal
candelabro.
[36] I bulbi e i relativi bracci saranno tutti di un pezzo: il tutto sarà
formato da una sola massa d'oro puro lavorata a martello.
[37] Farai le sue sette lampade: vi si collocheranno sopra in modo da
illuminare lo spazio davanti ad esso.
[38] I suoi smoccolatoi e i suoi portacenere saranno d'oro puro.
[39] Lo si farà con un talento di oro puro, esso con tutti i suoi
accessori.
[40] Guarda ed eseguisci secondo il modello che ti è stato mostrato sul
monte.
26
[1]
Quanto alla Dimora, la farai con dieci teli di bisso ritorto, di porpora
viola, di porpora rossa e di scarlatto. Vi farai figure di cherubini,
lavoro d'artista.
[2] Lunghezza di un telo: ventotto cubiti; larghezza: quattro cubiti per
un telo; la stessa dimensione per tutti i teli.
[3] Cinque teli saranno uniti l'uno all'altro e anche gli altri cinque
saranno uniti l'uno all'altro.
[4] Farai cordoni di porpora viola sull'orlo del primo telo all'estremità
della sutura; così farai sull'orlo del telo estremo nella seconda
sutura.
[5] Farai cinquanta cordoni al primo telo e farai cinquanta cordoni
all'estremità della seconda sutura: i cordoni corrisponderanno l'uno
all'altro.
[6] Farai cinquanta fibbie d'oro e unirai i teli l'uno all'altro
mediante le fibbie, così il tutto formerà una sola Dimora.
[7] Farai poi teli di pelo di capra per costituire la tenda al di sopra
della Dimora. Ne farai undici teli.
[8] Lunghezza di un telo: trenta cubiti; larghezza: quattro cubiti per
un telo. La stessa dimensione per gli undici teli.
[9] Unirai insieme cinque teli a parte e sei teli a parte. Piegherai
indietro il sesto telo raddoppiandolo sulla parte anteriore della tenda.
[10] Farai cinquanta cordoni sull'orlo del primo telo, che è
all'estremità della sutura, e cinquanta cordoni sull'orlo del telo
della seconda sutura.
[11] Farai cinquanta fibbie di rame, introdurrai le fibbie nei cordoni e
unirai insieme la tenda; così essa formerà un tutto unico.
[12] La parte che pende in eccedenza nei teli della tenda, la metà cioè
di un telo che sopravanza, penderà sulla parte posteriore della Dimora.
[13] Il cubito in eccedenza da una parte, come il cubito in eccedenza
dall'altra parte, nel senso della lunghezza dei teli della tenda,
ricadranno sui due lati della Dimora per coprirla da una parte e
dall'altra.
[14] Farai poi per la tenda una copertura di pelli di montone tinte di
rosso e al di sopra una copertura di pelli di tasso.
[15] Poi farai per la Dimora le assi di legno di acacia, da porsi
verticali.
[16] Dieci cubiti la lunghezza di un'asse e un cubito e mezzo la
larghezza.
[17] Ogni asse avrà due sostegni, congiunti l'uno all'altro da un
rinforzo. Così farai per tutte le assi della Dimora.
[18] Farai dunque le assi per la Dimora: venti assi sul lato verso il
mezzogiorno, a sud.
[19] Farai anche quaranta basi d'argento sotto le venti assi, due basi
sotto un'asse, per i suoi due sostegni e due basi sotto l'altra asse per
i suoi sostegni.
[20] Per il secondo lato della Dimora, verso il settentrione, venti
assi,
[21] come anche le loro quaranta basi d'argento, due basi sotto un'asse
e due basi sotto l'altra asse.
[22] Per la parte posteriore della Dimora, verso occidente, farai sei
assi.
[23] Farai inoltre due assi per gli angoli della Dimora sulla parte
posteriore.
[24] Esse saranno formate ciascuna da due pezzi uguali abbinati e
perfettamente congiunti dal basso fino alla cima, all'altezza del primo
anello. Così sarà per ambedue: esse formeranno i due angoli.
[25] Vi saranno dunque otto assi con le loro basi d'argento: sedici
basi, due basi sotto un'asse e due basi sotto l'altra asse.
[26] Farai inoltre traverse di legno di acacia: cinque per le assi di un
lato della Dimora
[27] e cinque traverse per le assi dell'altro lato della Dimora e cinque
traverse per le assi della parte posteriore, verso occidente.
[28] La traversa mediana, a mezza altezza delle assi, le attraverserà
da una estremità all'altra.
[29] Rivestirai d'oro le assi, farai in oro i loro anelli, che
serviranno per inserire le traverse, e rivestirai d'oro anche le
traverse.
[30] Costruirai la Dimora nel modo che ti è stato mostrato sul monte.
[31] Farai il velo di porpora viola, di porpora rossa, di scarlatto e di
bisso ritorto. Lo si farà con figure di cherubini, lavoro di
disegnatore.
[32] Lo appenderai a quattro colonne di acacia, rivestite d'oro, con
uncini d'oro e poggiate su quattro basi d'argento.
[33] Collocherai il velo sotto le fibbie e là, nell'interno oltre il
velo, introdurrai l'arca della Testimonianza. Il velo sarà per voi la
separazione tra il Santo e il Santo dei santi.
[34] Porrai il coperchio sull'arca della Testimonianza nel Santo dei
santi.
[35] Collocherai la tavola fuori del velo e il candelabro di fronte alla
tavola sul lato meridionale della Dimora; collocherai la tavola sul lato
settentrionale.
[36] Poi farai una cortina all'ingresso della tenda, di porpora viola e
di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto, lavoro di ricamatore.
[37] Farai per la cortina cinque colonne di acacia e le rivestirai
d'oro. I loro uncini saranno d'oro e fonderai per esse cinque basi di
rame.
27
[1]
Farai l'altare di legno di acacia: avrà cinque cubiti di lunghezza e
cinque cubiti di larghezza. L'altare sarà quadrato e avrà l'altezza di
tre cubiti.
[2] Farai ai suoi quattro angoli quattro corni e saranno tutti di un
pezzo. Lo rivestirai di rame.
[3] Farai i suoi recipienti per raccogliere le ceneri, le sue pale, i
suoi vasi per la aspersione, le sue forchette e i suoi bracieri. Farai
di rame tutti questi accessori.
[4] Farai per esso una graticola di rame alle sue quattro estremità.
[5] La porrai sotto la cornice dell'altare, in basso: la rete arriverà
a metà dell'altezza dell'altare.
[6] Farai anche stanghe per l'altare: saranno stanghe di legno di acacia
e le rivestirai di rame.
[7] Si introdurranno queste stanghe negli anelli e le stanghe saranno
sui due lati dell'altare quando lo si trasporta.
[8] Lo farai di tavole, vuoto nell'interno: lo si farà come ti fu
mostrato sul monte.
[9] Farai poi il recinto della Dimora. Sul lato meridionale, verso sud,
il recinto avrà tendaggi di bisso ritorto, per la lunghezza di cento
cubiti sullo stesso lato.
[10] Vi saranno venti colonne con venti basi di rame. Gli uncini delle
colonne e le loro aste trasversali saranno d'argento.
[11] Allo stesso modo sul lato rivolto a settentrione: tendaggi per
cento cubiti di lunghezza, le relative venti colonne con le venti basi
di rame, gli uncini delle colonne e le aste trasversali d'argento.
[12] La larghezza del recinto verso occidente avrà cinquanta cubiti di
tendaggi, con le relative dieci colonne e le dieci basi.
[13] La larghezza del recinto sul lato orientale verso levante sarà di
cinquanta cubiti:
[14] quindici cubiti di tendaggi con le relative tre colonne e le tre
basi alla prima ala;
[15] all'altra ala quindici cubiti di tendaggi, con le tre colonne e le
tre basi.
[16] Alla porta del recinto vi sarà una cortina di venti cubiti, lavoro
di ricamatore, di porpora viola, porpora rossa, scarlatto e bisso
ritorto, con le relative quattro colonne e le quattro basi.
[17] Tutte le colonne intorno al recinto saranno fornite di aste
trasversali d'argento: i loro uncini saranno d'argento e le loro basi di
rame.
[18] La lunghezza del recinto sarà di cento cubiti, la larghezza di
cinquanta, l'altezza di cinque cubiti; di bisso ritorto, con le basi di
rame.
[19] Tutti gli arredi della Dimora per tutti i suoi servizi e tutti i
picchetti come anche i picchetti del recinto saranno di rame.
[20] Tu ordinerai agli Israeliti che ti procurino olio puro di olive
schiacciate per il candelabro, per tener sempre accesa una lampada.
[21] Nella tenda del convegno, al di fuori del velo che sta davanti alla
Testimonianza, Aronne e i suoi figli la prepareranno, perché dalla sera
alla mattina essa sia davanti al Signore: rito perenne presso gli
Israeliti di generazione in generazione.
28
[1] Tu fà
avvicinare a te tra gli Israeliti, Aronne tuo fratello e i suoi figli
con lui, perché siano miei sacerdoti; Aronne e Nadab, Abiu, Eleazaro,
Itamar, figli di Aronne.
[2] Farai per Aronne, tuo fratello, abiti sacri, che esprimano gloria e
maestà.
[3] Tu parlerai a tutti gli artigiani più esperti, ai quali io ho dato
uno spirito di saggezza, ed essi faranno gli abiti di Aronne per la sua
consacrazione e per l'esercizio del sacerdozio in mio onore.
[4] Ed ecco gli abiti che faranno: il pettorale e l'efod, il manto, la
tunica damascata, il turbante e la cintura. Faranno vesti sacre per
Aronne tuo fratello e per i suoi figli, perché esercitino il sacerdozio
in mio onore.
[5] Essi dovranno usare oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e
bisso.
[6] Faranno l'efod con oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e
bisso ritorto, artisticamente lavorati.
[7] Avrà due spalline attaccate alle due estremità e in tal modo
formerà un pezzo ben unito.
[8] La cintura per fissarlo e che sta sopra di esso sarà della stessa
fattura e sarà d'un sol pezzo: sarà intessuta d'oro, di porpora viola
e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto.
[9] Prenderai due pietre di ònice e inciderai su di esse i nomi degli
Israeliti:
[10] sei dei loro nomi sulla prima pietra e gli altri sei nomi sulla
seconda pietra, in ordine di nascita.
[11] Inciderai le due pietre con i nomi degli Israeliti, seguendo l'arte
dell'intagliatore di pietre per l'incisione di un sigillo; le inserirai
in castoni d'oro.
[12] Fisserai le due pietre sulle spalline dell'efod, come pietre che
ricordino presso di me gli Israeliti; così Aronne porterà i loro nomi
sulle sue spalle davanti al Signore, come un memoriale.
[13] Farai anche i castoni d'oro
[14] e due catene d'oro in forma di cordoni, con un lavoro d'intreccio;
poi fisserai le catene a intreccio sui castoni.
[15] Farai il pettorale del giudizio, artisticamente lavorato, di
fattura uguale a quella dell'efod: con oro, porpora viola, porpora
rossa, scarlatto e bisso ritorto.
[16] Sarà quadrato, doppio; avrà una spanna di lunghezza e una spanna
di larghezza.
[17] Lo coprirai con una incastonatura di pietre preziose, disposte in
quattro file. Una fila: una cornalina, un topazio e uno smeraldo: così
la prima fila.
[18] La seconda fila: un turchese, uno zaffìro e un berillo.
[19] La terza fila: un giacinto, un'àgata e un'ametista.
[20] La quarta fila: un crisòlito, un ònice e un diaspro. Saranno
inserite nell'oro mediante i loro castoni.
[21] Le pietre corrisponderanno ai nomi degli Israeliti: dodici, secondo
i loro nomi, e saranno incise come sigilli, ciascuna con il nome
corrispondente, secondo le dodici tribù.
[22] Poi farai sul pettorale catene in forma di cordoni, lavoro
d'intreccio d'oro puro.
[23] Farai sul pettorale due anelli d'oro e metterai i due anelli alle
estremità del pettorale.
[24] Metterai le due catene d'oro sui due anelli alle estremità del
pettorale.
[25] Quanto alle due altre estremità delle catene, le fisserai sui due
castoni e le farai passare sulle due spalline dell'efod nella parte
anteriore.
[26] Farai due anelli d'oro e li metterai sulle due estremità del
pettorale sul suo bordo che è dalla parte dell'efod, verso l'interno.
[27] Farai due altri anelli d'oro e li metterai sulle due spalline
dell'efod in basso, sul suo lato anteriore, in vicinanza del punto di
attacco, al di sopra della cintura dell'efod.
[28] Si legherà il pettorale con i suoi anelli agli anelli dell'efod
mediante un cordone di porpora viola, perché stia al di sopra della
cintura dell'efod e perché il pettorale non si distacchi dall'efod.
[29] Così Aronne porterà i nomi degli Israeliti sul pettorale del
giudizio, sopra il suo cuore, quando entrerà nel Santo, come memoriale
davanti al Signore per sempre.
[30] Unirai al pettorale del giudizio gli urim e i tummim. Saranno così
sopra il cuore di Aronne quando entrerà alla presenza del Signore:
Aronne porterà il giudizio degli Israeliti sopra il suo cuore alla
presenza del Signore per sempre.
[31] Farai il manto dell'efod, tutto di porpora viola
[32] con in mezzo una scollatura per la testa; il bordo attorno alla
scollatura sarà un lavoro di tessitore come la scollatura di una
corazza, che non si lacera.
[33] Farai sul suo lembo melagrane di porpora viola, di porpora rossa e
di scarlatto, intorno al suo lembo, e in mezzo porrai sonagli d'oro:
[34] un sonaglio d'oro e una melagrana, un sonaglio d'oro e una
melagrana intorno all'orlo del manto.
[35] Esso rivestirà Aronne nelle funzioni sacerdotali e se ne sentirà
il suono quando egli entrerà nel Santo alla presenza del Signore e
quando ne uscirà; così non morirà.
[36] Farai una lamina d'oro puro e vi inciderai, come su di un sigillo:
"Sacro al Signore".
[37] L'attaccherai con un cordone di porpora viola al turbante, sulla
parte anteriore.
[38] Starà sulla fronte di Aronne; Aronne porterà il carico delle
colpe che potranno commettere gli Israeliti, in occasione delle offerte
sacre da loro presentate. Aronne la porterà sempre sulla sua fronte,
per attirare su di essi il favore del Signore.
[39] Tesserai la tunica di bisso. Farai un turbante di bisso e una
cintura, lavoro di ricamo.
[40] Per i figli di Aronne farai tuniche e cinture. Per essi farai anche
berretti a gloria e decoro.
[41] Farai indossare queste vesti ad Aronne, tuo fratello, e ai suoi
figli. Poi li ungerai, darai loro l'investitura e li consacrerai, perché
esercitino il sacerdozio in mio onore.
[42] Farai loro inoltre calzoni di lino, per coprire la loro nudità;
dovranno arrivare dai fianchi fino alle cosce.
[43] Aronne e i suoi figli li indosseranno quando entreranno nella tenda
del convegno o quando si avvicineranno all'altare per officiare nel
santuario, perché non incorrano in una colpa che li farebbe morire. È
una prescrizione rituale perenne per lui e per i suoi discendenti.
29
[1]
Osserverai questo rito per consacrarli al mio sacerdozio. Prendi un
giovenco e due arieti senza difetto;
[2] poi pani azzimi, focacce azzime impastate con olio e schiacciate
azzime cosparse di olio: di fior di farina di frumento.
[3] Le disporrai in un solo canestro e le offrirai nel canestro insieme
con il giovenco e i due arieti.
[4] Farai avvicinare Aronne e i suoi figli all'ingresso della tenda del
convegno e li farai lavare con acqua.
[5] Prenderai le vesti e rivestirai Aronne della tunica, del manto
dell'efod, dell'efod e del pettorale; lo cingerai con la cintura
dell'efod;
[6] gli porrai sul capo il turbante e fisserai il diadema sacro sopra il
turbante.
[7] Poi prenderai l'olio dell'unzione, lo verserai sul suo capo e lo
ungerai.
[8] Quanto ai suoi figli, li farai avvicinare, li rivestirai di tuniche;
[9] li cingerai con la cintura e legherai loro i berretti. Il sacerdozio
apparterrà loro per decreto perenne. Così darai l'investitura ad
Aronne e ai suoi figli.
[10] Farai poi avvicinare il giovenco davanti alla tenda del convegno.
Aronne e i suoi figli poseranno le mani sulla sua testa.
[11] Immolerai il giovenco davanti al Signore, all'ingresso della tenda
del convegno.
[12] Prenderai parte del suo sangue e con il dito lo spalmerai sui corni
dell'altare. Il resto del sangue lo verserai alla base dell'altare.
[13] Prenderai tutto il grasso che avvolge le viscere, il lobo del
fegato, i reni con il grasso che vi è sopra, e li farai ardere in
sacrificio sull'altare.
[14] Ma la carne del giovenco, la sua pelle e i suoi escrementi, li
brucerai fuori del campo, perché si tratta di un sacrificio per il
peccato.
[15] Prenderai poi uno degli arieti; Aronne e i suoi figli poseranno le
mani sulla sua testa.
[16] Immolerai l'ariete, ne raccoglierai il sangue e lo spargerai
intorno all'altare.
[17] Poi farai a pezzi l'ariete, ne laverai le viscere e le zampe e le
disporrai sui quarti e sulla testa.
[18] Allora brucerai in soave odore sull'altare tutto l'ariete. È un
olocausto in onore del Signore, un profumo gradito, una offerta
consumata dal fuoco per il Signore.
[19] Poi prenderai il secondo ariete; Aronne e i suoi figli poseranno le
mani sulla sua testa.
[20] Lo immolerai, prenderai parte del suo sangue e ne porrai sul lobo
dell'orecchio destro di Aronne, sul lobo dell'orecchio destro dei suoi
figli, sul pollice della loro mano destra e sull'alluce del loro piede
destro; poi spargerai il sangue intorno all'altare.
[21] Prenderai di questo sangue dall'altare e insieme un pò d'olio
dell'unzione e ne spruzzerai Aronne e le sue vesti, i figli di Aronne e
le loro vesti: così sarà consacrato lui con le sue vesti e insieme con
lui i suoi figli con le loro vesti.
[22] Poi prenderai il grasso dell'ariete: la coda, il grasso che copre
le viscere, il lobo del fegato, i due reni con il grasso che vi è
sopra, e la coscia destra, perché è l'ariete dell'investitura.
[23] Prenderai anche un pane rotondo, una focaccia all'olio e una
schiacciata dal canestro di azzimi deposto davanti al Signore.
[24] Metterai il tutto sulle palme di Aronne e sulle palme dei suoi
figli e farai compiere il gesto di presentazione proprio dell'offerta
agitata davanti al Signore.
[25] Poi riprenderai ogni cosa dalle loro mani e la brucerai in odore
soave sull'altare, sopra l'olocausto, come profumo gradito davanti al
Signore: è un'offerta consumata dal fuoco in onore del Signore.
[26] Prenderai il petto dell'ariete dell'investitura di Aronne e
compirai il gesto di presentazione dell'offerta, agitandola davanti al
Signore: sarà la tua porzione.
[27] Consacrerai il petto, presentato con il gesto dell'offerta, e la
coscia del contributo, prelevati dall'ariete dell'investitura: queste
cose saranno di Aronne e dei suoi figli.
[28] Dovranno appartenere ad Aronne e ai suoi figli come porzione loro
riservata dagli Israeliti in forza di legge perenne. Perché è un
contributo, un prelevamento cioè che gli Israeliti dovranno operare in
tutti i loro sacrifici di comunione, un prelevamento dovuto al Signore.
[29] Le vesti sacre di Aronne passeranno, dopo di lui, ai suoi figli,
che se ne rivestiranno per ricevere l'unzione e l'investitura.
[30] Quello dei figli di Aronne, che gli succederà nel sacerdozio ed
entrerà nella tenda del convegno per officiare nel santuario, porterà
queste vesti per sette giorni.
[31] Poi prenderai l'ariete dell'investitura e ne cuocerai le carni in
luogo santo.
[32] Aronne e i suoi figli mangeranno la carne dell'ariete e il pane
contenuto nel canestro all'ingresso della tenda del convegno.
[33] Mangeranno così ciò che sarà servito per fare la espiazione, nel
corso della loro investitura e consacrazione. Nessun estraneo ne deve
mangiare, perché sono cose sante.
[34] Nel caso che al mattino ancora restasse carne del sacrificio
d'investitura e del pane, brucerai questo avanzo nel fuoco. Non lo si
mangerà: è cosa santa.
[35] Farai dunque ad Aronne e ai suoi figli secondo quanto ti ho
comandato. Per sette giorni ne farai l'investitura.
[36] In ciascun giorno offrirai un giovenco in sacrificio per il
peccato, in espiazione; toglierai il peccato dall'altare facendo per
esso il sacrificio espiatorio e in seguito lo ungerai per consacrarlo.
[37] Per sette giorni farai il sacrificio espiatorio per l'altare e lo
consacrerai. Diverrà allora una cosa santissima e quanto toccherà
l'altare sarà santo.
[38] Ecco ciò che tu offrirai sull'altare: due agnelli di un anno ogni
giorno, per sempre.
[39] Offrirai uno di questi agnelli al mattino, il secondo al tramonto.
[40] Con il primo agnello offrirai un decimo di efa di fior di farina
impastata con un quarto di hin di olio vergine e una libazione di un
quarto di hin di vino.
[41] Offrirai il secondo agnello al tramonto con un'oblazione e una
libazione come quelle del mattino: profumo soave, offerta consumata dal
fuoco in onore del Signore.
[42] Questo è l'olocausto perenne per le vostre generazioni,
all'ingresso della tenda del convegno, alla presenza del Signore, dove
io vi darò convegno per parlare con te.
[43] Io darò convegno agli Israeliti in questo luogo, che sarà
consacrato dalla mia Gloria.
[44] Consacrerò la tenda del convegno e l'altare. Consacrerò anche
Aronne e i suoi figli, perché siano miei sacerdoti.
[45] Abiterò in mezzo agli Israeliti e sarò il loro Dio.
[46] Sapranno che io sono il Signore, il loro Dio, che li ho fatti
uscire dal paese d'Egitto, per abitare in mezzo a loro, io il Signore,
loro Dio.
30
[1]
Farai poi un altare sul quale bruciare l'incenso: lo farai di legno di
acacia.
[2] Avrà un cubito di lunghezza e un cubito di larghezza, sarà cioè
quadrato; avrà due cubiti di altezza e i suoi corni saranno tutti di un
pezzo.
[3] Rivestirai d'oro puro il suo piano, i suoi lati, i suoi corni e gli
farai intorno un bordo d'oro.
[4] Farai anche due anelli d'oro al di sotto del bordo, sui due fianchi,
ponendoli cioè sui due lati opposti: serviranno per inserire le stanghe
destinate a trasportarlo.
[5] Farai le stanghe di legno di acacia e le rivestirai d'oro.
[6] Porrai l'altare davanti al velo che nasconde l'arca della
Testimonianza, di fronte al coperchio che è sopra la Testimonianza,
dove io ti darò convegno.
[7] Aronne brucerà su di esso l'incenso aromatico: lo brucerà ogni
mattina quando riordinerà le lampade
[8] e lo brucerà anche al tramonto, quando Aronne riempirà le lampade:
incenso perenne davanti al Signore per le vostre generazioni.
[9] Non vi offrirete sopra incenso estraneo, né olocausto, né
oblazione; né vi verserete libazione.
[10] Una volta all'anno Aronne farà il rito espiatorio sui corni di
esso: con il sangue del sacrificio per il peccato vi farà sopra una
volta all'anno il rito espiatorio per le vostre generazioni. È cosa
santissima per il Signore".
[11] Il Signore parlò a Mosè e gli disse:
[12] "Quando per il censimento farai la rassegna degli Israeliti,
ciascuno di essi pagherà al Signore il riscatto della sua vita all'atto
del censimento, perché non li colpisca un flagello in occasione del
loro censimento.
[13] Chiunque verrà sottoposto al censimento, pagherà un mezzo siclo,
computato secondo il siclo del santuario, il siclo di venti ghera.
Questo mezzo siclo sarà un'offerta prelevata in onore del Signore.
[14] Ogni persona sottoposta al censimento, dai venti anni in su, paghi
l'offerta prelevata per il Signore.
[15] Il ricco non darà di più e il povero non darà di meno di mezzo
siclo, per soddisfare all'offerta prelevata per il Signore, a riscatto
delle vostre vite.
[16] Prenderai il denaro di questo riscatto ricevuto dagli Israeliti e
lo impiegherai per il servizio della tenda del convegno. Esso sarà per
gli Israeliti come un memoriale davanti al Signore per il riscatto delle
vostre vite".
[17] Il Signore parlò a Mosè:
[18] "Farai una conca di rame con il piedestallo di rame, per le
abluzioni; la collocherai tra la tenda del convegno e l'altare e vi
metterai acqua.
[19] Aronne e i suoi figli vi attingeranno per lavarsi le mani e i
piedi.
[20] Quando entreranno nella tenda del convegno, faranno una abluzione
con l'acqua, perché non muoiano; così quando si avvicineranno
all'altare per officiare, per bruciare un'offerta da consumare con il
fuoco in onore del Signore,
[21] si laveranno le mani e i piedi e non moriranno. È una prescrizione
rituale perenne per lui e per i suoi discendenti, in tutte le loro
generazioni".
[22] Il Signore parlò a Mosè:
[23] "Procùrati balsami pregiati: mirra vergine per il peso di
cinquecento sicli, cinnamòmo odorifero, la metà, cioè
duecentocinquanta sicli, canna odorifera, duecentocinquanta,
[24] cassia, cinquecento sicli, secondo il siclo del santuario, e un hin
d'olio d'oliva.
[25] Ne farai l'olio per l'unzione sacra, un unguento composto secondo
l'arte del profumiere: sarà l'olio per l'unzione sacra.
[26] Con esso ungerai la tenda del convegno, l'arca della Testimonianza,
[27] la tavola e tutti i suoi accessori, il candelabro con i suoi
accessori, l'altare del profumo,
[28] l'altare degli olocausti e tutti i suoi accessori; la conca e il
suo piedestallo.
[29] Consacrerai queste cose, le quali diventeranno santissime: quanto
le toccherà sarà santo.
[30] Ungerai anche Aronne e i suoi figli e li consacrerai perché
esercitino il mio sacerdozio.
[31] Agli Israeliti dirai: Questo sarà per voi l'olio dell'unzione
sacra per le vostre generazioni.
[32] Non si dovrà versare sul corpo di nessun uomo e di simile a questo
non ne dovrete fare: è una cosa santa e santa la dovrete ritenere.
[33] Chi ne farà di simile a questo o ne porrà sopra un uomo estraneo
sarà eliminato dal suo popolo".
[34] Il Signore disse a Mosè: "Procùrati balsami: storàce, ònice,
galbano come balsami e incenso puro: il tutto in parti uguali.
[35] Farai con essi un profumo da bruciare, una composizione aromatica
secondo l'arte del profumiere, salata, pura e santa.
[36] Ne pesterai un poco riducendola in polvere minuta e ne metterai
davanti alla Testimonianza, nella tenda del convegno, dove io ti darò
convegno. Cosa santissima sarà da voi ritenuta.
[37] Non farete per vostro uso alcun profumo di composizione simile a
quello che devi fare: lo riterrai una cosa santa in onore del Signore.
[38] Chi ne farà di simile per sentirne il profumo sarà eliminato dal
suo popolo".
31
[1] Il
Signore parlò a Mosè e gli disse:
[2] "Vedi, ho chiamato per nome Bezaleel, figlio di Uri, figlio di
Cur, della tribù di Giuda.
[3] L'ho riempito dello spirito di Dio, perché abbia saggezza,
intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro,
[4] per concepire progetti e realizzarli in oro, argento e rame,
[5] per intagliare le pietre da incastonare, per scolpire il legno e
compiere ogni sorta di lavoro.
[6] Ed ecco gli ho dato per compagno Ooliab, figlio di Achisamach, della
tribù di Dan. Inoltre nel cuore di ogni artista ho infuso saggezza,
perché possano eseguire quanto ti ho comandato:
[7] la tenda del convegno, l'arca della Testimonianza, il coperchio
sopra di essa e tutti gli accessori della tenda;
[8] la tavola con i suoi accessori, il candelabro puro con i suoi
accessori, l'altare dei profumi
[9] e l'altare degli olocausti con tutti i suoi accessori, la conca con
il suo piedestallo,
[10] le vesti ornamentali, le vesti sacre del sacerdote Aronne e le
vesti dei suoi figli per esercitare il sacerdozio;
[11] l'olio dell'unzione e il profumo degli aromi per il santuario. Essi
eseguiranno ogni cosa secondo quanto ti ho ordinato".
[12] Il Signore disse a Mosè:
[13] "Quanto a te, parla agli Israeliti e riferisci loro: In tutto
dovrete osservare i miei sabati, perché il sabato è un segno tra me e
voi, per le vostre generazioni, perché si sappia che io sono il Signore
che vi santifica.
[14] Osserverete dunque il sabato, perché lo dovete ritenere santo. Chi
lo profanerà sarà messo a morte; chiunque in quel giorno farà qualche
lavoro, sarà eliminato dal suo popolo.
[15] Durante sei giorni si lavori, ma il settimo giorno vi sarà riposo
assoluto, sacro al Signore. Chiunque farà un lavoro di sabato sarà
messo a morte.
[16] Gli Israeliti osserveranno il sabato, festeggiando il sabato nelle
loro generazioni come un'alleanza perenne.
[17] Esso è un segno perenne fra me e gli Israeliti, perché il Signore
in sei giorni ha fatto il cielo e la terra, ma nel settimo ha cessato e
si è riposato".
[18] Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai,
gli diede le due tavole della Testimonianza, tavole di pietra, scritte
dal dito di Dio.
32
[1] Il
popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, si affollò
intorno ad Aronne e gli disse: "Facci un dio che cammini alla
nostra testa, perché a quel Mosè, l'uomo che ci ha fatti uscire dal
paese d'Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto".
[2] Aronne rispose loro: "Togliete i pendenti d'oro che hanno agli
orecchi le vostre mogli e le vostre figlie e portateli a me".
[3] Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e
li portò ad Aronne.
[4] Egli li ricevette dalle loro mani e li fece fondere in una forma e
ne ottenne un vitello di metallo fuso. Allora dissero: "Ecco il tuo
Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto!".
[5] Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò:
"Domani sarà festa in onore del Signore".
[6] Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e
presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e
bere, poi si alzò per darsi al divertimento.
[7] Allora il Signore disse a Mosè: "Và, scendi, perché il tuo
popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto, si è pervertito.
[8] Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro
indicata! Si son fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono
prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il
tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto uscire dal paese di
Egitto".
[9] Il Signore disse inoltre a Mosè: "Ho osservato questo popolo e
ho visto che è un popolo dalla dura cervice.
[10] Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga.
Di te invece farò una grande nazione".
[11] Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: "Perché,
Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che tu hai fatto
uscire dal paese d'Egitto con grande forza e con mano potente?
[12] Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li ha fatti uscire,
per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra? Desisti
dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al
tuo popolo.
[13] Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali
hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità
numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, di cui ho
parlato, lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per
sempre".
[14] Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo.
[15] Mosè ritornò e scese dalla montagna con in mano le due tavole
della Testimonianza, tavole scritte sui due lati, da una parte e
dall'altra.
[16] Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrittura di Dio,
scolpita sulle tavole.
[17] Giosuè sentì il rumore del popolo che urlava e disse a Mosè:
"C'è rumore di battaglia nell'accampamento".
[18] Ma rispose Mosè:
"Non è il grido di chi canta: Vittoria!
Non è il grido di chi canta: Disfatta!
Il grido di chi canta a due cori
io sento".
[19] Quando si fu avvicinato all'accampamento, vide il vitello e le
danze. Allora si accese l'ira di Mosè: egli scagliò dalle mani le
tavole e le spezzò ai piedi della montagna.
[20] Poi afferrò il vitello che quelli avevano fatto, lo bruciò nel
fuoco, lo frantumò fino a ridurlo in polvere, ne sparse la polvere
nell'acqua e la fece trangugiare agli Israeliti.
[21] Mosè disse ad Aronne: "Che ti ha fatto questo popolo, perché
tu l'abbia gravato di un peccato così grande?".
[22] Aronne rispose: "Non si accenda l'ira del mio signore; tu
stesso sai che questo popolo è inclinato al male.
[23] Mi dissero: Facci un dio, che cammini alla nostra testa, perché a
quel Mosè, l'uomo che ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto, non
sappiamo che cosa sia capitato.
[24] Allora io dissi: Chi ha dell'oro? Essi se lo sono tolto, me lo
hanno dato; io l'ho gettato nel fuoco e ne è uscito questo
vitello".
[25] Mosè vide che il popolo non aveva più freno, perché Aronne gli
aveva tolto ogni freno, così da farne il ludibrio dei loro avversari.
[26] Mosè si pose alla porta dell'accampamento e disse: "Chi sta
con il Signore, venga da me!". Gli si raccolsero intorno tutti i
figli di Levi.
[27] Gridò loro: "Dice il Signore, il Dio d'Israele: Ciascuno di
voi tenga la spada al fianco. Passate e ripassate nell'accampamento da
una porta all'altra: uccida ognuno il proprio fratello, ognuno il
proprio amico, ognuno il proprio parente".
[28] I figli di Levi agirono secondo il comando di Mosè e in quel
giorno perirono circa tremila uomini del popolo.
[29] Allora Mosè disse: "Ricevete oggi l'investitura dal Signore;
ciascuno di voi è stato contro suo figlio e contro suo fratello, perché
oggi Egli vi accordasse una benedizione".
[30] Il giorno dopo Mosè disse al popolo: "Voi avete commesso un
grande peccato; ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono
della vostra colpa".
[31] Mosè ritornò dal Signore e disse: "Questo popolo ha commesso
un grande peccato: si sono fatti un dio d'oro.
[32] Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato... E se no, cancellami dal
tuo libro che hai scritto!".
[33] Il Signore disse a Mosè: "Io cancellerò dal mio libro colui
che ha peccato contro di me.
[34] Ora và, conduci il popolo là dove io ti ho detto. Ecco il mio
angelo ti precederà; ma nel giorno della mia visita li punirò per il
loro peccato".
[35] Il Signore percosse il popolo, perché aveva fatto il vitello
fabbricato da Aronne.
33
[1] Il
Signore parlò a Mosè: "Su, esci di qui tu e il popolo che hai
fatto uscire dal paese d'Egitto, verso la terra che ho promesso con
giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe, dicendo: Alla tua
discendenza la darò.
[2] Manderò davanti a te un angelo e scaccerò il Cananeo, l'Amorreo,
l'Hittita, il Perizzita, l'Eveo e il Gebuseo.
[3] Và pure verso la terra dove scorre latte e miele... Ma io non verrò
in mezzo a te, per non doverti sterminare lungo il cammino, perché tu
sei un popolo di dura cervice".
[4] Il popolo udì questa triste notizia e tutti fecero lutto: nessuno
più indossò i suoi ornamenti.
[5] Il Signore disse a Mosè: "Riferisci agli Israeliti: Voi siete
un popolo di dura cervice; se per un momento io venissi in mezzo a te,
io ti sterminerei. Ora togliti i tuoi ornamenti e poi saprò che cosa
dovrò farti".
[6] Gli Israeliti si spogliarono dei loro ornamenti dal monte Oreb in
poi.
[7] Mosè a ogni tappa prendeva la tenda e la piantava fuori
dell'accampamento, ad una certa distanza dall'accampamento, e l'aveva
chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda del convegno, posta
fuori dell'accampamento, si recava chiunque volesse consultare il
Signore.
[8] Quando Mosè usciva per recarsi alla tenda, tutto il popolo si
alzava in piedi, stando ciascuno all'ingresso della sua tenda:
guardavano passare Mosè, finché fosse entrato nella tenda.
[9] Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e
restava all'ingresso della tenda. Allora il Signore parlava con Mosè.
[10] Tutto il popolo vedeva la colonna di nube, che stava all'ingresso
della tenda e tutti si alzavano e si prostravano ciascuno all'ingresso
della propria tenda.
[11] Così il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo
parla con un altro. Poi questi tornava nell'accampamento, mentre il suo
inserviente, il giovane Giosuè figlio di Nun, non si allontanava
dall'interno della tenda.
[12] Mosè disse al Signore: "Vedi, tu mi ordini: Fà salire questo
popolo, ma non mi hai indicato chi manderai con me; eppure hai detto: Ti
ho conosciuto per nome, anzi hai trovato grazia ai miei occhi.
[13] Ora, se davvero ho trovato grazia ai tuoi occhi, indicami la tua
via, così che io ti conosca, e trovi grazia ai tuoi occhi; considera
che questa gente è il tuo popolo".
[14] Rispose: "Io camminerò con voi e ti darò riposo".
[15] Riprese: "Se tu non camminerai con noi, non farci salire di
qui.
[16] Come si saprà dunque che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io e il
tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini con noi? Così saremo
distinti, io e il tuo popolo, da tutti i popoli che sono sulla
terra".
[17] Disse il Signore a Mosè: "Anche quanto hai detto io farò,
perché hai trovato grazia ai miei occhi e ti ho conosciuto per
nome".
[18] Gli disse: "Mostrami la tua Gloria!".
[19] Rispose: "Farò passare davanti a te tutto il mio splendore e
proclamerò il mio nome: Signore, davanti a te. Farò grazia a chi vorrò
far grazia e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia".
[20] Soggiunse: "Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché
nessun uomo può vedermi e restare vivo".
[21] Aggiunse il Signore: "Ecco un luogo vicino a me. Tu starai
sopra la rupe:
[22] quando passerà la mia Gloria, io ti porrò nella cavità della
rupe e ti coprirò con la mano finché sarò passato.
[23] Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non
lo si può vedere".
34
[1] Poi
il Signore disse a Mosè: "Taglia due tavole di pietra come le
prime. Io scriverò su queste tavole le parole che erano sulle tavole di
prima, che hai spezzate.
[2] Tieniti pronto per domani mattina: domani mattina salirai sul monte
Sinai e rimarrai lassù per me in cima al monte.
[3] Nessuno salga con te, nessuno si trovi sulla cima del monte e lungo
tutto il monte; neppure armenti o greggi vengano a pascolare davanti a
questo monte".
[4] Mosè tagliò due tavole di pietra come le prime; si alzò di buon
mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato,
con le due tavole di pietra in mano.
[5] Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e
proclamò il nome del Signore.
[6] Il Signore passò davanti a lui proclamando: "Il Signore, il
Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e
di fedeltà,
[7] che conserva il suo favore per mille generazioni, che perdona la
colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che
castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla
terza e alla quarta generazione".
[8] Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò.
[9] Disse: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, mio Signore, che il
Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu
perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fà di noi la tua eredità".
[10] Il Signore disse: "Ecco io stabilisco un'alleanza: in presenza
di tutto il tuo popolo io farò meraviglie, quali non furono mai
compiute in nessun paese e in nessuna nazione: tutto il popolo in mezzo
al quale ti trovi vedrà l'opera del Signore, perché terribile è
quanto io sto per fare con te.
[11] Osserva dunque ciò che io oggi ti comando. Ecco io scaccerò
davanti a te l'Amorreo, il Cananeo, l'Hittita, il Perizzita, l'Eveo e il
Gebuseo.
[12] Guardati bene dal far alleanza con gli abitanti del paese nel quale
stai per entrare, perché ciò non diventi una trappola in mezzo a te.
[13] Anzi distruggerete i loro altari, spezzerete le loro stele e
taglierete i loro pali sacri.
[14] Tu non devi prostrarti ad altro Dio, perché il Signore si chiama
Geloso: egli è un Dio geloso.
[15] Non fare alleanza con gli abitanti di quel paese, altrimenti,
quando si prostituiranno ai loro dei e faranno sacrifici ai loro dei,
inviteranno anche te: tu allora mangeresti le loro vittime sacrificali.
[16] Non prendere per mogli dei tuoi figli le loro figlie, altrimenti,
quando esse si prostituiranno ai loro dei, indurrebbero anche i tuoi
figli a prostituirsi ai loro dei.
[17] Non ti farai un dio di metallo fuso.
[18] Osserverai la festa degli azzimi. Per sette giorni mangerai pane
azzimo, come ti ho comandato, nel tempo stabilito del mese di Abib;
perché nel mese di Abib sei uscito dall'Egitto.
[19] Ogni essere che nasce per primo dal seno materno è mio: ogni tuo
capo di bestiame maschio, primogenito del bestiame grosso e minuto.
[20] Il primogenito dell'asino riscatterai con un altro capo di bestiame
e, se non lo vorrai riscattare, gli spaccherai la nuca. Ogni primogenito
dei tuoi figli lo dovrai riscattare.
Nessuno venga davanti a me a mani vuote.
[21] Per sei giorni lavorerai, ma nel settimo riposerai; dovrai riposare
anche nel tempo dell'aratura e della mietitura.
[22] Celebrerai anche la festa della settimana, la festa cioè delle
primizie della mietitura del frumento e la festa del raccolto al volgere
dell'anno.
[23] Tre volte all'anno ogni tuo maschio compaia alla presenza del
Signore Dio, Dio d'Israele.
[24] Perché io scaccerò le nazioni davanti a te e allargherò i tuoi
confini; così quando tu, tre volte all'anno, salirai per comparire alla
presenza del Signore tuo Dio, nessuno potrà desiderare di invadere il
tuo paese.
[25] Non sacrificherai con pane lievitato il sangue della mia vittima
sacrificale; la vittima sacrificale della festa di pasqua non dovrà
rimanere fino alla mattina.
[26] Porterai alla casa del Signore, tuo Dio, la primizia dei primi
prodotti della tua terra.
Non cuocerai un capretto nel latte di sua madre".
[27] Il Signore disse a Mosè: "Scrivi queste parole, perché sulla
base di queste parole io ho stabilito un'alleanza con te e con
Israele".
[28] Mosè rimase con il Signore quaranta giorni e quaranta notti senza
mangiar pane e senza bere acqua. Il Signore scrisse sulle tavole le
parole dell'alleanza, le dieci parole.
[29] Quando Mosè scese dal monte Sinai - le due tavole della
Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal
monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante,
poiché aveva conversato con lui.
[30] Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso
era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui.
[31] Mosè allora li chiamò e Aronne, con tutti i capi della comunità,
andò da lui. Mosè parlò a loro.
[32] Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse
loro ciò che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai.
[33] Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul
viso.
[34] Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si
toglieva il velo, fin quando fosse uscito. Una volta uscito, riferiva
agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato.
[35] Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del
suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin
quando fosse di nuovo entrato a parlare con lui.
35
[1] Mosè
radunò tutta la comunità degli Israeliti e disse loro: "Queste
sono le cose che il Signore ha comandato di fare:
[2] Per sei giorni si lavorerà, ma il settimo sarà per voi un giorno
santo, un giorno di riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque in quel
giorno farà qualche lavoro sarà messo a morte.
[3] Non accenderete il fuoco in giorno di sabato, in nessuna delle
vostre dimore".
[4] Mosè disse a tutta la comunità degli Israeliti: "Questo il
Signore ha comandato:
[5] Prelevate su quanto possedete un contributo per il Signore. Quanti
hanno cuore generoso, portino questo contributo volontario per il
Signore: oro, argento e rame,
[6] tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso e di pelo
di capra,
[7] pelli di montone tinte di rosso, pelli di tasso e legno di acacia,
[8] olio per l'illuminazione, balsami per unguenti e per l'incenso
aromatico,
[9] pietre di ònice e pietre da incastonare nell'efod e nel pettorale.
[10] Tutti gli artisti che sono tra di voi vengano ed eseguiscano quanto
il Signore ha comandato:
[11] la Dimora, la sua tenda, la sua copertura, le sue fibbie, le sue
assi, le sue traverse, le sue colonne e le sue basi,
[12] l'arca e le sue stanghe, il coperchio e il velo che lo nasconde,
[13] la tavola con le sue stanghe e tutti i suoi accessori e i pani
dell'offerta,
[14] il candelabro per illuminare con i suoi accessori, le sue lampade e
l'olio per l'illuminazione,
[15] l'altare dei profumi con le sue stanghe, l'olio dell'unzione e il
profumo aromatico, la cortina d'ingresso alla porta della Dimora,
[16] l'altare degli olocausti con la sua graticola, le sue sbarre e
tutti i suoi accessori, la conca con il suo piedestallo,
[17] i tendaggi del recinto, le sue colonne e le sue basi e la cortina
alla porta del recinto,
[18] i picchetti della Dimora, i picchetti del recinto e le loro corde,
[19] le vesti liturgiche per officiare nel santuario, le vesti sacre per
il sacerdote Aronne e le vesti dei suoi figli per esercitare il
sacerdozio".
[20] Allora tutta la comunità degli Israeliti si ritirò dalla presenza
di Mosè.
[21] Poi quanti erano di cuore generoso ed erano mossi dal loro spirito,
vennero a portare l'offerta per il Signore, per la costruzione della
tenda del convegno, per tutti i suoi oggetti di culto e per le vesti
sacre.
[22] Vennero uomini e donne, quanti erano di cuore generoso, e portarono
fermagli, pendenti, anelli, collane, ogni sorta di gioielli d'oro:
quanti volevano presentare un'offerta di oro al Signore la portarono.
[23] Quanti si trovavano in possesso di tessuti di porpora viola e
rossa, di scarlatto, di bisso, di pelo di capra, di pelli di montone
tinte di rosso e di pelli di tasso ne portarono.
[24] Quanti potevano offrire un'offerta in argento o rame ne offrirono
per il Signore. Così anche quanti si trovavano in possesso di legno di
acacia per qualche opera della costruzione, ne portarono.
[25] Inoltre tutte le donne esperte filarono con le mani e portarono
filati di porpora viola e rossa, di scarlatto e di bisso.
[26] Tutte le donne che erano di cuore generoso, secondo la loro abilità,
filarono il pelo di capra.
[27] I capi portarono le pietre di ònice e le pietre preziose da
incastonare nell'efod e nel pettorale,
[28] balsami e olio per l'illuminazione, per l'olio dell'unzione e per
l'incenso aromatico.
[29] Così tutti, uomini e donne, che erano di cuore generoso a portare
qualche cosa per la costruzione che il Signore per mezzo di Mosè aveva
comandato di fare, la portarono: gli Israeliti portarono la loro offerta
volontaria al Signore.
[30] Mosè disse agli Israeliti: "Vedete, il Signore ha chiamato
per nome Bezaleel, figlio di Uri, figlio di Cur, della tribù di Giuda.
[31] L'ha riempito dello spirito di Dio, perché egli abbia saggezza,
intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro,
[32] per concepire progetti e realizzarli in oro, argento, rame,
[33] per intagliare le pietre da incastonare, per scolpire il legno e
compiere ogni sorta di lavoro ingegnoso.
[34] Gli ha anche messo nel cuore il dono di insegnare e così anche ha
fatto con Ooliab, figlio di Achisamach, della tribù di Dan.
[35] Li ha riempiti di saggezza per compiere ogni genere di lavoro
d'intagliatore, di disegnatore, di ricamatore in porpora viola, in
porpora rossa, in scarlatto e in bisso, e di tessitore: capaci di
realizzare ogni sorta di lavoro e ideatori di progetti.
36
[1]
Bezaleel, Ooliab e tutti gli artisti che il Signore aveva dotati di
saggezza e d'intelligenza, perché fossero in grado di eseguire i lavori
della costruzione del santuario, fecero ogni cosa secondo ciò che il
Signore aveva ordinato.
[2] Mosè chiamò Bezaleel, Ooliab e tutti gli artisti, nel cuore dei
quali il Signore aveva messo saggezza, quanti erano portati a prestarsi
per l'esecuzione dei lavori.
[3] Essi ricevettero da Mosè ogni contributo portato dagli Israeliti
per il lavoro della costruzione del santuario. Ma gli Israeliti
continuavano a portare ogni mattina offerte volontarie.
[4] Allora tutti gli artisti, che eseguivano i lavori per il santuario,
lasciarono il lavoro che stavano facendo
[5] e vennero a dire a Mosè: "Il popolo porta più di quanto è
necessario per il lavoro che il Signore ha ordinato".
[6] Mosè allora fece proclamare nel campo: "Nessuno, uomo o donna,
offra più alcuna cosa come contributo per il santuario". Così si
impedì al popolo di portare altre offerte;
[7] perché quanto il popolo aveva già offerto era sufficiente, anzi
sovrabbondante, per l'esecuzione di tutti i lavori.
[8] Tutti gli artisti addetti ai lavori fecero la Dimora. Bezaleel la
fece con dieci teli di bisso ritorto, di porpora viola, di porpora rossa
e di scarlatto. La fece con figure di cherubini artisticamente lavorati.
[9] Lunghezza di ciascun telo ventotto cubiti; larghezza quattro cubiti
per ciascun telo; la stessa dimensione per tutti i teli.
[10] Unì cinque teli l'uno all'altro e anche i cinque altri teli unì
l'uno all'altro.
[11] Fece cordoni di porpora viola sull'orlo del primo telo all'estremità
della sutura e fece la stessa cosa sull'orlo del primo telo all'estremità
della sutura e fece la stessa cosa sull'orlo del telo estremo nella
seconda sutura.
[12] Fece cinquanta cordoni al primo telo e fece anche cinquanta cordoni
all'estremità del telo della seconda sutura: i cordoni corrispondevano
l'uno all'altro.
[13] Fece cinquanta fibbie d'oro e unì i teli l'uno all'altro mediante
le fibbie; così il tutto venne a formare una sola Dimora.
[14] Fece poi teli di peli di capra per costituire la tenda al di sopra
della Dimora. Ne fece undici teli.
[15] Lunghezza di un telo trenta cubiti; larghezza quattro cubiti per un
telo; la stessa dimensione per gli undici teli.
[16] Unì insieme cinque teli a parte e sei teli a parte.
[17] Fece cinquanta cordoni sull'orlo del telo della seconda sutura.
[18] Fece cinquanta fibbie di rame, per unire insieme la tenda, così da
formare un tutto unico.
[19] Fece poi per la tenda una copertura di pelli di montone tinte di
rosso e al di sopra una copertura di pelli di tasso.
[20] Poi fece per la Dimora assi di legno di acacia, verticali.
[21] Dieci cubiti la lunghezza di un asse e un cubito e mezzo la
larghezza.
[22] Ogni asse aveva due sostegni, congiunti l'uno all'altro da un
rinforzo. Così fece per tutte le assi della Dimora.
[23] Fece dunque le assi per la Dimora: venti assi sul lato verso il
mezzogiorno, a sud.
[24] Fece anche quaranta basi d'argento sotto le venti assi, due basi
sotto un'asse per i suoi due sostegni e due basi sotto l'altra asse per
i suoi due sostegni.
[25] Per il secondo lato della Dimora, verso il settentrione, venti
assi,
[26] come le loro quaranta basi d'argento, due basi sotto un'asse e due
basi sotto l'altra asse.
[27] Per la parte posteriore della Dimora, verso occidente, fece sei
assi.
[28] Fece inoltre due assi per gli angoli della Dimora nella parte
posteriore.
[29] Esse erano formate ciascuna da due pezzi uguali, abbinati e
perfettamente congiunti dal basso fino alla cima, all'altezza del primo
anello. Così fece per ambedue: esse vennero a formare i due angoli.
[30] Vi erano dunque otto assi con le loro basi d'argento: sedici basi,
due basi sotto un'asse e due basi sotto l'altra asse.
[31] Fece inoltre traverse di legno di acacia: cinque per le assi di un
lato della Dimora,
[32] cinque traverse per le assi dell'altro lato della Dimora e cinque
traverse per le assi della parte posteriore, verso occidente.
[33] Fece la traversa mediana che, a mezza altezza delle assi, le
attraversava da una estremità all'altra.
[34] Rivestì d'oro le assi, fece in oro i loro anelli, che servivano
per inserire le traverse, e rivestì d'oro anche le traverse.
[35] Fece il velo di porpora viola e di porpora rossa, di scarlatto e di
bisso ritorto. Lo fece con figure di cherubini, lavoro di disegnatore.
[36] Fece per esso quattro colonne di acacia, le rivestì d'oro; anche i
loro uncini erano d'oro e fuse per esse quattro basi d'argento.
[37] Fecero poi una cortina per l'ingresso della tenda, di porpora viola
e di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto, lavoro di
ricamatore;
[38] le sue cinque colonne con i loro uncini. Rivestì d'oro i loro
capitelli e le loro aste trasversali e fece le loro cinque basi di rame.
37
[1]
Bezaleel fece l'arca di legno di acacia: aveva due cubiti e mezzo di
lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di altezza.
[2] La rivestì d'oro puro, dentro e fuori. Le fece intorno un bordo
d'oro.
[3] Fuse per essa quattro anelli d'oro e li fissò ai suoi quattro
piedi: due anelli su di un lato e due anelli sull'altro.
[4] Fece stanghe di legno di acacia e le rivestì d'oro.
[5] Introdusse le stanghe negli anelli sui due lati dell'arca per
trasportare l'arca.
[6] Fece il coperchio d'oro puro: aveva due cubiti e mezzo di lunghezza
e un cubito e mezzo di larghezza.
[7] Fece due cherubini d'oro: li fece lavorati a martello sulle due
estremità del coperchio:
[8] un cherubino ad una estremità e un cherubino all'altra estremità.
Fece i cherubini tutti di un pezzo con il coperchio, alle sue due
estremità.
[9] I cherubini avevano le due ali stese di sopra, proteggendo con le
ali il coperchio; erano rivolti l'uno verso l'altro e le facce dei
cherubini erano rivolte verso il coperchio.
[10] Fece la tavola di legno di acacia: aveva due cubiti di lunghezza,
un cubito di larghezza, un cubito e mezzo di altezza.
[11] La rivestì d'oro puro e le fece intorno un bordo d'oro.
[12] Le fece attorno una cornice di un palmo e un bordo d'oro per la
cornice.
[13] Fuse per essa quattro anelli d'oro e li fissò ai quattro angoli
che costituivano i suoi quattro piedi.
[14] Gli anelli erano fissati alla cornice e servivano per inserire le
stanghe destinate a trasportare la tavola.
[15] Fece le stanghe di legno di acacia e le rivestì d'oro.
[16] Fece anche gli accessori della tavola: piatti, coppe, anfore e
tazze per le libazioni; li fece di oro puro.
[17] Fece il candelabro d'oro puro; lo fece lavorato a martello, il suo
fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle
facevano corpo con esso.
[18] Sei bracci uscivano dai suoi lati: tre bracci del candelabro da un
lato e tre bracci del candelabro dall'altro.
[19] Vi erano su un braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo,
con bulbo e corolla; anche sull'altro braccio tre calici in forma di
fiore di mandorlo, con bulbo e corolla. Così era per i sei bracci che
uscivano dal candelabro.
[20] Il fusto del candelabro aveva quattro calici in forma di fiore di
mandorlo, con i loro bulbi e le loro corolle:
[21] un bulbo sotto due bracci che si dipartivano da esso, e un bulbo
sotto i due altri bracci che si dipartivano da esso, e un bulbo sotto i
due altri bracci che si dipartivano da esso; così per tutti i sei
bracci che uscivano dal candelabro.
[22] I bulbi e i relativi bracci facevano corpo con esso: il tutto era
formato da una sola massa d'oro puro lavorata a martello.
[23] Fece le sue sette lampade, i suoi smoccolatoi e i suoi portacenere
d'oro puro.
[24] Impiegò un talento d'oro puro per esso e per tutti i suoi
accessori.
[25] Fece l'altare per bruciare l'incenso, di legno di acacia; aveva un
cubito di lunghezza e un cubito di larghezza, era cioè quadrato; aveva
due cubiti di altezza e i suoi corni erano di un sol pezzo.
[26] Rivestì d'oro puro il suo piano, i suoi lati, i suoi corni e gli
fece intorno un orlo d'oro.
[27] Fece anche due anelli d'oro sotto l'orlo, sui due fianchi, cioè
sui due lati opposti; servivano per inserire le stanghe destinate a
trasportarlo.
[28] Fece le stanghe di legno di acacia e le rivestì d'oro.
[29] Preparò l'olio dell'unzione sacra e il profumo aromatico da
bruciare, puro, secondo l'arte del profumiere.
38
[1] Fece
l'altare di legno di acacia: aveva cinque cubiti di lunghezza e cinque
cubiti di larghezza, era cioè quadrato, e aveva l'altezza di tre
cubiti.
[2] Fece i suoi corni ai suoi quattro angoli: i suoi corni erano tutti
di un pezzo; lo rivestì di rame.
[3] Fece anche tutti gli accessori dell'altare: i recipienti per
raccogliere le ceneri, le sue pale, i suoi vasi per aspersione, le sue
forchette e i bracieri: fece di rame tutti i suoi accessori.
[4] Fece per l'altare una graticola, lavorata a forma di rete, di rame,
e la pose sotto la cornice dell'altare in basso: la rete arrivava a metà
altezza dell'altare.
[5] Fuse quattro anelli e li pose alle quattro estremità della
graticola di rame, per inserirvi le stanghe.
[6] Fece anche le stanghe di legno di acacia e le rivestì di rame.
[7] Introdusse le stanghe negli anelli sui lati dell'altare: servivano a
trasportarlo. Fece l'altare di tavole, vuoto all'interno.
[8] Fece la conca di rame e il suo piedestallo di rame, impiegandovi gli
specchi delle donne, che nei tempi stabiliti venivano a prestar servizio
all'ingresso della tenda del convegno.
[9] Fece il recinto: sul lato meridionale, verso sud, il recinto aveva
tendaggi di bisso ritorto, per la lunghezza di cento cubiti sullo stesso
lato.
[10] Vi erano le loro venti colonne con le venti basi di rame. Gli
uncini delle colonne e le loro aste trasversali erano d'argento.
[11] Anche sul lato rivolto a settentrione vi erano tendaggi per cento
cubiti di lunghezza, le relative venti colonne con le venti basi di
rame, gli uncini delle colonne e le aste trasversali d'argento.
[12] Sul lato verso occidente vi erano cinquanta cubiti di tendaggi, con
le relative dieci colonne e le dieci basi,
[13] i capitelli delle colonne e i loro uncini d'argento. Sul lato
orientale, verso levante, vi erano cinquanta cubiti:
[14] quindici cubiti di tendaggi, con le relative tre colonne e le tre
basi alla prima ala;
[15] all'altra ala quindici cubiti di tendaggi, con le tre colonne e le
tre basi.
[16] Tutti i tendaggi che delimitavano il recinto erano di bisso
ritorto.
[17] Le basi delle colonne erano di rame, gli uncini delle colonne e le
aste trasversali erano d'argento; il rivestimento dei loro capitelli era
d'argento e tutte le colonne del recinto avevano aste trasversali
d'argento.
[18] Alla porta del recinto vi era una cortina, lavoro di ricamatore, di
porpora viola, porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto: la sua
lunghezza era di venti cubiti, la sua altezza, nel senso della
larghezza, era di cinque cubiti, come i tendaggi del recinto.
[19] Le colonne relative erano quattro, con le quattro basi di rame, i
loro uncini d'argento, il rivestimento dei loro capitelli e le loro aste
trasversali d'argento.
[20] Tutti i picchetti della Dimora e del recinto circostante erano di
rame.
[21] Questo è il computo dei metalli impiegati per la Dimora, la Dimora
della Testimonianza, redatto per ordine di Mosè e per opera dei leviti,
sotto la direzione d'Itamar, figlio del sacerdote Aronne.
[22] Bezaleel, figlio di Uri, figlio di Cur, della tribù di Giuda,
eseguì quanto il Signore aveva ordinato a Mosè;
[23] insieme con lui Ooliab, figlio di Achisamach della tribù di Dan,
intagliatore, decoratore e ricamatore di porpora viola, porpora rossa,
scarlatto e bisso.
[24] Totale dell'oro impiegato per il lavoro, cioè per tutto il lavoro
del santuario - era l'oro presentato in offerta -: ventinove talenti e
settecentotrenta sicli, in sicli del santuario.
[25] L'argento raccolto, in occasione del censimento della comunità,
pesava cento talenti e millesettecentosettantacinque sicli, in sicli del
santuario,
[26] cioè un beka a testa, vale a dire mezzo siclo, secondo il siclo
del santuario, per ciascuno di coloro che furono sottoposti al
censimento, dai vent'anni in su. Erano
seicentotremilacinquecentocinquanta.
[27] Cento talenti di argento servirono a fondere le basi del santuario
e le basi del velo: cento basi per cento talenti, cioè un talento per
ogni base.
[28] Con i millesettecentosettantacinque sicli fece gli uncini delle
colonne, rivestì i loro capitelli e le riunì con le aste trasversali.
[29] Il rame presentato in offerta assommava a settanta talenti e
duemilaquattrocento sicli.
[30] Con esso fece le basi per l'ingresso della tenda del convegno,
l'altare di rame con la sua graticola di rame e tutti gli accessori
dell'altare,
[31] le basi del recinto, le basi della porta del recinto, tutti i
picchetti della Dimora e tutti i picchetti del recinto.
39
[1] Con
porpora viola e porpora rossa, con scarlatto e bisso fece le vesti
liturgiche per officiare nel santuario. Fecero le vesti sacre di Aronne,
come il Signore aveva ordinato a Mosè.
[2] Fecero l'efod con oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e
bisso ritorto.
[3] Fecero placche d'oro battuto e le tagliarono in striscie sottili,
per intrecciarle con la porpora viola, la porpora rossa, lo scarlatto e
il bisso, lavoro d'artista.
[4] Fecero all'efod due spalline, che vennero attaccate alle sue due
estremità; così ne risultò un pezzo tutto unito.
[5] La cintura, che lo teneva legato e che stava sopra di esso, era
della stessa fattura ed era di un sol pezzo: era intessuta d'oro, di
porpora viola e porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto, come il
Signore aveva ordinato a Mosè.
[6] Lavorarono le pietre di ònice, inserite in castoni d'oro, incise
con i nomi degli Israeliti, secondo l'arte d'incidere i sigilli.
[7] Fissarono le due pietre sulle spalline dell'efod, come pietre a
ricordo degli Israeliti, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
[8] Fecero il pettorale, lavoro d'artista, come l'efod: con oro, porpora
viola, porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto.
[9] Era quadrato e lo fecero doppio; aveva una spanna di lunghezza e una
spanna di larghezza.
[10] Lo coprirono con una incastonatura di pietre preziose, disposte in
quattro file di pietre. Una fila: una cornalina, un topazio e uno
smeraldo, così la prima fila.
[11] La seconda fila: un turchese, uno zaffìro e un berillo.
[12] La terza fila: un giacinto, un'àgata e una ametista.
[13] La quarta fila: un crisòlito, un ònice e un diaspro. Erano
inserite nell'oro mediante i loro castoni.
[14] Le pietre corrispondevano ai nomi degli Israeliti: dodici, secondo
i loro nomi ed erano incise come i sigilli, ciascuna con il nome
corrispondente, secondo le dodici tribù.
[15] Fecero sul pettorale catene in forma di cordoni, lavoro d'intreccio
d'oro puro.
[16] Fecero due castoni d'oro e due anelli d'oro e misero i due anelli
alle due estremità del pettorale.
[17] Misero le due catene d'oro sui due anelli alle due estremità del
pettorale.
[18] Quanto alle due altre estremità delle catene, le fissarono sui due
castoni e le fecero passare sulle spalline dell'efod, nella parte
anteriore.
[19] Fecero due altri anelli d'oro e li collocarono alle due estremità
del pettorale sull'orlo che era dalla parte dell'efod, verso l'interno.
[20] Fecero due altri anelli d'oro e li posero sulle due spalline
dell'efod in basso, sul suo lato anteriore, in vicinanza del punto di
attacco, al di sopra della cintura dell'efod.
[21] Poi legarono il pettorale con i suoi anelli agli anelli dell'efod
mediante un cordone di porpora viola, perché stesse al di sopra della
cintura dell'efod e perché il pettorale non si distaccasse dall'efod,
come il Signore aveva ordinato a Mosè.
[22] Fece il manto dell'efod, lavoro di tessitore, tutto di porpora
viola;
[23] la scollatura del manto, in mezzo, era come la scollatura di una
corazza: intorno aveva un bordo, perché non si lacerasse.
[24] Fecero sul lembo del manto melagrane di porpora viola, di porpora
rossa, di scarlatto e di bisso ritorto.
[25] Fecero sonagli d'oro puro e collocarono i sonagli in mezzo alle
melagrane, intorno all'orlo del manto:
[26] un sonaglio e una melagrana, un sonaglio e una melagrana lungo
tutto il giro del lembo del manto, per l'esercizio del ministero, come
il Signore aveva ordinato a Mosè.
[27] Fecero le tuniche di bisso, lavoro di tessitore, per Aronne e per i
suoi figli;
[28] il turbante di bisso, gli ornamenti dei berretti di bisso e i
calzoni di lino di bisso ritorto;
[29] la cintura di bisso ritorto, di porpora viola, di porpora rossa e
di scarlatto, lavoro di ricamatore, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
[30] Fecero la lamina, il diadema sacro d'oro puro, e vi scrissero sopra
a caratteri incisi come un sigillo: "Sacro al Signore".
[31] Vi fissarono un cordone di porpora viola per porre il diadema sopra
il turbante, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
[32] Così fu finito tutto il lavoro della Dimora, della tenda del
convegno. Gli Israeliti eseguirono ogni cosa come il Signore aveva
ordinato a Mosè: così essi fecero.
[33] Portarono dunque a Mosè la Dimora, la tenda e tutti i suoi
accessori: le sue fibbie, le sue assi, le sue traverse, le sue colonne e
le sue basi,
[34] la copertura di pelli di montone tinte di rosso, la copertura di
pelli di tasso e il velo per far da cortina,
[35] l'arca della Testimonianza con le sue stanghe e il coperchio,
[36] la tavola con tutti i suoi accessori e i pani dell'offerta,
[37] il candelabro d'oro puro con le sue lampade, le lampade cioè che
dovevano essere collocate sopra di esso, con tutti i suoi accessori, e
l'olio per l'illuminazione,
[38] l'altare d'oro, l'olio dell'unzione, il profumo aromatico da
bruciare e la cortina per l'ingresso della tenda.
[39] L'altare di rame con la sua graticola di rame, le sue stanghe e
tutti i suoi accessori, la conca e il suo piedestallo,
[40] i tendaggi del recinto, le sue colonne, le sue basi e la cortina
per la porta del recinto, le sue corde, i suoi picchetti e tutti gli
arredi del servizio della Dimora, per la tenda del convegno,
[41] le vesti liturgiche per officiare nel santuario, le vesti sacre del
sacerdote Aronne e le vesti dei suoi figli per l'esercizio del
sacerdozio.
[42] Secondo quanto il Signore aveva ordinato a Mosè, gli Israeliti
avevano eseguito ogni lavoro.
[43] Mosè vide tutta l'opera e riscontrò che l'avevano eseguita come
il Signore aveva ordinato. Allora Mosè li benedisse.
40
[1] Il
Signore parlò a Mosè e gli disse:
[2] "Il primo giorno del primo mese erigerai la Dimora, la tenda
del convegno.
[3] Dentro vi collocherai l'arca della Testimonianza, davanti all'arca
tenderai il velo.
[4] Vi introdurrai la tavola e disporrai su di essa ciò che vi deve
essere disposto; introdurrai anche il candelabro e vi preparerai sopra
le sue lampade.
[5] Metterai l'altare d'oro per i profumi davanti all'arca della
Testimonianza e metterai infine la cortina all'ingresso della tenda.
[6] Poi metterai l'altare degli olocausti di fronte all'ingresso della
Dimora, della tenda del convegno.
[7] Metterai la conca fra la tenda del convegno e l'altare e vi porrai
l'acqua.
[8] Disporrai il recinto tutt'attorno e metterai la cortina alla porta
del recinto.
[9] Poi prenderai l'olio dell'unzione e ungerai con esso la Dimora e
quanto vi sarà dentro e la consacrerai con tutti i suoi arredi; così
diventerà cosa santa.
[10] Ungerai anche l'altare degli olocausti e tutti i suoi arredi;
consacrerai l'altare e l'altare diventerà cosa santissima.
[11] Ungerai anche la conca con il suo piedestallo e la consacrerai.
[12] Poi farai avvicinare Aronne e i suoi figli all'ingresso della tenda
del convegno e li laverai con acqua.
[13] Farai indossare ad Aronne le vesti sacre, lo ungerai, lo
consacrerai e così egli eserciterà il mio sacerdozio.
[14] Farai avvicinare anche i suoi figli e farai loro indossare le
tuniche.
[15] Li ungerai, come il loro padre, e così eserciteranno il mio
sacerdozio; in tal modo la loro unzione conferirà loro un sacerdozio
perenne, per le loro generazioni".
[16] Mosè fece in tutto secondo quanto il Signore gli aveva ordinato.
Così fece:
[17] nel secondo anno, nel primo giorno del primo mese fu eretta la
Dimora.
[18] Mosè eresse la Dimora: pose le sue basi, dispose le assi, vi fissò
le traverse e rizzò le colonne;
[19] poi stese la tenda sopra la Dimora e sopra ancora mise la copertura
della tenda, come il Signore gli aveva ordinato.
[20] Prese la Testimonianza, la pose dentro l'arca; mise le stanghe
all'arca e pose il coperchio sull'arca;
[21] poi introdusse l'arca nella Dimora, collocò il velo che doveva far
da cortina e lo tese davanti all'arca della Testimonianza, come il
Signore aveva ordinato a Mosè.
[22] Nella tenda del convegno collocò la tavola, sul lato
settentrionale della Dimora, al di fuori del velo.
[23] Dispose su di essa il pane in focacce sovrapposte alla presenza del
Signore, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
[24] Collocò inoltre il candelabro nella tenda del convegno, di fronte
alla tavola sul lato meridionale della Dimora,
[25] e vi preparò sopra le lampade davanti al Signore, come il Signore
aveva ordinato a Mosè.
[26] Collocò poi l'altare d'oro nella tenda del convegno, davanti al
velo,
[27] e bruciò su di esso il profumo aromatico, come il Signore aveva
ordinato a Mosè.
[28] Mise infine la cortina all'ingresso della Dimora.
[29] Poi collocò l'altare degli olocausti all'ingresso della Dimora,
della tenda del convegno, e offrì su di esso l'olocausto e l'offerta,
come il Signore aveva ordinato a Mosè.
[30] Collocò la conca fra la tenda del convegno e l'altare e vi mise
dentro l'acqua per le abluzioni.
[31] Mosè, Aronne e i suoi figli si lavavano con essa le mani e i
piedi:
[32] quando entravano nella tenda del convegno e quando si accostavano
all'altare, essi si lavavano, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
[33] Infine eresse il recinto intorno alla Dimora e all'altare e mise la
cortina alla porta del recinto. Così Mosè terminò l'opera.
[34] Allora la nube coprì la tenda del convegno e la Gloria del Signore
riempì la Dimora.
[35] Mosè non potè entrare nella tenda del convegno, perché la nube
dimorava su di essa e la Gloria del Signore riempiva la Dimora.
[36] Ad ogni tappa, quando la nube s'innalzava e lasciava la Dimora, gli
Israeliti levavano l'accampamento.
[37] Se la nube non si innalzava, essi non partivano, finché non si
fosse innalzata.
[38] Perché la nube del Signore durante il giorno rimaneva sulla Dimora
e durante la notte vi era in essa un fuoco, visibile a tutta la casa
d'Israele, per tutto il tempo del loro viaggio.
LEVITICO
1
[1] Il
Signore chiamò Mosè e dalla tenda del convegno gli disse:
[2] "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando uno di voi vorrà
fare un'offerta al Signore, offrirete bestiame grosso o minuto.
[3] Se l'offerta è un olocausto di grosso bestiame, egli offrirà un
maschio senza difetto; l'offrirà all'ingresso della tenda del convegno,
per ottenere il favore del Signore.
[4] Poserà la mano sulla testa della vittima, che sarà accettata in
suo favore per fare il rito espiatorio per lui.
[5] Poi immolerà il capo di grosso bestiame davanti al Signore, e i
sacerdoti, figli di Aronne, offriranno il sangue e lo spargeranno
intorno all'altare, che è all'ingresso della tenda del convegno.
[6] Scorticherà la vittima e la taglierà a pezzi.
[7] I figli del sacerdote Aronne porranno il fuoco sull'altare e
metteranno la legna sul fuoco,
[8] poi sulla legna e sul fuoco che è sull'altare disporranno i pezzi,
la testa e il grasso.
[9] Laverà con acqua le interiora e le zampe; poi il sacerdote brucerà
il tutto sull'altare come olocausto, sacrificio consumato dal fuoco,
profumo soave per il Signore.
[10] Se la sua offerta è un olocausto di bestiame minuto, pecora o
capra, egli offrirà un maschio senza difetto.
[11] Lo immolerà dal lato settentrionale dell'altare davanti al Signore
e i sacerdoti, figli di Aronne, spargeranno il sangue attorno
all'altare.
[12] Lo taglierà a pezzi, con la testa e il grasso, e il sacerdote li
disporrà sulla legna, collocata sul fuoco dell'altare.
[13] Laverà con acqua le interiora e le zampe; poi il sacerdote offrirà
il tutto e lo brucerà sull'altare: olocausto, sacrificio consumato dal
fuoco, profumo soave per il Signore.
[14] Se la sua offerta al Signore è un olocausto di uccelli, offrirà
tortore o colombi.
[15] Il sacerdote li offrirà all'altare, ne staccherà la testa, che
farà bruciare sull'altare, e il sangue sarà spruzzato sulla parete
dell'altare.
[16] Poi toglierà il gozzo con le sue immondezze e lo getterà al lato
orientale dell'altare, dov'è il luogo delle ceneri.
[17] Dividerà l'uccello in due metà prendendolo per le ali, ma senza
separarlo, e il sacerdote lo brucerà sull'altare, sulla legna che è
sul fuoco, come olocausto, sacrificio consumato dal fuoco, profumo soave
per il Signore.
2
[1] Se
qualcuno presenterà al Signore un'oblazione, la sua offerta sarà di
fior di farina, sulla quale verserà olio e porrà incenso.
[2] La porterà ai figli di Aronne, i sacerdoti; il sacerdote prenderà
da essa una manciata di fior di farina e d'olio, con tutto l'incenso, e
lo brucerà sull'altare come memoriale: è un sacrificio consumato dal
fuoco, profumo soave per il Signore.
[3] Il resto dell'offerta di oblazione sarà per Aronne e per i suoi
figli, cosa santissima, proveniente dai sacrifici consumati dal fuoco in
onore del Signore.
[4] Quando offrirai una oblazione cotta nel forno, essa consisterà in
focacce azzime di fior di farina impastata con olio e anche di
schiacciate azzime spalmate di olio.
[5] Se la tua offerta sarà un'oblazione cotta sulla teglia, sarà di
fior di farina, azzima e impastata con olio;
[6] la farai a pezzi e sopra vi verserai olio: è un'oblazione.
[7] Se la tua offerta sarà una oblazione cotta nella pentola, sarà
fatta con fior di farina nell'olio:
[8] porterai al Signore l'oblazione così preparata e la presenterai al
sacerdote, che la offrirà sull'altare.
[9] Il sacerdote preleverà dall'oblazione il memoriale e lo brucerà
sull'altare: sacrificio consumato dal fuoco, profumo soave per il
Signore.
[10] Il resto dell'oblazione sarà per Aronne e per i suoi figli, cosa
santissima, proveniente dai sacrifici consumati dal fuoco per il
Signore.
[11] Nessuna delle oblazioni che offrirete al Signore sarà lievitata:
non brucerete né lievito, né miele come sacrificio consumato dal fuoco
in onore del Signore;
[12] potrete offrire queste cose al Signore come offerta di primizie, ma
non saliranno sull'altare a titolo di profumo soave.
[13] Dovrai salare ogni tua offerta di oblazione: nella tua oblazione
non lascerai mancare il sale dell'alleanza del tuo Dio; sopra ogni tua
offerta offrirai del sale.
[14] Se offrirai al Signore una oblazione di primizie, offrirai come tua
oblazione di primizie spighe di grano fresche abbrustolite sul fuoco e
chicchi pestati di grano nuovo.
[15] Verserai olio sopra di essa, vi metterai incenso: è una oblazione.
[16] Il sacerdote brucerà come memoriale una parte dei chicchi e
dell'olio insieme con tutto l'incenso: è un sacrificio consumato dal
fuoco per il Signore.
3
[1] Nel
caso che la sua offerta sia un sacrificio di comunione e se offre un
capo di bestiame grosso, sarà un maschio o una femmina, senza difetto;
l'offrirà davanti al Signore,
[2] poserà la mano sulla testa della vittima e la immolerà
all'ingresso della tenda del convegno e i figli di Aronne, i sacerdoti,
spargeranno il sangue attorno all'altare.
[3] Di questo sacrificio di comunione offrirà come sacrificio consumato
dal fuoco in onore del Signore il grasso che avvolge le viscere e tutto
quello che vi è sopra,
[4] i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo
del fegato, che distaccherà al di sopra dei reni;
[5] i figli di Aronne lo bruceranno sull'altare, sopra l'olocausto,
posto sulla legna che è sul fuoco: è un sacrificio consumato dal
fuoco, profumo soave per il Signore.
[6] Se la sua offerta di sacrificio di comunione per il Signore è di
bestiame minuto sarà un maschio o una femmina, senza difetto.
[7] Se presenta una pecora in offerta, la offrirà davanti al Signore;
[8] poserà la mano sulla testa della vittima e la immolerà davanti
alla tenda del convegno; i figli di Aronne ne spargeranno il sangue
attorno all'altare;
[9] di questo sacrificio di comunione offrirà quale sacrificio
consumato dal fuoco per il Signore il grasso e cioè l'intiera coda
presso l'estremità della spina dorsale, il grasso che avvolge le
viscere e tutto quello che vi è sopra,
[10] i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al
lobo del fegato, che distaccherà al di sopra dei reni;
[11] il sacerdote li brucerà sull'altare: è un alimento consumato dal
fuoco per il Signore.
[12] Se la sua offerta è una capra, la offrirà davanti al Signore;
[13] poserà la mano sulla sua testa e la immolerà davanti alla tenda
del convegno; i figli di Aronne ne spargeranno il sangue attorno
all'altare.
[14] Di essa preleverà, come offerta consumata dal fuoco in onore del
Signore, il grasso che avvolge le viscere, tutto quello che vi è sopra,
[15] i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al
lobo del fegato, che distaccherà al di sopra dei reni;
[16] il sacerdote li brucerà sull'altare: è un cibo consumato dal
fuoco per il Signore.
Ogni parte grassa appartiene al Signore.
[17] È una prescrizione rituale perenne per le vostre generazioni in
ogni vostra dimora: non dovrete mangiare né grasso né sangue".
4
[1] Il
Signore disse a Mosè: "Riferisci agli Israeliti:
[2] Quando un uomo inavvertitamente trasgredisce un qualsiasi divieto
della legge del Signore, facendo una cosa proibita:
[3] se chi ha peccato è il sacerdote che ha ricevuto l'unzione e così
ha reso colpevole il popolo, offrirà al Signore per il peccato da lui
commesso un giovenco senza difetto come sacrificio di espiazione.
[4] Condurrà il giovenco davanti al Signore all'ingresso della tenda
del convegno; poserà la mano sulla testa del giovenco e l'immolerà
davanti al Signore.
[5] Il sacerdote che ha ricevuto l'unzione prenderà il sangue del
giovenco e lo porterà nell'interno della tenda del convegno;
[6] intingerà il dito nel sangue e farà sette aspersioni davanti al
Signore di fronte al velo del santuario.
[7] Bagnerà con il sangue i corni dell'altare dei profumi che bruciano
davanti al Signore nella tenda del convegno; verserà il resto del
sangue alla base dell'altare degli olocausti, che si trova all'ingresso
della tenda del convegno.
[8] Poi dal giovenco del sacrificio toglierà tutto il grasso: il grasso
che avvolge le viscere, tutto quello che vi è sopra,
[9] i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo
del fegato, che distaccherà al di sopra dei reni.
[10] Farà come si fa per il giovenco del sacrificio di comunione e
brucerà il tutto sull'altare degli olocausti.
[11] Ma la pelle del giovenco, la carne con la testa, le viscere, le
zampe e gli escrementi,
[12] cioè tutto il giovenco, egli lo porterà fuori dell'accampamento
in luogo puro, dove si gettano le ceneri, e lo brucerà sulla legna:
dovrà essere bruciato sul mucchio delle ceneri.
[13] Se tutta la comunità d'Israele ha commesso una inavvertenza, senza
che tutta l'assemblea la conosca, violando così un divieto della legge
del Signore e rendendosi colpevole,
[14] quando il peccato commesso sarà conosciuto, l'assemblea offrirà
come sacrificio espiatorio un giovenco, un capo di grosso bestiame senza
difetto e lo condurrà davanti alla tenda del convegno.
[15] Gli anziani della comunità poseranno le mani sulla testa del
giovenco e lo si immolerà davanti al Signore.
[16] Il sacerdote che ha ricevuto l'unzione porterà il sangue del
giovenco nell'interno della tenda del convegno;
[17] intingerà il dito nel sangue, e farà sette aspersioni davanti al
Signore di fronte al velo.
[18] Bagnerà con il sangue i corni dell'altare che è davanti al
Signore nella tenda del convegno e verserà il resto del sangue alla
base dell'altare degli olocausti, all'ingresso della tenda del convegno.
[19] Toglierà al giovenco tutte le parti grasse, per bruciarle
sull'altare.
[20] Farà di questo giovenco come di quello offerto in sacrificio di
espiazione: tutto allo stesso modo. Il sacerdote farà per loro il rito
espiatorio e sarà loro perdonato.
[21] Poi porterà il giovenco fuori del campo e lo brucerà come ha
bruciato il primo: è il sacrificio di espiazione per l'assemblea.
[22] Se è un capo chi ha peccato, violando per inavvertenza un divieto
del Signore suo Dio e così si è reso colpevole,
[23] quando conosca il peccato commesso, porterà come offerta un capro
maschio senza difetto.
[24] Poserà la mano sulla testa del capro e lo immolerà nel luogo dove
si immolano gli olocausti davanti al Signore: è un sacrificio
espiatorio.
[25] Il sacerdote prenderà con il dito il sangue del sacrificio
espiatorio e bagnerà i corni dell'altare degli olocausti; verserà il
resto del sangue alla base dell'altare degli olocausti.
[26] Poi brucerà sull'altare ogni parte grassa, come il grasso del
sacrificio di comunione. Il sacerdote farà per lui il rito espiatorio
per il suo peccato e gli sarà perdonato.
[27] Se chi ha peccato è stato qualcuno del popolo, violando per
inavvertenza un divieto del Signore, e così si è reso colpevole,
[28] quando conosca il peccato commesso, porti come offerta una capra
femmina, senza difetto, in espiazione del suo peccato.
[29] Poserà la mano sulla testa della vittima di espiazione e la
immolerà nel luogo dove si immolano gli olocausti.
[30] Il sacerdote prenderà con il dito un pò di sangue di essa e
bagnerà i corni dell'altare degli olocausti; poi verserà il resto del
sangue alla base dell'altare.
[31] Preleverà tutte le parti grasse, come si preleva il grasso del
sacrificio di comunione, e il sacerdote le brucerà sull'altare, profumo
soave in onore del Signore. Il sacerdote farà per lui il rito
espiatorio e gli sarà perdonato.
[32] Se porta una pecora come offerta per il peccato, porterà una
femmina senza difetto.
[33] Poserà la mano sulla testa della vittima espiatoria e la immolerà
in espiazione nel luogo dove si immolano gli olocausti.
[34] Il sacerdote prenderà con il dito un pò di sangue della vittima
espiatoria e bagnerà i corni dell'altare degli olocausti; poi verserà
il resto del sangue alla base dell'altare.
[35] Preleverà tutte le parti grasse, come si preleva il grasso della
pecora del sacrificio di comunione e il sacerdote le brucerà
sull'altare sopra le vittime consumate dal fuoco in onore del Signore.
Il sacerdote farà per lui il rito espiatorio per il peccato commesso e
gli sarà perdonato.
5
[1] Se
una persona pecca perché nulla dichiara, benché abbia udito la formula
di scongiuro e sia essa stessa testimone o abbia visto o sappia, sconterà
la sua iniquità.
[2] Oppure quando qualcuno, senza avvedersene, tocca una cosa immonda,
come il cadavere d'una bestia o il cadavere d'un animale domestico o
quello d'un rettile, rimarrà egli stesso immondo e colpevole.
[3] Oppure quando, senza avvedersene, tocca una immondezza umana - una
qualunque delle cose per le quali l'uomo diviene immondo - quando verrà
a saperlo, sarà colpevole.
[4] Oppure quando uno, senza badarvi, parlando con leggerezza, avrà
giurato, con uno di quei giuramenti che gli uomini proferiscono alla
leggera, di fare qualche cosa di male o di bene, se lo saprà, ne sarà
colpevole.
[5] Quando uno dunque si sarà reso colpevole d'una di queste cose,
confesserà il peccato commesso;
[6] porterà al Signore, come riparazione della sua colpa per il peccato
commesso, una femmina del bestiame minuto, pecora o capra, come
sacrificio espiatorio; il sacerdote farà per lui il rito espiatorio per
il suo peccato.
[7] Se non ha mezzi per procurarsi una pecora o una capra, porterà al
Signore, come riparazione della sua colpa per il suo peccato, due
tortore o due colombi: uno come sacrificio espiatorio, l'altro come
olocausto.
[8] Li porterà al sacerdote, il quale offrirà prima quello per
l'espiazione: gli spaccherà la testa vicino alla nuca, ma senza
staccarla;
[9] poi spargerà il sangue del sacrificio per il peccato sopra la
parete dell'altare e ne spremerà il resto alla base dell'altare. Questo
è un sacrificio espiatorio.
[10] Dell'altro uccello offrirà un olocausto, secondo le norme
stabilite. Così il sacerdote farà per lui il rito espiatorio per il
peccato che ha commesso e gli sarà perdonato.
[11] Ma se non ha mezzi per procurarsi due tortore o due colombi, porterà,
come offerta per il peccato commesso, un decimo di efa di fior di
farina, come sacrificio espiatorio; non vi metterà né olio né
incenso, perché è un sacrificio per il peccato.
[12] Porterà la farina al sacerdote, che ne prenderà una manciata come
memoriale, facendola bruciare sull'altare sopra le vittime consumate dal
fuoco in onore del Signore. È un sacrificio espiatorio.
[13] Così il sacerdote farà per lui il rito espiatorio per il peccato
commesso in uno dei casi suddetti e gli sarà perdonato. Il resto sarà
per il sacerdote, come nell'oblazione".
[14] Il Signore aggiunse a Mosè:
[15] "Se qualcuno commetterà una mancanza e peccherà per errore
riguardo a cose consacrate al Signore, porterà al Signore, in
sacrificio di riparazione, un ariete senza difetto, preso dal gregge,
che valuterai in sicli d'argento in base al siclo del santuario;
[16] risarcirà il danno fatto al santuario, aggiungendovi un quinto, e
lo darà al sacerdote, il quale farà per lui il rito espiatorio con
l'ariete offerto come sacrificio di riparazione e gli sarà perdonato.
[17] Quando uno peccherà facendo, senza saperlo, una cosa vietata dal
Signore, sarà colpevole e dovrà scontare la mancanza.
[18] Presenterà al sacerdote, come sacrificio di riparazione, un ariete
senza difetto, preso dal bestiame minuto, secondo la tua stima; il
sacerdote farà per lui il rito espiatorio per l'errore commesso per
ignoranza e gli sarà perdonato.
[19] È un sacrificio di riparazione; quell'individuo si era certo reso
colpevole verso il Signore".
[20] Il Signore disse a Mosè:
[21] "Quando uno peccherà e commetterà una mancanza verso il
Signore, rifiutando al suo prossimo un deposito da lui ricevuto o un
pegno consegnatogli o una cosa rubata o estorta con frode
[22] o troverà una cosa smarrita, mentendo a questo proposito e
giurando il falso circa qualcuna delle cose per cui un uomo può
peccare,
[23] se avrà così peccato e si sarà reso colpevole, restituirà la
cosa rubata o estorta con frode o il deposito che gli era stato affidato
o l'oggetto smarrito che aveva trovato
[24] o qualunque cosa per cui abbia giurato il falso. Farà la
restituzione per intero, aggiungendovi un quinto e renderà ciò al
proprietario il giorno stesso in cui offrirà il sacrificio di
riparazione.
[25] Porterà al sacerdote, come sacrificio di riparazione in onore del
Signore, un ariete senza difetto, preso dal bestiame minuto secondo la
tua stima.
[26] Il sacerdote farà il rito espiatorio per lui davanti al Signore e
gli sarà perdonato, qualunque sia la mancanza di cui si è reso
colpevole".
6
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Dà quest'ordine ad Aronne e ai suoi figli: Questa è la legge
per l'olocausto. L'olocausto rimarrà acceso sul braciere sopra l'altare
tutta la notte, fino al mattino; il fuoco dell'altare sarà tenuto
acceso.
[3] Il sacerdote, indossata la tunica di lino e vestiti i calzoni di
lino, toglierà la cenere, in cui il fuoco avrà ridotto l'olocausto
sull'altare, e la deporrà al fianco dell'altare.
[4] Poi, spogliatosi delle vesti e indossatene altre, porterà la cenere
fuori del campo, in un luogo mondo.
[5] Il fuoco sarà tenuto acceso sull'altare e non si lascerà spegnere;
il sacerdote vi brucerà legna ogni mattina, vi disporrà sopra
l'olocausto e vi brucerà sopra il grasso dei sacrifici.
[6] Il fuoco dev'esser sempre tenuto acceso sull'altare, senza lasciarlo
spegnere.
[7] Questa è la legge dell'oblazione. I figli di Aronne la offriranno
al Signore, dinanzi all'altare.
[8] Il sacerdote preleverà una manciata di fior di farina con il suo
olio e con tutto l'incenso che è sopra l'offerta e brucerà ogni cosa
sull'altare con soave profumo in ricordo del Signore.
[9] Aronne e i suoi figli mangeranno quel che rimarrà dell'oblazione;
lo si mangerà senza lievito, in luogo santo, nel recinto della tenda
del convegno.
[10] Non si cuocerà con lievito; è la parte che ho loro assegnata
delle offerte a me bruciate con il fuoco. È cosa santissima come il
sacrificio espiatorio.
[11] Ogni maschio tra i figli di Aronne potrà mangiarne. È un diritto
perenne delle vostre generazioni sui sacrifici consumati dal fuoco in
onore del Signore. Tutto ciò che verrà a contatto con queste cose sarà
sacro".
[12] Il Signore aggiunse a Mosè:
[13] "L'offerta che Aronne e i suoi figli faranno al Signore il
giorno in cui riceveranno l'unzione è questa: un decimo di efa di fior
di farina, come oblazione perpetua, metà la mattina e metà la sera.
[14] Essa sarà preparata con olio, nella teglia: la presenterai in una
misura stemperata; l'offrirai in pezzi, come profumo soave per il
Signore.
[15] Anche il sacerdote che, tra i figli di Aronne, sarà unto per
succedergli, farà questa offerta; è una prescrizione perenne: sarà
bruciata tutta in onore del Signore.
[16] Ogni oblazione del sacerdote sarà bruciata tutta; non se ne potrà
mangiare".
[17] Il Signore disse ancora a Mosè:
[18] "Parla ad Aronne e ai suoi figli e dì loro: Questa è la
legge del sacrificio espiatorio. Nel luogo dove si immola l'olocausto
sarà immolata davanti al Signore la vittima per il peccato. È cosa
santissima.
[19] La mangerà il sacerdote che l'offrirà per il peccato; dovrà
mangiarla in luogo santo, nel recinto della tenda del convegno.
[20] Qualunque cosa ne toccherà le carni sarà sacra; se parte del suo
sangue schizza sopra una veste, il posto dove sarà schizzato il sangue
lo laverai in luogo santo.
[21] Ma il vaso di terra, che sarà servito a cuocerla, sarà spezzato;
che se è stata cotta in un vaso di rame, questo sarà strofinato bene e
sciacquato con acqua.
[22] Ogni maschio di famiglia sacerdotale ne potrà mangiare; è cosa
santissima.
[23] Ma non si potrà mangiare alcuna vittima espiatoria, il cui sangue
va portato nella tenda del convegno, per il rito espiatorio nel
santuario. Essa sarà bruciata nel fuoco.
7
[1]
Questa è la legge del sacrificio di riparazione; è cosa santissima.
[2] Nel luogo, dove si immola l'olocausto, si immolerà la vittima di
riparazione; se ne spargerà il sangue attorno all'altare
[3] e se ne offrirà tutto il grasso: la coda, il grasso che copre le
viscere,
[4] i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo
del fegato che si distaccherà sopra i reni.
[5] Il sacerdote brucerà tutto questo sull'altare come sacrificio
consumato dal fuoco in onore del Signore. Questo è un sacrificio di
riparazione.
[6] Ogni maschio di famiglia sacerdotale ne potrà mangiare; lo si
mangerà in luogo santo; è cosa santissima.
[7] Il sacrificio di riparazione è come il sacrificio espiatorio; la
stessa legge vale per ambedue; la vittima sarà del sacerdote che avrà
compiuta l'espiazione.
[8] Il sacerdote, che avrà fatto l'olocausto per qualcuno, avrà per sé
la pelle dell'olocausto da lui offerto.
[9] Così anche ogni oblazione, cotta nel forno o preparata nella
pentola o nella teglia, sarà del sacerdote che l'ha offerta.
[10] Ogni oblazione impastata con olio o asciutta sarà per tutti i
figli di Aronne in misura uguale.
[11] Questa è la legge del sacrificio di comunione, che si offrirà al
Signore.
[12] Se uno l'offre in ringraziamento, offrirà, con il sacrificio di
comunione, focacce senza lievito intrise con olio, schiacciate senza
lievito unte con olio e fior di farina cotta, in forma di focacce
intrise con olio.
[13] Presenterà anche, come offerta, oltre le dette focacce, focacce di
pan lievitato, insieme con il sacrificio di ringraziamento.
[14] Di ognuna di queste offerte una parte si presenterà come oblazione
prelevata in onore del Signore; essa sarà del sacerdote che ha sparso
il sangue della vittima del sacrificio di comunione.
[15] La carne del sacrificio di ringraziamento dovrà mangiarsi il
giorno stesso in cui esso viene offerto; non se ne lascerà nulla fino
alla mattina.
[16] Ma se il sacrificio che uno offre è votivo o volontario, la
vittima si mangerà il giorno in cui verrà offerta, il resto dovrà
esser mangiato il giorno dopo;
[17] ma quel che sarà rimasto della carne del sacrificio fino al terzo
giorno, dovrà bruciarsi nel fuoco.
[18] Se uno mangia la carne del sacrificio di comunione il terzo giorno,
l'offerente non sarà gradito; dell'offerta non gli sarà tenuto conto;
sarà un abominio; chi ne avrà mangiato subirà la pena della sua
iniquità.
[19] La carne che sarà stata in contatto con qualche cosa di immondo,
non si potrà mangiare; sarà bruciata nel fuoco.
[20] Chiunque sarà mondo potrà mangiare la carne del sacrificio di
comunione; ma la persona che, immonda, mangerà la carne del sacrificio
di comunione offerto al Signore sarà eliminata dal suo popolo.
[21] Se uno toccherà qualsiasi cosa immonda: un'immondezza umana, un
animale immondo o qualsiasi cosa abominevole, immonda, e mangerà la
carne d'un sacrificio di comunione offerto al Signore, quel tale sarà
eliminato dal suo popolo".
[22] Il Signore disse ancora a Mosè:
[23] "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Non mangerete alcun
grasso, né di bue, né di pecora, né di capra.
[24] Il grasso di una bestia che è morta naturalmente o il grasso d'una
bestia sbranata potrà servire per qualunque altro uso; ma non ne
mangerete affatto;
[25] perché chiunque mangerà il grasso di animali che si possono
offrire in sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore, sarà
eliminato dal suo popolo.
[26] E non mangerete affatto sangue, né di uccelli né di animali
domestici, dovunque abitiate.
[27] Chiunque mangerà sangue di qualunque specie sarà eliminato dal
suo popolo".
[28] Il Signore aggiunse a Mosè:
[29] "Parla agli Israeliti e dì loro: Chi offrirà al Signore il
sacrificio di comunione porterà una offerta al Signore, prelevandola
dal sacrificio di comunione.
[30] Porterà con le proprie mani ciò che deve essere offerto al
Signore con il fuoco: porterà il grasso insieme con il petto, il petto
per presentarlo con il rito d'agitazione davanti al Signore.
[31] Il sacerdote brucerà il grasso sopra l'altare; il petto sarà di
Aronne e dei suoi figli.
[32] Darete anche in tributo al sacerdote la coscia destra dei vostri
sacrifici di comunione.
[33] Essa spetterà, come sua parte, al figlio di Aronne che avrà
offerto il sangue e il grasso dei sacrifici di comunione.
[34] Poiché, dai sacrifici di comunione offerti dagli Israeliti, io mi
riservo il petto della vittima offerta con l'agitazione di rito e la
coscia della vittima offerta con l'elevazione di rito e li dò al
sacerdote Aronne e ai suoi figli per legge perenne, che gli Israeliti
osserveranno.
[35] Questa è la parte dovuta ad Aronne e ai suoi figli, dei sacrifici
bruciati in onore del Signore, dal giorno in cui eserciteranno il
sacerdozio del Signore.
[36] Agli Israeliti il Signore ha ordinato di dar loro questo, dal
giorno della loro unzione. È una parte che è loro dovuta per sempre,
di generazione in generazione.
[37] Questa è la legge per l'olocausto, l'oblazione, il sacrificio
espiatorio, il sacrificio di riparazione, l'investitura e il sacrificio
di comunione: legge che il Signore ha dato a Mosè sul monte Sinai,
quando ordinò agli Israeliti di presentare le offerte al Signore nel
deserto del Sinai".
8
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Prendi Aronne insieme ai suoi figli, le vesti, l'olio
dell'unzione, il giovenco del sacrificio espiatorio, i due arieti e il
cesto dei pani azzimi;
[3] convoca tutta la comunità all'ingresso della tenda del
convegno".
[4] Mosè fece come il Signore gli aveva ordinato e la comunità fu
convocata all'ingresso della tenda del convegno.
[5] Mosè disse alla comunità: "Questo il Signore ha ordinato di
fare".
[6] Mosè fece accostare Aronne e i suoi figli e li lavò con acqua.
[7] Poi rivestì Aronne della tunica, lo cinse della cintura, gli pose
addosso il manto, gli mise l'efod e lo cinse con la cintura dell'efod,
nel quale avvolse l'efod.
[8] Gli mise anche il pettorale, e nel pettorale pose gli Urim e i
Tummin.
[9] Poi gli mise in capo il turbante e sul davanti del turbante pose la
lamina d'oro, il sacro diadema, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
[10] Poi Mosè prese l'olio dell'unzione, unse la Dimora e tutte le cose
che vi si trovavano e così le consacrò.
[11] Fece sette volte l'aspersione sull'altare, unse l'altare con tutti
i suoi accessori, la conca e la sua base, per consacrarli.
[12] Versò l'olio della unzione sul capo d'Aronne e unse Aronne, per
consacrarlo.
[13] Poi Mosè fece avvicinare i figli d'Aronne, li vestì di tuniche,
li cinse con le cinture e legò sul loro capo i turbanti, come il
Signore aveva ordinato a Mosè.
[14] Fece quindi accostare il giovenco del sacrificio espiatorio e
Aronne e i suoi figli stesero le mani sulla testa del giovenco del
sacrificio espiatorio.
[15] Mosè lo immolò, ne prese del sangue, bagnò con il dito i corni
attorno all'altare e purificò l'altare; poi sparse il resto del sangue
alla base dell'altare e lo consacrò per fare su di esso l'espiazione.
[16] Poi prese tutto il grasso aderente alle viscere, il lobo del
fegato, i due reni con il loro grasso e Mosè bruciò tutto sull'altare.
[17] Ma il giovenco, la sua pelle, la sua carne e le feci, bruciò nel
fuoco fuori dell'accampamento, come il Signore gli aveva ordinato.
[18] Fece quindi avvicinare l'ariete dell'olocausto e Aronne e i suoi
figli stesero le mani sulla testa dell'ariete.
[19] Mosè lo immolò e ne sparse il sangue attorno all'altare.
[20] Poi fece a pezzi l'ariete e ne bruciò testa, pezzi e grasso.
[21] Dopo averne lavato le viscere e le zampe con acqua, bruciò tutto
l'ariete sull'altare: olocausto di soave odore, un sacrificio consumato
dal fuoco in onore del Signore, come il Signore gli aveva ordinato.
[22] Poi fece accostare il secondo ariete, l'ariete della investitura, e
Aronne e i suoi figli stesero le mani sulla testa dell'ariete.
[23] Mosè lo immolò, ne prese del sangue e bagnò il lobo
dell'orecchio destro di Aronne e il pollice della mano destra e l'alluce
del piede destro.
[24] Poi Mosè fece avvicinare i figli di Aronne e bagnò con quel
sangue il lobo del loro orecchio destro, il pollice della mano destra e
l'alluce del piede destro; sparse il resto del sangue attorno
all'altare.
[25] Poi prese il grasso, la coda, tutto il grasso aderente alle
viscere, il lobo del fegato, i reni con il loro grasso e la coscia
destra;
[26] dal canestro dei pani azzimi, che era davanti al Signore, prese una
focaccia senza lievito, una focaccia di pasta intrisa nell'olio e una
schiacciata e le pose sulle parti grasse e sulla coscia destra.
[27] Poi mise tutte queste cose sulle mani di Aronne e sulle mani dei
suoi figli e le agitò con l'agitazione rituale davanti al Signore.
[28] Mosè quindi le prese dalle loro mani e le bruciò sull'altare
sopra l'olocausto: sacrificio di investitura, di soave odore, sacrificio
consumato dal fuoco in onore del Signore.
[29] Poi Mosè prese il petto dell'ariete e lo agitò come offerta da
agitare ritualmente davanti al Signore; questa fu la parte dell'ariete
dell'investitura toccata a Mosè, come il Signore gli aveva ordinato.
[30] Mosè prese quindi l'olio dell'unzione e il sangue che era sopra
l'altare; ne asperse Aronne e le sue vesti, i figli di lui e le loro
vesti; così consacrò Aronne e le sue vesti e similmente i suoi figli e
le loro vesti.
[31] Poi Mosè disse ad Aronne e ai suoi figli: "Fate cuocere la
carne all'ingresso della tenda del convegno e là mangiatela con il pane
che è nel canestro dell'investitura, come mi è stato ordinato. La
mangeranno Aronne e i suoi figli.
[32] Quel che avanza della carne e del pane, bruciatelo nel fuoco.
[33] Per sette giorni non uscirete dall'ingresso della tenda del
convegno, finché cioè non siano compiuti i giorni della vostra
investitura, perché la vostra investitura durerà sette giorni.
[34] Come si è fatto oggi così il Signore ha ordinato che si faccia
per compiere il rito espiatorio su di voi.
[35] Rimarrete sette giorni all'ingresso della tenda del convegno,
giorno e notte, osservando il comandamento del Signore, perché non
moriate, poiché così mi è stato ordinato".
[36] Aronne e i suoi figli fecero quanto era stato ordinato dal Signore
per mezzo di Mosè.
9
[1]
L'ottavo giorno, Mosè chiamò Aronne, i suoi figli e gli anziani
d'Israele
[2] e disse ad Aronne: "Prendi un vitello per il sacrificio
espiatorio e un ariete per l'olocausto, tutti e due senza difetto, e
offrili al Signore.
[3] Agli Israeliti dirai: Prendete un capro per il sacrificio
espiatorio, un vitello e un agnello, tutti e due di un anno, senza
difetto, per l'olocausto,
[4] un toro e un ariete per il sacrificio di comunione, per immolarli
davanti al Signore, un'oblazione intrisa nell'olio, perché oggi il
Signore si manifesterà a voi".
[5] Essi dunque condussero davanti alla tenda del convegno quanto Mosè
aveva ordinato; tutta la comunità si avvicinò e stette davanti al
Signore.
[6] Mosè disse: "Ecco ciò che il Signore vi ha ordinato; fatelo e
la gloria del Signore vi apparirà".
[7] Mosè disse ad Aronne: "Avvicinati all'altare: offri il tuo
sacrificio espiatorio e il tuo olocausto e compi il rito espiatorio per
te e per il tuo casato; presenta anche l'offerta del popolo e fà
l'espiazione per esso, come il Signore ha ordinato".
[8] Aronne dunque si avvicinò all'altare e immolò il vitello del
sacrificio espiatorio, che era per sé.
[9] I suoi figli gli porsero il sangue ed egli vi intinse il dito, ne
bagnò i corni dell'altare e sparse il resto del sangue alla base
dell'altare;
[10] ma il grasso, i reni e il lobo del fegato della vittima espiatoria
li bruciò sopra l'altare come il Signore aveva ordinato a Mosè.
[11] La carne e la pelle le bruciò nel fuoco fuori dell'accampamento.
[12] Poi immolò l'olocausto; i figli di Aronne gli porsero il sangue ed
egli lo sparse attorno all'altare.
[13] Gli porsero anche la vittima dell'olocausto fatta a pezzi e la
testa e li bruciò sull'altare.
[14] Lavò le interiora e le gambe e le bruciò sull'olocausto sopra
l'altare.
[15] Poi presentò l'offerta del popolo. Prese il capro destinato al
sacrificio espiatorio per il popolo, lo immolò e ne fece un sacrificio
espiatorio, come il precedente.
[16] Poi offrì l'olocausto secondo il rito.
[17] Presentò quindi l'oblazione, ne prese una manciata piena e la
bruciò sull'altare, oltre l'olocausto della mattina.
[18] Immolò il toro e l'ariete in sacrificio di comunione per il
popolo. I figli di Aronne gli porgevano il sangue ed egli lo spargeva
attorno all'altare.
[19] Gli porgevano le parti grasse del toro e dell'ariete, la coda, il
grasso aderente alle viscere, i reni e il lobo del fegato:
[20] mettevano i grassi sui petti ed egli li bruciava sull'altare.
[21] I petti e la coscia destra, Aronne li agitava davanti al Signore
come offerta da agitare secondo il rito, nel modo che Mosè aveva
ordinato.
[22] Poi Aronne, alzate le mani verso il popolo, lo benedisse e, dopo
aver fatto il sacrificio espiatorio, l'olocausto e i sacrifici di
comunione, scese dall'altare.
[23] Mosè e Aronne entrarono nella tenda del convegno; poi uscirono e
benedissero il popolo e la gloria del Signore si manifestò a tutto il
popolo.
[24] Un fuoco uscì dalla presenza del Signore e consumò sull'altare
l'olocausto e i grassi; tutto il popolo vide, mandò grida d'esultanza e
si prostrò con la faccia a terra.
10
[1] Ora
Nadab e Abiu, figli di Aronne, presero ciascuno un braciere, vi misero
dentro il fuoco e il profumo e offrirono davanti al Signore un fuoco
illegittimo, che il Signore non aveva loro ordinato.
[2] Ma un fuoco si staccò dal Signore e li divorò e morirono così
davanti al Signore.
[3] Allora Mosè disse ad Aronne: "Di questo il Signore ha parlato
quando ha detto: A chi si avvicina a me mi mostrerò santo e davanti a
tutto il popolo sarò onorato". Aronne tacque.
[4] Mosè chiamò Misael ed Elsafan, figli di Uziel, zio di Aronne, e
disse loro: "Avvicinatevi, portate via questi vostri congiunti dal
santuario, fuori dell'accampamento".
[5] Essi si avvicinarono e li portarono via con le loro tuniche, fuori
dell'accampamento, come Mosè aveva detto.
[6] Ad Aronne, a Eleazaro e a Itamar, suoi figli, Mosè disse: "Non
vi scarmigliate i capelli del capo e non vi stracciate le vesti, perché
non moriate e il Signore non si adiri contro tutta la comunità; ma i
vostri fratelli, tutta la casa d'Israele, facciano pure lutto a causa
della morte fulminea inflitta dal Signore.
[7] Non vi allontanate dall'ingresso della tenda del convegno, così che
non moriate; perché l'olio dell'unzione del Signore è su di voi".
Essi fecero come Mosè aveva detto.
[8] Il Signore parlò ad Aronne:
[9] "Non bevete vino o bevanda inebriante né tu né i tuoi figli,
quando dovete entrare nella tenda del convegno, perché non moriate; sarà
una legge perenne, di generazione in generazione;
[10] questo perché possiate distinguere ciò che è santo da ciò che
è profano e ciò che è immondo da ciò che è mondo
[11] e possiate insegnare agli Israeliti tutte le leggi che il Signore
ha date loro per mezzo di Mosè".
[12] Poi Mosè disse ad Aronne, a Eleazaro e a Itamar, figli superstiti
di Aronne: "Prendete quel che è avanzato dell'oblazione dei
sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore e mangiatelo senza
lievito, presso l'altare; perché è cosa sacrosanta.
[13] Dovete mangiarlo in luogo santo, perché è la parte che spetta a
te e ai tuoi figli, tra i sacrifici consumati dal fuoco in onore del
Signore: così mi è stato ordinato.
[14] Il petto della vittima offerta da agitare secondo il rito e la
coscia da elevare secondo il rito, li mangerete tu, i tuoi figli e le
tue figlie con te in luogo mondo; perché vi sono stati dati come parte
tua e dei tuoi figli, tra i sacrifici di comunione degli Israeliti.
[15] Essi presenteranno, insieme con le parti grasse da bruciare, la
coscia della vittima da elevare secondo il rito e il petto da agitare
secondo il rito, perché siano agitati davanti al Signore; questo
spetterà a te e ai tuoi figli con te, per diritto perenne, come il
Signore ha ordinato".
[16] Mosè poi si informò accuratamente circa il capro del sacrificio
espiatorio e seppe che era stato bruciato; allora si sdegnò contro
Eleazaro e contro Itamar, figli superstiti di Aronne, dicendo:
[17] "Perché non avete mangiato la vittima espiatrice nel luogo
santo, trattandosi di cosa sacrosanta? Il Signore ve l'ha data, perché
porti l'iniquità della comunità, perché su di essa compiate
l'espiazione davanti al Signore.
[18] Ecco, il sangue della vittima non è stato portato dentro il
santuario; voi avreste dovuto mangiarla nel santuario, come io avevo
ordinato".
[19] Aronne allora disse a Mosè: "Ecco, oggi essi hanno offerto il
loro sacrificio espiatorio e l'olocausto davanti al Signore; dopo le
cose che mi sono capitate, se oggi avessi mangiato la vittima del
sacrificio espiatorio, sarebbe piaciuto al Signore?".
[20] Quando Mosè udì questo, rimase soddisfatto.
11
[1] Il
Signore disse a Mosè e ad Aronne:
[2] "Riferite agli Israeliti: Questi sono gli animali che potrete
mangiare fra tutte le bestie che sono sulla terra.
[3] Potrete mangiare d'ogni quadrupede che ha l'unghia bipartita, divisa
da una fessura, e che rumina.
[4] Ma fra i ruminanti e gli animali che hanno l'unghia divisa, non
mangerete i seguenti: il cammello, perché rumina, ma non ha l'unghia
divisa, lo considererete immondo;
[5] l'ìrace, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo
considererete immondo;
[6] la lepre, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, la
considererete immonda;
[7] il porco, perché ha l'unghia bipartita da una fessura, ma non
rumina, lo considererete immondo.
[8] Non mangerete la loro carne e non toccherete i loro cadaveri; li
considererete immondi.
[9] Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutti quelli
acquatici. Potrete mangiare quanti hanno pinne e squame, sia nei mari,
sia nei fiumi.
[10] Ma di tutti gli animali, che si muovono o vivono nelle acque, nei
mari e nei fiumi, quanti non hanno né pinne né squame, li terrete in
abominio.
[11] Essi saranno per voi in abominio; non mangerete la loro carne e
terrete in abominio i loro cadaveri.
[12] Tutto ciò che non ha né pinne né squame nelle acque sarà per
voi in abominio.
[13] Fra i volatili terrete in abominio questi, che non dovrete
mangiare, perché ripugnanti: l'aquila, l'ossìfraga e l'aquila di mare,
[14] il nibbio e ogni specie di falco,
[15] ogni specie di corvo,
[16] lo struzzo, la civetta, il gabbiano e ogni specie di sparviere,
[17] il gufo, l'alcione, l'ibis,
[18] il cigno, il pellicano, la fòlaga,
[19] la cicogna, ogni specie di airone, l'ùpupa e il pipistrello.
[20] Sarà per voi in abominio anche ogni insetto alato, che cammina su
quattro piedi.
[21] Però fra tutti gli insetti alati che camminano su quattro piedi,
potrete mangiare quelli che hanno due zampe sopra i piedi, per saltare
sulla terra.
[22] Perciò potrete mangiare i seguenti: ogni specie di cavalletta,
ogni specie di locusta, ogni specie di acrìdi e ogni specie di grillo.
[23] Ogni altro insetto alato che ha quattro piedi lo terrete in
abominio!
[24] Per i seguenti animali diventerete immondi: chiunque toccherà il
loro cadavere sarà immondo fino alla sera
[25] e chiunque trasporterà i loro cadaveri si dovrà lavare le vesti e
sarà immondo fino alla sera.
[26] Riterrete immondo ogni animale che ha l'unghia, ma non divisa da
fessura, e non rumina: chiunque li toccherà sarà immondo.
[27] Considererete immondi tutti i quadrupedi che camminano sulla pianta
dei piedi; chiunque ne toccherà il cadavere sarà immondo fino alla
sera.
[28] E chiunque trasporterà i loro cadaveri si dovrà lavare le vesti e
sarà immondo fino alla sera. Tali animali riterrete immondi.
[29] Fra gli animali che strisciano per terra riterrete immondi: la
talpa, il topo e ogni specie di sauri,
[30] il toporagno, la lucertola, il geco, il ramarro, il camaleonte.
[31] Questi animali, fra quanti strisciano, saranno immondi per voi;
chiunque li toccherà morti, sarà immondo fino alla sera.
[32] Ogni oggetto sul quale cadrà morto qualcuno di essi, sarà
immondo: si tratti di utensili di legno o di veste o pelle o sacco o
qualunque altro oggetto di cui si faccia uso; si immergerà nell'acqua e
sarà immondo fino alla sera; poi sarà mondo.
[33] Se ne cade qualcuno in un vaso di terra, quanto vi si troverà
dentro sarà immondo e spezzerete il vaso.
[34] Ogni cibo che serve di nutrimento, sul quale cada quell'acqua, sarà
immondo; ogni bevanda di cui si fa uso, qualunque sia il vaso che la
contiene, sarà immonda.
[35] Ogni oggetto sul quale cadrà qualche parte del loro cadavere, sarà
immondo; il forno o il fornello sarà spezzato: sono immondi e li dovete
ritenere tali.
[36] Però, una fonte o una cisterna, cioè una raccolta di acqua, sarà
monda; ma chi toccherà i loro cadaveri sarà immondo.
[37] Se qualcosa dei loro cadaveri cade su qualche seme che deve essere
seminato, questo sarà mondo;
[38] ma se è stata versata acqua sul seme e vi cade qualche cosa dei
loro cadaveri, lo riterrai immondo.
[39] Se muore un animale, di cui vi potete cibare, colui che ne toccherà
il cadavere sarà immondo fino alla sera.
[40] Colui che mangerà di quel cadavere si laverà le vesti e sarà
immondo fino alla sera; anche colui che trasporterà quel cadavere si
laverà le vesti e sarà immondo fino alla sera.
[41] Ogni essere che striscia sulla terra è un abominio; non se ne
mangerà.
[42] Di tutti gli animali che strisciano sulla terra non ne mangerete
alcuno che cammini sul ventre o cammini con quattro piedi o con molti
piedi, poiché sono un abominio.
[43] Non rendete le vostre persone abominevoli con alcuno di questi
animali che strisciano; non vi rendete immondi per causa loro, in modo
da rimaner così contaminati.
[44] Poiché io sono il Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e
siate santi, perché io sono santo; non contaminate le vostre persone
con alcuno di questi animali che strisciano per terra.
[45] Poiché io sono il Signore, che vi ho fatti uscire dal paese
d'Egitto, per essere il vostro Dio; siate dunque santi, perché io sono
santo.
[46] Questa è la legge che riguarda i quadrupedi, gli uccelli, ogni
essere vivente che si muove nelle acque e ogni essere che striscia per
terra,
[47] perché sappiate distinguere ciò che è immondo da ciò che è
mondo, l'animale che si può mangiare da quello che non si deve
mangiare".
12
[1] Il
Signore aggiunse a Mosè: "Riferisci agli Israeliti:
[2] Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio,
sarà immonda per sette giorni; sarà immonda come nel tempo delle sue
regole.
[3] L'ottavo giorno si circonciderà il bambino.
[4] Poi essa resterà ancora trentatré giorni a purificarsi dal suo
sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario,
finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione.
[5] Ma, se partorisce una femmina sarà immonda due settimane come al
tempo delle sue regole; resterà sessantasei giorni a purificarsi del
suo sangue.
[6] Quando i giorni della sua purificazione per un figlio o per una
figlia saranno compiuti, porterà al sacerdote all'ingresso della tenda
del convegno un agnello di un anno come olocausto e un colombo o una
tortora in sacrificio di espiazione.
[7] Il sacerdote li offrirà davanti al Signore e farà il rito
espiatorio per lei; essa sarà purificata dal flusso del suo sangue.
Questa è la legge relativa alla donna, che partorisce un maschio o una
femmina.
[8] Se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore o due
colombi: uno per l'olocausto e l'altro per il sacrificio espiatorio. Il
sacerdote farà il rito espiatorio per lei ed essa sarà monda".
13
[1] Il
Signore aggiunse a Mosè e ad Aronne:
[2] "Quando uno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o
macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà
condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
[3] Il sacerdote esaminerà la piaga sulla pelle del corpo; se il pelo
della piaga è diventato bianco e la piaga appare depressa rispetto alla
pelle del corpo, è piaga di lebbra; il sacerdote, dopo averlo
esaminato, dichiarerà quell'uomo immondo.
[4] Ma se la macchia sulla pelle del corpo è bianca e non appare
depressa rispetto alla pelle e il suo pelo non è diventato bianco, il
sacerdote isolerà per sette giorni colui che ha la piaga.
[5] Al settimo giorno il sacerdote l'esaminerà ancora; se gli parrà
che la piaga si sia fermata senza allargarsi sulla pelle, il sacerdote
lo isolerà per altri sette giorni.
[6] Il sacerdote, il settimo giorno, lo esaminerà di nuovo; se vedrà
che la piaga non è più bianca e non si è allargata sulla pelle,
dichiarerà quell'uomo mondo: è una pustola. Quegli si laverà le vesti
e sarà mondo.
[7] Ma se la pustola si è allargata sulla pelle, dopo che egli si è
mostrato al sacerdote per essere dichiarato mondo, si farà esaminare di
nuovo dal sacerdote;
[8] il sacerdote l'esaminerà e se vedrà che la pustola si è allargata
sulla pelle, il sacerdote lo dichiarerà immondo: è lebbra.
[9] Quando uno avrà addosso una piaga di lebbra, sarà condotto al
sacerdote,
[10] ed egli lo esaminerà; se vedrà che sulla pelle c'è un tumore
bianco, che questo tumore ha fatto imbiancare il pelo e che nel tumore
si trova carne viva,
[11] è lebbra inveterata nella pelle del corpo e il sacerdote lo
dichiarerà immondo; non lo terrà isolato, perché certo è immondo.
[12] Se la lebbra si propaga sulla pelle in modo da coprire tutta la
pelle di colui che ha la piaga, dal capo ai piedi, dovunque il sacerdote
guardi,
[13] questi lo esaminerà; se vedrà che la lebbra copre tutto il corpo,
dichiarerà mondo colui che ha la piaga: essendo tutto bianco, è mondo.
[14] Ma quando apparirà in lui carne viva, sarà chiamato immondo.
[15] Il sacerdote, vista la carne viva, lo dichiarerà immondo; la carne
viva è immonda: è lebbra.
[16] Ma se la carne viva ridiventa bianca, egli vada dal sacerdote e il
sacerdote lo esaminerà;
[17] se vedrà che la piaga è ridiventata bianca, il sacerdote
dichiarerà mondo colui che ha la piaga: è mondo.
[18] Quando uno ha avuto sulla pelle della carne un'ulcera che sia
guarita
[19] e poi, sul luogo dell'ulcera, appaia un tumore bianco o una macchia
bianca, rosseggiante, quel tale si mostrerà al sacerdote,
[20] il quale l'esaminerà e se vedrà che la macchia è depressa
rispetto alla pelle e che il pelo è diventato bianco, il sacerdote lo
dichiarerà immondo; è una piaga di lebbra che è scoppiata
nell'ulcera.
[21] Ma se il sacerdote, esaminandola, vede che nella macchia non ci
sono peli bianchi, che non è depressa rispetto alla pelle e che si è
attenuata, il sacerdote lo isolerà per sette giorni.
[22] Se la macchia si allarga sulla pelle, il sacerdote lo dichiarerà
immondo: è una piaga di lebbra.
[23] Ma se la macchia è rimasta allo stesso punto, senza allargarsi, è
una cicatrice di ulcera e il sacerdote lo dichiarerà mondo.
[24] Quando uno ha sulla pelle del corpo una scottatura prodotta da
fuoco e su questa appaia una macchia lucida, bianca, rossastra o
soltanto bianca,
[25] il sacerdote l'esaminerà; se vedrà che il pelo della macchia è
diventato bianco e la macchia appare depressa rispetto alla pelle, è
lebbra scoppiata nella scottatura. Il sacerdote lo dichiarerà immondo:
è una piaga di lebbra.
[26] Ma se il sacerdote, esaminandola, vede che non c'è pelo bianco
nella macchia e che essa non è depressa rispetto alla pelle e si è
attenuata, il sacerdote lo isolerà per sette giorni.
[27] Al settimo giorno il sacerdote lo esaminerà e se la macchia si è
diffusa sulla pelle, il sacerdote lo dichiarerà immondo: è una piaga
di lebbra.
[28] Ma se la macchia è rimasta ferma nella stessa zona e non si è
diffusa sulla pelle, ma si è attenuata, è un tumore di bruciatura; il
sacerdote dichiarerà quel tale mondo, perché si tratta di una
cicatrice della bruciatura.
[29] Quando un uomo o una donna ha una piaga sul capo o nella barba,
[30] il sacerdote esaminerà la piaga; se riscontra che essa è depressa
rispetto alla pelle e che v'è del pelo gialliccio e sottile, il
sacerdote lo dichiarerà immondo: è tigna, lebbra del capo o della
barba.
[31] Ma se il sacerdote, esaminando la piaga della tigna, riscontra che
non è depressa rispetto alla pelle e che non vi è pelo scuro, il
sacerdote isolerà per sette giorni colui che ha la piaga della tigna.
[32] Se il sacerdote, esaminando al settimo giorno la piaga, vedrà che
la tigna non si è allargata e che non v'è pelo gialliccio e che la
tigna non appare depressa rispetto alla pelle,
[33] quel tale si raderà, ma non raderà il luogo dove è la tigna; il
sacerdote lo terrà isolato per altri sette giorni.
[34] Al settimo giorno, il sacerdote esaminerà la tigna; se riscontra
che la tigna non si è allargata sulla pelle e non appare depressa
rispetto alla pelle, il sacerdote lo dichiarerà mondo; egli si laverà
le vesti e sarà mondo.
[35] Ma se, dichiarato mondo, la tigna si è allargata sulla pelle,
[36] il sacerdote l'esaminerà; se nota che la tigna si è allargata
sulla pelle, non cercherà se vi è il pelo giallo; quel tale è
immondo.
[37] Ma se vedrà che la tigna si è fermata e vi è cresciuto il pelo
scuro, la tigna è guarita; quel tale è mondo e il sacerdote lo
dichiarerà tale.
[38] Quando un uomo o una donna ha sulla pelle del corpo macchie lucide,
bianche,
[39] il sacerdote le esaminerà; se vedrà che le macchie sulla pelle
del loro corpo sono di un bianco pallido, è un'eruzione cutanea; quel
tale è mondo.
[40] Chi perde i capelli del capo è calvo, ma è mondo.
[41] Se i capelli gli sono caduti dal lato della fronte, è calvo
davanti, ma è mondo.
[42] Ma se sulla calvizie del cranio o della fronte appare una piaga
bianca tendente al rosso, è lebbra scoppiata sulla calvizie del cranio
o della fronte;
[43] il sacerdote lo esaminerà: se riscontra che il tumore della piaga
nella parte calva del cranio o della fronte è bianco tendente al rosso,
simile alla lebbra della pelle del corpo,
[44] quel tale è un lebbroso; è immondo e lo dovrà dichiarare
immondo; la piaga è sul suo capo.
[45] Il lebbroso colpito dalla lebbra porterà vesti strappate e il capo
scoperto, si coprirà la barba e andrà gridando: Immondo! Immondo!
[46] Sarà immondo finché avrà la piaga; è immondo, se ne starà
solo, abiterà fuori dell'accampamento.
[47] Quando apparirà una macchia di lebbra su una veste, di lana o di
lino,
[48] nel tessuto o nel manufatto di lino o di lana, su una pelliccia o
qualunque altra cosa di cuoio,
[49] se la macchia sarà verdastra o rossastra, sulla veste o sulla
pelliccia, sul tessuto o sul manufatto o su qualunque cosa di cuoio, è
macchia di lebbra e sarà mostrata al sacerdote.
[50] Il sacerdote esaminerà la macchia e rinchiuderà per sette giorni
l'oggetto che ha la macchia.
[51] Al settimo giorno esaminerà la macchia; se la macchia si sarà
allargata sulla veste o sul tessuto o sul manufatto o sulla pelliccia o
sull'oggetto di cuoio per qualunque uso, è una macchia di lebbra
maligna, è cosa immonda.
[52] Egli brucerà quella veste o il tessuto o il manufatto di lana o di
lino o qualunque oggetto fatto di pelle, sul quale è la macchia; perché
è lebbra maligna, saranno bruciati nel fuoco.
[53] Ma se il sacerdote, esaminandola, vedrà che la macchia non si è
allargata sulle vesti o sul tessuto o sul manufatto o su qualunque
oggetto di cuoio,
[54] il sacerdote ordinerà che si lavi l'oggetto su cui è la macchia e
lo rinchiuderà per altri sette giorni.
[55] Il sacerdote esaminerà la macchia, dopo che sarà stata lavata; se
vedrà che la macchia non ha mutato colore, benché non si sia
allargata, è un oggetto immondo; lo brucerai nel fuoco; vi è
corrosione, sia che la parte corrosa si trovi sul diritto o sul rovescio
dell'oggetto.
[56] Se il sacerdote, esaminandola, vede che la macchia, dopo essere
stata lavata, è diventata pallida, la strapperà dalla veste o dalla
pelle o dal tessuto o dal manufatto.
[57] Se appare ancora sulla veste o sul tessuto o sul manufatto o
sull'oggetto di cuoio, è una eruzione in atto; brucerai nel fuoco
l'oggetto su cui è la macchia.
[58] La veste o il tessuto o il manufatto o qualunque oggetto di cuoio
che avrai lavato e dal quale la macchia sarà scomparsa, si laverà una
seconda volta e sarà mondo.
[59] Questa è la legge relativa alla macchia di lebbra sopra una veste
di lana o di lino, sul tessuto o sul manufatto o su qualunque oggetto di
pelle, per dichiararli mondi o immondi".
14
[1] Il
Signore aggiunse a Mosè:
[2] "Questa è la legge da applicare per il lebbroso per il giorno
della sua purificazione. Egli sarà condotto al sacerdote.
[3] Il sacerdote uscirà dall'accampamento e lo esaminerà; se
riscontrerà che la piaga della lebbra è guarita nel lebbroso,
[4] ordinerà che si prendano, per la persona da purificare, due uccelli
vivi, mondi, legno di cedro, panno scarlatto e issòpo.
[5] Il sacerdote ordinerà di immolare uno degli uccelli in un vaso di
terracotta con acqua viva.
[6] Poi prenderà l'uccello vivo, il legno di cedro, il panno scarlatto
e l'issòpo e li immergerà, con l'uccello vivo, nel sangue dell'uccello
sgozzato sopra l'acqua viva.
[7] Ne aspergerà sette volte colui che deve essere purificato dalla
lebbra; lo dichiarerà mondo e lascerà andare libero per i campi
l'uccello vivo.
[8] Colui che è purificato, si laverà le vesti, si raderà tutti i
peli, si laverà nell'acqua e sarà mondo. Dopo questo potrà entrare
nell'accampamento, ma resterà per sette giorni fuori della sua tenda.
[9] Il settimo giorno si raderà tutti i peli, il capo, la barba, le
ciglia, insomma tutti i peli; si laverà le vesti e si bagnerà il corpo
nell'acqua e sarà mondo.
[10] L'ottavo giorno prenderà due agnelli senza difetto, un'agnella di
un anno senza difetto, tre decimi di efa di fior di farina, intrisa
nell'olio, come oblazione, e un log di olio;
[11] il sacerdote che fa la purificazione, presenterà l'uomo che si
purifica e le cose suddette davanti al Signore, all'ingresso della tenda
del convegno.
[12] Il sacerdote prenderà uno degli agnelli e l'offrirà come
sacrificio di riparazione, con il log d'olio, e li agiterà come offerta
da agitare secondo il rito davanti al Signore.
[13] Poi immolerà l'agnello nel luogo dove si immolano le vittime
espiatorie e gli olocausti, cioè nel luogo sacro poiché il sacrificio
di riparazione è per il sacerdote, come quello espiatorio: è cosa
sacrosanta.
[14] Il sacerdote prenderà sangue del sacrificio di riparazione e
bagnerà il lobo dell'orecchio destro di colui che si purifica, il
pollice della mano destra e l'alluce del piede destro.
[15] Poi, preso l'olio dal log, lo verserà sulla palma della sua mano
sinistra;
[16] intingerà il dito della destra nell'olio che ha nella sinistra;
con il dito spruzzerà sette volte quell'olio davanti al Signore.
[17] E del rimanente olio che tiene nella palma della mano, il sacerdote
bagnerà il lobo dell'orecchio destro di colui che si purifica, il
pollice della destra e l'alluce del piede destro, sopra il sangue del
sacrificio di riparazione.
[18] Il resto dell'olio che ha nella palma, il sacerdote lo verserà sul
capo di colui che si purifica; così farà per lui il rito espiatorio
davanti al Signore.
[19] Poi il sacerdote offrirà il sacrificio espiatorio e compirà
l'espiazione per colui che si purifica della sua immondezza; quindi
immolerà l'olocausto.
[20] Offerto l'olocausto e l'oblazione sull'altare, il sacerdote eseguirà
per lui il rito espiatorio e sarà mondo.
[21] Se quel tale è povero e non ha mezzi sufficienti, prenderà un
agnello come sacrificio di riparazione da offrire con il rito
dell'agitazione e compiere l'espiazione per lui e un decimo di efa di
fior di farina intrisa con olio, come oblazione, e un log di olio.
[22] Prenderà anche due tortore o due colombi, secondo i suoi mezzi;
uno sarà per il sacrificio espiatorio e l'altro per l'olocausto.
[23] L'ottavo giorno porterà per la sua purificazione queste cose al
sacerdote, all'ingresso della tenda del convegno, davanti al Signore.
[24] Il sacerdote prenderà l'agnello del sacrificio di riparazione e il
log d'olio e li agiterà come offerta da agitare ritualmente davanti al
Signore.
[25] Poi immolerà l'agnello del sacrificio di riparazione, prenderà
sangue della vittima di riparazione e bagnerà il lobo dell'orecchio
destro di colui che si purifica, il pollice della mano destra e l'alluce
del piede destro.
[26] Il sacerdote si verserà di quell'olio sulla palma della mano
sinistra.
[27] Con il dito della sua destra spruzzerà sette volte quell'olio che
tiene nella palma sinistra davanti al Signore.
[28] Poi bagnerà con l'olio che tiene nella palma, il lobo
dell'orecchio destro di colui che si purifica, il pollice della mano
destra e l'alluce del piede destro, sul luogo dove ha messo il sangue
del sacrificio di riparazione.
[29] Il resto dell'olio che ha nella palma della mano, il sacerdote lo
verserà sul capo di colui che si purifica, per fare espiazione per lui
davanti al Signore.
[30] Poi sacrificherà una delle tortore o uno dei due colombi, che ha
potuto procurarsi;
[31] delle vittime che ha in mano, una l'offrirà come sacrificio
espiatorio e l'altra come olocausto, insieme con l'oblazione; il
sacerdote farà il rito espiatorio davanti al Signore per lui.
[32] Questa è la legge relativa a colui che è affetto da piaga di
lebbra e non ha mezzi per procurarsi ciò che è richiesto per la sua
purificazione".
[33] Il Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne:
[34] "Quando sarete entrati nel paese di Cànaan, che io sto per
darvi in possesso, qualora io mandi un'infezione di lebbra in una casa
del paese di vostra proprietà,
[35] il padrone della casa andrà a dichiararlo al sacerdote, dicendo:
Mi pare che in casa mia ci sia come della lebbra.
[36] Allora il sacerdote ordinerà di sgomberare la casa prima che egli
vi entri per esaminare la macchia sospetta perché quanto è nella casa
non diventi immondo. Dopo questo, il sacerdote entrerà per esaminare la
casa.
[37] Esaminerà dunque la macchia; se vedrà che l'infezione sui muri
della casa consiste in cavità verdastre o rossastre, che appaiono più
profonde della superficie della parete,
[38] il sacerdote uscirà dalla casa, alla porta, e farà chiudere la
casa per sette giorni.
[39] Il settimo giorno il sacerdote vi tornerà e se, esaminandola,
riscontrerà che la macchia si è allargata sulle pareti della casa,
[40] il sacerdote ordinerà che si rimuovano le pietre intaccate e si
gettino in luogo immondo, fuori di città.
[41] Farà raschiare tutto l'interno della casa e butteranno i
calcinacci raschiati fuor di città, in luogo immondo.
[42] Poi si prenderanno altre pietre e si metteranno al posto delle
prime e si intonacherà la casa con altra calce.
[43] Se l'infezione spunta di nuovo nella casa dopo che le pietre ne
sono state rimosse e la casa è stata raschiata e intonacata,
[44] il sacerdote entrerà ad esaminare la casa; trovato che la macchia
vi si è allargata, nella casa vi è lebbra maligna; la casa è immonda.
[45] Perciò si demolirà la casa; pietre, legname e calcinacci si
porteranno fuori della città, in luogo immondo.
[46] Inoltre chiunque sarà entrato in quella casa mentre era chiusa,
sarà immondo fino alla sera.
[47] Chi avrà dormito in quella casa o chi vi avrà mangiato, si laverà
le vesti.
[48] Se invece il sacerdote che è entrato nella casa e l'ha esaminata,
riscontra che la macchia non si è allargata nella casa, dopo che la
casa è stata intonacata, dichiarerà la casa monda, perché la macchia
è risanata.
[49] Poi, per purificare la casa, prenderà due uccelli, legno di cedro,
panno scarlatto e issòpo;
[50] immolerà uno degli uccelli in un vaso di terra con dentro acqua
viva.
[51] Prenderà il legno di cedro, l'issòpo, il panno scarlatto e
l'uccello vivo e li immergerà nel sangue dell'uccello immolato e
nell'acqua viva e ne aspergerà sette volte la casa.
[52] Purificata la casa con il sangue dell'uccello, con l'acqua viva,
con l'uccello vivo, con il legno di cedro, con l'issòpo e con lo
scarlatto,
[53] lascerà andare libero l'uccello vivo, fuori città, per i campi;
così farà il rito espiatorio per la casa ed essa sarà monda.
[54] Questa è la legge per ogni sorta di infezione di lebbra o di
tigna,
[55] la lebbra delle vesti e della casa,
[56] i tumori, le pustole e le macchie,
[57] per insegnare quando una cosa è immonda e quando è monda. Questa
è la legge per la lebbra".
15
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne:
[2] "Parlate agli Israeliti e riferite loro: Se un uomo soffre di
gonorrea nella sua carne, la sua gonorrea è immonda.
[3] Questa è la condizione d'immondezza per la gonorrea: sia che la
carne lasci uscire il liquido, sia che lo trattenga, si tratta
d'immondezza.
[4] Ogni giaciglio sul quale si coricherà chi è affetto da gonorrea,
sarà immondo; ogni oggetto sul quale si siederà sarà immondo.
[5] Chi toccherà il giaciglio di costui, dovrà lavarsi le vesti e
bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera.
[6] Chi si siederà sopra un oggetto qualunque, sul quale si sia seduto
colui che soffre di gonorrea, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi
nell'acqua e sarà immondo fino alla sera.
[7] Chi toccherà il corpo di colui che è affetto da gonorrea si laverà
le vesti, si bagnerà nell'acqua e sarà immondo fino alla sera.
[8] Se colui che ha la gonorrea sputerà sopra uno che è mondo, questi
dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla
sera.
[9] Ogni sella su cui monterà chi ha la gonorrea sarà immonda.
[10] Chiunque toccherà cosa, che sia stata sotto quel tale, sarà
immondo fino alla sera. Chi porterà tali oggetti dovrà lavarsi le
vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera.
[11] Chiunque sarà toccato da colui che ha la gonorrea, se questi non
si era lavato le mani, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell'acqua e
sarà immondo fino alla sera.
[12] Il vaso di terracotta toccato da colui che soffre di gonorrea sarà
spezzato; ogni vaso di legno sarà lavato nell'acqua.
[13] Quando chi è affetto da gonorrea sarà guarito dal male, conterà
sette giorni dalla sua guarigione; poi si laverà le vesti, bagnerà il
suo corpo nell'acqua viva e sarà mondo.
[14] L'ottavo giorno, prenderà due tortore o due colombi, verrà
davanti al Signore, all'ingresso della tenda del convegno, e li darà al
sacerdote,
[15] il quale ne offrirà uno come sacrificio espiatorio, l'altro come
olocausto; il sacerdote compirà per lui il rito espiatorio davanti al
Signore per la sua gonorrea.
[16] L'uomo che avrà avuto un'emissione seminale, si laverà tutto il
corpo nell'acqua e sarà immondo fino alla sera.
[17] Ogni veste o pelle, su cui vi sarà un'emissione seminale, dovrà
essere lavata nell'acqua e sarà immonda fino alla sera.
[18] La donna e l'uomo che abbiano avuto un rapporto con emissione
seminale si laveranno nell'acqua e saranno immondi fino alla sera.
[19] Quando una donna abbia flusso di sangue, cioè il flusso nel suo
corpo, la sua immondezza durerà sette giorni; chiunque la toccherà sarà
immondo fino alla sera.
[20] Ogni giaciglio sul quale si sarà messa a dormire durante la sua
immondezza sarà immondo; ogni mobile sul quale si sarà seduta sarà
immondo.
[21] Chiunque toccherà il suo giaciglio, dovrà lavarsi le vesti,
bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera.
[22] Chi toccherà qualunque mobile sul quale essa si sarà seduta, dovrà
lavarsi le vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera.
[23] Se l'uomo si trova sul giaciglio o sul mobile mentre essa vi siede,
per tale contatto sarà immondo fino alla sera.
[24] Se un uomo ha rapporto intimo con essa, l'immondezza di lei lo
contamina: egli sarà immondo per sette giorni e ogni giaciglio sul
quale si coricherà sarà immondo.
[25] La donna che ha un flusso di sangue per molti giorni, fuori del
tempo delle regole, o che lo abbia più del normale sarà immonda per
tutto il tempo del flusso, secondo le norme dell'immondezza mestruale.
[26] Ogni giaciglio sul quale si coricherà durante tutto il tempo del
flusso sarà per lei come il giaciglio sul quale si corica quando ha le
regole; ogni mobile sul quale siederà sarà immondo, come lo è quando
essa ha le regole.
[27] Chiunque toccherà quelle cose sarà immondo; dovrà lavarsi le
vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera.
[28] Quando essa sia guarita dal flusso, conterà sette giorni e poi sarà
monda.
[29] L'ottavo giorno prenderà due tortore o due colombi e li porterà
al sacerdote all'ingresso della tenda del convegno.
[30] Il sacerdote ne offrirà uno come sacrificio espiatorio e l'altro
come olocausto e farà per lei il rito espiatorio, davanti al Signore,
per il flusso che la rendeva immonda.
[31] Avvertite gli Israeliti di ciò che potrebbe renderli immondi,
perché non muoiano per la loro immondezza, quando contaminassero la mia
Dimora che è in mezzo a loro.
[32] Questa è la legge per colui che ha la gonorrea o un'emissione
seminale che lo rende immondo
[33] e la legge per colei che è indisposta a causa delle regole, cioè
per l'uomo o per la donna che abbia il flusso e per l'uomo che abbia
rapporti intimi con una donna in stato d'immondezza".
16
[1] Il
Signore parlò a Mosè dopo che i due figli di Aronne erano morti mentre
presentavano un'offerta davanti al Signore.
[2] Il Signore disse a Mosè: "Parla ad Aronne, tuo fratello, e
digli di non entrare in qualunque tempo nel santuario, oltre il velo,
davanti al coperchio che è sull'arca; altrimenti potrebbe morire,
quando io apparirò nella nuvola sul coperchio.
[3] Aronne entrerà nel santuario in questo modo: prenderà un giovenco
per il sacrificio espiatorio e un ariete per l'olocausto.
[4] Si metterà la tunica sacra di lino, indosserà sul corpo i calzoni
di lino, si cingerà della cintura di lino e si metterà in capo il
turbante di lino. Sono queste le vesti sacre che indosserà dopo essersi
lavato la persona con l'acqua.
[5] Dalla comunità degli Israeliti prenderà due capri per un
sacrificio espiatorio e un ariete per un olocausto.
[6] Aronne offrirà il proprio giovenco in sacrificio espiatorio e
compirà l'espiazione per sé e per la sua casa.
[7] Poi prenderà i due capri e li farà stare davanti al Signore
all'ingresso della tenda del convegno
[8] e getterà le sorti per vedere quale dei due debba essere del
Signore e quale di Azazel.
[9] Farà quindi avvicinare il capro che è toccato in sorte al Signore
e l'offrirà in sacrificio espiatorio;
[10] invece il capro che è toccato in sorte ad Azazel sarà posto vivo
davanti al Signore, perché si compia il rito espiatorio su di lui e sia
mandato poi ad Azazel nel deserto.
[11] Aronne offrirà dunque il proprio giovenco in sacrificio espiatorio
per sé e, fatta l'espiazione per sé e per la sua casa, immolerà il
giovenco del sacrificio espiatorio per sé.
[12] Poi prenderà l'incensiere pieno di brace tolta dall'altare davanti
al Signore e due manciate di incenso odoroso polverizzato; porterà ogni
cosa oltre il velo.
[13] Metterà l'incenso sul fuoco davanti al Signore, perché la nube
dell'incenso copra il coperchio che è sull'arca e così non muoia.
[14] Poi prenderà un pò di sangue del giovenco e ne aspergerà con il
dito il coperchio dal lato d'oriente e farà sette volte l'aspersione
del sangue con il dito, davanti al coperchio.
[15] Poi immolerà il capro del sacrificio espiatorio, quello per il
popolo, e ne porterà il sangue oltre il velo; farà con questo sangue
quello che ha fatto con il sangue del giovenco: lo aspergerà sul
coperchio e davanti al coperchio.
[16] Così farà l'espiazione sul santuario per l'impurità degli
Israeliti, per le loro trasgressioni e per tutti i loro peccati. Lo
stesso farà per la tenda del convegno che si trova fra di loro, in
mezzo alle loro impurità.
[17] Nella tenda del convegno non dovrà esserci alcuno, da quando egli
entrerà nel santuario per farvi il rito espiatorio, finché egli non
sia uscito e non abbia compiuto il rito espiatorio per sé, per la sua
casa e per tutta la comunità d'Israele.
[18] Uscito dunque verso l'altare, che è davanti al Signore, compirà
il rito espiatorio per esso, prendendo il sangue del giovenco e il
sangue del capro e bagnandone intorno i corni dell'altare.
[19] Farà per sette volte l'aspersione del sangue con il dito sopra
l'altare; così lo purificherà e lo santificherà dalle impurità degli
Israeliti.
[20] Quando avrà finito l'aspersione per il santuario, per la tenda del
convegno e per l'altare, farà accostare il capro vivo.
[21] Aronne poserà le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra
di esso tutte le iniquità degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni,
tutti i loro peccati e li riverserà sulla testa del capro; poi, per
mano di un uomo incaricato di ciò, lo manderà via nel deserto.
[22] Quel capro, portandosi addosso tutte le loro iniquità in una
regione solitaria, sarà lasciato andare nel deserto.
[23] Poi Aronne entrerà nella tenda del convegno, si toglierà le vesti
di lino che aveva indossate per entrare nel santuario e le deporrà in
quel luogo.
[24] Laverà la sua persona nell'acqua in luogo santo, indosserà le sue
vesti e uscirà ad offrire il suo olocausto e l'olocausto del popolo e a
compiere il rito espiatorio per sé e per il popolo.
[25] E farà ardere sull'altare le parti grasse del sacrificio
espiatorio.
[26] Colui che avrà lasciato andare il capro destinato ad Azazel si
laverà le vesti, laverà il suo corpo nell'acqua; dopo, rientrerà nel
campo.
[27] Si porterà fuori del campo il giovenco del sacrificio espiatorio e
il capro del sacrificio, il cui sangue è stato introdotto nel santuario
per compiere il rito espiatorio, se ne bruceranno nel fuoco la pelle, la
carne e gli escrementi.
[28] Poi colui che li avrà bruciati dovrà lavarsi le vesti e bagnarsi
il corpo nell'acqua; dopo, rientrerà nel campo.
[29] Questa sarà per voi una legge perenne: nel settimo mese, nel
decimo giorno del mese, vi umilierete, vi asterrete da qualsiasi lavoro,
sia colui che è nativo del paese, sia il forestiero che soggiorna in
mezzo a voi.
[30] Poiché in quel giorno si compirà il rito espiatorio per voi, al
fine di purificarvi; voi sarete purificati da tutti i vostri peccati,
davanti al Signore.
[31] Sarà per voi un sabato di riposo assoluto e voi vi umilierete; è
una legge perenne.
[32] Il sacerdote che ha ricevuto l'unzione ed è rivestito del
sacerdozio al posto di suo padre, compirà il rito espiatorio; si vestirà
delle vesti di lino, delle vesti sacre.
[33] Farà l'espiazione per il santuario, per la tenda del convegno e
per l'altare; farà l'espiazione per i sacerdoti e per tutto il popolo
della comunità.
[34] Questa sarà per voi legge perenne: una volta all'anno, per gli
Israeliti, si farà l'espiazione di tutti i loro peccati".
E si fece come il Signore aveva ordinato a Mosè.
17
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Parla ad Aronne, ai suoi figli e a tutti gli Israeliti e
riferisci loro: Questo il Signore ha ordinato:
[3] Qualunque Israelita scanna un bue o un agnello o una capra entro il
campo o fuori del campo
[4] e non lo conduce all'ingresso della tenda del convegno per
presentarlo come offerta al Signore davanti alla Dimora del Signore, sarà
considerato colpevole di delitto di sangue: ha sparso il sangue e questo
uomo sarà eliminato dal suo popolo.
[5] Perciò gli Israeliti, invece d'immolare, come fanno, le loro
vittime nei campi, li portino al Signore, presentandoli al sacerdote
all'ingresso della tenda del convegno, e li offrano al Signore come
sacrifici di comunione.
[6] Il sacerdote ne spanderà il sangue sull'altare del Signore,
all'ingresso della tenda del convegno, e brucerà il grasso in profumo
soave per il Signore.
[7] Essi non offriranno più i loro sacrifici ai satiri, ai quali
sogliono prostituirsi. Questa sarà per loro una legge perenne, di
generazione in generazione.
[8] Dirai loro ancora: Ogni uomo, Israelita o straniero dimorante in
mezzo a loro che offrirà un olocausto o un sacrificio,
[9] senza portarlo all'ingresso della tenda del convegno per immolarlo
al Signore, quest'uomo sarà eliminato dal suo popolo.
[10] Ogni uomo, Israelita o straniero dimorante in mezzo a loro, che
mangi di qualsiasi specie di sangue, contro di lui, che ha mangiato il
sangue, io volgerò la faccia e lo eliminerò dal suo popolo.
[11] Poiché la vita della carne è nel sangue. Perciò vi ho concesso
di porlo sull'altare in espiazione per le vostre vite; perché il sangue
espia, in quanto è la vita.
[12] Perciò ho detto agli Israeliti: Nessuno tra voi mangerà il
sangue, neppure lo straniero che soggiorna fra voi mangerà sangue.
[13] Se uno qualunque degli Israeliti o degli stranieri che soggiornano
fra di loro prende alla caccia un animale o un uccello che si può
mangiare, ne deve spargere il sangue e coprirlo di terra;
[14] perché la vita di ogni essere vivente è il suo sangue, in quanto
sua vita; perciò ho ordinato agli Israeliti: Non mangerete sangue di
alcuna specie di essere vivente, perché il sangue è la vita d'ogni
carne; chiunque ne mangerà sarà eliminato.
[15] Qualunque persona, nativa del paese o straniera, che mangerà carne
di bestia morta naturalmente o sbranata, dovrà lavarsi le vesti,
bagnarsi nell'acqua e sarà immonda fino alla sera; allora sarà monda.
[16] Ma se non si lava le vesti e il corpo, porterà la pena della sua
iniquità".
18
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Parla agli Israeliti e riferisci loro. Io sono il Signore,
vostro Dio.
[3] Non farete come si fa nel paese d'Egitto dove avete abitato, né
farete come si fa nel paese di Cànaan dove io vi conduco, né imiterete
i loro costumi.
[4] Metterete in pratica le mie prescrizioni e osserverete le mie leggi,
seguendole. Io sono il Signore, vostro Dio.
[5] Osserverete dunque le mie leggi e le mie prescrizioni, mediante le
quali, chiunque le metterà in pratica, vivrà. Io sono il Signore.
[6] Nessuno si accosterà a una sua consanguinea, per avere rapporti con
lei. Io sono il Signore.
[7] Non recherai oltraggio a tuo padre avendo rapporti con tua madre: è
tua madre; non scoprirai la sua nudità.
[8] Non scoprirai la nudità della tua matrigna; è la nudità di tuo
padre.
[9] Non scoprirai la nudità di tua sorella, figlia di tuo padre o
figlia di tua madre, sia nata in casa o fuori.
[10] Non scoprirai la nudità della figlia di tuo figlio o della figlia
di tua figlia, perché è la tua propria nudità.
[11] Non scoprirai la nudità della figlia della tua matrigna, generata
nella tua casa: è tua sorella.
[12] Non scoprirai la nudità della sorella di tuo padre; è carne di
tuo padre.
[13] Non scoprirai la nudità della sorella di tua madre, perché è
carne di tua madre.
[14] Non scoprirai la nudità del fratello di tuo padre, cioè non ti
accosterai alla sua moglie: è tua zia.
[15] Non scoprirai la nudità di tua nuora: è la moglie di tuo figlio;
non scoprirai la sua nudità.
[16] Non scoprirai la nudità di tua cognata: è la nudità di tuo
fratello.
[17] Non scoprirai la nudità di una donna e di sua figlia; né
prenderai la figlia di suo figlio, né la figlia di sua figlia per
scoprirne la nudità: sono parenti carnali: è un'infamia.
[18] E quanto alla moglie, non prenderai inoltre la sorella di lei, per
farne una rivale, mentre tua moglie è in vita.
[19] Non ti accosterai a donna per scoprire la sua nudità durante
l'immondezza mestruale.
[20] Non peccherai con la moglie del tuo prossimo per contaminarti con
lei.
[21] Non lascerai passare alcuno dei tuoi figli a Moloch e non
profanerai il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.
[22] Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è
abominio.
[23] Non ti abbrutirai con alcuna bestia per contaminarti con essa; la
donna non si abbrutirà con una bestia; è una perversione.
[24] Non vi contaminate con nessuna di tali nefandezze; poiché con
tutte queste cose si sono contaminate le nazioni che io sto per
scacciare davanti a voi.
[25] Il paese ne è stato contaminato; per questo ho punito la sua
iniquità e il paese ha vomitato i suoi abitanti.
[26] Voi dunque osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni e non
commetterete nessuna di queste pratiche abominevoli: né colui che è
nativo del paese, né il forestiero in mezzo a voi.
[27] Poiché tutte queste cose abominevoli le ha commesse la gente che
vi era prima di voi e il paese ne è stato contaminato.
[28] Badate che, contaminandolo, il paese non vomiti anche voi, come ha
vomitato la gente che vi abitava prima di voi.
[29] Perché quanti commetteranno qualcuna di queste pratiche
abominevoli saranno eliminati dal loro popolo.
[30] Osserverete dunque i miei ordini e non imiterete nessuno di quei
costumi abominevoli che sono stati praticati prima di voi, né vi
contaminerete con essi. Io sono il Signore, il Dio vostro".
19
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Parla a tutta la comunità degli Israeliti e ordina loro:
Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo.
[3] Ognuno rispetti sua madre e suo padre e osservi i miei sabati. Io
sono il Signore, vostro Dio.
[4] Non rivolgetevi agli idoli, e non fatevi divinità di metallo fuso.
Io sono il Signore, vostro Dio.
[5] Quando offrirete al Signore una vittima in sacrificio di comunione,
offritela in modo da essergli graditi.
[6] La si mangerà il giorno stesso che l'avrete immolata o il giorno
dopo; ciò che avanzerà fino al terzo giorno, lo brucerete nel fuoco.
[7] Se invece si mangiasse il terzo giorno, sarebbe cosa abominevole; il
sacrificio non sarebbe gradito.
[8] Chiunque ne mangiasse, porterebbe la pena della sua iniquità, perché
profanerebbe ciò che è sacro al Signore; quel tale sarebbe eliminato
dal suo popolo.
[9] Quando mieterete la messe della vostra terra, non mieterete fino ai
margini del campo, né raccoglierete ciò che resta da spigolare della
messe;
[10] quanto alla tua vigna, non coglierai i racimoli e non raccoglierai
gli acini caduti; li lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono
il Signore, vostro Dio.
[11] Non ruberete né userete inganno o menzogna gli uni a danno degli
altri.
[12] Non giurerete il falso servendovi del mio nome; perché
profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.
[13] Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è
suo; il salario del bracciante al tuo servizio non resti la notte presso
di te fino al mattino dopo.
[14] Non disprezzerai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco,
ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore.
[15] Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con
parzialità il povero, né userai preferenze verso il potente; ma
giudicherai il tuo prossimo con giustizia.
[16] Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né
coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore.
[17] Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera
apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d'un peccato per
lui.
[18] Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo
popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore.
[19] Osserverete le mie leggi. Non accoppierai bestie di specie
differenti; non seminerai il tuo campo con due sorta di seme, né
porterai veste tessuta di due diverse materie.
[20] Se un uomo ha rapporti con donna che sia una schiava sposata ad
altro uomo, ma non riscattata o affrancata, saranno tutti e due puniti;
ma non messi a morte, perché essa non è libera.
[21] L'uomo condurrà al Signore, all'ingresso della tenda del convegno,
in sacrificio di riparazione, un ariete;
[22] con questo ariete il sacerdote farà per lui il rito espiatorio
davanti al Signore per il peccato da lui commesso; il peccato commesso
gli sarà perdonato.
[23] Quando sarete entrati nel paese e vi avrete piantato ogni sorta
d'alberi da frutto, ne considererete i frutti come non circoncisi; per
tre anni saranno per voi come non circoncisi; non se ne dovrà mangiare.
[24] Ma nel quarto anno tutti i loro frutti saranno consacrati al
Signore, come dono festivo.
[25] Nel quinto anno mangerete il frutto di quegli alberi; così essi
continueranno a fruttare per voi. Io sono il Signore, vostro Dio.
[26] Non mangerete carne con il sangue.
Non praticherete alcuna sorta di divinazione o di magìa.
[27] Non vi taglierete in tondo i capelli ai lati del capo, né
deturperai ai lati la tua barba.
[28] Non vi farete incisioni sul corpo per un defunto, né vi farete
segni di tatuaggio. Io sono il Signore.
[29] Non profanare tua figlia, prostituendola, perché il paese non si
dia alla prostituzione e non si riempia di infamie.
[30] Osserverete i miei sabati e porterete rispetto al mio santuario. Io
sono il Signore.
[31] Non vi rivolgete ai negromanti né agli indovini; non li consultate
per non contaminarvi per mezzo loro. Io sono il Signore, vostro Dio.
[32] Alzati davanti a chi ha i capelli bianchi, onora la persona del
vecchio e temi il tuo Dio. Io sono il Signore.
[33] Quando un forestiero dimorerà presso di voi nel vostro paese, non
gli farete torto.
[34] Il forestiero dimorante fra di voi lo tratterete come colui che è
nato fra di voi; tu l'amerai come tu stesso perché anche voi siete
stati forestieri nel paese d'Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio.
[35] Non commetterete ingiustizie nei giudizi, nelle misure di
lunghezza, nei pesi o nelle misure di capacità.
[36] Avrete bilance giuste, pesi giusti, efa giusto, hin giusto. Io sono
il Signore, vostro Dio, che vi ho fatti uscire dal paese d'Egitto.
[37] Osserverete dunque tutte le mie leggi e tutte le mie prescrizioni e
le metterete in pratica. Io sono il Signore".
20
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Dirai agli Israeliti: Chiunque tra gli Israeliti o tra i
forestieri che soggiornano in Israele darà qualcuno dei suoi figli a
Moloch, dovrà essere messo a morte; il popolo del paese lo lapiderà.
[3] Anch'io volgerò la faccia contro quell'uomo e lo eliminerò dal suo
popolo, perché ha dato qualcuno dei suoi figli a Moloch con
l'intenzione di contaminare il mio santuario e profanare il mio santo
nome.
[4] Se il popolo del paese chiude gli occhi quando quell'uomo dà
qualcuno dei suoi figli a Moloch e non lo mette a morte,
[5] io volgerò la faccia contro quell'uomo e contro la sua famiglia ed
eliminerò dal suo popolo lui con quanti si danno all'idolatria come
lui, abbassandosi a venerare Moloch.
[6] Se un uomo si rivolge ai negromanti e agli indovini per darsi alle
superstizioni dietro a loro, io volgerò la faccia contro quella persona
e la eliminerò dal suo popolo.
[7] Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono il Signore,
vostro Dio.
[8] Osservate le mie leggi e mettetele in pratica. Io sono il Signore
che vi vuole fare santi.
[9] Chiunque maltratta suo padre o sua madre dovrà essere messo a
morte; ha maltrattato suo padre o sua madre: il suo sangue ricadrà su
di lui.
[10] Se uno commette adulterio con la moglie del suo prossimo,
l'adultero e l'adùltera dovranno esser messi a morte.
[11] Se uno ha rapporti con la matrigna, egli scopre la nudità del
padre; tutti e due dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà
su di essi.
[12] Se uno ha rapporti con la nuora, tutti e due dovranno essere messi
a morte; hanno commesso un abominio; il loro sangue ricadrà su di essi.
[13] Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due
hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro
sangue ricadrà su di loro.
[14] Se uno prende in moglie la figlia e la madre, è un delitto; si
bruceranno con il fuoco lui ed esse, perché non ci sia fra di voi tale
delitto.
[15] L'uomo che si abbrutisce con una bestia dovrà essere messo a
morte; dovrete uccidere anche la bestia.
[16] Se una donna si accosta a una bestia per lordarsi con essa,
ucciderai la donna e la bestia; tutte e due dovranno essere messe a
morte; il loro sangue ricadrà su di loro.
[17] Se uno prende la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di
sua madre, e vede la nudità di lei ed essa vede la nudità di lui, è
un'infamia; tutti e due saranno eliminati alla presenza dei figli del
loro popolo; quel tale ha scoperto la nudità della propria sorella;
dovrà portare la pena della sua iniquità.
[18] Se uno ha un rapporto con una donna durante le sue regole e ne
scopre la nudità, quel tale ha scoperto la sorgente di lei ed essa ha
scoperto la sorgente del proprio sangue; perciò tutti e due saranno
eliminati dal loro popolo.
[19] Non scoprirai la nudità della sorella di tua madre o della sorella
di tuo padre; chi lo fa scopre la sua stessa carne; tutti e due
porteranno la pena della loro iniquità.
[20] Se uno ha rapporti con la moglie di suo zio, scopre la nudità di
suo zio; tutti e due porteranno la pena del loro peccato; dovranno
morire senza figli.
[21] Se uno prende la moglie del fratello, è una impurità, egli ha
scoperto la nudità del fratello; non avranno figli.
[22] Osserverete dunque tutte le mie leggi e tutte le mie prescrizioni e
le metterete in pratica, perché il paese dove io vi conduco ad abitare
non vi rigetti.
[23] Non seguirete le usanze delle nazioni che io sto per scacciare
dinanzi a voi; esse hanno fatto tutte quelle cose, perciò le ho in
abominio
[24] e vi ho detto: Voi possiederete il loro paese; ve lo darò in
proprietà; è un paese dove scorre il latte e il miele. Io il Signore
vostro Dio vi ho separati dagli altri popoli.
[25] Farete dunque distinzione tra animali mondi e immondi, fra uccelli
immondi e mondi e non vi renderete abominevoli, mangiando animali,
uccelli o esseri che strisciano sulla terra e che io vi ho fatto
distinguere come immondi.
[26] Sarete santi per me, poiché io, il Signore, sono santo e vi ho
separati dagli altri popoli, perché siate miei.
[27] Se uomo o donna, in mezzo a voi, eserciteranno la negromanzia o la
divinazione, dovranno essere messi a morte; saranno lapidati e il loro
sangue ricadrà su di essi".
21
[1] Il
Signore disse a Mosè: "Parla ai sacerdoti, figli di Aronne, e
riferisci loro: Un sacerdote non dovrà rendersi immondo per il contatto
con un morto della sua parentela,
[2] se non per un suo parente stretto, cioè per sua madre, suo padre,
suo figlio, sua figlia, suo fratello
[3] e sua sorella ancora vergine, che viva con lui e non sia ancora
maritata; per questa può esporsi alla immondezza.
[4] Signore tra i suoi parenti, non si dovrà contaminare, profanando se
stesso.
[5] I sacerdoti non si faranno tonsure sul capo, né si raderanno ai
lati la barba né si faranno incisioni nella carne.
[6] Saranno santi per il loro Dio e non profaneranno il nome del loro
Dio, perché offrono al Signore sacrifici consumati dal fuoco, pane del
loro Dio; perciò saranno santi.
[7] Non prenderanno in moglie una prostituta o già disonorata; né una
donna ripudiata dal marito, perché sono santi per il loro Dio.
[8] Tu considererai dunque il sacerdote come santo, perché egli offre
il pane del tuo Dio: sarà per te santo, perché io, il Signore, che vi
santifico, sono santo.
[9] Se la figlia di un sacerdote si disonora prostituendosi, disonora
suo padre; sarà arsa con il fuoco.
[10] Il sacerdote, quello che è il sommo tra i suoi fratelli, sul capo
del quale è stato sparso l'olio dell'unzione e ha ricevuto
l'investitura, indossando le vesti sacre, non dovrà scarmigliarsi i
capelli né stracciarsi le vesti.
[11] Non si avvicinerà ad alcun cadavere; non si renderà immondo
neppure per suo padre e per sua madre.
[12] Non uscirà dal santuario e non profanerà il santuario del suo
Dio, perché la consacrazione è su di lui mediante l'olio dell'unzione
del suo Dio. Io sono il Signore.
[13] Sposerà una vergine.
[14] Non potrà sposare né una vedova, né una divorziata, né una
disonorata, né una prostituta; ma prenderà in moglie una vergine della
sua gente.
[15] Così non disonorerà la sua discendenza in mezzo al suo popolo;
poiché io sono il Signore che lo santifico".
[16] Il Signore disse ancora a Mosè:
[17] "Parla ad Aronne e digli: Nelle generazioni future nessun uomo
della tua stirpe, che abbia qualche deformità, potrà accostarsi ad
offrire il pane del suo Dio;
[18] perché nessun uomo che abbia qualche deformità potrà accostarsi:
né il cieco, né lo zoppo, né chi abbia il viso deforme per difetto o
per eccesso,
[19] né chi abbia una frattura al piede o alla mano,
[20] né un gobbo, né un nano, né chi abbia una macchia nell'occhio o
la scabbia o piaghe purulente o sia eunuco.
[21] Nessun uomo della stirpe del sacerdote Aronne, con qualche deformità,
si accosterà ad offrire i sacrifici consumati dal fuoco in onore del
Signore. Ha un difetto: non si accosti quindi per offrire il pane del
suo Dio.
[22] Potrà mangiare il pane del suo Dio, le cose sacrosante e le cose
sante;
[23] ma non potrà avvicinarsi al velo, né accostarsi all'altare, perché
ha una deformità. Non dovrà profanare i miei luoghi santi, perché io
sono il Signore che li santifico".
[24] Così parlò ad Aronne, ai suoi figli e a tutti gli Israeliti.
22
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Ordina ad Aronne e ai suoi figli che si astengano dalle cose
sante a me consacrate dagli Israeliti e non profanino il mio santo nome.
Io sono il Signore.
[3] Ordina loro: Qualunque uomo della vostra discendenza che nelle
generazioni future si accosterà, in stato d'immondezza, alle cose sante
consacrate dagli Israeliti al Signore, sarà eliminato davanti a me. Io
sono il Signore.
[4] Nessun uomo della stirpe di Aronne, affetto da lebbra o da gonorrea,
potrà mangiare le cose sante, finché non sia mondo. Così sarà di chi
abbia toccato qualunque persona immonda per contatto con un cadavere o
abbia avuto una emissione seminale
[5] o di chi abbia toccato qualsiasi rettile da cui abbia contratto
immondezza oppure un uomo che gli abbia comunicato un'immondezza di
qualunque specie.
[6] La persona che abbia avuto tali contatti sarà immonda fino alla
sera e non mangerà le cose sante prima di essersi lavato il corpo
nell'acqua;
[7] dopo il tramonto del sole sarà monda e allora potrà mangiare le
cose sante, perché esse sono il suo vitto.
[8] Il sacerdote non mangerà carne di bestia morta naturalmente o
sbranata, per non rendersi immondo. Io sono il Signore.
[9] Osserveranno dunque ciò che ho comandato, altrimenti porteranno la
pena del loro peccato e moriranno per aver profanato le cose sante. Io
sono il Signore che li santifico.
[10] Nessun estraneo mangerà le cose sante: né l'ospite di un
sacerdote o il salariato potrà mangiare le cose sante.
[11] Ma una persona, che il sacerdote avrà comprata con il denaro, ne
potrà mangiare: così anche quelli che gli sono nati in casa: questi
potranno mangiare il suo pane.
[12] La figlia di un sacerdote, sposata con un estraneo, non potrà
mangiare le cose sante offerte mediante il rito dell'elevazione.
[13] Se invece la figlia del sacerdote è rimasta vedova o è stata
ripudiata e non ha figli, se torna a stare da suo padre come quando era
giovane, potrà mangiare il pane del padre; mentre nessun estraneo al
sacerdozio potrà mangiarne.
[14] Se uno mangia per errore una cosa santa, darà al sacerdote il
valore della cosa santa, aggiungendovi un quinto.
[15] I sacerdoti non profaneranno dunque le cose sante degli Israeliti,
che essi offrono al Signore con la rituale elevazione,
[16] e non faranno portare loro la pena del peccato di cui si
renderebbero colpevoli, mangiando le loro cose sante; poiché io sono il
Signore che le santifico".
[17] Il Signore disse a Mosè:
[18] "Parla ad Aronne, ai suoi figli, a tutti gli Israeliti e
ordina loro: Chiunque della casa d'Israele o dei forestieri dimoranti in
Israele presenta in olocausto al Signore un'offerta per qualsiasi voto o
dono volontario,
[19] per essere gradito, dovrà offrire un maschio, senza difetto, di
buoi, di pecore o di capre.
[20] Non offrirete nulla con qualche difetto, perché non sarebbe
gradito.
[21] Se uno offre al Signore, in sacrificio di comunione, un bovino o un
ovino, sia per sciogliere un voto, sia come offerta volontaria, la
vittima, perché sia gradita, dovrà essere perfetta: senza difetti.
[22] Non offrirete al Signore nessuna vittima cieca o storpia o mutilata
o con ulceri o con la scabbia o con piaghe purulente; non ne farete
sull'altare un sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore.
[23] Come offerta volontaria potrai presentare un bue o una pecora che
abbia un membro troppo lungo o troppo corto; ma come offerta per qualche
voto non sarebbe gradita.
[24] Non offrirete al Signore un animale con i testicoli ammaccati o
schiacciati o strappati o tagliati. Tali cose non farete nel vostro
paese,
[25] né accetterete dallo straniero alcuna di queste vittime per
offrirla come pane in onore del vostro Dio; essendo mutilate, difettose,
non sarebbero gradite per il vostro bene".
[26] Il Signore aggiunse a Mosè:
[27] "Quando nascerà un vitello o un agnello o un capretto, starà
sette giorni sotto la madre; dall'ottavo giorno in poi, sarà gradito
come vittima da consumare con il fuoco per il Signore.
[28] Non scannerete vacca o pecora lo stesso giorno con il suo piccolo.
[29] Quando offrirete al Signore un sacrificio di ringraziamento,
offritelo in modo che sia gradito.
[30] La vittima sarà mangiata il giorno stesso; non ne lascerete nulla
fino al mattino. Io sono il Signore.
[31] Osserverete dunque i miei comandi e li metterete in pratica. Io
sono il Signore.
[32] Non profanerete il mio santo nome, perché io mi manifesti santo in
mezzo agli Israeliti. Io sono il Signore che vi santifico,
[33] che vi ho fatto uscire dal paese d'Egitto per essere vostro Dio. Io
sono il Signore".
23
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Ecco le solennità del
Signore, che voi proclamerete come sante convocazioni. Queste sono le
mie solennità.
[3] Durante sei giorni si attenderà al lavoro; ma il settimo giorno è
sabato, giorno di assoluto riposo e di santa convocazione. Non farete in
esso lavoro alcuno; è un riposo in onore del Signore in tutti i luoghi
dove abiterete.
[4] Queste sono le solennità del Signore, le sante convocazioni che
proclamerete nei tempi stabiliti.
[5] Il primo mese, al decimoquarto giorno, al tramonto del sole sarà la
pasqua del Signore;
[6] il quindici dello stesso mese sarà la festa degli azzimi in onore
del Signore; per sette giorni mangerete pane senza lievito.
[7] Il primo giorno sarà per voi santa convocazione; non farete in esso
alcun lavoro servile;
[8] per sette giorni offrirete al Signore sacrifici consumati dal fuoco.
Il settimo giorno vi sarà la santa convocazione: non farete alcun
lavoro servile".
[9] Il Signore aggiunse a Mosè:
[10] "Parla agli Israeliti e ordina loro: Quando sarete entrati nel
paese che io vi dò e ne mieterete la messe, porterete al sacerdote un
covone, come primizia del vostro raccolto;
[11] il sacerdote agiterà con gesto rituale il covone davanti al
Signore, perché sia gradito per il vostro bene; il sacerdote l'agiterà
il giorno dopo il sabato.
[12] Quando farete il rito di agitazione del covone, offrirete un
agnello di un anno, senza difetto, in olocausto al Signore.
[13] L'oblazione che l'accompagna sarà di due decimi di efa di fior di
farina intrisa nell'olio, come sacrificio consumato dal fuoco, profumo
soave in onore del Signore; la libazione sarà di un quarto di hin di
vino.
[14] Non mangerete pane, né grano abbrustolito, né spighe fresche,
prima di quel giorno, prima di aver portato l'offerta al vostro Dio. È
una legge perenne di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove
abiterete.
[15] Dal giorno dopo il sabato, cioè dal giorno che avrete portato il
covone da offrire con il rito di agitazione, conterete sette settimane
complete.
[16] Conterete cinquanta giorni fino all'indomani del settimo sabato e
offrirete al Signore una nuova oblazione.
[17] Porterete dai luoghi dove abiterete due pani per offerta con rito
di agitazione, i quali saranno di due decimi di efa di fior di farina e
li farete cuocere lievitati; sono le primizie in onore del Signore.
[18] Oltre quei pani offrirete sette agnelli dell'anno, senza difetto,
un torello e due arieti: saranno un olocausto per il Signore insieme con
la loro oblazione e le loro libazioni; sarà un sacrificio di soave
profumo, consumato dal fuoco in onore del Signore.
[19] Offrirete un capro come sacrificio espiatorio e due agnelli
dell'anno come sacrificio di comunione.
[20] Il sacerdote agiterà ritualmente gli agnelli insieme con il pane
delle primizie come offerta da agitare davanti al Signore; tanto i pani,
quanto i due agnelli consacrati al Signore saranno riservati al
sacerdote.
[21] In quel medesimo giorno dovrete indire una festa e avrete la santa
convocazione. Non farete alcun lavoro servile. È una legge perenne, di
generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete.
[22] Quando mieterete la messe della vostra terra, non mieterete fino al
margine del campo e non raccoglierai ciò che resta da spigolare del tuo
raccolto; lo lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono il
Signore, il vostro Dio".
[23] Il Signore disse a Mosè:
[24] "Parla agli Israeliti e ordina loro: Nel settimo mese, il
primo giorno del mese sarà per voi riposo assoluto, una proclamazione
fatta a suon di tromba, una santa convocazione.
[25] Non farete alcun lavoro servile e offrirete sacrifici consumati dal
fuoco in onore del Signore".
[26] Il Signore disse ancora a Mosè:
[27] "Il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno
dell'espiazione; terrete una santa convocazione, vi mortificherete e
offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore.
[28] In quel giorno non farete alcun lavoro; poiché è il giorno
dell'espiazione, per espiare per voi davanti al Signore, vostro Dio.
[29] Ogni persona che non si mortificherà in quel giorno, sarà
eliminata dal suo popolo.
[30] Ogni persona che farà in quel giorno un qualunque lavoro, io la
eliminerò dal suo popolo.
[31] Non farete alcun lavoro. È una legge perenne di generazione in
generazione, in tutti i luoghi dove abiterete.
[32] Sarà per voi un sabato di assoluto riposo e dovrete mortificarvi:
il nono giorno del mese, dalla sera alla sera dopo, celebrerete il
vostro sabato".
[33] Il Signore aggiunse a Mosè:
[34] "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Il quindici di questo
settimo mese sarà la festa delle capanne per sette giorni, in onore del
Signore.
[35] Il primo giorno vi sarà una santa convocazione; non farete alcun
lavoro servile.
[36] Per sette giorni offrirete vittime consumate dal fuoco in onore del
Signore. L'ottavo giorno terrete la santa convocazione e offrirete al
Signore sacrifici consumati con il fuoco. È giorno di riunione; non
farete alcun lavoro servile.
[37] Queste sono le solennità del Signore nelle quali proclamerete
sante convocazioni, perché si offrano al Signore sacrifici consumati
dal fuoco, olocausti e oblazioni, vittime e libazioni, ogni cosa nel
giorno stabilito, oltre i sabati del Signore,
[38] oltre i vostri doni, oltre tutti i vostri voti e tutte le offerte
volontarie che presenterete al Signore.
[39] Ora il quindici del settimo mese, quando avrete raccolto i frutti
della terra, celebrerete una festa al Signore per sette giorni; il primo
giorno sarà di assoluto riposo e così l'ottavo giorno.
[40] Il primo giorno prenderete frutti degli alberi migliori: rami di
palma, rami con dense foglie e salici di torrente e gioirete davanti al
Signore vostro Dio per sette giorni.
[41] Celebrerete questa festa in onore del Signore, per sette giorni,
ogni anno. È una legge perenne di generazione in generazione. La
celebrerete il settimo mese.
[42] Dimorerete in capanne per sette giorni; tutti i cittadini d'Israele
dimoreranno in capanne,
[43] perché i vostri discendenti sappiano che io ho fatto dimorare in
capanne gli Israeliti, quando li ho condotti fuori dal paese d'Egitto.
Io sono il Signore vostro Dio".
[44] E Mosè diede così agli Israeliti le istruzioni relative alle
solennità del Signore.
24
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Ordina agli Israeliti che ti portino olio puro di olive
schiacciate per il candelabro, per tenere le lampade sempre accese.
[3] Aronne lo preparerà nella tenda del convegno, fuori del velo che
sta davanti alla testimonianza, perché le lampade ardano sempre, da
sera a mattina, davanti al Signore. È una legge perenne, di generazione
in generazione.
[4] Egli le disporrà sul candelabro d'oro puro, perché ardano sempre
davanti al Signore.
[5] Prenderai anche fior di farina e ne farai cuocere dodici focacce;
ogni focaccia sarà di due decimi di efa.
[6] Le disporrai su due pile, sei per pila, sulla tavola d'oro puro
davanti al Signore.
[7] Porrai incenso puro sopra ogni pila e sarà sul pane come memoriale,
come sacrificio espiatorio consumato dal fuoco in onore del Signore.
[8] Ogni giorno di sabato si disporranno i pani davanti al Signore
sempre; saranno forniti dagli Israeliti; è alleanza.
[9] I pani saranno riservati ad Aronne e ai suoi figli: essi li
mangeranno in luogo santo; perché saranno per loro cosa santissima tra
i sacrifici in onore del Signore. È una legge perenne".
[10] Ora il figlio di una donna israelita e di un egiziano uscì in
mezzo agli Israeliti; nell'accampamento, fra questo figlio della donna
israelita e un israelita, scoppiò una lite.
[11] Il figlio della Israelita bestemmiò il nome del Signore,
imprecando; perciò fu condotto da Mosè. La madre di quel tale si
chiamava Selòmit, figlia di Dibri, della tribù di Dan.
[12] Lo misero sotto sorveglianza, finché fosse deciso che cosa fare
per ordine del Signore.
[13] Il Signore parlò a Mosè:
[14] "Conduci quel bestemmiatore fuori dell'accampamento; quanti lo
hanno udito posino le mani sul suo capo e tutta la comunità lo lapiderà.
[15] Parla agli Israeliti e dì loro:
Chiunque maledirà il suo Dio, porterà la pena del suo peccato.
[16] Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte:
tutta la comunità lo dovrà lapidare. Straniero o nativo del paese, se
ha bestemmiato il nome del Signore, sarà messo a morte.
[17] Chi percuote a morte un uomo dovrà essere messo a morte.
[18] Chi percuote a morte un capo di bestiame lo pagherà: vita per
vita.
[19] Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli
ha fatto all'altro:
[20] frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si
farà la stessa lesione che egli ha fatta all'altro.
[21] Chi uccide un capo di bestiame lo pagherà; ma chi uccide un uomo
sarà messo a morte.
[22] Ci sarà per voi una sola legge per il forestiero e per il
cittadino del paese; poiché io sono il Signore vostro Dio".
[23] Mosè ne riferì agli Israeliti ed essi condussero quel
bestemmiatore fuori dell'accampamento e lo lapidarono. Così gli
Israeliti eseguirono quello che il Signore aveva ordinato a Mosè.
25
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè sul monte Sinai:
[2] "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando entrerete nel
paese che io vi dò, la terra dovrà avere il suo sabato consacrato al
Signore.
[3] Per sei anni seminerai il tuo campo e poterai la tua vigna e ne
raccoglierai i frutti;
[4] ma il settimo anno sarà come sabato, un riposo assoluto per la
terra, un sabato in onore del Signore; non seminerai il tuo campo e non
poterai la tua vigna.
[5] Non mieterai quello che nascerà spontaneamente dal seme caduto
nella tua mietitura precedente e non vendemmierai l'uva della vigna che
non avrai potata; sarà un anno di completo riposo per la terra.
[6] Ciò che la terra produrrà durante il suo riposo servirà di
nutrimento a te, al tuo schiavo, alla tua schiava, al tuo bracciante e
al forestiero che è presso di te;
[7] anche al tuo bestiame e agli animali che sono nel tuo paese servirà
di nutrimento quanto essa produrrà.
[8] Conterai anche sette settimane di anni, cioè sette volte sette
anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove
anni.
[9] Al decimo giorno del settimo mese, farai squillare la tromba
dell'acclamazione; nel giorno dell'espiazione farete squillare la tromba
per tutto il paese.
[10] Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la
liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un
giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua
famiglia.
[11] Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né
semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete
la vendemmia delle vigne non potate.
[12] Poiché è il giubileo; esso vi sarà sacro; potrete però mangiare
il prodotto che daranno i campi.
[13] In quest'anno del giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo.
[14] Quando vendete qualche cosa al vostro prossimo o quando acquistate
qualche cosa dal vostro prossimo, nessuno faccia torto al fratello.
[15] Regolerai l'acquisto che farai dal tuo prossimo in base al numero
degli anni trascorsi dopo l'ultimo giubileo: egli venderà a te in base
agli anni di rendita.
[16] Quanti più anni resteranno, tanto più aumenterai il prezzo;
quanto minore sarà il tempo, tanto più ribasserai il prezzo; perché
egli ti vende la somma dei raccolti.
[17] Nessuno di voi danneggi il fratello, ma temete il vostro Dio, poiché
io sono il Signore vostro Dio.
[18] Metterete in pratica le mie leggi e osserverete le mie
prescrizioni, le adempirete e abiterete il paese tranquilli.
[19] La terra produrrà frutti, voi ne mangerete a sazietà e vi
abiterete tranquilli.
[20] Se dite: Che mangeremo il settimo anno, se non semineremo e non
raccoglieremo i nostri prodotti?,
[21] io disporrò in vostro favore un raccolto abbondante per il sesto
anno ed esso vi darà frutti per tre anni.
[22] L'ottavo anno seminerete e consumerete il vecchio raccolto fino al
nono anno; mangerete il raccolto vecchio finché venga il nuovo.
[23] Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è
mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini.
[24] Perciò, in tutto il paese che avrete in possesso, concederete il
diritto di riscatto per quanto riguarda il suolo.
[25] Se il tuo fratello, divenuto povero, vende una parte della sua
proprietà, colui che ha il diritto di riscatto, cioè il suo parente più
stretto, verrà e riscatterà ciò che il fratello ha venduto.
[26] Se uno non ha chi possa fare il riscatto, ma giunge a procurarsi da
sé la somma necessaria al riscatto,
[27] conterà le annate passate dopo la vendita, restituirà al
compratore il valore degli anni che ancora rimangono e rientrerà così
in possesso del suo patrimonio.
[28] Ma se non trova da sé la somma sufficiente a rimborsarlo, ciò che
ha venduto rimarrà in mano al compratore fino all'anno del giubileo; al
giubileo il compratore uscirà e l'altro rientrerà in possesso del suo
patrimonio.
[29] Se uno vende una casa abitabile in una città recinta di mura, ha
diritto al riscatto fino allo scadere dell'anno dalla vendita; il suo
diritto di riscatto durerà un anno intero.
[30] Ma se quella casa, posta in una città recinta di mura, non è
riscattata prima dello scadere di un intero anno, rimarrà sempre
proprietà del compratore e dei suoi discendenti; il compratore non sarà
tenuto a uscire al giubileo.
[31] Però le case dei villaggi non attorniati da mura vanno considerate
come parte dei fondi campestri; potranno essere riscattate e al giubileo
il compratore dovrà uscire.
[32] Quanto alle città dei leviti e alle case che essi vi possederanno,
i leviti avranno il diritto perenne di riscatto.
[33] Se chi riscatta è un levita, in occasione del giubileo il
compratore uscirà dalla casa comprata nella città levitica, perché le
case delle città levitiche sono loro proprietà, in mezzo agli
Israeliti.
[34] Neppure campi situati nei dintorni delle città levitiche si
potranno vendere, perché sono loro proprietà perenne.
[35] Se il tuo fratello che è presso di te cade in miseria ed è privo
di mezzi, aiutalo, come un forestiero e inquilino, perché possa vivere
presso di te.
[36] Non prendere da lui interessi, né utili; ma temi il tuo Dio e fà
vivere il tuo fratello presso di te.
[37] Non gli presterai il denaro a interesse, né gli darai il vitto a
usura.
[38] Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho fatto uscire dal paese
d'Egitto, per darvi il paese di Cànaan, per essere il vostro Dio.
[39] Se il tuo fratello che è presso di te cade in miseria e si vende a
te, non farlo lavorare come schiavo;
[40] sia presso di te come un bracciante, come un inquilino. Ti servirà
fino all'anno del giubileo;
[41] allora se ne andrà da te insieme con i suoi figli, tornerà nella
sua famiglia e rientrerà nella proprietà dei suoi padri.
[42] Poiché essi sono miei servi, che io ho fatto uscire dal paese
d'Egitto; non debbono essere venduti come si vendono gli schiavi.
[43] Non lo tratterai con asprezza, ma temerai il tuo Dio.
[44] Quanto allo schiavo e alla schiava, che avrai in proprietà,
potrete prenderli dalle nazioni che vi circondano; da queste potrete
comprare lo schiavo e la schiava.
[45] Potrete anche comprarne tra i figli degli stranieri, stabiliti
presso di voi e tra le loro famiglie che sono presso di voi, tra i loro
figli nati nel vostro paese; saranno vostra proprietà.
[46] Li potrete lasciare in eredità ai vostri figli dopo di voi, come
loro proprietà; vi potrete servire sempre di loro come di schiavi; ma
quanto ai vostri fratelli, gli Israeliti, ognuno nei riguardi
dell'altro, non lo tratterai con asprezza.
[47] Se un forestiero stabilito presso di te diventa ricco e il tuo
fratello si grava di debiti con lui e si vende al forestiero stabilito
presso di te o a qualcuno della sua famiglia,
[48] dopo che si è venduto, ha il diritto di riscatto; lo potrà
riscattare uno dei suoi fratelli
[49] o suo zio o il figlio di suo zio; lo potrà riscattare uno dei
parenti dello stesso suo sangue o, se ha i mezzi di farlo, potrà
riscattarsi da sé.
[50] Farà il calcolo con il suo compratore, dall'anno che gli si è
venduto all'anno del giubileo; il prezzo da pagare sarà in proporzione
del numero degli anni, valutando le sue giornate come quelle di un
bracciante.
[51] Se vi sono ancora molti anni per arrivare al giubileo, pagherà il
riscatto in ragione di questi anni e in proporzione del prezzo per il
quale fu comprato;
[52] se rimangono pochi anni per arrivare al giubileo, farà il calcolo
con il suo compratore e pagherà il prezzo del suo riscatto in ragione
di quegli anni.
[53] Resterà presso di lui come un bracciante preso a servizio anno per
anno; il padrone non dovrà trattarlo con asprezza sotto i suoi occhi.
[54] Se non è riscattato in alcuno di quei modi, se ne andrà libero
l'anno del giubileo: lui con i suoi figli.
[55] Poiché gli Israeliti sono miei servi; miei servi, che ho fatto
uscire dal paese d'Egitto. Io sono il Signore vostro Dio".
26
[1]
"Non vi farete idoli, né vi erigerete immagini scolpite o stele, né
permetterete che nel vostro paese vi sia pietra ornata di figure, per
prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono il Signore vostro Dio.
[2] Osserverete i miei sabati e porterete rispetto al mio santuario. Io
sono il Signore.
[3] Se seguirete le mie leggi, se osserverete i miei comandi e li
metterete in pratica,
[4] io vi darò le piogge alla loro stagione, la terra darà prodotti e
gli alberi della campagna daranno frutti.
[5] La trebbiatura durerà per voi fino alla vendemmia e la vendemmia
durerà fino alla semina; avrete cibo a sazietà e abiterete tranquilli
il vostro paese.
[6] Io stabilirò la pace nel paese; nessuno vi incuterà terrore; vi
coricherete e farò sparire dal paese le bestie nocive e la spada non
passerà per il vostro paese.
[7] Voi inseguirete i vostri nemici ed essi cadranno dinanzi a voi
colpiti di spada.
[8] Cinque di voi ne inseguiranno cento, cento di voi ne inseguiranno
diecimila e i vostri nemici cadranno dinanzi a voi colpiti di spada.
[9] Io mi volgerò a voi, vi renderò fecondi e vi moltiplicherò e
confermerò la mia alleanza con voi.
[10] Voi mangerete del vecchio raccolto, serbato a lungo, e dovrete
metter via il raccolto vecchio per far posto al nuovo.
[11] Stabilirò la mia dimora in mezzo a voi e io non vi respingerò.
[12] Camminerò in mezzo a voi, sarò vostro Dio e voi sarete il mio
popolo.
[13] Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho fatto uscire dal paese
d'Egitto; ho spezzato il vostro giogo e vi ho fatto camminare a testa
alta.
[14] Ma se non mi ascolterete e se non metterete in pratica tutti questi
comandi,
[15] se disprezzerete le mie leggi e rigetterete le mie prescrizioni,
non mettendo in pratica tutti i miei comandi e infrangendo la mia
alleanza,
[16] ecco che cosa farò a voi a mia volta: manderò contro di voi il
terrore, la consunzione e la febbre, che vi faranno languire gli occhi e
vi consumeranno la vita. Seminerete invano il vostro seme: se lo
mangeranno i vostri nemici.
[17] Volgerò la faccia contro di voi e voi sarete sconfitti dai nemici;
quelli che vi odiano vi opprimeranno e vi darete alla fuga, senza che
alcuno vi insegua.
[18] Se nemmeno dopo questo mi ascolterete, io vi castigherò sette
volte di più per i vostri peccati.
[19] Spezzerò la vostra forza superba, renderò il vostro cielo come
ferro e la vostra terra come rame.
[20] Le vostre energie si consumeranno invano, poiché la vostra terra
non darà prodotti e gli alberi della campagna non daranno frutti.
[21] Se vi opporrete a me e non mi ascolterete, io vi colpirò sette
volte di più, secondo i vostri peccati.
[22] Manderò contro di voi le bestie selvatiche, che vi rapiranno i
figli, stermineranno il vostro bestiame, vi ridurranno a un piccolo
numero e le vostre strade diventeranno deserte.
[23] Se nonostante questi castighi, non vorrete correggervi per tornare
a me, ma vi opporrete a me, anch'io mi opporrò a voi
[24] e vi colpirò sette volte di più per i vostri peccati.
[25] Manderò contro di voi la spada, vindice della mia alleanza; voi vi
raccoglierete nelle vostre città, ma io manderò in mezzo a voi la
peste e sarete dati in mano al nemico.
[26] Quando io avrò spezzato le riserve del pane, dieci donne faranno
cuocere il vostro pane in uno stesso forno, ve lo riporteranno a peso e
mangerete, ma non vi sazierete.
[27] Se, nonostante tutto questo, non vorrete darmi ascolto, ma vi
opporrete a me,
[28] anch'io mi opporrò a voi con furore e vi castigherò sette volte
di più per i vostri peccati.
[29] Mangerete perfino la carne dei vostri figli e mangerete la carne
delle vostre figlie.
[30] Devasterò le vostre alture di culto, distruggerò i vostri altari
per l'incenso, butterò i vostri cadaveri sui cadaveri dei vostri idoli
e io vi avrò in abominio.
[31] Ridurrò le vostre città a deserti, devasterò i vostri santuari e
non aspirerò più il profumo dei vostri incensi.
[32] Devasterò io stesso il vostro paese e i vostri nemici, che vi
prenderanno dimora, ne saranno stupefatti.
[33] Quanto a voi, vi disperderò fra le nazioni e vi inseguirò con la
spada sguainata; il vostro paese sarà desolato e le vostre città
saranno deserte.
[34] Allora la terra godrà i suoi sabati per tutto il tempo in cui
rimarrà desolata e voi sarete nel paese dei vostri nemici; allora la
terra si riposerà e si compenserà dei suoi sabati.
[35] Finché rimarrà desolata, avrà il riposo che non le fu concesso
da voi con i sabati, quando l'abitavate.
[36] A quelli che fra di voi saranno superstiti infonderò nel cuore
costernazione, nel paese dei loro nemici: il fruscìo di una foglia
agitata li metterà in fuga; fuggiranno come si fugge di fronte alla
spada e cadranno senza che alcuno li insegua.
[37] Precipiteranno uno sopra l'altro come di fronte alla spada, senza
che alcuno li insegua. Non potrete resistere dinanzi ai vostri nemici.
[38] Perirete fra le nazioni: il paese dei vostri nemici vi divorerà.
[39] Quelli che tra di voi saranno superstiti nei paesi dei loro nemici,
si consumeranno a causa delle proprie iniquità; anche a causa delle
iniquità dei loro padri periranno.
[40] Dovranno confessare la loro iniquità e l'iniquità dei loro padri:
per essere stati infedeli nei miei riguardi ed essersi opposti a me;
[41] peccati per i quali anche io mi sono opposto a loro e li ho
deportati nel paese dei loro nemici. Allora il loro cuore non circonciso
si umilierà e allora sconteranno la loro colpa.
[42] Io mi ricorderò della mia alleanza con Giacobbe, dell'alleanza con
Isacco e dell'alleanza con Abramo e mi ricorderò del paese.
[43] Quando dunque il paese sarà abbandonato da loro e godrà i suoi
sabati, mentre rimarrà deserto, senza di loro, essi sconteranno la loro
colpa, per avere disprezzato le mie prescrizioni ed essersi stancati
delle mie leggi.
[44] Nonostante tutto questo, quando saranno nel paese dei loro nemici,
io non li rigetterò e non mi stancherò di essi fino al punto
d'annientarli del tutto e di rompere la mia alleanza con loro; poiché
io sono il Signore loro Dio;
[45] ma per loro amore mi ricorderò dell'alleanza con i loro antenati,
che ho fatto uscire dal paese d'Egitto davanti alle nazioni, per essere
il loro Dio. Io sono il Signore".
[46] Questi sono gli statuti, le prescrizioni e le leggi che il Signore
stabilì fra sé e gli Israeliti, sul monte Sinai, per mezzo di Mosè.
27
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando uno deve
soddisfare un voto, per la stima che dovrai fare delle persone votate al
Signore,
[3] la tua stima sarà: per un maschio dai venti ai sessant'anni,
cinquanta sicli d'argento, secondo il siclo del santuario;
[4] invece per una donna, la tua stima sarà di trenta sicli.
[5] Dai cinque ai venti anni, la tua stima sarà di venti sicli per un
maschio e di dieci sicli per una femmina.
[6] Da un mese a cinque anni, la tua stima sarà di cinque sicli
d'argento per un maschio e di tre sicli d'argento per una femmina.
[7] Dai sessant'anni in su, la tua stima sarà di quindici sicli per un
maschio e di dieci sicli per una femmina.
[8] Se colui che ha fatto il voto è troppo povero per pagare la somma
fissata da te, sarà presentato al sacerdote e il sacerdote ne farà la
stima. Il sacerdote farà la stima in proporzione dei mezzi di colui che
ha fatto il voto.
[9] Se si tratta di animali che possono essere presentati in offerta al
Signore, ogni animale ceduto al Signore sarà cosa santa.
[10] Non lo si potrà commutare; né si potrà sostituire uno buono con
uno cattivo né uno cattivo con uno buono; se anche uno vuole sostituire
un animale all'altro, i due animali saranno cosa sacra.
[11] Se invece si tratta di qualunque animale immondo di cui non si può
fare offerta al Signore, l'animale sarà presentato davanti al
sacerdote;
[12] egli ne farà la stima, secondo che l'animale sarà buono o cattivo
e si starà alla stima stabilita dal sacerdote.
[13] Ma se uno lo vuole riscattare, aggiungerà un quinto alla stima.
[14] Se uno consacra la sua casa come cosa sacra al Signore, il
sacerdote ne farà la stima secondo che essa sarà buona o cattiva; si
starà alla stima stabilita dal sacerdote.
[15] Se colui che ha consacrato la sua casa la vuole riscattare,
aggiungerà un quinto al pezzo della stima e sarà sua.
[16] Se uno consacra al Signore un pezzo di terra di sua proprietà
ereditaria, ne farai la stima in ragione della semente: cinquanta sicli
d'argento per un homer di seme d'orzo.
[17] Se consacra la sua terra dall'anno del giubileo, il prezzo resterà
intero secondo la stima;
[18] ma se la consacra dopo il giubileo, il sacerdote ne valuterà il
prezzo in ragione degli anni che rimangono fino al giubileo e si farà
una detrazione dalla stima.
[19] Se colui che ha consacrato il pezzo di terra lo vuole riscattare,
aggiungerà un quinto al prezzo della stima e resterà suo.
[20] Se non riscatta il pezzo di terra e lo vende ad un altro, non lo si
potrà più riscattare;
[21] ma quel pezzo di terra, quando al giubileo il compratore ne uscirà,
sarà sacro al Signore, come un campo votato allo sterminio, e diventerà
proprietà del sacerdote.
[22] Se uno consacra al Signore un pezzo di terra comprato, che non fa
parte della sua proprietà ereditaria,
[23] il sacerdote valuterà la misura del prezzo fino all'anno del
giubileo; quel tale pagherà il giorno stesso il prezzo fissato, come
cosa consacrata al Signore.
[24] Nell'anno del giubileo la terra tornerà a colui da cui fu comprata
e del cui patrimonio faceva parte.
[25] Tutte le tue stime si faranno in sicli del santuario; il siclo è
di venti ghera.
[26] Tuttavia nessuno potrà consacrare i primogeniti del bestiame, i
quali appartengono già al Signore, perché primogeniti: sia esso di
grosso bestiame o di bestiame minuto, appartiene al Signore.
[27] Se si tratta di un animale immondo, lo si riscatterà al prezzo di
stima, aggiungendovi un quinto; se non è riscattato, sarà venduto al
prezzo di stima.
[28] Nondimeno quanto uno avrà consacrato al Signore con voto di
sterminio, fra le cose che gli appartengono: persona, animale o pezzo di
terra del suo patrimonio, non potrà essere né venduto né riscattato;
ogni cosa votata allo sterminio è cosa santissima, riservata al
Signore.
[29] Nessuna persona votata allo sterminio potrà essere riscattata;
dovrà essere messa a morte.
[30] Ogni decima della terra, cioè delle granaglie del suolo, dei
frutti degli alberi, appartiene al Signore; è cosa consacrata al
Signore.
[31] Se uno vuole riscattare una parte della sua decima, vi aggiungerà
il quinto.
[32] Ogni decima del bestiame grosso o minuto, e cioè il decimo capo di
quanto passa sotto la verga del pastore, sarà consacrata al Signore.
[33] Non si farà cernita fra animale buono e cattivo, né si faranno
sostituzioni; né si sostituisce un animale all'altro, tutti e due
saranno cosa sacra; non si potranno riscattare".
[34] Questi sono i comandi che il Signore diede a Mosè per gli
Israeliti, sul monte Sinai.
NUMERI
1
[1] Il
Signore parlò a Mosè, nel deserto del Sinai, nella tenda del convegno,
il primo giorno del secondo mese, il secondo anno dell'uscita dal paese
d'Egitto, e disse:
[2] "Fate il censimento di tutta la comunità degli Israeliti,
secondo le loro famiglie, secondo il casato dei loro padri, contando i
nomi di tutti i maschi, testa per testa,
[3] dall'età di venti anni in su, quanti in Israele possono andare in
guerra; tu e Aronne ne farete il censimento, schiera per schiera.
[4] A voi si associerà un uomo per ciascuna tribù, un uomo che sia
capo del casato dei suoi padri.
[5] Questi sono i nomi degli uomini che vi assisteranno. Di Ruben:
Elisur, figlio di Sedeur;
[6] di Simeone: Selumiel, figlio di Surisaddai;
[7] di Giuda: Nacason, figlio di Amminadab;
[8] di Issacar: Netanaeel, figlio di Suar;
[9] di Zàbulon: Eliab, figlio di Chelon;
[10] dei figli di Giuseppe, per Efraim: Elisama, figlio di Ammiud; per
Manasse: Gamliel, figlio di Pedasur;
[11] di Beniamino: Abidan, figlio di Ghideoni;
[12] di Dan: Achiezer, figlio di Ammisaddai;
[13] di Aser: Paghiel, figlio di Ocran;
[14] di Gad: Eliasaf, figlio di Deuel;
[15] di Nèftali: Achira, figlio di Enan".
[16] Questi furono i prescelti della comunità, erano i capi delle loro
tribù paterne, i capi delle migliaia d'Israele.
[17] Mosè e Aronne presero questi uomini che erano stati designati per
nome
[18] e convocarono tutta la comunità, il primo giorno del secondo mese;
furono registrati secondo le famiglie, secondo i loro casati paterni,
contando il numero delle persone dai venti anni in su, uno per uno.
[19] Come il Signore gli aveva ordinato, Mosè ne fece il censimento nel
deserto del Sinai.
[20] Figli di Ruben, primogenito d'Israele, loro discendenti secondo le
loro famiglie, secondo i loro casati paterni, contando i nomi di tutti i
maschi, uno per uno, dall'età di vent'anni in su, quanti potevano
andare in guerra:
[21] i registrati della tribù di Ruben risultarono
quarantaseimilacinquecento.
[22] Figli di Simeone, loro discendenti secondo le loro famiglie,
secondo i loro casati paterni, contando i nomi di tutti i maschi, uno
per uno, dall'età di vent'anni in su, quanti potevano andare in guerra:
[23] i registrati della tribù di Simeone risultarono
cinquantanovemilatrecento.
[24] Figli di Gad, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo i
loro casati paterni, contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in
su, quanti potevano andare in guerra:
[25] i registrati della tribù di Gad risultarono
quarantacinquemilaseicentocinquanta.
[26] Figli di Giuda, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo
i loro casati paterni, contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni
in su, quanti potevano andare in guerra:
[27] i registrati della tribù di Giuda risultarono
settantaquattromilaseicento.
[28] Figli di Issacar, loro discendenti secondo le loro famiglie,
secondo i loro casati paterni, contando i nomi di quelli dall'età di
vent'anni in su, quanti potevano andare in guerra:
[29] i registrati della Il censimentotribù di Issacar risultarono
cinquantaquattromilaquattrocento.
[30] Figli di Zàbulon, loro discendenti secondo le loro famiglie,
secondo i loro casati paterni, contando i nomi di quelli dall'età di
vent'anni in su, quanti potevano andare in guerra:
[31] i registrati della tribù di Zàbulon risultarono
cinquantasettemilaquattrocento.
[32] Figli di Giuseppe: figli di Efraim, loro discendenti secondo le
loro famiglie, secondo i loro casati paterni, contando i nomi di quelli
dall'età di vent'anni in su, quanti potevano andare in guerra:
[33] i registrati della tribù di Efraim risultarono
quarantamilacinquecento.
[34] Figli di Manasse, loro discendenti secondo le loro famiglie,
secondo i loro casati paterni, contando i nomi di quelli dall'età di
vent'anni in su, quanti potevano andare in guerra:
[35] della tribù di Manasse i registrati risultarono
trentaduemiladuecento.
[36] Figli di Beniamino, loro discendenti secondo le loro famiglie,
secondo i loro casati paterni, contando i nomi di quelli dall'età di
vent'anni in su, quanti potevano andare in guerra:
[37] i registrati della tribù di Beniamino risultarono
trentacinquemilaquattrocento.
[38] Figli di Dan, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo i
loro casati paterni, contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in
su, quanti potevano andare in guerra:
[39] i registrati della tribù di Dan risultarono
sessantaduemilasettecento.
[40] Figli di Aser, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo i
loro casati paterni, contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in
su, quanti potevano andare in guerra:
[41] i registrati della tribù di Aser risultarono
quarantunmilacinquecento.
[42] Figli di Nèftali, loro discendenti secondo le loro famiglie,
secondo i loro casati paterni, contando i nomi di quelli dall'età di
vent'anni in su, quanti potevano andare in guerra:
[43] i registrati della tribù di Nèftali risultarono
cinquantatremilaquattrocento.
[44] Di quelli Mosè e Aronne fecero il censimento, con i dodici uomini
capi d'Israele: ce n'era uno per ciascuno dei loro casati paterni.
[45] Tutti gli Israeliti dei quali fu fatto il censimento secondo i loro
casati paterni, dall'età di vent'anni in su, cioè tutti gli uomini che
in Israele potevano andare in guerra,
[46] quanti furono registrati risultarono
seicentotremilacinquecentocinquanta.
[47] Ma quanti erano leviti, secondo la loro tribù paterna, non furono
registrati insieme con gli altri.
[48] Il Signore disse a Mosè:
[49] "Della tribù di Levi non farai il censimento e non unirai la
somma a quella degli Israeliti;
[50] ma incarica tu stesso i leviti del servizio della Dimora della
testimonianza, di tutti i suoi accessori e di quanto le appartiene. Essi
porteranno la Dimora e tutti i suoi accessori, vi presteranno servizio e
staranno accampati attorno alla Dimora.
[51] Quando la Dimora dovrà partire, i leviti la smonteranno; quando la
Dimora dovrà accamparsi in qualche luogo, i leviti la erigeranno; ogni
estraneo che si avvicinerà sarà messo a morte.
[52] Gli Israeliti pianteranno le tende ognuno nel suo campo, ognuno
vicino alla sua insegna, secondo le loro schiere.
[53] Ma i leviti pianteranno le tende attorno alla Dimora della
testimonianza; così la mia ira non si accenderà contro la comunità
degli Israeliti. I leviti avranno la cura della Dimora".
[54] Gli Israeliti si conformarono in tutto agli ordini che il Signore
aveva dato a Mosè e così fecero.
2
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne:
[2] "Gli Israeliti si accamperanno ciascuno vicino alla sua insegna
con i simboli dei casati paterni; si accamperanno di fronte a tutti
intorno alla tenda del convegno.
[3] A est, verso oriente, si accamperà l'insegna del campo di Giuda con
le sue schiere;
[4] il capo dei figli di Giuda è Nacason, figlio di Amminadab, e la sua
formazione è di sessantaquattromilaseicento registrati.
[5] Accanto a lui si accamperà la tribù di Issacar; il capo dei figli
di Issacar è Netaneel, figlio di Suar,
[6] e la sua formazione è di cinquantaquattromilaquattrocento
registrati.
[7] Poi la tribù di Zàbulon; il capo dei figli di Zàbulon è Eliab,
figlio di Chelon,
[8] e la sua formazione è di cinquantasettemilaquattrocento registrati.
[9] Il totale dei registrati del campo di Giuda è di
centottantaseimilaquattrocento uomini, secondo le loro schiere. Si
metteranno in marcia per primi.
[10] A mezzogiorno starà l'insegna del campo di Ruben con le sue
schiere; il capo dei figli di Ruben è Elisur, figlio di Sedeur,
[11] e la sua formazione è di quarantaseimilacinquecento registrati.
[12] Accanto a lui si accamperà la tribù di Simeone; il capo dei figli
di Simeone è Selumiel, figlio di Surisaddai,
[13] e la sua formazione è di cinquantanovemilatrecento registrati.
[14] Poi la tribù di Gad: il capo dei figli di Gad è Eliasaf, figlio
di Deuel,
[15] e la sua formazione è di quarantacinquemilaseicentocinquanta
registrati.
[16] Il totale del campo di Ruben è di
centocinquantamilaquattrocentocinquanta uomini, registrati secondo le
loro schiere. Si metteranno in marcia in seconda linea.
[17] Poi si metterà in marcia la tenda del convegno con il campo dei
leviti in mezzo agli altri campi. Seguiranno nella marcia l'ordine nel
quale erano accampati, ciascuno al suo posto, con la sua insegna.
[18] Ad occidente starà l'insegna del campo di Efraim con le sue
schiere; il capo dei figli di Efraim è Elisama, figlio di Ammiud,
[19] la sua formazione è di quarantamilacinquecento registrati.
[20] Accanto a lui si accamperà la tribù di Manasse; il capo dei figli
di Manasse è Gamliel, figlio di Pedasur,
[21] e la sua formazione è di trentaduemiladuecento registrati.
[22] Poi la tribù di Beniamino; il capo dei figli di Beniamino è
Abidan, figlio di Ghideoni,
[23] e la sua formazione è di trentacinquemilaquattrocento registrati.
[24] Il totale dei registrati del campo di Efraim è di
centottomilacento uomini, secondo le loro schiere. Si metteranno in
marcia in terza linea.
[25] A settentrione starà l'insegna del campo di Dan con le sue
schiere; il capo dei figli di Dan è Achiezer, figlio di Ammisaddai,
[26] e la sua formazione è di sessantaduemilasettecento registrati.
[27] Accanto a lui si accamperà la tribù di Aser; il capo dei figli di
Aser è Paghiel, figlio di Ocran,
[28] e la sua formazione è di quarantunmilacinquecento registrati.
[29] Poi la tribù di Nèftali; il capo dei figli di Nèftali è Achira,
figlio di Enan,
[30] e la sua formazione è di cinquantatremilaquattrocento registrati.
[31] Il totale dei registrati del campo di Dan è dunque
centocinquantasettemilaseicento. Si metteranno in marcia per ultimi,
secondo le loro insegne".
[32] Questi sono gli Israeliti registrati secondo i loro casati paterni.
Tutti gli uomini dei quali si fece il censimento e che formarono i campi
secondo le loro formazioni, furono seicentotremilacinquecentocinquanta.
[33] Ma i leviti, secondo l'ordine che il Signore aveva dato a Mosè,
non furono registrati nel censimento, insieme con gli Israeliti.
[34] Gli Israeliti agirono secondo gli ordini che il Signore aveva dato
a Mosè; così si accampavano secondo le loro insegne e così si
mettevano in marcia, ciascuno secondo la sua famiglia e secondo il
casato dei suoi padri.
3
[1]
Questi sono i discendenti di Aronne e di Mosè quando il Signore parlò
a Mosè sul monte Sinai.
[2] Questi sono i nomi dei figli di Aronne: Nadab il primogenito, Abiu,
Eleazaro e Itamar.
[3] Tali i nomi dei figli di Aronne che ricevettero l'unzione come
sacerdoti e furono consacrati per esercitare il sacerdozio.
[4] Nadab e Abiu morirono davanti al Signore, quando offrirono fuoco
profano davanti al Signore, nel deserto del Sinai. Essi non avevano
figli ed Eleazaro e Itamar esercitarono il sacerdozio in presenza di
Aronne, loro padre.
[5] Il Signore disse a Mosè:
[6] "Fà avvicinare la tribù dei leviti e presentala al sacerdote
Aronne, perché sia al suo servizio.
[7] Essi custodiranno quanto è affidato a lui e a tutta la comunità
davanti alla tenda del convegno e presteranno servizio alla Dimora.
[8] Avranno in custodia tutti gli arredi della tenda del convegno e di
quanto è affidato agli Israeliti e presteranno servizio alla Dimora.
[9] Assegnerai i leviti ad Aronne e ai suoi figli; essi gli sono dati
tutti tra gli Israeliti.
[10] Tu stabilirai Aronne e i suoi figli, perché custodiscano le
funzioni del loro sacerdozio; l'estraneo che vi si accosterà sarà
messo a morte".
[11] Il Signore disse a Mosè:
[12] "Ecco, io ho scelto i leviti tra gli Israeliti al posto di
ogni primogenito che nasce per primo dal seno materno tra gli Israeliti;
i leviti saranno miei,
[13] perché ogni primogenito è mio. Quando io colpii tutti i
primogeniti nel paese d'Egitto, io mi riservai in Israele tutti i
primogeniti degli uomini e degli animali; essi saranno miei. Io sono il
Signore".
[14] Il Signore disse a Mosè nel deserto del Sinai:
[15] "Fà il censimento dei figli di Levi, secondo i casati dei
loro padri e le loro famiglie; farai il censimento di tutti i maschi
dall'età di un mese in su".
[16] Mosè ne fece il censimento secondo l'ordine del Signore, come gli
era stato comandato di fare.
[17] Questi sono i figli di Levi secondo i loro nomi: Gherson, Keat e
Merari.
[18] Questi i nomi dei figli di Gherson, secondo le loro famiglie: Libni
e Simei.
[19] I figli di Keat secondo le loro famiglie: Amram, Isear, Ebron e
Uzziel.
[20] I figli di Merari secondo le loro famiglie: Macli e Musi. Queste
sono le famiglie dei leviti secondo i loro casati paterni.
[21] Da Gherson discendono la famiglia dei Libniti e la famiglia dei
Simeiti, che formano le famiglie dei Ghersoniti.
[22] Coloro che furono registrati, contando tutti i maschi dall'età di
un mese in su, erano settemilacinquecento.
[23] Le famiglie dei Ghersoniti avevano il campo dietro la Dimora, a
occidente.
[24] Il capo del casato paterno per i Ghersoniti era Eliasaf, figlio di
Lael.
[25] Per quello che riguarda la tenda del convegno i figli di Gherson
avevano la custodia della Dimora e della tenda, della sua coperta, della
cortina all'ingresso della tenda del convegno,
[26] dei tendaggi del recinto e della cortina alla porta del recinto
intorno alla Dimora e all'altare e delle corde per tutto il suo
impianto.
[27] Da Keat discendono la famiglia degli Amramiti, la famiglia degli
Iseariti, la famiglia degli Ebroniti e la famiglia degli Uzzieliti, che
formano le famiglie dei Keatiti.
[28] Contando tutti i maschi dall'età di un mese in su, erano
ottomilaseicento, che avevano la custodia del santuario.
[29] Le famiglie dei figli di Keat avevano il campo al lato meridionale
della Dimora.
[30] Il capo del casato paterno per i Keatiti era Elisafan, figlio di
Uzziel.
[31] Alla loro custodia erano affidati l'arca, la tavola, il candelabro,
gli altari e gli arredi del santuario con cui si esercita il ministero,
il velo e quanto si riferisce al suo impianto.
[32] Il capo supremo dei leviti era Eleazaro, figlio del sacerdote
Aronne; egli aveva la sorveglianza di quelli che attendevano alla
custodia del santuario.
[33] Da Merari discendono la famiglia dei Macliti e la famiglia dei
Musiti che formano le famiglie di Merari.
[34] Coloro che furono registrati, contando tutti i maschi dall'età di
un mese in su, erano seimiladuecento.
[35] Il capo del casato paterno per le famiglie di Merari era Suriel,
figlio di Abicail. Essi avevano il campo dal lato settentrionale della
Dimora.
[36] Alla custodia dei figli di Merari furono affidati le tavole della
Dimora, le sue stanghe, le sue colonne e le loro basi, tutti i suoi
arredi e quanto si riferisce al suo impianto,
[37] le colonne del recinto tutto intorno, le loro basi, i loro
picchetti e le loro corde.
[38] Sul davanti della Dimora a oriente, di fronte alla tenda del
convegno, verso levante, avevano il campo Mosè, Aronne e i suoi figli;
essi avevano la custodia del santuario invece degli Israeliti;
l'estraneo che vi si avvicinava sarebbe stato messo a morte.
[39] Tutti i leviti di cui Mosè e Aronne fecero il censimento secondo
le loro famiglie per ordine del Signore, tutti i maschi dall'età di un
mese in su, erano ventiduemila.
[40] Il Signore disse a Mosè: "Fà il censimento di tutti i
primogeniti maschi tra gli Israeliti dall'età di un mese in su e fà il
censimento dei loro nomi.
[41] Prenderai i leviti per me - Io sono il Signore - invece di tutti i
primogeniti degli Israeliti e il bestiame dei leviti invece dei primi
parti del bestiame degli Israeliti".
[42] Mosè fece il censimento di tutti i primogeniti tra gli Israeliti,
secondo l'ordine che il Signore gli aveva dato.
[43] Tutti i primogeniti maschi che furono registrati, contando i nomi
dall'età di un mese in su, furono ventiduemiladuecentosettantatré.
[44] Il Signore parlò a Mosè:
[45] "Prendi i leviti invece di tutti i primogeniti degli Israeliti
e il bestiame dei leviti invece del loro bestiame; i leviti saranno
miei. Io sono il Signore.
[46] Per il riscatto dei duecentosettantatré primogeniti degli
Israeliti che oltrepassano il numero dei leviti,
[47] prenderai cinque sicli a testa; li prenderai secondo il siclo del
santuario, che è di venti ghera.
[48] Darai il denaro ad Aronne e ai suoi figli per il riscatto di quelli
che oltrepassano il numero dei leviti".
[49] Mosè prese il denaro per il riscatto di quelli che oltrepassavano
il numero dei primogeniti riscattati dai leviti;
[50] prese il denaro dai primogeniti degli Israeliti:
milletrecentosessantacinque sicli, secondo il siclo del santuario.
[51] Mosè diede il denaro del riscatto ad Aronne e ai suoi figli,
secondo l'ordine del Signore, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
4
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne:
[2] "Fate il censimento dei figli di Keat, tra i figli di Levi,
secondo le loro famiglie e secondo i loro casati paterni,
[3] dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni, di quanti
fanno parte di una schiera e prestano la loro opera nella tenda del
convegno.
[4] Questo è il servizio che i figli di Keat dovranno fare nella tenda
del convegno e che riguarda le cose santissime.
[5] Quando il campo si dovrà muovere, Aronne e i suoi figli verranno a
smontare il velo della cortina e copriranno con esso l'arca della
testimonianza;
[6] poi porranno sull'arca una coperta di pelli di tasso, vi stenderanno
sopra un drappo tutto di porpora viola e metteranno a posto le stanghe.
[7] Poi stenderanno un drappo di porpora viola sulla tavola dell'offerta
e vi metteranno sopra i piatti, le coppe, le anfore, le tazze per le
libazioni; vi sarà sopra anche il pane perenne;
[8] su queste cose stenderanno un drappo scarlatto e sopra questo una
coperta di pelli di tasso e metteranno le stanghe alla tavola.
[9] Poi prenderanno un drappo di porpora viola, con cui copriranno il
candelabro della luce, le sue lampade, i suoi smoccolatoi, i suoi
portacenere e tutti i vasi per l'olio destinati al suo servizio;
[10] metteranno il candelabro con tutti i suoi accessori in una coperta
di pelli di tasso e lo metteranno sopra la portantina.
[11] Poi stenderanno sull'altare d'oro un drappo di porpora viola e
sopra questo una coperta di pelli di tasso e metteranno le stanghe
all'altare.
[12] Prenderanno tutti gli arredi che si usano per il servizio nel
santuario, li metteranno in un drappo di porpora viola, li avvolgeranno
in una coperta di pelli di tasso e li metteranno sopra la portantina.
[13] Poi toglieranno le ceneri dall'altare e stenderanno sull'altare un
drappo scarlatto;
[14] vi metteranno sopra tutti gli arredi che si usano nel suo servizio,
i bracieri, le forchette, le pale, i vasi per l'aspersione, tutti gli
accessori dell'altare e vi stenderanno sopra una coperta di pelli di
tasso, poi porranno le stanghe all'altare.
[15] Quando Aronne e i suoi figli avranno finito di coprire il santuario
e tutti gli arredi del santuario, al momento di muovere il campo, i
figli di Keat verranno per trasportare quelle cose; ma non toccheranno
le cose sante, perché non muoiano. Questo è l'incarico dei figli di
Keat nella tenda del convegno.
[16] Eleazaro, figlio del sacerdote Aronne, avrà la sorveglianza
dell'olio per il candelabro, del profumo aromatico dell'offerta perenne
e dell'olio dell'unzione e la sorveglianza di tutta la Dimora e di
quanto contiene, del santuario e dei suoi arredi".
[17] Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne:
[18] "Badate che la tribù delle famiglie dei Keatiti non venga
eliminata dai leviti;
[19] ma fate questo per loro, perché vivano e non muoiano quando si
accostano al luogo santissimo: Aronne e i suoi figli vengano e assegnino
a ciascuno di essi il proprio servizio e il proprio incarico.
[20] Non entrino essi a guardare neanche per un istante le cose sante,
perché morirebbero".
[21] Il Signore disse a Mosè:
[22] "Fà il censimento anche dei figli di Gherson, secondo i loro
casati paterni e secondo le loro famiglie.
[23] Farai il censimento dall'età di trent'anni fino all'età di
cinquant'anni di quanti fanno parte di una schiera e prestano servizio
nella tenda del convegno.
[24] Questo è il servizio delle famiglie dei Ghersoniti, quel che
dovranno fare e quello che dovranno portare.
[25] Essi porteranno i teli della Dimora e la tenda del convegno, la sua
copertura, la copertura di pelli di tasso che vi è sopra e la cortina
all'ingresso della tenda del convegno;
[26] i tendaggi del recinto con la cortina all'ingresso del recinto, i
tendaggi che stanno intorno alla Dimora e all'altare; le loro corde e
tutti gli arredi necessari al loro impianto; faranno tutto il servizio
che si riferisce a queste cose.
[27] Tutto il servizio dei figli dei Ghersoniti sarà sotto gli ordini
di Aronne e dei suoi figli per quanto dovranno portare e per quanto
dovranno fare; voi affiderete alla loro custodia quanto dovranno
portare.
[28] Tale è il servizio delle famiglie dei figli dei Ghersoniti nella
tenda del convegno; la loro sorveglianza sarà affidata a Itamar, figlio
del sacerdote Aronne.
[29] Farai il censimento dei figli di Merari secondo le loro famiglie e
secondo i loro casati paterni;
[30] farai il censimento, dall'età di trent'anni fino all'età di
cinquant'anni, di quanti fanno parte di una schiera e prestano servizio
nella tenda del convegno.
[31] Ciò è quanto è affidato alla loro custodia e quello che dovranno
portare come loro servizio nella tenda del convegno: le assi della
Dimora, le sue stanghe, le sue colonne, le sue basi,
[32] le colonne che sono intorno al recinto, le loro basi, i loro
picchetti, le loro corde, tutti i loro arredi e tutto il loro impianto.
Elencherete per nome gli oggetti affidati alla loro custodia e che essi
dovranno portare.
[33] Tale è il servizio delle famiglie dei figli di Merari, tutto il
loro servizio nella tenda del convegno, sotto gli ordini di Itamar,
figlio del sacerdote Aronne".
[34] Mosè, Aronne e i capi della comunità fecero dunque il censimento
dei figli dei Keatiti secondo le loro famiglie e secondo i loro casati
paterni,
[35] di quanti dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni
potevano far parte di una schiera e prestar servizio nella tenda del
convegno.
[36] Quelli di cui si fece il censimento secondo le loro famiglie furono
duemilasettecentocinquanta.
[37] Questi appartengono alle famiglie dei Keatiti dei quali si fece il
censimento: quanti prestavano servizio nella tenda del convegno; Mosè e
Aronne ne fecero il censimento secondo l'ordine che il Signore aveva
dato per mezzo di Mosè.
[38] I figli di Gherson, di cui si fece il censimento secondo le loro
famiglie e secondo i loro casati paterni,
[39] dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni, quanti
potevano far parte di una schiera e prestar servizio nella tenda del
convegno,
[40] quelli di cui si fece il censimento secondo le loro famiglie e
secondo i loro casati paterni, furono duemilaseicentotrenta.
[41] Questi appartengono alle famiglie dei figli di Gherson, di cui si
fece il censimento: quanti prestavano servizio nella tenda del convegno;
Mosè e Aronne ne fecero il censimento secondo l'ordine del Signore.
[42] Quelli delle famiglie dei figli di Merari dei quali si fece il
censimento secondo le loro famiglie e i loro casati paterni,
[43] dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni, quanti
potevano far parte di una schiera e prestar servizio nella tenda del
convegno,
[44] quelli di cui si fece il censimento, secondo le loro famiglie,
furono tremiladuecento.
[45] Questi appartengono alle famiglie dei figli di Merari, di cui si
fece il censimento; Mosè e Aronne ne fecero il censimento secondo
l'ordine che il Signore aveva dato per mezzo di Mosè.
[46] Tutti i leviti dei quali Mosè, Aronne e i capi d'Israele fecero il
censimento secondo le loro famiglie e secondo i loro casati paterni,
[47] dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni, quanti
potevano far parte di una schiera e prestar servizio e portare pesi
nella tenda del convegno,
[48] tutti quelli di cui si fece il censimento, furono
ottomilacinquecentottanta.
[49] Ne fu fatto il censimento secondo l'ordine che il Signore aveva
dato per mezzo di Mosè, assegnando a ciascuno il servizio che doveva
fare e ciò che doveva portare. Così ne fu fatto il censimento come il
Signore aveva ordinato a Mosè.
5
[1] Il
Signore disse a Mosè:
[2] "Ordina agli Israeliti che allontanino dall'accampamento ogni
lebbroso, chiunque soffre di gonorrea o è impuro per il contatto con un
cadavere.
[3] Allontanerete sia i maschi sia le femmine; li allontanerete
dall'accampamento perché non contaminino il loro accampamento in mezzo
al quale io abito".
[4] Gli Israeliti fecero così e li allontanarono dall'accampamento.
Come il Signore aveva ordinato a Mosè, così fecero gli Israeliti.
[5] Il Signore aggiunse a Mosè:
[6] "Ordina agli Israeliti: Quando un uomo o una donna avrà fatto
un torto a qualcuno, peccando contro il Signore, questa persona si sarà
resa colpevole.
[7] Dovrà confessare il peccato commesso e restituirà: il reo rifonderà
per intero il danno commesso, aggiungendovi un quinto e lo darà a colui
verso il quale è responsabile.
[8] Ma se costui non ha stretto parente a cui si possa rifondere il
danno commesso, questo spetterà al Signore, cioè al sacerdote, oltre
l'ariete dell'espiazione, mediante il quale si farà l'espiazione per il
colpevole.
[9] Ogni tributo su tutte le cose consacrate che gli Israeliti
offriranno, è del sacerdote, apparterrà a lui;
[10] le cose che uno consacrerà saranno sue e ciò che uno darà al
sacerdote apparterrà a lui".
[11] Il Signore aggiunse a Mosè:
[12] "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Se una donna si sarà
traviata e avrà commesso una infedeltà verso il marito
[13] e un uomo avrà avuto rapporti con lei, ma la cosa è rimasta
nascosta agli occhi del marito; se essa si è contaminata in segreto e
non vi siano testimoni contro di lei perché non è stata colta sul
fatto,
[14] qualora lo spirito di gelosia si impadronisca del marito e questi
diventi geloso della moglie che si è contaminata oppure lo spirito di
gelosia si impadronisca di lui e questi diventi geloso della moglie che
non si è contaminata,
[15] quell'uomo condurrà la moglie al sacerdote e porterà una offerta
per lei: un decimo di efa di farina d'orzo; non vi spanderà sopra olio,
né vi metterà sopra incenso, perché è un'oblazione di gelosia,
un'offerta commemorativa per ricordare una iniquità.
[16] Il sacerdote farà avvicinare la donna e la farà stare davanti al
Signore.
[17] Poi il sacerdote prenderà acqua santa in un vaso di terra; prenderà
anche polvere che è sul pavimento della Dimora e la metterà
nell'acqua.
[18] Il sacerdote farà quindi stare la donna davanti al Signore, le
scoprirà il capo e porrà nelle mani di lei l'oblazione commemorativa,
che è l'oblazione di gelosia, mentre il sacerdote avrà in mano l'acqua
amara che porta maledizione.
[19] Il sacerdote farà giurare quella donna e le dirà: Se nessun uomo
ha avuto rapporti disonesti con te e se non ti sei traviata per
contaminarti ricevendo un altro invece di tuo marito, quest'acqua amara,
che porta maledizione, non ti faccia danno!
[20] Ma se ti sei traviata ricevendo un altro invece di tuo marito e ti
sei contaminata e un uomo che non è tuo marito ha avuto rapporti
disonesti con te...
[21] Allora il sacerdote farà giurare alla donna con un'imprecazione;
poi dirà alla donna: Il Signore faccia di te un oggetto di maledizione
e di imprecazione in mezzo al tuo popolo, facendoti avvizzire i fianchi
e gonfiare il ventre;
[22] quest'acqua che porta maledizione ti entri nelle viscere per farti
gonfiare il ventre e avvizzire i fianchi! E la donna dirà: Amen, Amen!
[23] Poi il sacerdote scriverà queste imprecazioni su un rotolo e le
cancellerà con l'acqua amara.
[24] Farà bere alla donna quell'acqua amara che porta maledizione e
l'acqua che porta maledizione entrerà in lei per produrle amarezza;
[25] il sacerdote prenderà dalle mani della donna l'oblazione di
gelosia, agiterà l'oblazione davanti al Signore e l'offrirà
sull'altare;
[26] il sacerdote prenderà una manciata di quell'oblazione come
memoriale di lei e la brucerà sull'altare; poi farà bere l'acqua alla
donna.
[27] Quando le avrà fatto bere l'acqua, se essa si è contaminata e ha
commesso un'infedeltà contro il marito, l'acqua che porta maledizione
entrerà in lei per produrre amarezza; il ventre le si gonfierà e i
suoi fianchi avvizziranno e quella donna diventerà un oggetto di
maledizione in mezzo al suo popolo.
[28] Ma se la donna non si è contaminata ed è pura, sarà riconosciuta
innocente e avrà figli.
[29] Questa è la legge della gelosia, nel caso in cui la moglie di uno
si sia traviata ricevendo un altro invece del marito e si contamini
[30] e per il caso in cui lo spirito di gelosia si impadronisca del
marito e questi diventi geloso della moglie; egli farà comparire sua
moglie davanti al Signore e il sacerdote le applicherà questa legge
integralmente.
[31] Il marito sarà immune da colpa, ma la donna porterà la pena della
sua iniquità".
6
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando un uomo o una
donna farà un voto speciale, il voto di nazireato, per consacrarsi al
Signore,
[3] si asterrà dal vino e dalle bevande inebrianti; non berrà aceto
fatto di vino né aceto fatto di bevanda inebriante; non berrà liquori
tratti dall'uva e non mangerà uva, né fresca né secca.
[4] Per tutto il tempo del suo nazireato non mangerà alcun prodotto
della vigna, dai chicchi acerbi alle vinacce.
[5] Per tutto il tempo del suo voto di nazireato il rasoio non passerà
sul suo capo; finché non siano compiuti i giorni per i quali si è
consacrato al Signore, sarà santo; si lascerà crescere la
capigliatura.
[6] Per tutto il tempo in cui rimane consacrato al Signore, non si
avvicinerà a un cadavere;
[7] si trattasse anche di suo padre, di sua madre, di suo fratello e di
sua sorella, non si contaminerà per loro alla loro morte, perché porta
sul capo il segno della sua consacrazione a Dio.
[8] Per tutto il tempo del suo nazireato egli è consacrato al Signore.
[9] Se uno gli muore accanto improvvisamente e il suo capo consacrato
rimane così contaminato, si raderà il capo nel giorno della sua
purificazione; se lo raderà il settimo giorno;
[10] l'ottavo giorno porterà due tortore o due colombi al sacerdote,
all'ingresso della tenda del convegno.
[11] Il sacerdote ne offrirà uno in sacrificio espiatorio e l'altro in
olocausto e farà per lui il rito espiatorio del peccato in cui è
incorso a causa di quel morto; in quel giorno stesso, il nazireo
consacrerà così il suo capo.
[12] Consacrerà di nuovo al Signore i giorni del suo nazireato e offrirà
un agnello dell'anno come sacrificio di riparazione; i giorni precedenti
non saranno contati, perché il suo nazireato è stato contaminato.
[13] Questa è la legge del nazireato; quando i giorni del suo nazireato
saranno compiuti, lo si farà venire all'ingresso della tenda del
convegno;
[14] egli presenterà l'offerta al Signore: un agnello dell'anno, senza
difetto, per l'olocausto; una pecora dell'anno, senza difetto, per il
sacrificio espiatorio, un ariete senza difetto, come sacrificio di
comunione;
[15] un canestro di pani azzimi fatti con fior di farina, di focacce
intrise in olio, di schiacciate senza lievito unte d'olio, insieme con
l'oblazione e le libazioni relative.
[16] Il sacerdote presenterà quelle cose davanti al Signore e offrirà
il suo sacrificio espiatorio e il suo olocausto;
[17] offrirà l'ariete come sacrificio di comunione al Signore, con il
canestro dei pani azzimi; il sacerdote offrirà anche l'oblazione e la
libazione.
[18] Il nazireo raderà, all'ingresso della tenda del convegno, il suo
capo consacrato; prenderà i capelli del suo capo consacrato e li metterà
sul fuoco che è sotto il sacrificio di comunione.
[19] Il sacerdote prenderà la spalla dell'ariete, quando sarà cotta,
una focaccia non lievitata dal canestro e una schiacciata senza lievito
e le porrà nelle mani del nazireo, dopo che questi si sarà raso il
capo consacrato.
[20] Il sacerdote le agiterà, come offerta da farsi secondo il rito
dell'agitazione, davanti al Signore; è cosa santa che appartiene al
sacerdote, insieme con il petto dell'offerta da agitare ritualmente e
con la spalla dell'offerta da elevare ritualmente. Dopo, il nazireo potrà
bere il vino.
[21] Questa è la legge per chi ha fatto voto di nazireato, tale è la
sua offerta al Signore per il suo nazireato, oltre quello che i suoi
mezzi gli permetteranno di fare. Egli si comporterà secondo il voto che
avrà fatto in base alla legge del suo nazireato".
[22] Il Signore aggiunse a Mosè:
[23] "Parla ad Aronne e ai suoi figli e riferisci loro: Voi
benedirete così gli Israeliti; direte loro:
[24] Ti benedica il Signore e ti protegga.
[25] Il Signore faccia brillare il suo volto su di te
e ti sia propizio.
[26] Il Signore rivolga su di te il suo volto
e ti conceda pace.
[27] Così porranno il mio nome sugli Israeliti
e io li benedirò".
7
[1]
Quando Mosè ebbe finito di erigere la Dimora e l'ebbe unta e consacrata
con tutti i suoi arredi, quando ebbe eretto l'altare con tutti i suoi
arredi e li ebbe unti e consacrati,
[2] i capi di Israele, capi dei loro casati paterni, che erano capitribù
e avevano presieduto al censimento, presentarono una offerta
[3] e la portarono davanti al Signore: sei carri e dodici buoi, cioè un
carro per due capi e un bue per ogni capo e li offrirono davanti alla
Dimora.
[4] Il Signore disse a Mosè:
[5] "Prendili da loro per impiegarli al servizio della tenda del
convegno e assegnali ai leviti; a ciascuno secondo il suo
servizio".
[6] Mosè prese dunque i carri e i buoi e li diede ai leviti.
[7] Diede due carri e quattro buoi ai figli di Gherson, secondo il loro
servizio;
[8] diede quattro carri e otto buoi ai figli di Merari, secondo il loro
servizio, sotto la sorveglianza di Itamar, figlio del sacerdote Aronne;
[9] ma ai figli di Keat non ne diede, perché avevano il servizio degli
oggetti sacri e dovevano portarli sulle spalle.
[10] I capi presentarono l'offerta per la dedicazione dell'altare, il
giorno in cui esso fu unto;
[11] i capi presentarono l'offerta uno per giorno, per la dedicazione
dell'altare.
[12] Colui che presentò l'offerta il primo giorno fu Nacason, figlio di
Amminadab, della tribù di Giuda;
[13] la sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta
sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del
santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione,
[14] una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
[15] un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,
[16] un capro per il sacrificio espiatorio
[17] e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Nacason, figlio di
Amminadab.
[18] Il secondo giorno, Netaneel, figlio di Suar, capo di Issacar,
presentò l'offerta.
[19] Offrì un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un
vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario,
tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,
[20] una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
[21] un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,
[22] un capro per il sacrificio espiatorio
[23] e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Netaneel, figlio
di Suar.
[24] Il terzo giorno fu Eliab, figlio di Chelon, capo dei figli di Zàbulon.
[25] La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta
sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del
santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione,
[26] una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
[27] un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,
[28] un capro per il sacrificio espiatorio
[29] e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Eliab, figlio di
Chelon.
[30] Il quarto giorno fu Elisur, figlio di Sedeur, capo dei figli di
Ruben.
[31] La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta
sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del
santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione,
[32] una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
[33] un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,
[34] un capro per il sacrificio espiatorio
[35] e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Elisur, figlio di
Sedeur.
[36] Il quinto giorno fu Selumiel, figlio di Surisaddai, capo dei figli
di Simeone.
[37] La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta
sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del
santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione,
[38] una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
[39] un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,
[40] un capro per il sacrificio espiatorio
[41] e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Selumiel, figlio
di Surisaddai.
[42] Il sesto giorno fu Eliasaf, figlio di Deuel, capo dei figli di Gad.
[43] La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta
sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del
santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione,
[44] una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
[45] un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,
[46] un capro per il sacrificio espiatorio
[47] e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Eliasaf, figlio di
Deuel.
[48] Il settimo giorno fu Elesama, figlio di Ammiud, capo dei figli di
Efraim.
[49] La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta
sicli, un vassoio d'argento del peso di settanta sicli, secondo il siclo
del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione,
[50] una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
[51] un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,
[52] un capro per il sacrificio espiatorio
[53] e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Elesama, figlio di
Ammiud.
[54] L'ottavo giorno fu Gamliel, figlio di Pedasur, capo dei figli di
Manasse.
[55] La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta
sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli secondo il siclo del
santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione,
[56] una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
[57] un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,
[58] un capro per il sacrificio espiatorio
[59] e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Gamliel, figlio di
Pedasur.
[60] Il nono giorno fu Abidan, figlio di Ghideoni, capo dei figli di
Beniamino.
[61] La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta
sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del
santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione,
[62] una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
[63] un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,
[64] un capro per il sacrificio espiatorio
[65] e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Abidan, figlio di
Ghideoni.
[66] Il decimo giorno fu Achiezer, figlio di Ammisaddai, capo dei figli
di Dan.
[67] La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta
sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del
santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione,
[68] una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
[69] un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,
[70] un capro per il sacrificio espiatorio
[71] e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Achiezer, figlio
di Ammisaddai.
[72] L'undicesimo giorno fu Paghiel, figlio di Ocran, capo dei figli di
Aser.
[73] La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta
sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del
santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione,
[74] una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
[75] un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,
[76] un capro per il sacrificio espiatorio
[77] e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Paghiel, figlio di
Ocran.
[78] Il decimosecondo giorno fu Achira, figlio di Enan, capo dei figli
di Nèftali.
[79] La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta
sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del
santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione,
[80] una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
[81] un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,
[82] un capro per il sacrificio espiatorio
[83] e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Achira, figlio di
Enan.
[84] Questi furono i doni per la dedicazione dell'altare da parte dei
capi d'Israele, il giorno in cui esso fu unto: dodici piatti d'argento,
dodici vassoi d'argento, dodici coppe d'oro;
[85] ogni piatto d'argento pesava centotrenta sicli e ogni vassoio
d'argento settanta; il totale dell'argento dei vasi fu
duemilaquattrocento sicli, secondo il siclo del santuario;
[86] dodici coppe d'oro piene di profumo, le quali, a dieci sicli per
coppa, secondo il siclo del santuario, diedero per l'oro delle coppe un
totale di centoventi sicli.
[87] Totale del bestiame per l'olocausto: dodici giovenchi, dodici
arieti, dodici agnelli dell'anno, con le oblazioni consuete, e dodici
capri per il sacrificio espiatorio.
[88] Totale del bestiame per il sacrificio di comunione: ventiquattro
giovenchi, sessanta arieti, sessanta capri, sessanta agnelli dell'anno.
Questi furono i doni per la dedicazione dell'altare, dopo che esso fu
unto.
[89] Quando Mosè entrava nella tenda del convegno per parlare con il
Signore, udiva la voce che gli parlava dall'alto del coperchio che è
sull'arca della testimonianza fra i due cherubini; il Signore gli
parlava.
8
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Parla ad Aronne e riferisci: Quando collocherai le lampade, le
sette lampade dovranno proiettare la luce davanti al candelabro".
[3] Aronne fece così: collocò le lampade in modo che facessero luce
davanti al candelabro, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
[4] Ora il candelabro aveva questa fattura: era d'oro lavorato a
martello, dal suo fusto alle sue corolle era un solo lavoro a martello.
Mosè aveva fatto il candelabro secondo la figura che il Signore gli
aveva mostrato.
[5] Il Signore parlò a Mosè:
[6] "Prendi i leviti tra gli Israeliti e purificali.
[7] Per purificarli farai così: li aspergerai con l'acqua
dell'espiazione; faranno passare il rasoio su tutto il loro corpo,
laveranno le loro vesti e si purificheranno.
[8] Poi prenderanno un giovenco con l'oblazione consueta di fior di
farina intrisa in olio e tu prenderai un altro giovenco per il
sacrificio espiatorio.
[9] Farai avvicinare i leviti dinanzi alla tenda del convegno e
convocherai tutta la comunità degli Israeliti.
[10] Farai avvicinare i leviti davanti al Signore e gli Israeliti
porranno le mani sui leviti;
[11] Aronne presenterà i leviti come offerta da farsi con il rito di
agitazione davanti al Signore da parte degli Israeliti ed essi faranno
il servizio del Signore.
[12] Poi i leviti porranno le mani sulla testa dei giovenchi e tu ne
offrirai uno in sacrificio espiatorio per i leviti.
[13] Farai stare i leviti davanti ad Aronne e davanti ai suoi figli e li
presenterai come un'offerta da farsi con il rito di agitazione in onore
del Signore.
[14] Così separerai i leviti dagli Israeliti e i leviti saranno miei.
[15] Dopo, i leviti verranno a fare il servizio nella tenda del
convegno; tu li purificherai e li presenterai come un'offerta fatta con
la rituale agitazione;
[16] poiché mi sono tutti dediti tra gli Israeliti, io li ho presi con
me, invece di quanti nascono per primi dalla madre, invece dei
primogeniti di tutti gli Israeliti.
[17] Poiché tutti i primogeniti degli Israeliti, tanto degli uomini
quanto del bestiame, sono miei; io me li sono consacrati il giorno in
cui percossi tutti i primogeniti nel paese d'Egitto.
[18] Ho preso i leviti invece di tutti i primogeniti degli Israeliti.
[19] Ho dato in dono ad Aronne e ai suoi figli i leviti tra gli
Israeliti, perché facciano il servizio degli Israeliti nella tenda del
convegno e perché compiano il rito espiatorio per gli Israeliti, perché
nessun flagello colpisca gli Israeliti, qualora gli Israeliti si
accostino al santuario".
[20] Così fecero Mosè, Aronne e tutta la comunità degli Israeliti per
i leviti; gli Israeliti fecero per i leviti quanto il Signore aveva
ordinato a Mosè a loro riguardo.
[21] I leviti si purificarono e lavarono le loro vesti; Aronne li
presentò come un'offerta da agitare secondo il rito davanti al Signore
e fece l'espiazione per essi, per purificarli.
[22] Dopo, i leviti vennero a fare il servizio nella tenda del convegno
alla presenza di Aronne e dei suoi figli. Come il Signore aveva ordinato
a Mosè per i leviti, così si fece per loro.
[23] Il Signore parlò a Mosè:
[24] "Questo riguarda i leviti: da venticinque anni in su il levita
entrerà a formare la squadra per il servizio nella tenda del convegno.
[25] Dall'età di cinquant'anni si ritirerà dalla squadra del servizio
e non servirà più.
[26] Aiuterà i suoi fratelli nella tenda del convegno sorvegliando ciò
che è affidato alla loro custodia; ma non farà più servizio. Così
farai per i leviti, per quel che riguarda i loro uffici".
9
[1] Il
Signore parlò ancora a Mosè nel deserto del Sinai, il primo mese del
secondo anno, da quando uscirono dal paese d'Egitto, dicendo:
[2] "Gli Israeliti celebreranno la pasqua nel tempo stabilito.
[3] La celebrerete nel tempo stabilito, il quattordici di questo mese
tra le due sere; la celebrerete secondo tutte le leggi e secondo tutte
le prescrizioni e le usanze".
[4] Mosè parlò agli Israeliti perché celebrassero la pasqua.
[5] Essi celebrarono la pasqua il quattordici del mese al tramonto, nel
deserto del Sinai; gli Israeliti agirono secondo tutti gli ordini che il
Signore aveva dato a Mosè.
[6] Ora vi erano alcuni uomini che essendo immondi per aver toccato un
morto, non potevano celebrare la pasqua in quel giorno. Si presentarono
in quello stesso giorno davanti a Mosè e davanti ad Aronne;
[7] quegli uomini dissero a Mosè: "Noi siamo immondi per aver
toccato un cadavere; perché dovremo essere impediti di presentare
l'offerta del Signore, al tempo stabilito, in mezzo agli
Israeliti?".
[8] Mosè rispose loro: "Aspettate e sentirò quello che il Signore
ordinerà a vostro riguardo".
[9] Il Signore disse a Mosè:
[10] "Parla agli Israeliti e ordina loro: Se uno di voi o dei
vostri discendenti sarà immondo per il contatto con un cadavere o sarà
lontano in viaggio, potrà ugualmente celebrare la pasqua in onore del
Signore.
[11] La celebreranno il quattordici del secondo mese al tramonto;
mangeranno la vittima pasquale con pane azzimo e con erbe amare;
[12] non ne serberanno alcun resto fino al mattino e non ne spezzeranno
alcun osso. La celebreranno secondo tutte le leggi della pasqua.
[13] Ma chi è mondo e non è in viaggio, se si astiene dal celebrare la
pasqua, sarà eliminato dal suo popolo; perché non ha presentato
l'offerta al Signore nel tempo stabilito, quell'uomo porterà la pena
del suo peccato.
[14] Se uno straniero che soggiorna in mezzo a voi celebra la pasqua del
Signore, si conformerà alle leggi e alle prescrizioni della pasqua.
Avrete un'unica legge per lo straniero e per il nativo del paese".
[15] Nel giorno in cui la Dimora fu eretta, la nube coprì la Dimora,
ossia la tenda della testimonianza; alla sera essa aveva sulla Dimora
l'aspetto di un fuoco che durava fino alla mattina.
[16] Così avveniva sempre: la nube copriva la Dimora e di notte aveva
l'aspetto del fuoco.
[17] Tutte le volte che la nube si alzava sopra la tenda, gli Israeliti
si mettevano in cammino; dove la nuvola si fermava, in quel luogo gli
Israeliti si accampavano.
[18] Gli Israeliti si mettevano in cammino per ordine del Signore e per
ordine del Signore si accampavano; rimanevano accampati finché la nube
restava sulla Dimora.
[19] Quando la nube rimaneva per molti giorni sulla Dimora, gli
Israeliti osservavano la prescrizione del Signore e non partivano.
[20] Se la nube rimaneva pochi giorni sulla Dimora, per ordine del
Signore rimanevano accampati e per ordine del Signore levavano il campo.
[21] Se la nube si fermava dalla sera alla mattina e si alzava la
mattina, subito riprendevano il cammino; o se dopo un giorno e una notte
la nube si alzava, allora riprendevano il cammino.
[22] Se la nube rimaneva ferma sulla Dimora due giorni o un mese o un
anno, gli Israeliti rimanevano accampati e non partivano: ma quando si
alzava, levavano il campo.
[23] Per ordine del Signore si accampavano e per ordine del Signore
levavano il campo; osservavano le prescrizioni del Signore, secondo
l'ordine dato dal Signore per mezzo di Mosè.
10
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè:
[2] "Fatti due trombe d'argento; le farai lavorate a martello e ti
serviranno per convocare la comunità e per levare l'accampamento.
[3] Al suono di esse tutta la comunità si radunerà presso di te
all'ingresso della tenda del convegno.
[4] Al suono di una tromba sola, i principi, i capi delle migliaia
d'Israele, converranno presso di te.
[5] Quando suonerete uno squillo di acclamazione, gli accampamenti che
sono a levante si metteranno in cammino.
[6] Quando suonerete una seconda volta lo squillo di acclamazione, gli
accampamenti che si trovano a mezzogiorno si metteranno in cammino; si
suoneranno squilli di acclamazione quando dovranno mettersi in cammino.
[7] Quando deve essere convocata la comunità, suonerete, ma non uno
squillo di acclamazione.
[8] I sacerdoti figli di Aronne suoneranno le trombe; sarà una legge
perenne per voi e per i vostri discendenti.
[9] Quando nel vostro paese andrete in guerra contro il nemico che vi
attaccherà, suonerete le trombe con squilli di acclamazione e sarete
ricordati davanti al Signore vostro Dio e sarete liberati dai vostri
nemici.
[10] Così anche nei vostri giorni di gioia, nelle vostre solennità e
al principio dei vostri mesi, suonerete le trombe quando offrirete
olocausti e sacrifici di comunione; esse vi ricorderanno davanti al
vostro Dio. Io sono il Signore vostro Dio".
[11] Il secondo anno, il secondo mese, il venti del mese, la nube si alzò
sopra la Dimora della testimonianza.
[12] Gli Israeliti partirono dal deserto del Sinai secondo il loro
ordine di marcia; la nube si fermò nel deserto di Paran.
[13] Così si misero in cammino la prima volta, secondo l'ordine del
Signore, dato per mezzo di Mosè.
[14] Per prima si mosse l'insegna dell'accampamento dei figli di Giuda,
diviso secondo le loro schiere. Nacason, figlio di Amminadab, comandava
la schiera di Giuda.
[15] Netaneel, figlio di Suar, comandava la schiera della tribù dei
figli di Issacar;
[16] Eliab, figlio di Chelon, comandava la schiera della tribù dei
figli di Zàbulon.
[17] La Dimora fu smontata e i figli di Gherson e i figli di Merari si
misero in cammino portando la Dimora.
[18] Poi si mosse l'insegna dell'accampamento di Ruben, diviso secondo
le sue schiere. Elisur, figlio di Sedeur, comandava la schiera di Ruben.
[19] Selumiel, figlio di Surisaddai, comandava la schiera della tribù
dei figli di Simeone.
[20] Eliasaf, figlio di Deuel, comandava la schiera della tribù dei
figli di Gad.
[21] Poi si mossero i Keatiti, portando gli oggetti sacri; gli altri
dovevano erigere la Dimora, prima che questi arrivassero.
[22] Poi si mosse l'insegna dell'accampamento dei figli di Efraim,
diviso secondo le sue schiere. Elisama, figlio di Ammiud, comandava la
schiera di Efraim.
[23] Gamliel, figlio di Pedasur, comandava la schiera della tribù dei
figli di Manàsse.
[24] Abidau, figlio di Ghideoni, comandava la schiera della tribù dei
figli di Beniamino.
[25] Poi si mosse l'insegna dell'accampamento dei figli di Dan, diviso
secondo le sue schiere, formando la retroguardia di tutti gli
accampamenti. Achiezer, figlio di Ammisaddai, comandava la schiera di
Dan.
[26] Paghiel, figlio di Ocran, comandava la schiera della tribù dei
figli di Aser,
[27] e Achira, figlio di Enan, comandava la schiera della tribù dei
figli di Nèftali.
[28] Questo era l'ordine con cui gli Israeliti si misero in cammino,
secondo le loro schiere. Così levarono l'accampamento.
[29] Mosè disse a Obab, figlio di Reuel, Madianita, suocero di Mosè:
"Noi stiamo per partire, verso il luogo del quale il Signore ha
detto: Io ve lo darò in possesso. Vieni con noi e ti faremo del bene,
perché il Signore ha promesso di fare il bene a Israele".
[30] Gli rispose: "Io non verrò ma tornerò al mio paese e dai
miei parenti". Mosè disse:
[31] "Non ci lasciare poiché tu conosci i luoghi dove ci
accamperemo nel deserto e sarai per noi come gli occhi.
[32] Se vieni con noi, qualunque bene il Signore farà a noi, noi lo
faremo a te".
[33] Così partirono dal monte del Signore e fecero tre giornate di
cammino; l'arca dell'alleanza del Signore li precedeva durante le tre
giornate di cammino, per cercare loro un luogo di sosta.
[34] La nube del Signore era sopra di loro durante il giorno da quando
erano partiti.
[35] Quando l'arca partiva, Mosè diceva:
"Sorgi, Signore,
e siano dispersi i tuoi nemici
e fuggano da te coloro che ti odiano".
[36] Quando si posava, diceva:
"Torna, Signore,
alle miriadi di migliaia di Israele".
11
[1] Ora
il popolo cominciò a lamentarsi malamente agli orecchi del Signore. Li
udì il Signore e il suo sdegno si accese e il fuoco del Signore divampò
in mezzo a loro e divorò l'estremità dell'accampamento.
[2] Il popolo gridò a Mosè; Mosè pregò il Signore e il fuoco si
spense.
[3] Quel luogo fu chiamato Tabera, perché il fuoco del Signore era
divampato in mezzo a loro.
[4] La gente raccogliticcia, che era tra il popolo, fu presa da
bramosia; anche gli Israeliti ripresero a lamentarsi e a dire: "Chi
ci potrà dare carne da mangiare?
[5] Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei
cocomeri, dei meloni, dei porri, delle cipolle e dell'aglio.
[6] Ora la nostra vita inaridisce; non c'è più nulla, i nostri occhi
non vedono altro che questa manna".
[7] Ora la manna era simile al seme del coriandolo e aveva l'aspetto
della resina odorosa.
[8] Il popolo andava attorno a raccoglierla; poi la riduceva in farina
con la macina o la pestava nel mortaio, la faceva cuocere nelle pentole
o ne faceva focacce; aveva il sapore di pasta all'olio.
[9] Quando di notte cadeva la rugiada sul campo, cadeva anche la manna.
[10] Mosè udì il popolo che si lamentava in tutte le famiglie, ognuno
all'ingresso della propria tenda; lo sdegno del Signore divampò e la
cosa dispiacque anche a Mosè.
[11] Mosè disse al Signore: "Perché hai trattato così male il
tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, tanto che tu mi
hai messo addosso il carico di tutto questo popolo?
[12] L'ho forse concepito io tutto questo popolo? O l'ho forse messo al
mondo io perché tu mi dica: Pòrtatelo in grembo, come la balia porta
il bambino lattante, fino al paese che tu hai promesso con giuramento ai
suoi padri?
[13] Da dove prenderei la carne da dare a tutto questo popolo? Perché
si lamenta dietro a me, dicendo: Dacci da mangiare carne!
[14] Io non posso da solo portare il peso di tutto questo popolo; è un
peso troppo grave per me.
[15] Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se
ho trovato grazia ai tuoi occhi; io non veda più la mia
sventura!".
[16] Il Signore disse a Mosè: "Radunami settanta uomini tra gli
anziani d'Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come loro
scribi; conducili alla tenda del convegno; vi si presentino con te.
[17] Io scenderò e parlerò in quel luogo con te; prenderò lo spirito
che è su di te per metterlo su di loro, perché portino con te il
carico del popolo e tu non lo porti più da solo.
[18] Dirai al popolo: Santificatevi per domani e mangerete carne, perché
avete pianto agli orecchi del Signore, dicendo: Chi ci farà mangiare
carne? Stavamo così bene in Egitto! Ebbene il Signore vi darà carne e
voi ne mangerete.
[19] Ne mangerete non per un giorno, non per due giorni, non per cinque
giorni, non per dieci giorni, non per venti giorni,
[20] ma per un mese intero, finché vi esca dalle narici e vi venga a
noia, perché avete respinto il Signore che è in mezzo a voi e avete
pianto davanti a lui, dicendo: Perché siamo usciti dall'Egitto?".
[21] Mosè disse: "Questo popolo, in mezzo al quale mi trovo, conta
seicentomila adulti e tu dici: Io darò loro la carne e ne mangeranno
per un mese intero!
[22] Si possono uccidere per loro greggi e armenti in modo che ne
abbiano abbastanza? O si radunerà per loro tutto il pesce del mare in
modo che ne abbiano abbastanza?".
[23] Il Signore rispose a Mosè: "Il braccio del Signore è forse
raccorciato? Ora vedrai se la parola che ti ho detta si realizzerà o
no".
[24] Mosè dunque uscì e riferì al popolo le parole del Signore; radunò
settanta uomini tra gli anziani del popolo e li pose intorno alla tenda
del convegno.
[25] Allora il Signore scese nella nube e gli parlò: prese lo spirito
che era su di lui e lo infuse sui settanta anziani: quando lo spirito si
fu posato su di essi, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in
seguito.
[26] Intanto, due uomini, uno chiamato Eldad e l'altro Medad, erano
rimasti nell'accampamento e lo spirito si posò su di essi; erano fra
gli iscritti ma non erano usciti per andare alla tenda; si misero a
profetizzare nell'accampamento.
[27] Un giovane corse a riferire la cosa a Mosè e disse: "Eldad e
Medad profetizzano nell'accampamento".
[28] Allora Giosuè, figlio di Nun, che dalla sua giovinezza era al
servizio di Mosè, disse: "Mosè, signor mio, impediscili!".
[29] Ma Mosè gli rispose: "Sei tu geloso per me? Fossero tutti
profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il suo
spirito!".
[30] Mosè si ritirò nell'accampamento, insieme con gli anziani
d'Israele.
[31] Intanto si era alzato un vento, per ordine del Signore, e portò
quaglie dalla parte del mare e le fece cadere presso l'accampamento
sulla distesa di circa una giornata di cammino da un lato e una giornata
di cammino dall'altro, intorno all'accampamento e a un'altezza di circa
due cubiti sulla superficie del suolo.
[32] Il popolo si alzò e tutto quel giorno e tutta la notte e tutto il
giorno dopo raccolse le quaglie. Chi ne raccolse meno ne ebbe dieci
homer; le distesero intorno all'accampamento.
[33] Avevano ancora la carne fra i denti e non l'avevano ancora
masticata, quando lo sdegno del Signore si accese contro il popolo e il
Signore percosse il popolo con una gravissima piaga.
[34] Quel luogo fu chiamato Kibrot-Taava, perché qui fu sepolta la
gente che si era lasciata dominare dalla ingordigia.
[35] Da Kibrot-Taava il popolo partì per Caserot e a Caserot fece
sosta.
12
[1]
Maria e Aronne parlarono contro Mosè a causa della donna etiope che
aveva sposata; infatti aveva sposato una Etiope.
[2] Dissero: "Il Signore ha forse parlato soltanto per mezzo di Mosè?
Non ha parlato anche per mezzo nostro?". Il Signore udì.
[3] Ora Mosè era molto più mansueto di ogni uomo che è sulla terra.
[4] Il Signore disse subito a Mosè, ad Aronne e a Maria: "Uscite
tutti e tre e andate alla tenda del convegno". Uscirono tutti e
tre.
[5] Il Signore allora scese in una colonna di nube, si fermò
all'ingresso della tenda e chiamò Aronne e Maria. I due si fecero
avanti.
[6] Il Signore disse:
"Ascoltate le mie parole!
Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore,
in visione a lui mi rivelerò,
in sogno parlerò con lui.
[7] Non così per il mio servo Mosè:
egli è l'uomo di fiducia in tutta la mia casa.
[8] Bocca a bocca parlo con lui,
in visione e non con enigmi
ed egli guarda l'immagine del Signore.
Perchè non avete temuto
di parlare contro il mio servo Mosè?".
[9] L'ira del Signore si accese contro di loro ed Egli se ne andò;
[10] la nuvola si ritirò di sopra alla tenda ed ecco Maria era
lebbrosa, bianca come neve; Aronne guardò Maria ed ecco era lebbrosa.
[11] Aronne disse a Mosè: "Signor mio, non addossarci la pena del
peccato che abbiamo stoltamente commesso,
[12] essa non sia come il bambino nato morto, la cui carne è già mezzo
consumata quando esce dal seno della madre".
[13] Mosè gridò al Signore: "Guariscila, Dio!".
[14] Il Signore rispose a Mosè: "Se suo padre le avesse sputato in
viso, non ne porterebbe essa vergogna per sette giorni? Stia dunque
isolata fuori dell'accampamento sette giorni; poi vi sarà di nuovo
ammessa".
[15] Maria dunque rimase isolata, fuori dell'accampamento sette giorni;
il popolo non riprese il cammino, finché Maria non fu riammessa
nell'accampamento.
[16] Poi il popolo partì da Caserot e si accampò nel deserto di Paran.
13
[1] Il
Signore disse a Mosè:
[2] "Manda uomini a esplorare il paese di Cànaan che sto per dare
agli Israeliti. Mandate un uomo per ogni tribù dei loro padri; siano
tutti dei loro capi".
[3] Mosè li mandò dal deserto di Paran, secondo il comando del
Signore; quegli uomini erano tutti capi degli Israeliti.
[4] Questi erano i loro nomi: per la tribù di Ruben, Sammua figlio di
Zaccur;
[5] per la tribù di Simeone, Safat figlio di Cori;
[6] per la tribù di Giuda, Caleb figlio di Iefunne;
[7] per la tribù di Issacar, Igheal figlio di Giuseppe; per la tribù
di Efraim,
[8] Osea figlio di Nun;
[9] per la tribù di Beniamino, Palti figlio di Rafu;
[10] per la tribù di Zàbulon, Gaddiel figlio di Sodi;
[11] per la tribù di Giuseppe, cioè per la tribù di Manàsse, Gaddi
figlio di Susi;
[12] per la tribù di Dan, Ammiel figlio di Ghemalli;
[13] per la tribù di Aser, Setur figlio di Michele;
[14] per la tribù di Nèftali, Nacbi figlio di Vofsi;
[15] per la tribù di Gad, Gheuel figlio di Machi.
[16] Questi sono i nomi degli uomini che Mosè mandò a esplorare il
paese. Mosè diede ad Osea, figlio di Nun, il nome di Giosuè.
[17] Mosè dunque li mandò a esplorare il paese di Cànaan e disse
loro: "Salite attraverso il Negheb; poi salirete alla regione
montana
[18] e osserverete che paese sia, che popolo l'abiti, se forte o debole,
se poco o molto numeroso;
[19] come sia la regione che esso abita, se buona o cattiva, e come
siano le città dove abita, se siano accampamenti o luoghi fortificati;
[20] come sia il terreno, se fertile o sterile, se vi siano alberi o no.
Siate coraggiosi e portate frutti del paese". Era il tempo in cui
cominciava a maturare l'uva.
[21] Quelli dunque salirono ed esplorarono il paese dal deserto di Sin,
fino a Recob, in direzione di Amat.
[22] Salirono attraverso il Negheb e andarono fino a Ebron, dove erano
Achiman, Sesai e Talmai, figli di Anak. Ora Ebron era stata edificata
sette anni prima di Tanis in Egitto.
[23] Giunsero fino alla valle di Escol, dove tagliarono un tralcio con
un grappolo d'uva, che portarono in due con una stanga, e presero anche
melagrane e fichi.
[24] Quel luogo fu chiamato valle di Escol a causa del grappolo d'uva
che gli Israeliti vi tagliarono.
[25] Alla fine di quaranta giorni tornarono dall'esplorazione del paese
[26] e andarono a trovare Mosè e Aronne e tutta la comunità degli
Israeliti nel deserto di Paran, a Kades; riferirono ogni cosa a loro e a
tutta la comunità e mostrarono loro i frutti del paese.
[27] Raccontarono: "Noi siamo arrivati nel paese dove tu ci avevi
mandato ed è davvero un paese dove scorre latte e miele; ecco i suoi
frutti.
[28] Ma il popolo che abita il paese è potente, le città sono
fortificate e immense e vi abbiamo anche visto i figli di Anak.
[29] Gli Amaleciti abitano la regione del Negheb; gli Hittiti, i Gebusei
e gli Amorrèi le montagne; i Cananei abitano presso il mare e lungo la
riva del Giordano".
[30] Caleb calmò il popolo che mormorava contro Mosè e disse:
"Andiamo presto e conquistiamo il paese, perché certo possiamo
riuscirvi".
[31] Ma gli uomini che vi erano andati con lui dissero: "Noi non
saremo capaci di andare contro questo popolo, perché è più forte di
noi".
[32] Screditarono presso gli Israeliti il paese che avevano esplorato,
dicendo: "Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un
paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi abbiamo notata
è gente di alta statura;
[33] vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak, della razza dei giganti,
di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo
sembrare a loro".
14
[1]
Allora tutta la comunità alzò la voce e diede in alte grida; il popolo
pianse tutta quella notte.
[2] Tutti gli Israeliti mormoravano contro Mosè e contro Aronne e tutta
la comunità disse loro: "Oh! fossimo morti nel paese d'Egitto o
fossimo morti in questo deserto!
[3] E perché il Signore ci conduce in quel paese per cadere di spada?
Le nostre mogli e i nostri bambini saranno preda. Non sarebbe meglio per
noi tornare in Egitto?".
[4] Si dissero l'un l'altro: "Diamoci un capo e torniamo in
Egitto".
[5] Allora Mosè e Aronne si prostrarono a terra dinanzi a tutta la
comunità riunita degli Israeliti.
[6] Giosuè figlio di Nun e Caleb figlio di Iefunne, che erano fra
coloro che avevano esplorato il paese, si stracciarono le vesti
[7] e parlarono così a tutta la comunità degli Israeliti: "Il
paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese molto buono.
[8] Se il Signore ci è favorevole, ci introdurrà in quel paese e ce lo
darà: è un paese dove scorre latte e miele.
[9] Soltanto, non vi ribellate al Signore e non abbiate paura del popolo
del paese; è pane per noi e la loro difesa li ha abbandonati mentre il
Signore è con noi; non ne abbiate paura".
[10] Allora tutta la comunità parlò di lapidarli; ma la Gloria del
Signore apparve sulla tenda del convegno a tutti gli Israeliti.
[11] Il Signore disse a Mosè: "Fino a quando mi disprezzerà
questo popolo? E fino a quando non avranno fede in me, dopo tutti i
miracoli che ho fatti in mezzo a loro?
[12] Io lo colpirò con la peste e lo distruggerò, ma farò di te una
nazione più grande e più potente di esso".
[13] Mosè disse al Signore: "Ma gli Egiziani hanno saputo che tu
hai fatto uscire questo popolo con la tua potenza
[14] e lo hanno detto agli abitanti di questo paese. Essi hanno udito
che tu, Signore, sei in mezzo a questo popolo, e ti mostri loro faccia a
faccia, che la tua nube si ferma sopra di loro e che cammini davanti a
loro di giorno in una colonna di nube e di notte in una colonna di
fuoco.
[15] Ora se fai perire questo popolo come un solo uomo, le nazioni che
hanno udito la tua fama, diranno:
[16] Siccome il Signore non è stato in grado di far entrare questo
popolo nel paese che aveva giurato di dargli, li ha ammazzati nel
deserto.
[17] Ora si mostri grande la potenza del mio Signore, perché tu hai
detto:
[18] Il Signore è lento all'ira e grande in bontà, perdona la colpa e
la ribellione, ma non lascia senza punizione; castiga la colpa dei padri
nei figli fino alla terza e alla quarta generazione.
[19] Perdona l'iniquità di questo popolo, secondo la grandezza della
tua bontà, così come hai perdonato a questo popolo dall'Egitto fin
qui".
[20] Il Signore disse: "Io perdono come tu hai chiesto;
[21] ma, per la mia vita, com'è vero che tutta la terra sarà piena
della gloria del Signore,
[22] tutti quegli uomini che hanno visto la mia gloria e i prodigi
compiuti da me in Egitto e nel deserto e tuttavia mi hanno messo alla
prova già dieci volte e non hanno obbedito alla mia voce,
[23] certo non vedranno il paese che ho giurato di dare ai loro padri.
Nessuno di quelli che mi hanno disprezzato lo vedrà;
[24] ma il mio servo Caleb che è stato animato da un altro spirito e mi
ha seguito fedelmente io lo introdurrò nel paese dove è andato; la sua
stirpe lo possiederà.
[25] Gli Amaleciti e i Cananei abitano nella valle; domani tornate
indietro, incamminatevi verso il deserto, per la via del Mare
Rosso".
[26] Il Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne:
[27] "Fino a quando sopporterò io questa comunità malvagia che
mormora contro di me? Io ho udito le lamentele degli Israeliti contro di
me.
[28] Riferisci loro: Per la mia vita, dice il Signore, io vi farò
quello che ho sentito dire da voi.
[29] I vostri cadaveri cadranno in questo deserto. Nessuno di voi, di
quanti siete stati registrati dall'età di venti anni in su e avete
mormorato contro di me,
[30] potrà entrare nel paese nel quale ho giurato di farvi abitare, se
non Caleb, figlio di Iefunne, e Giosuè figlio di Nun.
[31] I vostri bambini, dei quali avete detto che sarebbero diventati una
preda di guerra, quelli ve li farò entrare; essi conosceranno il paese
che voi avete disprezzato.
[32] Ma i vostri cadaveri cadranno in questo deserto.
[33] I vostri figli saranno nòmadi nel deserto per quarant'anni e
porteranno il peso delle vostre infedeltà, finché i vostri cadaveri
siano tutti quanti nel deserto.
[34] Secondo il numero dei giorni che avete impiegato per esplorare il
paese, quaranta giorni, sconterete le vostre iniquità per quarant'anni,
un anno per ogni giorno e conoscerete la mia ostilità.
[35] Io, il Signore, ho parlato. Così agirò con tutta questa comunità
malvagia che si è riunita contro di me: in questo deserto saranno
annientati e qui moriranno".
[36] Gli uomini che Mosè aveva mandati a esplorare il paese e che,
tornati, avevano fatto mormorare tutta la comunità contro di lui
diffondendo il discredito sul paese,
[37] quegli uomini che avevano propagato cattive voci su quel paese,
morirono colpiti da un flagello, davanti al Signore.
[38] Ma di quelli che erano andati a esplorare il paese rimasero vivi
Giosuè, figlio di Nun, e Caleb, figlio di Iefunne.
[39] Mosè riferì quelle parole a tutti gli Israeliti; il popolo ne fu
molto turbato.
[40] La mattina si alzarono presto per salire verso la cima del monte,
dicendo: "Eccoci qua; noi saliremo al luogo del quale il Signore ha
detto che noi abbiamo peccato".
[41] Ma Mosè disse: "Perché trasgredite l'ordine del Signore? La
cosa non vi riuscirà.
[42] Poiché il Signore non è in mezzo a voi, non salite perché non
siate sconfitti dai vostri nemici!
[43] Perché di fronte a voi stanno gli Amaleciti e i Cananei e voi
cadrete di spada; perché avete abbandonato il Signore, il Signore non
sarà con voi".
[44] Si ostinarono a salire verso la cima del monte, ma l'arca
dell'alleanza del Signore e Mosè non si mossero dall'accampamento.
[45] Allora gli Amaleciti e i Cananei che abitavano su quel monte
scesero, li batterono e ne fecero strage fino a Corma.
15
[1] Il
Signore disse a Mosè:
[2] "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando sarete entrati
nel paese che dovrete abitare e che io vi dò
[3] e offrirete al Signore un sacrificio consumato dal fuoco, olocausto
o sacrificio per soddisfare un voto, o per un'offerta volontaria, o
nelle vostre solennità, per fare un profumo soave per il Signore con il
vostro bestiame grosso o minuto,
[4] colui che presenterà l'offerta al Signore, offrirà in oblazione un
decimo di efa di fior di farina intrisa in un quarto di hin di olio.
[5] Farai una libazione di un quarto di hin di vino oltre l'olocausto o
sacrificio per ogni agnello.
[6] Se è per un ariete, offrirai in oblazione due decimi di efa di fior
di farina con un terzo di hin di olio
[7] e farai una libazione di un terzo di hin di vino come offerta di
odore soave in onore del Signore.
[8] Se offri un giovenco in olocausto o in sacrificio per soddisfare un
voto o in sacrificio di comunione al Signore,
[9] oltre il giovenco si offrirà, in oblazione, tre decimi di efa di
fior di farina intrisa in mezzo hin di olio
[10] e farai una libazione di un mezzo hin di vino; è un sacrificio
consumato dal fuoco, soave profumo per il Signore.
[11] Così si farà per ogni bue, per ogni ariete, per ogni agnello o
capretto.
[12] Qualunque sia il numero degli animali che immolerete, farete così
per ciascuna vittima.
[13] Quanti sono nativi del paese faranno così, quando offriranno un
sacrificio consumato dal fuoco, soave profumo per il Signore.
[14] Se uno straniero che soggiorna da voi o chiunque dimorerà in mezzo
a voi in futuro, offrirà un sacrificio con il fuoco, soave profumo per
il Signore, farà come fate voi.
[15] Vi sarà una sola legge per tutta la comunità, per voi e per lo
straniero che soggiorna in mezzo a voi; sarà una legge perenne, di
generazione in generazione; come siete voi, così sarà lo straniero
davanti al Signore.
[16] Ci sarà una stessa legge e uno stesso rito per voi e per lo
straniero che soggiorna presso di voi".
[17] Il Signore disse ancora a Mosè:
[18] "Parla agli Israeliti e riferisci loro. Quando sarete arrivati
nel paese dove io vi conduco
[19] e mangerete il pane di quel paese, ne preleverete un'offerta da
presentare al Signore.
[20] Delle primizie della vostra madia, metterete da parte una focaccia
come offerta da elevare secondo il rito, la preleverete come si preleva
dall'aia l'offerta che si fa con il rito di elevazione.
[21] Delle primizie della vostra madia darete al Signore una parte come
offerta che si fa elevandola, di generazione in generazione.
[22] Se avrete mancato per inavvertenza e non avrete osservato tutti
questi comandi che il Signore ha dati a Mosè,
[23] quanto il Signore vi ha comandato per mezzo di Mosè, dal giorno in
cui il Signore vi ha dato comandi e in seguito, nelle vostre successive
generazioni,
[24] se il peccato è stato commesso per inavvertenza da parte della
comunità, senza che la comunità se ne sia accorta, tutta la comunità
offrirà un giovenco come olocausto di soave profumo per il Signore, con
la sua oblazione e la sua libazione secondo il rito, e un capro come
sacrificio espiatorio.
[25] Il sacerdote farà il rito espiatorio per tutta la comunità degli
Israeliti e sarà loro perdonato; infatti si tratta di un peccato
commesso per inavvertenza ed essi hanno portato l'offerta, il sacrificio
fatto in onore del Signore mediante il fuoco e il loro sacrificio
espiatorio davanti al Signore, a causa della loro inavvertenza.
[26] Sarà perdonato a tutta la comunità degli Israeliti e allo
straniero che soggiorna in mezzo a loro, perché tutto il popolo ha
peccato per inavvertenza.
[27] Se è una persona sola che ha peccato per inavvertenza, offra una
capra di un anno come sacrificio espiatorio.
[28] Il sacerdote farà il rito espiatorio davanti al Signore per la
persona che avrà mancato commettendo un peccato per inavvertenza;
quando avrà fatto l'espiazione per essa, le sarà perdonato.
[29] Si tratti di un nativo del paese tra gli Israeliti o di uno
straniero che soggiorna in mezzo a voi, avrete un'unica legge per colui
che pecca per inavvertenza.
[30] Ma la persona che agisce con deliberazione, nativo del paese o
straniero, insulta il Signore; essa sarà eliminata dal suo popolo.
[31] Poiché ha disprezzato la parola del Signore e ha violato il suo
comando, quella persona dovrà essere eliminata; porterà il peso della
sua colpa".
[32] Mentre gli Israeliti erano nel deserto, trovarono un uomo che
raccoglieva legna in giorno di sabato.
[33] Quelli che l'avevano trovato a raccogliere legna, lo condussero a
Mosè, ad Aronne e a tutta la comunità.
[34] Lo misero sotto sorveglianza, perché non era stato ancora
stabilito che cosa gli si dovesse fare.
[35] Il Signore disse a Mosè: "Quell'uomo deve essere messo a
morte; tutta la comunità lo lapiderà fuori dell'accampamento".
[36] Tutta la comunità lo condusse fuori dell'accampamento e lo lapidò;
quegli morì secondo il comando che il Signore aveva dato a Mosè.
[37] Il Signore aggiunse a Mosè:
[38] "Parla agli Israeliti e ordina loro che si facciano, di
generazione in generazione, fiocchi agli angoli delle loro vesti e che
mettano al fiocco di ogni angolo un cordone di porpora viola.
[39] Avrete tali fiocchi e, quando li guarderete, vi ricorderete di
tutti i comandi del Signore per metterli in pratica; non andrete vagando
dietro il vostro cuore e i vostri occhi, seguendo i quali vi
prostituite.
[40] Così vi ricorderete di tutti i miei comandi, li metterete in
pratica e sarete santi per il vostro Dio.
[41] Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho fatti uscire dal paese di
Egitto per essere il vostro Dio. Io sono il Signore vostro Dio".
16
[1] Ora
Core figlio di Izear, figlio di Keat, figlio di Levi, e Datan e Abiram,
figli di Eliab, figlio di Pallu, figlio di Ruben,
[2] presero altra gente e insorsero contro Mosè, con duecentocinquanta
uomini tra gli Israeliti, capi della comunità, membri del consiglio,
uomini stimati;
[3] radunatisi contro Mosè e contro Aronne, dissero loro: "Basta!
Tutta la comunità, tutti sono santi e il Signore è in mezzo a loro;
perché dunque vi innalzate sopra l'assemblea del Signore?".
[4] Quando Mosè ebbe udito questo, si prostrò con la faccia a terra;
[5] poi disse a Core e a tutta la gente che era con lui: "Domani
mattina il Signore farà conoscere chi è suo e chi è santo e se lo farà
avvicinare: farà avvicinare a sé colui che egli avrà scelto.
[6] Fate questo: prendete gli incensieri tu e tutta la gente che è con
te;
[7] domani vi metterete il fuoco e porrete profumo aromatico davanti al
Signore; colui che il Signore avrà scelto sarà santo. Basta, figli di
Levi!".
[8] Mosè disse poi a Core: "Ora ascoltate, figli di Levi!
[9] È forse poco per voi che il Dio d'Israele vi abbia segregati dalla
comunità d'Israele e vi abbia fatti avvicinare a sé per prestare
servizio nella Dimora del Signore e per tenervi davanti alla comunità,
esercitando per essa il vostro ministero?
[10] Egli vi ha fatti avvicinare a sé, te e tutti i tuoi fratelli figli
di Levi con te e ora pretendete anche il sacerdozio?
[11] Per questo tu e tutta la gente che è con te siete convenuti contro
il Signore! E chi è Aronne perché vi mettiate a mormorare contro di
lui?".
[12] Poi Mosè mandò a chiamare Datan e Abiram, figli di Eliab; ma essi
dissero: "Noi non verremo.
[13] È forse poco per te l'averci fatti partire da un paese dove scorre
latte e miele per farci morire nel deserto, perché tu voglia fare il
nostro capo e dominare su di noi?
[14] Non ci hai davvero condotti in un paese dove scorre latte e miele,
né ci hai dato il possesso di campi e di vigne! Credi tu di poter
privare degli occhi questa gente? Noi non verremo".
[15] Allora Mosè si adirò molto e disse al Signore: "Non gradire
la loro oblazione; io non ho preso da costoro neppure un asino e non ho
fatto torto ad alcuno di loro".
[16] Mosè disse a Core: "Tu e tutta la tua gente trovatevi domani
davanti al Signore: tu e loro con Aronne;
[17] ciascuno di voi prenda l'incensiere, vi metta il profumo aromatico
e porti ciascuno il suo incensiere davanti al Signore: duecentocinquanta
incensieri. Anche tu e Aronne; ciascuno prenda un incensiere".
[18] Essi dunque presero ciascuno un incensiere, vi misero il fuoco, vi
posero profumo aromatico e si fermarono all'ingresso della tenda del
convegno; lo stesso fecero Mosè e Aronne.
[19] Core convocò tutta la comunità presso Mosè e Aronne all'ingresso
della tenda del convegno; la gloria del Signore apparve a tutta la
comunità.
[20] Il Signore disse a Mosè e ad Aronne:
[21] "Allontanatevi da questa comunità e io li consumerò in un
istante".
[22] Ma essi, prostratisi con la faccia a terra, dissero: "Dio, Dio
degli spiriti di ogni essere vivente! Un uomo solo ha peccato e ti
vorresti adirare contro tutta la comunità?".
[23] Il Signore disse a Mosè:
[24] "Parla alla comunità e ordinale: Ritiratevi dalle vicinanze
della dimora di Core, Datan e Abiram".
[25] Mosè si alzò e andò da Datan e da Abiram; gli anziani di Israele
lo seguirono.
[26] Egli disse alla comunità: "Allontanatevi dalle tende di
questi uomini empi e non toccate nulla di ciò che è loro, perché non
periate a causa di tutti i loro peccati".
[27] Così quelli si ritirarono dal luogo dove stavano Core, Datan e
Abiram. Datan e Abiram uscirono e si fermarono all'ingresso delle loro
tende con le mogli, i figli e i bambini.
[28] Mosè disse: "Da questo saprete che il Signore mi ha mandato
per fare tutte queste opere e che io non ho agito di mia iniziativa.
[29] Se questa gente muore come muoiono tutti gli uomini, se la loro
sorte è la sorte comune a tutti gli uomini, il Signore non mi ha
mandato;
[30] ma se il Signore fa una cosa meravigliosa, se la terra spalanca la
bocca e li ingoia con quanto appartiene loro e se essi scendono vivi
agli inferi, allora saprete che questi uomini hanno disprezzato il
Signore".
[31] Come egli ebbe finito di pronunciare tutte queste parole, il suolo
si profondò sotto i loro piedi,
[32] la terra spalancò la bocca e li inghiottì: essi e le loro
famiglie, con tutta la gente che apparteneva a Core e tutta la loro
roba.
[33] Scesero vivi agli inferi essi e quanto loro apparteneva; la terra
li ricoprì ed essi scomparvero dall'assemblea.
[34] Tutto Israele che era attorno ad essi fuggì alle loro grida; perché
dicevano: "La terra non inghiottisca anche noi!".
[35] Un fuoco uscì dalla presenza del Signore e divorò i
duecentocinquanta uomini, che offrivano l'incenso.
17
[1] Poi
il Signore disse a Mosè:
[2] "Dì a Eleazaro, figlio del sacerdote Aronne, di tirar fuori
gli incensieri dall'incendio e di disperdere qua e là il fuoco, perché
quelli sono sacri;
[3] degli incensieri di quegli uomini, che hanno peccato al prezzo della
loro vita, si facciano tante lamine battute per rivestirne l'altare,
poiché sono stati presentati davanti al Signore e quindi sono sacri;
saranno un monito per gli Israeliti".
[4] Il sacerdote Eleazaro prese gli incensieri di rame presentati dagli
uomini che erano stati arsi; furono ridotti in lamine per rivestirne
l'altare,
[5] perché servano da memoriale agli Israeliti: nessun estraneo che non
sia della discendenza di Aronne si accosti a bruciare incenso davanti al
Signore e abbia la sorte di Core e di quelli che erano con lui. Eleazaro
fece come il Signore gli aveva ordinato per mezzo di Mosè.
[6] Il giorno dopo tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro
Mosè e Aronne dicendo: "Voi avete fatto morire il popolo del
Signore".
[7] Come la comunità si radunava contro Mosè e contro Aronne, gli
Israeliti si volsero verso la tenda del convegno; ed ecco la nube la
ricoprì e apparve la gloria del Signore.
[8] Mosè e Aronne vennero davanti alla tenda del convegno.
[9] Il Signore disse a Mosè:
[10] "Allontanatevi da questa comunità e io li consumerò in un
istante". Ma essi si prostrarono con la faccia a terra.
[11] Mosè disse ad Aronne: "Prendi l'incensiere, mettici il fuoco
preso dall'altare, ponici sopra l'incenso; portalo presto in mezzo alla
comunità e fà il rito espiatorio per essi; poiché l'ira del Signore
è divampata, il flagello è già cominciato".
[12] Aronne prese l'incensiere, come Mosè aveva detto, corse in mezzo
all'assemblea; ecco il flagello era già cominciato in mezzo al popolo;
mise l'incenso nel braciere e fece il rito espiatorio per il popolo.
[13] Si fermò tra i morti e i vivi e il flagello fu arrestato.
[14] Ora quelli che morirono di quel flagello furono
quattordicimilasettecento, oltre quelli che morirono per il fatto di
Core.
[15] Aronne tornò da Mosè all'ingresso della tenda del convegno: il
flagello era stato fermato.
[16] Poi il Signore disse a Mosè:
[17] "Parla agli Israeliti e fatti dare da loro dei bastoni, uno
per ogni loro casato paterno: cioè dodici bastoni da parte di tutti i
loro capi secondo i loro casati paterni; scriverai il nome di ognuno sul
suo bastone,
[18] scriverai il nome di Aronne sul bastone di Levi, poiché ci sarà
un bastone per ogni capo dei loro casati paterni.
[19] Riporrai quei bastoni nella tenda del convegno, davanti alla
testimonianza, dove io sono solito darvi convegno.
[20] L'uomo che io avrò scelto sarà quello il cui bastone fiorirà e
così farò cessare davanti a me le mormorazioni che gli Israeliti fanno
contro di voi".
[21] Mosè parlò agli Israeliti e tutti i loro capi gli diedero un
bastone ciascuno, secondo i loro casati paterni, cioè dodici bastoni;
il bastone di Aronne era in mezzo ai loro bastoni.
[22] Mosè ripose quei bastoni davanti al Signore nella tenda della
testimonianza.
[23] Il giorno dopo, Mosè entrò nella tenda della testimonianza ed
ecco il bastone di Aronne per il casato di Levi era fiorito: aveva
prodotto germogli, aveva fatto sbocciare fiori e maturato mandorle.
[24] Allora Mosè tolse tutti i bastoni dalla presenza del Signore e li
portò a tutti gli Israeliti; essi li videro e presero ciascuno il suo
bastone.
[25] Il Signore disse a Mosè: "Riporta il bastone di Aronne
davanti alla Testimonianza, perché sia conservato come un monito per i
ribelli e si ponga fine alle loro mormorazioni contro di me ed essi non
ne muoiano".
[26] Mosè fece come il Signore gli aveva comandato.
[27] Gli Israeliti dissero a Mosè: "Ecco, moriamo, siamo perduti,
siamo tutti perduti!
[28] Chiunque si accosta alla Dimora del Signore muore; dovremo morire
tutti?".
18
[1] Il
Signore disse ad Aronne: "Tu, i tuoi figli e la casa di tuo padre
con te porterete il peso delle iniquità commesse nel santuario; tu e i
tuoi figli porterete il peso delle iniquità commesse nell'esercizio del
vostro sacerdozio.
[2] Anche i tuoi fratelli, la tribù di Levi, la tribù di tuo padre,
farai accostare a te, perché ti siano accanto e ti servano quando tu e
i tuoi figli con te sarete davanti alla tenda della testimonianza.
[3] Essi staranno al tuo servizio e al servizio di tutta la tenda;
soltanto non si accosteranno agli arredi del santuario né all'altare,
perché non moriate gli uni e gli altri.
[4] Essi saranno accanto a te e saranno addetti alla custodia della
tenda del convegno per tutto il servizio della tenda e nessun estraneo
si accosterà a voi.
[5] Voi sarete addetti alla custodia del santuario e dell'altare, perché
non vi sia più ira contro gli Israeliti.
[6] Quanto a me, ecco, io ho preso i vostri fratelli, i leviti, tra gli
Israeliti; dati al Signore, essi sono rimessi in dono a voi per prestare
servizio nella tenda del convegno.
[7] Tu e i tuoi figli con te eserciterete il vostro sacerdozio per
quanto riguarda l'altare ciò che è oltre il velo; compirete il vostro
ministero. Io vi dò l'esercizio del sacerdozio come un dono; l'estraneo
che si accosterà sarà messo a morte".
[8] Il Signore disse ancora ad Aronne: "Ecco, io ti dò il diritto
a tutte le cose consacrate dagli Israeliti, cioè a quelle che mi sono
offerte per elevazione: io le dò a te e ai tuoi figli, come diritto
della tua unzione, per legge perenne.
[9] Questo ti apparterrà fra le cose santissime, fra le loro offerte
consumate dal fuoco: ogni oblazione, ogni sacrificio espiatorio e ogni
sacrificio di riparazione che mi presenteranno; sono tutte cose
santissime che apparterranno a te e ai tuoi figli.
[10] Le mangerai in luogo santissimo; ne mangerà ogni maschio; le
tratterai come cose sante.
[11] Questo ancora ti apparterrà: i doni che gli Israeliti
presenteranno con l'elevazione e tutte le loro offerte fatte con il rito
di agitazione; io le dò a te, ai tuoi figli e alle tue figlie con te
per legge perenne. Chiunque sarà mondo in casa tua ne potrà mangiare.
[12] Ti dò anche tutte le primizie che al Signore offriranno: il meglio
dell'olio, il meglio del mosto e del grano.
[13] Le primizie di quanto produrrà la loro terra che essi
presenteranno al Signore saranno tue. Chiunque sarà mondo in casa tua
ne potrà mangiare.
[14] Quanto sarà consacrato per voto di sterminio in Israele sarà tuo.
[15] Ogni essere che nasce per primo da ogni essere vivente, offerto al
Signore, così degli uomini come degli animali, sarà tuo; però farai
riscattare il primogenito dell'uomo e farai anche riscattare il primo
nato di un animale immondo.
[16] Quanto al riscatto, li farai riscattare dall'età di un mese,
secondo la stima di cinque sicli d'argento, in base al siclo del
santuario, che è di venti ghera.
[17] Ma non farai riscattare il primo nato della vacca, né il primo
nato della pecora, né il primo nato della capra; sono cosa sacra;
verserai il loro sangue sull'altare e brucerai le loro parti grasse come
sacrificio consumato dal fuoco, soave profumo per il Signore.
[18] La loro carne sarà tua; sarà tua come il petto dell'offerta che
si fa con la agitazione rituale e come la coscia destra.
[19] Io dò a te, ai tuoi figli e alle tue figlie con te, per legge
perenne, tutte le offerte di cose sante che gli Israeliti presenteranno
al Signore con il rito dell'elevazione. È un'alleanza inviolabile,
perenne, davanti al Signore, per te e per la tua discendenza con
te".
la parte dei leviti
[20] Il Signore disse ad Aronne: "Tu non avrai alcun possesso nel
loro paese e non ci sarà parte per te in mezzo a loro; io sono la tua
parte e il tuo possesso in mezzo agli Israeliti.
[21] Ai figli di Levi io dò in possesso tutte le decime in Israele per
il servizio che fanno, il servizio della tenda del convegno.
[22] Gli Israeliti non si accosteranno più alla tenda del convegno per
non caricarsi di un peccato che li farebbe morire.
[23] Ma il servizio nella tenda del convegno lo faranno soltanto i
leviti; essi porteranno il peso della loro responsabilità; sarà una
legge perenne, di generazione in generazione; non possiederanno nulla
tra gli Israeliti;
[24] poiché io dò in possesso ai leviti le decime che gli Israeliti
presenteranno al Signore come offerta fatta con il rito di elevazione;
per questo dico di loro: Non possiederanno nulla tra gli
Israeliti".
[25] Il Signore disse a Mosè:
[26] "Parlerai inoltre ai leviti e dirai loro: Quando riceverete
dagli Israeliti le decime che io vi dò per conto loro in vostro
possesso, ne preleverete un'offerta secondo la rituale elevazione da
fare al Signore: una decima della decima;
[27] l'offerta che avrete prelevata vi sarà calcolata come il grano che
viene dall'aia e come il mosto che esce dal torchio.
[28] Così anche voi preleverete un'offerta per il Signore da tutte le
decime che riceverete dagli Israeliti e darete al sacerdote Aronne
l'offerta che avrete prelevato per il Signore.
[29] Da tutte le cose che vi saranno concesse preleverete tutte le
offerte per il Signore; di tutto ciò che vi sarà di meglio preleverete
quel tanto che è da consacrare.
[30] Dirai loro: Quando ne avrete prelevato il meglio, quel che rimane
sarà calcolato come il provento dell'aia e come il provento del
torchio.
[31] Lo potrete mangiare in qualunque luogo, voi e le vostre famiglie,
perché è il vostro salario in cambio del vostro servizio nella tenda
del convegno.
[32] Così non sarete rei di alcun peccato, perché ne avrete messa da
parte la parte migliore; non profanerete le cose sante degli Israeliti;
così non morirete".
19
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne:
[2] "Questa è una disposizione della legge che il Signore ha
prescritta: Ordina agli Israeliti che ti portino una giovenca rossa,
senza macchia, senza difetti, e che non abbia mai portato il giogo.
[3] La darete al sacerdote Eleazaro, che la condurrà fuori del campo e
la farà immolare in sua presenza.
[4] Il sacerdote Eleazaro prenderà con il dito il sangue della giovenca
e ne farà sette volte l'aspersione davanti alla tenda del convegno;
[5] poi si brucerà la giovenca sotto i suoi occhi; se ne brucerà la
pelle, la carne e il sangue con gli escrementi.
[6] Il sacerdote prenderà legno di cedro, issòpo, colore scarlatto e
getterà tutto nel fuoco che consuma la giovenca.
[7] Poi il sacerdote laverà le sue vesti e farà un bagno al suo corpo
nell'acqua; quindi rientrerà nel campo e il sacerdote rimarrà in stato
d'immondezza fino alla sera.
[8] Colui che avrà bruciato la giovenca si laverà le vesti nell'acqua,
farà un bagno al suo corpo nell'acqua e sarà immondo fino alla sera.
[9] Un uomo mondo raccoglierà le ceneri della giovenca e le depositerà
fuori del campo in luogo mondo, dove saranno conservate per la comunità
degli Israeliti per l'acqua di purificazione: è un rito espiatorio.
[10] Colui che avrà raccolto le ceneri della giovenca si laverà le
vesti e sarà immondo fino alla sera. Questa sarà una legge perenne per
gli Israeliti e per lo straniero che soggiornerà presso di loro.
[11] Chi avrà toccato un cadavere umano sarà immondo per sette giorni.
[12] Quando uno si sarà purificato con quell'acqua il terzo e il
settimo giorno, sarà mondo; ma se non si purifica il terzo e il settimo
giorno, non sarà mondo.
[13] Chiunque avrà toccato un cadavere, cioè il corpo di una persona
umana morta, e non si sarà purificato, avrà profanato la Dimora del
Signore e sarà sterminato da Israele. Siccome l'acqua di purificazione
non è stata spruzzata su di lui, egli è in stato di immondezza; ha
ancora addosso l'immondezza.
[14] Questa è la legge per quando un uomo muore in una tenda: chiunque
entrerà nella tenda e chiunque sarà nella tenda sarà immondo per
sette giorni.
[15] Ogni vaso scoperto, sul quale non sia un coperchio o una legatura,
sarà immondo.
[16] Chiunque per i campi avrà toccato un uomo ucciso di spada o morto
di morte naturale o un osso d'uomo o un sepolcro sarà immondo per sette
giorni.
[17] Per colui che sarà divenuto immondo si prenderà la cenere della
vittima bruciata per l'espiazione e vi si verserà sopra l'acqua viva,
in un vaso;
[18] poi un uomo mondo prenderà issòpo, lo intingerà nell'acqua e ne
spruzzerà la tenda, tutti gli arredi e tutte le persone che vi stanno e
colui che ha toccato l'osso o l'ucciso o chi è morto di morte naturale
o il sepolcro.
[19] L'uomo mondo spruzzerà l'immondo il terzo giorno e il settimo
giorno e lo purificherà il settimo giorno; poi colui che è stato
immondo si sciacquerà le vesti, si laverà con l'acqua e diventerà
mondo alla sera.
[20] Ma colui che, divenuto immondo, non si purificherà, sarà
eliminato dalla comunità, perché ha contaminato il santuario del
Signore e l'acqua della purificazione non è stata spruzzata su di lui;
è immondo.
[21] Sarà per loro una legge perenne. Colui che avrà spruzzato l'acqua
di purificazione si laverà le vesti; chi avrà toccato l'acqua di
purificazione sarà immondo fino alla sera.
[22] Quanto l'immondo avrà toccato sarà immondo; chi lo avrà toccato
sarà immondo fino alla sera".
20
[1] Ora
tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin il primo
mese e il popolo si fermò a Kades. Qui morì e fu sepolta Maria.
[2] Mancava l'acqua per la comunità: ci fu un assembramento contro Mosè
e contro Aronne.
[3] Il popolo ebbe una lite con Mosè, dicendo: "Magari fossimo
morti quando morirono i nostri fratelli davanti al Signore!
[4] Perché avete condotto la comunità del Signore in questo deserto
per far morire noi e il nostro bestiame?
[5] E perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per condurci in questo
luogo inospitale? Non è un luogo dove si possa seminare, non ci sono
fichi, non vigne, non melograni e non c'è acqua da bere".
[6] Allora Mosè e Aronne si allontanarono dalla comunità per recarsi
all'ingresso della tenda del convegno; si prostrarono con la faccia a
terra e la gloria del Signore apparve loro.
[7] Il Signore disse a Mosè:
[8] "Prendi il bastone e tu e tuo fratello Aronne convocate la
comunità e alla loro presenza parlate a quella roccia, ed essa farà
uscire l'acqua; tu farai sgorgare per loro l'acqua dalla roccia e darai
da bere alla comunità e al suo bestiame".
[9] Mosè dunque prese il bastone che era davanti al Signore, come il
Signore gli aveva ordinato.
[10] Mosè e Aronne convocarono la comunità davanti alla roccia e Mosè
disse loro: "Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua
da questa roccia?".
[11] Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte e
ne uscì acqua in abbondanza; ne bevvero la comunità e tutto il
bestiame.
[12] Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: "Poiché non avete
avuto fiducia in me per dar gloria al mio santo nome agli occhi degli
Israeliti, voi non introdurrete questa comunità nel paese che io le dò".
[13] Queste sono le acque di Mèriba, dove gli Israeliti contesero con
il Signore e dove Egli si dimostrò santo in mezzo a loro.
[14] Mosè mandò da Kades messaggeri al re di Edom per dirgli:
"Dice Israele tuo fratello: Tu sai tutte le tribolazioni che ci
sono avvenute:
[15] come i nostri padri scesero in Egitto e noi in Egitto dimorammo per
lungo tempo e gli Egiziani maltrattarono noi e i nostri padri.
[16] Noi gridammo al Signore ed egli udì la nostra voce e mandò un
angelo e ci fece uscire dall'Egitto; eccoci ora in Kades, che è città
ai tuoi estremi confini.
[17] Permettici di passare per il tuo paese; non passeremo né per
campi, né per vigne e non berremo l'acqua dei pozzi; seguiremo la via
Regia, senza deviare né a destra né a sinistra, finché avremo
oltrepassati i tuoi confini".
[18] Ma Edom gli rispose: "Tu non passerai sul mio territorio;
altrimenti uscirò contro di te con la spada".
[19] Gli Israeliti gli dissero: "Passeremo per la strada maestra;
se noi e il nostro bestiame berremo la tua acqua, te la pagheremo;
lasciaci soltanto transitare a piedi".
[20] Ma quegli rispose: "Non passerai!". Edom mosse contro
Israele con molta gente e con mano potente.
[21] Così Edom rifiutò a Israele il transito per i suoi confini e
Israele si allontanò da lui.
[22] Tutta la comunità degli Israeliti levò l'accampamento da Kades e
arrivò al monte Cor.
[23] Il Signore disse a Mosè e ad Aronne al monte Cor, sui confini del
paese di Edom:
[24] "Aronne sta per essere riunito ai suoi antenati e non entrerà
nel paese che ho dato agli Israeliti, perché siete stati ribelli al mio
comandamento alle acque di Mèriba.
[25] Prendi Aronne e suo figlio Eleazaro e falli salire sul monte Cor.
[26] Spoglia Aronne delle sue vesti e falle indossare a suo figlio
Eleazaro; in quel luogo Aronne sarà riunito ai suoi antenati e morirà".
[27] Mosè fece come il Signore aveva ordinato ed essi salirono sul
monte Cor, in vista di tutta la comunità.
[28] Mosè spogliò Aronne delle sue vesti e le fece indossare a
Eleazaro suo figlio; Aronne morì in quel luogo sulla cima del monte.
Poi Mosè ed Eleazaro scesero dal monte.
[29] Quando tutta la comunità vide che Aronne era morto, tutta la casa
d'Israele lo pianse per trenta giorni.
21
[1] Il
re cananeo di Arad, che abitava il Negheb, appena seppe che Israele
veniva per la via di Atarim, attaccò battaglia contro Israele e fece
alcuni prigionieri.
[2] Allora Israele fece un voto al Signore e disse: "Se tu mi metti
nelle mani questo popolo, le loro città saranno da me votate allo
sterminio".
[3] Il Signore ascoltò la voce di Israele e gli mise nelle mani i
Cananei; Israele votò allo sterminio i Cananei e le loro città e quel
luogo fu chiamato Corma.
[4] Poi gli Israeliti partirono dal monte Cor, dirigendosi verso il Mare
Rosso per aggirare il paese di Edom. Ma il popolo non sopportò il
viaggio.
[5] Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: "Perché ci avete
fatti uscire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui
non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così
leggero".
[6] Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali
mordevano la gente e un gran numero d'Israeliti morì.
[7] Allora il popolo venne a Mosè e disse: "Abbiamo peccato, perché
abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; prega il Signore che
allontani da noi questi serpenti". Mosè pregò per il popolo.
[8] Il Signore disse a Mosè: "Fatti un serpente e mettilo sopra
un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in
vita".
[9] Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l'asta; quando
un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di
rame, restava in vita.
[10] Poi gli Israeliti partirono e si accamparono a Obot;
[11] partiti da Obot si accamparono a Iie-Abarìm nel deserto che sta di
fronte a Moab dal lato dove sorge il sole.
[12] Di là partirono e si accamparono nella valle di Zered.
[13] Poi di lì si mossero e si accamparono sull'altra riva dell'Arnon,
che scorre nel deserto e proviene dai confini degli Amorrèi; l'Arnon
infatti è il confine di Moab fra Moab e gli Amorrèi.
[14] Per questo si dice nel libro delle Guerre del Signore:
"Vaeb in Sufa e i torrenti,
l'Arnon
[15] e il pendio dei torrenti,
che declina verso la sede di Ar
e si appoggia alla frontiera di Moab".
[16] Di là andarono a Beer. Questo è il pozzo di cui il Signore disse
a Mosè: "Raduna il popolo e io gli darò l'acqua".
[17] Allora Israele cantò questo canto:
"Sgorga, o pozzo: cantatelo!
[18] Pozzo che i principi hanno scavato,
che i nobili del popolo hanno perforato
con lo scettro, con i loro bastoni".
Poi dal deserto andarono a Mattana,
[19] da Mattana a Nacaliel, da Nacaliel a Bamot
[20] e da Bamot alla valle che si trova nelle steppe di Moab presso la
cima del Pisga, che è di fronte al deserto.
[21] Israele mandò ambasciatori a Sicon, re degli Amorrèi, per dirgli:
[22] "Lasciami passare per il tuo paese; noi non devieremo per i
campi, né per le vigne, non berremo l'acqua dei pozzi; seguiremo la via
Regia finché abbiamo oltrepassato i tuoi confini".
[23] Ma Sicon non permise a Israele di passare per i suoi confini; anzi
radunò tutta la sua gente e uscì contro Israele nel deserto; giunse a
Iaas e diede battaglia a Israele.
[24] Israele lo sconfisse, passandolo a fil di spada, e conquistò il
suo paese dall'Arnon fino allo Iabbok, estendendosi fino alla regione
degli Ammoniti, perché la frontiera degli Ammoniti era forte.
[25] Israele prese tutte quelle città e abitò in tutte le città degli
Amorrèi, cioè in Chesbòn e in tutte le città del suo territorio;
[26] Chesbòn infatti era la città di Sicon, re degli Amorrèi, il
quale aveva mosso guerra al precedente re di Moab e gli aveva tolto
tutto il suo paese fino all'Arnon.
[27] Per questo dicono i poeti:
"Entrate in Chesbòn!
Ben costruita e fondata
è la città di Sicon!
[28] Perché un fuoco uscì da Chesbòn,
una fiamma dalla città di Sicon
divorò Ar-Moab,
inghiottì le alture dell'Arnon.
[29] Guai a te, Moab,
sei perduto, popolo di Camos!
Egli ha reso fuggiaschi i suoi figli
e le sue figlie ha dato in schiavitù
al re degli Amorrèi Sicon.
[30] Ma noi li abbiamo trafitti!
È rovinata Chesbòn fino a Dibon.
Abbiamo devastato fino a Nofach
che è presso Madaba".
[31] Israele si stabilì dunque nel paese degli Amorrèi.
[32] Poi Mosè mandò a esplorare Iazer e gli Israeliti presero le città
del suo territorio e ne cacciarono gli Amorrèi che vi si trovavano.
[33] Poi mutarono direzione e salirono lungo la strada verso Basan. Og,
re di Basan, uscì contro di loro con tutta la sua gente per dar loro
battaglia a Edrei.
[34] Ma il Signore disse a Mosè: "Non lo temere, perché io te lo
dò in potere, lui, tutta la sua gente e il suo paese; trattalo come hai
trattato Sicon, re degli Amorrèi, che abitava a Chesbòn".
[35] Gli Israeliti batterono lui, con i suoi figli e con tutto il suo
popolo, così che non gli rimase più superstite alcuno, e si
impadronirono del suo paese.
22
[1] Poi
gli Israeliti partirono e si accamparono nelle steppe di Moab, oltre il
Giordano verso Gerico.
[2] Or Balak, figlio di Zippor, vide quanto Israele aveva fatto agli
Amorrèi
[3] e Moab ebbe grande paura di questo popolo, che era così numeroso;
Moab fu preso da spavento di fronte agli Israeliti.
[4] Quindi Moab disse agli anziani di Madian: "Ora questa
moltitudine divorerà quanto è intorno a noi, come il bue divora l'erba
dei campi".
Balak, figlio di Zippor, era in quel tempo re di Moab.
[5] Egli mandò messaggeri a Balaam, figlio di Beor, a Petor che sta sul
fiume, nel paese dei figli di Amau, per chiamarlo e dirgli: "Ecco
un popolo è uscito dall'Egitto; ricopre la terra e si è stabilito di
fronte a me;
[6] ora dunque, vieni e maledicimi questo popolo; poiché è troppo
potente per me; forse così riusciremo a sconfiggerlo e potrò
scacciarlo dal paese; so infatti che chi tu benedici è benedetto e chi
tu maledici è maledetto".
[7] Gli anziani di Moab e gli anziani di Madian partirono portando in
mano il salario dell'indovino; arrivati da Balaam, gli riferirono le
parole di Balak.
[8] Balaam disse loro: "Alloggiate qui stanotte e vi darò la
risposta secondo quanto mi dirà il Signore". I capi di Moab si
fermarono da Balaam.
[9] Ora Dio venne a Balaam e gli disse: "Chi sono questi uomini che
stanno da te?".
[10] Balaam rispose a Dio: "Balak, figlio di Zippor, re di Moab, mi
ha mandato a dire:
[11] Ecco, il popolo che è uscito dall'Egitto, ricopre la terra; ora
vieni a maledirmelo; forse riuscirò così a batterlo e potrò
scacciarlo".
[12] Dio disse a Balaam: "Tu non andrai con loro, non maledirai
quel popolo, perché esso è benedetto".
[13] Balaam si alzò la mattina e disse ai capi di Balak:
"Andatevene al vostro paese, perché il Signore si è rifiutato di
lasciarmi venire con voi".
[14] I capi di Moab si alzarono, tornarono da Balak e dissero:
"Balaam si è rifiutato di venire con noi".
[15] Allora Balak mandò di nuovo i capi, in maggior numero e più
influenti di quelli di prima.
[16] Vennero da Balaam e gli dissero: "Così dice Balak, figlio di
Zippor: Nulla ti trattenga dal venire da me;
[17] perché io ti colmerò di onori e farò quanto mi dirai; vieni
dunque e maledicimi questo popolo".
[18] Ma Balaam rispose e disse ai ministri di Balak: "Quand'anche
Balak mi desse la sua casa piena d'argento e oro, non potrei trasgredire
l'ordine del Signore, mio Dio, per fare cosa piccola o grande.
[19] Nondimeno, trattenetevi qui anche voi stanotte, perché io sappia
ciò che il Signore mi dirà ancora".
[20] Dio venne la notte a Balaam e gli disse: "Se quegli uomini
sono venuti a chiamarti, alzati e và con loro; ma farai ciò che io ti
dirò".
[21] Balaam quindi si alzò la mattina, sellò l'asina e se ne andò con
i capi di Moab.
[22] Ma l'ira di Dio si accese perché egli era andato; l'angelo del
Signore si pose sulla strada per ostacolarlo. Egli cavalcava l'asina e
aveva con sé due servitori.
[23] L'asina, vedendo l'angelo del Signore che stava sulla strada con la
spada sguainata in mano, deviò dalla strada e cominciò ad andare per i
campi. Balaam percosse l'asina per rimetterla sulla strada.
[24] Allora l'angelo del Signore si fermò in un sentiero infossato tra
le vigne, che aveva un muro di qua e un muro di là.
[25] L'asina vide l'angelo del Signore, si serrò al muro e strinse il
piede di Balaam contro il muro e Balaam la percosse di nuovo.
[26] L'angelo del Signore passò di nuovo più avanti e si fermò in un
luogo stretto, tanto stretto che non vi era modo di ritirarsi né a
destra, né a sinistra.
[27] L'asina vide l'angelo del Signore e si accovacciò sotto Balaam;
l'ira di Balaam si accese ed egli percosse l'asina con il bastone.
[28] Allora il Signore aprì la bocca all'asina ed essa disse a Balaam:
"Che ti ho fatto perché tu mi percuota già per la terza
volta?".
[29] Balaam rispose all'asina: "Perché ti sei beffata di me! Se
avessi una spada in mano, ti ammazzerei subito".
[30] L'asina disse a Balaam: "Non sono io la tua asina sulla quale
hai sempre cavalcato fino ad oggi? Sono forse abituata ad agire così?".
Ed egli rispose: "No".
[31] Allora il Signore aprì gli occhi a Balaam ed egli vide l'angelo
del Signore, che stava sulla strada con la spada sguainata. Balaam si
inginocchiò e si prostrò con la faccia a terra.
[32] L'angelo del Signore gli disse: "Perché hai percosso la tua
asina già tre volte? Ecco io sono uscito a ostacolarti il cammino,
perché il cammino davanti a me va in precipizio.
[33] Tre volte l'asina mi ha visto ed è uscita di strada davanti a me;
se non fosse uscita di strada davanti a me, certo io avrei già ucciso
te e lasciato in vita lei".
[34] Allora Balaam disse all'angelo del Signore: "Io ho peccato,
perché non sapevo che tu ti fossi posto contro di me sul cammino; ora
se questo ti dispiace, io tornerò indietro".
[35] L'angelo del Signore disse a Balaam: "Và pure con quegli
uomini; ma dirai soltanto quello che io ti dirò". Balaam andò con
i capi di Balak.
[36] Quando Balak udì che Balaam arrivava, gli andò incontro a Ir-Moab
che è sul confine dell'Arnon, all'estremità del confine.
[37] Balak disse a Balaam: "Non ti avevo forse mandato a chiamare
con insistenza? Perché non sei venuto da me? Non sono forse in grado di
farti onore?".
[38] Balaam rispose a Balak: "Ecco, sono venuto da te; ma ora posso
forse dire qualsiasi cosa? La parola che Dio mi metterà in bocca,
quella dirò".
[39] Balaam andò con Balak e giunsero a Kiriat-Cusot.
[40] Balak immolò bestiame grosso e minuto e mandò parte della carne a
Balaam e ai capi che erano con lui.
[41] La mattina Balak prese Balaam e lo fece salire a Bamot-Baal, da
dove si vedeva un'estremità dell'accampamento del popolo.
23
[1]
Balaam disse a Balak: "Costruiscimi qui sette altari e preparami
qui sette giovenchi e sette arieti".
[2] Balak fece come Balaam aveva detto; Balak e Balaam offrirono un
giovenco e un ariete su ciascun altare.
[3] Balaam disse a Balak: "Fermati presso il tuo olocausto e io
andrò; forse il Signore mi verrà incontro; quel che mi mostrerà io te
lo riferirò". Andò su di una altura brulla.
[4] Dio andò incontro a Balaam e Balaam gli disse: "Ho preparato i
sette altari e ho offerto un giovenco e un ariete su ciascun
altare".
[5] Allora il Signore mise le parole in bocca a Balaam e gli disse:
"Torna da Balak e parla così".
[6] Balaam tornò da Balak che stava presso il suo olocausto: egli e
tutti i capi di Moab.
[7] Allora Balaam pronunziò il suo poema e disse:
"Dall'Aram mi ha fatto venire Balak,
il re di Moab dalle montagne di oriente:
Vieni, maledici per me Giacobbe;
vieni, inveisci contro Israele!
[8] Come imprecherò, se Dio non impreca?
Come inveirò, se il Signore non inveisce?
[9] Anzi, dalla cima delle rupi io lo vedo
e dalle alture lo contemplo:
ecco un popolo che dimora solo
e tra le nazioni non si annovera.
[10] Chi può contare la polvere di Giacobbe?
Chi può numerare l'accampamento d'Israele?
Possa io morire della morte dei giusti
e sia la mia fine come la loro".
[11] Allora Balak disse a Balaam: "Che mi hai fatto? Io t'ho fatto
venire per maledire i miei nemici e tu invece li hai benedetti".
[12] Rispose: "Non devo forse aver cura di dire solo quello che il
Signore mi mette sulla bocca?".
[13] Balak gli disse: "Vieni con me in altro luogo da dove tu possa
vederlo: qui ne vedi solo un'estremità, non lo vedi tutto intero; di là
me lo devi maledire".
[14] Lo condusse al campo di Zofim, sulla cima del Pisga; costruì sette
altari e offrì un giovenco e un ariete su ogni altare.
[15] Allora Balaam disse a Balak: "Fermati presso il tuo olocausto
e io andrò incontro al Signore".
[16] Il Signore andò incontro a Balaam, gli mise le parole sulla bocca
e gli disse: "Torna da Balak e parla così".
[17] Balaam tornò da Balak che stava presso il suo olocausto insieme
con i capi di Moab. Balak gli disse: "Che cosa ha detto il
Signore?".
[18] Allora Balaam pronunziò il suo poema e disse:
"Sorgi, Balak, e ascolta;
porgimi orecchio, figlio di Zippor!
[19] Dio non è un uomo da potersi smentire,
non è un figlio dell'uomo da potersi pentire.
Forse Egli dice e poi non fa?
Promette una cosa che poi non adempie?
[20] Ecco, di benedire ho ricevuto il comando
e la benedizione io non potrò revocare.
[21] Non si scorge iniquità in Giacobbe,
non si vede affanno in Israele.
Il Signore suo Dio è con lui
e in lui risuona l'acclamazione per il re.
[22] Dio, che lo ha fatto uscire dall'Egitto,
è per lui come le corna del bufalo.
[23] Perché non vi è sortilegio contro Giacobbe
e non vi è magìa contro Israele:
a suo tempo vien detto a Giacobbe
e a Israele che cosa opera Dio.
[24] Ecco un popolo che si leva come leonessa
e si erge come un leone;
non si accovaccia, finché non abbia divorato la preda
e bevuto il sangue degli uccisi".
[25] Allora Balak disse a Balaam: "Se proprio non lo maledici,
almeno non benedirlo!".
[26] Rispose Balaam e disse a Balak: "Non ti ho già detto, che
quanto il Signore dirà io dovrò eseguirlo?".
[27] Balak disse a Balaam: "Vieni, ti condurrò in altro luogo:
forse piacerà a Dio che tu me li maledica di là".
[28] Così Balak condusse Balaam in cima al Peor, che è di fronte al
deserto.
[29] Balaam disse a Balak: "Costruiscimi qui sette altari e
preparami sette giovenchi e sette arieti".
[30] Balak fece come Balaam aveva detto e offrì un giovenco e un ariete
su ogni altare.
24
[1]
Balaam vide che al Signore piaceva di benedire Israele e non volle
rivolgersi come le altre volte alla magìa, ma voltò la faccia verso il
deserto.
[2] Balaam alzò gli occhi e vide Israele accampato, tribù per tribù.
Allora lo spirito di Dio fu sopra di lui.
[3] Egli pronunziò il suo poema e disse:
"Oracolo di Balaam, figlio di Beor,
e oracolo dell'uomo dall'occhio penetrante;
[4] oracolo di chi ode le parole di Dio
e conosce la scienza dell'Altissimo,
di chi vede la visione dell'Onnipotente,
e cade ed è tolto il velo dai suoi occhi.
[5] Come sono belle le tue tende, Giacobbe,
le tue dimore, Israele!
[6] Sono come torrenti che si diramano,
come giardini lungo un fiume,
come àloe, che il Signore ha piantati,
come cedri lungo le acque.
[7] Fluirà l'acqua dalle sue secchie
e il suo seme come acqua copiosa.
Il suo re sarà più grande di Agag
e il suo regno sarà celebrato.
[8] Dio, che lo ha fatto uscire dall'Egitto,
è per lui come le corna del bùfalo.
Egli divora le genti che lo avversano,
addenta le loro ossa
e spezza le saette scagliate contro di lui.
[9] Si è rannicchiato, si è accovacciato come un leone
e come una leonessa, chi oserà farlo alzare?
Chi ti benedisce sia benedetto
e chi ti maledice sia maledetto!".
[10] Allora l'ira di Balak si accese contro Balaam; Balak battè le mani
e disse a Balaam: "Ti ho chiamato per maledire i miei nemici e tu
invece per tre volte li hai benedetti!
[11] Ora vattene al tuo paese! Avevo detto che ti avrei colmato di
onori, ma ecco, il Signore ti ha impedito di averli".
[12] Balaam disse a Balak: "Non avevo forse detto ai messaggeri che
mi avevi mandato:
[13] Quando anche Balak mi desse la sua casa piena d'argento e d'oro,
non potrei trasgredire l'ordine del Signore per fare cosa buona o
cattiva di mia iniziativa: ciò che il Signore dirà, quello soltanto
dirò?
[14] Ora sto per tornare al mio popolo; ebbene vieni: ti predirò ciò
che questo popolo farà al tuo popolo negli ultimi giorni".
[15] Egli pronunciò il suo poema e disse:
"Oracolo di Balaam, figlio di Beor,
oracolo dell'uomo dall'occhio penetrante,
[16] oracolo di chi ode le parole di Dio
e conosce la scienza dell'Altissimo,
di chi vede la visione dell'Onnipotente,
e cade ed è tolto il velo dai suoi occhi.
[17] Io lo vedo, ma non ora,
io lo contemplo, ma non da vicino:
Una stella spunta da Giacobbe
e uno scettro sorge da Israele,
spezza le tempie di Moab
e il cranio dei figli di Set,
[18] Edom diverrà sua conquista
e diverrà sua conquista Seir, suo nemico,
mentre Israele compirà prodezze.
[19] Uno di Giacobbe dominerà i suoi nemici
e farà perire gli scampati da Ar".
[20] Poi vide Amalek, pronunziò il suo poema e disse:
"Amalek è la prima delle nazioni,
ma il suo avvenire sarà eterna rovina".
[21] Poi vide i Keniti, pronunziò il suo poema e disse:
"Sicura è la tua dimora, o Caino,
e il tuo nido è aggrappato alla roccia.
[22] Eppure sarà dato alla distruzione,
finchè Assur ti deporterà in prigionia".
[23] Pronunziò ancora il suo poema e disse:
"Ahimè! chi potrà sopravvivere,
dopo che il Signore avrà compiuto tal cosa?
[24] Verranno navi dalla parte di Cipro
e opprimeranno Assur e opprimeranno Eber,
ma anch'egli andrà in perdizione".
[25] Poi Balaam si alzò e tornò al suo paese, mentre Balak se ne andò
per la sua strada.
25
[1]
Israele si stabilì a Sittim e il popolo cominciò a trescare con le
figlie di Moab.
[2] Esse invitarono il popolo ai sacrifici offerti ai loro dei; il
popolo mangiò e si prostrò davanti ai loro dei.
[3] Israele aderì al culto di Baal-Peor e l'ira del Signore si accese
contro Israele.
[4] Il Signore disse a Mosè: "Prendi tutti i capi del popolo e fà
appendere al palo i colpevoli, davanti al Signore, al sole, perché
l'ira ardente del Signore si allontani da Israele".
[5] Mosè disse ai giudici d'Israele: "Ognuno di voi uccida dei
suoi uomini coloro che hanno aderito al culto di Baal-Peor".
[6] Ed ecco uno degli Israeliti venne e condusse ai suoi fratelli una
donna madianita, sotto gli occhi di Mosè e di tutta la comunità degli
Israeliti, mentre essi stavano piangendo all'ingresso della tenda del
convegno.
[7] Vedendo ciò, Pincas figlio di Eleazaro, figlio del sacerdote
Aronne, si alzò in mezzo alla comunità, prese in mano una lancia,
[8] seguì quell'uomo di Israele nella tenda e li trafisse tutti e due,
l'uomo di Israele e la donna, nel basso ventre. E il flagello cessò tra
gli Israeliti.
[9] Di quel flagello morirono ventiquattromila persone.
[10] Il Signore disse a Mosè:
[11] "Pincas, figlio di Eleazaro, figlio del sacerdote Aronne, ha
allontanato la mia ira dagli Israeliti, perché egli è stato animato
dal mio zelo fra di loro, e io nella mia gelosia non ho sterminato gli
Israeliti.
[12] Perciò digli che io stabilisco con lui un'alleanza di pace,
[13] che sarà per lui e per la sua stirpe dopo di lui un'alleanza di un
sacerdozio perenne, perché egli ha avuto zelo per il suo Dio e ha fatto
il rito espiatorio per gli Israeliti".
[14] Ora l'uomo d'Israele, che è stato ucciso con la donna madianita,
si chiamava Zimri, figlio di Salu, capo di un casato paterno dei
Simeoniti.
[15] La donna che è stata uccisa, la Madianita, si chiamava Cozbi,
figlia di Zur, capo della gente di un casato in Madian.
[16] Poi il Signore disse a Mosè:
[17] "Trattate i Madianiti da nemici e uccideteli,
[18] poiché essi vi hanno trattati da nemici con le astuzie mediante le
quali vi hanno sedotti nella faccenda di Peor e nella faccenda di Cozbi,
figlia di un principe di Madian, loro sorella, che è stata uccisa il
giorno del flagello causato per la faccenda di Peor".
26
[1] Il
Signore disse a Mosè e ad Eleazaro, figlio del sacerdote Aronne:
[2] "Fate il censimento di tutta la comunità degli Israeliti,
dall'età di vent'anni in su, secondo i loro casati paterni, di quanti
in Israele possono andare in guerra".
[3] Mosè e il sacerdote Eleazaro dissero loro nelle steppe di Moab
presso il Giordano di fronte a Gerico:
[4] "Si faccia il censimento dall'età di vent'anni in su, come il
Signore aveva ordinato a Mosè e agli Israeliti, quando uscirono dal
paese d'Egitto".
[5] Ruben primogenito d'Israele. Figli di Ruben: Enoch, da cui discende
la famiglia degli Enochiti; Pallu, da cui discende la famiglia dei
Palluiti;
[6] Chezron, da cui discende la famiglia degli Chezroniti; Carmi, da cui
discende la famiglia dei Carmiti.
[7] Tali sono le famiglie dei Rubeniti: quelli che furono registrati
erano quarantatremilasettecentotrenta.
[8] Figli di Pallu: Eliab.
[9] Figli di Eliab: Nemuel, Datan e Abiram. Questi sono quel Datan e
quell'Abiram, membri del consiglio, che si ribellarono contro Mosè e
contro Aronne con la gente di Core, quando questa si era ribellata
contro il Signore;
[10] la terra spalancò la bocca e li inghiottì insieme con Core,
quando quella gente perì e il fuoco divorò duecentocinquanta uomini,
che servirono d'esempio.
[11] Ma i figli di Core non perirono.
[12] Figli di Simeone secondo le loro famiglie. Da Nemuel discende la
famiglia dei Nemueliti; da Iamin la famiglia degli Iaminiti; da Iachin
la famiglia degli Iachiniti; da Zocar la famiglia dei Zocariti;
[13] da Saul la famiglia dei Sauliti.
[14] Tali sono le famiglie dei Simeoniti. Ne furono registrati
ventiduemiladuecento.
[15] Figli di Gad secondo le loro famiglie. Da Sefon discende la
famiglia dei Sefoniti; da Agghi la famiglia degli Agghiti; da Suni la
famiglia dei Suniti;
[16] da Ozni la famiglia degli Ozniti; da Eri la famiglia degli Eriti;
[17] da Arod la famiglia degli Aroditi; da Areli la famiglia degli
Areliti.
[18] Tali sono le famiglie dei figli di Gad. Ne furono registrati
quarantamilacinquecento.
[19] Figli di Giuda: Er e Onan; ma Er e Onan morirono nel paese di Cànaan.
[20] Ecco i figli di Giuda secondo le loro famiglie: da Sela discende la
famiglia degli Selaniti; da Perez la famiglia dei Pereziti; da Zerach la
famiglia degli Zerachiti.
[21] I figli di Perez furono: Chezron da cui discende la famiglia dei
Chezroniti; Amul da cui discende la famiglia degli Amuliti.
[22] Tali sono le famiglie di Giuda. Ne furono registrati
settantaseimilacinquecento.
[23] Figli di Issacar secondo le loro famiglie: da Tola discende la
famiglia dei Tolaiti; da Puva la famiglia dei Puviti;
[24] da Iasub la famiglia degli Iasubiti; da Simron la famiglia dei
Simroniti.
[25] Tali sono le famiglie di Issacar. Ne furono registrati
sessantaquattromilatrecento.
[26] Figli di Zàbulon secondo le loro famiglie: da Sered discende la
famiglia dei Serediti; da Elon la famiglia degli Eloniti; da Iacleel la
famiglia degli Iacleeliti.
[27] Tali sono le famiglie degli Zabuloniti. Ne furono registrati
sessantamilacinquecento.
[28] Figli di Giuseppe secondo le loro famiglie: Manàsse ed Efraim.
[29] Figli di Manàsse: da Machir discende la famiglia dei Machiriti.
Machir generò Gàlaad. Da Gàlaad discende la famiglia dei Galaaditi.
[30] Questi sono i figli di Gàlaad: Iezer da cui discende la famiglia
degli Iezeriti; Elek da cui discende la famiglia degli Eleciti;
[31] Asriel da cui discende la famiglia degli Asrieliti; Sichem da cui
discende la famiglia dei Sichemiti;
[32] Semida da cui discende la famiglia dei Semiditi; Efer da cui
discende la famiglia degli Eferiti.
[33] Ora Zelofcad, figlio di Efer, non ebbe maschi ma soltanto figlie e
le figlie di Zelofcad si chiamarono Macla, Noa, Ogla, Milca e Tirza.
[34] Tali sono le famiglie di Manàsse: gli uomini registrati furono
cinquantaduemilasettecento.
[35] Questi sono i figli di Efraim secondo le loro famiglie: da Sutelach
discende la famiglia dei Sutelachiti; da Beker la famiglia dei Bekeriti;
da Tacan la famiglia dei Tacaniti.
[36] Questi sono i figli di Sutelach: da Erano è discesa la famiglia
degli Eraniti.
[37] Tali sono le famiglie dei figli di Efraim. Ne furono registrati
trentaduemilacinquecento. Questi sono i figli di Giuseppe secondo le
loro famiglie.
[38] Figli di Beniamino secondo le loro famiglie: da Bela discende la
famiglia dei Belaiti; da Asbel la famiglia degli Asbeliti; da Airam la
famiglia degli Airamiti;
[39] da Sufam la famiglia degli Sufamiti;
[40] da Ufam la famiglia degli Ufamiti. I figli di Bela furono Ard e
Naaman; da Ard discende la famiglia degli Arditi; da Naaman discende la
famiglia dei Naamiti.
[41] Tali sono i figli di Beniamino secondo le loro famiglie. Gli uomini
registrati furono quarantacinquemilaseicento.
[42] Questi sono i figli di Dan secondo le loro famiglie: da Suam
discende la famiglia dei Suamiti. Sono queste le famiglie di Dan secondo
le loro famiglie.
[43] Totale per le famiglie dei Suamiti: ne furono registrati
sessantaquattromilaquattrocento.
[44] Figli di Aser secondo le loro famiglie: da Imna discende la
famiglia degli Imniti; da Isvi la famiglia degli Isviti; da Beria la
famiglia dei Beriiti.
[45] Dai figli di Beria discendono: da Eber la famiglia degli Eberiti;
da Malchiel la famiglia dei Malchieliti.
[46] La figlia di Aser si chiamava Sera.
[47] Tali sono le famiglie dei figli di Aser. Ne furono registrati
cinquantatremilaquattrocento.
[48] Figli di Nèftali secondo le loro famiglie: da Iacseel discende la
famiglia degli Iacseeliti; da Guni la famiglia dei Guniti;
[49] da Ieser la famiglia degli Ieseriti; da Sillem la famiglia dei
Sillemiti.
[50] Tali sono le famiglie di Nèftali secondo le loro famiglie. Gli
uomini registrati furono quarantacinquemilaquattrocento.
[51] Questi sono gli Israeliti che furono registrati:
seicentounmilasettecentotrenta.
[52] Il Signore disse a Mosè:
[53] "Il paese sarà diviso tra di essi, per essere la loro
proprietà, secondo il numero delle persone.
[54] A quelli che sono in maggior numero darai in possesso una porzione
maggiore; a quelli che sono in minor numero darai una porzione minore;
si darà a ciascuno la sua porzione secondo il censimento.
[55] Ma la ripartizione del paese sarà gettata a sorte; essi
riceveranno la rispettiva proprietà secondo i nomi delle loro tribù
paterne.
[56] La ripartizione delle proprietà sarà gettata a sorte per tutte le
tribù grandi o piccole".
[57] Questi sono i leviti dei quali si fece il censimento secondo le
loro famiglie: da Gherson discende la famiglia dei Ghersoniti; da Keat
la famiglia dei Keatiti; da Merari la famiglia dei Merariti.
[58] Queste sono le famiglie di Levi: la famiglia dei Libniti, la
famiglia degli Ebroniti, la famiglia dei Macliti, la famiglia dei
Musiti, la famiglia dei Coriti. Keat generò Amram.
[59] La moglie di Amram si chiamava Iochebed, figlia di Levi, che nacque
a Levi in Egitto; essa partorì ad Amram Aronne, Mosè e Maria loro
sorella.
[60] Ad Aronne nacquero Nadab e Abiu, Eleazaro e Itamar.
[61] Ora Nadab e Abiu morirono quando presentarono al Signore un fuoco
profano.
[62] Gli uomini registrati furono ventitremila: tutti maschi, dall'età
di un mese in su. Non furono compresi nel censimento degli Israeliti
perché non fu data loro alcuna proprietà tra gli Israeliti.
[63] Questi sono i registrati da Mosè e dal sacerdote Eleazaro, i quali
fecero il censimento degli Israeliti nelle steppe di Moab presso il
Giordano di Gerico.
[64] Fra questi non vi era alcuno di quegli Israeliti dei quali Mosè e
il sacerdote Aronne avevano fatto il censimento nel deserto del Sinai,
[65] perché il Signore aveva detto di loro: "Dovranno morire nel
deserto!". E non ne rimase neppure uno, eccetto Caleb figlio di
Iefunne, e Giosuè figlio di Nun.
27
[1] Le
figlie di Zelofcad, figlio di Efer, figlio di Gàlaad, figlio di Machir,
figlio di Manàsse, delle famiglie di Manàsse, figlio di Giuseppe, che
si chiamavano Macla, Noa, Ogla, Milca e Tirza,
[2] si accostarono e si presentarono davanti a Mosè, davanti al
sacerdote Eleazaro, davanti ai capi e a tutta la comunità all'ingresso
della tenda del convegno, e dissero:
[3] "Nostro padre è morto nel deserto. Egli non era nella
compagnia di coloro che si adunarono contro il Signore, non era della
gente di Core, ma è morto a causa del suo peccato, senza figli maschi.
[4] Perché dovrebbe il nome del padre nostro scomparire dalla sua
famiglia, per il fatto che non ha avuto figli maschi? Dacci un
possedimento in mezzo ai fratelli di nostro padre".
[5] Mosè portò la loro causa davanti al Signore.
[6] Il Signore disse a Mosè:
[7] "Le figlie di Zelofcad dicono bene. Darai loro in eredità un
possedimento tra i fratelli del loro padre e farai passare ad esse
l'eredità del loro padre.
[8] Parlerai inoltre agli Israeliti e dirai: Quando uno sarà morto
senza lasciare un figlio maschio, farete passare la sua eredità alla
figlia.
[9] Se non ha neppure una figlia, darete la sua eredità ai suoi
fratelli.
[10] Se non ha fratelli, darete la sua eredità ai fratelli del padre.
[11] Se non ci sono fratelli del padre, darete la sua eredità al
parente più stretto nella sua famiglia e quegli la possiederà. Questa
sarà per i figli di Israele una norma di diritto, come il Signore ha
ordinato a Mosè".
[12] Il Signore disse a Mosè: "Sali su questo monte degli Abarìm
e contempla il paese che io dò agli Israeliti.
[13] Quando l'avrai visto, anche tu sarai riunito ai tuoi antenati, come
fu riunito Aronne tuo fratello,
[14] perché trasgrediste l'ordine che vi avevo dato nel deserto di Sin,
quando la comunità si ribellò e voi non dimostraste la mia santità
agli occhi loro, a proposito di quelle acque". Sono le acque di Mèriba
di Kades, nel deserto di Sin.
[15] Mosè disse al Signore:
[16] "Il Signore, il Dio della vita in ogni essere vivente, metta a
capo di questa comunità un uomo
[17] che li preceda nell'uscire e nel tornare, li faccia uscire e li
faccia tornare, perché la comunità del Signore non sia un gregge senza
pastore".
[18] Il Signore disse a Mosè: "Prenditi Giosuè, figlio di Nun,
uomo in cui è lo spirito; porrai la mano su di lui,
[19] lo farai comparire davanti al sacerdote Eleazaro e davanti a tutta
la comunità, gli darai i tuoi ordini in loro presenza
[20] e lo farai partecipe della tua autorità, perché tutta la comunità
degli Israeliti gli obbedisca.
[21] Egli si presenterà davanti al sacerdote Eleazaro, che consulterà
per lui il giudizio degli Urim davanti al Signore; egli e tutti gli
Israeliti con lui e tutta la comunità usciranno all'ordine di Eleazaro
ed entreranno all'ordine suo".
[22] Mosè fece come il Signore gli aveva ordinato; prese Giosuè e lo
fece comparire davanti al sacerdote Eleazaro e davanti a tutta la
comunità;
[23] pose su di lui le mani e gli diede i suoi ordini come il Signore
aveva comandato per mezzo di Mosè.
28
[1] Il
Signore disse a Mosè:
[2] "Dà quest'ordine agli Israeliti e dì loro: Avrete cura di
presentarmi al tempo stabilito l'offerta, l'alimento dei miei sacrifici
da consumare con il fuoco, soave profumo per me.
[3] Dirai loro: Questo è il sacrificio consumato dal fuoco che
offrirete al Signore; agnelli dell'anno, senza difetti, due al giorno,
come olocausto perenne.
[4] Uno degli agnelli lo offrirai la mattina e l'altro agnello lo
offrirai al tramonto;
[5] come oblazione un decimo di efa di fior di farina, intrisa in un
quarto di hin di olio di olive schiacciate.
[6] Tale è l'olocausto perenne, offerto presso il monte Sinai:
sacrificio consumato dal fuoco, soave profumo per il Signore.
[7] La libazione sarà di un quarto di hin per il primo agnello; farai
nel santuario la libazione, bevanda inebriante per il Signore.
[8] L'altro agnello l'offrirai al tramonto, con una oblazione e una
libazione simili a quelle della mattina: è un sacrificio fatto con il
fuoco, soave profumo per il Signore.
[9] Nel giorno di sabato offrirete due agnelli dell'anno, senza difetti;
come oblazione due decimi di fior di farina intrisa in olio, con la sua
libazione.
[10] È l'olocausto del sabato, per ogni sabato, oltre l'olocausto
perenne e la sua libazione.
[11] Al principio dei vostri mesi offrirete come olocausto al Signore
due giovenchi, un ariete, sette agnelli dell'anno, senza difetti
[12] e tre decimi di fior di farina intrisa in olio, come oblazione per
ciascun giovenco; due decimi di fior di farina intrisa in olio, come
oblazione per l'ariete,
[13] e un decimo di fior di farina intrisa in olio, come oblazione per
ogni agnello. È un olocausto di soave profumo, un sacrificio consumato
dal fuoco per il Signore.
[14] Le libazioni saranno di un mezzo hin di vino per giovenco, di un
terzo di hin per l'ariete e di un quarto di hin per agnello. Tale è
l'olocausto del mese, per tutti i mesi dell'anno.
[15] Si offrirà al Signore un capro in sacrificio espiatorio oltre
l'olocausto perenne e la sua libazione.
[16] Il primo mese, il quattordici del mese sarà la pasqua del Signore.
[17] Il quindici di quel mese sarà giorno di festa. Per sette giorni si
mangerà pane azzimo.
[18] Il primo giorno si terrà una sacra adunanza; non farete alcun
lavoro servile;
[19] offrirete in sacrificio con il fuoco un olocausto al Signore: due
giovenchi, un ariete e sette agnelli dell'anno senza difetti;
[20] come oblazione, fior di farina intrisa in olio; ne offrirete tre
decimi per giovenco e due per l'ariete;
[21] ne offrirai un decimo per ciascuno dei sette agnelli
[22] e offrirai un capro come sacrificio espiatorio per fare il rito
espiatorio per voi.
[23] Offrirete questi sacrifici oltre l'olocausto della mattina, che è
un olocausto perenne.
[24] Li offrirete ogni giorno, per sette giorni; è un alimento
sacrificale consumato dal fuoco, soave profumo per il Signore. Lo si
offrirà oltre l'olocausto perenne con la sua libazione.
[25] Il settimo giorno terrete una sacra adunanza; non farete alcun
lavoro servile.
[26] Il giorno delle primizie, quando presenterete al Signore una
oblazione nuova, alla vostra festa delle settimane, terrete una sacra
adunanza; non farete alcun lavoro servile.
[27] Offrirete, in olocausto di soave profumo al Signore, due giovenchi,
un ariete e sette agnelli dell'anno;
[28] in oblazione, fior di farina intrisa in olio: tre decimi per ogni
giovenco, due decimi per l'ariete
[29] e un decimo per ciascuno dei sette agnelli;
[30] offrirete un capro per il rito espiatorio per voi.
[31] Offrirete questi sacrifici, oltre l'olocausto perpetuo e la sua
oblazione. Sceglierete animali senza difetti e vi aggiungerete le loro
libazioni.
29
[1] Il
settimo mese, il primo giorno del mese terrete una sacra adunanza; non
farete alcun lavoro servile; sarà per voi il giorno dell'acclamazione
con le trombe.
[2] Offrirete in olocausto di soave odore al Signore un giovenco, un
ariete, sette agnelli dell'anno senza difetti;
[3] in oblazione, fior di farina intrisa in olio: tre decimi per il
giovenco, due decimi per l'ariete,
[4] un decimo per ciascuno dei sette agnelli
[5] e un capro, in sacrificio espiatorio, per il rito espiatorio per
voi;
[6] oltre l'olocausto del mese con la sua oblazione e l'olocausto
perenne con la sua oblazione e le loro libazioni, secondo il loro rito.
Sarà un sacrificio consumato dal fuoco, soave profumo per il Signore.
[7] Il decimo giorno di questo settimo mese terrete una sacra adunanza e
vi mortificherete; non farete alcun lavoro
[8] e offrirete in olocausto di soave profumo al Signore un giovenco, un
ariete, sette agnelli dell'anno senza difetti;
[9] come oblazione, fior di farina intrisa in olio: tre decimi per il
giovenco, due decimi per l'ariete,
[10] un decimo per ciascuno dei sette agnelli
[11] e un capro in sacrificio espiatorio, oltre il sacrificio espiatorio
proprio del rito dell'espiazione e oltre l'olocausto perenne con la sua
oblazione e le loro libazioni.
[12] Il quindici del settimo mese terrete una sacra adunanza; non farete
alcun lavoro servile e celebrerete una festa per il Signore per sette
giorni.
[13] Offrirete in olocausto, come sacrificio consumato dal fuoco, soave
profumo per il Signore, tredici giovenchi, due arieti, quattordici
agnelli dell'anno senza difetti;
[14] come oblazione, fior di farina intrisa in olio: tre decimi per
ciascuno dei tredici giovenchi, due decimi per ciascuno dei due arieti,
[15] un decimo per ciascuno dei quattordici agnelli
[16] e un capro in sacrificio espiatorio, oltre l'olocausto perenne, con
la sua oblazione e la sua libazione.
[17] Il secondo giorno offrirete dodici giovenchi, due arieti,
quattordici agnelli dell'anno senza difetti,
[18] con le loro oblazioni e le libazioni per i giovenchi, gli arieti e
gli agnelli secondo il numero e il rito
[19] e un capro in sacrificio espiatorio, oltre l'olocausto perenne, la
sua oblazione e le loro libazioni.
[20] Il terzo giorno offrirete undici giovenchi, due arieti, quattordici
agnelli dell'anno senza difetti,
[21] con le loro oblazioni e le loro libazioni per i giovenchi, gli
arieti e gli agnelli secondo il loro numero e il rito
[22] e un capro in sacrificio espiatorio, oltre l'olocausto perenne, la
sua oblazione e la sua libazione.
[23] Il quarto giorno offrirete dieci giovenchi, due arieti, quattordici
agnelli dell'anno senza difetti,
[24] con le loro offerte e le loro libazioni per i giovenchi, gli arieti
e gli agnelli secondo il loro numero e il rito
[25] e un capro in sacrificio espiatorio, oltre l'olocausto perenne, la
sua oblazione e la sua libazione.
[26] Il quinto giorno offrirete nove giovenchi, due arieti, quattordici
agnelli dell'anno senza difetti,
[27] con le loro oblazioni e le loro libazioni per i giovenchi, gli
arieti, e gli agnelli secondo il loro numero e il rito
[28] e un capro, in sacrificio espiatorio, oltre l'olocausto perenne, la
sua oblazione e la sua libazione.
[29] Il sesto giorno offrirete otto giovenchi, due arieti, quattordici
agnelli dell'anno senza difetti,
[30] con le loro oblazioni e le loro libazioni per i giovenchi, gli
arieti e gli agnelli secondo il loro numero e il rito
[31] e un capro in sacrificio espiatorio, oltre l'olocausto perenne, la
sua oblazione e la sua libazione.
[32] Il settimo giorno offrirete sette giovenchi, due arieti,
quattordici agnelli dell'anno senza difetti,
[33] con le loro oblazioni e le loro libazioni per i giovenchi, gli
arieti e gli agnelli secondo il loro numero e il rito
[34] e un capro, in sacrificio espiatorio, oltre l'olocausto perenne, la
sua oblazione e la sua libazione.
[35] L'ottavo giorno terrete una solenne adunanza; non farete alcun
lavoro servile;
[36] offrirete in olocausto, come sacrificio consumato dal fuoco, soave
profumo per il Signore, un giovenco, un ariete, sette agnelli dell'anno
senza difetti,
[37] con le loro oblazioni e le loro libazioni, per il giovenco,
l'ariete e gli agnelli secondo il loro numero e il rito
[38] e un capro in sacrificio espiatorio oltre l'olocausto perenne, la
sua oblazione e la sua libazione.
[39] Questi sono i sacrifici che offrirete al Signore nelle vostre
solennità, oltre i vostri voti e le vostre offerte volontarie, si
tratti dei vostri olocausti o delle vostre oblazioni o delle vostre
libazioni o dei vostri sacrifici di comunione".
30
[1] Mosè
riferì agli Israeliti quanto il Signore gli aveva ordinato.
[2] Mosè disse ai capi delle tribù degli Israeliti: "Questo il
Signore ha ordinato:
[3] Quando uno avrà fatto un voto al Signore o si sarà obbligato con
giuramento ad una astensione, non violi la sua parola, ma dia esecuzione
a quanto ha promesso con la bocca.
[4] Quando una donna avrà fatto un voto al Signore e si sarà obbligata
ad una astensione, mentre è ancora in casa del padre, durante la sua
giovinezza,
[5] se il padre, avuta conoscenza del voto di lei e dell'astensione alla
quale si è obbligata, non dice nulla, tutti i voti di lei saranno
validi e saranno valide tutte le astensioni alle quali si sarà
obbligata.
[6] Ma se il padre, quando ne viene a conoscenza, le fa opposizione,
tutti i voti di lei e tutte le astensioni alle quali si sarà obbligata,
non saranno validi; il Signore la perdonerà, perché il padre le ha
fatto opposizione.
[7] Se si marita quando è legata da voti o da un obbligo di astensione
assunto alla leggera con le labbra,
[8] se il marito ne ha conoscenza e quando viene a conoscenza non dice
nulla, i voti di lei saranno validi e saranno validi gli obblighi di
astensione da lei assunti.
[9] Ma se il marito, quando ne viene a conoscenza, le fa opposizione,
egli annullerà il voto che essa ha fatto e l'obbligo di astensione che
essa si è assunta alla leggera; il Signore la perdonerà.
[10] Ma il voto di una vedova o di una donna ripudiata, qualunque sia
l'obbligo che si è assunto, rimarrà valido.
[11] Se una donna nella casa del marito farà voti o si obbligherà con
giuramento ad una astensione
[12] e il marito ne avrà conoscenza, se il marito non dice nulla e non
le fa opposizione, tutti i voti di lei saranno validi e saranno validi
tutti gli obblighi di astensione da lei assunti.
[13] Ma se il marito, quando ne viene a conoscenza, li annulla, quanto
le sarà uscito dalle labbra, voti od obblighi di astensione, non sarà
valido; il marito lo ha annullato; il Signore la perdonerà.
[14] Il marito può ratificare e il marito può annullare qualunque voto
e qualunque giuramento, per il quale essa sia obbligata a mortificarsi.
[15] Ma se il marito, da un giorno all'altro, non dice nulla in
proposito, egli ratifica così tutti i voti di lei e tutti gli obblighi
di astensione da lei assunti; li ratifica perché non ha detto nulla a
questo proposito quando ne ha avuto conoscenza.
[16] Ma se li annulla qualche tempo dopo averne avuto conoscenza, porterà
il peso della colpa della moglie".
[17] Queste sono le leggi che il Signore prescrisse a Mosè riguardo al
marito e alla moglie, al padre e alla figlia, quando questa è ancora
fanciulla, in casa del padre.
31
[1] Il
Signore disse a Mosè:
[2] "Compi la vendetta degli Israeliti contro i Madianiti, poi
sarai riunito ai tuoi antenati".
[3] Mosè disse al popolo: "Mobilitate fra di voi uomini per la
guerra e marcino contro Madian per eseguire la vendetta del Signore su
Madian.
[4] Manderete in guerra mille uomini per tribù di tutte le tribù
d'Israele".
[5] Così furono forniti, dalle migliaia d'Israele, mille uomini per
tribù, cioè dodicimila uomini armati per la guerra.
[6] Mosè mandò in guerra quei mille uomini per tribù e con loro
Pincas, figlio del sacerdote Eleazaro, il quale portava gli oggetti
sacri e aveva in mano le trombe dell'acclamazione.
[7] Marciarono dunque contro Madian come il Signore aveva ordinato a Mosè,
e uccisero tutti i maschi.
[8] Uccisero anche, oltre i loro caduti, i re di Madian Evi, Rekem, Sur,
Ur e Reba cioè cinque re di Madian; uccisero anche di spada Balaam
figlio di Beor.
[9] Gli Israeliti fecero prigioniere le donne di Madian e i loro
fanciulli e depredarono tutto il loro bestiame, tutti i loro greggi e
ogni loro bene;
[10] appiccarono il fuoco a tutte le città che quelli abitavano e a
tutti i loro attendamenti
[11] e presero tutto il bottino e tutta la preda, gente e bestiame.
[12] Poi condussero i prigionieri, la preda e il bottino a Mosè, al
sacerdote Eleazaro e alla comunità degli Israeliti, accampati nelle
steppe di Moab, presso il Giordano di fronte a Gerico.
[13] Mosè, il sacerdote Eleazaro e tutti i principi della comunità
uscirono loro incontro fuori dell'accampamento.
[14] Mosè si adirò contro i comandanti dell'esercito, capi di migliaia
e capi di centinaia, che tornavano da quella spedizione di guerra.
[15] Mosè disse loro: "Avete lasciato in vita tutte le femmine?
[16] Proprio loro, per suggerimento di Balaam, hanno insegnato agli
Israeliti l'infedeltà verso il Signore, nella faccenda di Peor, per cui
venne il flagello nella comunità del Signore.
[17] Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che
si è unita con un uomo;
[18] ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini,
conservatele in vita per voi.
[19] Voi poi accampatevi per sette giorni fuori del campo; chiunque ha
ucciso qualcuno e chiunque ha toccato un cadavere si purifichi il terzo
e il settimo giorno; questo per voi e per i vostri prigionieri.
[20] Purificherete anche ogni veste, ogni oggetto di pelle, ogni lavoro
di pelo di capra e ogni oggetto di legno".
[21] Il sacerdote Eleazaro disse ai soldati che erano andati in guerra:
"Questo è l'ordine della legge che il Signore ha prescritto a Mosè:
[22] L'oro, l'argento, il rame, il ferro, lo stagno e il piombo,
[23] quanto può sopportare il fuoco, lo farete passare per il fuoco e
sarà reso puro; ma sarà purificato anche con l'acqua della
purificazione; quanto non può sopportare il fuoco, lo farete passare
per l'acqua.
[24] Vi laverete le vesti il settimo giorno e sarete puri; poi potrete
entrare nell'accampamento".
[25] Il Signore disse a Mosè:
[26] "Tu, con il sacerdote Eleazaro e con i capi dei casati della
comunità, fà il censimento di tutta la preda che è stata fatta: della
gente e del bestiame;
[27] dividi la preda fra i combattenti che sono andati in guerra e tutta
la comunità.
[28] Dalla parte spettante ai soldati che sono andati in guerra
preleverai un contributo per il Signore: cioè l'uno per cinquecento
delle persone e del grosso bestiame, degli asini e del bestiame minuto.
[29] Lo prenderete sulla metà di loro spettanza e lo darai al sacerdote
Eleazaro come offerta da fare con il rito di elevazione in onore del
Signore.
[30] Della metà che spetta agli Israeliti prenderai l'uno per cinquanta
delle persone del grosso bestiame, degli asini e del bestiame minuto; lo
darai ai leviti, che hanno la custodia della Dimora del Signore".
[31] Mosè e il sacerdote Eleazaro fecero come il Signore aveva ordinato
a Mosè.
[32] Ora il bottino, cioè tutto ciò che rimaneva della preda fatta da
coloro che erano stati in guerra, consisteva in
seicentosettantacinquemila capi di bestiame minuto,
[33] settantaduemila capi di grosso bestiame,
[34] sessantunmila asini
[35] e trentaduemila persone, ossia donne che non si erano unite con
uomini.
[36] La metà, cioè la parte di quelli che erano andati in guerra, fu
di trecentotrentasettemilacinquecento capi di bestiame minuto,
[37] dei quali seicentosettantacinque per il tributo al Signore;
[38] trentaseimila capi di grosso bestiame, dei quali settantadue per
l'offerta al Signore;
[39] trentamilacinquecento asini, dei quali sessantuno per l'offerta al
Signore,
[40] e sedicimila persone, delle quali trentadue per l'offerta al
Signore.
[41] Mosè diede al sacerdote Eleazaro il contributo dell'offerta
prelevata per il Signore, come il Signore gli aveva ordinato.
[42] La metà che spettava agli Israeliti, dopo che Mosè ebbe fatto la
spartizione con gli uomini andati in guerra,
[43] la metà spettante alla comunità fu di
trecentotrentasettemilacinquecento capi di bestiame minuto,
[44] trentaseimila capi di grosso bestiame,
[45] trentamilacinquecento asini
[46] e sedicimila persone.
[47] Da questa metà che spettava agli Israeliti, Mosè prese l'uno per
cinquanta degli uomini e degli animali e li diede ai leviti che hanno la
custodia della Dimora del Signore, come il Signore aveva ordinato a
Mosè.
[48] I comandanti delle migliaia dell'esercito, capi di migliaia e capi
di centinaia, si avvicinarono a Mosè e gli dissero:
[49] "I tuoi servi hanno fatto il computo dei soldati che erano
sotto i nostri ordini e non ne manca neppure uno.
[50] Per questo portiamo, in offerta al Signore, ognuno quello che ha
trovato di oggetti d'oro: bracciali, braccialetti, anelli, pendenti,
collane, per il rito espiatorio per le nostre persone davanti al
Signore".
[51] Mosè e il sacerdote Eleazaro presero dalle loro mani quell'oro,
tutti gli oggetti lavorati.
[52] Tutto l'oro dell'offerta, che essi consacrarono al Signore con il
rito dell'elevazione, da parte dei capi di migliaia e dei capi di
centinaia, pesava sedicimilasettecentocinquanta sicli.
[53] Gli uomini dell'esercito si tennero il bottino che ognuno aveva
fatto per conto suo.
[54] Mosè e il sacerdote Eleazaro presero l'oro dei capi di migliaia e
di centinaia e lo portarono nella tenda del convegno come memoriale per
gli Israeliti davanti al Signore.
32
[1] I
figli di Ruben e i figli di Gad avevano bestiame in numero molto grande;
quando videro che il paese di Iazer e il paese di Gàlaad erano luoghi
da bestiame,
[2] i figli di Gad e i figli di Ruben vennero a parlare a Mosè, al
sacerdote Eleazaro e ai principi della comunità e dissero:
[3] "Atarot, Dibon, Iazer, Nimra, Chesbòn, Eleale, Sebam, Nebo e
Beon,
[4] terre che il Signore ha sconfitte alla presenza della comunità
d'Israele, sono terre da bestiame e i tuoi servi hanno appunto il
bestiame".
[5] Aggiunsero: "Se abbiamo trovato grazia ai tuoi occhi, sia
concesso ai tuoi servi il possesso di questo paese: non ci far passare
il Giordano".
[6] Ma Mosè rispose ai figli di Gad e ai figli di Ruben:
"Andrebbero dunque i vostri fratelli in guerra e voi ve ne stareste
qui?
[7] Perché volete scoraggiare gli Israeliti dal passare nel paese che
il Signore ha dato loro?
[8] Così fecero i vostri padri, quando li mandai da Kades-Barnea per
esplorare il paese.
[9] Salirono fino alla valle di Escol e, dopo aver esplorato il paese,
scoraggiarono gli Israeliti dall'entrare nel paese che il Signore aveva
loro dato.
[10] Così l'ira del Signore si accese in quel giorno ed egli giurò:
[11] Gli uomini che sono usciti dall'Egitto, dall'età di vent'anni in
su, non vedranno mai il paese che ho promesso con giuramento ad Abramo,
a Isacco e a Giacobbe, perché non mi hanno seguito fedelmente,
[12] se non Caleb, figlio di Iefunne, il Kenizzita, e Giosuè figlio di
Nun, che hanno seguito il Signore fedelmente.
[13] L'ira del Signore si accese dunque contro Israele; lo fece errare
nel deserto per quarant'anni, finché fosse finita tutta la generazione
che aveva agito male agli occhi del Signore.
[14] Ed ecco voi sorgerete al posto dei vostri padri, razza di uomini
peccatori, per aumentare ancora l'ira del Signore contro Israele.
[15] Perché se voi non volete più seguirlo, il Signore continuerà a
lasciarlo nel deserto e voi farete perire tutto questo popolo".
[16] Ma quelli si avvicinarono a lui e gli dissero: "Costruiremo
qui ovili per il nostro bestiame e città per i nostri fanciulli;
[17] ma, quanto a noi, ci terremo pronti in armi, per marciare davanti
agli Israeliti, finché li avremo condotti al luogo destinato loro;
intanto, i nostri fanciulli dimoreranno nelle fortezze per timore degli
abitanti del paese.
[18] Non torneremo alle nostre case finché ogni Israelita non abbia
preso possesso della sua eredità;
[19] non possiederemo nulla con loro al di là del Giordano e più
oltre, perché la nostra eredità ci è toccata da questa parte del
Giordano, a oriente".
[20] Allora Mosè disse loro: "Se fate questo, se vi armate per
andare a combattere davanti al Signore,
[21] se tutti quelli di voi che si armeranno passeranno il Giordano
davanti al Signore finché egli abbia scacciato i suoi nemici dalla sua
presenza,
[22] se non tornerete fin quando il paese vi sarà sottomesso davanti al
Signore, voi sarete innocenti di fronte al Signore e di fronte a Israele
e questo paese sarà vostra proprietà alla presenza del Signore.
[23] Ma, se non fate così, voi peccherete contro il Signore; sappiate
che il vostro peccato vi raggiungerà.
[24] Costruitevi pure città per i vostri fanciulli e ovili per i vostri
greggi, ma fate quello che la vostra bocca ha promesso".
[25] I figli di Gad e i figli di Ruben dissero a Mosè: "I tuoi
servi faranno quello che il mio signore comanda.
[26] I nostri fanciulli, le nostre mogli, i nostri greggi e tutto il
nostro bestiame rimarranno qui nelle città di Gàlaad;
[27] ma i tuoi servi, tutti armati per la guerra, andranno a combattere
davanti al Signore, come dice il mio signore".
[28] Allora Mosè diede per loro ordini al sacerdote Eleazaro, a Giosuè
figlio di Nun e ai capifamiglia delle tribù degli Israeliti.
[29] Mosè disse loro: "Se i figli di Gad e i figli di Ruben
passeranno con voi il Giordano tutti armati per combattere davanti al
Signore e se il paese sarà sottomesso davanti a voi, darete loro in
proprietà il paese di Gàlaad.
[30] Ma se non passano armati con voi, avranno la loro proprietà in
mezzo a voi nel paese di Cànaan".
[31] I figli di Gad e i figli di Ruben risposero: "Faremo come il
Signore ha ordinato ai tuoi servi.
[32] Passeremo in armi davanti al Signore nel paese di Cànaan, ma il
possesso della nostra eredità resti per noi di qua dal Giordano".
[33] Mosè dunque diede ai figli di Gad e ai figli di Ruben e a metà
della tribù di Manàsse, figlio di Giuseppe, il regno di Sicon, re
degli Amorrèi, e il regno di Og, re di Basan: il paese con le sue città
comprese entro i confini, le città del paese che si stendeva intorno.
[34] I figli di Gad ricostruirono Dibon, Atarot, Aroer,
[35] Aterot-Sofan, Iazer, Iogbea,
[36] Bet-Nimra e Bet-Aran, fortezze, e fecero ovili per i greggi.
[37] I figli di Ruben ricostruirono Chesbòn, Eleale, Kiriataim,
[38] Nebo e Baal-Meon, i cui nomi furono mutati, e Sibma e diedero nomi
alle città che avevano ricostruite.
[39] I figli di Machir, figlio di Manàsse, andarono nel paese di Gàlaad,
lo presero e ne cacciarono gli Amorrèi che vi abitavano.
[40] Mosè allora diede Gàlaad a Machir, figlio di Manàsse, che vi si
stabilì.
[41] Anche Iair, figlio di Manàsse, andò e prese i loro villaggi e li
chiamò villaggi di Iair.
[42] Nobach andò e prese Kenat con le dipendenze e la chiamò Nobach.
33
[1]
Queste sono le tappe degli Israeliti che uscirono dal paese d'Egitto,
ordinati secondo le loro schiere, sotto la guida di Mosè e di Aronne.
[2] Mosè scrisse i loro punti di partenza, tappa per tappa, per ordine
del Signore; queste sono le loro tappe nell'ordine dei loro punti di
partenza.
[3] Partirono da Ramses il primo mese, il quindici del primo mese. Il
giorno dopo la pasqua, gli Israeliti uscirono a mano alzata, alla vista
di tutti gli Egiziani,
[4] mentre gli Egiziani seppellivano quelli che il Signore aveva colpiti
fra di loro, cioè tutti i primogeniti, quando il Signore aveva fatto
giustizia anche dei loro dei.
[5] Gli Israeliti partirono dunque da Ramses e si accamparono a Succot.
[6] Partirono da Succot e si accamparono a Etam che è sull'estremità
del deserto.
[7] Partirono da Etam e piegarono verso Pi-Achirot, che è di fronte a
Baal-Zefon, e si accamparono davanti a Migdol.
[8] Partirono da Pi-Achirot, attraversarono il mare in direzione del
deserto, fecero tre giornate di marcia nel deserto di Etam e si
accamparono a Mara.
[9] Partirono da Mara e giunsero ad Elim; ad Elim c'erano dodici
sorgenti di acqua e settanta palme; qui si accamparono.
[10] Partirono da Elim e si accamparono presso il Mare Rosso.
[11] Partirono dal Mare Rosso e si accamparono nel deserto di Sin.
[12] Partirono dal deserto di Sin e si accamparono a Dofka.
[13] Partirono da Dofka e si accamparono ad Alus.
[14] Partirono da Alus e si accamparono a Refidim dove non c'era acqua
da bere per il popolo.
[15] Partirono da Refidim e si accamparono nel deserto del Sinai.
[16] Partirono dal deserto del Sinai e si accamparono a Kibrot-Taava.
[17] Partirono da Kibrot-Taava e si accamparono a Cazerot.
[18] Partirono da Cazerot e si accamparono a Ritma.
[19] Partirono da Ritma e si accamparono a Rimmon-Perez.
[20] Partirono da Rimmon-Perez e si accamparono a Libna.
[21] Partirono da Libna e si accamparono a Rissa.
[22] Partirono da Rissa e si accamparono a Keelata.
[23] Partirono da Keelata e si accamparono al monte Sefer.
[24] Partirono dal monte Sefer e si accamparono ad Arada.
[25] Partirono da Arada e si accamparono a Makelot.
[26] Partirono da Makelot e si accamparono a Tacat.
[27] Partirono da Tacat e si accamparono a Terach.
[28] Partirono da Terach e si accamparono a Mitka.
[29] Partirono da Mitka e si accamparono ad Asmona.
[30] Partirono da Asmona e si accamparono a Moserot.
[31] Partirono da Moserot e si accamparono a Bene-Iaakan.
[32] Partirono da Bene-Iaakan e si accamparono a Or-Ghidgad.
[33] Partirono da Or-Ghidgad e si accamparono a Iotbata.
[34] Partirono da Iotbata e si accamparono ad Abrona.
[35] Partirono da Abrona e si accamparono a Ezion-Gheber.
[36] Partirono da Ezion-Gheber e si accamparono nel deserto di Sin, cioè
a Kades.
[37] Poi partirono da Kades e si accamparono al monte Or all'estremità
del paese di Edom.
[38] Il sacerdote Aronne salì sul monte Or per ordine del Signore e in
quel luogo morì il quarantesimo anno dopo l'uscita degli Israeliti dal
paese d'Egitto, il quinto mese, il primo giorno del mese.
[39] Aronne era in età di centoventitré anni quando morì sul monte
Or.
[40] Il cananeo re di Arad, che abitava nel Negheb, nel paese di Cànaan,
venne a sapere che gli Israeliti arrivavano.
[41] Partirono dal monte Or e si accamparono a Salmona.
[42] Partirono da Salmona e si accamparono a Punon.
[43] Partirono da Punon e si accamparono a Obot.
[44] Partirono da Obot e si accamparono a Iie-Abarìm sui confini di
Moab.
[45] Partirono da Iie-Abarìm e si accamparono a Dibon-Gad.
[46] Partirono da Dibon-Gad e si accamparono ad Almon-Diblataim.
[47] Partirono da Almon-Diblataim e si accamparono ai monti Abarìm di
fronte a Nebo.
[48] Partirono dai monti Abarìm e si accamparono nelle steppe di Moab,
presso il Giordano di Gerico.
[49] Si accamparono presso il Giordano, da Bet-Iesimot fino ad
Abel-Sittim nelle steppe di Moab.
[50] Il Signore disse a Mosè nelle steppe di Moab presso il Giordano di
Gerico:
[51] "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando avrete passato
il Giordano e sarete entrati nel paese di Cànaan,
[52] caccerete dinanzi a voi tutti gli abitanti del paese, distruggerete
tutte le loro immagini, distruggerete tutte le loro statue di metallo
fuso e distruggerete tutte le loro alture.
[53] Prenderete possesso del paese e in esso vi stabilirete, perché io
vi ho dato il paese in proprietà.
[54] Dividerete il paese a sorte secondo le vostre famiglie. A quelle
che sono più numerose darete una porzione maggiore e a quelle che sono
meno numerose darete una porzione minore. Ognuno avrà quello che gli
sarà toccato in sorte; farete la divisione secondo le tribù dei vostri
padri.
[55] Ma se non cacciate dinanzi a voi gli abitanti del paese, quelli di
loro che vi avrete lasciati saranno per voi come spine negli occhi e
pungoli nei fianchi e vi faranno tribolare nel paese che abiterete.
[56] Allora io tratterò voi come mi ero proposto di trattare
loro".
34
[1] Il
Signore disse a Mosè:
[2] "Dà questo ordine agli Israeliti e riferisci loro: Quando
entrerete nel paese di Cànaan, questa sarà la terra che vi toccherà
in eredità: il paese di Cànaan.
[3] Il vostro confine meridionale comincerà al deserto di Sin, vicino a
Edom; così la vostra frontiera meridionale partirà dall'estremità del
Mar Morto, a oriente;
[4] questa frontiera volgerà al sud della salita di Akrabbim, passerà
per Sin e si estenderà a mezzogiorno di Kades-Barnea; poi continuerà
verso Cazar-Addar e passerà per Asmon.
[5] Da Asmon la frontiera girerà fino al torrente d'Egitto e finirà al
mare.
[6] La vostra frontiera a occidente sarà il Mar Mediterraneo: quella
sarà la vostra frontiera occidentale.
[7] Questa sarà la vostra frontiera settentrionale: partendo dal Mar
Mediterraneo, traccerete una linea fino al monte Or;
[8] dal monte Or, la traccerete in direzione di Amat e l'estremità
della frontiera sarà a Zedàd;
[9] la frontiera continuerà fino a Zifron e finirà a Cazar-Enan:
questa sarà la vostra frontiera settentrionale.
[10] Traccerete la vostra frontiera orientale da Cazar-Enan a Sefam;
[11] la frontiera scenderà da Sefam verso Ribla, a oriente di Ain; poi
la frontiera scenderà e si estenderà lungo il mare di Genèsaret, a
oriente;
[12] poi la frontiera scenderà lungo il Giordano e finirà al Mar
Morto. Questo sarà il vostro paese con le sue frontiere
tutt'intorno".
[13] Mosè comunicò quest'ordine agli Israeliti e disse loro:
"Questo è il paese che vi distribuirete a sorte e che il Signore
ha ordinato di dare a nove tribù e mezza;
[14] poiché la tribù dei figli di Ruben, secondo i loro casati
paterni, e la tribù dei figli di Gad, secondo i loro casati paterni, e
metà della tribù di Manàsse hanno ricevuto la loro porzione.
[15] Queste due tribù e mezza hanno ricevuto la loro porzione oltre il
Giordano di Gerico, dal lato orientale".
[16] Il Signore disse a Mosè:
[17] "Questi sono i nomi degli uomini che spartiranno il paese fra
di voi: il sacerdote Eleazaro e Giosuè, figlio di Nun.
[18] Prenderete anche un capo di ogni tribù per fare la spartizione del
paese.
[19] Ecco i nomi di questi uomini. Per la tribù di Giuda, Caleb figlio
di Iefunne.
[20] Per la tribù dei figli di Simeone, Samuele figlio di Ammiud.
[21] Per la tribù di Beniamino, Elidad figlio di Chislon.
[22] Per la tribù dei figli di Dan, il capo Bukki figlio di Iogli.
[23] Per i figli di Giuseppe, per la tribù dei figli di Manàsse, il
capo Anniel figlio di Efod;
[24] per la tribù dei figli di Efraim, il capo Kemuel figlio di Siptan.
[25] Per la tribù dei figli di Zàbulon, il capo Elisafan figlio di
Parnach.
[26] Per la tribù dei figli di Issacar, il capo Paltiel figlio di
Azzan.
[27] Per la tribù dei figli di Aser, il capo Achiud, figlio di Selomi.
[28] Per la tribù dei figli di Nèftali, il capo Pedael figlio di
Ammiud".
[29] Questi sono coloro ai quali il Signore ordinò di spartire il
possesso del paese di Cànaan tra gli Israeliti.
35
[1] Il
Signore disse ancora a Mosè nelle steppe di Moab presso il Giordano di
Gerico:
[2] "Ordina agli Israeliti che dell'eredità che possiederanno
riservino ai leviti città da abitare; darete anche ai leviti il contado
che è intorno alla città.
[3] Essi avranno le città per abitarvi e il contado servirà per il
loro bestiame, per i loro beni e per tutti i loro animali.
[4] Il contado delle città che darete ai leviti si estenderà per lo
spazio di mille cubiti fuori dalle mura della città tutt'intorno.
[5] Misurerete dunque, fuori della città, duemila cubiti dal lato
orientale, duemila cubiti dal lato meridionale, duemila cubiti dal lato
occidentale e duemila cubiti dal lato settentrionale; la città sarà in
mezzo. Tale sarà il contado di ciascuna delle loro città.
[6] Fra le città che darete ai leviti, sei saranno città di asilo, che
voi designerete perché vi si rifugi l'omicida: a queste aggiungerete
altre quarantadue città.
[7] Tutte le città che darete ai leviti saranno dunque quarantotto con
il relativo contado.
[8] Di queste città che darete ai leviti, prendendole dalla proprietà
degli Israeliti, ne prenderete di più da quelli che ne hanno di più e
di meno da quelli che ne hanno di meno; ognuno ai leviti darà delle sue
città in proporzione della eredità che gli sarà toccata".
[9] Il Signore disse a Mosè:
[10] "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando avrete passato
il Giordano e sarete entrati nel paese di Cànaan,
[11] designerete città che siano per voi città di asilo, dove possa
rifugiarsi l'omicida che avrà ucciso qualcuno involontariamente.
[12] Queste città vi serviranno di asilo contro il vendicatore del
sangue, perché l'omicida non sia messo a morte prima di comparire in
giudizio dinanzi alla comunità.
[13] Delle città che darete, sei saranno dunque per voi città di
asilo.
[14] Darete tre città di qua dal Giordano e darete tre altre città nel
paese di Cànaan; saranno città di rifugio.
[15] Queste sei città serviranno di rifugio agli Israeliti, al
forestiero e all'ospite che soggiornerà in mezzo a voi, perché vi si
rifugi chiunque abbia ucciso qualcuno involontariamente.
[16] Ma se uno colpisce un altro con uno strumento di ferro e quegli
muore, quel tale è omicida; l'omicida dovrà essere messo a morte.
[17] Se lo colpisce con una pietra che aveva in mano, atta a causare la
morte, e il colpito muore, quel tale è un omicida; l'omicida dovrà
essere messo a morte.
[18] O se lo colpisce con uno strumento di legno che aveva in mano, atto
a causare la morte, e il colpito muore, quel tale è un omicida;
l'omicida dovrà essere messo a morte.
[19] Sarà il vendicatore del sangue quegli che metterà a morte
l'omicida; quando lo incontrerà, lo ucciderà.
[20] Se uno dà a un altro una spinta per odio o gli getta contro
qualcosa con premeditazione, e quegli muore,
[21] o lo colpisce per inimicizia con la mano, e quegli muore, chi ha
colpito dovrà essere messo a morte; egli è un omicida e il vendicatore
del sangue ucciderà l'omicida quando lo incontrerà.
[22] Ma se gli dà una spinta per caso e non per inimicizia o gli getta
contro qualcosa senza premeditazione
[23] o se, senza volerlo, gli fa cadere addosso una pietra che possa
causare la morte e quegli ne muore, senza che l'altro che fosse nemico o
gli volesse fare del male,
[24] allora ecco le regole secondo le quali la comunità giudicherà fra
colui che ha colpito e il vendicatore del sangue.
[25] La comunità libererà l'omicida dalle mani del vendicatore del
sangue e lo farà tornare alla città di asilo dove era fuggito. Lì
dovrà abitare fino alla morte del sommo sacerdote che fu unto con
l'olio santo.
[26] Ma se l'omicida esce dai confini della città di asilo dove si era
rifugiato
[27] e se il vendicatore del sangue trova l'omicida fuori dei confini
della sua città di asilo e l'uccide, il vendicatore del sangue non sarà
reo del sangue versato.
[28] Perché l'omicida deve stare nella sua città di asilo fino alla
morte del sommo sacerdote; dopo la morte del sommo sacerdote, l'omicida
potrà tornare nella terra di sua proprietà.
[29] Queste vi servano come norme di diritto, di generazione in
generazione, in tutti i luoghi dove abiterete.
[30] Se uno uccide un altro, l'omicida sarà messo a morte in seguito a
deposizione di testimoni, ma un unico testimone non basterà per
condannare a morte una persona.
[31] Non accetterete prezzo di riscatto per la vita di un omicida, reo
di morte, perché dovrà essere messo a morte.
[32] Non accetterete prezzo di riscatto che permetta all'omicida di
fuggire dalla sua città di rifugio e di tornare ad abitare nel suo
paese fino alla morte del sacerdote.
[33] Non contaminerete il paese dove sarete, perché il sangue contamina
il paese; non si potrà fare per il paese alcuna espiazione del sangue
che vi sarà stato sparso, se non mediante il sangue di chi l'avrà
sparso.
[34] Non contaminerete dunque il paese che andate ad abitare e in mezzo
al quale io dimorerò; perché io sono il Signore che dimoro in mezzo
agli Israeliti".
36
[1] I
capifamiglia dei figli di Gàlaad, figlio di Machir, figlio di Manàsse,
tra le famiglie dei figli di Giuseppe, si fecero avanti a parlare in
presenza di Mosè e dei principi capifamiglia degli Israeliti
[2] e dissero: "Il Signore ha ordinato al mio signore di dare il
paese in eredità agli Israeliti in base alla sorte; il mio signore ha
anche ricevuto l'ordine da Dio di dare l'eredità di Zelofcad, nostro
fratello, alle figlie di lui.
[3] Se queste si maritano a qualche figlio delle altre tribù degli
Israeliti, la loro eredità sarà detratta dalla eredità dei nostri
padri e aggiunta all'eredità della tribù nella quale esse saranno
entrate; così sarà detratta dall'eredità che ci è toccata in sorte.
[4] Quando verrà il giubileo per gli Israeliti, la loro eredità sarà
aggiunta a quella della tribù nella quale saranno entrate e l'eredità
loro sarà detratta dalla eredità della tribù dei nostri padri".
[5] Allora Mosè comunicò agli Israeliti quest'ordine ricevuto dal
Signore: "La tribù dei figli di Giuseppe dice bene.
[6] Questo il Signore ha ordinato riguardo alle figlie di Zelofcad: si
mariteranno a chi vorranno, purché si maritino in una famiglia della
tribù dei loro padri.
[7] Nessuna eredità tra gli Israeliti potrà passare da una tribù
all'altra, ma ciascuno degli Israeliti si terrà vincolato all'eredità
della tribù dei suoi padri.
[8] Ogni fanciulla che possiede una eredità in una tribù degli
Israeliti, si mariterà ad uno che appartenga ad una famiglia della tribù
di suo padre, perché ognuno degli Israeliti rimanga nel possesso
dell'eredità dei suoi padri
[9] e nessuna eredità passi da una tribù all'altra; ognuna delle tribù
degli Israeliti si terrà vincolata alla propria eredità".
[10] Le figlie di Zelofcad fecero secondo l'ordine che il Signore aveva
dato a Mosè.
[11] Macla, Tirza, Ogla, Milca e Noa, le figlie di Zelofcad, sposarono i
figli dei loro zii paterni;
[12] si maritarono nelle famiglie dei figli di Manàsse, figlio di
Giuseppe, e la loro eredità rimase nella tribù della famiglia del
padre loro.
[13] Questi sono i comandi e le leggi che il Signore diede agli
Israeliti per mezzo di Mosè, nelle steppe di Moab, presso il Giordano
di Gerico.
DEUTERONOMIO
1
[1]
Queste sono le parole che Mosè rivolse a tutto Israele oltre il
Giordano, nel deserto, nella valle dell'Araba, di fronte a Suf, tra
Paran, Tofel, Laban, Cazerot e Di-Zaab.
[2] Vi sono undici giornate dall'Oreb, per la via del monte Seir, fino a
Kades-Barnea.
[3] Nel quarantesimo anno, l'undicesimo mese, il primo giorno del mese,
Mosè parlò agli Israeliti, secondo quanto il Signore gli aveva
ordinato di dir loro.
[4] Dopo aver sconfitto Sicon, re degli Amorrèi, che abitava in Chesbòn,
e Og, re di Basan, che abitava in Astarot e in Edrei,
[5] oltre il Giordano, nel paese di Moab, Mosè cominciò a spiegare
questa legge:
[6] "Il Signore nostro Dio ci ha parlato sull'Oreb e ci ha detto:
Avete dimorato abbastanza su questa montagna;
[7] voltatevi, levate l'accampamento e andate verso le montagne degli
Amorrèi e in tutte le regioni vicine: la valle dell'Araba, le montagne,
la Sefela, il Negheb, la costa del mare, nel paese dei Cananei e nel
Libano, fino al grande fiume, il fiume Eufràte.
[8] Ecco, io vi ho posto il paese dinanzi; entrate, prendete in possesso
il paese che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri, Abramo,
Isacco e Giacobbe, e alla loro stirpe dopo di essi.
[9] In quel tempo io vi ho parlato e vi ho detto: Io non posso da solo
sostenere il carico del popolo.
[10] Il Signore vostro Dio vi ha moltiplicati ed ecco oggi siete
numerosi come le stelle del cielo.
[11] Il Signore, Dio dei vostri padri, vi aumenti anche mille volte di
più e vi benedica come vi ha promesso di fare.
[12] Ma come posso io da solo portare il vostro peso, il vostro carico e
le vostre liti?
[13] Sceglietevi nelle vostre tribù uomini saggi, intelligenti e
stimati, e io li costituirò vostri capi.
[14] Voi mi rispondeste: Va bene ciò che proponi di fare.
[15] Allora presi i capi delle vostre tribù, uomini saggi e stimati, e
li stabilii sopra di voi come capi di migliaia, capi di centinaia, capi
di cinquantine, capi di decine, e come scribi nelle vostre tribù.
[16] In quel tempo diedi quest'ordine ai vostri giudici: Ascoltate le
cause dei vostri fratelli e giudicate con giustizia le questioni che uno
può avere con il fratello o con lo straniero che sta presso di lui.
[17] Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali, darete ascolto al
piccolo come al grande; non temerete alcun uomo, poiché il giudizio
appartiene a Dio; le cause troppo difficili per voi le presenterete a me
e io le ascolterò.
[18] In quel tempo io vi ordinai tutte le cose che dovevate fare.
[19] Poi partimmo dall'Oreb e attraversammo tutto quel deserto grande e
spaventoso che avete visto, dirigendoci verso le montagne degli Amorrèi,
come il Signore nostro Dio ci aveva ordinato di fare, e giungemmo a
Kades-Barnea.
[20] Allora vi dissi: Siete arrivati presso la montagna degli Amorrèi,
che il Signore nostro Dio sta per darci.
[21] Ecco il Signore tuo Dio ti ha posto il paese dinanzi; entra,
prendine possesso, come il Signore Dio dei tuoi padri ti ha detto; non
temere e non ti scoraggiare!
[22] Voi vi accostaste a me tutti e diceste: Mandiamo uomini innanzi a
noi, che esplorino il paese e ci riferiscano sul cammino per il quale
noi dovremo salire e sulle città nelle quali dovremo entrare.
[23] La proposta mi piacque e scelsi dodici uomini tra di voi, uno per
tribù.
[24] Quelli si incamminarono, salirono verso i monti, giunsero alla
valle di Escol ed esplorarono il paese.
[25] Presero con le mani i frutti del paese, ce li portarono e ci fecero
questa relazione: È buono il paese che il Signore nostro Dio sta per
darci.
[26] Ma voi non voleste entrarvi e vi ribellaste all'ordine del Signore
vostro Dio;
[27] mormoraste nelle vostre tende e diceste: Il Signore ci odia, per
questo ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto per darci in mano agli
Amorrèi e per distruggerci.
[28] Dove possiamo andare noi? I nostri fratelli ci hanno scoraggiati
dicendo: Quella gente è più grande e più alta di noi; le città sono
grandi e fortificate fino al cielo; abbiamo visto là perfino dei figli
degli Anakiti.
[29] Allora dissi a voi: Non spaventatevi e non abbiate paura di loro.
[30] Il Signore stesso vostro Dio, che vi precede, combatterà per voi,
come ha fatto tante volte sotto gli occhi vostri in Egitto
[31] e come ha fatto nel deserto, dove hai visto come il Signore tuo Dio
ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il
cammino che avete fatto, finché siete arrivati qui.
[32] Nonostante questo, non aveste fiducia nel Signore vostro Dio
[33] che andava innanzi a voi nel cammino per cercarvi un luogo dove
porre l'accampamento: di notte nel fuoco, per mostrarvi la via dove
andare, e di giorno nella nube.
[34] Il Signore udì le vostre parole, si adirò e giurò:
[35] Nessuno degli uomini di questa malvagia generazione vedrà il buon
paese che ho giurato di dare ai vostri padri,
[36] se non Caleb, figlio di Iefunne. Egli lo vedrà e a lui e ai suoi
figli darò la terra che ha calcato, perché ha pienamente seguito il
Signore.
[37] Anche contro di me si adirò il Signore, per causa vostra, e disse:
Neanche tu vi entrerai,
[38] ma vi entrerà Giosuè, figlio di Nun, che sta al tuo servizio;
incoraggialo, perché egli metterà Israele in possesso di questo paese.
[39] E i vostri bambini, dei quali avete detto: Diventeranno oggetto di
preda! e i vostri figli, che oggi non conoscono né il bene né il male,
essi vi entreranno; a loro lo darò ed essi lo possiederanno.
[40] Ma voi volgetevi indietro e incamminatevi verso il deserto, in
direzione del Mare Rosso.
[41] Allora voi mi rispondeste: Abbiamo peccato contro il Signore!
Entreremo e combatteremo in tutto come il Signore nostro Dio ci ha
ordinato. Ognuno di voi cinse le armi e presumeste di salire verso la
montagna.
[42] Il Signore mi disse: Ordina loro: Non salite e non combattete,
perché io non sono in mezzo a voi; voi sarete sconfitti davanti ai
vostri nemici.
[43] Io ve lo dissi, ma voi non mi ascoltaste; anzi vi ribellaste
all'ordine del Signore, foste presuntuosi e osaste salire verso i monti.
[44] Allora gli Amorrèi, che abitano quella montagna, uscirono contro
di voi, vi inseguirono come fanno le api e vi batterono in Seir fino a
Corma.
[45] Voi tornaste e piangeste davanti al Signore; ma il Signore non
diede ascolto alla vostra voce e non vi porse l'orecchio.
[46] Così rimaneste in Kades molti giorni, per tutto il tempo in cui vi
siete rimasti.
2
[1]
Allora cambiammo direzione e partimmo per il deserto verso il Mare
Rosso, come il Signore mi aveva detto, e girammo intorno al monte Seir
per lungo tempo.
[2] Il Signore mi disse:
[3] Avete girato abbastanza intorno a questa montagna; volgetevi verso
settentrione.
[4] Dà quest'ordine al popolo: Voi state per passare i confini dei
figli di Esaù, vostri fratelli, che dimorano in Seir; essi avranno
paura di voi; state bene in guardia:
[5] non muovete loro guerra, perché del loro paese io non vi darò
neppure quanto ne può calcare la pianta di un piede; infatti ho dato il
monte di Seir in proprietà a Esaù.
[6] Comprerete da loro con denaro le vettovaglie che mangerete e
comprerete da loro con denaro anche l'acqua da bere.
[7] Perché il Signore tuo Dio ti ha benedetto in ogni lavoro delle tue
mani, ti ha seguito nel tuo viaggio attraverso questo grande deserto; il
Signore tuo Dio è stato con te in questi quaranta anni e non ti è
mancato nulla.
[8] Allora passammo oltre i nostri fratelli, i figli di Esaù, che
abitano in Seir, lungo la via dell'Araba, per Elat ed Ezion-Gheber. Poi
ci voltammo e avanzammo in direzione del deserto di Moab.
[9] Il Signore mi disse: Non attaccare Moab e non gli muovere guerra,
perché io non ti darò nulla da possedere nel suo paese; infatti ho
dato Ar ai figli di Lot, come loro proprietà.
[10] Prima vi abitavano gli Emim: popolo grande, numeroso, alto di
statura come gli Anakiti.
[11] Erano anch'essi considerati Refaim come gli Anakiti; ma i Moabiti
li chiamavano Emim.
[12] Anche Seir era prima abitata dagli Hurriti, ma i figli di Esaù li
scacciarono, li distrussero e si stabilirono al posto loro, come ha
fatto Israele nel paese che possiede e che il Signore gli ha dato.
[13] Ora alzatevi e passate il torrente Zered! E attraversammo il
torrente Zered.
[14] La durata del nostro cammino, da Kades-Barnea al passaggio del
torrente Zered, fu di trentotto anni, finché tutta quella generazione
di uomini atti alla guerra scomparve dall'accampamento, come il Signore
aveva loro giurato.
[15] Anche la mano del Signore era stata contro di loro, per sterminarli
dall'accampamento finché fossero annientati.
[16] Quando tutti quegli uomini atti alla guerra furono passati nel
numero dei morti,
[17] il Signore mi disse:
[18] Oggi tu stai per passare i confini di Moab, ad Ar, e ti avvicinerai
agli Ammoniti.
[19] Non li attaccare e non muover loro guerra, perché io non ti darò
nessun possesso nel paese degli Ammoniti; infatti l'ho dato in proprietà
ai figli di Lot.
[20] Anche questo paese era reputato paese di Refaim: prima vi abitavano
i Refaim e gli Ammoniti li chiamavano Zanzummim:
[21] popolo grande, numeroso, alto di statura come gli Anakiti; ma il
Signore li aveva distrutti davanti agli Ammoniti, che li avevano
scacciati e si erano stabiliti al loro posto.
[22] Così il Signore aveva fatto per i figli di Esaù che abitano in
Seir, quando distrusse gli Hurriti davanti a loro; essi li scacciarono e
si stabilirono al loro posto e vi sono rimasti fino ad oggi.
[23] Anche gli Avviti, che dimoravano in villaggi fino a Gaza, furono
distrutti dai Kaftoriti, usciti da Kaftor, i quali si stabilirono al
loro posto.
[24] Suvvia, levate l'accampamento e passate la valle dell'Arnon; ecco
io metto in tuo potere Sicon, l'Amorreo, re di Chesbòn, e il suo paese;
comincia a prenderne possesso e muovigli guerra.
[25] Oggi comincerò a incutere paura e terrore di te ai popoli che sono
sotto tutto il cielo, così che, all'udire la tua fama, tremeranno e
saranno presi da spavento dinanzi a te.
[26] Allora mandai messaggeri dal deserto di Kedemot a Sicon, re di
Chesbòn, con parole di pace, e gli feci dire:
[27] Lasciami passare nel tuo paese; io camminerò per la strada
maestra, senza volgermi né a destra né a sinistra.
[28] Tu mi venderai per denaro contante le vettovaglie che mangerò e mi
darai per denaro contante l'acqua che berrò; permittimi solo il
transito,
[29] come mi hanno permesso i figli di Esaù, che abitano in Seir, e i
Moabiti che abitano in Ar, finché io abbia passato il Giordano per
entrare nel paese che il Signore nostro Dio sta per darci.
[30] Ma Sicon, re di Chesbòn, non ci volle lasciar passare nel suo
paese, perché il Signore tuo Dio gli aveva reso inflessibile lo spirito
e ostinato il cuore, per mettertelo nelle mani, come appunto è oggi.
[31] Il Signore mi disse: Vedi, ho cominciato a mettere in tuo potere
Sicon e il suo paese; dà inizio alla conquista impadronendoti del suo
paese.
[32] Allora Sicon uscì contro di noi con tutta la sua gente per darci
battaglia a Iaaz.
[33] Il Signore nostro Dio ce lo mise nelle mani e noi abbiamo sconfitto
lui, i suoi figli e tutta la sua gente.
[34] In quel tempo prendemmo tutte le sue città e votammo allo
sterminio ogni città, uomini, donne, bambini; non vi lasciammo alcun
superstite.
[35] Soltanto asportammo per noi come preda il bestiame e le spoglie
delle città che avevamo prese.
[36] Da Aroer, che è sull'orlo della valle dell'Arnon, e dalla città
che è sul torrente stesso, fino a Gàlaad, non ci fu città che fosse
inaccessibile per noi: il Signore nostro Dio le mise tutte in nostro
potere.
[37] Ma non ti avvicinasti al paese degli Ammoniti, a tutta la riva dal
torrente Iabbok, alle città delle montagne, a tutti i luoghi che il
Signore nostro Dio ci aveva proibito di attaccare.
3
[1] Poi
ci voltammo e salimmo per la via di Basan. Og re di Basan, con tutta la
sua gente, ci venne incontro per darci battaglia a Edrei.
[2] Il Signore mi disse: Non lo temere, perché io darò in tuo potere
lui, tutta la sua gente e il suo paese; tu farai a lui quel che hai
fatto a Sicon, re degli Amorrèi, che abitava a Chesbòn.
[3] Così il Signore nostro Dio mise in nostro potere anche Og, re di
Basan, con tutta la sua gente; noi lo abbiamo sconfitto, senza
lasciargli alcun superstite.
[4] Gli prendemmo in quel tempo tutte le sue città; non ci fu città
che noi non prendessimo loro: sessanta città, tutta la regione di
Argob, il regno di Og in Basan.
[5] Tutte queste città erano fortificate, con alte mura, porte e
sbarre, senza contare le città aperte, che erano molto numerose.
[6] Noi le votammo allo sterminio, come avevamo fatto di Sicon, re di
Chesbòn: votammo allo sterminio ogni città, uomini, donne, bambini.
[7] Ma il bestiame e le spoglie delle città asportammo per noi come
preda.
[8] In quel tempo, abbiamo preso ai due re degli Amorrèi il paese che
è oltre il Giordano, dal torrente Arnon al monte Ermon
[9] - quelli di Sidone chiamano Sirion l'Ermon, gli Amorrèi lo chiamano
Senir -,
[10] tutte le città della pianura, tutto Gàlaad, tutto Basan fino a
Salca e a Edrei, città del regno di Og in Basan.
[11] Perché Og, re di Basan, era rimasto l'unico superstite dei Refaim.
Ecco, il suo letto, un letto di ferro, non è forse a Rabba degli
Ammoniti? È lungo nove cubiti secondo il cubito di un uomo.
[12] In quel tempo abbiamo preso in possesso questo paese: ai Rubeniti e
ai Gaditi diedi il territorio di Aroer, sul torrente Arnon, fino a metà
della montagna di Gàlaad con le sue città.
[13] Alla metà della tribù di Manàsse diedi il resto di Gàlaad e
tutto il regno di Og in Basan; tutta la regione di Argob con tutto
Basan, che si chiamava il paese dei Refaim.
[14] Iair, figlio di Manàsse, prese tutta la regione di Argob, sino ai
confini dei Ghesuriti e dei Maacatiti, e chiamò con il suo nome i
villaggi di Basan, che anche oggi si chiamano Villaggi di Iair.
[15] Diedi Gàlaad a Machir.
[16] Ai Rubeniti e ai Gaditi diedi da Gàlaad fino al torrente Arnon,
fino alla metà del torrente che serve di confine e fino al torrente
Iabbok, frontiera degli Ammoniti,
[17] e l'Araba il cui confine è costituito dal Giordano, da Genèsaret
fino al mare dell'Araba, cioè il Mar Morto, sotto le pendici del Pisga,
verso l'oriente.
[18] Ora in quel tempo io vi diedi quest'ordine: Il Signore vostro Dio
vi ha dato questo paese in proprietà. Voi tutti, uomini vigorosi,
passerete armati alla testa degli Israeliti vostri fratelli.
[19] Soltanto le vostre mogli, i vostri fanciulli e il vostro bestiame
(so che di bestiame ne avete molto) rimarranno nelle città che vi ho
date,
[20] finché il Signore abbia dato una dimora tranquilla ai vostri
fratelli come ha fatto per voi, e prendano anch'essi possesso del paese
che il Signore vostro Dio sta per dare a loro oltre il Giordano. Poi
ciascuno tornerà nel possesso che io vi ho dato.
[21] In quel tempo diedi anche a Giosuè quest'ordine: I tuoi occhi
hanno visto quanto il Signore vostro Dio ha fatto a questi due re; lo
stesso farà il Signore a tutti i regni nei quali tu stai per entrare.
[22] Non li temete, perché lo stesso Signore vostro Dio combatte per
voi.
[23] In quel medesimo tempo, io supplicai il Signore:
[24] Signore Dio, tu hai cominciato a mostrare al tuo servo la tua
grandezza e la tua mano potente; quale altro Dio, infatti, in cielo o
sulla terra, può fare opere e prodigi come i tuoi?
[25] Permetti che io passi al di là e veda il bel paese che è oltre il
Giordano e questi bei monti e il Libano.
[26] Ma il Signore si adirò contro di me, per causa vostra, e non mi
esaudì. Il Signore mi disse: Basta, non parlarmi più di questa cosa.
[27] Sali sulla cima del Pisga, volgi lo sguardo a occidente, a
settentrione, a mezzogiorno e a oriente e contempla il paese con gli
occhi; perché tu non passerai questo Giordano.
[28] Trasmetti i tuoi ordini a Giosuè, rendilo intrepido e
incoraggialo, perché lui lo passerà alla testa di questo popolo e
metterà Israele in possesso del paese che vedrai.
[29] Così ci fermammo nella valle di fronte a Bet-Peor.
4
[1] Ora
dunque, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, perché
le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso del
paese che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.
[2] Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete
nulla; ma osserverete i comandi del Signore Dio vostro che io vi
prescrivo.
[3] I vostri occhi videro ciò che il Signore ha fatto a Baal-Peor: come
il Signore tuo Dio abbia distrutto in mezzo a te quanti avevano seguito
Baal-Peor;
[4] ma voi che vi manteneste fedeli al Signore vostro Dio siete oggi
tutti in vita.
[5] Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore mio Dio mi
ha ordinato, perché le mettiate in pratica nel paese in cui state per
entrare per prenderne possesso.
[6] Le osserverete dunque e le metterete in pratica perché quella sarà
la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i
quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: Questa grande
nazione è il solo popolo saggio e intelligente.
[7] Infatti qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come
il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?
[8] E qual grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa
legislazione che io oggi vi espongo?
[9] Ma guardati e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi
hanno viste: non ti sfuggano dal cuore, per tutto il tempo della tua
vita. Le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli.
[10] Ricordati del giorno in cui sei comparso davanti al Signore tuo Dio
sull'Oreb, quando il Signore mi disse: Radunami il popolo e io farò
loro udire le mie parole, perché imparino a temermi finché vivranno
sulla terra, e le insegnino ai loro figli.
[11] Voi vi avvicinaste e vi fermaste ai piedi del monte; il monte
ardeva nelle fiamme che si innalzavano in mezzo al cielo; vi erano
tenebre, nuvole e oscurità.
[12] Il Signore vi parlò dal fuoco; voi udivate il suono delle parole
ma non vedevate alcuna figura; vi era soltanto una voce.
[13] Egli vi annunciò la sua alleanza, che vi comandò di osservare,
cioè i dieci comandamenti, e li scrisse su due tavole di pietra.
[14] A me in quel tempo il Signore ordinò di insegnarvi leggi e norme,
perché voi le metteste in pratica nel paese in cui state per entrare
per prenderne possesso.
[15] Poiché dunque non vedeste alcuna figura, quando il Signore vi parlò
sull'Oreb dal fuoco, state bene in guardia per la vostra vita,
[16] perché non vi corrompiate e non vi facciate l'immagine scolpita di
qualche idolo, la figura di maschio o femmina,
[17] la figura di qualunque animale, la figura di un uccello che vola
nei cieli,
[18] la figura di una bestia che striscia sul suolo, la figura di un
pesce che vive nelle acque sotto la terra;
[19] perché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le
stelle, tutto l'esercito del cielo, tu non sia trascinato a prostrarti
davanti a quelle cose e a servirle; cose che il Signore tuo Dio ha
abbandonato in sorte a tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli.
[20] Voi invece, il Signore vi ha presi, vi ha fatti uscire dal
crogiuolo di ferro, dall'Egitto, perché foste un popolo che gli
appartenesse, come oggi difatti siete.
[21] Il Signore si adirò contro di me per causa vostra e giurò che io
non avrei passato il Giordano e non sarei entrato nella fertile terra
che il Signore Dio tuo ti dà in eredità.
[22] Perché io devo morire in questo paese, senza passare il Giordano;
ma voi lo dovete passare e possiederete quella fertile terra.
[23] Guardatevi dal dimenticare l'alleanza che il Signore vostro Dio ha
stabilita con voi e dal farvi alcuna immagine scolpita di qualunque
cosa, riguardo alla quale il Signore tuo Dio ti ha dato un comando.
[24] Poiché il Signore tuo Dio è fuoco divoratore, un Dio geloso.
[25] Quando avrete generato figli e nipoti e sarete invecchiati nel
paese, se vi corromperete, se vi farete immagini scolpite di qualunque
cosa, se farete ciò che è male agli occhi del Signore vostro Dio per
irritarlo,
[26] io chiamo oggi in testimonio contro di voi il cielo e la terra: voi
certo perirete, scomparendo dal paese di cui state per prendere possesso
oltre il Giordano. Voi non vi rimarrete lunghi giorni, ma sarete tutti
sterminati.
[27] Il Signore vi disperderà fra i popoli e non resterete più di un
piccolo numero fra le nazioni dove il Signore vi condurrà.
[28] Là servirete a dei fatti da mano d'uomo, dei di legno e di pietra,
i quali non vedono, non mangiano, non odorano.
[29] Ma di là cercherai il Signore tuo Dio e lo troverai, se lo
cercherai con tutto il cuore e con tutta l'anima.
[30] Con angoscia, quando tutte queste cose ti saranno avvenute, negli
ultimi giorni, tornerai al Signore tuo Dio e ascolterai la sua voce,
[31] poiché il Signore Dio tuo è un Dio misericordioso; non ti
abbandonerà e non ti distruggerà, non dimenticherà l'alleanza che ha
giurata ai tuoi padri.
[32] Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno
in cui Dio creò l'uomo sulla terra e da un'estremità dei cieli
all'altra, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a
questa?
[33] Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco,
come l'hai udita tu, e che rimanesse vivo?
[34] O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo
a un'altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e
braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore vostro Dio
in Egitto, sotto i vostri occhi?
[35] Tu sei diventato spettatore di queste cose, perché tu sappia che
il Signore è Dio e che non ve n'è altri fuori di lui.
[36] Dal cielo ti ha fatto udire la sua voce per educarti; sulla terra
ti ha mostrato il suo grande fuoco e tu hai udito le sue parole di mezzo
al fuoco.
[37] Perché ha amato i tuoi padri, ha scelto la loro posterità e ti ha
fatto uscire dall'Egitto con la sua stessa presenza e con grande
potenza,
[38] per scacciare dinanzi a te nazioni più grandi e più potenti di
te, per farti entrare nel loro paese e dartene il possesso, come appunto
è oggi.
[39] Sappi dunque oggi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è
Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n'è altro.
[40] Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti dò, perché
sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel
paese che il Signore tuo Dio ti dà per sempre".
[41] In quel tempo Mosè scelse tre città oltre il Giordano verso
oriente,
[42] perché servissero di asilo all'omicida che avesse ucciso il suo
prossimo involontariamente, senza averlo odiato prima, perché potesse
aver salva la vita fuggendo in una di quelle città.
[43] Esse furono Beser, nel deserto, sull'altipiano, per i Rubeniti;
Ramot, in Gàlaad, per i Gaditi, e Golan, in Basan, per i Manassiti.
[44] Questa è la legge che Mosè espose agli Israeliti.
[45] Queste sono le istruzioni, le leggi e le norme che Mosè diede agli
Israeliti quando furono usciti dall'Egitto,
[46] oltre il Giordano, nella valle di fronte a Bet-Peor, nel paese di
Sicon re degli Amorrèi che abitava in Chesbòn, e che Mosè e gli
Israeliti sconfissero quando furono usciti dall'Egitto.
[47] Essi avevano preso possesso del paese di lui e del paese di Og re
di Basan - due re Amorrèi che stavano oltre il Giordano, verso oriente
-,
[48] da Aroer, che è sull'orlo della valle dell'Arnon, fino al monte
Sirion, cioè l'Ermon,
[49] con tutta l'Araba oltre il Giordano, verso oriente, fino al mare
dell'Araba sotto le pendici del Pisga.
5
[1] Mosè
convocò tutto Israele e disse loro: "Ascolta, Israele, le leggi e
le norme che oggi io proclamo dinanzi a voi: imparatele e custoditele e
mettetele in pratica.
[2] Il Signore nostro Dio ha stabilito con noi un'alleanza sull'Oreb.
[3] Il Signore non ha stabilito questa alleanza con i nostri padri, ma
con noi che siamo qui oggi tutti in vita.
[4] Il Signore vi ha parlato faccia a faccia sul monte dal fuoco,
[5] mentre io stavo tra il Signore e voi, per riferirvi la parola del
Signore, perché voi avevate paura di quel fuoco e non eravate saliti
sul monte. Egli disse:
[6] Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di
Egitto, dalla condizione servile.
[7] Non avere altri dei di fronte a me.
[8] Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in
cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle
acque sotto la terra.
[9] Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché
io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri
nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi
odiano,
[10] ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi
amano e osservano i miei comandamenti.
[11] Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio perché il
Signore non ritiene innocente chi pronuncia il suo nome invano.
[12] Osserva il giorno di sabato per santificarlo, come il Signore Dio
tuo ti ha comandato.
[13] Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro,
[14] ma il settimo giorno è il sabato per il Signore tuo Dio: non fare
lavoro alcuno né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo
schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né
alcuna delle tue bestie, né il forestiero, che sta entro le tue porte,
perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te.
[15] Ricordati che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore
tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò
il Signore tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato.
[16] Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha
comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che
il Signore tuo Dio ti dà.
[17] Non uccidere.
[18] Non commettere adulterio.
[19] Non rubare.
[20] Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
[21] Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa
del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua
schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che
sono del tuo prossimo.
[22] Queste parole pronunciò il Signore, parlando a tutta la vostra
assemblea, sul monte, dal fuoco, dalla nube e dall'oscurità, con voce
poderosa, e non aggiunse altro. Le scrisse su due tavole di pietra e me
le diede.
[23] All'udire la voce in mezzo alle tenebre, mentre il monte era tutto
in fiamme, i vostri capitribù e i vostri anziani si avvicinarono tutti
a me
[24] e dissero: Ecco il Signore nostro Dio ci ha mostrato la sua gloria
e la sua grandezza e noi abbiamo udito la sua voce dal fuoco; oggi
abbiamo visto che Dio può parlare con l'uomo e l'uomo restare vivo.
[25] Ma ora, perché dovremmo morire? Questo grande fuoco infatti ci
consumerà; se continuiamo a udire ancora la voce del Signore nostro Dio
moriremo.
[26] Poiché chi tra tutti i mortali ha udito come noi la voce del Dio
vivente parlare dal fuoco ed è rimasto vivo?
[27] Avvicinati tu e ascolta quanto il Signore nostro Dio dirà; ci
riferirai quanto il Signore nostro Dio ti avrà detto e noi lo
ascolteremo e lo faremo.
[28] Il Signore udì le vostre parole, mentre mi parlavate, e mi disse:
Ho udito le parole che questo popolo ti ha rivolte; quanto hanno detto
va bene.
[29] Oh, se avessero sempre un tal cuore, da temermi e da osservare
tutti i miei comandi, per essere felici loro e i loro figli per sempre!
[30] Và e dì loro: Tornate alle vostre tende; ma tu resta qui con me
[31] e io ti detterò tutti i comandi, tutte le leggi e le norme che
dovrai insegnare loro, perché le mettano in pratica nel paese che io
sto per dare in loro possesso.
[32] Badate dunque di fare come il Signore vostro Dio vi ha comandato;
non ve ne discostate né a destra né a sinistra;
[33] camminate in tutto e per tutto per la via che il Signore vostro Dio
vi ha prescritta, perché viviate e siate felici e rimaniate a lungo nel
paese di cui avrete il possesso.
6
[1]
Questi sono i comandi, le leggi e le norme che il Signore vostro Dio ha
ordinato di insegnarvi, perché li mettiate in pratica nel paese in cui
state per entrare per prenderne possesso;
[2] perché tu tema il Signore tuo Dio osservando per tutti i giorni
della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le
sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti dò e così sia lunga la tua
vita.
[3] Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica; perché tu sia
felice e cresciate molto di numero nel paese dove scorre il latte e il
miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto.
[4] Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno
solo.
[5] Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e
con tutte le forze.
[6] Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore;
[7] li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa
tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti
alzerai.
[8] Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio
tra gli occhi
[9] e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.
[10] Quando il Signore tuo Dio ti avrà fatto entrare nel paese che ai
tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti; quando ti
avrà condotto alle città grandi e belle che tu non hai edificate,
[11] alle case piene di ogni bene che tu non hai riempite, alle cisterne
scavate ma non da te, alle vigne e agli oliveti che tu non hai piantati,
quando avrai mangiato e ti sarai saziato,
[12] guardati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dal
paese d'Egitto, dalla condizione servile.
[13] Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai e giurerai per il suo nome.
[14] Non seguirete altri dei, divinità dei popoli che vi staranno
attorno,
[15] perché il Signore tuo Dio che sta in mezzo a te, è un Dio geloso;
l'ira del Signore tuo Dio si accenderebbe contro di te e ti
distruggerebbe dalla terra.
[16] Non tenterete il Signore vostro Dio come lo tentaste a Massa.
[17] Osserverete diligentemente i comandi del Signore vostro Dio, le
istruzioni e le leggi che vi ha date.
[18] Farai ciò che è giusto e buono agli occhi del Signore, perché tu
sia felice ed entri in possesso della fertile terra che il Signore giurò
ai tuoi padri di darti,
[19] dopo che egli avrà scacciati tutti i tuoi nemici davanti a te,
come il Signore ha promesso.
[20] Quando in avvenire tuo figlio ti domanderà: Che significano queste
istruzioni, queste leggi e queste norme che il Signore nostro Dio vi ha
date?
[21] tu risponderai a tuo figlio: Eravamo schiavi del faraone in Egitto
e il Signore ci fece uscire dall'Egitto con mano potente.
[22] Il Signore operò sotto i nostri occhi segni e prodigi grandi e
terribili contro l'Egitto, contro il faraone e contro tutta la sua casa.
[23] Ci fece uscire di là per condurci nel paese che aveva giurato ai
nostri padri di darci.
[24] Allora il Signore ci ordinò di mettere in pratica tutte queste
leggi, temendo il Signore nostro Dio così da essere sempre felici ed
essere conservati in vita, come appunto siamo oggi.
[25] La giustizia consisterà per noi nel mettere in pratica tutti
questi comandi, davanti al Signore Dio nostro, come ci ha ordinato.
7
[1]
Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a
prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni:
gli Hittiti, i Gergesei, gli Amorrèi, i Perizziti, gli Evei, i Cananei
e i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te,
[2] quando il Signore tuo Dio le avrà messe in tuo potere e tu le avrai
sconfitte, tu le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza né
farai loro grazia.
[3] Non ti imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli
e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli,
[4] perché allontanerebbero i tuoi figli dal seguire me, per farli
servire a dei stranieri, e l'ira del Signore si accenderebbe contro di
voi e ben presto vi distruggerebbe.
[5] Ma voi vi comporterete con loro così: demolirete i loro altari,
spezzerete le loro stele, taglierete i loro pali sacri, brucerete nel
fuoco i loro idoli.
[6] Tu infatti sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio; il Signore
tuo Dio ti ha scelto per essere il suo popolo privilegiato fra tutti i
popoli che sono sulla terra.
[7] Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più
numerosi di tutti gli altri popoli - siete infatti il più piccolo di
tutti i popoli -,
[8] ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il
giuramento fatto ai vostri padri, il Signore vi ha fatti uscire con mano
potente e vi ha riscattati liberandovi dalla condizione servile, dalla
mano del faraone, re di Egitto.
[9] Riconoscete dunque che il Signore vostro Dio è Dio, il Dio fedele,
che mantiene la sua alleanza e benevolenza per mille generazioni, con
coloro che l'amano e osservano i suoi comandamenti;
[10] ma ripaga nella loro persona coloro che lo odiano, facendoli
perire; non concede una dilazione a chi lo odia, ma nella sua stessa
persona lo ripaga.
[11] Osserverai dunque i comandi, le leggi e le norme che oggi ti dò,
mettendole in pratica.
[12] Per aver voi dato ascolto a queste norme e per averle osservate e
messe in pratica, il Signore tuo Dio conserverà per te l'alleanza e la
benevolenza che ha giurato ai tuoi padri.
[13] Egli ti amerà, ti benedirà, ti moltiplicherà; benedirà il
frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo: il tuo frumento, il tuo
mosto e il tuo olio, i parti delle tue vacche e i nati del tuo gregge,
nel paese che ha giurato ai tuoi padri di darti.
[14] Tu sarai benedetto più di tutti i popoli e non ci sarà in mezzo a
te né maschio né femmina sterile e neppure fra il tuo bestiame.
[15] Il Signore allontanerà da te ogni infermità e non manderà su di
te alcuna di quelle funeste malattie d'Egitto, che bene conoscesti, ma
le manderà a quanti ti odiano.
[16] Sterminerai dunque tutti i popoli che il Signore Dio tuo sta per
consegnare a te; il tuo occhio non li compianga; non servire i loro dei,
perché ciò è una trappola per te.
[17] Forse penserai: Queste nazioni sono più numerose di me; come potrò
scacciarle?
[18] Non temerle! Ricordati di quello che il Signore tuo Dio fece al
faraone e a tutti gli Egiziani;
[19] ricordati delle grandi prove che hai viste con gli occhi, dei
segni, dei prodigi, della mano potente e del braccio teso, con cui il
Signore tuo Dio ti ha fatto uscire; così farà il Signore tuo Dio a
tutti i popoli, dei quali hai timore.
[20] Anche i calabroni manderà contro di loro il Signore tuo Dio finché
non siano periti quelli che saranno rimasti illesi o nascosti al tuo
passaggio.
[21] Non tremare davanti ad essi, perché il Signore tuo Dio è in mezzo
a te Dio grande e terribile.
[22] Il Signore tuo Dio scaccerà a poco a poco queste nazioni dinanzi a
te; tu non le potrai distruggere in fretta, altrimenti le bestie
selvatiche si moltiplicherebbero a tuo danno;
[23] ma il Signore tuo Dio le metterà in tuo potere e le getterà in
grande spavento, finché siano distrutte.
[24] Ti metterà nelle mani i loro re e tu farai perire i loro nomi
sotto il cielo; nessuno potrà resisterti, finché tu le abbia
distrutte.
[25] Darai alle fiamme le sculture dei loro dei; non bramerai e non
prenderai per te il loro argento e oro che è su di quelle, altrimenti
ne resteresti come preso in trappola, perché sono un abominio per il
Signore tuo Dio;
[26] non introdurrai quest'abominio in casa tua, perché sarai come esso
votato allo sterminio; lo detesterai e lo avrai in abominio, perché è
votato allo sterminio.
8
[1]
Baderete di mettere in pratica tutti i comandi che oggi vi dò, perché
viviate, diveniate numerosi ed entriate in possesso del paese che il
Signore ha giurato di dare ai vostri padri.
[2] Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto
percorrere in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e metterti
alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti
osservato o no i suoi comandi.
[3] Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha
nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano
mai conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane,
ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
[4] Il tuo vestito non ti si è logorato addosso e il tuo piede non si
è gonfiato durante questi quarant'anni.
[5] Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio,
così il Signore tuo Dio corregge te.
[6] Osserva i comandi del Signore tuo Dio camminando nelle sue vie e
temendolo;
[7] perché il Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese
fertile: paese di torrenti, di fonti e di acque sotterranee che
scaturiscono nella pianura e sulla montagna;
[8] paese di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; paese
di ulivi, di olio e di miele;
[9] paese dove non mangerai con scarsità il pane, dove non ti mancherà
nulla; paese dove le pietre sono ferro e dai cui monti scaverai il rame.
[10] Mangerai dunque a sazietà e benedirai il Signore Dio tuo a causa
del paese fertile che ti avrà dato.
[11] Guardati bene dal dimenticare il Signore tuo Dio così da non
osservare i suoi comandi, le sue norme e le sue leggi che oggi ti dò.
[12] Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, quando avrai costruito
belle case e vi avrai abitato,
[13] quando avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto moltiplicarsi,
accrescersi il tuo argento e il tuo oro e abbondare ogni tua cosa,
[14] il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare il Signore
tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione
servile;
[15] che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di
serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz'acqua; che ha
fatto sgorgare per te l'acqua dalla roccia durissima;
[16] che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri,
per umiliarti e per provarti, per farti felice nel tuo avvenire.
[17] Guardati dunque dal pensare: La mia forza e la potenza della mia
mano mi hanno acquistato queste ricchezze.
[18] Ricordati invece del Signore tuo Dio perché Egli ti dà la forza
per acquistare ricchezze, al fine di mantenere, come fa oggi, l'alleanza
che ha giurata ai tuoi padri.
[19] Ma se tu dimenticherai il Signore tuo Dio e seguirai altri dei e li
servirai e ti prostrerai davanti a loro, io attesto oggi contro di voi
che certo perirete!
[20] Perirete come le nazioni che il Signore fa perire davanti a voi,
perché non avrete dato ascolto alla voce del Signore vostro Dio.
9
[1]
Ascolta, Israele! Oggi tu attraverserai il Giordano per andare a
impadronirti di nazioni più grandi e più potenti di te, di città
grandi e fortificate fino al cielo,
[2] di un popolo grande e alto di statura, dei figli degli Anakiti che
tu conosci e dei quali hai sentito dire: Chi mai può resistere ai figli
di Anak?
[3] Sappi dunque oggi che il Signore tuo Dio passerà davanti a te come
fuoco divoratore, li distruggerà e li abbatterà davanti a te; tu li
scaccerai e li farai perire in fretta, come il Signore ti ha detto.
[4] Quando il Signore tuo Dio li avrà scacciati dinanzi a te, non
pensare: A causa della mia giustizia, il Signore mi ha fatto entrare in
possesso di questo paese; mentre per la malvagità di queste nazioni il
Signore le scaccia dinanzi a te.
[5] No, tu non entri in possesso del loro paese a causa della tua
giustizia, né a causa della rettitudine del tuo cuore; ma il Signore
tuo Dio scaccia quelle nazioni dinanzi a te per la loro malvagità e per
mantenere la parola che il Signore ha giurato ai tuoi padri, ad Abramo,
a Isacco e a Giacobbe.
[6] Sappi dunque che non a causa della tua giustizia il Signore tuo Dio
ti dà il possesso di questo fertile paese; anzi tu sei un popolo di
dura cervice.
[7] Ricordati, non dimenticare, come hai provocato all'ira il Signore
tuo Dio nel deserto. Da quando usciste dal paese d'Egitto fino al vostro
arrivo in questo luogo, siete stati ribelli al Signore.
[8] Anche sull'Oreb provocaste all'ira il Signore; il Signore si adirò
contro di voi fino a volere la vostra distruzione.
[9] Quando io salii sul monte a prendere le tavole di pietra, le tavole
dell'alleanza che il Signore aveva stabilita con voi, rimasi sul monte
quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiare pane né bere acqua;
[10] il Signore mi diede le due tavole di pietra, scritte dal dito di
Dio, sulle quali stavano tutte le parole che il Signore vi aveva dette
sul monte, in mezzo al fuoco, il giorno dell'assemblea.
[11] Alla fine dei quaranta giorni e delle quaranta notti, il Signore mi
diede le due tavole di pietra, le tavole dell'alleanza.
[12] Poi il Signore mi disse: Scendi in fretta di qui, perché il tuo
popolo, che hai fatto uscire dall'Egitto, si è traviato; presto si sono
allontanati dalla via che io avevo loro indicata: si sono fatti un idolo
di metallo fuso.
[13] Il Signore mi aggiunse: Io ho visto questo popolo; ecco, è un
popolo di dura cervice;
[14] lasciami fare; io li distruggerò e cancellerò il loro nome sotto
i cieli e farò di te una nazione più potente e più grande di loro.
[15] Così io mi volsi e scesi dal monte, dal monte tutto in fiamme,
tenendo nelle mani le due tavole dell'alleanza.
[16] Guardai ed ecco, avevate peccato contro il Signore vostro Dio; vi
eravate fatto un vitello di metallo fuso; avevate ben presto lasciato la
via che il Signore vi aveva imposta.
[17] Allora afferrai le due tavole, le gettai con le mie mani e le
spezzai sotto i vostri occhi.
[18] Poi mi prostrai davanti al Signore, come avevo fatto la prima
volta, per quaranta giorni e per quaranta notti; non mangiai pane né
bevvi acqua, a causa del gran peccato che avevate commesso, facendo ciò
che è male agli occhi del Signore per provocarlo.
[19] Io avevo paura di fronte all'ira e al furore di cui il Signore era
acceso contro di voi, al punto di volervi distruggere. Ma il Signore mi
esaudì anche quella volta.
[20] Anche contro Aronne il Signore si era fortemente adirato, al punto
di volerlo far perire; io pregai in quell'occasione anche per Aronne.
[21] Poi presi l'oggetto del vostro peccato, il vitello che avevate
fatto, lo bruciai nel fuoco, lo feci a pezzi, frantumandolo finché
fosse ridotto in polvere, e buttai quella polvere nel torrente che
scende dal monte.
[22] Anche a Tabera, a Massa e a Kibrot-Taava, voi provocaste il
Signore.
[23] Quando il Signore volle farvi partire da Kades-Barnea dicendo:
Entrate e prendete in possesso il paese che vi dò, voi vi ribellaste
all'ordine del Signore vostro Dio, non aveste fede in lui e non
obbediste alla sua voce.
[24] Siete stati ribelli al Signore da quando vi ho conosciuto.
[25] Io stetti prostrato davanti al Signore, quei quaranta giorni e
quelle quaranta notti, perché il Signore aveva minacciato di
distruggervi.
[26] Pregai il Signore e dissi: Signore Dio, non distruggere il tuo
popolo, la tua eredità, che hai riscattato nella tua grandezza, che hai
fatto uscire dall'Egitto con mano potente.
[27] Ricordati dei tuoi servi Abramo, Isacco e Giacobbe; non guardare
alla caparbietà di questo popolo e alla sua malvagità e al suo
peccato,
[28] perché il paese da dove ci hai fatti uscire non dica: Poiché il
Signore non era in grado di introdurli nella terra che aveva loro
promessa e poiché li odiava, li ha fatti uscire di qui per farli morire
nel deserto.
[29] Al contrario essi sono il tuo popolo, la tua eredità, che tu hai
fatto uscire dall'Egitto con grande potenza e con braccio teso.
10
[1] In
quel tempo il Signore mi disse: Tàgliati due tavole di pietra simili
alle prime e sali da me sul monte e costruisci anche un'arca di legno;
[2] io scriverò su quelle tavole le parole che erano sulle prime che tu
hai spezzato e tu le metterai nell'arca.
[3] Io feci dunque un'arca di legno d'acacia e tagliai due tavole di
pietra simili alle prime; poi salii sul monte, con le due tavole in
mano.
[4] Il Signore scrisse su quelle tavole la stessa iscrizione di prima,
cioè i dieci comandamenti che il Signore aveva promulgati per voi sul
monte, in mezzo al fuoco, il giorno dell'assemblea. Il Signore me li
consegnò.
[5] Allora mi volsi e scesi dal monte; collocai le tavole nell'arca che
avevo fatta e là restarono, come il Signore mi aveva ordinato.
[6] Poi gli Israeliti partirono dai pozzi dei figli Iaakan per Mosera. Là
morì Aronne e vi fu sepolto; Eleazaro suo figlio divenne sacerdote al
posto di lui.
[7] Di là partirono alla volta di Gudgoda e da Gudgoda alla volta di
Iotbata, paese ricco di torrenti d'acqua.
[8] In quel tempo il Signore prescelse la tribù di Levi per portare
l'arca dell'alleanza del Signore, per stare davanti al Signore al suo
servizio e per benedire nel nome di lui, come ha fatto fino ad oggi.
[9] Perciò Levi non ha parte né eredità con i suoi fratelli: il
Signore è la sua eredità, come il Signore tuo Dio gli aveva detto.
[10] Io ero rimasto sul monte, come la prima volta, quaranta giorni e
quaranta notti; il Signore mi esaudì anche questa volta: il Signore non
ha voluto distruggerti.
[11] Poi il Signore mi disse: Alzati, mettiti in cammino alla testa del
tuo popolo: entrino nel paese che giurai ai loro padri di dar loro e ne
prendano possesso.
[12] Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore tuo Dio, se non che tu
tema il Signore tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu
l'ami e serva il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l'anima,
[13] che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do
per il tuo bene?
[14] Ecco, al Signore tuo Dio appartengono i cieli, i cieli dei cieli,
la terra e quanto essa contiene.
[15] Ma il Signore predilesse soltanto i tuoi padri, li amò e, dopo
loro, ha scelto fra tutti i popoli la loro discendenza, cioè voi, come
oggi.
[16] Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non indurite più la
vostra nuca;
[17] perché il Signore vostro Dio è il Dio degli dei, il Signore dei
signori, il Dio grande, forte e terribile, che non usa parzialità e non
accetta regali,
[18] rende giustizia all'orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dà
pane e vestito.
[19] Amate dunque il forestiero, poiché anche voi foste forestieri nel
paese d'Egitto.
[20] Temi il Signore tuo Dio, a lui servi, restagli fedele e giura nel
suo nome:
[21] Egli è l'oggetto della tua lode, Egli è il tuo Dio; ha fatto per
te quelle cose grandi e tremende che i tuoi occhi hanno visto.
[22] I tuoi padri scesero in Egitto in numero di settanta persone; ora
il Signore tuo Dio ti ha reso numeroso come le stelle dei cieli.
11
[1] Ama
dunque il Signore tuo Dio e osserva le sue prescrizioni: le sue leggi,
le sue norme e i suoi comandi.
[2] Voi riconoscete oggi - poiché non parlo ai vostri figli che non
hanno conosciuto né hanno visto le lezioni del Signore vostro Dio - voi
riconoscete la sua grandezza, la sua mano potente, il suo braccio teso,
[3] i suoi portenti, le opere che ha fatte in mezzo all'Egitto, contro
il faraone, re d'Egitto, e contro il suo paese;
[4] e ciò che ha fatto all'esercito d'Egitto, ai suoi cavalli e ai suoi
carri, come ha fatto rifluire su di loro le acque del Mare Rosso, quando
essi vi inseguivano e come li ha distrutti per sempre;
[5] ciò che ha fatto per voi nel deserto, fino al vostro arrivo in
questo luogo;
[6] ciò che ha fatto a Datan e ad Abiram, figli di Eliab, figlio di
Ruben; come la terra ha spalancato la bocca e li ha inghiottiti con le
loro famiglie, le loro tende e quanto a loro apparteneva, in mezzo a
tutto Israele.
[7] Perché i vostri occhi hanno visto le grandi cose che il Signore ha
operate.
[8] Osserverete dunque tutti i comandi che oggi vi dò, perché siate
forti e possiate conquistare il paese che state per entrare a prendere
in possesso
[9] e perché restiate a lungo sul suolo che il Signore ha giurato di
dare ai vostri padri e alla loro discendenza: terra dove scorre latte e
miele.
[10] Perché il paese di cui stai per entrare in possesso non è come il
paese d'Egitto da cui siete usciti e dove gettavi il tuo seme e poi lo
irrigavi con il piede, come fosse un orto di erbaggi;
[11] ma il paese che andate a prendere in possesso è un paese di monti
e di valli, beve l'acqua della pioggia che viene dal cielo:
[12] paese del quale il Signore tuo Dio ha cura e sul quale si posano
sempre gli occhi del Signore tuo Dio dal principio dell'anno sino alla
fine.
[13] Ora, se obbedirete diligentemente ai comandi che oggi vi dò,
amando il Signore vostro Dio e servendolo con tutto il cuore e con tutta
l'anima,
[14] io darò al vostro paese la pioggia al suo tempo: la pioggia
d'autunno e la pioggia di primavera, perché tu possa raccogliere il tuo
frumento, il tuo vino e il tuo olio;
[15] farò anche crescere nella tua campagna l'erba per il tuo bestiame;
tu mangerai e sarai saziato.
[16] State in guardia perché il vostro cuore non si lasci sedurre e voi
vi allontaniate, servendo dei stranieri o prostrandovi davanti a loro.
[17] Allora si accenderebbe contro di voi l'ira del Signore ed egli
chiuderebbe i cieli e non vi sarebbe più pioggia e la terra non darebbe
più i prodotti e voi perireste ben presto, scomparendo dalla fertile
terra che il Signore sta per darvi.
[18] Porrete dunque nel cuore e nell'anima queste mie parole; ve le
legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli
occhi;
[19] le insegnerete ai vostri figli, parlandone quando sarai seduto in
casa tua e quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti
alzerai;
[20] le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte,
[21] perché i vostri giorni e i giorni dei vostri figli, nel paese che
il Signore ha giurato ai vostri padri di dare loro, siano numerosi come
i giorni dei cieli sopra la terra.
[22] Poiché se osserverete diligentemente tutti questi comandi che vi dò
e li metterete in pratica, amando il Signore vostro Dio, camminando in
tutte le sue vie e tenendovi uniti a lui,
[23] il Signore scaccerà dinanzi a voi tutte quelle nazioni e voi
v'impadronirete di nazioni più grandi e più potenti di voi.
[24] Ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà sarà vostro; i
vostri confini si estenderanno dal deserto al Libano, dal fiume, il
fiume Eufràte, al Mar Mediterraneo.
[25] Nessuno potrà resistere a voi; il Signore vostro Dio, come vi ha
detto, diffonderà la paura e il terrore di voi su tutta la terra che
voi calpesterete.
[26] Vedete, io pongo oggi davanti a voi una benedizione e una
maledizione:
[27] la benedizione, se obbedite ai comandi del Signore vostro Dio, che
oggi vi dò;
[28] la maledizione, se non obbedite ai comandi del Signore vostro Dio e
se vi allontanate dalla via che oggi vi prescrivo, per seguire dei
stranieri, che voi non avete conosciuti.
[29] Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a
prendere in possesso, tu porrai la benedizione sul monte Garizim e la
maledizione sul monte Ebal.
[30] Questi monti si trovano appunto oltre il Giordano, dietro la via
verso occidente, nel paese dei Cananei che abitano l'Araba di fronte a Gàlgala
presso le Querce di More.
[31] Voi infatti state per passare il Giordano per prendere in possesso
il paese, che il Signore vostro Dio vi dà; voi lo possiederete e lo
abiterete.
[32] Avrete cura di mettere in pratica tutte le leggi e le norme che
oggi io pongo dinanzi a voi.
12
[1]
Queste sono le leggi e le norme, che avrete cura di mettere in pratica
nel paese che il Signore, Dio dei tuoi padri, ti dà perché tu lo
possegga finché vivrete sulla terra.
[2] Distruggerete completamente tutti i luoghi, dove le nazioni che
state per scacciare servono i loro dei: sugli alti monti, sui colli e
sotto ogni albero verde.
[3] Demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, taglierete i
loro pali sacri, brucerete nel fuoco le statue dei loro dei e
cancellerete il loro nome da quei luoghi.
[4] Non così farete rispetto al Signore vostro Dio,
[5] ma lo cercherete nella sua dimora, nel luogo che il Signore vostro
Dio avrà scelto fra tutte le vostre tribù, per stabilirvi il suo nome;
là andrete.
[6] Là presenterete i vostri olocausti e i vostri sacrifici, le vostre
decime, quello che le vostre mani avranno prelevato, le vostre offerte
votive e le vostre offerte volontarie e i primogeniti del vostro
bestiame grosso e minuto;
[7] mangerete davanti al Signore vostro Dio e gioirete voi e le vostre
famiglie di tutto ciò a cui avrete posto mano e in cui il Signore
vostro Dio vi avrà benedetti.
[8] Non farete come facciamo oggi qui, dove ognuno fa quanto gli sembra
bene,
[9] perché ancora non siete giunti al luogo del riposo e nel possesso
che il Signore vostro Dio sta per darvi.
[10] Ma quando avrete passato il Giordano e abiterete nel paese che il
Signore vostro Dio vi dà in eredità ed egli vi avrà messo al sicuro
da tutti i vostri nemici che vi circondano e abiterete tranquilli,
[11] allora, presenterete al luogo che il Signore vostro Dio avrà
scelto per fissarvi la sede del suo nome, quanto vi comando: i vostri
olocausti e i vostri sacrifici, le vostre decime, quello che le vostre
mani avranno prelevato e tutte le offerte scelte che avrete votate al
Signore.
[12] Gioirete davanti al Signore vostro Dio voi, i vostri figli, le
vostre figlie, i vostri schiavi, le vostre schiave e il levita che
abiterà le vostre città, perché non ha né parte, né eredità in
mezzo a voi.
[13] Allora ti guarderai bene dall'offrire i tuoi olocausti in qualunque
luogo avrai visto;
[14] ma offrirai i tuoi olocausti nel luogo che il Signore avrà scelto
in una delle tue tribù; là farai quanto ti comando.
[15] Ma, ogni volta che ne sentirai desiderio, potrai uccidere animali e
mangiarne la carne in tutte le tue città, secondo la benedizione che il
Signore ti avrà elargito; chi sarà immondo e chi sarà mondo ne
potranno mangiare, come si fa della carne di gazzella e di cervo;
[16] ma non ne mangerete il sangue; lo spargerai per terra come acqua.
[17] Non potrai mangiare entro le tue città le decime del tuo frumento,
del tuo mosto, del tuo olio, né i primogeniti del tuo bestiame grosso e
minuto, né ciò che avrai consacrato per voto, né le tue offerte
volontarie, né quello che le tue mani avranno prelevato:
[18] tali cose mangerai davanti al Signore tuo Dio nel luogo che il
Signore tuo Dio avrà scelto: tu, il tuo figlio, la tua figlia, il tuo
schiavo, la tua schiava e il levita che sarà entro le tue città;
gioirai davanti al Signore tuo Dio di ogni cosa a cui avrai messo mano.
[19] Guardati bene, finché vivrai nel tuo paese, dall'abbandonare il
levita.
[20] Quando il Signore, tuo Dio, avrà allargato i tuoi confini, come ti
ha promesso, e tu, desiderando di mangiare la carne, dirai: Vorrei
mangiare la carne, potrai mangiare carne a tuo piacere.
[21] Se il luogo che il Signore tuo Dio avrà scelto per stabilirvi il
suo nome sarà lontano da te, potrai ammazzare bestiame grosso e minuto
che il Signore ti avrà dato, come ti ho prescritto; potrai mangiare
entro le tue città a tuo piacere.
[22] Soltanto ne mangerete come si mangia la carne di gazzella e di
cervo; ne potrà mangiare chi sarà immondo e chi sarà mondo;
[23] tuttavia astieniti dal mangiare il sangue, perché il sangue è la
vita; tu non devi mangiare la vita insieme con la carne.
[24] Non lo mangerai, lo spargerai per terra come acqua.
[25] Non lo mangerai perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te:
facendo ciò che è retto agli occhi del Signore.
[26] Ma quanto alle cose che avrai consacrate o promesse in voto, le
prenderai e andrai al luogo che il Signore avrà scelto e offrirai i
tuoi olocausti,
[27] la carne e il sangue, sull'altare del Signore tuo Dio; il sangue
delle altre tue vittime dovrà essere sparso sull'altare del Signore tuo
Dio e tu ne mangerai la carne.
[28] Osserva e ascolta tutte queste cose che ti comando, perché tu sia
sempre felice tu e i tuoi figli dopo di te, quando avrai fatto ciò che
è bene e retto agli occhi del Signore tuo Dio.
[29] Quando il Signore tuo Dio avrà distrutto davanti a te le nazioni
che tu stai per prendere in possesso, quando le avrai conquistate e ti
sarai stanziato nel loro paese,
[30] guardati bene dal lasciarti ingannare seguendo il loro esempio,
dopo che saranno state distrutte davanti a te, e dal cercare i loro dei,
dicendo: Queste nazioni come servivano i loro dei? Voglio fare così
anch'io.
[31] Non ti comporterai in tal modo riguardo al Signore tuo Dio; perché
esse facevano per i loro dei quanto è abominevole per il Signore e che
Egli detesta; bruciavano nel fuoco perfino i loro figli e le loro
figlie, in onore dei loro dei.
13
[1] Vi
preoccuperete di mettere in pratica tutto ciò che vi comando; non vi
aggiungerai nulla e nulla ne toglierai.
[2] Qualora si alzi in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti
proponga un segno o un prodigio
[3] e il segno e il prodigio annunciato succeda ed egli ti dica:
Seguiamo dei stranieri, che tu non hai mai conosciuti, e rendiamo loro
un culto,
[4] tu non dovrai ascoltare le parole di quel profeta o di quel
sognatore; perché il Signore vostro Dio vi mette alla prova per sapere
se amate il Signore vostro Dio con tutto il cuore e con tutta l'anima.
[5] Seguirete il Signore vostro Dio, temerete lui, osserverete i suoi
comandi, obbedirete alla sua voce, lo servirete e gli resterete fedeli.
[6] Quanto a quel profeta o a quel sognatore, egli dovrà essere messo a
morte, perché ha proposto l'apostasia dal Signore, dal vostro Dio, che
vi ha fatti uscire dal paese di Egitto e vi ha riscattati dalla
condizione servile, per trascinarti fuori della via per la quale il
Signore tuo Dio ti ha ordinato di camminare. Così estirperai il male da
te.
[7] Qualora il tuo fratello, figlio di tuo padre o figlio di tua madre,
o il figlio o la figlia o la moglie che riposa sul tuo petto o l'amico
che è come te stesso, t'istighi in segreto, dicendo: Andiamo, serviamo
altri dei, dei che né tu né i tuoi padri avete conosciuti,
[8] divinità dei popoli che vi circondano, vicini a te o da te lontani
da una estremità all'altra della terra,
[9] tu non dargli retta, non ascoltarlo; il tuo occhio non lo compianga;
non risparmiarlo, non coprire la sua colpa.
[10] Anzi devi ucciderlo: la tua mano sia la prima contro di lui per
metterlo a morte; poi la mano di tutto il popolo;
[11] lapidalo e muoia, perché ha cercato di trascinarti lontano dal
Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto, dalla
condizione servile.
[12] Tutto Israele lo verrà a sapere, ne avrà timore e non commetterà
in mezzo a te una tale azione malvagia.
[13] Qualora tu senta dire di una delle tue città che il Signore tuo Dio
ti dà per abitare,
[14] che uomini iniqui sono usciti in mezzo a te e hanno sedotto gli
abitanti della loro città dicendo: Andiamo, serviamo altri dei, che voi
non avete mai conosciuti,
[15] tu farai le indagini, investigherai, interrogherai con cura; se
troverai che la cosa è vera, che il fatto sussiste e che un tale
abominio è stato realmente commesso in mezzo a te,
[16] allora dovrai passare a fil di spada gli abitanti di quella città,
la voterai allo sterminio, con quanto contiene e passerai a fil di spada
anche il suo bestiame.
[17] Poi radunerai tutto il bottino in mezzo alla piazza e brucerai nel
fuoco la città e l'intero suo bottino, sacrificio per il Signore tuo
Dio; diventerà una rovina per sempre e non sarà più ricostruita.
[18] Nulla di ciò che sarà votato allo sterminio si attaccherà alle
tue mani, perché il Signore desista dalla sua ira ardente, ti conceda
misericordia, abbia pietà di te e ti moltiplichi come ha giurato ai
tuoi padri,
[19] qualora tu ascolti la voce del Signore tuo Dio, osservando tutti i
suoi comandi che oggi ti dò e facendo ciò che è retto agli occhi del
Signore tuo Dio.
14
[1] Voi
siete figli per il Signore Dio vostro; non vi farete incisioni e non vi
raderete tra gli occhi per un morto.
[2] Tu sei infatti un popolo consacrato al Signore tuo Dio e il Signore
ti ha scelto, perché tu fossi il suo popolo privilegiato, fra tutti i
popoli che sono sulla terra.
[3] Non mangerai alcuna cosa abominevole.
[4] Questi sono gli animali che potrete mangiare: il bue, la pecora e la
capra;
[5] il cervo, la gazzella, il daino, lo stambecco, l'antilope, il bufalo
e il camoscio.
[6] Potrete mangiare di ogni quadrupede che ha l'unghia bipartita, divisa
in due da una fessura, e che rumina.
[7] Ma non mangerete quelli che rùminano soltanto o che hanno soltanto
l'unghia bipartita, divisa da una fessura e cioè il cammello, la lepre,
l'ìrace, che rùminano ma non hanno l'unghia bipartita; considerateli
immondi;
[8] anche il porco, che ha l'unghia bipartita ma non rumina, lo
considererete immondo. Non mangerete la loro carne e non toccherete i
loro cadaveri.
[9] Fra tutti gli animali che vivono nelle acque potrete mangiare quelli
che hanno pinne e squame;
[10] ma non mangerete nessuno di quelli che non hanno pinne e squame;
considerateli immondi.
[11] Potrete mangiare qualunque uccello mondo;
[12] ecco quelli che non dovete mangiare:
[13] l'aquila, l'ossìfraga e l'aquila di mare, il nibbio e ogni specie
di falco,
[14] ogni specie di corvo,
[15] lo struzzo, la civetta, il gabbiano e ogni specie di sparviero,
[16] il gufo, l'ibis, il cigno,
[17] il pellicano, la fòlaga, l'alcione,
[18] la cicogna, ogni specie di airone, l'ùpupa e il pipistrello.
[19] Considererete come immondo ogni insetto alato; non ne mangiate.
[20] Potrete mangiare ogni uccello mondo.
[21] Non mangerete alcuna bestia che sia morta di morte naturale; la
darai al forestiero che risiede nelle tue città, perché la mangi, o la
venderai a qualche straniero, perché tu sei un popolo consacrato al
Signore tuo Dio.
Non farai cuocere un capretto nel latte di sua madre.
[22] Dovrai prelevare la decima da tutto il frutto della tua sementa, che
il campo produce ogni anno.
[23] Mangerai davanti al Signore tuo Dio, nel luogo dove avrà scelto di
stabilire il suo nome, la decima del tuo frumento, del tuo mosto, del
tuo olio e i primi parti del tuo bestiame grosso e minuto, perché tu
impari a temere sempre il Signore tuo Dio.
[24] Ma se il cammino è troppo lungo per te e tu non puoi trasportare
quelle decime, perché è troppo lontano da te il luogo dove il Signore
tuo Dio avrà scelto di stabilire il suo nome - perché il Signore tuo
Dio ti avrà benedetto -,
[25] allora le convertirai in denaro e tenendolo in mano andrai al luogo
che il Signore tuo Dio avrà scelto,
[26] e lo impiegherai per comprarti quanto tu desideri: bestiame grosso o
minuto, vino, bevande inebrianti o qualunque cosa di tuo gusto e
mangerai davanti al Signore tuo Dio e gioirai tu e la tua famiglia.
[27] Il levita che abita entro le tue città, non lo abbandonerai, perché
non ha parte né eredità con te.
[28] Alla fine di ogni triennio metterai da parte tutte le decime del tuo
provento del terzo anno e le deporrai entro le tue città;
[29] il levita, che non ha parte né eredità con te, l'orfano e la
vedova che saranno entro le tue città, verranno, mangeranno e si
sazieranno, perché il Signore tuo Dio ti benedica in ogni lavoro a cui
avrai messo mano.
15
[1] Alla
fine di ogni sette anni celebrerete l'anno di remissione.
[2] Ecco la norma di questa remissione: ogni creditore che abbia diritto
a una prestazione personale in pegno per un prestito fatto al suo
prossimo, lascerà cadere il suo diritto: non lo esigerà dal suo
prossimo, dal suo fratello, quando si sarà proclamato l'anno di
remissione per il Signore.
[3] Potrai esigerlo dallo straniero; ma quanto al tuo diritto nei
confronti di tuo fratello, lo lascerai cadere.
[4] Del resto, non vi sarà alcun bisognoso in mezzo a voi; perché il
Signore certo ti benedirà nel paese che il Signore tuo Dio ti dà in
possesso ereditario,
[5] purché tu obbedisca fedelmente alla voce del Signore tuo Dio, avendo
cura di eseguire tutti questi comandi, che oggi ti dò.
[6] Il Signore tuo Dio ti benedirà come ti ha promesso e tu farai
prestiti a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito; dominerai
molte nazioni mentre esse non ti domineranno.
[7] Se vi sarà in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso in
una delle tue città del paese che il Signore tuo Dio ti dà, non
indurirai il tuo cuore e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello
bisognoso;
[8] anzi gli aprirai la mano e gli presterai quanto occorre alla necessità
in cui si trova.
[9] Bada bene che non ti entri in cuore questo pensiero iniquo: E' vicino
il settimo anno, l'anno della remissione; e il tuo occhio sia cattivo
verso il tuo fratello bisognoso e tu non gli dia nulla; egli griderebbe
al Signore contro di te e un peccato sarebbe su di te.
[10] Dagli generosamente e, quando gli darai, il tuo cuore non si
rattristi; perché proprio per questo il Signore Dio tuo ti benedirà in
ogni lavoro e in ogni cosa a cui avrai messo mano.
[11] Poiché i bisognosi non mancheranno mai nel paese; perciò io ti dò
questo comando e ti dico: Apri generosamente la mano al tuo fratello
povero e bisognoso nel tuo paese.
[12] Se un tuo fratello ebreo o una ebrea si vende a te, ti servirà per
sei anni, ma il settimo lo manderai via da te libero.
[13] Quando lo lascerai andare via libero, non lo rimanderai a mani
vuote;
[14] gli farai doni dal tuo gregge, dalla tua aia e dal tuo torchio; gli
darai ciò con cui il Signore tuo Dio ti avrà benedetto;
[15] ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese di Egitto e che il
Signore tuo Dio ti ha riscattato; perciò io ti dò oggi questo comando.
[16] Ma se egli ti dice: Non voglio andarmene da te, perché ama te e la
tua casa e sta bene presso di te,
[17] allora prenderai una lesina, gli forerai l'orecchio contro la porta
ed egli ti sarà schiavo per sempre. Lo stesso farai per la tua schiava.
[18] Non ti sia grave lasciarlo andare libero, perché ti ha servito sei
anni e un mercenario ti sarebbe costato il doppio; così il Signore tuo
Dio ti benedirà in quanto farai.
[19] Consacrerai al Signore tuo Dio ogni primogenito maschio che ti
nascerà nel tuo bestiame grosso e minuto. Non metterai al lavoro il
primo parto della tua vacca e non toserai il primo parto della tua
pecora.
[20] Li mangerai ogni anno con la tua famiglia, davanti al Signore tuo
Dio nel luogo che il Signore avrà scelto.
[21] Se l'animale ha qualche difetto, se è zoppo o cieco o ha qualunque
altro grave difetto, non lo sacrificherai al Signore tuo Dio;
[22] lo mangerai entro le tue città; chi sarà immondo e chi sarà mondo
ne mangeranno senza distinzione, come si mangia la gazzella e il cervo.
[23] Solo non ne mangerai il sangue; lo spargerai per terra come acqua.
16
[1] Osserva
il mese di Abib e celebra la pasqua in onore del Signore tuo Dio perché
nel mese di Abib il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire dall'Egitto,
durante la notte.
[2] Immolerai la pasqua al Signore tuo Dio: un sacrificio di bestiame
grosso e minuto, nel luogo che il Signore avrà scelto per stabilirvi il
suo nome.
[3] Non mangerai con essa pane lievitato; per sette giorni mangerai con
essa gli azzimi, pane di afflizione perché sei uscito in fretta dal
paese d'Egitto; e così per tutto il tempo della tua vita tu ti
ricorderai il giorno in cui sei uscito dal paese d'Egitto.
[4] Non si veda lievito presso di te, entro tutti i tuoi confini, per
sette giorni; della carne, che avrai immolata la sera del primo giorno,
non resti nulla fino al mattino.
[5] Non potrai immolare la pasqua in una qualsiasi città che il Signore
tuo Dio sta per darti,
[6] ma immolerai la pasqua soltanto nel luogo che il Signore tuo Dio avrà
scelto per fissarvi il suo nome; la immolerai alla sera, al tramonto del
sole, nell'ora in cui sei uscito dall'Egitto.
[7] Farai cuocere la vittima e la mangerai nel luogo che il Signore tuo
Dio avrà scelto; la mattina te ne potrai tornare e andartene alle tue
tende.
[8] Per sei giorni mangerai azzimi e il settimo giorno vi sarà una
solenne assemblea per il Signore tuo Dio; non farai alcun lavoro.
[9] Conterai sette settimane; da quando si metterà la falce nella messe
comincerai a contare sette settimane;
[10] poi celebrerai la festa delle settimane per il Signore tuo Dio,
offrendo nella misura della tua generosità e in ragione di ciò in cui
il Signore tuo Dio ti avrà benedetto.
[11] Gioirai davanti al Signore tuo Dio tu, tuo figlio, tua figlia, il
tuo schiavo e la tua schiava, il levita che sarà nelle tue città e
l'orfano e la vedova che saranno in mezzo a te, nel luogo che il Signore
tuo Dio avrà scelto per stabilirvi il suo nome.
[12] Ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto e osserverai e
metterai in pratica queste leggi.
[13] Celebrerai la festa delle capanne per sette giorni, quando
raccoglierai il prodotto della tua aia e del tuo torchio;
[14] gioirai in questa tua festa, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo
schiavo e la tua schiava e il levita, il forestiero, l'orfano e la
vedova che saranno entro le tue città.
[15] Celebrerai la festa per sette giorni per il Signore tuo Dio, nel
luogo che avrà scelto il Signore, perché il Signore tuo Dio ti benedirà
in tutto il tuo raccolto e in tutto il lavoro delle tue mani e tu sarai
contento.
[16] Tre volte all'anno ogni tuo maschio si presenterà davanti al
Signore tuo Dio, nel luogo che Egli avrà scelto: nella festa degli
azzimi, nella festa delle settimane e nella festa delle capanne; nessuno
si presenterà davanti al Signore a mani vuote.
[17] Ma il dono di ciascuno sarà in misura della benedizione che il
Signore tuo Dio ti avrà data.
[18] Ti costituirai giudici e scribi in tutte le città che il Signore
tuo Dio ti dà, tribù per tribù; essi giudicheranno il popolo con
giuste sentenze.
[19] Non farai violenza al diritto, non avrai riguardi personali e non
accetterai regali, perché il regalo acceca gli occhi dei saggi e
corrompe le parole dei giusti.
[20] La giustizia e solo la giustizia seguirai, per poter vivere e
possedere il paese che il Signore tuo Dio sta per darti.
[21] Non pianterai alcun palo sacro di qualunque specie di legno, accanto
all'altare del Signore tuo Dio, che tu hai costruito; non erigerai
alcuna stele che il Signore tuo Dio ha in odio.
17
[1] Non
immolerai al Signore tuo Dio bue o pecora che abbia qualche difetto o
qualche deformità, perché sarebbe abominio per il Signore tuo Dio.
[2] Qualora si trovi in mezzo a te, in una delle città che il Signore
tuo Dio sta per darti, un uomo o una donna che faccia ciò che è male
agli occhi del Signore tuo Dio, trasgredendo la sua alleanza,
[3] e che vada e serva altri dei e si prostri davanti a loro, davanti al
sole o alla luna o a tutto l'esercito del cielo, contro il mio comando,
[4] quando ciò ti sia riferito o tu ne abbia sentito parlare,
informatene diligentemente; se la cosa è vera, se il fatto sussiste, se
un tale abominio è stato commesso in Israele,
[5] farai condurre alle porte della tua città quell'uomo o quella donna
che avrà commesso quell'azione cattiva e lapiderai quell'uomo o quella
donna, così che muoia.
[6] Colui che dovrà morire sarà messo a morte sulla deposizione di due
o di tre testimoni; non potrà essere messo a morte sulla deposizione di
un solo testimonio.
[7] La mano dei testimoni sarà la prima contro di lui per farlo morire;
poi la mano di tutto il popolo; così estirperai il male in mezzo a te.
[8] Quando in una causa ti sarà troppo difficile decidere tra assassinio
e assassinio, tra diritto e diritto, tra percossa e percossa, in cose su
cui si litiga nelle tue città, ti alzerai e salirai al luogo che il
Signore tuo Dio avrà scelto;
[9] andrai dai sacerdoti e dal giudice in carica a quel tempo; li
consulterai ed essi ti indicheranno la sentenza da pronunciare;
[10] tu agirai in base a quello che essi ti indicheranno nel luogo che il
Signore avrà scelto e avrai cura di fare quanto ti avranno insegnato.
[11] Agirai in base alla legge che essi ti avranno insegnato e alla
sentenza che ti avranno indicato; non devierai da quello che ti avranno
esposto, né a destra, né a sinistra.
[12] L'uomo che si comporterà con presunzione e non obbedirà al
sacerdote che sta là per servire il Signore tuo Dio o al giudice,
quell'uomo dovrà morire; così toglierai il male da Israele;
[13] tutto il popolo lo verrà a sapere, ne avrà timore e non agirà più
con presunzione.
[14] Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti
e ne avrai preso possesso e l'abiterai, se dirai: Voglio costituire
sopra di me un re come tutte le nazioni che mi stanno intorno,
[15] dovrai costituire sopra di te come re colui che il Signore tuo Dio
avrà scelto. Costituirai sopra di te come re uno dei tuoi fratelli; non
potrai costituire su di te uno straniero che non sia tuo fratello.
[16] Ma egli non dovrà procurarsi un gran numero di cavalli né far
tornare il popolo in Egitto per procurarsi gran numero di cavalli, perché
il Signore vi ha detto: Non tornerete più indietro per quella via!
[17] Non dovrà avere un gran numero di mogli, perché il suo cuore non
si smarrisca; neppure abbia grande quantità di argento e d'oro.
[18] Quando si insedierà sul trono regale, scriverà per suo uso in un
libro una copia di questa legge secondo l'esemplare dei sacerdoti
leviti.
[19] La terrà presso di sé e la leggerà tutti i giorni della sua vita,
per imparare a temere il Signore suo Dio, a osservare tutte le parole di
questa legge e tutti questi statuti,
[20] perché il suo cuore non si insuperbisca verso i suoi fratelli ed
egli non si allontani da questi comandi, né a destra, né a sinistra, e
prolunghi così i giorni del suo regno, lui e i suoi figli, in mezzo a
Israele.
18
[1] I
sacerdoti leviti, tutta la tribù di Levi, non avranno parte né eredità
insieme con Israele; vivranno dei sacrifici consumati dal fuoco per il
Signore, e della sua eredità.
[2] Non avranno alcuna eredità tra i loro fratelli; il Signore è la
loro eredità, come ha loro promesso.
[3] Questo sarà il diritto dei sacerdoti sul popolo, su quelli che
offriranno come sacrificio un capo di bestiame grosso o minuto: essi
daranno al sacerdote la spalla, le due mascelle e lo stomaco.
[4] Gli darai le primizie del tuo frumento, del tuo mosto e del tuo olio
e le primizie della tosatura delle tue pecore;
[5] perché il Signore tuo Dio l'ha scelto fra tutte le tue tribù,
affinchè attenda al servizio del nome del Signore, lui e i suoi figli
sempre.
[6] Se un levita, abbandonando qualunque città dove soggiorna in
Israele, verrà, seguendo il suo desiderio, al luogo che il Signore avrà
scelto
[7] e farà il servizio nel nome del Signore tuo Dio, come tutti i suoi
fratelli leviti che stanno là davanti al Signore,
[8] egli riceverà per il suo mantenimento una parte uguale a quella
degli altri, senza contare il ricavo dalla vendita della sua casa
paterna.
[9] Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti,
non imparerai a commettere gli abomini delle nazioni che vi abitano.
[10] Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il
fuoco, il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o
il sortilegio o l'augurio o la magia;
[11] né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli
indovini, né chi interroghi i morti,
[12] perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa
di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni
davanti a te.
[13] Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio,
[14] perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano
gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso
il Signore tuo Dio.
[15] Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi
fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto.
[16] Avrai così quanto hai chiesto al Signore tuo Dio, sull'Oreb, il
giorno dell'assemblea, dicendo: Che io non oda più la voce del Signore
mio Dio e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia.
[17] Il Signore mi rispose: Quello che hanno detto, va bene;
[18] io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò
in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò.
[19] Se qualcuno non ascolterà le parole, che egli dirà in mio nome, io
gliene domanderò conto.
[20] Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa
che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri
dei, quel profeta dovrà morire.
[21] Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha
detta?
[22] Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà
e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore; l'ha
detta il profeta per presunzione; di lui non devi aver paura.
19
[1] Quando
il Signore tuo Dio avrà distrutto le nazioni delle quali egli ti dà il
paese e tu prenderai il loro posto e abiterai nelle loro città e nelle
loro case,
[2] ti sceglierai tre città, nella terra della quale il Signore tuo Dio
ti dà il possesso.
[3] Preparerai strade e dividerai in tre parti il territorio del paese
che il Signore tuo Dio ti dà in eredità, perché ogni omicida si possa
rifugiare in quella città.
[4] Ecco in qual caso l'omicida che vi si rifugerà avrà salva la vita:
chiunque avrà ucciso il suo prossimo involontariamente, senza che
l'abbia odiato prima,
[5] come quando uno va al bosco con il suo compagno a tagliare la legna
e, mentre la mano afferra la scure per abbattere l'albero, il ferro gli
sfugge dal manico e colpisce il compagno così che ne muoia, colui si
rifugerà in una di queste città e avrà salva la vita;
[6] altrimenti il vendicatore del sangue, mentre l'ira gli arde in cuore,
potrebbe inseguire l'omicida e, qualora sia lungo il cammino, potrebbe
raggiungerlo e colpirlo a morte, mentre quegli non meritava, perché
prima non aveva odiato il compagno.
[7] Ti dò dunque questo ordine: Scegliti tre città.
[8] Se il Signore tuo Dio allargherà i tuoi confini, come ha giurato ai
tuoi padri, e ti darà tutto il paese che ha promesso di dare ai tuoi
padri,
[9] se osserverai tutti questi comandi che oggi ti dò, amando il Signore
tuo Dio e camminando sempre secondo le sue vie, allora aggiungerai tre
altre città alle prime tre,
[10] perché non si sparga sangue innocente nel paese che il Signore tuo
Dio ti dà in eredità e tu non ti renda colpevole del sangue versato.
[11] Ma se un uomo odia il suo prossimo, gli tende insidie, l'assale, lo
percuote in modo da farlo morire e poi si rifugia in una di quelle città,
[12] gli anziani della sua città lo manderanno a prendere di là e lo
consegneranno nelle mani del vendicatore del sangue perché sia messo a
morte.
[13] L'occhio tuo non lo compianga; toglierai da Israele il sangue
innocente e così sarai felice.
[14] Non sposterai i confini del tuo vicino, posti dai tuoi antenati,
nell'eredità che ti sarà toccata nel paese che il Signore tuo Dio ti dà
in possesso.
[15] Un solo testimonio non avrà valore contro alcuno, per qualsiasi
colpa e per qualsiasi peccato; qualunque peccato questi abbia commesso,
il fatto dovrà essere stabilito sulla parola di due o di tre testimoni.
[16] Qualora un testimonio iniquo si alzi contro qualcuno per accusarlo
di ribellione,
[17] i due uomini fra i quali ha luogo la causa compariranno davanti al
Signore, davanti ai sacerdoti e ai giudici in carica in quei giorni.
[18] I giudici indagheranno con diligenza e, se quel testimonio risulta
falso perché ha deposto il falso contro il suo fratello,
[19] farete a lui quello che egli aveva pensato di fare al suo fratello.
Così estirperai il male di mezzo a te.
[20] Gli altri lo verranno a sapere e ne avranno paura e non
commetteranno più in mezzo a te una tale azione malvagia.
[21] Il tuo occhio non avrà compassione: vita per vita, occhio per
occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede.
20
[1] Quando
andrai in guerra contro i tuoi nemici e vedrai cavalli e carri e forze
superiori a te, non li temere, perché è con te il Signore tuo Dio, che
ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto.
[2] Quando sarete vicini alla battaglia, il sacerdote si farà avanti,
parlerà al popolo
[3] e gli dirà: Ascolta, Israele! Voi oggi siete prossimi a dar
battaglia ai vostri nemici; il vostro cuore non venga meno; non temete,
non vi smarrite e non vi spaventate dinanzi a loro,
[4] perché il Signore vostro Dio cammina con voi per combattere per voi
contro i vostri nemici e per salvarvi.
[5] I capi diranno al popolo: C'è qualcuno che abbia costruito una casa
nuova e non l'abbia ancora inaugurata? Vada, torni a casa, perché non
muoia in battaglia e altri inauguri la casa.
[6] C'è qualcuno che abbia piantato una vigna e non ne abbia ancora
goduto il frutto? Vada, torni a casa, perché non muoia in battaglia e
altri ne goda il frutto.
[7] C'è qualcuno che si sia fidanzato con una donna e non l'abbia ancora
sposata? Vada, torni a casa, perché non muoia in battaglia e altri la
sposi.
[8] I capi aggiungeranno al popolo: C'è qualcuno che abbia paura e cui
venga meno il coraggio? Vada, torni a casa, perché il coraggio dei suoi
fratelli non venga a mancare come il suo.
[9] Quando i capi avranno finito di parlare al popolo, costituiranno i
comandanti delle schiere alla testa del popolo.
[10] Quando ti avvicinerai a una città per attaccarla, le offrirai prima
la pace.
[11] Se accetta la pace e ti apre le sue porte, tutto il popolo che vi si
troverà ti sarà tributario e ti servirà.
[12] Ma se non vuol far pace con te e vorrà la guerra, allora
l'assedierai.
[13] Quando il Signore tuo Dio l'avrà data nelle tue mani, ne colpirai a
fil di spada tutti i maschi;
[14] ma le donne, i bambini, il bestiame e quanto sarà nella città,
tutto il suo bottino, li prenderai come tua preda; mangerai il bottino
dei tuoi nemici, che il Signore tuo Dio ti avrà dato.
[15] Così farai per tutte le città che sono molto lontane da te e che
non sono città di queste nazioni.
[16] Soltanto nelle città di questi popoli che il Signore tuo Dio ti dà
in eredità, non lascerai in vita alcun essere che respiri;
[17] ma li voterai allo sterminio: cioè gli Hittiti, gli Amorrei, i
Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei, come il Signore tuo Dio ti
ha comandato di fare,
[18] perché essi non v'insegnino a commettere tutti gli abomini che
fanno per i loro dei e voi non pecchiate contro il Signore vostro Dio.
[19] Quando cingerai d'assedio una città per lungo tempo, per espugnarla
e conquistarla, non ne distruggerai gli alberi colpendoli con la scure;
ne mangerai il frutto, ma non li taglierai, perché l'albero della
campagna è forse un uomo, per essere coinvolto nell'assedio?
[20] Soltanto potrai distruggere e recidere gli alberi che saprai non
essere alberi da frutto, per costruire opere d'assedio contro la città
che è in guerra con te, finché non sia caduta.
21
[1] Se
nel paese di cui il Signore tuo Dio sta per darti il possesso, si troverà
un uomo ucciso, disteso nella campagna, senza che si sappia chi l'abbia
ucciso,
[2] i tuoi anziani e i tuoi giudici usciranno e misureranno la distanza
fra l'ucciso e le città dei dintorni.
[3] Allora gli anziani della città più vicina all'ucciso prenderanno
una giovenca che non abbia ancora lavorato né portato il giogo;
[4] gli anziani di quella città faranno scendere la giovenca presso un
corso di acqua corrente, in luogo dove non si lavora e non si semina e là
spezzeranno la nuca alla giovenca.
[5] Si avvicineranno poi i sacerdoti, figli di Levi, poiché il Signore
tuo Dio li ha scelti per servirlo e per dare la benedizione nel nome del
Signore e la loro parola dovrà decidere ogni controversia e ogni caso
di lesione.
[6] Allora tutti gli anziani di quella città che sono più vicini al
cadavere, si laveranno le mani sulla giovenca a cui sarà stata spezzata
la nuca nel torrente;
[7] prendendo la parola diranno: Le nostre mani non hanno sparso questo
sangue e i nostri occhi non l'hanno visto spargere.
[8] Signore, perdona al tuo popolo Israele, che tu hai redento, e non
lasciar sussistere un sangue innocente in mezzo al tuo popolo Israele!
Quel sangue sparso resterà per essi espiato.
[9] Così tu toglierai da te il sangue innocente, perché avrai fatto ciò
che è retto agli occhi del Signore.
[10] Se andrai in guerra contro i tuoi nemici e il Signore tuo Dio te li
avrà messi nelle mani e tu avrai fatto prigionieri,
[11] se vedrai tra i prigionieri una donna bella d'aspetto e ti sentirai
legato a lei tanto da volerla prendere in moglie, te la condurrai a
casa.
[12] Essa si raderà il capo, si taglierà le unghie,
[13] si leverà la veste che portava quando fu presa, dimorerà in casa
tua e piangerà suo padre e sua madre per un mese intero; dopo, potrai
accostarti a lei e comportarti da marito verso di lei e sarà tua
moglie.
[14] Se in seguito non ti sentissi più di amarla, la lascerai andare a
suo piacere, ma non potrai assolutamente venderla per denaro né
trattarla come una schiava, per il fatto che tu l'hai disonorata.
[15] Se un uomo avrà due mogli, l'una amata e l'altra odiosa, e tanto
l'amata quanto l'odiosa gli avranno procreato figli, se il primogenito
è il figlio dell'odiosa,
[16] quando dividerà tra i suoi figli i beni che possiede, non potrà
dare il diritto di primogenito al figlio dell'amata, preferendolo al
figlio dell'odiosa, che è il primogenito;
[17] ma riconoscerà come primogenito il figlio dell'odiosa, dandogli il
doppio di quello che possiede; poiché egli è la primizia del suo
vigore e a lui appartiene il diritto di primogenitura.
[18] Se un uomo avrà un figlio testardo e ribelle che non obbedisce alla
voce né di suo padre né di sua madre e, benché l'abbiano castigato,
non dà loro retta,
[19] suo padre e sua madre lo prenderanno e lo condurranno dagli anziani
della città, alla porta del luogo dove abita,
[20] e diranno agli anziani della città: Questo nostro figlio è
testardo e ribelle; non vuole obbedire alla nostra voce, è uno sfrenato
e un bevitore.
[21] Allora tutti gli uomini della sua città lo lapideranno ed egli
morirà; così estirperai da te il male e tutto Israele lo saprà e avrà
timore.
[22] Se un uomo avrà commesso un delitto degno di morte e tu l'avrai
messo a morte e appeso a un albero,
[23] il suo cadavere non dovrà rimanere tutta la notte sull'albero, ma
lo seppellirai lo stesso giorno, perché l'appeso è una maledizione di
Dio e tu non contaminerai il paese che il Signore tuo Dio ti dà in
eredità.
22
[1] Se
vedi smarriti un bue o una pecora di tuo fratello, tu non devi fingere
di non averli scorti, ma avrai cura di ricondurli a tuo fratello.
[2] Se tuo fratello non abita vicino a te e non lo conosci, accoglierai
l'animale in casa tua: rimarrà da te finché tuo fratello non ne faccia
ricerca e allora glielo renderai.
[3] Lo stesso farai del suo asino, lo stesso della sua veste, lo stesso
di qualunque altro oggetto che tuo fratello abbia perduto e che tu
trovi; tu non fingerai di non averli scorti.
[4] Se vedi l'asino del tuo fratello o il suo bue caduto nella strada, tu
non fingerai di non averli scorti, ma insieme con lui li farai rialzare.
[5] La donna non si metterà un indumento da uomo né l'uomo indosserà
una veste da donna; perché chiunque fa tali cose è in abominio al
Signore tuo Dio.
[6] Quando, cammin facendo, troverai sopra un albero o per terra un nido
d'uccelli con uccellini o uova e la madre che sta per covare gli
uccellini o le uova, non prenderai la madre sui figli;
[7] ma scacciandola, lascia andar la madre e prendi per te i figli, perché
tu sia felice e goda lunga vita.
[8] Quando costruirai una casa nuova, farai un parapetto intorno alla tua
terrazza, per non attirare sulla tua casa la vendetta del sangue,
qualora uno cada di là.
[9] Non seminerai nella tua vigna semi di due specie diverse, perché
altrimenti tutto il prodotto di ciò che avrai seminato e la rendita
della vigna diventerà cosa consacrata.
[10] Non devi arare con un bue e un asino aggiogati assieme.
[11] Non ti vestirai con un tessuto misto, fatto di lana e di lino
insieme.
[12] Metterai fiocchi alle quattro estremità del mantello con cui ti
copri.
[13] Se un uomo sposa una donna e, dopo aver coabitato con lei, la prende
in odio,
[14] le attribuisce azioni scandalose e diffonde sul suo conto una fama
cattiva, dicendo: Ho preso questa donna, ma quando mi sono accostato a
lei non l'ho trovata in stato di verginità,
[15] il padre e la madre della giovane prenderanno i segni della verginità
della giovane e li presenteranno agli anziani della città, alla porta.
[16] Il padre della giovane dirà agli anziani: Ho dato mia figlia in
moglie a quest'uomo; egli l'ha presa in odio
[17] ed ecco le attribuisce azioni scandalose, dicendo: Non ho trovato
tua figlia in stato di verginità; ebbene, questi sono i segni della
verginità di mia figlia, e spiegheranno il panno davanti agli anziani
della città.
[18] Allora gli anziani di quella città prenderanno il marito e lo
castigheranno
[19] e gli imporranno un'ammenda di cento sicli d'argento, che daranno al
padre della giovane, per il fatto che ha diffuso una cattiva fama contro
una vergine d'Israele. Ella rimarrà sua moglie ed egli non potrà
ripudiarla per tutto il tempo della sua vita.
[20] Ma se la cosa è vera, se la giovane non è stata trovata in stato
di verginità,
[21] allora la faranno uscire all'ingresso della casa del padre e la
gente della sua città la lapiderà, così che muoia, perché ha
commesso un'infamia in Israele, disonorandosi in casa del padre. Così
toglierai il male di mezzo a te.
[22] Quando un uomo verrà colto in fallo con una donna maritata, tutti e
due dovranno morire: l'uomo che ha peccato con la donna e la donna. Così
toglierai il male da Israele.
[23] Quando una fanciulla vergine è fidanzata e un uomo, trovandola in
città, pecca con lei,
[24] condurrete tutti e due alla porta di quella città e li lapiderete
così che muoiano: la fanciulla, perché essendo in città non ha
gridato, e l'uomo perché ha disonorato la donna del suo prossimo. Così
toglierai il male da te.
[25] Ma se l'uomo trova per i campi la fanciulla fidanzata e facendole
violenza pecca con lei, allora dovrà morire soltanto l'uomo che ha
peccato con lei;
[26] ma non farai nulla alla fanciulla. Nella fanciulla non c'è colpa
degna di morte: come quando un uomo assale il suo prossimo e l'uccide,
così è in questo caso,
[27] perché egli l'ha incontrata per i campi: la fanciulla fidanzata ha
potuto gridare, ma non c'era nessuno per venirle in aiuto.
[28] Se un uomo trova una fanciulla vergine che non sia fidanzata,
l'afferra e pecca con lei e sono colti in flagrante,
[29] l'uomo che ha peccato con lei darà al padre della fanciulla
cinquanta sicli d'argento; essa sarà sua moglie, per il fatto che egli
l'ha disonorata, e non potrà ripudiarla per tutto il tempo della sua
vita.
23
[1] Nessuno
sposerà una moglie del padre, né solleverà il lembo del mantello
paterno.
[2] Non entrerà nella comunità del Signore chi ha il membro contuso o
mutilato.
[3] Il bastardo non entrerà nella comunità del Signore; nessuno dei
suoi, neppure alla decima generazione, entrerà nella comunità del
Signore.
[4] L'Ammonita e il Moabita non entreranno nella comunità del Signore;
nessuno dei loro discendenti, neppure alla decima generazione, entrerà
nella comunità del Signore;
[5] non vi entreranno mai perché non vi vennero incontro con il pane e
con l'acqua nel vostro cammino quando uscivate dall'Egitto e perché
hanno prezzolato contro di te Balaam, figlio di Beor, da Petor nel paese
dei due fiumi, perché ti maledicesse.
[6] Ma il Signore tuo Dio non volle ascoltare Balaam e il Signore tuo Dio
mutò per te la maledizione in benedizione, perché il Signore tuo Dio
ti ama.
[7] Non cercherai né la loro pace, né la loro prosperità, finché tu
viva, mai.
[8] Non avrai in abominio l'Idumeo, perché è tuo fratello; non avrai in
abominio l'Egiziano, perché sei stato forestiero nel suo paese;
[9] i figli che nasceranno da loro alla terza generazione potranno
entrare nella comunità del Signore.
[10] Quando uscirai e ti accamperai contro i tuoi nemici, guardati da
ogni cosa cattiva.
[11] Se si trova qualcuno in mezzo a te che sia immondo a causa d'un
accidente notturno, uscirà dall'accampamento e non vi entrerà;
[12] verso sera si laverà con acqua e dopo il tramonto del sole potrà
rientrare nell'accampamento.
[13] Avrai anche un posto fuori dell'accampamento e là andrai per i tuoi
bisogni.
[14] Nel tuo equipaggiamento avrai un piuolo, con il quale, nel ritirarti
fuori, scaverai una buca e poi ricoprirai i tuoi escrementi.
[15] Perché il Signore tuo Dio passa in mezzo al tuo accampamento per
salvarti e per mettere i nemici in tuo potere; l'accampamento deve
essere dunque santo, perché Egli non veda in mezzo a te qualche
indecenza e ti abbandoni.
[16] Non consegnerai al suo padrone uno schiavo che, dopo essergli
fuggito, si sarà rifugiato presso di te.
[17] Rimarrà da te nel tuo paese, nel luogo che avrà scelto, in quella
città che gli parrà meglio; non lo molesterai.
[18] Non vi sarà alcuna donna dedita alla prostituzione sacra tra le
figlie d'Israele, né vi sarà alcun uomo dedito alla prostituzione
sacra tra i figli d'Israele.
[19] Non porterai nella casa del Signore tuo Dio il dono di una
prostituta né il salario di un cane, qualunque voto tu abbia fatto,
poiché tutti e due sono abominio per il Signore tuo Dio.
[20] Non farai al tuo fratello prestiti a interesse, né di denaro, né
di viveri, né di qualunque cosa che si presta a interesse.
[21] Allo straniero potrai prestare a interesse, ma non al tuo fratello,
perché il Signore tuo Dio ti benedica in tutto ciò a cui metterai
mano, nel paese di cui stai per andare a prender possesso.
[22] Quando avrai fatto un voto al Signore tuo Dio, non tarderai a
soddisfarlo, perché il Signore tuo Dio te ne domanderebbe certo conto e
in te vi sarebbe un peccato.
[23] Ma se ti astieni dal far voti non vi sarà in te peccato.
[24] Manterrai la parola uscita dalle tue labbra ed eseguirai il voto che
avrai fatto volontariamente al Signore tuo Dio, ciò che la tua bocca
avrà promesso.
[25] Se entri nella vigna del tuo prossimo, potrai mangiare uva, secondo
il tuo appetito, a sazietà, ma non potrai metterne in alcun tuo
recipiente.
[26] Se passi tra la messe del tuo prossimo, potrai coglierne spighe con
la mano, ma non mettere la falce nella messe del tuo prossimo.
24
[1] Quando
un uomo ha preso una donna e ha vissuto con lei da marito, se poi
avviene che essa non trovi grazia ai suoi occhi, perché egli ha trovato
in lei qualche cosa di vergognoso, scriva per lei un libello di ripudio
e glielo consegni in mano e la mandi via dalla casa.
[2] Se essa, uscita dalla casa di lui, va e diventa moglie di un altro
marito
[3] e questi la prende in odio, scrive per lei un libello di ripudio,
glielo consegna in mano e la manda via dalla casa o se quest'altro
marito, che l'aveva presa per moglie, muore,
[4] il primo marito, che l'aveva rinviata, non potrà riprenderla per
moglie, dopo che essa è stata contaminata, perché sarebbe abominio
agli occhi del Signore; tu non renderai colpevole di peccato il paese
che il Signore tuo Dio sta per darti in eredità.
[5] Quando un uomo si sarà sposato da poco, non andrà in guerra e non
gli sarà imposto alcun incarico; sarà libero per un anno di badare
alla sua casa e farà lieta la moglie che ha sposata.
[6] Nessuno prenderà in pegno né le due pietre della macina domestica né
la pietra superiore della macina, perché sarebbe come prendere in pegno
la vita.
[7] Quando si troverà un uomo che abbia rapito qualcuno dei suoi
fratelli tra gli Israeliti, l'abbia sfruttato come schiavo o l'abbia
venduto, quel ladro sarà messo a morte; così estirperai il male da te.
[8] In caso di lebbra bada bene di osservare diligentemente e fare quanto
i sacerdoti leviti vi insegneranno; avrete cura di fare come io ho loro
ordinato.
[9] Ricòrdati di quello che il Signore tuo Dio fece a Maria durante il
viaggio, quando uscivate dall'Egitto.
[10] Quando presterai qualsiasi cosa al tuo prossimo, non entrerai in
casa sua per prendere il suo pegno;
[11] te ne starai fuori e l'uomo a cui avrai fatto il prestito ti porterà
fuori il pegno.
[12] Se quell'uomo è povero, non andrai a dormire con il suo pegno.
[13] Dovrai assolutamente restituirgli il pegno al tramonto del sole,
perché egli possa dormire con il suo mantello e benedirti; questo ti
sarà contato come una cosa giusta agli occhi del Signore tuo Dio.
[14] Non defrauderai il salariato povero e bisognoso, sia egli uno dei
tuoi fratelli o uno dei forestieri che stanno nel tuo paese, nelle tue
città;
[15] gli darai il suo salario il giorno stesso, prima che tramonti il
sole, perché egli è povero e vi volge il desiderio; così egli non
griderà contro di te al Signore e tu non sarai in peccato.
[16] Non si metteranno a morte i padri per una colpa dei figli, né si
metteranno a morte i figli per una colpa dei padri; ognuno sarà messo a
morte per il proprio peccato.
[17] Non lederai il diritto dello straniero e dell'orfano e non prenderai
in pegno la veste della vedova,
[18] ma ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto e che di là ti ha
liberato il Signore tuo Dio; perciò ti comando di fare questa cosa.
[19] Quando, facendo la mietitura nel tuo campo, vi avrai dimenticato
qualche mannello, non tornerai indietro a prenderlo; sarà per il
forestiero, per l'orfano e per la vedova, perché il Signore tuo Dio ti
benedica in ogni lavoro delle tue mani.
[20] Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornerai indietro a ripassare i
rami: saranno per il forestiero, per l'orfano e per la vedova.
[21] Quando vendemmierai la tua vigna, non tornerai indietro a
racimolare: sarà per il forestiero, per l'orfano e per la vedova.
[22] Ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese d'Egitto; perciò ti
comando di fare questa cosa.
25
[1] Quando
sorgerà una lite fra alcuni uomini e verranno in giudizio, i giudici
che sentenzieranno, assolveranno l'innocente e condanneranno il
colpevole.
[2] Se il colpevole avrà meritato di essere fustigato, il giudice lo farà
stendere per terra e fustigare in sua presenza, con un numero di colpi
proporzionati alla gravità della sua colpa.
[3] Gli farà dare non più di quaranta colpi, perché, aggiungendo altre
battiture a queste, la punizione non risulti troppo grave e il tuo
fratello resti infamato ai tuoi occhi.
[4] Non metterai la museruola al bue, mentre sta trebbiando.
[5] Quando i fratelli abiteranno insieme e uno di loro morirà senza
lasciare figli, la moglie del defunto non si mariterà fuori, con un
forestiero; il suo cognato verrà da lei e se la prenderà in moglie,
compiendo così verso di lei il dovere del cognato;
[6] il primogenito che essa metterà al mondo, andrà sotto il nome del
fratello morto perché il nome di questo non si estingua in Israele.
[7] Ma se quell'uomo non ha piacere di prendere la cognata, essa salirà
alla porta degli anziani e dirà: Mio cognato rifiuta di assicurare in
Israele il nome del fratello; non acconsente a compiere verso di me il
dovere del cognato.
[8] Allora gli anziani della sua città lo chiameranno e gli parleranno;
se egli persiste e dice: Non ho piacere di prenderla,
[9] allora sua cognata gli si avvicinerà in presenza degli anziani, gli
toglierà il sandalo dal piede, gli sputerà in faccia e prendendo la
parola dirà: Così sarà fatto all'uomo che non vuole ricostruire la
famiglia del fratello.
[10] La famiglia di lui sarà chiamata in Israele la famiglia dello
scalzato.
[11] Se alcuni verranno a contesa fra di loro e la moglie dell'uno si
avvicinerà per liberare il marito dalle mani di chi lo percuote e
stenderà la mano per afferrare costui nelle parti vergognose,
[12] tu le taglierai la mano e l'occhio tuo non dovrà averne
compassione.
[13] Non avrai nel tuo sacco due pesi diversi, uno grande e uno piccolo.
[14] Non avrai in casa due tipi di efa, una grande e una piccola.
[15] Terrai un peso completo e giusto, terrai un'efa completa e giusta,
perché tu possa aver lunga vita nel paese che il Signore tuo Dio sta
per darti.
[16] Poiché chiunque compie tali cose, chiunque commette ingiustizia è
in abominio al Signore tuo Dio.
[17] Ricordati di ciò che ti ha fatto Amalek lungo il cammino quando
uscivate dall'Egitto:
[18] come ti assalì lungo il cammino e aggredì nella tua carovana tutti
i più deboli della retroguardia, mentre tu eri stanco e sfinito, e non
ebbe alcun timor di Dio.
[19] Quando dunque il Signore tuo Dio ti avrà assicurato tranquillità,
liberandoti da tutti i tuoi nemici all'intorno nel paese che il Signore
tuo Dio sta per darti in eredità, cancellerai la memoria di Amalek
sotto al cielo: non dimenticare!
26
[1] Quando
sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio ti darà in eredità e lo
possiederai e là ti sarai stabilito,
[2] prenderai le primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nel
paese che il Signore tuo Dio ti darà, le metterai in una cesta e andrai
al luogo che il Signore tuo Dio avrà scelto per stabilirvi il suo nome.
[3] Ti presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: Io
dichiaro oggi al Signore tuo Dio che sono entrato nel paese che il
Signore ha giurato ai nostri padri di darci.
[4] Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti
all'altare del Signore tuo Dio
[5] e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore tuo Dio: Mio padre
era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con
poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa.
[6] Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura
schiavitù.
[7] Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore
ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e
la nostra oppressione;
[8] il Signore ci fece uscire dall'Egitto con mano potente e con braccio
teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi,
[9] e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorre
latte e miele.
[10] Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu,
Signore, mi hai dato. Le deporrai davanti al Signore tuo Dio e ti
prostrerai davanti al Signore tuo Dio;
[11] gioirai, con il levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te,
di tutto il bene che il Signore tuo Dio avrà dato a te e alla tua
famiglia.
[12] Quando avrai finito di prelevare tutte le decime delle tue entrate,
il terzo anno, l'anno delle decime, e le avrai date al levita, al
forestiero, all'orfano e alla vedova perché ne mangino nelle tue città
e ne siano sazi,
[13] dirai dinanzi al Signore tuo Dio: Ho tolto dalla mia casa ciò che
era consacrato e l'ho dato al levita, al forestiero, all'orfano e alla
vedova secondo quanto mi hai ordinato; non ho trasgredito, né
dimenticato alcuno dei tuoi comandi.
[14] Non ne ho mangiato durante il mio lutto; non ne ho tolto nulla
quando ero immondo e non ne ho dato nulla per un cadavere; ho obbedito
alla voce del Signore mio Dio; ho agito secondo quanto mi hai ordinato.
[15] Volgi lo sguardo dalla dimora della tua santità, dal cielo, e
benedici il tuo popolo d'Israele e il suolo che ci hai dato come hai
giurato ai nostri padri, il paese dove scorre latte e miele!
[16] Oggi il Signore tuo Dio ti comanda di mettere in pratica queste
leggi e queste norme; osservale dunque, mettile in pratica, con tutto il
cuore, con tutta l'anima.
[17] Tu hai sentito oggi il Signore dichiarare che Egli sarà il tuo Dio,
ma solo se tu camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i
suoi comandi, le sue norme e obbedirai alla sua voce.
[18] Il Signore ti ha fatto oggi dichiarare che tu sarai per lui un
popolo particolare, come egli ti ha detto, ma solo se osserverai tutti i
suoi comandi;
[19] Egli ti metterà per gloria, rinomanza e splendore, sopra tutte le
nazioni che ha fatte e tu sarai un popolo consacrato al Signore tuo Dio
com'egli ha promesso".
27
[1] Mosè
e gli anziani d'Israele diedero quest'ordine al popolo: "Osservate
tutti i comandi che oggi vi do.
[2] Quando avrete passato il Giordano per entrare nel paese che il
Signore vostro Dio sta per darvi, erigerai grandi pietre e le
intonacherai di calce.
[3] Scriverai su di esse tutte le parole di questa legge, quando avrai
passato il Giordano per entrare nel paese che il Signore tuo Dio sta per
darti, paese dove scorre latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi
padri, ti ha detto.
[4] Quando dunque avrete passato il Giordano, erigerete sul monte Ebal
queste pietre, che oggi vi comando, e le intonacherete di calce.
[5] Là costruirai anche un altare al Signore tuo Dio, un altare di
pietre non toccate da strumento di ferro.
[6] Costruirai l'altare del Signore tuo Dio con pietre intatte e sopra vi
offrirai olocausti al Signore tuo Dio,
[7] offrirai sacrifici di comunione e là mangerai e ti gioirai davanti
al Signore tuo Dio.
[8] Scriverai su quelle pietre tutte le parole di questa legge con
scrittura ben chiara".
[9] Mosè e i sacerdoti leviti dissero a tutto Israele: "Fà
silenzio e ascolta, Israele! Oggi sei divenuto il popolo del Signore tuo
Dio.
[10] Obbedirai quindi alla voce del Signore tuo Dio e metterai in pratica
i suoi comandi e le sue leggi che oggi ti do".
[11] In quello stesso giorno Mosè diede quest'ordine al popolo:
[12] "Quando avrete passato il Giordano, ecco quelli che staranno
sul mont Garizim per benedire il popolo: Simeone, Levi, Giuda, Issacar,
Giuseppe e Beniamino;
[13] ecco quelli che staranno sul monte Ebal, per pronunciare la
maledizione: Ruben, Gad, Aser, Zàbulon, Dan e Nèftali.
[14] I leviti prenderanno la parola e diranno ad alta voce a tutti gli
Israeliti:
[15] Maledetto l'uomo che fa un'immagine scolpita o di metallo fuso,
abominio per il Signore, lavoro di mano d'artefice, e la pone in luogo
occulto! Tutto il popolo risponderà e dirà: Amen.
[16] Maledetto chi maltratta il padre e la madre! Tutto il popolo dirà:
Amen.
[17] Maledetto chi sposta i confini del suo prossimo! Tutto il popolo dirà:
Amen.
[18] Maledetto chi fa smarrire il cammino al cieco! Tutto il popolo dirà:
Amen.
[19] Maledetto chi lede il diritto del forestiero, dell'orfano e della
vedova! Tutto il popolo dirà: Amen.
[20] Maledetto chi si unisce con la moglie del padre, perché solleva il
lembo del mantello del padre! Tutto il popolo dirà: Amen.
[21] Maledetto chi si unisce con qualsiasi bestia! Tutto il popolo dirà:
Amen.
[22] Maledetto chi si unisce con la propria sorella, figlia di suo padre
o figlia di sua madre! Tutto il popolo dirà: Amen.
[23] Maledetto chi si unisce con la suocera! Tutto il popolo dirà: Amen.
[24] Maledetto chi uccide il suo prossimo in segreto! Tutto il popolo dirà:
Amen.
[25] Maledetto chi accetta un regalo per condannare a morte un innocente!
Tutto il popolo dirà: Amen.
[26] Maledetto chi non mantiene in vigore le parole di questa legge, per
metterla in pratica! Tutto il popolo dirà: Amen.
28
[1] Se tu
obbedirai fedelmente alla voce del Signore tuo Dio, preoccupandoti di
mettere in pratica tutti i suoi comandi che io ti prescrivo, il Signore
tuo Dio ti metterà sopra tutte le nazioni della terra;
[2] perché tu avrai ascoltato la voce del Signore tuo Dio, verranno su
di te e ti raggiungeranno tutte queste benedizioni:
[3] Sarai benedetto nella città e benedetto nella campagna.
[4] Benedetto sarà il frutto del tuo seno, il frutto del tuo suolo e il
frutto del tuo bestiame; benedetti i parti delle tue vacche e i nati
delle tue pecore.
[5] Benedette saranno la tua cesta e la tua madia.
[6] Sarai benedetto quando entri e benedetto quando esci.
[7] Il Signore lascerà sconfiggere davanti a te i tuoi nemici, che
insorgeranno contro di te: per una sola via verranno contro di te e per
sette vie fuggiranno davanti a te.
[8] Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te nei tuoi
granai e in tutto ciò a cui metterai mano; ti benedirà nel paese che
il Signore tuo Dio sta per darti.
[9] Il Signore ti renderà popolo a lui consacrato, come ti ha giurato,
se osserverai i comandi del Signore tuo Dio e se camminerai per le sue
vie;
[10] tutti i popoli della terra vedranno che porti il nome del Signore e
ti temeranno.
[11] Il Signore tuo Dio ti concederà abbondanza di beni, quanto al
frutto del tuo grembo, al frutto del tuo bestiame e al frutto del tuo
suolo, nel paese che il Signore ha giurato ai tuoi padri di darti.
[12] Il Signore aprirà per te il suo benefico tesoro, il cielo, per dare
alla tua terra la pioggia a suo tempo e per benedire tutto il lavoro
delle tue mani; così presterai a molte nazioni, mentre tu non
domanderai prestiti.
[13] Il Signore ti metterà in testa e non in coda e sarai sempre in alto
e mai in basso, se obbedirai ai comandi del Signore tuo Dio, che oggi io
ti prescrivo, perché tu li osservi e li metta in pratica,
[14] e se non devierai né a destra né a sinistra da alcuna delle cose
che oggi vi comando, per seguire altri dei e servirli.
[15] Ma se non obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, se non cercherai
di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti
prescrivo, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste
maledizioni:
[16] sarai maledetto nella città e maledetto nella campagna.
[17] Maledette saranno la tua cesta e la tua madia.
[18] Maledetto sarà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo;
maledetti i parti delle tue vacche e i nati delle tue pecore.
[19] Maledetto sarai quando entri e maledetto quando esci.
[20] Il Signore lancerà contro di te la maledizione, la costernazione e
la minaccia in ogni lavoro a cui metterai mano, finché tu sia distrutto
e perisca rapidamente a causa delle tue azioni malvage per avermi
abbandonato.
[21] Il Signore ti farà attaccare la peste, finché essa non ti abbia
eliminato dal paese, di cui stai per entrare a prender possesso.
[22] Il Signore ti colpirà con la consunzione, con la febbre, con
l'infiammazione, con l'arsura, con la siccità, il carbonchio e la
ruggine, che ti perseguiteranno finché tu non sia perito.
[23] Il cielo sarà di rame sopra il tuo capo e la terra sotto di te sarà
di ferro.
[24] Il Signore darà come pioggia al tuo paese sabbia e polvere, che
scenderanno dal cielo su di te finché tu sia distrutto.
[25] Il Signore ti farà sconfiggere dai tuoi nemici: per una sola via
andrai contro di loro e per sette vie fuggirai davanti a loro;
diventerai oggetto di orrore per tutti i regni della terra.
[26] Il tuo cadavere diventerà pasto di tutti gli uccelli del cielo e
delle bestie selvatiche e nessuno li scaccerà.
[27] Il Signore ti colpirà con le ulcere d'Egitto, con bubboni, scabbia
e prurigine, da cui non potrai guarire.
[28] Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia,
[29] così che andrai brancolando in pieno giorno come il cieco brancola
nel buio. Non riuscirai nelle tue imprese, sarai ogni giorno oppresso e
spogliato e nessuno ti aiuterà.
[30] Ti fidanzerai con una donna, un altro la praticherà; costruirai una
casa, ma non vi abiterai; pianterai una vigna e non ne potrai cogliere i
primi frutti.
[31] Il tuo bue sarà ammazzato sotto i tuoi occhi e tu non ne mangerai;
il tuo asino ti sarà portato via in tua presenza e non tornerà più a
te; il tuo gregge sarà dato ai tuoi nemici e nessuno ti aiuterà.
[32] I tuoi figli e le tue figlie saranno consegnati a un popolo
straniero, mentre i tuoi occhi vedranno e languiranno di pianto per loro
ogni giorno, ma niente potrà fare la tua mano.
[33] Un popolo, che tu non conosci, mangerà il frutto della tua terra e
di tutta la tua fatica; sarai oppresso e schiacciato ogni giorno;
[34] diventerai pazzo per ciò che i tuoi occhi dovranno vedere.
[35] Il Signore ti colpirà alle ginocchia e alle cosce con una ulcera
maligna, della quale non potrai guarire; ti colpirà dalla pianta dei
piedi alla sommità del capo.
[36] Il Signore deporterà te e il re, che ti sarai costituito, in una
nazione che né tu né i padri tuoi avete conosciuto; là servirai dei
stranieri, dei di legno e di pietra;
[37] diventerai oggetto di stupore, di motteggio e di scherno per tutti i
popoli fra i quali il Signore ti avrà condotto.
[38] Porterai molta semente al campo e raccoglierai poco, perché la
locusta la divorerà.
[39] Pianterai vigne e le coltiverai, ma non berrai vino né coglierai
uva, perché il verme le roderà.
[40] Avrai oliveti in tutto il tuo territorio, ma non ti ungerai di olio,
perché le tue olive cadranno immature.
[41] Genererai figli e figlie, ma non saranno tuoi, perché andranno in
prigionia.
[42] Tutti i tuoi alberi e il frutto del tuo suolo saranno preda di un
esercito d'insetti.
[43] Il forestiero che sarà in mezzo a te si innalzerà sempre più
sopra di te e tu scenderai sempre più in basso.
[44] Egli presterà a te e tu non presterai a lui; egli sarà in testa e
tu in coda.
[45] Tutte queste maledizioni verranno su di te, ti perseguiteranno e ti
raggiungeranno, finché tu sia distrutto, perché non avrai obbedito
alla voce del Signore tuo Dio, osservando i comandi e le leggi che egli
ti ha dato.
[46] Esse per te e per la tua discendenza saranno sempre un segno e un
prodigio.
[47] Poiché non avrai servito il Signore tuo Dio con gioia e di buon
cuore in mezzo all'abbondanza di ogni cosa,
[48] servirai i tuoi nemici, che il Signore manderà contro di te, in
mezzo alla fame, alla sete, alla nudità e alla mancanza di ogni cosa;
essi ti metteranno un giogo di ferro sul collo, finché ti abbiano
distrutto.
[49] Il Signore solleverà contro di te da lontano, dalle estremità
della terra, una nazione che si slancia a volo come aquila: una nazione
della quale non capirai la lingua,
[50] una nazione dall'aspetto feroce, che non avrà riguardo al vecchio né
avrà compassione del fanciullo;
[51] che mangerà il frutto del tuo bestiame e il frutto del tuo suolo,
finché tu sia distrutto, e non ti lascerà alcun residuo di frumento,
di mosto, di olio, dei parti delle tue vacche e dei nati delle tue
pecore, finché ti avrà fatto perire.
[52] Ti assedierà in tutte le tue città, finché in tutto il tuo paese
cadano le mura alte e forti, nelle quali avrai riposto la fiducia. Ti
assedierà in tutte le tue città, in tutto il paese che il Signore tuo
Dio ti avrà dato.
[53] Durante l'assedio e l'angoscia alla quale ti ridurrà il tuo nemico,
mangerai il frutto delle tue viscere, le carni dei tuoi figli e delle
tue figlie, che il Signore tuo Dio ti avrà dato.
[54] L'uomo più raffinato tra di voi e più delicato guarderà di
malocchio il suo fratello e la sua stessa sposa e il resto dei suoi
figli che ancora sopravvivono,
[55] per non dare ad alcuno di loro le carni dei suoi figli delle quali
si ciberà; perché non gli sarà rimasto più nulla durante l'assedio e
l'angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue
città.
[56] La donna più raffinata e delicata tra di voi, che per delicatezza e
raffinatezza non si sarebbe provata a posare in terra la pianta del
piede, guarderà di malocchio il proprio marito, il figlio e la figlia
[57] e si ciberà di nascosto di quanto esce dai suoi fianchi e dei
bambini che deve ancora partorire, mancando di tutto durante l'assedio e
l'angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue
città.
[58] Se non cercherai di eseguire tutte le parole di questa legge,
scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e
terribile del Signore tuo Dio,
[59] allora il Signore colpirà te e i tuoi discendenti con flagelli
prodigiosi: flagelli grandi e duraturi, malattie maligne e ostinate.
[60] Farà tornare su di te le infermità dell'Egitto, delle quali tu
avevi paura, e si attaccheranno a te.
[61] Anche ogni altra malattia e ogni flagello, che non sta scritto nel
libro di questa legge, il Signore manderà contro di te, finché tu non
sia distrutto.
[62] Voi rimarrete in pochi uomini, dopo essere stati numerosi come le
stelle del cielo, perché non avrai obbedito alla voce del Signore tuo
Dio.
[63] Come il Signore gioiva a vostro riguardo nel beneficarvi e
moltiplicarvi, così il Signore gioirà a vostro riguardo nel farvi
perire e distruggervi; sarete strappati dal suolo, che vai a prendere in
possesso.
[64] Il Signore ti disperderà fra tutti i popoli, da un'estremità fino
all'altra; là servirai altri dei, che né tu, né i tuoi padri avete
conosciuti, dei di legno e di pietra.
[65] Fra quelle nazioni non troverai sollievo e non vi sarà luogo di
riposo per la pianta dei tuoi piedi; là il Signore ti darà un cuore
trepidante, languore di occhi e angoscia di anima.
[66] La tua vita ti sarà dinanzi come sospesa a un filo; temerai notte e
giorno e non sarai sicuro della tua vita.
[67] Alla mattina dirai: Se fosse sera! e alla sera dirai: Se fosse
mattina!, a causa del timore che ti agiterà il cuore e delle cose che i
tuoi occhi vedranno.
[68] Il Signore ti farà tornare in Egitto, per mezzo di navi, per una
via della quale ti ho detto: Non dovrete più rivederla! e là vi
metterete in vendita ai vostri nemici come schiavi e schiave, ma nessuno
vi acquisterà".
[69] Queste sono le parole dell'alleanza che il Signore ordinò a Mosè
di stabilire con gli Israeliti nel paese di Moab, oltre l'alleanza che
aveva stabilito con loro sull'Oreb.
29
[1] Mosè
convocò tutto Israele e disse loro: "Voi avete visto quanto il
Signore ha fatto sotto i vostri occhi, nel paese d'Egitto, al faraone, a
tutti i suoi ministri e a tutto il suo paese;
[2] le prove grandiose che i tuoi occhi hanno visto, i segni e i grandi
prodigi.
[3] Ma fino ad oggi il Signore non vi ha dato una mente per comprendere,
né occhi per vedere, né orecchi per udire.
[4] Io vi ho condotti per quarant'anni nel deserto; i vostri mantelli non
vi si sono logorati addosso e i vostri sandali non vi si sono logorati
ai piedi.
[5] Non avete mangiato pane, non avete bevuto vino, né bevanda
inebriante, perché sapevate che io sono il Signore vostro Dio.
[6] Quando foste arrivati in questo luogo e Sicon re di Chesbon e Og re
di Basan uscirono contro di noi per combattere, noi li abbiamo
sconfitti,
[7] abbiamo preso il loro paese e l'abbiamo dato in possesso ai Rubeniti,
ai Gaditi e a metà della tribù di Manàsse.
[8] Osservate dunque le parole di questa alleanza e mettetela in pratica,
perché abbiate successo in quanto farete.
[9] Oggi voi state tutti davanti al Signore vostro Dio, i vostri capi, le
vostre tribù, i vostri anziani, i vostri scribi, tutti gli Israeliti,
[10] i vostri bambini, le vostre mogli, il forestiero che sta in mezzo al
tuo accampamento, da chi ti spacca la legna a chi ti attinge l'acqua,
[11] per entrare nell'alleanza del Signore tuo Dio e nell'imprecazione
che il Signore tuo Dio sancisce oggi con te,
[12] per costituirti oggi suo popolo e per essere Egli il tuo Dio, come
ti ha detto e come ha giurato ai tuoi padri, ad Abramo, ad Isacco e a
Giacobbe.
[13] Non soltanto con voi io sancisco questa alleanza e pronunzio questa
imprecazione,
[14] ma con chi oggi sta qui con noi davanti al Signore nostro Dio e con
chi non è oggi qui con noi.
[15] Poiché voi sapete come abbiamo abitato nel paese d'Egitto e come
siamo passati in mezzo alle nazioni, che avete attraversate;
[16] avete visto i loro abomini e gli idoli di legno, di pietra,
d'argento e d'oro, che sono presso di loro.
[17] Non vi sia tra voi uomo o donna o famiglia o tribù che volga oggi
il cuore lungi dal Signore nostro Dio, per andare a servire gli dei di
quelle nazioni. Non vi sia tra di voi radice alcuna che produca veleno e
assenzio.
[18] Se qualcuno, udendo le parole di questa imprecazione, si lusinga in
cuor suo dicendo: Avrò benessere, anche se mi regolerò secondo
l'ostinazione del mio cuore, con il pensiero che il terreno irrigato
faccia sparire quello arido,
[19] il Signore non consentirà a perdonarlo; anzi in tal caso la collera
del Signore e la sua gelosia si accenderanno contro quell'uomo e si
poserà sopra di lui ogni imprecazione scritta in questo libro e il
Signore cancellerà il suo nome sotto il cielo.
[20] Il Signore lo segregherà, per sua sventura, da tutte le tribù
d'Israele, secondo tutte le imprecazioni dell'alleanza scritta in questo
libro della legge.
[21] Allora la generazione futura, i vostri figli che sorgeranno dopo di
voi e lo straniero che verrà da una terra lontana, quando vedranno i
flagelli di quel paese e le malattie che il Signore gli avrà inflitte:
[22] tutto il suo suolo sarà zolfo, sale, arsura, non sarà seminato e
non germoglierà, né erba di sorta vi crescerà, come dopo lo
sconvolgimento di Sòdoma, di Gomorra, di Adma e di Zeboim, distrutte
dalla sua collera e dal suo furore,
[23] diranno, dunque, tutte le nazioni: Perché il Signore ha trattato
così questo paese? Perché l'ardore di questa grande collera?
[24] E si risponderà: Perché hanno abbandonato l'alleanza del Signore,
Dio dei loro padri: l'alleanza che egli aveva stabilita con loro, quando
li ha fatti uscire dal paese d'Egitto;
[25] perché sono andati a servire altri dei e si sono prostrati dinanzi
a loro: dei che essi non avevano conosciuti e che egli non aveva dato
loro in sorte.
[26] Per questo si è accesa la collera del Signore contro questo paese,
mandandovi contro tutte le imprecazioni scritte in questo libro;
[27] il Signore li ha strappati dal loro suolo con ira, con furore e con
grande sdegno e li ha gettati in un altro paese, come oggi.
[28] Le cose occulte appartengono al Signore nostro Dio, ma le cose
rivelate sono per noi e per i nostri figli, sempre, perché pratichiamo
tutte le parole di questa legge.
30
[1] Quando
tutte queste cose che io ti ho poste dinanzi, la benedizione e la
maledizione, si saranno realizzate su di te e tu le richiamerai alla tua
mente in mezzo a tutte le nazioni, dove il Signore tuo Dio ti avrà
scacciato,
[2] se ti convertirai al Signore tuo Dio e obbedirai alla sua voce, tu e
i tuoi figli, con tutto il cuore e con tutta l'anima, secondo quanto
oggi ti comando,
[3] allora il Signore tuo Dio farà tornare i tuoi deportati, avrà pietà
di te e ti raccoglierà di nuovo da tutti i popoli, in mezzo ai quali il
Signore tuo Dio ti aveva disperso.
[4] Quand'anche i tuoi esuli fossero all'estremità dei cieli, di là il
Signore tuo Dio ti raccoglierà e di là ti riprenderà.
[5] Il Signore tuo Dio ti ricondurrà nel paese che i tuoi padri avevano
posseduto e tu lo possiederai; Egli ti farà felice e ti moltiplicherà
più dei tuoi padri.
[6] Il Signore tuo Dio circonciderà il tuo cuore e il cuore della tua
discendenza, perché tu ami il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con
tutta l'anima e viva.
[7] Il Signore tuo Dio farà cadere tutte queste imprecazioni sui tuoi
nemici e su quanti ti odieranno e perseguiteranno.
[8] Tu ti convertirai, obbedirai alla voce del Signore e metterai in
pratica tutti questi comandi che oggi ti dò.
[9] Il Signore tuo Dio ti farà sovrabbondare di beni in ogni lavoro
delle tue mani, nel frutto delle tue viscere, nel frutto del tuo
bestiame e nel frutto del tuo suolo; perché il Signore gioirà di nuovo
per te facendoti felice, come gioiva per i tuoi padri,
[10] quando obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, osservando i suoi
comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge; quando ti
sarai convertito al Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta
l'anima.
[11] Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né
troppo lontano da te.
[12] Non è nel cielo, perché tu dica: Chi salirà per noi in cielo, per
prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire?
[13] Non è di là dal mare, perché tu dica: Chi attraverserà per noi
il mare per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire?
[14] Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel
tuo cuore, perché tu la metta in pratica.
[15] Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il
male;
[16] poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare
per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue
norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica
nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso.
[17] Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci
trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli,
[18] io vi dichiaro oggi che certo perirete, che non avrete vita lunga
nel paese di cui state per entrare in possesso passando il Giordano.
[19] Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho
posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione;
scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza,
[20] amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito
a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così
abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri,
Abramo, Isacco e Giacobbe".
31
[1] Mosè
andò e rivolse ancora queste parole a tutto Israele. Disse loro:
[2] "Io oggi ho centovent'anni; non posso più andare e venire;
inoltre il Signore mi ha detto: Tu non passerai questo Giordano.
[3] Il Signore tuo Dio passerà davanti a te, distruggerà davanti a te
quelle nazioni e tu prenderai il loro posto; quanto a Giosuè, egli
passerà alla tua testa, come il Signore ha detto.
[4] Il Signore tratterà quelle nazioni come ha trattato Sicon e Og, re
degli Amorrei, e come ha trattato il loro paese, che egli ha distrutto.
[5] Il Signore le metterà in vostro potere e voi le tratterete secondo
tutti gli ordini che vi ho dati.
[6] Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro,
perché il Signore tuo Dio cammina con te; non ti lascerà e non ti
abbandonerà".
[7] Poi Mosè chiamò Giosuè e gli disse alla presenza di tutto Israele:
"Sii forte e fatti animo, perché tu entrerai con questo popolo nel
paese, che il Signore ai loro padri giurò di darvi: tu gliene darai il
possesso.
[8] Il Signore stesso cammina davanti a te; egli sarà con te, non ti
lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non ti perdere
d'animo!".
[9] Mosè scrisse questa legge e la diede ai sacerdoti figli di Levi, che
portavano l'arca dell'alleanza del Signore e a tutti gli anziani
d'Israele.
[10] Mosè diede loro quest'ordine: "Alla fine di ogni sette anni,
al tempo dell'anno del condono, alla festa delle capanne,
[11] quando tutto Israele verrà a presentarsi davanti al Signore tuo
Dio, nel luogo che avrà scelto, leggerai questa legge davanti a tutto
Israele, agli orecchi di tutti.
[12] Radunerai il popolo, uomini, donne, bambini e il forestiero che sarà
nelle tue città, perché ascoltino, imparino a temere il Signore vostro
Dio e si preoccupino di mettere in pratica tutte le parole di questa
legge.
[13] I loro figli, che ancora non la conoscono, la udranno e impareranno
a temere il Signore vostro Dio, finché vivrete nel paese di cui voi
andate a prendere possesso passando il Giordano".
[14] Il Signore disse a Mosè: "Ecco, il giorno della tua morte è
vicino; chiama Giosuè e presentatevi nella tenda del convegno, perché
io gli comunichi i miei ordini". Mosè e Giosuè dunque andarono a
presentarsi nella tenda del convegno.
[15] Il Signore apparve nella tenda in una colonna di nube e la colonna
di nube stette all'ingresso della tenda.
[16] Il Signore disse a Mosè: "Ecco, tu stai per addormentarti con
i tuoi padri; questo popolo si alzerà e si prostituirà con gli dei
stranieri del paese nel quale sta per entrare; mi abbandonerà e spezzerà
l'alleanza che io ho stabilita con lui.
[17] In quel giorno, la mia ira si accenderà contro di lui; io li
abbandonerò, nasconderò loro il volto e saranno divorati. Lo
colpiranno malanni numerosi e angosciosi e in quel giorno dirà: Questi
mali non mi hanno forse colpito per il fatto che il mio Dio non è più
in mezzo a me?
[18] Io, in quel giorno, nasconderò il volto a causa di tutto il male
che avranno fatto rivolgendosi ad altri dei.
[19] Ora scrivete per voi questo cantico e insegnatelo agli Israeliti;
mettetelo loro in bocca, perché questo cantico mi sia di testimonio
contro gli Israeliti.
[20] Quando lo avrò introdotto nel paese che ho promesso ai suoi padri
con giuramento, paese dove scorre latte e miele, ed egli avrà mangiato,
si sarà saziato e ingrassato e poi si sarà rivolto ad altri dei per
servirli e mi avrà disprezzato e avrà spezzato la mia alleanza,
[21] e quando lo avranno colpito malanni numerosi e angosciosi, allora
questo canto sarà testimonio davanti a lui; poiché non sarà
dimenticato dalla sua discendenza. Sì, conosco i pensieri da lui
concepiti gia oggi, prima ancora che io lo abbia introdotto nel paese,
che ho promesso con giuramento".
[22] Mosè scrisse quel giorno questo canto e lo insegnò agli Israeliti.
[23] Poi il Signore comunicò i suoi ordini a Giosuè, figlio di Nun, e
gli disse: "Sii forte e fatti animo, poiché tu introdurrai gli
Israeliti nel paese, che ho giurato di dar loro, e io sarò con
te".
[24] Quando Mosè ebbe finito di scrivere su un libro tutte le parole di
questa legge,
[25] ordinò ai leviti che portavano l'arca dell'alleanza del Signore:
[26] "Prendete questo libro della legge e mettetelo a fianco
dell'arca dell'alleanza del Signore vostro Dio; vi rimanga come
testimonio contro di te;
[27] perché io conosco la tua ribellione e la durezza della tua cervice.
Se fino ad oggi, mentre vivo ancora in mezzo a voi, siete stati ribelli
contro il Signore, quanto più lo sarete dopo la mia morte!
[28] Radunate presso di me tutti gli anziani delle vostre tribù e i
vostri scribi; io farò udire loro queste parole e prenderò a testimoni
contro di loro il cielo e la terra.
[29] So infatti che, dopo la mia morte, voi certo vi corromperete e vi
allontanerete dalla via che vi ho detto di seguire; la sventura vi
colpirà negli ultimi giorni, perché avrete fatto ciò che è male agli
occhi del Signore, provocandolo a sdegno con l'opera delle vostre
mani".
[30] Poi Mosè pronunziò innanzi a tutta l'assemblea d'Israele le parole
di questo canto, fino al loro termine.
32
[1] "Ascoltate,
o cieli: io voglio parlare:
oda la terra le parole della mia bocca!
[2] Stilli come pioggia la mia dottrina,
scenda come rugiada il mio dire;
come scroscio sull'erba del prato,
come spruzzo sugli steli di grano.
[3] Voglio proclamare il nome del Signore:
date gloria al nostro Dio!
[4] Egli è la Roccia; perfetta è l'opera sua;
tutte le sue vie sono giustizia;
è un Dio verace e senza malizia;
Egli è giusto e retto.
[5] Peccarono contro di lui i figli degeneri,
generazione tortuosa e perversa.
[6] Così ripaghi il Signore,
o popolo stolto e insipiente?
Non è lui il padre che ti ha creato,
che ti ha fatto e ti ha costituito?
[7] Ricorda i giorni del tempo antico,
medita gli anni lontani.
Interroga tuo padre e te lo farà sapere,
i tuoi vecchi e te lo diranno.
[8] Quando l'Altissimo divideva i popoli,
quando disperdeva i figli dell'uomo,
egli stabilì i confini delle genti
secondo il numero degli Israeliti.
[9] Perché porzione del Signore è il suo popolo,
[10] Egli lo trovò in terra deserta,
in una landa di ululati solitari.
Lo circondò, lo allevò,
lo custodì come pupilla del suo occhio.
[11] Come un'aquila che veglia la sua nidiata,
che vola sopra i suoi nati,
egli spiegò le ali e lo prese,
lo sollevò sulle sue ali,
[12] Il Signore lo guidò da solo,
non c'era con lui alcun dio straniero.
[13] Lo fece montare sulle alture della terra e lo nutrì con i prodotti
della campagna;
gli fece succhiare miele dalla rupe
e olio dai ciottoli della roccia;
[14] crema di mucca e latte di pecora
insieme con grasso di agnelli,
arieti di Basan e capri,
fior di farina di frumento
e sangue di uva, che bevevi spumeggiante.
[15] Giacobbe ha mangiato e si è saziato,
- sì, ti sei ingrassato, impinguato, rimpinzato -
e ha respinto il Dio che lo aveva fatto,
ha disprezzato la Roccia, sua salvezza.
[16] Lo hanno fatto ingelosire con dei stranieri
e provocato con abomini all'ira.
[17] Hanno sacrificato a demoni che non sono Dio,
a divinità che non conoscevano,
novità, venute da poco,
che i vostri padri non avevano temuto.
[18] La Roccia, che ti ha generato, tu hai trascurato;
hai dimenticato il Dio che ti ha procreato!
[19] Ma il Signore ha visto e ha disdegnato
con ira i suoi figli e le sue figlie.
[20] Ha detto: Io nasconderò loro il mio volto:
vedrò quale sarà la loro fine.
Sono una generazione perfida,
sono figli infedeli.
[21] Mi resero geloso con ciò che non è Dio,
mi irritarono con i loro idoli vani;
io li renderò gelosi con uno che non è popolo,
li irriterò con una nazione stolta.
[22] Un fuoco si è acceso nella mia collera
e brucerà fino nella profondità degl'inferi;
divorerà la terra e il suo prodotto
e incendierà le radici dei monti.
[23] Accumulerò sopra di loro i malanni;
le mie frecce esaurirò contro di loro.
[24] Saranno estenuati dalla fame,
divorati dalla febbre e da peste dolorosa.
Il dente delle belve manderò contro di essi,
con il veleno dei rettili che strisciano nella polvere.
[25] Di fuori la spada li priverà dei figli,
dentro le case li ucciderà lo spavento.
Periranno insieme il giovane e la vergine,
il lattante e l'uomo canuto.
[26] Io ho detto: Li voglio disperdere,
cancellarne tra gli uomini il ricordo!
[27] se non temessi l'arroganza del nemico,
l'abbaglio dei loro avversari;
non dicano: La nostra mano ha vinto,
non è il Signore che ha operato tutto questo!
[28] Sono un popolo insensato
e in essi non c'è intelligenza:
[29] se fossero saggi, capirebbero,
rifletterebbero sulla loro fine:
[30] Come può un uomo solo inseguirne mille
o due soli metterne in fuga diecimila?
Non è forse perché la loro Roccia li ha venduti,
il Signore li ha consegnati?
[31] Perché la loro roccia non è come la nostra
e i nostri nemici ne sono testimoni.
[32] La loro vite è dal ceppo di Sòdoma,
dalle piantagioni di Gomorra.
La loro uva è velenosa,
ha grappoli amari.
[33] Tossico di serpenti è il loro vino,
micidiale veleno di vipere.
[34] Non è questo nascosto presso di me,
sigillato nei miei forzieri?
[35] Mia sarà la vendetta e il castigo,
quando vacillerà il loro piede!
Sì, vicino è il giorno della loro rovina
e il loro destino si affretta a venire.
[36] Perché il Signore farà giustizia al suo popolo
e dei suoi servi avrà compassione;
quando vedrà che ogni forza è svanita
e non è rimasto né schiavo, né libero.
[37] Allora dirà: Dove sono i loro dei,
la roccia in cui cercavano rifugio;
[38] quelli che mangiavano il grasso dei loro sacrifici,
che bevevano il vino delle loro libazioni?
Sorgano ora e vi soccorrano,
siano il riparo per voi!
[39] Ora vedete che io, io lo sono
e nessun altro è dio accanto a me.
Sono io che dò la morte e faccio vivere;
io percuoto e io guarisco
e nessuno può liberare dalla mia mano.
[40] Alzo la mano verso il cielo
e dico: Per la mia vita, per sempre:
[41] quando avrò affilato la folgore della mia spada
e la mia mano inizierà il giudizio,
farò vendetta dei miei avversari,
ripagherò i miei nemici.
[42] Inebrierò di sangue le mie frecce,
si pascerà di carne la mia spada,
del sangue dei cadaveri e dei prigionieri,
delle teste dei condottieri nemici!
[43] Esultate, o nazioni, per il suo popolo,
perché Egli vendicherà il sangue dei suoi servi;
volgerà la vendetta contro i suoi avversari
e purificherà la sua terra e il suo popolo".
[44] Mosè venne con Giosuè, figlio di Nun, e pronunziò agli orecchi
del popolo tutte le parole di questo canto.
[45] Quando Mosè ebbe finito di pronunziare tutte queste parole davanti
a tutto Israele, disse loro:
[46] "Ponete nella vostra mente tutte le parole che io oggi uso come
testimonianza contro di voi. Le prescriverete ai vostri figli, perché
cerchino di eseguire tutte le parole di questa legge.
[47] Essa infatti non è una parola senza valore per voi; anzi è la
vostra vita; per questa parola passerete lunghi giorni sulla terra di
cui state per prendere possesso, passando il Giordano".
[48] In quello stesso giorno il Signore disse a Mosè:
[49] "Sali su questo monte degli Abarim, sul monte Nebo, che è nel
paese di Moab, di fronte a Gerico, e mira il paese di Canaan, che io dò
in possesso agli Israeliti.
[50] Tu morirai sul monte sul quale stai per salire e sarai riunito ai
tuoi antenati, come Aronne tuo fratello è morto sul monte Or ed è
stato riunito ai suoi antenati,
[51] perché siete stati infedeli verso di me in mezzo agli Israeliti
alle acque di Mèriba di Kades nel deserto di Sin, perché non avete
manifestato la mia santità.
[52] Tu vedrai il paese davanti a te, ma là, nel paese che io sto per
dare agli Israeliti, tu non entrerai!".
33
[1] Ed
ecco la benedizione con la quale Mosè, uomo di Dio, benedisse gli
Israeliti prima di morire.
[2] Egli disse: "Il Signore è venuto dal Sinai,
è spuntato per loro dal Seir;
è apparso dal monte Paran,
è arrivato a Mèriba di Kades,
dal suo meridione fino alle pendici.
[3] Certo egli ama i popoli;
tutti i suoi santi sono nelle tue mani,
mentre essi, accampati ai tuoi piedi,
ricevono le tue parole.
[4] Una legge ci ha ordinato Mosè;
un'eredità è l'assemblea di Giacobbe.
[5] Vi fu un re in Iesurun,
quando si radunarono i capi del popolo,
tutte insieme le tribù d'Israele.
[6] Viva Ruben e non muoia,
benché siano pochi i suoi uomini".
[7] Questo disse per Giuda:
"Ascolta, Signore, la voce di Giuda
e riconducilo verso il suo popolo;
la sua mano difenderà la sua causa
e tu sarai l'aiuto contro i suoi avversari".
[8] Per Levi disse:
"Dà a Levi i tuoi Tummim
e i tuoi Urim all'uomo a te fedele,
che hai messo alla prova a Massa,
per cui hai litigato presso le acque di Mèriba;
[9] a lui che dice del padre e della madre:
Io non li ho visti;
che non riconosce i suoi fratelli
e ignora i suoi figli.
Essi osservarono la tua parola
e custodiscono la tua alleanza;
[10] insegnano i tuoi decreti a Giacobbe
e la tua legge a Israele;
pongono l'incenso sotto le tue narici
e un sacrificio sul tuo altare.
[11] Benedici, Signore, il suo valore
e gradisci il lavoro delle sue mani;
colpisci al fianco i suoi aggressori
e i suoi nemici più non si rialzino".
[12] Per Beniamino disse:
"Prediletto del Signore, Beniamino,
abita tranquillo presso di Lui;
Egli lo protegge sempre
e tra le sue braccia dimora".
[13] Per Giuseppe disse:
"Benedetta dal Signore la sua terra!
Dalla rugiada abbia il meglio dei cieli,
e dall'abisso disteso al di sotto;
[14] il meglio dei prodotti del sole
e il meglio di ciò che germoglia ogni luna;
[15] la primizia dei monti antichi,
il meglio dei colli eterni
[16] e il meglio della terra e di ciò che contiene.
Il favore di Colui che abitava nel roveto
venga sul capo di Giuseppe,
sulla testa del principe tra i suoi fratelli!
[17] Come primogenito di toro, egli è d'aspetto maestoso
e le sue corna sono di bùfalo;
con esse cozzerà contro i popoli,
tutti insieme, sino ai confini della terra.
Tali sono le miriadi di Efraim
e tali le migliaia di Manàsse".
[18] Per Zàbulon disse:
"Gioisci, Zàbulon, ogni volta che parti,
e tu, Issacar, nelle tue tende!
[19] Chiamiano i popoli sulla montagna,
dove offrono sacrifici legittimi,
perché succhiano le ricchezze dei mari
e i tesori nascosti nella sabbia".
[20] Per Gad disse:
"Benedetto chi stabilisce Gad al largo!
Come una leonessa ha la sede;
sbranò un braccio e anche un cranio;
[21] poi si scelse le primizie,
perché là era la parte riservata a un capo.
Venne alla testa del popolo
eseguì la giustizia del Signore
e i suoi decreti riguardo a Israele".
[22] Per Dan disse:
"Dan è un giovane leone
che balza da Basan".
[23] Per Nèftali disse:
"Nèftali è sazio di favori
e colmo delle benedizioni del Signore:
il mare e il meridione sono sua proprietà".
[24] Per Aser disse:
"Benedetto tra i figli è Aser!
Sia il favorito tra i suoi fratelli
e tuffi il suo piede nell'olio.
[25] Di ferro e di rame siano i tuoi catenacci
e quanto i tuoi giorni duri il tuo vigore.
[26] Nessuno è pari al Dio di Iesurun,
che cavalca sui cieli per venirti in aiuto
e sulle nubi nella sua maestà.
[27] Rifugio è il Dio dei tempi antichi
e quaggiù lo sono le sue braccia eterne.
Ha scacciato davanti a te il nemico
e ha intimato: Distruggi!
[28] Israele abita tranquillo,
la fonte di Giacobbe in luogo appartato,
in terra di frumento e di mosto,
dove il cielo stilla rugiada.
[29] Te beato, Israele! Chi è come te,
popolo salvato dal Signore?
Egli è lo scudo della tua difesa
e la spada del tuo trionfo.
I tuoi nemici vorranno adularti,
ma tu calcherai il loro dorso".
34
[1] Poi
Mosè salì dalle steppe di Moab sul monte Nebo, cima del Pisga, che è
di fronte a Gerico. Il Signore gli mostrò tutto il paese: Gàlaad fino
a Dan,
[2] tutto Nèftali, il paese di Efraim e di Manàsse, tutto il paese di
Giuda fino al Mar Mediterraneo
[3] e il Negheb, il distretto della valle di Gerico, città delle palme,
fino a Zoar.
[4] Il Signore gli disse: "Questo è il paese per il quale io ho
giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe: Io lo darò alla tua
discendenza. Te l'ho fatto vedere con i tuoi occhi, ma tu non vi
entrerai!".
[5] Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nel paese di Moab,
secondo l'ordine del Signore.
[6] Fu sepolto nella valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet-Peor;
nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba.
[7] Mosè aveva centoventi anni quando morì; gli occhi non gli si erano
spenti e il vigore non gli era venuto meno.
[8] Gli Israeliti lo piansero nelle steppe di Moab per trenta giorni;
dopo, furono compiuti i giorni di pianto per il lutto di Mosè.
[9] Giosuè, figlio di Nun, era pieno dello spirito di saggezza, perché
Mosè aveva imposto le mani su di lui; gli Israeliti gli obbedirono e
fecero quello che il Signore aveva comandato a Mosè.
[10] Non è più sorto in Israele un profeta come Mosè - lui con il
quale il Signore parlava faccia a faccia -
[11] per tutti i segni e prodigi che il Signore lo aveva mandato a
compiere nel paese di Egitto, contro il faraone, contro i suoi ministri
e contro tutto il suo paese,
[12] e per la mano potente e il terrore grande con cui Mosè aveva
operato davanti agli occhi di tutto Israele.
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