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LIBRI
SAPIENZIALI |
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GIOBBE
1
[1]
C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto,
temeva Dio ed era alieno dal male.
[2] Gli erano nati sette figli e tre figlie;
[3] possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di
buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù.
Quest'uomo era il più grande fra tutti i figli d'oriente.
[4] Ora i suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di
loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare anche le loro tre
sorelle per mangiare e bere insieme.
[5] Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li
mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva
olocausti secondo il numero di tutti loro. Giobbe infatti pensava:
"Forse i miei figli hanno peccato e hanno offeso Dio nel loro
cuore". Così faceva Giobbe ogni volta.
[6] Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore
e anche satana andò in mezzo a loro.
[7] Il Signore chiese a satana: "Da dove vieni?". Satana
rispose al Signore: "Da un giro sulla terra, che ho percorsa".
[8] Il Signore disse a satana: "Hai posto attenzione al mio servo
Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio
ed è alieno dal male".
[9] Satana rispose al Signore e disse: "Forse che Giobbe teme Dio
per nulla?
[10] Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a
tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo
bestiame abbonda di terra.
[11] Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti
benedirà in faccia!".
[12] Il Signore disse a satana: "Ecco, quanto possiede è in tuo
potere, ma non stender la mano su di lui". Satana si allontanò dal
Signore.
[13] Ora accadde che un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie
stavano mangiando e bevendo in casa del fratello maggiore,
[14] un messaggero venne da Giobbe e gli disse: "I buoi stavano
arando e le asine pascolando vicino ad essi,
[15] quando i Sabei sono piombati su di essi e li hanno predati e hanno
passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti
racconto questo".
[16] Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "Un fuoco
divino è caduto dal cielo: si è attaccato alle pecore e ai guardiani e
li ha divorati. Sono scampato io solo che ti racconto questo".
[17] Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "I Caldei
hanno formato tre bande: si sono gettati sopra i cammelli e li hanno
presi e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo
che ti racconto questo".
[18] Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "I tuoi
figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del loro
fratello maggiore,
[19] quand'ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto:
ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e
sono morti. Sono scampato io solo che ti racconto questo".
[20] Allora Giobbe si alzò e si stracciò le vesti, si rase il capo,
cadde a terra, si prostrò
[21] e disse:
"Nudo uscii dal seno di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!".
[22] In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di
ingiusto.
2
[1]
Quando un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, anche
satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore.
[2] Il Signore disse a satana: "Da dove vieni?". Satana
rispose al Signore: "Da un giro sulla terra che ho percorsa".
[3] Il Signore disse a satana: "Hai posto attenzione al mio servo
Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio
ed è alieno dal male. Egli è ancor saldo nella sua integrità; tu mi
hai spinto contro di lui, senza ragione, per rovinarlo".
[4] Satana rispose al Signore: "Pelle per pelle; tutto quanto ha,
l'uomo è pronto a darlo per la sua vita.
[5] Ma stendi un poco la mano e toccalo nell'osso e nella carne e vedrai
come ti benedirà in faccia!".
[6] Il Signore disse a satana: "Eccolo nelle tue mani! Soltanto
risparmia la sua vita".
[7] Satana si allontanò dal Signore e colpì Giobbe con una piaga
maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo.
[8] Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla
cenere.
[9] Allora sua moglie disse: "Rimani ancor fermo nella tua integrità?
Benedici Dio e muori!".
[10] Ma egli le rispose: "Come parlerebbe una stolta tu hai
parlato! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il
male?".
In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.
[11] Nel frattempo tre amici di Giobbe erano venuti a sapere di tutte le
disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla
sua contrada, Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il
Naamatita, e si accordarono per andare a condolersi con lui e a
consolarlo.
[12] Alzarono gli occhi da lontano ma non lo riconobbero e, dando in
grida, si misero a piangere. Ognuno si stracciò le vesti e si cosparse
il capo di polvere.
[13] Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette
notti, e nessuno gli rivolse una parola, perché vedevano che molto
grande era il suo dolore.
3
[1]
Dopo, Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno;
[2] prese a dire:
[3] Perisca il giorno in cui nacqui
e la notte in cui si disse: "È stato concepito un
uomo!".
[4] Quel giorno sia tenebra,
non lo ricerchi Dio dall'alto,
né brilli mai su di esso la luce.
[5] Lo rivendichi tenebra e morte,
gli si stenda sopra una nube
e lo facciano spaventoso gli uragani del giorno!
[6] Quel giorno lo possieda il buio
non si aggiunga ai giorni dell'anno,
non entri nel conto dei mesi.
[7] Ecco, quella notte sia lugubre
e non entri giubilo in essa.
[8] La maledicano quelli che imprecano al giorno,
che sono pronti a evocare Leviatan.
[9] Si oscurino le stelle del suo crepuscolo,
speri la luce e non venga;
non veda schiudersi le palpebre dell'aurora,
[10] poiché non mi ha chiuso il varco del grembo
materno,
e non ha nascosto l'affanno agli occhi miei!
[11] E perché non sono morto fin dal seno di mia madre
e non spirai appena uscito dal grembo?
[12] Perché due ginocchia mi hanno accolto,
e perché due mammelle, per allattarmi?
[13] Sì, ora giacerei tranquillo,
dormirei e avrei pace
[14] con i re e i governanti della terra,
che si sono costruiti mausolei,
[15] o con i principi, che hanno oro
e riempiono le case d'argento.
[16] Oppure, come aborto nascosto, più non sarei,
o come i bimbi che non hanno visto la luce.
[17] Laggiù i malvagi cessano d'agitarsi,
laggiù riposano gli sfiniti di forze.
[18] I prigionieri hanno pace insieme,
non sentono più la voce dell'aguzzino.
[19] Laggiù è il piccolo e il grande,
e lo schiavo è libero dal suo padrone.
[20] Perché dare la luce a un infelice
e la vita a chi ha l'amarezza nel cuore,
[21] a quelli che aspettano la morte e non viene,
che la cercano più di un tesoro,
[22] che godono alla vista di un tumulo,
gioiscono se possono trovare una tomba...
[23] a un uomo, la cui via è nascosta
e che Dio da ogni parte ha sbarrato?
[24] Così, al posto del cibo entra il mio gemito,
e i miei ruggiti sgorgano come acqua,
[25] perché ciò che temo mi accade
e quel che mi spaventa mi raggiunge.
[26] Non ho tranquillità, non ho requie,
non ho riposo e viene il tormento!
4
[1]
Elifaz il Temanita prese la parola e disse:
[2] Se si tenta di parlarti, ti sarà forse gravoso?
Ma chi può trattenere il discorso?
[3] Ecco, tu hai istruito molti
e a mani fiacche hai ridato vigore;
[4] le tue parole hanno sorretto chi vacillava
e le ginocchia che si piegavano hai rafforzato.
[5] Ma ora questo accade a te e ti abbatti;
capita a te e ne sei sconvolto.
[6] La tua pietà non era forse la tua fiducia
e la tua condotta integra, la tua speranza?
[7] Ricordalo: quale innocente è mai perito
e quando mai furon distrutti gli uomini retti?
[8] Per quanto io ho visto, chi coltiva iniquità,
chi semina affanni, li raccoglie.
[9] A un soffio di Dio periscono
e dallo sfogo della sua ira sono annientati.
[10] Il ruggito del leone e l'urlo del leopardo
e i denti dei leoncelli sono frantumati.
[11] Il leone è perito per mancanza di preda
e i figli della leonessa sono stati dispersi.
[12] A me fu recata, furtiva, una parola
e il mio orecchio ne percepì il lieve sussurro.
[13] Nei fantasmi, tra visioni notturne,
quando grava sugli uomini il sonno,
[14] terrore mi prese e spavento
e tutte le ossa mi fece tremare;
[15] un vento mi passò sulla faccia,
e il pelo si drizzò sulla mia carne...
[16] Stava là ritto uno, di cui non riconobbi
l'aspetto,
un fantasma stava davanti ai miei occhi...
Un sussurro..., e una voce mi si fece sentire:
[17] "Può il mortale essere giusto davanti a Dio
o innocente l'uomo davanti al suo creatore?
[18] Ecco, dei suoi servi egli non si fida
e ai suoi angeli imputa difetti;
[19] quanto più a chi abita case di fango,
che nella polvere hanno il loro fondamento!
Come tarlo sono schiacciati,
[20] annientati fra il mattino e la sera:
senza che nessuno ci badi, periscono per sempre.
[21] La funicella della loro tenda non viene forse strappata?
Muoiono senza saggezza!".
5
[1]
Chiama, dunque! Ti risponderà forse qualcuno?
E a chi fra i santi ti rivolgerai?
[2] Poiché allo stolto dà morte lo sdegno
e la collera fa morire lo sciocco.
[3] Io ho visto lo stolto metter radici,
ma imputridire la sua dimora all'istante.
[4] I suoi figli sono lungi dal prosperare,
sono oppressi alla porta, senza difensore;
[5] l'affamato ne divora la messe
e gente assetata ne succhia gli averi.
[6] Non esce certo dalla polvere la sventura
né germoglia dalla terra il dolore,
[7] ma è l'uomo che genera pene,
come le scintille volano in alto.
[8] Io, invece, mi rivolgerei a Dio
e a Dio esporrei la mia causa:
[9] a lui, che fa cose grandi e incomprensibili,
meraviglie senza numero,
[10] che dà la pioggia alla terra
e manda le acque sulle campagne.
[11] Colloca gli umili in alto
e gli afflitti solleva a prosperità;
[12] rende vani i pensieri degli scaltri
e le loro mani non ne compiono i disegni;
[13] coglie di sorpresa i saggi nella loro astuzia
e manda in rovina il consiglio degli scaltri.
[14] Di giorno incappano nel buio
e brancolano in pieno sole come di notte,
[15] mentre egli salva dalla loro spada l'oppresso,
e il meschino dalla mano del prepotente.
[16] C'è speranza per il misero
e l'ingiustizia chiude la bocca.
[17] Felice l'uomo, che è corretto da Dio:
perciò tu non sdegnare la correzione
dell'Onnipotente,
[18] perché egli fa la piaga e la fascia,
ferisce e la sua mano risana.
[19] Da sei tribolazioni ti libererà
e alla settima non ti toccherà il male;
[20] nella carestia ti scamperà dalla morte
e in guerra dal colpo della spada;
[21] sarai al riparo dal flagello della lingua,
né temerai quando giunge la rovina.
[22] Della rovina e della fame ti riderai
né temerai le bestie selvatiche;
[23] con le pietre del campo avrai un patto
e le bestie selvatiche saranno in pace con te.
[24] Conoscerai la prosperità della tua tenda,
visiterai la tua proprietà e non sarai deluso.
[25] Vedrai, numerosa, la prole,
i tuoi rampolli come l'erba dei prati.
[26] Te ne andrai alla tomba in piena maturità,
come si ammucchia il grano a suo tempo.
[27] Ecco, questo abbiamo osservato: è così.
Ascoltalo e sappilo per tuo bene.
6
[1]
Allora Giobbe rispose:
[2] Se ben si pesasse il mio cruccio
e sulla stessa bilancia si ponesse la mia sventura...
[3] certo sarebbe più pesante della sabbia del mare!
Per questo temerarie sono state le mie parole,
[4] perché le saette dell'Onnipotente mi stanno infitte,
sì che il mio spirito ne beve il veleno
e terrori immani mi si schierano contro!
[5] Raglia forse il somaro con l'erba davanti
o muggisce il bue sopra il suo foraggio?
[6] Si mangia forse un cibo insipido, senza sale?
O che gusto c'è nell'acqua di malva?
[7] Ciò che io ricusavo di toccare
questo è il ributtante mio cibo!
[8] Oh, mi accadesse quello che invoco,
e Dio mi concedesse quello che spero!
[9] Volesse Dio schiacciarmi,
stendere la mano e sopprimermi!
[10] Ciò sarebbe per me un qualche conforto
e gioirei, pur nell'angoscia senza pietà,
per non aver rinnegato i decreti del Santo.
[11] Qual la mia forza, perché io possa durare,
o qual la mia fine, perché prolunghi la vita?
[12] La mia forza è forza di macigni?
La mia carne è forse di bronzo?
[13] Non v'è proprio aiuto per me?
Ogni soccorso mi è precluso?
[14] A chi è sfinito è dovuta pietà dagli amici,
anche se ha abbandonato il timore di Dio.
[15] I miei fratelli mi hanno deluso come un torrente,
sono dileguati come i torrenti delle valli,
[16] i quali sono torbidi per lo sgelo,
si gonfiano allo sciogliersi della neve,
[17] ma al tempo della siccità svaniscono
e all'arsura scompaiono dai loro letti.
[18] Deviano dalle loro piste le carovane,
avanzano nel deserto e vi si perdono;
[19] le carovane di Tema guardano là,
i viandanti di Saba sperano in essi:
[20] ma rimangono delusi d'avere sperato,
giunti fin là, ne restano confusi.
[21] Così ora voi siete per me:
vedete che faccio orrore e vi prende paura.
[22] Vi ho detto forse: "Datemi qualcosa"
o "dei vostri beni fatemi un regalo"
[23] o "liberatemi dalle mani di un nemico"
o "dalle mani dei violenti riscattatemi"?
[24] Istruitemi e allora io tacerò,
fatemi conoscere in che cosa ho sbagliato.
[25] Che hanno di offensivo le giuste parole?
Ma che cosa dimostra la prova che viene da voi?
[26] Forse voi pensate a confutare parole,
e come sparsi al vento stimate i detti di un disperato!
[27] Anche sull'orfano gettereste la sorte
e a un vostro amico scavereste la fossa.
[28] Ma ora degnatevi di volgervi verso di me:
davanti a voi non mentirò.
[29] Su, ricredetevi: non siate ingiusti!
Ricredetevi; la mia giustizia è ancora qui!
[30] C'è forse iniquità sulla mia lingua
o il mio palato non distingue più le sventure?
7
[1] Non
ha forse un duro lavoro l'uomo sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?
[2] Come lo schiavo sospira l'ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,
[3] così a me son toccati mesi d'illusione
e notti di dolore mi sono state assegnate.
[4] Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?".
Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino
all'alba.
[5] Ricoperta di vermi e croste è la mia carne,
raggrinzita è la mia pelle e si disfà.
[6] I miei giorni sono stati più veloci d'una spola,
sono finiti senza speranza.
[7] Ricordati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene.
[8] Non mi scorgerà più l'occhio di chi mi vede:
i tuoi occhi saranno su di me e io più non sarò.
[9] Una nube svanisce e se ne va,
così chi scende agl'inferi più non risale;
[10] non tornerà più nella sua casa,
mai più lo rivedrà la sua dimora.
[11] Ma io non terrò chiusa la mia bocca,
parlerò nell'angoscia del mio spirito,
mi lamenterò nell'amarezza del mio cuore!
[12] Son io forse il mare oppure un mostro marino,
perché tu mi metta accanto una guardia?
[13] Quando io dico: "Il mio giaciglio mi darà
sollievo,
il mio letto allevierà la mia sofferenza",
[14] tu allora mi spaventi con sogni
e con fantasmi tu mi atterrisci.
[15] Preferirei essere soffocato,
la morte piuttosto che questi miei dolori!
[16] Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo.
Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.
[17] Che è quest'uomo che tu nei fai tanto conto
e a lui rivolgi la tua attenzione
[18] e lo scruti ogni mattina
e ad ogni istante lo metti alla prova?
[19] Fino a quando da me non toglierai lo sguardo
e non mi lascerai inghiottire la saliva?
[20] Se ho peccato, che cosa ti ho fatto,
o custode dell'uomo?
Perché m'hai preso a bersaglio
e ti son diventato di peso?
[21] Perché non cancelli il mio peccato
e non dimentichi la mia iniquità?
Ben presto giacerò nella polvere,
mi cercherai, ma più non sarò!
8
[1]
Allora prese a dire Bildad il Suchita:
[2] Fino a quando dirai queste cose
e vento impetuoso saranno le parole della tua bocca?
[3] Può forse Dio deviare il diritto
o l'Onnipotente sovvertire la giustizia?
[4] Se i tuoi figli hanno peccato contro di lui,
li ha messi in balìa della loro iniquità.
[5] Se tu cercherai Dio
e implorerai l'Onnipotente,
[6] se puro e integro tu sei,
fin d'ora veglierà su di te
e ristabilirà la dimora della tua giustizia;
[7] piccola cosa sarà la tua condizione di prima,
di fronte alla grandezza che avrà la futura.
[8] Chiedilo infatti alle generazioni passate,
poni mente all'esperienza dei loro padri,
[9] perché noi siamo di ieri e nulla sappiamo,
come un'ombra sono i nostri giorni sulla terra.
[10] Essi forse non ti istruiranno e ti parleranno
traendo le parole dal cuore?
[11] Cresce forse il papiro fuori della palude
e si sviluppa forse il giunco senz'acqua?
[12] È ancora verde, non buono per tagliarlo,
e inaridisce prima d'ogn'altra erba.
[13] Tale il destino di chi dimentica Dio,
così svanisce la speranza dell'empio;
[14] la sua fiducia è come un filo
e una tela di ragno è la sua sicurezza:
[15] si appoggi alla sua casa, essa non resiste,
vi si aggrappi, ma essa non regge.
[16] Rigoglioso sia pure in faccia al sole
e sopra il giardino si spandano i suoi rami,
[17] sul terreno sassoso s'intreccino le sue radici,
tra le pietre attinga la vita.
[18] Se lo si toglie dal suo luogo,
questo lo rinnega: "Non t'ho mai visto!".
[19] Ecco la gioia del suo destino
e dalla terra altri rispuntano.
[20] Dunque, Dio non rigetta l'uomo integro,
e non sostiene la mano dei malfattori.
[21] Colmerà di nuovo la tua bocca di sorriso
e le tue labbra di gioia.
[22] I tuoi nemici saran coperti di vergogna
e la tenda degli empi più non sarà.
9
[1]
Giobbe rispose dicendo:
[2] In verità io so che è così:
e come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?
[3] Se uno volesse disputare con lui,
non gli risponderebbe una volta su mille.
[4] Saggio di mente, potente per la forza,
chi s'è opposto a lui ed è rimasto salvo?
[5] Sposta le montagne e non lo sanno,
egli nella sua ira le sconvolge.
[6] Scuote la terra dal suo posto
e le sue colonne tremano.
[7] Comanda al sole ed esso non sorge
e alle stelle pone il suo sigillo.
[8] Egli da solo stende i cieli
e cammina sulle onde del mare.
[9] Crea l'Orsa e l'Orione,
le Pleiadi e i penetrali del cielo australe.
[10] Fa cose tanto grandi da non potersi indagare,
meraviglie da non potersi contare.
[11] Ecco, mi passa vicino e non lo vedo,
se ne va e di lui non m'accorgo.
[12] Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire?
Chi gli può dire: "Che fai?".
[13] Dio non ritira la sua collera:
sotto di lui sono fiaccati i sostenitori di Raab.
[14] Tanto meno io potrei rispondergli,
trovare parole da dirgli!
[15] Se avessi anche ragione, non risponderei,
al mio giudice dovrei domandare pietà.
[16] Se io lo invocassi e mi rispondesse,
non crederei che voglia ascoltare la mia voce.
[17] Egli con una tempesta mi schiaccia,
moltiplica le mie piaghe senza ragione,
[18] non mi lascia riprendere il fiato,
anzi mi sazia di amarezze.
[19] Se si tratta di forza, è lui che dà il vigore;
se di giustizia, chi potrà citarlo?
[20] Se avessi ragione, il mio parlare mi
condannerebbe;
se fossi innocente, egli proverebbe che io sono reo.
[21] Sono innocente? Non lo so neppure io,
detesto la mia vita!
[22] Per questo io dico: "È la stessa cosa":
egli fa perire l'innocente e il reo!
[23] Se un flagello uccide all'improvviso,
della sciagura degli innocenti egli ride.
[24] La terra è lasciata in balìa del malfattore:
egli vela il volto dei suoi giudici;
se non lui, chi dunque sarà?
[25] I miei giorni passano più veloci d'un corriere,
fuggono senza godere alcun bene,
[26] volano come barche di giunchi,
come aquila che piomba sulla preda.
[27] Se dico: "Voglio dimenticare il mio gemito,
cambiare il mio volto ed essere lieto",
[28] mi spavento per tutti i miei dolori;
so bene che non mi dichiarerai innocente.
[29] Se sono colpevole,
perché affaticarmi invano?
[30] Anche se mi lavassi con la neve
e pulissi con la soda le mie mani,
[31] allora tu mi tufferesti in un pantano
e in orrore mi avrebbero le mie vesti.
[32] Poiché non è uomo come me, che io possa
rispondergli:
"Presentiamoci alla pari in giudizio".
[33] Non c'è fra noi due un arbitro
che ponga la mano su noi due.
[34] Allontani da me la sua verga
sì che non mi spaventi il suo terrore:
[35] allora io potrò parlare senza temerlo,
perché così non sono in me stesso.
10
[1]
Stanco io sono della mia vita!
Darò libero sfogo al mio lamento,
parlerò nell'amarezza del mio cuore.
[2] Dirò a Dio: Non condannarmi!
Fammi sapere perché mi sei avversario.
[3] È forse bene per te opprimermi,
disprezzare l'opera delle tue mani
e favorire i progetti dei malvagi?
[4] Hai tu forse occhi di carne
o anche tu vedi come l'uomo?
[5] Sono forse i tuoi giorni come i giorni di un uomo,
i tuoi anni come i giorni di un mortale,
[6] perché tu debba scrutare la mia colpa
e frugare il mio peccato,
[7] pur sapendo ch'io non sono colpevole
e che nessuno mi può liberare dalla tua mano?
[8] Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto
integro in ogni parte; vorresti ora distruggermi?
[9] Ricordati che come argilla mi hai plasmato
e in polvere mi farai tornare.
[10] Non m'hai colato forse come latte
e fatto accagliare come cacio?
[11] Di pelle e di carne mi hai rivestito,
d'ossa e di nervi mi hai intessuto.
[12] Vita e benevolenza tu mi hai concesso
e la tua premura ha custodito il mio spirito.
[13] Eppure, questo nascondevi nel cuore,
so che questo avevi nel pensiero!
[14] Tu mi sorvegli, se pecco,
e non mi lasci impunito per la mia colpa.
[15] Se sono colpevole, guai a me!
Se giusto, non oso sollevare la testa,
sazio d'ignominia, come sono, ed ebbro di miseria.
[16] Se la sollevo, tu come un leopardo mi dai la
caccia
e torni a compiere prodigi contro di me,
[17] su di me rinnovi i tuoi attacchi,
contro di me aumenti la tua ira
e truppe sempre fresche mi assalgono.
[18] Perché tu mi hai tratto dal seno materno?
Fossi morto e nessun occhio m'avesse mai visto!
[19] Sarei come se non fossi mai esistito;
dal ventre sarei stato portato alla tomba!
[20] E non son poca cosa i giorni della mia vita?
Lasciami, sì ch'io possa respirare un poco
[21] prima che me ne vada, senza ritornare,
verso la terra delle tenebre e dell'ombra di morte,
[22] terra di caligine e di disordine,
dove la luce è come le tenebre.
11
[1]
Allora Zofar il Naamatita prese la parola e disse:
[2] A tante parole non si darà risposta?
O il loquace dovrà aver ragione?
[3] I tuoi sproloqui faranno tacere la gente?
Ti farai beffe, senza che alcuno ti svergogni?
[4] Tu dici: "Pura è la mia condotta,
io sono irreprensibile agli occhi di lui".
[5] Tuttavia, volesse Dio parlare
e aprire le labbra contro di te,
[6] per manifestarti i segreti della sapienza,
che sono così difficili all'intelletto,
allora sapresti che Dio ti condona parte della tua
colpa.
[7] Credi tu di scrutare l'intimo di Dio
o di penetrare la perfezione dell'Onnipotente?
[8] È più alta del cielo: che cosa puoi fare?
È più profonda degli inferi: che ne sai?
[9] Più lunga della terra ne è la dimensione,
più vasta del mare.
[10] Se egli assale e imprigiona
e chiama in giudizio, chi glielo può impedire?
[11] Egli conosce gli uomini fallaci,
vede l'iniquità e l'osserva:
[12] l'uomo stolto mette giudizio
e da ònagro indomito diventa docile.
[13] Ora, se tu a Dio dirigerai il cuore
e tenderai a lui le tue palme,
[14] se allontanerai l'iniquità che è nella tua mano
e non farai abitare l'ingiustizia nelle tue tende,
[15] allora potrai alzare la faccia senza macchia
e sarai saldo e non avrai timori,
[16] perché dimenticherai l'affanno
e te ne ricorderai come di acqua passata;
[17] più del sole meridiano splenderà la tua vita,
l'oscurità sarà per te come l'aurora.
[18] Ti terrai sicuro per ciò che ti attende
e, guardandoti attorno, riposerai tranquillo.
[19] Ti coricherai e nessuno ti disturberà,
molti anzi cercheranno i tuoi favori.
[20] Ma gli occhi dei malvagi languiranno,
ogni scampo è per essi perduto,
unica loro speranza è l'ultimo respiro!
12
[1]
Giobbe allora rispose:
[2] È vero, sì, che voi siete la voce del popolo
e la sapienza morirà con voi!
[3] Anch'io però ho senno come voi,
e non sono da meno di voi;
chi non sa cose simili?
[4] Ludibrio del suo amico è diventato
chi grida a Dio perché gli risponda;
ludibrio il giusto, l'integro!
[5] "Per la sventura, disprezzo", pensa la gente
prosperosa,
"spinte, a colui che ha il piede tremante".
[6] Le tende dei ladri sono tranquille,
c'è sicurezza per chi provoca Dio,
per chi vuol ridurre Dio in suo potere.
[7] Ma interroga pure le bestie, perché ti
ammaestrino,
gli uccelli del cielo, perché ti informino,
[8] o i rettili della terra, perché ti istruiscano
o i pesci del mare perché te lo faccian sapere.
[9] Chi non sa, fra tutti questi esseri,
che la mano del Signore ha fatto questo?
[10] Egli ha in mano l'anima di ogni vivente
e il soffio d'ogni carne umana.
[11] L'orecchio non distingue forse le parole
e il palato non assapora i cibi?
[12] Nei canuti sta la saggezza
e nella vita lunga la prudenza.
[13] In lui risiede la sapienza e la forza,
a lui appartiene il consiglio e la prudenza!
[14] Ecco, se egli demolisce, non si può ricostruire,
se imprigiona uno, non si può liberare.
[15] Se trattiene le acque, tutto si secca,
se le lascia andare, devastano la terra.
[16] Da lui viene potenza e sagacia,
a lui appartiene l'ingannato e l'ingannatore.
[17] Rende stolti i consiglieri della terra,
priva i giudici di senno;
[18] scioglie la cintura dei re
e cinge i loro fianchi d'una corda.
[19] Fa andare scalzi i sacerdoti
e rovescia i potenti.
[20] Toglie la favella ai più veraci
e priva del senno i vegliardi.
[21] Sui nobili spande il disprezzo
e allenta la cintura ai forti.
[22] Strappa dalle tenebre i segreti
e porta alla luce le cose oscure.
[23] Fa grandi i popoli e li lascia perire,
estende le nazioni e le abbandona.
[24] Toglie il senno ai capi del paese
e li fa vagare per solitudini senza strade,
[25] vanno a tastoni per le tenebre, senza luce,
e barcollano come ubriachi.
13
[1]
Ecco, tutto questo ha visto il mio occhio,
l'ha udito il mio orecchio e l'ha compreso.
[2] Quel che sapete voi, lo so anch'io;
non sono da meno di voi.
[3] Ma io all'Onnipotente vorrei parlare,
a Dio vorrei fare rimostranze.
[4] Voi siete raffazzonatori di menzogne,
siete tutti medici da nulla.
[5] Magari taceste del tutto!
sarebbe per voi un atto di sapienza!
[6] Ascoltate dunque la mia riprensione
e alla difesa delle mie labbra fate attenzione.
[7] Volete forse in difesa di Dio dire il falso
e in suo favore parlare con inganno?
[8] Vorreste trattarlo con parzialità
e farvi difensori di Dio?
[9] Sarebbe bene per voi se egli vi scrutasse?
Come s'inganna un uomo, credete di ingannarlo?
[10] Severamente vi redarguirà,
se in segreto gli siete parziali.
[11] Forse la sua maestà non vi incute spavento
e il terrore di lui non vi assale?
[12] Sentenze di cenere sono i vostri moniti,
difese di argilla le vostre difese.
[13] Tacete, state lontani da me: parlerò io,
mi capiti quel che capiti.
[14] Voglio afferrare la mia carne con i denti
e mettere sulle mie mani la mia vita.
[15] Mi uccida pure, non me ne dolgo;
voglio solo difendere davanti a lui la mia condotta!
[16] Questo mi sarà pegno di vittoria,
perché un empio non si presenterebbe davanti a lui.
[17] Ascoltate bene le mie parole
e il mio esposto sia nei vostri orecchi.
[18] Ecco, tutto ho preparato per il giudizio,
son convinto che sarò dichiarato innocente.
[19] Chi vuol muover causa contro di me?
Perché allora tacerò, pronto a morire.
[20] Solo, assicurami due cose
e allora non mi sottrarrò alla tua presenza;
[21] allontana da me la tua mano
e il tuo terrore più non mi spaventi;
[22] poi interrogami pure e io risponderò
oppure parlerò io e tu mi risponderai.
[23] Quante sono le mie colpe e i miei peccati?
Fammi conoscere il mio misfatto e il mio peccato.
[24] Perché mi nascondi la tua faccia
e mi consideri come un nemico?
[25] Vuoi spaventare una foglia dispersa dal vento
e dar la caccia a una paglia secca?
[26] Poiché scrivi contro di me sentenze amare
e mi rinfacci i miei errori giovanili;
[27] tu metti i miei piedi in ceppi,
spii tutti i miei passi
e ti segni le orme dei miei piedi.
[28] Intanto io mi disfò come legno tarlato
o come un vestito corroso da tignola.
14
[1]
L'uomo, nato di donna,
breve di giorni e sazio di inquietudine,
[2] come un fiore spunta e avvizzisce,
fugge come l'ombra e mai si ferma.
[3] Tu, sopra un tal essere tieni aperti i tuoi occhi
e lo chiami a giudizio presso di te?
[4] Chi può trarre il puro dall'immondo? Nessuno.
[5] Se i suoi giorni sono contati,
se il numero dei suoi mesi dipende da te,
se hai fissato un termine che non può oltrepassare,
[6] distogli lo sguardo da lui e lascialo stare
finché abbia compiuto, come un salariato, la sua
giornata!
[7] Poiché anche per l'albero c'è speranza:
se viene tagliato, ancora ributta
e i suoi germogli non cessano di crescere;
[8] se sotto terra invecchia la sua radice
e al suolo muore il suo tronco,
[9] al sentore dell'acqua rigermoglia
e mette rami come nuova pianta.
[10] L'uomo invece, se muore, giace inerte,
quando il mortale spira, dov'è?
[11] Potranno sparire le acque del mare
e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi,
[12] ma l'uomo che giace più non s'alzerà,
finché durano i cieli non si sveglierà,
né più si desterà dal suo sonno.
[13] Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba,
occultarmi, finché sarà passata la tua ira,
fissarmi un termine e poi ricordarti di me!
[14] Se l'uomo che muore potesse rivivere,
aspetterei tutti i giorni della mia milizia
finché arrivi per me l'ora del cambio!
[15] Mi chiameresti e io risponderei,
l'opera delle tue mani tu brameresti.
[16] Mentre ora tu conti i miei passi
non spieresti più il mio peccato:
[17] in un sacchetto, chiuso, sarebbe il mio misfatto
e tu cancelleresti la mia colpa.
[18] Ohimè! come un monte finisce in una frana
e come una rupe si stacca dal suo posto,
[19] e le acque consumano le pietre,
le alluvioni portano via il terreno:
così tu annienti la speranza dell'uomo.
[20] Tu lo abbatti per sempre ed egli se ne va,
tu sfiguri il suo volto e lo scacci.
[21] Siano pure onorati i suoi figli, non lo sa;
siano disprezzati, lo ignora!
[22] Soltanto i suoi dolori egli sente
e piange sopra di sé.
15
[1]
Elifaz il Temanita prese a dire:
[2] Potrebbe il saggio rispondere con ragioni campate
in aria
e riempirsi il ventre di vento d'oriente?
[3] Si difende egli con parole senza costrutto
e con discorsi inutili?
[4] Tu anzi distruggi la religione
e abolisci la preghiera innanzi a Dio.
[5] Sì, la tua malizia suggerisce alla tua bocca
e scegli il linguaggio degli astuti.
[6] Non io, ma la tua bocca ti condanna
e le tue labbra attestano contro di te.
[7] Sei forse tu il primo uomo che è nato,
o, prima dei monti, sei venuto al mondo?
[8] Hai avuto accesso ai segreti consigli di Dio
e ti sei appropriata tu solo la sapienza?
[9] Che cosa sai tu che noi non sappiamo?
Che cosa capisci che da noi non si comprenda?
[10] Anche fra di noi c'è il vecchio e c'è il canuto
più di tuo padre, carico d'anni.
[11] Poca cosa sono per te le consolazioni di Dio
e una parola moderata a te rivolta?
[12] Perché il tuo cuore ti trasporta
e perché fanno cenni i tuoi occhi,
[13] quando volgi contro Dio il tuo animo
e fai uscire tali parole dalla tua bocca?
[14] Che cos'è l'uomo perché si ritenga puro,
perché si dica giusto un nato di donna?
[15] Ecco, neppure dei suoi santi egli ha fiducia
e i cieli non sono puri ai suoi occhi;
[16] quanto meno un essere abominevole e corrotto,
l'uomo, che beve l'iniquità come acqua.
[17] Voglio spiegartelo, ascoltami,
ti racconterò quel che ho visto,
[18] quello che i saggi riferiscono,
non celato ad essi dai loro padri;
[19] a essi soli fu concessa questa terra,
né straniero alcuno era passato in mezzo a loro.
[20] Per tutti i giorni della vita il malvagio si
tormenta;
sono contati gli anni riservati al violento.
[21] Voci di spavento gli risuonano agli orecchi
e in piena pace si vede assalito dal predone.
[22] Non crede di potersi sottrarre alle tenebre,
egli si sente destinato alla spada.
[23] Destinato in pasto agli avvoltoi,
sa che gli è preparata la rovina.
[24] Un giorno tenebroso lo spaventa,
la miseria e l'angoscia l'assalgono
come un re pronto all'attacco,
[25] perché ha steso contro Dio la sua mano,
ha osato farsi forte contro l'Onnipotente;
[26] correva contro di lui a testa alta,
al riparo del curvo spessore del suo scudo;
[27] poiché aveva la faccia coperta di grasso
e pinguedine intorno ai suoi fianchi.
[28] Avrà dimora in città diroccate,
in case dove non si abita più,
destinate a diventare macerie.
[29] Non arricchirà, non durerà la sua fortuna,
non metterà radici sulla terra.
[30] Alle tenebre non sfuggirà,
la vampa seccherà i suoi germogli
e dal vento sarà involato il suo frutto.
[31] Non confidi in una vanità fallace,
perché sarà una rovina.
[32] La sua fronda sarà tagliata prima del tempo
e i suoi rami non rinverdiranno più.
[33] Sarà spogliato come vigna della sua uva ancor
acerba
e getterà via come ulivo i suoi fiori,
[34] poiché la stirpe dell'empio è sterile
e il fuoco divora le tende dell'uomo venale.
[35] Concepisce malizia e genera sventura
e nel suo seno alleva delusione.
16
[1]
Allora rispose:
[2] Ne ho udite già molte di simili cose!
Siete tutti consolatori molesti.
[3] Non avran termine le parole campate in aria?
O che cosa ti spinge a rispondere così?
[4] Anch'io sarei capace di parlare come voi,
se voi foste al mio posto:
vi affogherei con parole
e scuoterei il mio capo su di voi.
[5] Vi conforterei con la bocca
e il tremito delle mie labbra cesserebbe.
[6] Ma se parlo, non viene impedito il mio dolore;
se taccio, che cosa lo allontana da me?
[7] Ora però egli m'ha spossato, fiaccato,
tutto il mio vicinato mi è addosso;
[8] si è costituito testimone ed è insorto contro di
me:
il mio calunniatore mi accusa in faccia.
[9] La sua collera mi dilania e mi perseguita;
digrigna i denti contro di me,
il mio nemico su di me aguzza gli occhi.
[10] Spalancano la bocca contro di me,
mi schiaffeggiano con insulti,
insieme si alleano contro di me.
[11] Dio mi consegna come preda all'empio,
e mi getta nelle mani dei malvagi.
[12] Me ne stavo tranquillo ed egli mi ha rovinato,
mi ha afferrato per il collo e mi ha stritolato;
ha fatto di me il suo bersaglio.
[13] I suoi arcieri mi circondano;
mi trafigge i fianchi senza pietà,
versa a terra il mio fiele,
[14] mi apre ferita su ferita,
mi si avventa contro come un guerriero.
[15] Ho cucito un sacco sulla mia pelle
e ho prostrato la fronte nella polvere.
[16] La mia faccia è rossa per il pianto
e sulle mie palpebre v'è una fitta oscurità.
[17] Non c'è violenza nelle mie mani
e pura è stata la mia preghiera.
[18] O terra, non coprire il mio sangue
e non abbia sosta il mio grido!
[19] Ma ecco, fin d'ora il mio testimone è nei cieli,
il mio mallevadore è lassù;
[20] miei avvocati presso Dio sono i miei lamenti,
mentre davanti a lui sparge lacrime il mio occhio,
[21] perché difenda l'uomo davanti a Dio,
come un mortale fa con un suo amico;
[22] poiché passano i miei anni contati
e io me ne vado per una via senza ritorno.
17
[1] Il
mio spirito vien meno,
i miei giorni si spengono;
non c'è per me che la tomba!
[2] Non sono io in balìa di beffardi?
Fra i loro insulti veglia il mio occhio.
[3] Sii tu la mia garanzia presso di te!
Qual altro vorrebbe stringermi la destra?
[4] Poiché hai privato di senno la loro mente,
per questo non li lascerai trionfare.
[5] Come chi invita gli amici a parte del suo pranzo,
mentre gli occhi dei suoi figli languiscono;
[6] così son diventato ludibrio dei popoli
sono oggetto di scherno davanti a loro.
[7] Si offusca per il dolore il mio occhio
e le mie membra non sono che ombra.
[8] Gli onesti ne rimangono stupiti
e l'innocente s'indigna contro l'empio.
[9] Ma il giusto si conferma nella sua condotta
e chi ha le mani pure raddoppia il coraggio.
[10] Su, venite di nuovo tutti:
io non troverò un saggio fra di voi.
[11] I miei giorni sono passati, svaniti i miei
progetti,
i voti del mio cuore.
[12] Cambiano la notte in giorno,
la luce - dicono - è più vicina delle tenebre.
[13] Se posso sperare qualche cosa, la tomba è la mia
casa,
nelle tenebre distendo il mio giaciglio.
[14] Al sepolcro io grido: "Padre mio sei tu!"
e ai vermi: "Madre mia, sorelle mie voi siete!".
[15] E la mia speranza dov'è?
Il mio benessere chi lo vedrà?
[16] Scenderanno forse con me nella tomba
o caleremo insieme nella polvere!
18
[1]
Bildad il Suchita prese a dire:
[2] Quando porrai fine alle tue chiacchiere?
Rifletti bene e poi parleremo.
[3] Perché considerarci come bestie,
ci fai passare per bruti ai tuoi occhi?
[4] Tu che ti rodi l'anima nel tuo furore,
forse per causa tua sarà abbandonata la terra
e le rupi si staccheranno dal loro posto?
[5] Certamente la luce del malvagio si spegnerà
e più non brillerà la fiamma del suo focolare.
[6] La luce si offuscherà nella sua tenda
e la lucerna si estinguerà sopra di lui.
[7] Il suo energico passo s'accorcerà
e i suoi progetti lo faran precipitare,
[8] poiché incapperà in una rete con i suoi piedi
e sopra un tranello camminerà.
[9] Un laccio l'afferrerà per il calcagno,
un nodo scorsoio lo stringerà.
[10] Gli è nascosta per terra una fune
e gli è tesa una trappola sul sentiero.
[11] Lo spaventano da tutte le parti terrori
e lo inseguono alle
calcagna.
[12] Diventerà carestia la sua opulenza
e la rovina è lì in piedi al suo fianco.
[13] Un malanno divorerà la sua pelle,
roderà le sue membra il primogenito della morte.
[14] Sarà tolto dalla tenda in cui fidava,
per essere trascinato al re dei terrori!
[15] Potresti abitare nella tenda che non è più sua;
sulla sua dimora si spargerà zolfo.
[16] Al di sotto, le sue radici si seccheranno,
sopra, saranno tagliati i suoi rami.
[17] Il suo ricordo sparirà dalla terra
e il suo nome più non si udrà per la contrada.
[18] Lo getteranno dalla luce nel buio
e dal mondo lo stermineranno.
[19] Non famiglia, non discendenza avrà nel suo
popolo,
non superstiti nei luoghi della sua dimora.
[20] Della sua fine stupirà l'occidente
e l'oriente ne prenderà orrore.
[21] Ecco qual è la sorte dell'iniquo:
questa è la dimora di chi misconosce Dio.
19
[1]
Giobbe allora rispose:
[2] Fino a quando mi tormenterete
e mi opprimerete con le vostre parole?
[3] Son dieci volte che mi insultate
e mi maltrattate senza pudore.
[4] È poi vero che io abbia mancato
e che persista nel mio errore?
[5] Non è forse vero che credete di vincere contro di me,
rinfacciandomi la mia abiezione?
[6] Sappiate dunque che Dio mi ha piegato
e mi ha avviluppato nella sua rete.
[7] Ecco, grido contro la violenza, ma non ho risposta,
chiedo aiuto, ma non c'è giustizia!
[8] Mi ha sbarrato la strada perché non passi
e sul mio sentiero ha disteso le tenebre.
[9] Mi ha spogliato della mia gloria
e mi ha tolto dal capo la corona.
[10] Mi ha disfatto da ogni parte e io sparisco,
mi ha strappato, come un albero, la speranza.
[11] Ha acceso contro di me la sua ira
e mi considera come suo nemico.
[12] Insieme sono accorse le sue schiere
e si sono spianata la strada contro di me;
hanno posto l'assedio intorno alla mia tenda.
[13] I miei fratelli si sono allontanati da me,
persino gli amici mi si sono fatti stranieri.
[14] Scomparsi sono vicini e conoscenti,
mi hanno dimenticato gli ospiti di casa;
[15] da estraneo mi trattano le mie ancelle,
un forestiero sono ai loro occhi.
[16] Chiamo il mio servo ed egli non risponde,
devo supplicarlo con la mia bocca.
[17] Il mio fiato è ripugnante per mia moglie
e faccio schifo ai figli di mia madre.
[18] Anche i monelli hanno ribrezzo di me:
se tento d'alzarmi, mi danno la baia.
[19] Mi hanno in orrore tutti i miei confidenti:
quelli che amavo si rivoltano contro di me.
[20] Alla pelle si attaccano le mie ossa
e non è salva che la pelle dei miei denti.
[21] Pietà, pietà di me, almeno voi miei amici,
perché la mano di Dio mi ha percosso!
[22] Perché vi accanite contro di me, come Dio,
e non siete mai sazi della mia carne?
[23] Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
[24] fossero impresse con stilo di ferro sul piombo,
per sempre s'incidessero sulla roccia!
[25] Io lo so che il mio Vendicatore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
[26] Dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne, vedrò Dio.
[27] Io lo vedrò, io stesso,
e i miei occhi lo contempleranno non da straniero.
Le mie viscere si consumano dentro di me.
[28] Poiché dite: "Come lo perseguitiamo noi,
se la radice del suo danno è in lui?",
[29] temete per voi la spada,
poiché punitrice d'iniquità è la spada,
affinché sappiate che c'è un giudice.
20
[1]
Zofar il Naamatita prese a dire:
[2] Per questo i miei pensieri mi spingono a rispondere
e perciò v'è questa fretta dentro di me.
[3] Ho ascoltato un rimprovero per me offensivo,
ma uno spirito, dal mio interno, mi spinge a
replicare.
[4] Non sai tu che da sempre,
da quando l'uomo fu posto sulla terra,
[5] il trionfo degli empi è breve
e la gioia del perverso è d'un istante?
[6] Anche se innalzasse fino al cielo la sua statura
e il suo capo toccasse le nubi,
[7] come lo sterco sarebbe spazzato per sempre
e chi lo aveva visto direbbe: "Dov'è?".
[8] Svanirà come un sogno, e non si troverà più,
si dileguerà come visione notturna.
[9] L'occhio avvezzo a vederlo più non lo vedrà,
né più lo scorgerà la sua dimora.
[10] I suoi figli dovranno risarcire i poveri,
le loro mani restituiranno le sue ricchezze.
[11] Le sue ossa erano ancora piene di giovinezza,
ma con lui giacciono nella polvere.
[12] Se alla sua bocca fu dolce il male,
se lo teneva nascosto sotto la sua lingua,
[13] assaporandolo senza inghiottirlo,
se lo tratteneva in mezzo al suo palato:
[14] il suo cibo gli si guasterà nelle viscere,
veleno d'aspidi gli sarà nell'intestino.
[15] I beni divorati ora rivomita,
Dio glieli caccia fuori dal ventre.
[16] Veleno d'aspide ha succhiato,
una lingua di vipera lo uccide.
[17] Non vedrà più ruscelli d'olio,
fiumi di miele e fior di latte;
[18] renderà i sudati acquisti senza assaggiarli,
come non godrà del frutto del suo commercio,
[19] perché ha oppresso e abbandonato i miseri,
ha rubato case invece di costruirle;
[20] perché non ha saputo essere pago dei suoi beni,
con i suoi tesori non si salverà.
[21] Nulla è sfuggito alla sua voracità,
per questo non durerà il suo benessere.
[22] Nel colmo della sua abbondanza si troverà in
miseria;
ogni sorta di sciagura piomberà su di lui.
[23] Quando starà per riempire il suo ventre,
Dio scaglierà su di lui la fiamma del suo sdegno,
e gli farà piovere addosso brace.
[24] Se sfuggirà l'arma di ferro,
lo trafiggerà l'arco di bronzo:
[25] gli uscirà il dardo dalla schiena,
una spada lucente dal fegato.
Lo assaliranno i terrori;
[26] tutte le tenebre gli sono riservate.
Lo divorerà un fuoco non acceso da un uomo,
esso consumerà quanto è rimasto nella sua tenda.
[27] Riveleranno i cieli la sua iniquità
e la terra si alzerà contro di lui.
[28] Un'alluvione travolgerà la sua casa,
scorrerà nel giorno dell'ira.
[29] Questa è la sorte che Dio riserva all'uomo
perverso,
la parte a lui decretata da Dio.
21
[1]
Giobbe rispose:
[2] Ascoltate bene la mia parola
e sia questo almeno il conforto che mi date.
[3] Tollerate che io parli
e, dopo il mio parlare, deridetemi pure.
[4] Forse io mi lamento di un uomo?
E perché non dovrei perder la pazienza?
[5] Statemi attenti e resterete stupiti,
mettetevi la mano sulla bocca.
[6] Se io ci penso, ne sono turbato
e la mia carne è presa da un brivido.
[7] Perché vivono i malvagi,
invecchiano, anzi sono potenti e gagliardi?
[8] La loro prole prospera insieme con essi,
i loro rampolli crescono sotto i loro occhi.
[9] Le loro case sono tranquille e senza timori;
il bastone di Dio non pesa su di loro.
[10] Il loro toro feconda e non falla,
la vacca partorisce e non abortisce.
[11] Mandano fuori, come un gregge, i loro ragazzi
e i loro figli saltano in festa.
[12] Cantano al suono di timpani e di cetre,
si divertono al suono delle zampogne.
[13] Finiscono nel benessere i loro giorni
e scendono tranquilli negli inferi.
[14] Eppure dicevano a Dio: "Allontanati da noi,
non vogliamo conoscer le tue vie.
[15] Chi è l'Onnipotente, perché dobbiamo servirlo?
E che ci giova pregarlo?".
[16] Non hanno forse in mano il loro benessere?
Il consiglio degli empi non è lungi da lui?
[17] Quante volte si spegne la lucerna degli empi,
o la sventura piomba su di loro,
e infliggerà loro castighi con ira?
[18] Diventano essi come paglia di fronte al vento
o come pula in preda all'uragano?
[19] "Dio serba per i loro figli il suo castigo...".
Ma lo faccia pagare piuttosto a lui stesso e lo senta!
[20] Veda con i suoi occhi la sua rovina
e beva dell'ira dell'Onnipotente!
[21] Che cosa gli importa infatti della sua casa dopo
di sé,
quando il numero dei suoi mesi è finito?
[22] S'insegna forse la scienza a Dio,
a lui che giudica gli esseri di lassù?
[23] Uno muore in piena salute,
tutto tranquillo e prospero;
[24] i suoi fianchi sono coperti di grasso
e il midollo delle sue ossa è ben nutrito.
[25] Un altro muore con l'amarezza in cuore
senza aver mai gustato il bene.
[26] Nella polvere giacciono insieme
e i vermi li ricoprono.
[27] Ecco, io conosco i vostri pensieri
e gli iniqui giudizi che fate contro di me!
[28] Infatti, voi dite: "Dov'è la casa del
prepotente,
dove sono le tende degli empi?".
[29] Non avete interrogato quelli che viaggiano?
Non potete negare le loro prove,
[30] che nel giorno della sciagura è risparmiato il
malvagio
e nel giorno dell'ira egli la scampa.
[31] Chi gli rimprovera in faccia la sua condotta
e di quel che ha fatto chi lo ripaga?
[32] Egli sarà portato al sepolcro,
sul suo tumulo si veglia
[33] e gli sono lievi le zolle della tomba.
Trae dietro di sé tutti gli uomini
e innanzi a sé una folla senza numero.
[34] Perché dunque mi consolate invano,
mentre delle vostre risposte non resta che inganno?
22
[1]
Elifaz il Temanita prese a dire:
[2] Può forse l'uomo giovare a Dio,
se il saggio giova solo a se stesso?
[3] Quale interesse ne viene all'Onnipotente che tu sia
giusto
o che vantaggio ha, se tieni una condotta integra?
[4] Forse per la tua pietà ti punisce
e ti convoca in giudizio?
[5] O non piuttosto per la tua grande malvagità
e per le tue iniquità senza limite?
[6] Senza motivo infatti hai angariato i tuoi fratelli
e delle vesti hai spogliato gli ignudi.
[7] Non hai dato da bere all'assetato
e all'affamato hai rifiutato il pane,
[8] la terra l'ha il prepotente
e vi abita il tuo favorito.
[9] Le vedove hai rimandato a mani vuote
e le braccia degli orfani hai rotto.
[10] Ecco perché d'intorno a te ci sono lacci
e un improvviso spavento ti sorprende.
[11] Tenebra è la tua luce e più non vedi
e la piena delle acque ti sommerge.
[12] Ma Dio non è nell'alto dei cieli?
Guarda il vertice delle stelle: quanto sono alte!
[13] E tu dici: "Che cosa sa Dio?
Può giudicare attraverso la caligine?
[14] Le nubi gli fanno velo e non vede
e sulla volta dei cieli passeggia".
[15] Vuoi tu seguire il sentiero d'un tempo,
gia battuto da uomini empi,
[16] che prima del tempo furono portati via,
quando un fiume si era riversato sulle loro
fondamenta?
[17] Dicevano a Dio: "Allontànati da noi!
Che cosa ci può fare l'Onnipotente?".
[18] Eppure egli aveva riempito le loro case di beni,
anche se i propositi degli empi erano lontani da lui.
[19] I giusti ora vedono e ne godono
e l'innocente si beffa di loro:
[20] "Sì, certo è stata annientata la loro fortuna
e il fuoco ne ha divorati gli avanzi!".
[21] Su, riconcìliati con lui e tornerai felice,
ne riceverai un gran vantaggio.
[22] Accogli la legge dalla sua bocca
e poni le sue parole nel tuo cuore.
[23] Se ti rivolgerai all'Onnipotente con umiltà,
se allontanerai l'iniquità dalla tua tenda,
[24] se stimerai come polvere l'oro
e come ciottoli dei fiumi l'oro di Ofir,
[25] allora sarà l'Onnipotente il tuo oro
e sarà per te argento a mucchi.
[26] Allora sì, nell'Onnipotente ti delizierai
e alzerai a Dio la tua faccia.
[27] Lo supplicherai ed egli t'esaudirà
e tu scioglierai i tuoi voti.
[28] Deciderai una cosa e ti riuscirà
e sul tuo cammino splenderà la luce.
[29] Egli umilia l'alterigia del superbo,
ma soccorre chi ha gli occhi bassi.
[30] Egli libera l'innocente;
tu sarai liberato per la purezza delle tue mani.
23
[1]
Giobbe allora rispose:
[2] Ancor oggi il mio lamento è amaro
e la sua mano grava sopra i miei gemiti.
[3] Oh, potessi sapere dove trovarlo,
potessi arrivare fino al suo trono!
[4] Esporrei davanti a lui la mia causa
e avrei piene le labbra di ragioni.
[5] Verrei a sapere le parole che mi risponde
e capirei che cosa mi deve dire.
[6] Con sfoggio di potenza discuterebbe con me?
Se almeno mi ascoltasse!
[7] Allora un giusto discuterebbe con lui
e io per sempre sarei assolto dal mio giudice.
[8] Ma se vado in avanti, egli non c'è,
se vado indietro, non lo sento.
[9] A sinistra lo cerco e non lo scorgo,
mi volgo a destra e non lo vedo.
[10] Poiché egli conosce la mia condotta,
se mi prova al crogiuolo, come oro puro io ne esco.
[11] Alle sue orme si è attaccato il mio piede,
al suo cammino mi sono attenuto e non ho deviato;
[12] dai comandi delle sue labbra non mi sono
allontanato,
nel cuore ho riposto i detti della sua bocca.
[13] Se egli sceglie, chi lo farà cambiare?
Ciò che egli vuole, lo fa.
[14] Compie, certo, il mio destino
e di simili piani ne ha molti.
[15] Per questo davanti a lui sono atterrito,
ci penso e ho paura di lui.
[16] Dio ha fiaccato il mio cuore,
l'Onnipotente mi ha atterrito;
[17] non sono infatti perduto a causa della tenebra,
né a causa dell'oscurità che ricopre il mio volto.
24
[1]
Perché l'Onnipotente non si riserva i suoi tempi
e i suoi fedeli non vedono i suoi giorni?
[2] I malvagi spostano i confini,
rubano le greggi e le menano al pascolo;
[3] portano via l'asino degli orfani,
prendono in pegno il bue della vedova.
[4] Spingono i poveri fuori strada,
tutti i miseri del paese vanno a nascondersi.
[5] Eccoli, come ònagri nel deserto
escono per il lavoro;
di buon mattino vanno in cerca di vitto;
la steppa offre loro cibo per i figli.
[6] Mietono nel campo non loro;
racimolano la vigna del malvagio.
[7] Nudi passan la notte, senza panni,
non hanno da coprirsi contro il freddo.
[8] Dagli scrosci dei monti sono bagnati,
per mancanza di rifugi si aggrappano alle rocce.
[9] Rapiscono con violenza l'orfano
e prendono in pegno ciò che copre il povero.
[10] Ignudi se ne vanno, senza vesti
e affamati portano i covoni.
[11] Tra i filari frangono le olive,
pigiano l'uva e soffrono la sete.
[12] Dalla città si alza il gemito dei moribondi
e l'anima dei feriti grida aiuto:
Dio non presta attenzione alle loro preghiere.
[13] Altri odiano la luce,
non ne vogliono riconoscere le vie
né vogliono batterne i sentieri.
[14] Quando non c'è luce, si alza l'omicida
per uccidere il misero e il povero;
nella notte si aggira il ladro
e si mette un velo sul volto.
[15] L'occhio dell'adultero spia il buio
e pensa: "Nessun occhio mi osserva!".
[16] Nelle tenebre forzano le case,
di giorno se ne stanno nascosti:
non vogliono saperne della luce;
[17] l'alba è per tutti loro come spettro di morte;
quando schiarisce, provano i terrori del buio fondo.
[18] Fuggono veloci di fronte al giorno;
maledetta è la loro porzione di campo sulla terra,
non si volgono più per la strada delle vigne.
[19] Come siccità e calore assorbono le acque nevose,
così la morte rapisce il peccatore.
[20] Il seno che l'ha portato lo dimentica,
i vermi ne fanno la loro delizia,
non se ne conserva la memoria
ed è troncata come un albero l'iniquità.
[21] Egli maltratta la sterile che non genera
e non fa del bene alla vedova.
[22] Ma egli con la sua forza trascina i potenti,
sorge quando più non può contare sulla vita.
[23] Anche Dio gli concede sicurezza ed egli sta saldo,
ma i suoi occhi sono sopra la sua condotta.
[24] Salgono in alto per un poco, poi non sono più,
sono buttati giù come tutti i mortali,
falciati come la testa di una spiga.
[25] Non è forse così? Chi può smentirmi
e ridurre a nulla le mie parole?
25
[1]
Bildad il Suchita prese a dire:
[2] V'è forse dominio e paura presso Colui
Che mantiene la pace nell'alto dei cieli?
[3] Si possono forse contare le sue schiere?
E sopra chi non sorge la sua luce?
[4] Come può giustificarsi un uomo davanti a Dio
e apparire puro un nato di donna?
[5] Ecco, la luna stessa manca di chiarore
e le stelle non sono pure ai suoi occhi:
[6] quanto meno l'uomo, questo verme,
l'essere umano, questo bruco!
26
[1]
Giobbe rispose:
[2] Quanto aiuto hai dato al debole
e come hai soccorso il braccio senza forza!
[3] Quanti buoni consigli hai dato all'ignorante
e con quanta abbondanza hai manifestato la saggezza!
[4] A chi hai tu rivolto la parola
e qual è lo spirito che da te è uscito?
[5] I morti tremano sotto terra,
come pure le acque e i loro abitanti.
[6] Nuda è la tomba davanti a lui
e senza velo è l'abisso.
[7] Egli stende il settentrione sopra il vuoto,
tiene sospesa la terra sopra il nulla.
[8] Rinchiude le acque dentro le nubi,
e le nubi non si squarciano sotto il loro peso.
[9] Copre la vista del suo trono
stendendovi sopra la sua nube.
[10] Ha tracciato un cerchio sulle acque,
sino al confine tra la luce e le tenebre.
[11] Le colonne del cielo si scuotono,
sono prese da stupore alla sua minaccia.
[12] Con forza agita il mare
e con intelligenza doma Raab.
[13] Al suo soffio si rasserenano i cieli,
la sua mano trafigge il serpente tortuoso.
[14] Ecco, questi non sono che i margini delle sue opere;
quanto lieve è il sussurro che noi ne percepiamo!
Ma il tuono della sua potenza chi può comprenderlo?
27
[1]
Giobbe continuò a dire:
[2] Per la vita di Dio, che mi ha privato del mio
diritto,
per l'Onnipotente che mi ha amareggiato l'animo,
[3] finché ci sarà in me un soffio di vita,
e l'alito di Dio nelle mie narici,
[4] mai le mie labbra diranno falsità
e la mia lingua mai pronunzierà menzogna!
[5] Lungi da me che io mai vi dia ragione;
fino alla morte non rinunzierò alla mia integrità.
[6] Mi terrò saldo nella mia giustizia senza cedere,
la mia coscienza non mi rimprovera nessuno dei miei
giorni.
[7] Sia trattato come reo il mio nemico
e il mio avversario come un ingiusto.
[8] Che cosa infatti può sperare l'empio, quando
finirà,
quando Dio gli toglierà la vita?
[9] Ascolterà forse Dio il suo grido,
quando la sventura piomberà su di lui?
[10] Porrà forse la sua compiacenza nell'Onnipotente?
Potrà forse invocare Dio in ogni momento?
[11] Io vi mostrerò la mano di Dio,
non vi celerò i pensieri dell'Onnipotente.
[12] Ecco, voi tutti lo vedete;
perché dunque vi perdete in cose vane?
[13] Questa è la sorte che Dio riserva al malvagio
e la porzione che i violenti ricevono
dall'Onnipotente.
[14] Se ha molti figli, saranno per la spada
e i suoi discendenti non avranno pane da sfamarsi;
[15] i superstiti li seppellirà la peste
e le loro vedove non faranno lamento.
[16] Se ammassa argento come la polvere
e come fango si prepara vesti:
[17] egli le prepara, ma il giusto le indosserà
e l'argento lo spartirà l'innocente.
[18] Ha costruito la casa come fragile nido
e come una capanna fatta da un guardiano.
[19] Si corica ricco, ma per l'ultima volta,
quando apre gli occhi, non avrà più nulla.
[20] Di giorno il terrore lo assale,
di notte se lo rapisce il turbine;
[21] il vento d'oriente lo solleva e se ne va,
lo strappa lontano dal suo posto.
[22] Dio lo bersaglia senza pietà;
tenta di sfuggire alla sua mano.
[23] Si battono le mani contro di lui
e si fischia su di lui dal luogo dove abita.
28
[1]
Certo, per l'argento vi sono miniere
e per l'oro luoghi dove esso si raffina.
[2] Il ferro si cava dal suolo
e la pietra fusa libera il rame.
[3] L'uomo pone un termine alle tenebre
e fruga fino all'estremo limite
le rocce nel buio più fondo.
[4] Forano pozzi lungi dall'abitato
coloro che perdono l'uso dei piedi:
pendono sospesi lontano dalla gente e vacillano.
[5] Una terra, da cui si trae pane,
di sotto è sconvolta come dal fuoco.
[6] Le sue pietre contengono zaffiri
e oro la sua polvere.
[7] L'uccello rapace ne ignora il sentiero,
non lo scorge neppure l'occhio dell'aquila,
[8] non battuto da bestie feroci,
né mai attraversato dal leopardo.
[9] Contro la selce l'uomo porta la mano,
sconvolge le montagne:
[10] nelle rocce scava gallerie
e su quanto è prezioso posa l'occhio:
[11] scandaglia il fondo dei fiumi
e quel che vi è nascosto porta alla luce.
[12] Ma la sapienza da dove si trae?
E il luogo dell'intelligenza dov'è?
[13] L'uomo non ne conosce la via,
essa non si trova sulla terra dei viventi.
[14] L'abisso dice: "Non è in me!"
e il mare dice: "Neppure presso di me!".
[15] Non si scambia con l'oro più scelto,
né per comprarla si pesa l'argento.
[16] Non si acquista con l'oro di Ofir,
con il prezioso berillo o con lo zaffìro.
[17] Non la pareggia l'oro e il cristallo,
né si permuta con vasi di oro puro.
[18] Coralli e perle non meritano menzione,
vale più scoprire la sapienza che le gemme.
[19] Non la eguaglia il topazio d'Etiopia;
con l'oro puro non si può scambiare a peso.
[20] Ma da dove viene la sapienza?
E il luogo dell'intelligenza dov'è?
[21] È nascosta agli occhi di ogni vivente
ed è ignota agli uccelli del cielo.
[22] L'abisso e la morte dicono:
"Con gli orecchi ne udimmo la fama".
[23] Dio solo ne conosce la via,
lui solo sa dove si trovi,
[24] perché volge lo sguardo
fino alle estremità della terra,
vede quanto è sotto la volta del cielo.
[25] Quando diede al vento un peso
e ordinò alle acque entro una misura,
[26] quando impose una legge alla pioggia
e una via al lampo dei tuoni;
[27] allora la vide e la misurò,
la comprese e la scrutò appieno
[28] e disse all'uomo:
"Ecco, temere Dio, questo è sapienza
e schivare il male, questo è intelligenza".
29
[1]
Giobbe continuò a pronunziare le sue sentenze e disse:
[2] Oh, potessi tornare com'ero ai mesi di un tempo,
ai giorni in cui Dio mi proteggeva,
[3] quando brillava la sua lucerna sopra il mio capo
e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre;
[4] com'ero ai giorni del mio autunno,
quando Dio proteggeva la mia tenda,
[5] quando l'Onnipotente era ancora con me
e i giovani mi stavano attorno;
[6] quando mi lavavo in piedi nel latte
e la roccia mi versava ruscelli d'olio!
[7] Quando uscivo verso la porta della città
e sulla piazza ponevo il mio seggio:
[8] vedendomi, i giovani si ritiravano
e i vecchi si alzavano in piedi;
[9] i notabili sospendevano i discorsi
e si mettevan la mano sulla bocca;
[10] la voce dei capi si smorzava
e la loro lingua restava fissa al palato;
[11] con gli orecchi ascoltavano e mi dicevano felice,
con gli occhi vedevano e mi rendevano testimonianza,
[12] perché soccorrevo il povero che chiedeva aiuto,
l'orfano che ne era privo.
[13] La benedizione del morente scendeva su di me
e al cuore della vedova infondevo la gioia.
[14] Mi ero rivestito di giustizia come di un
vestimento;
come mantello e turbante era la mia equità.
[15] Io ero gli occhi per il cieco,
ero i piedi per lo zoppo.
[16] Padre io ero per i poveri
ed esaminavo la causa dello sconosciuto;
[17] rompevo la mascella al perverso
e dai suoi denti strappavo la preda.
[18] Pensavo: "Spirerò nel mio nido
e moltiplicherò come sabbia i miei giorni".
[19] La mia radice avrà adito alle acque
e la rugiada cadrà di notte sul mio ramo.
[20] La mia gloria sarà sempre nuova
e il mio arco si rinforzerà nella mia mano.
[21] Mi ascoltavano in attesa fiduciosa
e tacevano per udire il mio consiglio.
[22] Dopo le mie parole non replicavano
e su di loro scendevano goccia a goccia i miei detti.
[23] Mi attendevano come si attende la pioggia
e aprivano la bocca come ad acqua primaverile.
[24] Se a loro sorridevo, non osavano crederlo,
né turbavano la serenità del mio volto.
[25] Indicavo loro la via da seguire e sedevo come capo,
e vi rimanevo come un re fra i soldati
o come un consolatore d'afflitti.
30
[1] Ora
invece si ridono di me
i più giovani di me in età,
i cui padri non avrei degnato
di mettere tra i cani del mio gregge.
[2] Anche la forza delle loro mani a che mi giova?
Hanno perduto ogni vigore;
[3] disfatti dalla indigenza e dalla fame,
brucano per l'arido deserto,
[4] da lungo tempo regione desolata,
raccogliendo l'erba salsa accanto ai cespugli
e radici di ginestra per loro cibo.
[5] Cacciati via dal consorzio umano,
a loro si grida dietro come al ladro;
[6] sì che dimorano in valli orrende,
nelle caverne della terra e nelle rupi.
[7] In mezzo alle macchie urlano
e sotto i roveti si adunano;
[8] razza ignobile, anzi razza senza nome,
sono calpestati più della terra.
[9] Ora io sono la loro canzone,
sono diventato la loro favola!
[10] Hanno orrore di me e mi schivano
e non si astengono dallo sputarmi in faccia!
[11] Poiché egli ha allentato il mio arco e mi ha
abbattuto,
essi han rigettato davanti a me ogni freno.
[12] A destra insorge la ragazzaglia;
smuovono i miei passi
e appianano la strada contro di me per perdermi.
[13] Hanno demolito il mio sentiero,
cospirando per la mia disfatta
e nessuno si oppone a loro.
[14] Avanzano come attraverso una larga breccia,
sbucano in mezzo alle macerie.
[15] I terrori si sono volti contro di me;
si è dileguata, come vento, la mia grandezza
e come nube è passata la mia felicità.
[16] Ora mi consumo
e mi colgono giorni d'afflizione.
[17] Di notte mi sento trafiggere le ossa
e i dolori che mi rodono non mi danno riposo.
[18] A gran forza egli mi afferra per la veste,
mi stringe per l'accollatura della mia tunica.
[19] Mi ha gettato nel fango:
son diventato polvere e cenere.
[20] Io grido a te, ma tu non mi rispondi,
insisto, ma tu non mi dai retta.
[21] Tu sei un duro avversario verso di me
e con la forza delle tue mani mi perseguiti;
[22] mi sollevi e mi poni a cavallo del vento
e mi fai sballottare dalla bufera.
[23] So bene che mi conduci alla morte,
alla casa dove si riunisce ogni vivente.
[24] Ma qui nessuno tende la mano alla preghiera,
né per la sua sventura invoca aiuto.
[25] Non ho pianto io forse con chi aveva i giorni duri
e non mi sono afflitto per l'indigente?
[26] Eppure aspettavo il bene ed è venuto il male,
aspettavo la luce ed è venuto il buio.
[27] Le mie viscere ribollono senza posa
e giorni d'affanno mi assalgono.
[28] Avanzo con il volto scuro, senza conforto,
nell'assemblea mi alzo per invocare aiuto.
[29] Sono divenuto fratello degli sciacalli
e compagno degli struzzi.
[30] La mia pelle si è annerita, mi si stacca
e le mie ossa bruciano dall'arsura.
[31] La mia cetra serve per lamenti
e il mio flauto per la voce di chi piange.
31
[1]
Avevo stretto con gli occhi un patto
di non fissare neppure una vergine.
[2] Che parte mi assegna Dio di lassù
e che porzione mi assegna l'Onnipotente dall'alto?
[3] Non è forse la rovina riservata all'iniquo
e la sventura per chi compie il male?
[4] Non vede egli la mia condotta
e non conta tutti i miei passi?
[5] Se ho agito con falsità
e il mio piede si è affrettato verso la frode,
[6] mi pesi pure sulla bilancia della giustizia
e Dio riconoscerà la mia integrità.
[7] Se il mio passo è andato fuori strada
e il mio cuore ha seguito i miei occhi,
se alla mia mano si è attaccata sozzura,
[8] io semini e un altro ne mangi il frutto
e siano sradicati i miei germogli.
[9] Se il mio cuore fu sedotto da una donna
e ho spiato alla porta del mio prossimo,
[10] mia moglie macini per un altro
e altri ne abusino;
[11] difatti quello è uno scandalo,
un delitto da deferire ai giudici,
[12] quello è un fuoco che divora fino alla
distruzione e avrebbe consumato tutto il mio raccolto.
[13] Se ho negato i diritti del mio schiavo
e della schiava in lite con me,
[14] che farei, quando Dio si alzerà,
e, quando farà l'inchiesta, che risponderei?
[15] Chi ha fatto me nel seno materno, non ha fatto
anche lui?
Non fu lo stesso a formarci nel seno?
[16] Mai ho rifiutato quanto brama il povero,
né ho lasciato languire gli occhi della vedova;
[17] mai da solo ho mangiato il mio tozzo di pane,
senza che ne mangiasse l'orfano,
[18] poiché Dio, come un padre, mi ha allevato fin
dall'infanzia
e fin dal ventre di mia madre mi ha guidato.
[19] Se mai ho visto un misero privo di vesti
o un povero che non aveva di che coprirsi,
[20] se non hanno dovuto benedirmi i suoi fianchi,
o con la lana dei miei agnelli non si è riscaldato;
[21] se contro un innocente ho alzato la mano,
perché vedevo alla porta chi mi spalleggiava,
[22] mi si stacchi la spalla dalla nuca
e si rompa al gomito il mio braccio,
[23] perché mi incute timore la mano di Dio
e davanti alla sua maestà non posso resistere.
[24] Se ho riposto la mia speranza nell'oro
e all'oro fino ho detto: "Tu sei la mia fiducia";
[25] se godevo perché grandi erano i miei beni
e guadagnava molto la mia mano;
[26] se vedendo il sole risplendere
e la luna chiara avanzare,
[27] si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore
e con la mano alla bocca ho mandato un bacio,
[28] anche questo sarebbe stato un delitto da tribunale,
perché avrei rinnegato Dio che sta in alto.
[29] Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico
e ho esultato perché lo colpiva la sventura,
[30] io che non ho permesso alla mia lingua di peccare,
augurando la sua morte con imprecazioni?
[31] Non diceva forse la gente della mia tenda:
"A chi non ha dato delle sue carni per saziarsi?".
[32] All'aperto non passava la notte lo straniero
e al viandante aprivo le mie porte.
[33] Non ho nascosto, alla maniera degli uomini, la mia
colpa,
tenendo celato il mio delitto in petto,
[34] come se temessi molto la folla,
e il disprezzo delle tribù mi spaventasse,
sì da starmene zitto senza uscire di casa.
[35] Oh, avessi uno che mi ascoltasse!
Ecco qui la mia firma! L'Onnipotente mi risponda!
Il documento scritto dal mio avversario
[36] vorrei certo portarlo sulle mie spalle
e cingerlo come mio diadema!
[37] Il numero dei miei passi gli manifesterei
e mi presenterei a lui come sovrano.
[38] Se contro di me grida la mia terra
e i suoi solchi piangono con essa;
[39] se ho mangiato il suo frutto senza pagare
e ho fatto sospirare dalla fame i suoi coltivatori,
[40] e in luogo di frumento, getti spine,
ed erbaccia al posto
dell'orzo.
32
[31,40b]
Quando Giobbe ebbe finito di parlare,
[1] quei tre uomini cessarono di rispondere a Giobbe, perchè egli si
riteneva giusto.
[2] Allora si accese lo sdegno di Eliu, figlio di Barachele il Buzita,
della tribù di Ram. Si accese di sdegno contro Giobbe, perché
pretendeva d'aver ragione di fronte a Dio;
[3] si accese di sdegno anche contro i suoi tre amici, perché non
avevano trovato di che rispondere, sebbene avessero dichiarato Giobbe
colpevole.
[4] Però Eliu aveva aspettato, mentre essi parlavano con Giobbe, perché
erano più vecchi di lui in età.
[5] Quando dunque vide che sulla bocca di questi tre uomini non vi era
più alcuna risposta, Eliu si accese di sdegno.
[6] Presa dunque la parola, Eliu, figlio di Barachele il Buzita, disse:
Giovane io sono di anni
e voi siete già canuti;
per questo ho esitato per rispetto
a manifestare a voi il mio sapere.
[7] Pensavo: Parlerà l'età
e i canuti insegneranno la sapienza.
[8] Ma certo essa è un soffio nell'uomo;
l'ispirazione dell'Onnipotente lo fa intelligente.
[9] Non sono i molti anni a dar la sapienza,
né sempre i vecchi distinguono ciò che è giusto.
[10] Per questo io oso dire: Ascoltatemi;
anch'io esporrò il mio sapere.
[11] Ecco, ho atteso le vostre parole,
ho teso l'orecchio ai vostri argomenti.
Finché andavate in cerca di argomenti
[12] su di voi fissai l'attenzione.
Ma ecco, nessuno ha potuto convincere Giobbe,
nessuno tra di voi risponde ai suoi detti.
[13] Non dite: Noi abbiamo trovato la sapienza,
ma lo confuti Dio, non l'uomo!
[14] Egli non mi ha rivolto parole,
e io non gli risponderò con le vostre parole.
[15] Sono vinti, non rispondono più,
mancano loro le parole.
[16] Ho atteso, ma poiché non parlano più,
poiché stanno lì senza risposta,
[17] voglio anch'io dire la mia parte,
anch'io esporrò il mio parere;
[18] mi sento infatti pieno di parole,
mi preme lo spirito che è dentro di me.
[19] Ecco, dentro di me c'è come vino senza sfogo,
come vino che squarcia gli otri nuovi.
[20] Parlerò e mi sfogherò,
aprirò le labbra e risponderò.
[21] Non guarderò in faccia ad alcuno,
non adulerò nessuno,
[22] perché io non so adulare:
altrimenti il mio creatore in breve mi eliminerebbe.
33
[1]
Ascolta dunque, Giobbe, i miei discorsi,
ad ogni mia parola porgi l'orecchio.
[2] Ecco, io apro la bocca,
parla la mia lingua entro il mio palato.
[3] Il mio cuore dirà sagge parole
e le mie labbra parleranno chiaramente.
[4] Lo spirito di Dio mi ha creato
e il soffio dell'Onnipotente mi dà vita.
[5] Se puoi, rispondimi,
prepàrati davanti a me, stà pronto.
[6] Ecco, io sono come te di fronte a Dio
e anch'io sono stato tratto dal fango:
[7] ecco, nulla hai da temere da me,
né graverò su di te la mano.
[8] Non hai fatto che dire ai miei orecchi
e ho ben udito il suono dei tuoi detti:
[9] "Puro son io, senza peccato,
io sono mondo, non ho colpa;
[10] ma egli contro di me trova pretesti
e mi stima suo nemico;
[11] pone in ceppi i miei piedi
e spia tutti i miei passi!".
[12] Ecco, in questo ti rispondo: non hai ragione.
Dio è infatti più grande dell'uomo.
[13] Perché ti lamenti di lui,
se non risponde ad ogni tua parola?
[14] Dio parla in un modo
o in un altro, ma non si fa attenzione.
[15] Parla nel sogno, visione notturna,
quando cade il sopore sugli uomini
e si addormentano sul loro giaciglio;
[16] apre allora l'orecchio degli uomini
e con apparizioni li spaventa,
[17] per distogliere l'uomo dal male
e tenerlo lontano dall'orgoglio,
[18] per preservarne l'anima dalla fossa
e la sua vita dalla morte violenta.
[19] Lo corregge con il dolore nel suo letto
e con la tortura continua delle ossa;
[20] quando il suo senso ha nausea del pane,
il suo appetito del cibo squisito;
[21] quando la sua carne si consuma a vista d'occhio
e le ossa, che non si vedevano prima, spuntano fuori,
[22] quando egli si avvicina alla fossa
e la sua vita alla dimora dei morti.
[23] Ma se vi è un angelo presso di lui,
un protettore solo fra mille,
per mostrare all'uomo il suo dovere,
[24] abbia pietà di lui e dica:
"Scampalo dallo scender nella fossa,
ho trovato il riscatto",
[25] allora la sua carne sarà più fresca che in gioventù,
tornerà ai giorni della sua adolescenza:
[26] supplicherà Dio e questi gli userà benevolenza,
gli mostrerà il suo volto in giubilo,
e renderà all'uomo la sua giustizia.
[27] Egli si rivolgerà agli uomini e dirà:
"Avevo peccato e violato la giustizia,
ma egli non mi ha punito per quel che meritavo;
[28] mi ha scampato dalla fossa
e la mia vita rivede la luce".
[29] Ecco, tutto questo fa Dio,
due volte, tre volte con l'uomo,
[30] per sottrarre l'anima sua dalla fossa
e illuminarla con la luce dei viventi.
[31] Attendi, Giobbe, ascoltami,
taci e io parlerò:
[32] ma se hai qualcosa da dire, rispondimi,
parla, perché vorrei darti ragione;
[33] se no, tu ascoltami
e io ti insegnerò la sapienza.
34
[1] Eliu
continuò a dire:
[2] Ascoltate, saggi, le mie parole
e voi, sapienti, porgetemi l'orecchio,
[3] Perché l'orecchio distingue le parole,
come il palato assapora i cibi.
[4] Esploriamo noi ciò che è giusto,
indaghiamo fra di noi quale sia il bene:
[5] poiché Giobbe ha detto: "Io son giusto,
ma Dio mi ha tolto il mio diritto;
[6] contro il mio diritto passo per menzognero,
inguaribile è la mia piaga benché senza colpa".
[7] Chi è come Giobbe
che beve, come l'acqua, l'insulto,
[8] che fa la strada in compagnia dei malfattori,
andando con uomini iniqui?
[9] Poiché egli ha detto: "Non giova all'uomo
essere in buona grazia con Dio".
[10] Perciò ascoltatemi, uomini di senno:
lungi da Dio l'iniquità
e dall'Onnipotente l'ingiustizia!
[11] Poiché egli ripaga l'uomo secondo il suo operato
e fa trovare ad ognuno secondo la sua condotta.
[12] In verità, Dio non agisce da ingiusto
e l'Onnipotente non sovverte il diritto!
[13] Chi mai gli ha affidato la terra
e chi ha disposto il mondo intero?
[14] Se egli richiamasse il suo spirito a sé
e a sé ritraesse il suo soffio,
[15] ogni carne morirebbe all'istante
e l'uomo ritornerebbe in polvere.
[16] Se hai intelletto, ascolta bene questo,
porgi l'orecchio al suono delle mie parole.
[17] Può mai governare chi odia il diritto?
E tu osi condannare il Gran Giusto?
[18] lui che dice ad un re: "Iniquo!"
e ai principi: "Malvagi!",
[19] lui che non usa parzialità con i potenti
e non preferisce al povero il ricco,
perché tutti costoro sono opera delle sue mani?
[20] In un istante muoiono e nel cuore della notte
sono colpiti i potenti e periscono;
e senza sforzo rimuove i tiranni,
[21] poiché egli tiene gli occhi sulla condotta
dell'uomo
e vede tutti i suoi passi.
[22] Non vi è tenebra, non densa oscurità,
dove possano nascondersi i malfattori.
[23] Poiché non si pone all'uomo un termine
per comparire davanti a Dio in giudizio:
[24] egli fiacca i potenti, senza fare inchieste,
e colloca altri al loro posto.
[25] Poiché conosce le loro opere,
li travolge nella notte e sono schiacciati;
[26] come malvagi li percuote,
li colpisce alla vista di tutti;
[27] perché si sono allontanati da lui
e di tutte le sue vie non si sono curati,
[28] sì da far giungere fino a lui il grido
dell'oppresso e fargli udire il lamento dei poveri.
[29] Se egli tace, chi lo può condannare?
Se vela la faccia, chi lo può vedere?
Ma sulle nazioni e sugli individui egli veglia,
[30] perché non regni un uomo perverso,
perché il popolo non abbia inciampi.
[31] Si può dunque dire a Dio:
"Porto la pena, senza aver fatto il male;
[32] se ho peccato, mostramelo;
se ho commesso l'iniquità, non lo farò più"?
[33] Forse, secondo le tue idee dovrebbe ricompensare,
perché tu rifiuti il suo giudizio?
Poiché tu devi scegliere, non io,
dì, dunque, quello che sai.
[34] Gli uomini di senno mi diranno
con l'uomo saggio che mi ascolta:
[35] "Giobbe non parla con sapienza
e le sue parole sono prive di senno".
[36] Bene, Giobbe sia esaminato fino in fondo,
per le sue risposte da uomo empio,
[37] perché aggiunge al suo peccato la rivolta,
in mezzo a noi batte le mani
e moltiplica le parole contro Dio.
35
[1] Eliu
riprese a dire:
[2] Ti pare di aver pensato cosa giusta,
quando dicesti: "Ho ragione davanti a Dio"?
[3] O quando hai detto: "Che te ne importa?
Che utilità ne ho dal mio peccato"?
[4] Risponderò a te con discorsi
e ai tuoi amici insieme con te.
[5] Contempla il cielo e osserva,
considera le nubi: sono più alte di te.
[6] Se pecchi, che gli fai?
Se moltiplichi i tuoi delitti, che danno gli arrechi?
[7] Se tu sei giusto, che cosa gli dai
o che cosa riceve dalla tua mano?
[8] Su un uomo come te ricade la tua malizia,
su un figlio d'uomo la tua giustizia!
[9] Si grida per la gravità dell'oppressione,
si invoca aiuto sotto il braccio dei potenti,
[10] ma non si dice: "Dov'è quel Dio che mi ha
creato,
che concede nella notte canti di gioia;
[11] che ci rende più istruiti delle bestie
selvatiche,
che ci fa più saggi degli uccelli del cielo?".
[12] Si grida, allora, ma egli non risponde
di fronte alla superbia dei malvagi.
[13] Certo è falso dire: "Dio non ascolta
e l'Onnipotente non presta attenzione";
[14] più ancora quando tu dici che non lo vedi,
che la tua causa sta innanzi a lui e tu in lui speri;
[15] così pure quando dici che la sua ira non punisce
né si cura molto dell'iniquità.
[16] Giobbe dunque apre invano la sua bocca
e senza cognizione moltiplica le chiacchiere.
36
[1] Eliu
continuò a dire:
[2] Abbi un pò di pazienza e io te lo dimostrerò,
perché in difesa di Dio c'è altro da dire.
[3] Prenderò da lontano il mio sapere
e renderò giustizia al mio creatore,
[4] poiché non è certo menzogna il mio parlare:
un uomo di perfetta scienza è qui con te.
[5] Ecco, Dio è grande e non si ritratta,
egli è grande per fermezza di cuore.
[6] Non lascia vivere l'iniquo
e rende giustizia ai miseri.
[7] Non toglie gli occhi dai giusti,
li fa sedere sul trono con i re
e li esalta per sempre.
[8] Se talvolta essi sono avvinti in catene,
se sono stretti dai lacci dell'afflizione,
[9] fa loro conoscere le opere loro
e i loro falli, perché superbi;
[10] apre loro gli orecchi per la correzione
e ordina che si allontanino dalla iniquità.
[11] Se ascoltano e si sottomettono,
chiuderanno i loro giorni nel benessere
e i loro anni nelle delizie.
[12] Ma se non vorranno ascoltare,
di morte violenta periranno,
spireranno senza neppure saperlo.
[13] I perversi di cuore accumulano l'ira;
non invocano aiuto, quando Dio li avvince in catene:
[14] si spegne in gioventù la loro anima,
e la loro vita all'età dei dissoluti.
[15] Ma egli libera il povero con l'afflizione,
gli apre l'udito con la sventura.
[16] Anche te intende sottrarre dal morso
dell'angustia:
avrai in cambio un luogo ampio, non ristretto
e la tua tavola sarà colma di vivande grasse.
[17] Ma se colmi la misura con giudizi da empio,
giudizio e condanna ti seguiranno.
[18] La collera non ti trasporti alla bestemmia,
l'abbondanza dell'espiazione non ti faccia fuorviare.
[19] Può forse farti uscire dall'angustia il tuo
grido,
con tutti i tentativi di forza?
[20] Non sospirare quella notte,
in cui i popoli vanno al loro luogo.
[21] Bada di non volgerti all'iniquità,
poiché per questo sei stato provato dalla miseria.
[22] Ecco, Dio è sublime nella sua potenza;
chi come lui è temibile?
[23] Chi mai gli ha imposto il suo modo d'agire
o chi mai ha potuto dirgli: "Hai agito male?".
[24] Ricordati che devi esaltare la sua opera,
che altri uomini hanno cantato.
[25] Ogni uomo la contempla,
il mortale la mira da lontano.
[26] Ecco, Dio è così grande, che non lo
comprendiamo:
il numero dei suoi anni è incalcolabile.
[27] Egli attrae in alto le gocce dell'acqua
e scioglie in pioggia i suoi vapori,
[28] che le nubi riversano
e grondano sull'uomo in grande quantità.
[31] In tal modo sostenta i popoli
e offre alimento in abbondanza.
[29] Chi inoltre può comprendere la distesa delle
nubi,
i fragori della sua dimora?
[30] Ecco, espande sopra di esso il suo vapore
e copre le profondità del mare.
[32] Arma le mani di folgori
e le scaglia contro il bersaglio.
[33] Lo annunzia il suo fragore,
riserva d'ira contro l'iniquità.
37
[1] Per
questo mi batte forte il cuore
e mi balza fuori dal petto.
[2] Udite, udite, il rumore della sua voce,
il fragore che esce dalla sua bocca.
[3] Il lampo si diffonde sotto tutto il cielo
e il suo bagliore giunge ai lembi della terra;
[4] dietro di esso brontola il tuono,
mugghia con il suo fragore maestoso
e nulla arresta i fulmini,
da quando si è udita la sua voce;
[5] mirabilmente tuona Dio con la sua voce
opera meraviglie che non comprendiamo!
[6] Egli infatti dice alla neve: "Cadi sulla terra"
e alle piogge dirotte: "Siate violente".
[7] Rinchiude ogni uomo in casa sotto sigillo,
perché tutti riconoscano la sua opera.
[8] Le fiere si ritirano nei loro ripari
e nelle loro tane si accovacciano.
[9] Dal mezzogiorno avanza l'uragano
e il freddo dal settentrione.
[10] Al soffio di Dio si forma il ghiaccio
e la distesa dell'acqua si congela.
[11] Carica di umidità le nuvole
e le nubi ne diffondono le folgori.
[12] Egli le fa vagare dappertutto
secondo i suoi ordini,
perché eseguiscano quanto comanda loro
sul mondo intero.
[13] Le manda o per castigo della terra
o in segno di bontà.
[14] Porgi l'orecchio a questo, Giobbe, soffèrmati
e considera le meraviglie di Dio.
[15] Sai tu come Dio le diriga
e come la sua nube produca il lampo?
[16] Conosci tu come la nube si libri in aria,
i prodigi di colui che tutto sa?
[17] Come le tue vesti siano calde
quando non soffia l'austro e la terra riposa?
[18] Hai tu forse disteso con lui il firmamento,
solido come specchio di metallo fuso?
[19] Insegnaci che cosa dobbiamo dirgli.
Noi non parleremo per l'oscurità.
[20] Gli si può forse ordinare: "Parlerò io?".
O un uomo può dire che è sopraffatto?
[21] Ora diventa invisibile la luce,
oscurata in mezzo alle nubi:
ma tira il vento e le spazza via.
[22] Dal nord giunge un aureo chiarore,
intorno a Dio è tremenda maestà.
[23] L'Onnipotente noi non lo possiamo raggiungere,
sublime in potenza e rettitudine
e grande per giustizia: egli non ha da rispondere.
[24] Perciò gli uomini lo temono:
a lui la venerazione di tutti i saggi di mente.
38
[1] Il
Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine:
[2] Chi è costui che oscura il consiglio
con parole insipienti?
[3] Cingiti i fianchi come un prode,
io t'interrogherò e tu mi istruirai.
[4] Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra?
Dillo, se hai tanta intelligenza!
[5] Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai,
o chi ha teso su di essa la misura?
[6] Dove sono fissate le sue basi
o chi ha posto la sua pietra angolare,
[7] mentre gioivano in coro le stelle del mattino
e plaudivano tutti i figli di Dio?
[8] Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando erompeva uscendo dal seno materno,
[9] quando lo circondavo di nubi per veste
e per fasce di caligine folta?
[10] Poi gli ho fissato un limite
e gli ho messo chiavistello e porte
[11] e ho detto: "Fin qui giungerai e non oltre
e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde".
[12] Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all'aurora,
[13] perché essa afferri i lembi della terra
e ne scuota i malvagi?
[14] Si trasforma come creta da sigillo
e si colora come un vestito.
[15] È sottratta ai malvagi la loro luce
ed è spezzato il braccio che si alza a colpire.
[16] Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell'abisso hai tu passeggiato?
[17] Ti sono state indicate le porte della morte
e hai visto le porte dell'ombra funerea?
[18] Hai tu considerato le distese della terra?
Dillo, se sai tutto questo!
[19] Per quale via si va dove abita la luce
e dove hanno dimora le tenebre
[20] perché tu le conduca al loro dominio
o almeno tu sappia avviarle verso la loro casa?
[21] Certo, tu lo sai, perché allora eri nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!
[22] Sei mai giunto ai serbatoi della neve,
hai mai visto i serbatoi della grandine,
[23] che io riserbo per il tempo della sciagura,
per il giorno della guerra e della battaglia?
[24] Per quali vie si espande la luce,
si diffonde il vento d'oriente sulla terra?
[25] Chi ha scavato canali agli acquazzoni
e una strada alla nube tonante,
[26] per far piovere sopra una terra senza uomini,
su un deserto dove non c'è nessuno,
[27] per dissetare regioni desolate e squallide
e far germogliare erbe nella steppa?
[28] Ha forse un padre la pioggia?
O chi mette al mondo le gocce della rugiada?
[29] Dal seno di chi è uscito il ghiaccio
e la brina del cielo chi l'ha generata?
[30] Come pietra le acque induriscono
e la faccia dell'abisso si raggela.
[31] Puoi tu annodare i legami delle Plèiadi
o sciogliere i vincoli di Orione?
[32] Fai tu spuntare a suo tempo la stella del mattino
o puoi guidare l'Orsa insieme con i suoi figli?
[33] Conosci tu le leggi del cielo
o ne applichi le norme sulla terra?
[34] Puoi tu alzare la voce fino alle nubi
e farti coprire da un rovescio di acqua?
[35] Scagli tu i fulmini e partono
dicendoti: "Eccoci!"?
[36] Chi ha elargito all'ibis la sapienza
o chi ha dato al gallo intelligenza?
[37] Chi può con sapienza calcolare le nubi
e chi riversa gli otri del cielo,
[38] quando si fonde la polvere in una massa
e le zolle si attaccano insieme?
[39] Vai tu a caccia di preda per la leonessa
e sazi la fame dei leoncini,
[40] quando sono accovacciati nelle tane
o stanno in agguato fra le macchie?
[41] Chi prepara al corvo il suo pasto,
quando i suoi nati gridano verso Dio
e vagano qua e là per mancanza di cibo?
39
[1] Sai
tu quando figliano le camozze
e assisti al parto delle cerve?
[2] Conti tu i mesi della loro gravidanza
e sai tu quando devono figliare?
[3] Si curvano e depongono i figli,
metton fine alle loro doglie.
[4] Robusti sono i loro figli, crescono in campagna,
partono e non tornano più da esse.
[5] Chi lascia libero l'asino selvatico
e chi scioglie i legami dell'ònagro,
[6] al quale ho dato la steppa per casa
e per dimora la terra salmastra?
[7] Del fracasso della città se ne ride
e gli urli dei guardiani non ode.
[8] Gira per le montagne, sua pastura,
e va in cerca di quanto è verde.
[9] Il bufalo si lascerà piegare a servirti
o a passar la notte presso la tua greppia?
[10] Potrai legarlo con la corda per fare il solco
o fargli erpicare le valli dietro a te?
[11] Ti fiderai di lui, perché la sua forza è grande
e a lui affiderai le tue fatiche?
[12] Conterai su di lui, che torni
e raduni la tua messe sulla tua aia?
[13] L'ala dello struzzo batte festante,
ma è forse penna e piuma di cicogna?
[14] Abbandona infatti alla terra le uova
e sulla polvere le lascia riscaldare.
[15] Dimentica che un piede può schiacciarle,
una bestia selvatica calpestarle.
[16] Tratta duramente i figli, come se non fossero
suoi,
della sua inutile fatica non si affanna,
[17] perché Dio gli ha negato la saggezza
e non gli ha dato in sorte discernimento.
[18] Ma quando giunge il saettatore, fugge agitando le
ali:
si beffa del cavallo e del suo cavaliere.
[19] Puoi tu dare la forza al cavallo
e vestire di fremiti il suo collo?
[20] Lo fai tu sbuffare come un fumaiolo?
Il suo alto nitrito incute spavento.
[21] Scalpita nella valle giulivo
e con impeto va incontro alle armi.
[22] Sprezza la paura, non teme,
né retrocede davanti alla spada.
[23] Su di lui risuona la farètra,
il luccicar della lancia e del dardo.
[24] Strepitando, fremendo, divora lo spazio
e al suono della tromba più non si tiene.
[25] Al primo squillo grida: "Aah!..."
e da lontano fiuta la battaglia,
gli urli dei capi, il fragor della mischia.
[26] Forse per il tuo senno si alza in volo lo sparviero
e spiega le ali verso il sud?
[27] O al tuo comando l'aquila s'innalza
e pone il suo nido sulle alture?
[28] Abita le rocce e passa la notte
sui denti di rupe o sui picchi.
[29] Di lassù spia la preda,
lontano scrutano i suoi occhi.
[30] I suoi aquilotti succhiano il sangue
e dove sono cadaveri, là essa si trova.
40
[1] Il
Signore riprese e disse a Giobbe:
[2] Il censore vorrà ancora contendere con l'Onnipotente?
L'accusatore di Dio risponda!
[3] Giobbe rivolto al Signore disse:
[4] Ecco, sono ben meschino: che ti posso rispondere?
Mi metto la mano sulla bocca.
[5] Ho parlato una volta, ma non replicherò.
ho parlato due volte, ma non continuerò.
[6] Allora il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine e disse:
[7] Cingiti i fianchi come un prode:
io t'interrogherò e tu mi istruirai.
[8] Oseresti proprio cancellare il mio guidizio
e farmi torto per avere tu ragione?
[9] Hai tu un braccio come quello di Dio
e puoi tuonare con voce pari alla sua?
[10] Ornati pure di maestà e di sublimità,
rivestiti di splendore e di gloria;
[11] diffondi i furori della tua collera,
mira ogni superbo e abbattilo,
[12] mira ogni superbo e umilialo,
schiaccia i malvagi ovunque si trovino;
[13] nascondili nella polvere tutti insieme,
rinchiudili nella polvere tutti insieme,
[14] anch'io ti loderò,
perché hai trionfato con la destra.
[15] Ecco, l'ippopotamo, che io ho creato al pari di te,
mangia l'erba come il bue.
[16] Guarda, la sua forza è nei fianchi
e il suo vigore nel ventre.
[17] Rizza la coda come un cedro,
i nervi delle sue cosce s'intrecciano saldi,
[18] le sue vertebre, tubi di bronzo,
le sue ossa come spranghe di ferro.
[19] Esso è la prima delle opere di Dio;
il suo creatore lo ha fornito di difesa.
[20] I monti gli offrono i loro prodotti
e là tutte le bestie della campagna si trastullano.
[21] Sotto le piante di loto si sdraia,
nel folto del canneto della palude.
[22] Lo ricoprono d'ombra i loti selvatici,
lo circondano i salici del torrente.
[23] Ecco, si gonfi pure il fiume: egli non trema,
è calmo, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca.
[24] Chi potrà afferrarlo per gli occhi,
prenderlo con lacci e forargli le narici?
[25] Puoi tu pescare il Leviatan con l'amo
e tener ferma la sua lingua con una corda,
[26] ficcargli un giunco nelle narici
e forargli la mascella con un uncino?
[27] Ti farà forse molte suppliche
e ti rivolgerà dolci parole?
[28] Stipulerà forse con te un'alleanza,
perché tu lo prenda come servo per sempre?
[29] Scherzerai con lui come un passero,
legandolo per le tue fanciulle?
[30] Lo metteranno in vendita le compagnie di pesca,
se lo divideranno i commercianti?
[31] Crivellerai di dardi la sua pelle
e con la fiocina la sua testa?
[32] Metti su di lui la mano:
al ricordo della lotta, non riproverai!
41
[1]
Ecco, la tua speranza è fallita,
al solo vederlo uno stramazza.
[2] Nessuno è tanto audace da osare eccitarlo
e chi mai potrà star saldo di fronte a lui?
[3] Chi mai lo ha assalito e si è salvato?
Nessuno sotto tutto il cielo.
[4] Non tacerò la forza delle sue membra:
in fatto di forza non ha pari.
[5] Chi gli ha mai aperto sul davanti il manto di pelle
e nella sua doppia corazza chi può penetrare?
[6] Le porte della sua bocca chi mai ha aperto?
Intorno ai suoi denti è il terrore!
[7] Il suo dorso è a lamine di scudi,
saldate con stretto suggello;
[8] l'una con l'altra si toccano,
sì che aria fra di esse non passa:
[9] ognuna aderisce alla vicina,
sono compatte e non possono separarsi.
[10] Il suo starnuto irradia luce
e i suoi occhi sono come le palpebre dell'aurora.
[11] Dalla sua bocca partono vampate,
sprizzano scintille di fuoco.
[12] Dalle sue narici esce fumo
come da caldaia, che bolle sul fuoco.
[13] Il suo fiato incendia carboni
e dalla bocca gli escono fiamme.
[14] Nel suo collo risiede la forza
e innanzi a lui corre la paura.
[15] Le giogaie della sua carne son ben compatte,
sono ben salde su di lui, non si muovono.
[16] Il suo cuore è duro come pietra,
duro come la pietra inferiore della macina.
[17] Quando si alza, si spaventano i forti
e per il terrore restano smarriti.
[18] La spada che lo raggiunge non vi si infigge,
né lancia, né freccia né giavellotto;
[19] stima il ferro come paglia,
il bronzo come legno tarlato.
[20] Non lo mette in fuga la freccia,
in pula si cambian per lui le pietre della fionda.
[21] Come stoppia stima una mazza
e si fa beffe del vibrare dell'asta.
[22] Al disotto ha cocci acuti
e striscia come erpice sul molle terreno.
[23] Fa ribollire come pentola il gorgo,
fa del mare come un vaso da unguenti.
[24] Dietro a sé produce una bianca scia
e l'abisso appare canuto.
[25] Nessuno sulla terra è pari a lui,
fatto per non aver paura.
[26] Lo teme ogni essere più altero;
egli è il re su tutte le fiere più superbe.
42
[1]
Allora Giobbe rispose al Signore e disse:
[2] Comprendo che puoi tutto
e che nessuna cosa è impossibile per te.
[3] Chi è colui che, senza aver scienza,
può oscurare il tuo consiglio?
Ho esposto dunque senza discernimento
cose troppo superiori a me, che io non comprendo.
[4] "Ascoltami e io parlerò,
io t'interrogherò e tu istruiscimi".
[5] Io ti conoscevo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti vedono.
[6] Perciò mi ricredo
e ne provo pentimento sopra polvere e cenere.
[7] Dopo che il Signore aveva rivolto queste parole a Giobbe, disse a
Elifaz il Temanita: "La mia ira si è accesa contro di te e contro
i tuoi due amici, perché non avete detto di me cose rette come il mio
servo Giobbe.
[8] Prendete dunque sette vitelli e sette montoni e andate dal mio servo
Giobbe e offriteli in olocausto per voi; il mio servo Giobbe pregherà
per voi, affinché io, per riguardo a lui, non punisca la vostra
stoltezza, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo
Giobbe".
[9] Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita andarono
e fecero come loro aveva detto il Signore e il Signore ebbe riguardo di
Giobbe.
[10] Dio ristabilì Giobbe nello stato di prima, avendo egli pregato per
i suoi amici; accrebbe anzi del doppio quanto Giobbe aveva posseduto.
[11] Tutti i suoi fratelli, le sue sorelle e i suoi conoscenti di prima
vennero a trovarlo e mangiarono pane in casa sua e lo commiserarono e lo
consolarono di tutto il male che il Signore aveva mandato su di lui e
gli regalarono ognuno una piastra e un anello d'oro.
[12] Il Signore benedisse la nuova condizione di Giobbe più della prima
ed egli possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia
di buoi e mille asine.
[13] Ebbe anche sette figli e tre figlie.
[14] A una mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Fiala di
stibio.
[15] In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie
di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell'eredità insieme con i
loro fratelli.
[16] Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant'anni e vide
figli e nipoti di quattro generazioni.
[17] Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni.
SALMI
1
[1]
Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
[2] ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.
[3] Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.
[4] Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde;
[5] perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,
né i peccatori nell'assemblea dei giusti.
[6] Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.
2
[1]
Perché le genti congiurano
perché invano cospirano i popoli?
[2] Insorgono i re della terra
e i principi congiurano insieme
contro il Signore e contro il suo Messia:
[3] "Spezziamo le loro catene,
gettiamo via i loro legami".
[4] Se ne ride chi abita i cieli,
li schernisce dall'alto il Signore.
[5] Egli parla loro con ira,
li spaventa nel suo sdegno:
[6] "Io l'ho costituito mio sovrano
sul Sion mio santo monte".
[7] Annunzierò il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: "Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
[8] Chiedi a me, ti darò in possesso le genti
e in dominio i confini della terra.
[9] Le spezzerai con scettro di ferro,
come vasi di argilla le frantumerai".
[10] E ora, sovrani, siate saggi
istruitevi, giudici della terra;
[11] servite Dio con timore
e con tremore esultate;
[12] che non si sdegni e voi perdiate la via.
Improvvisa divampa la sua ira.
Beato chi in lui si rifugia.
3
[1]
Salmo di Davide quando fuggiva il figlio Assalonne.
[2] Signore, quanti sono i miei oppressori!
Molti contro di me insorgono.
[3] Molti di me vanno dicendo:
"Neppure Dio lo salva!".
[4] Ma tu, Signore, sei mia difesa,
tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
[5] Al Signore innalzo la mia voce
e mi risponde dal suo monte santo.
[6] Io mi corico e mi addormento,
mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
[7] Non temo la moltitudine di genti
che contro di me si accampano.
[8] Sorgi, Signore,
salvami, Dio mio.
Hai colpito sulla guancia i miei nemici,
hai spezzato i denti ai peccatori.
[9] Del Signore è la salvezza:
sul tuo popolo la tua benedizione.
4
[1] Al
maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Davide.
[2] Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia:
dalle angosce mi hai liberato;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.
[3] Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore?
Perché amate cose vane e cercate la menzogna?
[4] Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele:
il Signore mi ascolta quando lo invoco.
[5] Tremate e non peccate,
sul vostro giaciglio riflettete e placatevi.
[6] Offrite sacrifici di giustizia
e confidate nel Signore.
[7] Molti dicono: "Chi ci farà vedere il bene?".
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
[8] Hai messo più gioia nel mio cuore
di quando abbondano vino e frumento.
[9] In pace mi corico e subito mi addormento:
tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare.
5
[1] Al
maestro del coro. Per flauti. Salmo. Di Davide.
[2] Porgi l'orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
[3] Ascolta la voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché ti prego, Signore.
[4] Al mattino ascolta la mia voce;
fin dal mattino t'invoco e sto in attesa.
[5] Tu non sei un Dio che si compiace del male;
presso di te il malvagio non trova dimora;
[6] gli stolti non sostengono il tuo sguardo.
Tu detesti chi fa il male,
[7] fai perire i bugiardi.
Il Signore detesta sanguinari e ingannatori.
[8] Ma io per la tua grande misericordia
entrerò nella tua casa;
mi prostrerò con timore
nel tuo santo tempio.
[9] Signore, guidami con giustizia
di fronte ai miei nemici;
spianami davanti il tuo cammino.
[10] Non c'è sincerità sulla loro bocca,
è pieno di perfidia il loro cuore;
la loro gola è un sepolcro aperto,
la loro lingua è tutta adulazione.
[11] Condannali, o Dio, soccombano alle loro trame,
per tanti loro delitti disperdili,
perché a te si sono ribellati.
[12] Gioiscano quanti in te si rifugiano,
esultino senza fine.
Tu li proteggi e in te si allieteranno
quanti amano il tuo nome.
[13] Signore, tu benedici il giusto:
come scudo lo copre la tua benevolenza.
6
[1] Al
maestro del coro. Per strumenti a corda. Sull'ottava. Salmo. Di Davide.
[2] Signore, non punirmi nel tuo sdegno,
non castigarmi nel tuo furore.
[3] Pietà di me, Signore: vengo meno;
risanami, Signore: tremano le mie ossa.
[4] L'anima mia è tutta sconvolta,
ma tu, Signore, fino a quando...?
[5] Volgiti, Signore, a liberarmi,
salvami per la tua misericordia.
[6] Nessuno tra i morti ti ricorda.
Chi negli inferi canta le tue lodi?
[7] Sono stremato dai lungi lamenti,
ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio,
irroro di lacrime il mio letto.
[8] I miei occhi si consumano nel dolore,
invecchio fra tanti miei oppressori.
[9] Via da me voi tutti che fate il male,
il Signore ascolta la voce del mio pianto.
[10] Il Signore ascolta la mia supplica,
il Signore accoglie la mia preghiera.
[11] Arrossiscano e tremino i miei nemici,
confusi, indietreggino all'istante.
7
[1]
Lamento che Davide rivolse al Signore per le parole di Cus il Beniaminita.
[2] Signore, mio Dio, in te mi rifugio:
salvami e liberami da chi mi perseguita,
[3] perché non mi sbrani come un leone,
non mi sbrani senza che alcuno mi salvi.
[4] Signore mio Dio, se così ho agito:
se c'è iniquità sulle mie mani,
[5] se ho ripagato il mio amico con il male,
se a torto ho spogliato i miei avversari,
[6] il nemico m'insegua e mi raggiunga,
calpesti a terra la mia vita
e trascini nella polvere il mio onore.
[7] Sorgi, Signore, nel tuo sdegno,
levati contro il furore dei nemici,
alzati per il giudizio che hai stabilito.
[8] L'assemblea dei popoli ti circondi:
dall'alto volgiti contro di essa.
[9] Il Signore decide la causa dei popoli:
giudicami, Signore, secondo la mia giustizia,
secondo la mia innocenza, o Altissimo.
[10] Poni fine al male degli empi;
rafforza l'uomo retto,
tu che provi mente e cuore, Dio giusto.
[11] La mia difesa è nel Signore,
egli salva i retti di cuore.
[12] Dio è giudice giusto,
ogni giorno si accende il suo sdegno.
[13] Non torna forse ad affilare la spada,
a tendere e puntare il suo arco?
[14] Si prepara strumenti di morte,
arroventa le sue frecce.
[15] Ecco, l'empio produce ingiustizia,
concepisce malizia, partorisce menzogna.
[16] Egli scava un pozzo profondo
e cade nella fossa che ha fatto;
[17] la sua malizia ricade sul suo capo,
la sua violenza gli piomba sulla testa.
[18] Loderò il Signore per la sua giustizia
e canterò il nome di Dio, l'Altissimo.
8
[1] Al
maestro di coro. Sul canto: "I Torchi...". Salmo. Di Davide.
[2] O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
[3] Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
[4] Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
[5] che cosa è l'uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
[6] Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
[7] gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
[8] tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
[9] Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
[10] O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
9
[1] Al
maestro del coro. In sordina. Salmo. Di Davide.
[2] Loderò il Signore con tutto il cuore
e annunzierò tutte le tue meraviglie.
[3] Gioisco in te ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.
[4] Mentre i miei nemici retrocedono,
davanti a te inciampano e periscono,
[5] perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa;
siedi in trono giudice giusto.
[6] Hai minacciato le nazioni, hai sterminato l'empio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
[7] Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico,
è scomparso il ricordo delle città che hai distrutte.
[8] Ma il Signore sta assiso in eterno;
erige per il giudizio il suo trono:
[9] giudicherà il mondo con giustizia,
con rettitudine deciderà le cause dei popoli.
[10] Il Signore sarà un riparo per l'oppresso,
in tempo di angoscia un rifugio sicuro.
[11] Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,
perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.
[12] Cantate inni al Signore, che abita in Sion,
narrate tra i popoli le sue opere.
[13] Vindice del sangue, egli ricorda,
non dimentica il grido degli afflitti.
[14] Abbi pietà di me, Signore,
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici,
tu che mi strappi dalle soglie della morte,
[15] perché possa annunziare le tue lodi,
esultare per la tua salvezza
alle porte della città di Sion.
[16] Sprofondano i popoli nella fossa che hanno scavata,
nella rete che hanno teso si impiglia il loro piede.
[17] Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia;
l'empio è caduto nella rete, opera delle sue mani.
[18] Tornino gli empi negli inferi,
tutti i popoli che dimenticano Dio.
[19] Perché il povero non sarà dimenticato,
la speranza degli afflitti non resterà delusa.
[20] Sorgi, Signore, non prevalga l'uomo:
davanti a te siano giudicate le genti.
[21] Riempile di spavento, Signore,
sappiano le genti che sono mortali.
10
[1] Perché, Signore, stai lontano,
nel tempo dell'angoscia ti nascondi?
[2] Il misero soccombe all'orgoglio dell'empio
e cade nelle insidie tramate.
[3] L'empio si vanta delle sue brame,
l'avaro maledice, disprezza Dio.
[4] L'empio insolente disprezza il Signore:
"Dio non se ne cura: Dio non esiste";
questo è il suo pensiero.
[5] Le sue imprese riescono sempre.
Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi:
disprezza tutti i suoi avversari.
[6] Egli pensa: "Non sarò mai scosso,
vivrò sempre senza sventure".
[7] Di spergiuri, di frodi e d'inganni ha piena la bocca,
sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.
[8] Sta in agguato dietro le siepi,
dai nascondigli uccide l'innocente.
[9] I suoi occhi spiano l'infelice,
sta in agguato nell'ombra come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il misero,
ghermisce il misero attirandolo nella rete.
[10] Infierisce di colpo sull'oppresso,
cadono gl'infelici sotto la sua violenza.
[11] Egli pensa: "Dio dimentica,
nasconde il volto, non vede più nulla".
[12] Sorgi, Signore, alza la tua mano,
non dimenticare i miseri.
[13] Perché l'empio disprezza Dio
e pensa: "Non ne chiederà conto"?
[14] Eppure tu vedi l'affanno e il dolore,
tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero,
dell'orfano tu sei il sostegno.
Spezza il braccio dell'empio e del malvagio;
[15] Punisci il suo peccato e più non lo trovi.
[16] Il Signore è re in eterno, per sempre:
dalla sua terra sono scomparse le genti.
[17] Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri,
rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio
[18] per far giustizia all'orfano e all'oppresso;
e non incuta più terrore l'uomo fatto di terra.
11
[1] Al
maestro del coro. Di Davide.
Nel Signore mi sono rifugiato, come potete dirmi:
"Fuggi come un passero verso il monte"?
[2] Ecco, gli empi tendono l'arco,
aggiustano la freccia sulla corda
per colpire nel buio i retti di cuore.
[3] Quando sono scosse le fondamenta,
il giusto che cosa può fare?
[4] Ma il Signore nel tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi sono aperti sul mondo,
le sue pupille scrutano ogni uomo.
[5] Il Signore scruta giusti ed empi,
egli odia chi ama la violenza.
[6] Farà piovere sugli empi
brace, fuoco e zolfo,
vento bruciante toccherà loro in sorte;
[7] Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti vedranno il suo volto.
12
[1] Al
maestro del coro. Sull'ottava. Salmo. Di Davide.
[2] Salvami, Signore! Non c'è più un uomo fedele;
è scomparsa la fedeltà tra i figli dell'uomo.
[3] Si dicono menzogne l'uno all'altro,
labbra bugiarde parlano con cuore doppio.
[4] Recida il Signore le labbra bugiarde,
la lingua che dice parole arroganti,
[5] quanti dicono: "Per la nostra lingua siamo forti,
ci difendiamo con le nostre labbra:
chi sarà nostro padrone?".
[6] "Per l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri,
io sorgerò - dice il Signore -
metterò in salvo chi è disprezzato".
[7] I detti del Signore sono puri,
argento raffinato nel crogiuolo,
purificato nel fuoco sette volte.
[8] Tu, o Signore, ci custodirai,
ci guarderai da questa gente per sempre.
[9] Mentre gli empi si aggirano intorno,
emergono i peggiori tra gli uomini.
13
[1] Al
maestro del coro. Salmo. Di Davide.
[2] Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
[3] Fino a quando nell'anima mia proverò affanni,
tristezza nel cuore ogni momento?
Fino a quando su di me trionferà il nemico?
[4] Guarda, rispondimi, Signore mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
[5] perché il mio nemico non dica: "L'ho vinto!"
e non esultino i miei avversari quando vacillo.
[6] Nella tua misericordia ho confidato.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza
e canti al Signore, che mi ha beneficato.
14
[1] Al
maestro del coro. Di Davide.
Lo stolto pensa: "Non c'è Dio".
Sono corrotti, fanno cose abominevoli:
nessuno più agisce bene.
[2] Il Signore dal cielo si china sugli uomini
per vedere se esista un saggio:
se c'è uno che cerchi Dio.
[3] Tutti hanno traviato, sono tutti corrotti;
più nessuno fa il bene, neppure uno.
[4] Non comprendono nulla tutti i malvagi,
che divorano il mio popolo come il pane?
[5] Non invocano Dio: tremeranno di spavento,
perché Dio è con la stirpe del giusto.
[6] Volete confondere le speranze del misero,
ma il Signore è il suo rifugio.
[7] Venga da Sion la salvezza d'Israele!
Quando il Signore ricondurrà il suo popolo,
esulterà Giacobbe e gioirà Israele.
15
[1]
Salmo. Di Davide.
Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sul tuo santo monte?
[2] Colui che cammina senza colpa,
agisce con giustizia e parla lealmente,
[3] non dice calunnia con la lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulto al suo vicino.
[4] Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.
Anche se giura a suo danno, non cambia;
[5] presta denaro senza fare usura,
e non accetta doni contro l'innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.
16
[1]
Miktam. Di Davide.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
[2] Ho detto a Dio: "Sei tu il mio Signore,
senza di te non ho alcun bene".
[3] Per i santi, che sono sulla terra,
uomini nobili, è tutto il mio amore.
[4] Si affrettino altri a costruire idoli:
io non spanderò le loro libazioni di sangue
né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi.
[5] Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
[6] Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi,
è magnifica la mia eredità.
[7] Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio cuore mi istruisce.
[8] Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare.
[9] Di questo gioisce il mio cuore,
esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
[10] perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.
[11] Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
17
[1]
Preghiera. Di Davide.
Accogli, Signore, la causa del giusto,
sii attento al mio grido.
Porgi l'orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c'è inganno.
[2] Venga da te la mia sentenza,
i tuoi occhi vedano la giustizia.
[3] Saggia il mio cuore, scrutalo di notte,
provami al fuoco, non troverai malizia.
La mia bocca non si è resa colpevole,
[4] secondo l'agire degli uomini;
seguendo la parola delle tue labbra,
ho evitato i sentieri del violento.
[5] Sulle tue vie tieni saldi i miei passi
e i miei piedi non vacilleranno.
[6] Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta;
porgi l'orecchio, ascolta la mia voce,
[7] mostrami i prodigi del tuo amore:
tu che salvi dai nemici
chi si affida alla tua destra.
[8] Custodiscimi come pupilla degli occhi,
proteggimi all'ombra delle tue ali,
[9] di fronte agli empi che mi opprimono,
ai nemici che mi accerchiano.
[10] Essi hanno chiuso il loro cuore,
le loro bocche parlano con arroganza.
[11] Eccoli, avanzano, mi circondano,
puntano gli occhi per abbattermi;
[12] simili a un leone che brama la preda,
a un leoncello che si apposta in agguato.
[13] Sorgi, Signore, affrontalo, abbattilo;
con la tua spada scampami dagli empi,
[14] con la tua mano, Signore, dal regno dei morti
che non hanno più parte in questa vita.
Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre
se ne sazino anche i figli
e ne avanzi per i loro bambini.
[15] Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua presenza.
18
[1] Al
maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore
le parole di questo canto, quando il Signore lo liberò dal potere di
tutti i suoi nemici,
[2] e dalla mano di Saul. Disse dunque:
Ti amo, Signore, mia forza,
[3] Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
[4] Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
[5] Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti impetuosi;
[6] gia mi avvolgevano i lacci degli inferi,
gia mi stringevano agguati mortali.
[7] Nel mio affanno invocai il Signore,
nell'angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio grido.
[8] La terra tremò e si scosse;
vacillarono le fondamenta dei monti,
si scossero perché egli era sdegnato.
[9] Dalle sue narici saliva fumo,
dalla sua bocca un fuoco divorante;
da lui sprizzavano carboni ardenti.
[10] Abbassò i cieli e discese,
fosca caligine sotto i suoi piedi.
[11] Cavalcava un cherubino e volava,
si librava sulle ali del vento.
[12] Si avvolgeva di tenebre come di velo,
acque oscure e dense nubi lo coprivano.
[13] Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi
con grandine e carboni ardenti.
[14] Il Signore tuonò dal cielo,
l'Altissimo fece udire la sua voce:
grandine e carboni ardenti.
[15] Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgori e li sconfisse.
[16] Allora apparve il fondo del mare,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la tua minaccia, Signore,
per lo spirare del tuo furore.
[17] Stese la mano dall'alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque,
[18] mi liberò da nemici potenti,
da coloro che mi odiavano
ed eran più forti di me.
[19] Mi assalirono nel giorno di sventura,
ma il Signore fu mio sostegno;
[20] mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.
[21] Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l'innocenza delle mie mani;
[22] perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato empiamente il mio Dio.
[23] I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
[24] ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
[25] Il Signore mi rende secondo la mia giustizia,
secondo l'innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.
[26] Con l'uomo buono tu sei buono
con l'uomo integro tu sei integro,
[27] con l'uomo puro tu sei puro,
con il perverso tu sei astuto.
[28] Perché tu salvi il popolo degli umili,
ma abbassi gli occhi dei superbi.
[29] Tu, Signore, sei luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.
[30] Con te mi lancerò contro le schiere,
con il mio Dio scavalcherò le mura.
[31] La via di Dio è diritta,
la parola del Signore è provata al fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
[32] Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è rupe, se non il nostro Dio?
[33] Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino;
[34] mi ha dato agilità come di cerve,
sulle alture mi ha fatto stare saldo;
[35] ha addestrato le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tender l'arco di bronzo.
[36] Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,
la tua destra mi ha sostenuto,
la tua bontà mi ha fatto crescere.
[37] Hai spianato la via ai miei passi,
i miei piedi non hanno vacillato.
[38] Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti,
non sono tornato senza averli annientati.
[39] Li ho colpiti e non si sono rialzati,
sono caduti sotto i miei piedi.
[40] Tu mi hai cinto di forza per la guerra,
hai piegato sotto di me gli avversari.
[41] Dei nemici mi hai mostrato le spalle,
hai disperso quanti mi odiavano.
[42] Hanno gridato e nessuno li ha salvati,
al Signore, ma non ha risposto.
[43] Come polvere al vento li ho dispersi,
calpestati come fango delle strade.
[44] Mi hai scampato dal popolo in rivolta,
mi hai posto a capo delle nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito;
[45] all'udirmi, subito mi obbedivano,
stranieri cercavano il mio favore,
[46] impallidivano uomini stranieri
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.
[47] Viva il Signore e benedetta la mia rupe,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
[48] Dio, tu mi accordi la rivincita
e sottometti i popoli al mio giogo,
[49] mi scampi dai nemici furenti,
dei miei avversari mi fai trionfare
e mi liberi dall'uomo violento.
[50] Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli
e canterò inni di gioia al tuo nome.
[51] Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre.
19
[1] Al
maestro del coro. Salmo. Di Davide.
[2] I cieli narrano la gloria di Dio,
e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento.
[3] Il giorno al giorno ne affida il messaggio
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
[4] Non è linguaggio e non sono parole,
di cui non si oda il suono.
[5] Per tutta la terra si diffonde la loro voce
e ai confini del mondo la loro parola.
[6] Là pose una tenda per il sole
che esce come sposo dalla stanza nuziale,
esulta come prode che percorre la via.
[7] Egli sorge da un estremo del cielo
e la sua corsa raggiunge l'altro estremo:
nulla si sottrae al suo calore.
[8] La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è verace,
rende saggio il semplice.
[9] Gli ordini del Signore sono giusti,
fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi,
danno luce agli occhi.
[10] Il timore del Signore è puro, dura sempre;
i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
[11] più preziosi dell'oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante.
[12] Anche il tuo servo in essi è istruito,
per chi li osserva è grande il profitto.
[13] Le inavvertenze chi le discerne?
Assolvimi dalle colpe che non vedo.
[14] Anche dall'orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile,
sarò puro dal grande peccato.
[15] Ti siano gradite le parole della mia bocca,
davanti a te i pensieri del mio cuore.
Signore, mia rupe e mio redentore.
20
[1] Al
maestro del coro. Salmo. Di Davide.
[2] Ti ascolti il Signore nel giorno della prova,
ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.
[3] Ti mandi l'aiuto dal suo santuario
e dall'alto di Sion ti sostenga.
[4] Ricordi tutti i tuoi sacrifici
e gradisca i tuoi olocausti.
[5] Ti conceda secondo il tuo cuore,
faccia riuscire ogni tuo progetto.
[6] Esulteremo per la tua vittoria,
spiegheremo i vessilli in nome del nostro Dio;
adempia il Signore tutte le tue domande.
[7] Ora so che il Signore salva il suo consacrato;
gli ha risposto dal suo cielo santo
con la forza vittoriosa della sua destra.
[8] Chi si vanta dei carri e chi dei cavalli,
noi siamo forti nel nome del Signore nostro Dio.
[9] Quelli si piegano e cadono,
ma noi restiamo in piedi e siamo saldi.
[10] Salva il re, o Signore,
rispondici, quando ti invochiamo.
21
[1] Al
maestro del coro. Salmo. Di Davide.
[2] Signore, il re gioisce della tua potenza,
quanto esulta per la tua salvezza!
[3] Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore,
non hai respinto il voto delle sue labbra.
[4] Gli vieni incontro con larghe benedizioni;
gli poni sul capo una corona di oro fino.
[5] Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa,
lunghi giorni in eterno, senza fine.
[6] Grande è la sua gloria per la tua salvezza,
lo avvolgi di maestà e di onore;
[7] lo fai oggetto di benedizione per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.
[8] Perché il re confida nel Signore:
per la fedeltà dell'Altissimo non sarà mai scosso.
[9] La tua mano raggiungerà ogni tuo nemico,
la tua destra raggiungerà chiunque ti odia.
[10] Ne farai una fornace ardente,
nel giorno in cui ti mostrerai:
il Signore li consumerà nella sua ira,
li divorerà il fuoco.
[11] Sterminerai dalla terra la loro prole,
la loro stirpe di mezzo agli uomini.
[12] Perché hanno ordito contro di te il male,
hanno tramato insidie, non avranno successo.
[13] Hai fatto loro voltare le spalle,
contro di essi punterai il tuo arco.
[14] Alzati, Signore, in tutta la tua forza;
canteremo inni alla tua potenza.
22
[1] Al
maestro del coro. Sull'aria: "Cerva dell'aurora". Salmo. Di Davide.
[2] "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza":
sono le parole del mio lamento.
[3] Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.
[4] Eppure tu abiti la santa dimora,
tu, lode di Israele.
[5] In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
[6] a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.
[7] Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
[8] Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
[9] "Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico".
[10] Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
[11] Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
[12] Da me non stare lontano,
poiché l'angoscia è vicina
e nessuno mi aiuta.
[13] Mi circondano tori numerosi,
mi assediano tori di Basan.
[14] Spalancano contro di me la loro bocca
come leone che sbrana e ruggisce.
[15] Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
[16] È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.
[17] Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
[18] posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
[19] si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.
[20] Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.
[21] Scampami dalla spada,
dalle unghie del cane la mia vita.
[22] Salvami dalla bocca del leone
e dalle corna dei bufali.
[23] Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
[24] Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele;
[25] perché egli non ha disprezzato
né sdegnato l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.
[26] Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
[27] I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
"Viva il loro cuore per sempre".
[28] Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
[29] Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
[30] A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
E io vivrò per lui,
[31] lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
[32] annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
"Ecco l'opera del Signore!".
23
[1]
Salmo. Di Davide.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
[2] su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.
[3] Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
[4] Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
[5] Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
[6] Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.
24
[1] Di
Davide. Salmo.
Del Signore è la terra e quanto contiene,
l'universo e i suoi abitanti.
[2] È lui che l'ha fondata sui mari,
e sui fiumi l'ha stabilita.
[3] Chi salirà il monte del Signore,
chi starà nel suo luogo santo?
[4] Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non pronunzia menzogna,
chi non giura a danno del suo prossimo.
[5] Otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
[6] Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
[7] Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
[8] Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e potente,
il Signore potente in battaglia.
[9] Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
[10] Chi è questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
25
[1] Di
Davide.
A te, Signore, elevo l'anima mia,
[2] Dio mio, in te confido: non sia confuso!
Non trionfino su di me i miei nemici!
[3] Chiunque spera in te non resti deluso,
sia confuso chi tradisce per un nulla.
[4] Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
[5] Guidami nella tua verità e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza,
in te ho sempre sperato.
[6] Ricordati, Signore, del tuo amore,
della tua fedeltà che è da sempre.
[7] Non ricordare i peccati della mia giovinezza:
ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
[8] Buono e retto è il Signore,
la via giusta addita ai peccatori;
[9] guida gli umili secondo giustizia,
insegna ai poveri le sue vie.
[10] Tutti i sentieri del Signore sono verità e grazia
per chi osserva il suo patto e i suoi precetti.
[11] Per il tuo nome, Signore,
perdona il mio peccato anche se grande.
[12] Chi è l'uomo che teme Dio?
Gli indica il cammino da seguire.
[13] Egli vivrà nella ricchezza,
la sua discendenza possederà la terra.
[14] Il Signore si rivela a chi lo teme,
gli fa conoscere la sua alleanza.
[15] Tengo i miei occhi rivolti al Signore,
perché libera dal laccio il mio piede.
[16] Volgiti a me e abbi misericordia,
perché sono solo ed infelice.
[17] Allevia le angosce del mio cuore,
liberami dagli affanni.
[18] Vedi la mia miseria e la mia pena
e perdona tutti i miei peccati.
[19] Guarda i miei nemici: sono molti
e mi detestano con odio violento.
[20] Proteggimi, dammi salvezza;
al tuo riparo io non sia deluso.
[21] Mi proteggano integrità e rettitudine,
perché in te ho sperato.
[22] O Dio, libera Israele
da tutte le sue angosce.
26
[1] Di
Davide.
Signore, fammi giustizia:
nell'integrità ho camminato,
confido nel Signore, non potrò vacillare.
[2] Scrutami, Signore, e mettimi alla prova,
raffinami al fuoco il cuore e la mente.
[3] La tua bontà è davanti ai miei occhi
e nella tua verità dirigo i miei passi.
[4] Non siedo con gli uomini mendaci
e non frequento i simulatori.
[5] Odio l'alleanza dei malvagi,
non mi associo con gli empi.
[6] Lavo nell'innocenza le mie mani
e giro attorno al tuo altare, Signore,
[7] per far risuonare voci di lode
e per narrare tutte le tue meraviglie.
[8] Signore, amo la casa dove dimori
e il luogo dove abita la tua gloria.
[9] Non travolgermi insieme ai peccatori,
con gli uomini di sangue non perder la mia vita,
[10] perché nelle loro mani è la perfidia,
la loro destra è piena di regali.
[11] Integro è invece il mio cammino;
riscattami e abbi misericordia.
[12] Il mio piede sta su terra piana;
nelle assemblee benedirò il Signore.
27
[1] Di
Davide.
Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
[2] Quando mi assalgono i malvagi
per straziarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
a inciampare e cadere.
[3] Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me divampa la battaglia,
anche allora ho fiducia.
[4] Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza del Signore
ed ammirare il suo santuario.
[5] Egli mi offre un luogo di rifugio
nel giorno della sventura.
Mi nasconde nel segreto della sua dimora,
mi solleva sulla rupe.
[6] E ora rialzo la testa
sui nemici che mi circondano;
immolerò nella sua casa sacrifici d'esultanza,
inni di gioia canterò al Signore.
[7] Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.
[8] Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto";
il tuo volto, Signore, io cerco.
[9] Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
[10] Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato,
ma il Signore mi ha raccolto.
[11] Mostrami, Signore, la tua via,
guidami sul retto cammino,
a causa dei miei nemici.
[12] Non espormi alla brama dei miei avversari;
contro di me sono insorti falsi testimoni
che spirano violenza.
[13] Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
[14] Spera nel Signore, sii forte,
si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.
28
[1] Di
Davide.
A te grido, Signore;
non restare in silenzio, mio Dio,
perché, se tu non mi parli,
io sono come chi scende nella fossa.
[2] Ascolta la voce della mia supplica,
quando ti grido aiuto,
quando alzo le mie mani
verso il tuo santo tempio.
[3] Non travolgermi con gli empi,
con quelli che operano il male.
Parlano di pace al loro prossimo,
ma hanno la malizia nel cuore.
[4] Ripagali secondo la loro opera
e la malvagità delle loro azioni.
Secondo le opere delle loro mani,
rendi loro quanto meritano.
[5] Poiché non hanno compreso l'agire del Signore
e le opere delle sue mani,
egli li abbatta e non li rialzi.
[6] Sia benedetto il Signore,
che ha dato ascolto alla voce della mia preghiera;
[7] il Signore è la mia forza e il mio scudo,
ho posto in lui la mia fiducia;
mi ha dato aiuto ed esulta il mio cuore,
con il mio canto gli rendo grazie.
[8] Il Signore è la forza del suo popolo,
rifugio di salvezza del suo consacrato.
[9] Salva il tuo popolo e la tua eredità benedici,
guidali e sostienili per sempre.
29
[1]
Salmo. Di Davide.
Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
[2] Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore in santi ornamenti.
[3] Il Signore tuona sulle acque,
il Dio della gloria scatena il tuono,
il Signore, sull'immensità delle acque.
[4] Il Signore tuona con forza,
tuona il Signore con potenza.
[5] Il tuono del Signore schianta i cedri,
il Signore schianta i cedri del Libano.
[6] Fa balzare come un vitello il Libano
e il Sirion come un giovane bufalo.
[7] Il tuono saetta fiamme di fuoco,
[8] il tuono scuote la steppa,
il Signore scuote il deserto di Kades.
[9] Il tuono fa partorire le cerve
e spoglia le foreste.
Nel suo tempio tutti dicono: "Gloria!".
[10] Il Signore è assiso sulla tempesta,
il Signore siede re per sempre.
[11] Il Signore darà forza al suo popolo
benedirà il suo popolo con la pace.
30
[1]
Salmo. Canto per la festa della dedicazione del tempio.
Di Davide.
[2] Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato
e su di me non hai lasciato esultare i nemici.
[3] Signore Dio mio,
a te ho gridato e mi hai guarito.
[4] Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba.
[5] Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
rendete grazie al suo santo nome,
[6] perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia.
[7] Nella mia prosperità ho detto:
"Nulla mi farà vacillare!".
[8] Nella tua bontà, o Signore,
mi hai posto su un monte sicuro;
ma quando hai nascosto il tuo volto,
io sono stato turbato.
[9] A te grido, Signore,
chiedo aiuto al mio Dio.
[10] Quale vantaggio dalla mia morte,
dalla mia discesa nella tomba?
Ti potrà forse lodare la polvere
e proclamare la tua fedeltà?
[11] Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.
[12] Hai mutato il mio lamento in danza,
la mia veste di sacco in abito di gioia,
[13] perché io possa cantare senza posa.
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre.
31
[1] Al
maestro del coro. Salmo. Di Davide.
[2] In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
per la tua giustizia salvami.
[3] Porgi a me l'orecchio,
vieni presto a liberarmi.
Sii per me la rupe che mi accoglie,
la cinta di riparo che mi salva.
[4] Tu sei la mia roccia e il mio baluardo,
per il tuo nome dirigi i miei passi.
[5] Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
[6] Mi affido alle tue mani;
tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
[7] Tu detesti chi serve idoli falsi,
ma io ho fede nel Signore.
[8] Esulterò di gioia per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria,
hai conosciuto le mie angosce;
[9] non mi hai consegnato nelle mani del nemico,
hai guidato al largo i miei passi.
[10] Abbi pietà di me, Signore, sono nell'affanno;
per il pianto si struggono i miei occhi,
la mia anima e le mie viscere.
[11] Si consuma nel dolore la mia vita,
i miei anni passano nel gemito;
inaridisce per la pena il mio vigore,
si dissolvono tutte le mie ossa.
[12] Sono l'obbrobrio dei miei nemici,
il disgusto dei miei vicini,
l'orrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
[13] Sono caduto in oblio come un morto,
sono divenuto un rifiuto.
[14] Se odo la calunnia di molti, il terrore mi circonda;
quando insieme contro di me congiurano,
tramano di togliermi la vita.
[15] Ma io confido in te, Signore;
dico: "Tu sei il mio Dio,
[16] nelle tue mani sono i miei giorni".
Liberami dalla mano dei miei nemici,
dalla stretta dei miei persecutori:
[17] fà splendere il tuo volto sul tuo servo,
salvami per la tua misericordia.
[18] Signore, ch'io non resti confuso, perché ti ho invocato;
siano confusi gli empi, tacciano negli inferi.
[19] Fà tacere le labbra di menzogna,
che dicono insolenze contro il giusto
con orgoglio e disprezzo.
[20] Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
ne ricolmi chi in te si rifugia
davanti agli occhi di tutti.
[21] Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
lontano dalla rissa delle lingue.
[22] Benedetto il Signore,
che ha fatto per me meraviglie di grazia
in una fortezza inaccessibile.
[23] Io dicevo nel mio sgomento:
"Sono escluso dalla tua presenza".
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera
quando a te gridavo aiuto.
[24] Amate il Signore, voi tutti suoi santi;
il Signore protegge i suoi fedeli
e ripaga oltre misura l'orgoglioso.
[25] Siate forti, riprendete coraggio,
o voi tutti che sperate nel Signore.
32
[1] Di
Davide. Maskil.
Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa,
e perdonato il peccato.
[2] Beato l'uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno.
[3] Tacevo e si logoravano le mie ossa,
mentre gemevo tutto il giorno.
[4] Giorno e notte pesava su di me la tua mano,
come per arsura d'estate inaridiva il mio vigore.
[5] Ti ho manifestato il mio peccato,
non ho tenuto nascosto il mio errore.
Ho detto: "Confesserò al Signore le mie colpe"
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.
[6] Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell'angoscia.
Quando irromperanno grandi acque
non lo potranno raggiungere.
[7] Tu sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo,
mi circondi di esultanza per la salvezza.
[8] Ti farò saggio, t'indicherò la via da seguire;
con gli occhi su di te, ti darò consiglio.
[9] Non siate come il cavallo e come il mulo
privi d'intelligenza;
si piega la loro fierezza con morso e briglie,
se no, a te non si avvicinano.
[10] Molti saranno i dolori dell'empio,
ma la grazia circonda chi confida nel Signore.
[11] Gioite nel Signore ed esultate, giusti,
giubilate, voi tutti, retti di cuore.
33
[1]
Esultate, giusti, nel Signore;
ai retti si addice la lode.
[2] Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate.
[3] Cantate al Signore un canto nuovo,
suonate la cetra con arte e acclamate.
[4] Poiché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
[5] Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra.
[6] Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
[7] Come in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi.
[8] Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
[9] perché egli parla e tutto è fatto,
comanda e tutto esiste.
[10] Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
[11] Ma il piano del Signore sussiste per sempre,
i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni.
[12] Beata la nazione il cui Dio è il Signore,
il popolo che si è scelto come erede.
[13] Il Signore guarda dal cielo,
egli vede tutti gli uomini.
[14] Dal luogo della sua dimora
scruta tutti gli abitanti della terra,
[15] lui che, solo, ha plasmato il loro cuore
e comprende tutte le loro opere.
[16] Il re non si salva per un forte esercito
né il prode per il suo grande vigore.
[17] Il cavallo non giova per la vittoria,
con tutta la sua forza non potrà salvare.
[18] Ecco, l'occhio del Signore veglia su chi lo teme,
su chi spera nella sua grazia,
[19] per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
[20] L'anima nostra attende il Signore,
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
[21] In lui gioisce il nostro cuore
e confidiamo nel suo santo nome.
[22] Signore, sia su di noi la tua grazia,
perché in te speriamo.
34
[1] Di
Davide, quando si finse pazzo in presenza di Abimelech e, da lui
scacciato, se ne andò.
[2] Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
[3] Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.
[4] Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
[5] Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.
[6] Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
[7] Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.
[8] L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono e li salva.
[9] Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.
[10] Temete il Signore, suoi santi,
nulla manca a coloro che lo temono.
[11] I ricchi impoveriscono e hanno fame,
ma chi cerca il Signore non manca di nulla.
[12] Venite, figli, ascoltatemi;
v'insegnerò il timore del Signore.
[13] C'è qualcuno che desidera la vita
e brama lunghi giorni per gustare il bene?
[14] Preserva la lingua dal male,
le labbra da parole bugiarde.
[15] Stà lontano dal male e fà il bene,
cerca la pace e perseguila.
[16] Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
[17] Il volto del Signore contro i malfattori,
per cancellarne dalla terra il ricordo.
[18] Gridano e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.
[19] Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.
[20] Molte sono le sventure del giusto,
ma lo libera da tutte il Signore.
[21] Preserva tutte le sue ossa,
neppure uno sarà spezzato.
[22] La malizia uccide l'empio
e chi odia il giusto sarà punito.
[23] Il Signore riscatta la vita dei suoi servi,
chi in lui si rifugia non sarà condannato.
35
[1] Di
Davide.
Signore, giudica chi mi accusa,
combatti chi mi combatte.
[2] Afferra i tuoi scudi
e sorgi in mio aiuto.
[3] Vibra la lancia e la scure
contro chi mi insegue,
dimmi: "Sono io la tua salvezza".
[4] Siano confusi e coperti di ignominia
quelli che attentano alla mia vita;
retrocedano e siano umiliati
quelli che tramano la mia sventura.
[5] Siano come pula al vento
e l'angelo del Signore li incalzi;
[6] la loro strada sia buia e scivolosa
quando li insegue l'angelo del Signore.
[7] Poiché senza motivo mi hanno teso una rete,
senza motivo mi hanno scavato una fossa.
[8] Li colga la bufera improvvisa,
li catturi la rete che hanno tesa,
siano travolti dalla tempesta.
[9] Io invece esulterò nel Signore
per la gioia della sua salvezza.
[10] Tutte le mie ossa dicano:
"Chi è come te, Signore,
che liberi il debole dal più forte,
il misero e il povero dal predatore?".
[11] Sorgevano testimoni violenti,
mi interrogavano su ciò che ignoravo,
[12] mi rendevano male per bene:
una desolazione per la mia vita.
[13] Io, quand'erano malati, vestivo di sacco,
mi affliggevo col digiuno,
riecheggiava nel mio petto la mia preghiera.
[14] Mi angustiavo come per l'amico, per il fratello,
come in lutto per la madre mi prostravo nel dolore.
[15] Ma essi godono della mia caduta, si radunano,
si radunano contro di me per colpirmi all'improvviso.
Mi dilaniano senza posa,
[16] mi mettono alla prova, scherno su scherno,
contro di me digrignano i denti.
[17] Fino a quando, Signore, starai a guardare?
Libera la mia vita dalla loro violenza,
dalle zanne dei leoni l'unico mio bene.
[18] Ti loderò nella grande assemblea,
ti celebrerò in mezzo a un popolo numeroso.
[19] Non esultino su di me i nemici bugiardi,
non strizzi l'occhio chi mi odia senza motivo.
[20] Poiché essi non parlano di pace,
contro gli umili della terra tramano inganni.
[21] Spalancano contro di me la loro bocca;
dicono con scherno: "Abbiamo visto con i nostri occhi!".
[22] Signore, tu hai visto, non tacere;
Dio, da me non stare lontano.
[23] Dèstati, svègliati per il mio giudizio,
per la mia causa, Signore mio Dio.
[24] Giudicami secondo la tua giustizia, Signore mio Dio,
e di me non abbiano a gioire.
[25] Non pensino in cuor loro: "Siamo soddisfatti!".
Non dicano: "Lo abbiamo divorato".
[26] Sia confuso e svergognato chi gode della mia sventura,
sia coperto di vergogna e d'ignominia chi mi insulta.
[27] Esulti e gioisca chi ama il mio diritto,
dica sempre: "Grande è il Signore
che vuole la pace del suo servo".
[28] La mia lingua celebrerà la tua giustizia,
canterà la tua lode per sempre.
36
[1] Al
maestro del coro. Di Davide servo del Signore.
[2] Nel cuore dell'empio parla il peccato,
davanti ai suoi occhi non c'è timor di Dio.
[3] Poiché egli si illude con se stesso
nel ricercare la sua colpa e detestarla.
[4] Inique e fallaci sono le sue parole,
rifiuta di capire, di compiere il bene.
[5] Iniquità trama sul suo giaciglio,
si ostina su vie non buone,
via da sé non respinge il male.
[6] Signore, la tua grazia è nel cielo,
la tua fedeltà fino alle nubi;
[7] la tua giustizia è come i monti più alti,
il tuo giudizio come il grande abisso:
uomini e bestie tu salvi, Signore.
[8] Quanto è preziosa la tua grazia, o Dio!
Si rifugiano gli uomini all'ombra delle tue ali,
[9] si saziano dell'abbondanza della tua casa
e li disseti al torrente delle tue delizie.
[10] È in te la sorgente della vita,
alla tua luce vediamo la luce.
[11] Concedi la tua grazia a chi ti conosce,
la tua giustizia ai retti di cuore.
[12] Non mi raggiunga il piede dei superbi,
non mi disperda la mano degli empi.
[13] Ecco, sono caduti i malfattori,
abbattuti, non possono rialzarsi.
37
[1] Di
Davide.
Non adirarti contro gli empi,
non invidiare i malfattori.
[2] Come fieno presto appassiranno,
cadranno come erba del prato.
[3] Confida nel Signore e fà il bene;
abita la terra e vivi con fede.
[4] Cerca la gioia del Signore,
esaudirà i desideri del tuo cuore.
[5] Manifesta al Signore la tua via,
confida in lui: compirà la sua opera;
[6] farà brillare come luce la tua giustizia,
come il meriggio il tuo diritto.
[7] Stà in silenzio davanti al Signore e spera in lui;
non irritarti per chi ha successo,
per l'uomo che trama insidie.
[8] Desisti dall'ira e deponi lo sdegno,
non irritarti: faresti del male,
[9] poiché i malvagi saranno sterminati,
ma chi spera nel Signore possederà la terra.
[10] Ancora un poco e l'empio scompare,
cerchi il suo posto e più non lo trovi.
[11] I miti invece possederanno la terra
e godranno di una grande pace.
[12] L'empio trama contro il giusto,
contro di lui digrigna i denti.
[13] Ma il Signore ride dell'empio,
perché vede arrivare il suo giorno.
[14] Gli empi sfoderano la spada
e tendono l'arco
per abbattere il misero e l'indigente,
per uccidere chi cammina sulla retta via.
[15] La loro spada raggiungerà il loro cuore
e i loro archi si spezzeranno.
[16] Il poco del giusto è cosa migliore
dell'abbondanza degli empi;
[17] perché le braccia degli empi saranno spezzate,
ma il Signore è il sostegno dei giusti.
[18] Conosce il Signore la vita dei buoni,
la loro eredità durerà per sempre.
[19] Non saranno confusi nel tempo della sventura
e nei giorni della fame saranno saziati.
[20] Poiché gli empi periranno,
i nemici del Signore appassiranno
come lo splendore dei prati,
tutti come fumo svaniranno.
[21] L'empio prende in prestito e non restituisce,
ma il giusto ha compassione e dà in dono.
[22] Chi è benedetto da Dio possederà la terra,
ma chi è maledetto sarà sterminato.
[23] Il Signore fa sicuri i passi dell'uomo
e segue con amore il suo cammino.
[24] Se cade, non rimane a terra,
perché il Signore lo tiene per mano.
[25] Sono stato fanciullo e ora sono vecchio,
non ho mai visto il giusto abbandonato
né i suoi figli mendicare il pane.
[26] Egli ha sempre compassione e dà in prestito,
per questo la sua stirpe è benedetta.
[27] Stà lontano dal male e fà il bene,
e avrai sempre una casa.
[28] Perché il Signore ama la giustizia
e non abbandona i suoi fedeli;
gli empi saranno distrutti per sempre
e la loro stirpe sarà sterminata.
[29] I giusti possederanno la terra
e la abiteranno per sempre.
[30] La bocca del giusto proclama la sapienza,
e la sua lingua esprime la giustizia;
[31] la legge del suo Dio è nel suo cuore,
i suoi passi non vacilleranno.
[32] L'empio spia il giusto
e cerca di farlo morire.
[33] Il Signore non lo abbandona alla sua mano,
nel giudizio non lo lascia condannare.
[34] Spera nel Signore e segui la sua via:
ti esalterà e tu possederai la terra
e vedrai lo sterminio degli empi.
[35] Ho visto l'empio trionfante
ergersi come cedro rigoglioso;
[36] sono passato e più non c'era,
l'ho cercato e più non si è trovato.
[37] Osserva il giusto e vedi l'uomo retto,
l'uomo di pace avrà una discendenza.
[38] Ma tutti i peccatori saranno distrutti,
la discendenza degli empi sarà sterminata.
[39] La salvezza dei giusti viene dal Signore,
nel tempo dell'angoscia è loro difesa;
[40] il Signore viene in loro aiuto e li scampa,
li libera dagli empi e dà loro salvezza,
perché in lui si sono rifugiati.
38
[1]
Salmo. Di Davide. In memoria.
[2] Signore, non castigarmi nel tuo sdegno,
non punirmi nella tua ira.
[3] Le tue frecce mi hanno trafitto,
su di me è scesa la tua mano.
[4] Per il tuo sdegno non c'è in me nulla di sano,
nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati.
[5] Le mie iniquità hanno superato il mio capo,
come carico pesante mi hanno oppresso.
[6] Putride e fetide sono le mie piaghe
a causa della mia stoltezza.
[7] Sono curvo e accasciato,
triste mi aggiro tutto il giorno.
[8] Sono torturati i miei fianchi,
in me non c'è nulla di sano.
[9] Afflitto e sfinito all'estremo,
ruggisco per il fremito del mio cuore.
[10] Signore, davanti a te ogni mio desiderio
e il mio gemito a te non è nascosto.
[11] Palpita il mio cuore,
la forza mi abbandona,
si spegne la luce dei miei occhi.
[12] Amici e compagni si scostano dalle mie piaghe,
i miei vicini stanno
a distanza.
[13] Tende lacci chi attenta alla mia vita,
trama insidie chi cerca la mia rovina.
e tutto il giorno medita inganni.
[14] Io, come un sordo, non ascolto
e come un muto non apro la bocca;
[15] sono come un uomo che non sente e non risponde.
[16] In te spero, Signore;
tu mi risponderai, Signore Dio mio.
[17] Ho detto: "Di me non godano,
contro di me non si vantino
quando il mio piede vacilla".
[18] Poiché io sto per cadere
e ho sempre dinanzi la mia pena.
[19] Ecco, confesso la mia colpa,
sono in ansia per il mio peccato.
[20] I miei nemici sono vivi e forti,
troppi mi odiano senza motivo,
[21] mi pagano il bene col male,
mi accusano perché cerco il bene.
[22] Non abbandonarmi, Signore,
Dio mio, da me non stare lontano;
[23] accorri in mio aiuto,
Signore, mia salvezza.
39
[1] Al
maestro del coro, Idutun. Salmo. Di Davide.
[2] Ho detto: "Veglierò sulla mia condotta
per non peccare con la mia lingua;
porrò un freno alla mia bocca
mentre l'empio mi sta dinanzi".
[3] Sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene,
la sua fortuna ha esasperato il mio dolore.
[4] Ardeva il cuore nel mio petto,
al ripensarci è divampato il fuoco;
allora ho parlato:
[5] "Rivelami, Signore, la mia fine;
quale sia la misura dei miei giorni
e saprò quanto è breve la mia vita".
[6] Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni
e la mia esistenza davanti a te è un nulla.
Solo un soffio è ogni uomo che vive,
[7] come ombra è l'uomo che passa;
solo un soffio che si agita,
accumula ricchezze e non sa chi le raccolga.
[8] Ora, che attendo, Signore?
In te la mia speranza.
[9] Liberami da tutte le mie colpe,
non rendermi scherno dello stolto.
[10] Sto in silenzio, non apro bocca,
perché sei tu che agisci.
[11] Allontana da me i tuoi colpi:
sono distrutto sotto il peso della tua mano.
[12] Castigando il suo peccato tu correggi l'uomo,
corrodi come tarlo i suoi tesori.
Ogni uomo non è che un soffio.
[13] Ascolta la mia preghiera, Signore,
porgi l'orecchio al mio grido,
non essere sordo alle mie lacrime,
poiché io sono un forestiero,
uno straniero come tutti i miei padri.
[14] Distogli il tuo sguardo, che io respiri,
prima che me ne vada e più non sia.
40
[1] Al
maestro del coro. Di Davide. Salmo.
[2] Ho sperato: ho sperato nel Signore
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
[3] Mi ha tratto dalla fossa della morte,
dal fango della palude;
i miei piedi ha stabilito sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.
[4] Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
lode al nostro Dio.
Molti vedranno e avranno timore
e confideranno nel Signore.
[5] Beato l'uomo che spera nel Signore
e non si mette dalla parte dei superbi,
né si volge a chi segue la menzogna.
[6] Quanti prodigi tu hai fatto, Signore Dio mio,
quali disegni in nostro favore:
nessuno a te si può paragonare.
Se li voglio annunziare e proclamare
sono troppi per essere contati.
[7] Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto.
Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa.
[8] Allora ho detto: "Ecco, io vengo.
Sul rotolo del libro di me è scritto,
[9] che io faccia il tuo volere.
Mio Dio, questo io desidero,
la tua legge è nel profondo del mio cuore".
[10] Ho annunziato la tua giustizia nella grande assemblea;
vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.
[11] Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore,
la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato.
Non ho nascosto la tua grazia
e la tua fedeltà alla grande assemblea.
[12] Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia,
la tua fedeltà e la tua grazia
mi proteggano sempre,
[13] poiché mi circondano mali senza numero,
le mie colpe mi opprimono
e non posso più vedere.
Sono più dei capelli del mio capo,
il mio cuore viene meno.
[14] Degnati, Signore, di liberarmi;
accorri, Signore, in mio aiuto.
[15] Vergogna e confusione
per quanti cercano di togliermi la vita.
Retrocedano coperti d'infamia
quelli che godono della mia sventura.
[16] Siano presi da tremore e da vergogna
quelli che mi scherniscono.
[17] Esultino e gioiscano in te quanti ti cercano,
dicano sempre: "Il Signore è grande"
quelli che bramano la tua salvezza.
[18] Io sono povero e infelice;
di me ha cura il Signore.
Tu, mio aiuto e mia liberazione,
mio Dio, non tardare.
41
[1] Al
maestro del coro. Salmo. Di Davide.
[2] Beato l'uomo che ha cura del debole,
nel giorno della sventura il Signore lo libera.
[3] Veglierà su di lui il Signore,
lo farà vivere beato sulla terra,
non lo abbandonerà alle brame dei nemici.
[4] Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore;
gli darai sollievo nella sua malattia.
[5] Io ho detto: "Pietà di me, Signore;
risanami, contro di te ho peccato".
[6] I nemici mi augurano il male:
"Quando morirà e perirà il suo nome?".
[7] Chi viene a visitarmi dice il falso,
il suo cuore accumula malizia
e uscito fuori sparla.
[8] Contro di me sussurrano insieme i miei nemici,
contro di me pensano il male:
[9] "Un morbo maligno su di lui si è abbattuto,
da dove si è steso non potrà rialzarsi".
[10] Anche l'amico in cui confidavo,
anche lui, che mangiava il mio pane,
alza contro di me il suo calcagno.
[11] Ma tu, Signore, abbi pietà e sollevami,
che io li possa ripagare.
[12] Da questo saprò che tu mi ami
se non trionfa su di me il mio nemico;
[13] per la mia integrità tu mi sostieni,
mi fai stare alla tua presenza per sempre.
[14] Sia benedetto il Signore, Dio d'Israele,
da sempre e per sempre. Amen, amen.
42
[1] Al
maestro del coro. Maskil. Dei figli di Core.
[2] Come la cerva anela ai corsi d'acqua,
così l'anima mia anela a te, o Dio.
[3] L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
[4] Le lacrime sono mio pane giorno e notte,
mentre mi dicono sempre: "Dov'è il tuo Dio?".
[5] Questo io ricordo, e il mio cuore si strugge:
attraverso la folla avanzavo tra i primi
fino alla casa di Dio,
in mezzo ai canti di gioia
di una moltitudine in festa.
[6] Perché ti rattristi, anima mia,
perché su di me gemi?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,
lui, salvezza del mio volto e mio Dio.
[7] In me si abbatte l'anima mia;
perciò di te mi ricordo
dal paese del Giordano e dell'Ermon, dal monte Misar.
[8] Un abisso chiama l'abisso al fragore delle tue cascate;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sopra di me sono passati.
[9] Di giorno il Signore mi dona la sua grazia
di notte per lui innalzo il mio canto:
la mia preghiera al Dio vivente.
[10] Dirò a Dio, mia difesa:
"Perché mi hai dimenticato?
Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico?".
[11] Per l'insulto dei miei avversari
sono infrante le mie ossa;
essi dicono a me tutto il giorno: "Dov'è il tuo Dio?".
[12] Perché ti rattristi, anima mia,
perché su di me gemi?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,
lui, salvezza del mio volto e mio Dio.
43
[1]
Fammi giustizia, o Dio,
difendi la mia causa contro gente spietata;
liberami dall'uomo iniquo e fallace.
[2] Tu sei il Dio della mia difesa;
perché mi respingi,
perché triste me ne vado,
oppresso dal nemico?
[3] Manda la tua verità e la tua luce;
siano esse a guidarmi,
mi portino al tuo monte santo e alle tue dimore.
[4] Verrò all'altare di Dio,
al Dio della mia gioia, del mio giubilo.
A te canterò con la cetra, Dio, Dio mio.
[5] Perché ti rattristi, anima mia,
perché su di me gemi?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,
lui, salvezza del mio volto e mio Dio.
44
[1] Al
maestro del coro. Dei figli di Core. Maskil.
[2] Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito,
i nostri padri ci hanno raccontato
l'opera che hai compiuto ai loro giorni,
nei tempi antichi.
[3] Tu per piantarli, con la tua mano hai sradicato le genti,
per far loro posto, hai distrutto i popoli.
[4] Poiché non con la spada conquistarono la terra,
né fu il loro braccio a salvarli;
ma il tuo braccio e la tua destra
e la luce del tuo volto,
perché tu li amavi.
[5] Sei tu il mio re, Dio mio,
che decidi vittorie per Giacobbe.
[6] Per te abbiamo respinto i nostri avversari
nel tuo nome abbiamo annientato i nostri aggressori.
[7] Infatti nel mio arco non ho confidato
e non la mia spada mi ha salvato,
[8] ma tu ci hai salvati dai nostri avversari,
hai confuso i nostri nemici.
[9] In Dio ci gloriamo ogni giorno,
celebrando senza fine il tuo nome.
[10] Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna,
e più non esci con le nostre schiere.
[11] Ci hai fatti fuggire di fronte agli avversari
e i nostri nemici ci hanno spogliati.
[12] Ci hai consegnati come pecore da macello,
ci hai dispersi in mezzo alle nazioni.
[13] Hai venduto il tuo popolo per niente,
sul loro prezzo non hai guadagnato.
[14] Ci hai resi ludibrio dei nostri vicini,
scherno e obbrobrio a chi ci sta intorno.
[15] Ci hai resi la favola dei popoli,
su di noi le nazioni scuotono il capo.
[16] L'infamia mi sta sempre davanti
e la vergogna copre il mio volto
[17] per la voce di chi insulta e bestemmia,
davanti al nemico che brama vendetta.
[18] Tutto questo ci è accaduto
e non ti avevamo dimenticato,
non avevamo tradito la tua alleanza.
[19] Non si era volto indietro il nostro cuore,
i nostri passi non avevano lasciato il tuo sentiero;
[20] ma tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli
e ci hai avvolti di ombre tenebrose.
[21] Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio
e teso le mani verso un dio straniero,
[22] forse che Dio non lo avrebbe scoperto,
lui che conosce i segreti del cuore?
[23] Per te ogni giorno siamo messi a morte,
stimati come pecore da macello.
[24] Svègliati, perché dormi, Signore?
Dèstati, non ci respingere per sempre.
[25] Perché nascondi il tuo volto,
dimentichi la nostra miseria e oppressione?
[26] Poiché siamo prostrati nella polvere,
il nostro corpo è steso a terra.
Sorgi, vieni in nostro aiuto;
[27] salvaci per la tua misericordia.
45
[1] Al
maestro del coro. Su "I gigli...". Dei figli di Core.
Maskil. Canto d'amore.
[2] Effonde il mio cuore liete parole,
io canto al re il mio poema.
La mia lingua è stilo di scriba veloce.
[3] Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo,
sulle tue labbra è diffusa la grazia,
ti ha benedetto Dio per sempre.
[4] Cingi, prode, la spada al tuo fianco,
nello splendore della tua maestà ti arrida la sorte,
[5] avanza per la verità, la mitezza e la giustizia.
[6] La tua destra ti mostri prodigi:
le tue frecce acute
colpiscono al cuore i nemici del re;
sotto di te cadono i popoli.
[7] Il tuo trono, Dio, dura per sempre;
è scettro giusto lo scettro del tuo regno.
[8] Ami la giustizia e l'empietà detesti:
Dio, il tuo Dio ti ha consacrato
con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali.
[9] Le tue vesti son tutte mirra, àloe e cassia,
dai palazzi d'avorio ti allietano le cetre.
[10] Figlie di re stanno tra le tue predilette;
alla tua destra la regina in ori di Ofir.
[11] Ascolta, figlia, guarda, porgi l'orecchio,
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
[12] al re piacerà la tua bellezza.
Egli è il tuo Signore: pròstrati a lui.
[13] Da Tiro vengono portando doni,
i più ricchi del popolo cercano il tuo volto.
[14] La figlia del re è tutta splendore,
gemme e tessuto d'oro è il suo vestito.
[15] È presentata al re in preziosi ricami;
con lei le vergini compagne a te sono condotte;
[16] guidate in gioia ed esultanza
entrano insieme nel palazzo del re.
[17] Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai capi di tutta la terra.
[18] Farò ricordare il tuo nome
per tutte le generazioni,
e i popoli ti loderanno in eterno, per sempre.
46
[1] Al
maestro del coro. Dei figli di Core.
Su "Le vergini...". Canto.
[2] Dio è per noi rifugio e forza,
aiuto sempre vicino nelle angosce.
[3] Perciò non temiamo se trema la terra,
se crollano i monti nel fondo del mare.
[4] Fremano, si gonfino le sue acque,
tremino i monti per i suoi flutti.
[5] Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio,
la santa dimora dell'Altissimo.
[6] Dio sta in essa: non potrà vacillare;
la soccorrerà Dio, prima del mattino.
[7] Fremettero le genti, i regni si scossero;
egli tuonò, si sgretolò la terra.
[8] Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.
[9] Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto portenti sulla terra.
[10] Farà cessare le guerre sino ai confini della terra,
romperà gli archi e spezzerà le lance,
brucerà con il fuoco gli scudi.
[11] Fermatevi e sappiate che io sono Dio,
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
[12] Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.
47
[1] Al
maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo.
[2] Applaudite, popoli tutti,
acclamate Dio con voci di gioia;
[3] perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
re grande su tutta la terra.
[4] Egli ci ha assoggettati i popoli,
ha messo le nazioni sotto i nostri piedi.
[5] La nostra eredità ha scelto per noi,
vanto di Giacobbe suo prediletto.
[6] Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
[7] Cantate inni a Dio, cantate inni;
cantate inni al nostro re, cantate inni;
[8] perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
[9] Dio regna sui popoli,
Dio siede sul suo trono santo.
[10] I capi dei popoli si sono raccolti
con il popolo del Dio di Abramo,
perché di Dio sono i potenti della terra:
egli è l'Altissimo.
48
[1]
Cantico. Salmo. Dei figli di Core.
[2] Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
[3] Il suo monte santo, altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra.
Il monte Sion, dimora divina,
è la città del grande Sovrano.
[4] Dio nei suoi baluardi
è apparso fortezza inespugnabile.
[5] Ecco, i re si sono alleati,
sono avanzati insieme.
[6] Essi hanno visto:
attoniti e presi dal panico,
sono fuggiti.
[7] Là sgomento li ha colti,
doglie come di partoriente,
[8] simile al vento orientale
che squarcia le navi di Tarsis.
[9] Come avevamo udito, così abbiamo visto
nella città del Signore degli eserciti,
nella città del nostro Dio;
Dio l'ha fondata per sempre.
[10] Ricordiamo, Dio, la tua misericordia
dentro il tuo tempio.
[11] Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino ai confini della terra;
è piena di giustizia la tua destra.
[12] Gioisca il monte di Sion,
esultino le città di Giuda
a motivo dei tuoi giudizi.
[13] Circondate Sion, giratele intorno,
contate le sue torri.
[14] Osservate i suoi baluardi,
passate in rassegna le sue fortezze,
per narrare alla generazione futura:
[15] Questo è il Signore, nostro Dio
in eterno, sempre:
egli è colui che ci guida.
49
[1] Al
maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo.
[2] Ascoltate, popoli tutti,
porgete orecchio abitanti del mondo,
[3] voi nobili e gente del popolo,
ricchi e poveri insieme.
[4] La mia bocca esprime sapienza,
il mio cuore medita saggezza;
[5] porgerò l'orecchio a un proverbio,
spiegherò il mio enigma sulla cetra.
[6] Perché temere nei giorni tristi,
quando mi circonda la malizia dei perversi?
[7] Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza.
[8] Nessuno può riscattare se stesso,
o dare a Dio il suo prezzo.
[9] Per quanto si paghi il riscatto di una vita,
non potrà mai bastare
[10] per vivere senza fine,
e non vedere la tomba.
[11] Vedrà morire i sapienti;
lo stolto e l'insensato periranno insieme
e lasceranno ad altri le loro ricchezze.
[12] Il sepolcro sarà loro casa per sempre,
loro dimora per tutte le generazioni,
eppure hanno dato il loro nome alla terra.
[13] Ma l'uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.
[14] Questa è la sorte di chi confida in se stesso,
l'avvenire di chi si compiace nelle sue parole.
[15] Come pecore sono avviati agli inferi,
sarà loro pastore la morte;
scenderanno a precipizio nel sepolcro,
svanirà ogni loro parvenza:
gli inferi saranno la loro dimora.
[16] Ma Dio potrà riscattarmi,
mi strapperà dalla mano della morte.
[17] Se vedi un uomo arricchirsi, non temere,
se aumenta la gloria della sua casa.
[18] Quando muore con sé non porta nulla,
né scende con lui la sua gloria.
[19] Nella sua vita si diceva fortunato:
"Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene".
[20] Andrà con la generazione dei suoi padri
che non vedranno mai più la luce.
[21] L'uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.
50
[1]
Salmo. Di Asaf.
Parla il Signore, Dio degli dei,
convoca la terra da oriente a occidente.
[2] Da Sion, splendore di bellezza,
Dio rifulge.
[3] Viene il nostro Dio e non sta in silenzio;
davanti a lui un fuoco divorante,
intorno a lui si scatena la tempesta.
[4] Convoca il cielo dall'alto
e la terra al giudizio del suo popolo:
[5] "Davanti a me riunite i miei fedeli,
che hanno sancito con me l'alleanza
offrendo un sacrificio".
[6] Il cielo annunzi la sua giustizia,
Dio è il giudice.
[7] "Ascolta, popolo mio, voglio parlare,
testimonierò contro di te, Israele:
Io sono Dio, il tuo Dio.
[8] Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici;
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
[9] Non prenderò giovenchi dalla tua casa,
né capri dai tuoi recinti.
[10] Sono mie tutte le bestie della foresta,
animali a migliaia sui monti.
[11] Conosco tutti gli uccelli del cielo,
è mio ciò che si muove nella campagna.
[12] Se avessi fame, a te non lo direi:
mio è il mondo e quanto contiene.
[13] Mangerò forse la carne dei tori,
berrò forse il sangue dei capri?
[14] Offri a Dio un sacrificio di lode
e sciogli all'Altissimo i tuoi voti;
[15] invocami nel giorno della sventura:
ti salverò e tu mi darai gloria".
[16] All'empio dice Dio:
"Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
[17] tu che detesti la disciplina
e le mie parole te le getti alle spalle?
[18] Se vedi un ladro, corri con lui;
e degli adùlteri ti fai compagno.
[19] Abbandoni la tua bocca al male
e la tua lingua ordisce inganni.
[20] Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
[21] Hai fatto questo e dovrei tacere?
forse credevi ch'io fossi come te!
Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati".
[22] Capite questo voi che dimenticate Dio,
perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
[23] Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora,
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio.
51
[1] Al
maestro del coro. Salmo. Di Davide.
[2] Quando venne da lui il profeta Natan dopo che aveva peccato con
Betsabea.
[3] Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
[4] Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
[5] Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
[6] Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto;
perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio.
[7] Ecco, nella colpa sono stato generato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.
[8] Ma tu vuoi la sincerità del cuore
e nell'intimo m'insegni la sapienza.
[9] Purificami con issopo e sarò mondo;
lavami e sarò più bianco della neve.
[10] Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato.
[11] Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
[12] Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
[13] Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
[14] Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.
[15] Insegnerò agli erranti le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
[16] Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza,
la mia lingua esalterà la tua giustizia.
[17] Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode;
[18] poiché non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
[19] Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
[20] Nel tuo amore fa grazia a Sion,
rialza le mura di Gerusalemme.
[21] Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l'olocausto e l'intera oblazione,
allora immoleranno vittime sopra il tuo altare.
52
[1] Al
maestro del coro. Maskil. Di Davide.
[2] Dopo che l'idumeo Doeg venne da Saul per informarlo e dirgli:
"Davide è entrato in casa di Abimelech".
[3] Perché ti vanti del male
o prepotente nella tua iniquità?
[4] Ordisci insidie ogni giorno;
la tua lingua è come lama affilata,
artefice di inganni.
[5] Tu preferisci il male al bene,
la menzogna al parlare sincero.
[6] Ami ogni parola di rovina,
o lingua di impostura.
[7] Perciò Dio ti demolirà per sempre,
ti spezzerà e ti strapperà dalla tenda
e ti sradicherà dalla terra dei viventi.
[8] Vedendo, i giusti saran presi da timore
e di lui rideranno:
[9] "Ecco l'uomo che non ha posto in Dio la sua difesa,
ma confidava nella sua grande ricchezza
e si faceva forte dei suoi crimini".
[10] Io invece come olivo verdeggiante
nella casa di Dio.
Mi abbandono alla fedeltà di Dio
ora e per sempre.
[11] Voglio renderti grazie in eterno
per quanto hai operato;
spero nel tuo nome, perché è buono,
davanti ai tuoi fedeli.
53
[1] Al
maestro del coro. Su "Macalat". Maskil.
Di Davide.
[2] Lo stolto pensa:
"Dio non esiste".
Sono corrotti, fanno cose abominevoli,
nessuno fa il bene.
[3] Dio dal cielo si china sui figli dell'uomo
per vedere se c'è un uomo saggio che cerca Dio.
[4] Tutti hanno traviato,
tutti sono corrotti;
nessuno fa il bene;
neppure uno.
[5] Non comprendono forse i malfattori
che divorano il mio popolo come il pane
e non invocano Dio?
[6] Hanno tremato di spavento,
là dove non c'era da temere.
Dio ha disperso le ossa degli aggressori,
sono confusi perché Dio li ha respinti.
[7] Chi manderà da Sion la salvezza di Israele?
Quando Dio farà tornare i deportati del suo popolo,
esulterà Giacobbe, gioirà Israele.
54
[1] Al
maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil.
Di Davide.
[2] Dopo che gli Zifei vennero da Saul a dirgli: "Ecco, Davide se
ne sta nascosto presso di noi".
[3] Dio, per il tuo nome, salvami,
per la tua potenza rendimi giustizia.
[4] Dio, ascolta la mia preghiera,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca;
[5] poiché sono insorti contro di me gli arroganti
e i prepotenti insidiano la mia vita,
davanti a sé non pongono Dio.
[6] Ecco, Dio è il mio aiuto,
il Signore mi sostiene.
[7] Fà ricadere il male sui miei nemici,
nella tua fedeltà disperdili.
[8] Di tutto cuore ti offrirò un sacrificio,
Signore, loderò il tuo nome perché è buono;
[9] da ogni angoscia mi hai liberato
e il mio occhio ha sfidato i miei nemici.
55
[1] Al
maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil.
Di Davide.
[2] Porgi l'orecchio, Dio, alla mia preghiera,
non respingere la mia supplica;
[3] dammi ascolto e rispondimi,
mi agito nel mio lamento e sono sconvolto
[4] al grido del nemico, al clamore dell'empio.
Contro di me riversano sventura,
mi perseguitano con furore.
[5] Dentro di me freme il mio cuore,
piombano su di me terrori di morte.
[6] Timore e spavento mi invadono
e lo sgomento mi opprime.
[7] Dico: "Chi mi darà ali come di colomba,
per volare e trovare riposo?
[8] Ecco, errando, fuggirei lontano,
abiterei nel deserto.
[9] Riposerei in un luogo di riparo
dalla furia del vento e dell'uragano".
[10] Disperdili, Signore,
confondi le loro lingue:
ho visto nella città violenza e contese.
[11] Giorno e notte si aggirano
sulle sue mura,
[12] all'interno iniquità, travaglio e insidie
e non cessano nelle sue piazze
sopruso e inganno.
[13] Se mi avesse insultato un nemico,
l'avrei sopportato;
se fosse insorto contro di me un avversario,
da lui mi sarei nascosto.
[14] Ma sei tu, mio compagno,
mio amico e confidente;
[15] ci legava una dolce amicizia,
verso la casa di Dio camminavamo in festa.
[16] Piombi su di loro la morte,
scendano vivi negli inferi;
perché il male è nelle loro case,
e nel loro cuore.
[17] Io invoco Dio
e il Signore mi salva.
[18] Di sera, al mattino, a mezzogiorno mi lamento e sospiro
ed egli ascolta la mia voce;
[19] mi salva, mi dà pace da coloro che mi combattono:
sono tanti i miei avversari.
[20] Dio mi ascolta e li umilia,
egli che domina da sempre.
Per essi non c'è conversione
e non temono Dio.
[21] Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici,
ha violato la sua alleanza.
[22] Più untuosa del burro è la sua bocca,
ma nel cuore ha la guerra;
più fluide dell'olio le sue parole,
ma sono spade sguainate.
[23] Getta sul Signore il tuo affanno
ed egli ti darà sostegno,
mai permetterà che il giusto vacilli.
[24] Tu, Dio, li sprofonderai nella tomba
gli uomini sanguinari e fraudolenti:
essi non giungeranno alla metà dei loro giorni.
Ma io, Signore, in te confido.
56
[1] Al
maestro del coro. Su "Jonat elem rehoqim".
Di Davide. Miktam. Quando i Filistei lo tenevano prigioniero in Gat.
[2] Pietà di me, o Dio, perché l'uomo mi calpesta,
un aggressore sempre mi opprime.
[3] Mi calpestano sempre i miei nemici,
molti sono quelli che mi combattono.
[4] Nell'ora della paura,
io in te confido.
[5] In Dio, di cui lodo la parola,
in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
[6] Travisano sempre le mie parole,
non pensano che a farmi del male.
[7] Suscitano contese e tendono insidie,
osservano i miei passi,
per attentare alla mia vita.
[8] Per tanta iniquità non abbiano scampo:
nella tua ira abbatti i popoli, o Dio.
[9] I passi del mio vagare tu li hai contati,
le mie lacrime nell'otre tuo raccogli;
non sono forse scritte nel tuo libro?
[10] Allora ripiegheranno i miei nemici,
quando ti avrò invocato:
so che Dio è in mio favore.
[11] Lodo la parola di Dio,
lodo la parola del Signore,
[12] in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
[13] Su di me, o Dio, i voti che ti ho fatto:
ti renderò azioni di grazie,
[14] perché mi hai liberato dalla morte.
Hai preservato i miei piedi dalla caduta,
perché io cammini alla tua presenza
nella luce dei viventi, o Dio.
57
[1] Al
maestro del coro. Su "Non distruggere". Di Davide.
Miktam. Quando fuggì da Saul nella caverna.
[2] Pietà di me, pietà di me, o Dio,
in te mi rifugio;
mi rifugio all'ombra delle tue ali
finché sia passato il pericolo.
[3] Invocherò Dio, l'Altissimo,
Dio che mi fa il bene.
[4] Mandi dal cielo a salvarmi
dalla mano dei miei persecutori,
Dio mandi la sua fedeltà e la sua grazia.
[5] Io sono come in mezzo a leoni,
che divorano gli uomini;
i loro denti sono lance e frecce,
la loro lingua spada affilata.
[6] Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.
[7] Hanno teso una rete ai miei piedi,
mi hanno piegato,
hanno scavato davanti a me una fossa
e vi sono caduti.
[8] Saldo è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.
[9] Voglio cantare, a te voglio inneggiare:
svègliati, mio cuore,
svègliati arpa, cetra,
voglio svegliare l'aurora.
[10] Ti loderò tra i popoli, Signore,
a te canterò inni tra le genti.
[11] perché la tua bontà è grande fino ai cieli,
e la tua fedeltà fino alle nubi.
[12] Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.
58
[1] Al
maestro del coro. Su "Non distruggere".
Di Davide. Miktam.
[2] Rendete veramente giustizia o potenti,
giudicate con rettitudine gli uomini?
[3] Voi tramate iniquità con il cuore,
sulla terra le vostre mani preparano violenze.
[4] Sono traviati gli empi fin dal seno materno,
si pervertono fin dal grembo gli operatori di menzogna.
[5] Sono velenosi come il serpente,
come vipera sorda che si tura le orecchie
[6] per non udire la voce dell'incantatore,
del mago che incanta abilmente.
[7] Spezzagli, o Dio, i denti nella bocca,
rompi, o Signore, le mascelle dei leoni.
[8] Si dissolvano come acqua che si disperde,
come erba calpestata inaridiscano.
[9] Passino come lumaca che si discioglie,
come aborto di donna che non vede il sole.
[10] Prima che le vostre caldaie sentano i pruni,
vivi li travolga il turbine.
[11] Il giusto godrà nel vedere la vendetta,
laverà i piedi nel sangue degli empi.
[12] Gli uomini diranno: "C'è un premio per il giusto,
c'è Dio che fa giustizia sulla terra!".
59
[1] Al
maestro del coro. Su "Non distruggere". Di Davide.
Quando Saul mandò uomini a sorvegliare la casa e ad ucciderlo.
[2] Liberami dai nemici, mio Dio,
proteggimi dagli aggressori.
[3] Liberami da chi fa il male,
salvami da chi sparge sangue.
[4] Ecco, insidiano la mia vita,
contro di me si avventano i potenti.
Signore, non c'è colpa in me, non c'è peccato;
[5] senza mia colpa accorrono e si appostano.
Svègliati, vienimi incontro e guarda.
[6] Tu, Signore, Dio degli eserciti, Dio d'Israele,
lèvati a punire tutte le genti;
non avere pietà dei traditori.
[7] Ritornano a sera e ringhiano come cani,
si aggirano per la città.
[8] Ecco, vomitano ingiurie,
le loro labbra sono spade.
Dicono: "Chi ci ascolta?".
[9] Ma tu, Signore, ti ridi di loro,
ti burli di tutte le genti.
[10] A te, mia forza, io mi rivolgo:
sei tu, o Dio, la mia difesa.
[11] La grazia del mio Dio mi viene in aiuto,
Dio mi farà sfidare i miei nemici.
[12] Non ucciderli, perché il mio popolo non dimentichi,
disperdili con la tua potenza e abbattili,
Signore, nostro scudo.
[13] Peccato è la parola delle loro labbra,
cadano nel laccio del loro orgoglio
per le bestemmie e le menzogne che pronunziano.
[14] Annientali nella tua ira,
annientali e più non siano;
e sappiano che Dio domina in Giacobbe,
fino ai confini della terra.
[15] Ritornano a sera e ringhiano come cani,
per la città si aggirano
[16] vagando in cerca di cibo;
latrano, se non possono saziarsi.
[17] Ma io canterò la tua potenza,
al mattino esalterò la tua grazia
perché sei stato mia difesa,
mio rifugio nel giorno del pericolo.
[18] O mia forza, a te voglio cantare,
poiché tu sei, o Dio, la mia difesa,
tu, o mio Dio, sei la mia misericordia.
60
[1] Al
maestro del coro. Su "Giglio del precetto".
Miktam. Di Davide. Da insegnare.
[2] Quando uscì contro gli Aramei della Valle dei due fiumi e contro
gli Aramei di Soba, e quando Gioab, nel ritorno, sconfisse gli Idumei
nella Valle del sale: dodici mila uomini.
[3] Dio, tu ci hai respinti, ci hai dispersi;
ti sei sdegnato: ritorna a noi.
[4] Hai scosso la terra, l'hai squarciata,
risana le sue fratture, perché crolla.
[5] Hai inflitto al tuo popolo dure prove,
ci hai fatto bere vino da vertigini.
[6] Hai dato un segnale ai tuoi fedeli
perché fuggissero lontano dagli archi.
[7] Perché i tuoi amici siano liberati,
salvaci con la destra e a noi rispondi.
[8] Dio ha parlato nel suo tempio:
"Esulto e divido Sichem,
misuro la valle di Succot.
[9] Mio è Gàlaad, mio è Manasse,
Efraim è la difesa del mio capo,
Giuda lo scettro del mio comando.
[10] Moab è il bacino per lavarmi,
sull'Idumea getterò i miei sandali,
sulla Filistea canterò vittoria".
[11] Chi mi condurrà alla città fortificata,
chi potrà guidarmi fino all'Idumea?
[12] Non forse tu, o Dio, che ci hai respinti,
e più non esci, o Dio, con le nostre schiere?
[13] Nell'oppressione vieni in nostro aiuto
perché vana è la salvezza dell'uomo.
[14] Con Dio noi faremo prodigi:
egli calpesterà i nostri nemici.
61
[1] Al
maestro del coro. Per strumenti a corda. Di Davide.
[2] Ascolta, o Dio, il mio grido,
sii attento alla mia preghiera.
[3] Dai confini della terra io t'invoco;
mentre il mio cuore viene meno,
guidami su rupe inaccessibile.
[4] Tu sei per me rifugio,
torre salda davanti all'avversario.
[5] Dimorerò nella tua tenda per sempre,
all'ombra delle tue ali troverò riparo;
[6] perché tu, Dio, hai ascoltato i miei voti,
mi hai dato l'eredità di chi teme il tuo nome.
[7] Ai giorni del re aggiungi altri giorni,
per molte generazioni siano i suoi anni.
[8] Regni per sempre sotto gli occhi di Dio;
grazia e fedeltà lo custodiscano.
[9] Allora canterò inni al tuo nome, sempre,
sciogliendo i miei voti giorno per giorno.
62
[1] Al
maestro del coro. Su "Idutun". Salmo. Di Davide.
[2] Solo in Dio riposa l'anima mia;
da lui la mia salvezza.
[3] Lui solo è mia rupe e mia salvezza,
mia roccia di difesa: non potrò vacillare.
[4] Fino a quando vi scaglierete contro un uomo,
per abbatterlo tutti insieme,
come muro cadente,
come recinto che crolla?
[5] Tramano solo di precipitarlo dall'alto,
si compiacciono della menzogna.
Con la bocca benedicono,
e maledicono nel loro cuore.
[6] Solo in Dio riposa l'anima mia,
da lui la mia speranza.
[7] Lui solo è mia rupe e mia salvezza,
mia roccia di difesa: non potrò vacillare.
[8] In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio.
[9] Confida sempre in lui, o popolo,
davanti a lui effondi il tuo cuore,
nostro rifugio è Dio.
[10] Sì, sono un soffio i figli di Adamo,
una menzogna tutti gli uomini,
insieme, sulla bilancia, sono meno di un soffio.
[11] Non confidate nella violenza,
non illudetevi della rapina;
alla ricchezza, anche se abbonda,
non attaccate il cuore.
[12] Una parola ha detto Dio,
due ne ho udite:
il potere appartiene a Dio,
tua, Signore, è la grazia;
[13] secondo le sue opere
tu ripaghi ogni uomo.
63
[1]
Salmo. Di Davide, quando dimorava nel deserto di Giuda.
[2] O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta,
arida, senz'acqua.
[3] Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
[4] Poiché la tua grazia vale più della vita,
le mie labbra diranno la tua lode.
[5] Così ti benedirò finché io viva,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
[6] Mi sazierò come a lauto convito,
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.
[7] Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
[8] a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.
[9] A te si stringe l'anima mia
e la forza della tua destra mi sostiene.
[10] Ma quelli che attentano alla mia vita
scenderanno nel profondo della terra,
[11] saranno dati in potere alla spada,
diverranno preda di sciacalli.
[12] Il re gioirà in Dio,
si glorierà chi giura per lui,
perché ai mentitori verrà chiusa la bocca.
64
[1]
Salmo. Di Davide. Al maestro del coro.
[2] Ascolta, Dio, la voce del mio lamento,
dal terrore del nemico preserva la mia vita.
[3] Proteggimi dalla congiura degli empi
dal tumulto dei malvagi.
[4] Affilano la loro lingua come spada,
scagliano come frecce parole amare
[5] per colpire di nascosto l'innocente;
lo colpiscono di sorpresa e non hanno timore.
[6] Si ostinano nel fare il male,
si accordano per nascondere tranelli;
dicono: "Chi li potrà vedere?".
[7] Meditano iniquità, attuano le loro trame:
un bàratro è l'uomo e il suo cuore un abisso.
[8] Ma Dio li colpisce con le sue frecce:
all'improvviso essi sono feriti,
[9] la loro stessa lingua li farà cadere;
chiunque, al vederli, scuoterà il capo.
[10] Allora tutti saranno presi da timore,
annunzieranno le opere di Dio
e capiranno ciò che egli ha fatto.
[11] Il giusto gioirà nel Signore
e riporrà in lui la sua speranza,
i retti di cuore ne trarranno gloria.
65
[1] Al
maestro del coro. Salmo. Di Davide. Canto.
[2] A te si deve lode, o Dio, in Sion;
a te si sciolga il voto in Gerusalemme.
[3] A te, che ascolti la preghiera,
viene ogni mortale.
[4] Pesano su di noi le nostre colpe,
ma tu perdoni i nostri peccati.
[5] Beato chi hai scelto e chiamato vicino,
abiterà nei tuoi atrii.
Ci sazieremo dei beni della tua casa,
della santità del tuo tempio.
[6] Con i prodigi della tua giustizia,
tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza,
speranza dei confini della terra
e dei mari lontani.
[7] Tu rendi saldi i monti con la tua forza,
cinto di potenza.
[8] Tu fai tacere il fragore del mare,
il fragore dei suoi flutti,
tu plachi il tumulto dei popoli.
[9] Gli abitanti degli estremi confini
stupiscono davanti ai tuoi prodigi:
di gioia fai gridare la terra,
le soglie dell'oriente e dell'occidente.
[10] Tu visiti la terra e la disseti:
la ricolmi delle sue ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu fai crescere il frumento per gli uomini.
Così prepari la terra:
[11] Ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge
e benedici i suoi germogli.
[12] Coroni l'anno con i tuoi benefici,
al tuo passaggio stilla l'abbondanza.
[13] Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.
[14] I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di grano;
tutto canta e grida di gioia.
66
[1] Al
maestro del coro. Canto. Salmo.
Acclamate a Dio da tutta la terra,
[2] cantate alla gloria del suo nome,
date a lui splendida lode.
[3] Dite a Dio: "Stupende sono le tue opere!
Per la grandezza della tua potenza
a te si piegano i tuoi nemici.
[4] A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome".
[5] Venite e vedete le opere di Dio,
mirabile nel suo agire sugli uomini.
[6] Egli cambiò il mare in terra ferma,
passarono a piedi il fiume;
per questo in lui esultiamo di gioia.
[7] Con la sua forza domina in eterno,
il suo occhio scruta le nazioni;
i ribelli non rialzino la fronte.
[8] Benedite, popoli, il nostro Dio,
fate risuonare la sua lode;
[9] è lui che salvò la nostra vita
e non lasciò vacillare i nostri passi.
[10] Dio, tu ci hai messi alla prova;
ci hai passati al crogiuolo, come l'argento.
[11] Ci hai fatti cadere in un agguato,
hai messo un peso ai nostri fianchi.
[12] Hai fatto cavalcare uomini sulle nostre teste;
ci hai fatto passare per il fuoco e l'acqua,
ma poi ci hai dato sollievo.
[13] Entrerò nella tua casa con olocausti,
a te scioglierò i miei voti,
[14] i voti pronunziati dalle mie labbra,
promessi nel momento dell'angoscia.
[15] Ti offrirò pingui olocausti
con fragranza di montoni,
immolerò a te buoi e capri.
[16] Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
[17] A lui ho rivolto il mio grido,
la mia lingua cantò la sua lode.
[18] Se nel mio cuore avessi cercato il male,
il Signore non mi avrebbe ascoltato.
[19] Ma Dio ha ascoltato,
si è fatto attento alla voce della mia preghiera.
[20] Sia benedetto Dio che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.
67
[1] Al
maestro del coro. Su strumenti a corda. Salmo. Canto.
[2] Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
[3] perché si conosca sulla terra la tua via,
fra tutte le genti la tua salvezza.
[4] Ti lodino i popoli, Dio,
ti lodino i popoli tutti.
[5] Esultino le genti e si rallegrino,
perché giudichi i popoli con giustizia,
governi le nazioni sulla terra.
[6] Ti lodino i popoli, Dio,
ti lodino i popoli tutti.
[7] La terra ha dato il suo frutto.
Ci benedica Dio, il nostro Dio,
[8] ci benedica Dio
e lo temano tutti i confini della terra.
68
[1] Al
maestro del coro. Di Davide. Salmo. Canto.
[2] Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
[3] Come si disperde il fumo, tu li disperdi;
come fonde la cera di fronte al fuoco,
periscano gli empi davanti a Dio.
[4] I giusti invece si rallegrino,
esultino davanti a Dio
e cantino di gioia.
[5] Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,
spianate la strada a chi cavalca le nubi:
"Signore" è il suo nome,
gioite davanti a lui.
[6] Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
[7] Ai derelitti Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri;
solo i ribelli abbandona in arida terra.
[8] Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo,
quando camminavi per il deserto,
[9] la terra tremò, stillarono i cieli
davanti al Dio del Sinai,
davanti a Dio, il Dio di Israele.
[10] Pioggia abbondante riversavi, o Dio,
rinvigorivi la tua eredità esausta.
[11] E il tuo popolo abitò il paese
che nel tuo amore, o Dio, preparasti al misero.
[12] Il Signore annunzia una notizia,
le messaggere di vittoria sono grande schiera:
[13] "Fuggono i re, fuggono gli eserciti,
anche le donne si dividono il bottino.
[14] Mentre voi dormite tra gli ovili,
splendono d'argento le ali della colomba,
le sue piume di riflessi d'oro".
[15] Quando disperdeva i re l'Onnipotente,
nevicava sullo Zalmon.
[16] Monte di Dio, il monte di Basan,
monte dalle alte cime, il monte di Basan.
[17] Perché invidiate, o monti dalle alte cime,
il monte che Dio ha scelto a sua dimora?
Il Signore lo abiterà per sempre.
[18] I carri di Dio sono migliaia e migliaia:
il Signore viene dal Sinai nel santuario.
[19] Sei salito in alto conducendo prigionieri,
hai ricevuto uomini in tributo:
anche i ribelli abiteranno
presso il Signore Dio.
[20] Benedetto il Signore sempre;
ha cura di noi il Dio della salvezza.
[21] Il nostro Dio è un Dio che salva;
il Signore Dio libera dalla morte.
[22] Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici,
la testa altèra di chi percorre la via del delitto.
[23] Ha detto il Signore: "Da Basan li farò tornare,
li farò tornare dagli abissi del mare,
[24] perché il tuo piede si bagni nel sangue,
e la lingua dei tuoi cani riceva la sua parte tra i nemici".
[25] Appare il tuo corteo, Dio,
il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario.
[26] Precedono i cantori, seguono ultimi i citaredi,
in mezzo le fanciulle che battono cèmbali.
[27] "Benedite Dio nelle vostre assemblee,
benedite il Signore, voi della stirpe di Israele".
[28] Ecco, Beniamino, il più giovane,
guida i capi di Giuda nelle loro schiere,
i capi di Zàbulon, i capi di Nèftali.
[29] Dispiega, Dio, la tua potenza,
conferma, Dio, quanto hai fatto per noi.
[30] Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
a te i re porteranno doni.
[31] Minaccia la belva dei canneti,
il branco dei tori con i vitelli dei popoli:
si prostrino portando verghe d'argento;
disperdi i popoli che amano la guerra.
[32] Verranno i grandi dall'Egitto,
l'Etiopia tenderà le mani a Dio.
[33] Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore;
[34] egli nei cieli cavalca, nei cieli eterni,
ecco, tuona con voce potente.
[35] Riconoscete a Dio la sua potenza,
la sua maestà su Israele,
la sua potenza sopra le nubi.
[36] Terribile sei, Dio, dal tuo santuario;
il Dio d'Israele dà forza e vigore al suo popolo,
sia benedetto Dio.
69
[1] Al
maestro del coro. Su "I gigli". Di Davide.
[2] Salvami, o Dio:
l'acqua mi giunge alla gola.
[3] Affondo nel fango e non ho sostegno;
sono caduto in acque profonde
e l'onda mi travolge.
[4] Sono sfinito dal gridare,
riarse sono le mie fauci;
i miei occhi si consumano
nell'attesa del mio Dio.
[5] Più numerosi dei capelli del mio capo
sono coloro che mi odiano senza ragione.
Sono potenti i nemici che mi calunniano:
quanto non ho rubato, lo dovrei restituire?
[6] Dio, tu conosci la mia stoltezza
e le mie colpe non ti sono nascoste.
[7] Chi spera in te, a causa mia non sia confuso,
Signore, Dio degli eserciti;
per me non si vergogni
chi ti cerca, Dio d'Israele.
[8] Per te io sopporto l'insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
[9] sono un estraneo per i miei fratelli,
un forestiero per i figli di mia madre.
[10] Poiché mi divora lo zelo per la tua casa,
ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.
[11] Mi sono estenuato nel digiuno
ed è stata per me un'infamia.
[12] Ho indossato come vestito un sacco
e sono diventato il loro scherno.
[13] Sparlavano di me quanti sedevano alla porta,
gli ubriachi mi dileggiavano.
[14] Ma io innalzo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi,
per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
[15] Salvami dal fango, che io non affondi,
liberami dai miei nemici
e dalle acque profonde.
[16] Non mi sommergano i flutti delle acque
e il vortice non mi travolga,
l'abisso non chiuda su di me la sua bocca.
[17] Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.
[18] Non nascondere il volto al tuo servo,
sono in pericolo: presto, rispondimi.
[19] Avvicinati a me, riscattami,
salvami dai miei nemici.
[20] Tu conosci la mia infamia,
la mia vergogna e il mio disonore;
davanti a te sono tutti i miei nemici.
[21] L'insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno.
Ho atteso compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
[22] Hanno messo nel mio cibo veleno
e quando avevo sete mi hanno dato aceto.
[23] La loro tavola sia per essi un laccio,
una insidia i loro banchetti.
[24] Si offuschino i loro occhi, non vedano;
sfibra per sempre i loro fianchi.
[25] Riversa su di loro il tuo sdegno,
li raggiunga la tua ira ardente.
[26] La loro casa sia desolata,
senza abitanti la loro tenda;
[27] perché inseguono colui che hai percosso,
aggiungono dolore a chi tu hai ferito.
[28] Imputa loro colpa su colpa
e non ottengano la tua giustizia.
[29] Siano cancellati dal libro dei viventi
e tra i giusti non siano iscritti.
[30] Io sono infelice e sofferente;
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
[31] Loderò il nome di Dio con il canto,
lo esalterò con azioni di grazie,
[32] che il Signore gradirà più dei tori,
più dei giovenchi con corna e unghie.
[33] Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
[34] poiché il Signore ascolta i poveri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
[35] A lui acclamino i cieli e la terra,
i mari e quanto in essi si muove.
[36] Perché Dio salverà Sion,
ricostruirà le città di Giuda:
vi abiteranno e ne avranno il possesso.
[37] La stirpe dei suoi servi ne sarà erede,
e chi ama il suo nome vi porrà dimora.
70
[1] Al
maestro del coro. Di Davide. In memoria.
[2] Vieni a salvarmi, o Dio,
vieni presto, Signore, in mio aiuto.
[3] Siano confusi e arrossiscano
quanti attentano alla mia vita.
Retrocedano e siano svergognati
quanti vogliono la mia rovina.
[4] Per la vergogna si volgano indietro
quelli che mi deridono.
[5] Gioia e allegrezza grande
per quelli che ti cercano;
dicano sempre: "Dio è grande"
quelli che amano la tua salvezza.
[6] Ma io sono povero e infelice,
vieni presto, mio Dio;
tu sei mio aiuto e mio salvatore;
Signore, non tardare.
71
[1] In
te mi rifugio, Signore,
ch'io non resti confuso in eterno.
[2] Liberami, difendimi per la tua giustizia,
porgimi ascolto e salvami.
[3] Sii per me rupe di difesa,
baluardo inaccessibile,
poiché tu sei mio rifugio e mia fortezza.
[4] Mio Dio, salvami dalle mani dell'empio,
dalle mani dell'iniquo e dell'oppressore.
[5] Sei tu, Signore, la mia speranza,
la mia fiducia fin dalla mia giovinezza.
[6] Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno;
a te la mia lode senza fine.
[7] Sono parso a molti quasi un prodigio:
eri tu il mio rifugio sicuro.
[8] Della tua lode è piena la mia bocca,
della tua gloria, tutto il giorno.
[9] Non mi respingere nel tempo della vecchiaia,
non abbandonarmi quando declinano le mie forze.
[10] Contro di me parlano i miei nemici,
coloro che mi spiano congiurano insieme:
[11] "Dio lo ha abbandonato,
inseguitelo, prendetelo,
perché non ha chi lo liberi".
[12] O Dio, non stare lontano:
Dio mio, vieni presto ad aiutarmi.
[13] Siano confusi e annientati quanti mi accusano,
siano coperti d'infamia e di vergogna
quanti cercano la mia sventura.
[14] Io, invece, non cesso di sperare,
moltiplicherò le tue lodi.
[15] La mia bocca annunzierà la tua giustizia,
proclamerà sempre la tua salvezza,
che non so misurare.
[16] Dirò le meraviglie del Signore,
ricorderò che tu solo sei giusto.
[17] Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza
e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi.
[18] E ora, nella vecchiaia e nella canizie,
Dio, non abbandonarmi,
finché io annunzi la tua potenza,
a tutte le generazioni le tue meraviglie.
[19] La tua giustizia, Dio, è alta come il cielo,
tu hai fatto cose grandi:
chi è come te, o Dio?
[20] Mi hai fatto provare molte angosce e sventure:
mi darai ancora vita,
mi farai risalire dagli abissi della terra,
[21] accrescerai la mia grandezza
e tornerai a consolarmi.
[22] Allora ti renderò grazie sull'arpa,
per la tua fedeltà, o mio Dio;
ti canterò sulla cetra, o santo d'Israele.
[23] Cantando le tue lodi, esulteranno le mie labbra
e la mia vita, che tu hai riscattato.
[24] Anche la mia lingua tutto il giorno
proclamerà la tua giustizia,
quando saranno confusi e umiliati
quelli che cercano la mia rovina.
72
[1] Di
Salomone.
Dio, dà al re il tuo giudizio,
al figlio del re la tua giustizia;
[2] regga con giustizia il tuo popolo
e i tuoi poveri con rettitudine.
[3] Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
[4] Ai miseri del suo popolo renderà giustizia,
salverà i figli dei poveri
e abbatterà l'oppressore.
[5] Il suo regno durerà quanto il sole,
quanto la luna, per tutti i secoli.
[6] Scenderà come pioggia sull'erba,
come acqua che irrora la terra.
[7] Nei suoi giorni fiorirà la giustizia
e abbonderà la pace,
finché non si spenga la luna.
[8] E dominerà da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
[9] A lui si piegheranno gli abitanti del deserto,
lambiranno la polvere i suoi nemici.
[10] Il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte,
i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi.
[11] A lui tutti i re si prostreranno,
lo serviranno tutte le nazioni.
[12] Egli libererà il povero che grida
e il misero che non trova aiuto,
[13] avrà pietà del debole e del povero
e salverà la vita dei suoi miseri.
[14] Li riscatterà dalla violenza e dal sopruso,
sarà prezioso ai suoi occhi il loro sangue.
[15] Vivrà e gli sarà dato oro di Arabia;
si pregherà per lui ogni giorno,
sarà benedetto per sempre.
[16] Abbonderà il frumento nel paese,
ondeggerà sulle cime dei monti;
il suo frutto fiorirà come il Libano,
la sua messe come l'erba della terra.
[17] Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole persista il suo nome.
In lui saranno benedette
tutte le stirpi della terra
e tutti i popoli lo diranno beato.
[18] Benedetto il Signore, Dio di Israele,
egli solo compie prodigi.
[19] E benedetto il suo nome glorioso per sempre,
della sua gloria sia piena tutta la terra.
Amen, amen.
73
[1]
Salmo. Di Asaf.
Quanto è buono Dio con i giusti,
con gli uomini dal cuore puro!
[2] Per poco non inciampavano i miei piedi,
per un nulla vacillavano i miei passi,
[3] perché ho invidiato i prepotenti,
vedendo la prosperità dei malvagi.
[4] Non c'è sofferenza per essi,
sano e pasciuto è il loro corpo.
[5] Non conoscono l'affanno dei mortali
e non sono colpiti come gli altri uomini.
[6] Dell'orgoglio si fanno una collana
e la violenza è il loro vestito.
[7] Esce l'iniquità dal loro grasso,
dal loro cuore traboccano pensieri malvagi.
[8] Scherniscono e parlano con malizia,
minacciano dall'alto con prepotenza.
[9] Levano la loro bocca fino al cielo
e la loro lingua percorre la terra.
[10] Perciò seggono in alto,
non li raggiunge la piena delle acque.
[11] Dicono: "Come può saperlo Dio?
C'è forse conoscenza nell'Altissimo?".
[12] Ecco, questi sono gli empi:
sempre tranquilli, ammassano ricchezze.
[13] Invano dunque ho conservato puro il mio cuore
e ho lavato nell'innocenza le mie mani,
[14] poiché sono colpito tutto il giorno,
e la mia pena si rinnova ogni mattina.
[15] Se avessi detto: "Parlerò come loro",
avrei tradito la generazione dei tuoi figli.
[16] Riflettevo per comprendere:
ma fu arduo agli occhi miei,
[17] finché non entrai nel santuario di Dio
e compresi qual è la loro fine.
[18] Ecco, li poni in luoghi scivolosi,
li fai precipitare in rovina.
[19] Come sono distrutti in un istante,
sono finiti, periscono di spavento!
[20] Come un sogno al risveglio, Signore,
quando sorgi, fai svanire la loro immagine.
[21] Quando si agitava il mio cuore
e nell'intimo mi tormentavo,
[22] io ero stolto e non capivo,
davanti a te stavo come una bestia.
[23] Ma io sono con te sempre:
tu mi hai preso per la mano destra.
[24] Mi guiderai con il tuo consiglio
e poi mi accoglierai nella tua gloria.
[25] Chi altri avrò per me in cielo?
Fuori di te nulla bramo sulla terra.
[26] Vengono meno la mia carne e il mio cuore;
ma la roccia del mio cuore è Dio,
è Dio la mia sorte per sempre.
[27] Ecco, perirà chi da te si allontana,
tu distruggi chiunque ti è infedele.
[28] Il mio bene è stare vicino a Dio:
nel Signore Dio ho posto il mio rifugio,
per narrare tutte le tue opere
presso le porte della città di Sion.
74
[1]
Maskil. Di Asaf.
O Dio, perché ci respingi per sempre,
perché divampa la tua ira
contro il gregge del tuo pascolo?
[2] Ricordati del popolo
che ti sei acquistato nei tempi antichi.
Hai riscattato la tribù che è tuo possesso,
il monte Sion, dove hai preso dimora.
[3] Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
il nemico ha devastato tutto nel tuo santuario.
[4] Ruggirono i tuoi avversari nel tuo tempio,
issarono i loro vessilli come insegna.
[5] Come chi vibra in alto la scure
nel folto di una selva,
[6] con l'ascia e con la scure
frantumavano le sue porte.
[7] Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome;
[8] pensavano: "Distruggiamoli tutti";
hanno bruciato tutti i santuari di Dio nel paese.
[9] Non vediamo più le nostre insegne,
non ci sono più profeti
e tra di noi nessuno sa fino a quando...
[10] Fino a quando, o Dio, insulterà l'avversario,
il nemico continuerà a disprezzare il tuo nome?
[11] Perché ritiri la tua mano
e trattieni in seno la destra?
[12] Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi,
ha operato la salvezza nella nostra terra.
[13] Tu con potenza hai diviso il mare,
hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque.
[14] Al Leviatàn hai spezzato la testa,
lo hai dato in pasto ai mostri marini.
[15] Fonti e torrenti tu hai fatto scaturire,
hai inaridito fiumi perenni.
[16] Tuo è il giorno e tua è la notte,
la luna e il sole tu li hai creati.
[17] Tu hai fissato i confini della terra,
l'estate e l'inverno tu li hai ordinati.
[18] Ricorda: il nemico ha insultato Dio,
un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome.
[19] Non abbandonare alle fiere la vita di chi ti loda,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
[20] Sii fedele alla tua alleanza;
gli angoli della terra sono covi di violenza.
[21] L'umile non torni confuso,
l'afflitto e il povero lodino il tuo nome.
[22] Sorgi, Dio, difendi la tua causa,
ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno.
[23] Non dimenticare lo strepito dei tuoi nemici;
il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine.
75
[1] Al
maestro del coro. Su "Non dimenticare".
Salmo. Di Asaf. Canto.
[2] Noi ti rendiamo grazie, o Dio, ti rendiamo grazie:
invocando il tuo nome, raccontiamo le tue meraviglie.
[3] Nel tempo che avrò stabilito
io giudicherò con rettitudine.
[4] Si scuota la terra con i suoi abitanti,
io tengo salde le sue colonne.
[5] Dico a chi si vanta: "Non vantatevi".
E agli empi: "Non alzate la testa!".
[6] Non alzate la testa contro il cielo,
non dite insulti a Dio.
[7] Non dall'oriente, non dall'occidente,
non dal deserto, non dalle montagne
[8] ma da Dio viene il giudizio:
è lui che abbatte l'uno e innalza l'altro.
[9] Poiché nella mano del Signore è un calice
ricolmo di vino drogato.
Egli ne versa:
fino alla feccia ne dovranno sorbire,
ne berranno tutti gli empi della terra.
[10] Io invece esulterò per sempre,
canterò inni al Dio di Giacobbe.
[11] Annienterò tutta l'arroganza degli empi,
allora si alzerà la potenza dei giusti.
76
[1] Al
maestro del coro. Su strumenti a corda con cetre. Salmo.
Di Asaf. Canto.
[2] Dio è conosciuto in Giuda,
in Israele è grande il suo nome.
[3] È in Gerusalemme la sua dimora,
la sua abitazione, in Sion.
[4] Qui spezzò le saette dell'arco,
lo scudo, la spada, la guerra.
[5] Splendido tu sei, o Potente,
sui monti della preda;
[6] furono spogliati i valorosi,
furono colti dal sonno,
nessun prode ritrovava la sua mano.
[7] Dio di Giacobbe, alla tua minaccia,
si arrestarono carri e cavalli.
[8] Tu sei terribile; chi ti resiste
quando si scatena la tua ira?
[9] Dal cielo fai udire la sentenza:
sbigottita la terra tace
[10] quando Dio si alza per giudicare,
per salvare tutti gli umili della terra.
[11] L'uomo colpito dal tuo furore ti dà gloria,
gli scampati dall'ira ti fanno festa.
[12] Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli,
quanti lo circondano portino doni al Terribile,
[13] a lui che toglie il respiro ai potenti;
è terribile per i re della terra.
77
[1] Al
maestro del coro. Su "Idutun". Di Asaf. Salmo.
[2] La mia voce sale a Dio e grido aiuto;
la mia voce sale a Dio, finché mi ascolti.
[3] Nel giorno dell'angoscia io cerco ilSignore,
tutta la notte la mia mano è tesa e non si stanca;
io rifiuto ogni conforto.
[4] Mi ricordo di Dio e gemo,
medito e viene meno il mio spirito.
[5] Tu trattieni dal sonno i miei occhi,
sono turbato e senza parole.
[6] Ripenso ai giorni passati,
ricordo gli anni lontani.
[7] Un canto nella notte mi ritorna nel cuore:
rifletto e il mio spirito si va interrogando.
[8] Forse Dio ci respingerà per sempre,
non sarà più benevolo con noi?
[9] È forse cessato per sempre il suo amore,
è finita la sua promessa per sempre?
[10] Può Dio aver dimenticato la misericordia,
aver chiuso nell'ira il suo cuore?
[11] E ho detto: "Questo è il mio tormento:
è mutata la destra dell'Altissimo".
[12] Ricordo le gesta del Signore,
ricordo le tue meraviglie di un tempo.
[13] Mi vado ripetendo le tue opere,
considero tutte le tue gesta.
[14] O Dio, santa è la tua via;
quale dio è grande come il nostro Dio?
[15] Tu sei il Dio che opera meraviglie,
manifesti la tua forza fra le genti.
[16] È il tuo braccio che ha salvato il tuo popolo,
i figli di Giacobbe e di Giuseppe.
[17] Ti videro le acque, Dio,
ti videro e ne furono sconvolte;
sussultarono anche gli abissi.
[18] Le nubi rovesciarono acqua,
scoppiò il tuono nel cielo;
le tue saette guizzarono.
[19] Il fragore dei tuoi tuoni nel turbine,
i tuoi fulmini rischiararono il mondo,
la terra tremò e fu scossa.
[20] Sul mare passava la tua via,
i tuoi sentieri sulle grandi acque
e le tue orme rimasero invisibili.
[21] Guidasti come gregge il tuo popolo
per mano di Mosè e di Aronne.
78
[1]
Maskil. Di Asaf.
Popolo mio, porgi l'orecchio al mio insegnamento,
ascolta le parole della mia bocca.
[2] Aprirò la mia bocca in parabole,
rievocherò gli arcani dei tempi antichi.
[3] Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato,
[4] non lo terremo nascosto ai loro figli;
diremo alla generazione futura
le lodi del Signore, la sua potenza
e le meraviglie che egli ha compiuto.
[5] Ha stabilito una testimonianza in Giacobbe,
ha posto una legge in Israele:
ha comandato ai nostri padri
di farle conoscere ai loro figli,
[6] perché le sappia la generazione futura,
i figli che nasceranno.
Anch'essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli
[7] perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma osservino i suoi comandi.
[8] Non siano come i loro padri,
generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante
e dallo spirito infedele a Dio.
[9] I figli di Efraim, valenti tiratori d'arco,
voltarono le spalle nel giorno della lotta.
[10] Non osservarono l'alleanza di Dio,
rifiutando di seguire la sua legge.
[11] Dimenticarono le sue opere,
le meraviglie che aveva loro mostrato.
[12] Aveva fatto prodigi davanti ai loro padri,
nel paese d'Egitto, nei campi di Tanis.
[13] Divise il mare e li fece passare
e fermò le acque come un argine.
[14] Li guidò con una nube di giorno
e tutta la notte con un bagliore di fuoco.
[15] Spaccò le rocce nel deserto
e diede loro da bere come dal grande abisso.
[16] Fece sgorgare ruscelli dalla rupe
e scorrere l'acqua a torrenti.
[17] Eppure continuarono a peccare contro di lui,
a ribellarsi all'Altissimo nel deserto.
[18] Nel loro cuore tentarono Dio,
chiedendo cibo per le loro brame;
[19] mormorarono contro Dio
dicendo: "Potrà forse Dio
preparare una mensa nel deserto?".
[20] Ecco, egli percosse la rupe e ne scaturì acqua,
e strariparono torrenti.
"Potrà forse dare anche pane
o preparare carne al suo popolo?".
[21] All'udirli il Signore ne fu adirato;
un fuoco divampò contro Giacobbe
e l'ira esplose contro Israele,
[22] perché non ebbero fede in Dio
né speranza nella sua salvezza.
[23] Comandò alle nubi dall'alto
e aprì le porte del cielo;
[24] fece piovere su di essi la manna per cibo
e diede loro pane del cielo:
[25] l'uomo mangiò il pane degli angeli,
diede loro cibo in abbondanza.
[26] Scatenò nel cielo il vento d'oriente,
fece spirare l'australe con potenza;
[27] su di essi fece piovere la carne come polvere
e gli uccelli come sabbia del mare;
[28] caddero in mezzo ai loro accampamenti,
tutto intorno alle loro tende.
[29] Mangiarono e furono ben sazi,
li soddisfece nel loro desiderio.
[30] La loro avidità non era ancora saziata,
avevano ancora il cibo in bocca,
[31] quando l'ira di Dio si alzò contro di essi,
facendo strage dei più vigorosi
e abbattendo i migliori d'Israele.
[32] Con tutto questo continuarono a peccare
e non credettero ai suoi prodigi.
[33] Allora dissipò come un soffio i loro giorni
e i loro anni con strage repentina.
[34] Quando li faceva perire, lo cercavano,
ritornavano e ancora si volgevano a Dio;
[35] ricordavano che Dio è loro rupe,
e Dio, l'Altissimo, il loro salvatore;
[36] lo lusingavano con la bocca
e gli mentivano con la lingua;
[37] il loro cuore non era sincero con lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.
[38] Ed egli, pietoso, perdonava la colpa,
li perdonava invece di distruggerli.
Molte volte placò la sua ira
e trattenne il suo furore,
[39] ricordando che essi sono carne,
un soffio che va e non ritorna.
[40] Quante volte si ribellarono a lui nel deserto,
lo contristarono in quelle solitudini!
[41] Sempre di nuovo tentavano Dio,
esasperavano il Santo di Israele.
[42] Non si ricordavano più della sua mano,
del giorno che li aveva liberati dall'oppressore,
[43] quando operò in Egitto i suoi prodigi,
i suoi portenti nei campi di Tanis.
[44] Egli mutò in sangue i loro fiumi
e i loro ruscelli, perché non bevessero.
[45] Mandò tafàni a divorarli
e rane a molestarli.
[46] Diede ai bruchi il loro raccolto,
alle locuste la loro fatica.
[47] Distrusse con la grandine le loro vigne,
i loro sicomori con la brina.
[48] Consegnò alla grandine il loro bestiame,
ai fulmini i loro greggi.
[49] Scatenò contro di essi la sua ira ardente,
la collera, lo sdegno, la tribolazione,
e inviò messaggeri di sventure.
[50] Diede sfogo alla sua ira:
non li risparmiò dalla morte
e diede in preda alla peste la loro vita.
[51] Colpì ogni primogenito in Egitto,
nelle tende di Cam la primizia del loro vigore.
[52] Fece partire come gregge il suo popolo
e li guidò come branchi nel deserto.
[53] Li condusse sicuri e senza paura
e i loro nemici li sommerse il mare.
[54] Li fece salire al suo luogo santo,
al monte conquistato dalla sua destra.
[55] Scacciò davanti a loro i popoli
e sulla loro eredità gettò la sorte,
facendo dimorare nelle loro tende le tribù di Israele.
[56] Ma ancora lo tentarono,
si ribellarono a Dio, l'Altissimo,
non obbedirono ai suoi comandi.
[57] Sviati, lo tradirono come i loro padri,
fallirono come un arco allentato.
[58] Lo provocarono con le loro alture
e con i loro idoli lo resero geloso.
[59] Dio, all'udire, ne fu irritato
e respinse duramente Israele.
[60] Abbandonò la dimora di Silo,
la tenda che abitava tra gli uomini.
[61] Consegnò in schiavitù la sua forza,
la sua gloria in potere del nemico.
[62] Diede il suo popolo in preda alla spada
e contro la sua eredità si accese d'ira.
[63] Il fuoco divorò il fiore dei suoi giovani,
le sue vergini non ebbero canti nuziali.
[64] I suoi sacerdoti caddero di spada
e le loro vedove non fecero lamento.
[65] Ma poi il Signore si destò come da un sonno,
come un prode assopito dal vino.
[66] Colpì alle spalle i suoi nemici,
inflisse loro una vergogna eterna.
[67] Ripudiò le tende di Giuseppe,
non scelse la tribù di Efraim;
[68] ma elesse la tribù di Giuda,
il monte Sion che egli ama.
[69] Costruì il suo tempio alto come il cielo
e come la terra stabile per sempre.
[70] Egli scelse Davide suo servo
e lo trasse dagli ovili delle pecore.
[71] Lo chiamò dal seguito delle pecore madri
per pascere Giacobbe suo popolo,
la sua eredità Israele.
[72] Fu per loro pastore dal cuore integro
e li guidò con mano sapiente.
79
[1]
Salmo. Di Asaf.
O Dio, nella tua eredità sono entrate le nazioni,
hanno profanato il tuo santo tempio,
hanno ridotto in macerie Gerusalemme.
[2] Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli
agli animali selvaggi.
[3] Hanno versato il loro sangue come acqua
intorno a Gerusalemme, e nessuno seppelliva.
[4] Siamo divenuti l'obbrobrio dei nostri vicini,
scherno e ludibrio di chi ci sta intorno.
[5] Fino a quando, Signore, sarai adirato: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia?
[6] Riversa il tuo sdegno sui popoli che non ti riconoscono
e sui regni che non invocano il tuo nome,
[7] perché hanno divorato Giacobbe,
hanno devastato la sua dimora.
[8] Non imputare a noi le colpe dei nostri padri,
presto ci venga incontro la tua misericordia,
poiché siamo troppo infelici.
[9] Aiutaci, Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome,
salvaci e perdona i nostri peccati
per amore del tuo nome.
[10] Perché i popoli dovrebbero dire:
"Dov'è il loro Dio?".
Si conosca tra i popoli, sotto i nostri occhi,
la vendetta per il sangue dei tuoi servi.
[11] Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la potenza della tua mano
salva i votati alla morte.
[12] Fà ricadere sui nostri vicini sette volte
l'affronto con cui ti hanno insultato, Signore.
[13] E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di età in età proclameremo la tua lode.
80
[1] Al
maestro del coro. Su "Giglio del precetto". Di Asaf. Salmo.
[2] Tu, pastore d'Israele, ascolta,
tu che guidi Giuseppe come un gregge.
Assiso sui cherubini rifulgi
[3] davanti a Efraim, Beniamino e Manasse.
Risveglia la tua potenza
e vieni in nostro soccorso.
[4] Rialzaci, Signore, nostro Dio,
fà splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
[5] Signore, Dio degli eserciti,
fino a quando fremerai di sdegno
contro le preghiere del tuo popolo?
[6] Tu ci nutri con pane di lacrime,
ci fai bere lacrime in abbondanza.
[7] Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini,
e i nostri nemici ridono di noi.
[8] Rialzaci, Dio degli eserciti,
fà risplendere il tuo volto e noi saremo salvi.
[9] Hai divelto una vite dall'Egitto,
per trapiantarla hai espulso i popoli.
[10] Le hai preparato il terreno,
hai affondato le sue radici e ha riempito la terra.
[11] La sua ombra copriva le montagne
e i suoi rami i più alti cedri.
[12] Ha esteso i suoi tralci fino al mare
e arrivavano al fiume i suoi germogli.
[13] Perché hai abbattuto la sua cinta
e ogni viandante ne fa vendemmia?
[14] La devasta il cinghiale del bosco
e se ne pasce l'animale selvatico.
[15] Dio degli eserciti, volgiti,
guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
[16] proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato,
il germoglio che ti sei coltivato.
[17] Quelli che l'arsero col fuoco e la recisero,
periranno alla minaccia del tuo volto.
[18] Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
[19] Da te più non ci allontaneremo,
ci farai vivere e invocheremo il tuo nome.
[20] Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti,
fà splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
81
[1] Al
maestro del coro. Su "I torchi...". Di Asaf.
[2] Esultate in Dio, nostra forza,
acclamate al Dio di Giacobbe.
[3] Intonate il canto e suonate il timpano,
la cetra melodiosa con l'arpa.
[4] Suonate la tromba
nel plenilunio, nostro giorno di festa.
[5] Questa è una legge per Israele,
un decreto del Dio di Giacobbe.
[6] Lo ha dato come testimonianza a Giuseppe,
quando usciva dal paese d'Egitto.
Un linguaggio mai inteso io sento:
[7] "Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
[8] Hai gridato a me nell'angoscia
e io ti ho liberato,
avvolto nella nube ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Meriba.
[9] Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire;
Israele, se tu mi ascoltassi!
[10] Non ci sia in mezzo a te un altro dio
e non prostrarti a un dio straniero.
[11] Sono io il Signore tuo Dio,
che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto;
apri la tua bocca, la voglio riempire.
[12] Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce,
Israele non mi ha obbedito.
[13] L'ho abbandonato alla durezza del suo cuore,
che seguisse il proprio consiglio.
[14] Se il mio popolo mi ascoltasse,
se Israele camminasse per le mie vie!
[15] Subito piegherei i suoi nemici
e contro i suoi avversari porterei la mia mano.
[16] I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi
e la loro sorte sarebbe segnata per sempre;
[17] li nutrirei con fiore di frumento,
li sazierei con miele di roccia".
82
[1]
Salmo. Di Asaf.
Dio si alza nell'assemblea divina,
giudica in mezzo agli dei.
[2] "Fino a quando giudicherete iniquamente
e sosterrete la parte degli empi?
[3] Difendete il debole e l'orfano,
al misero e al povero fate giustizia.
[4] Salvate il debole e l'indigente,
liberatelo dalla mano degli empi".
[5] Non capiscono, non vogliono intendere,
avanzano nelle tenebre;
vacillano tutte le fondamenta della terra.
[6] Io ho detto: "Voi siete dei,
siete tutti figli dell'Altissimo".
[7] Eppure morirete come ogni uomo,
cadrete come tutti i potenti.
[8] Sorgi, Dio, a giudicare la terra,
perché a te appartengono tutte le genti.
83
[1]
Canto. Salmo. Di Asaf.
[2] Dio, non darti riposo,
non restare muto e inerte, o Dio.
[3] Vedi: i tuoi avversari fremono
e i tuoi nemici alzano la testa.
[4] Contro il tuo popolo ordiscono trame
e congiurano contro i tuoi protetti.
[5] Hanno detto: "Venite, cancelliamoli come popolo
e più non si ricordi il nome di Israele".
[6] Hanno tramato insieme concordi,
contro di te hanno concluso un'alleanza;
[7] le tende di Edom e gli Ismaeliti,
Moab e gli Agarèni,
[8] Gebal, Ammon e Amalek
la Palestina con gli abitanti di Tiro.
[9] Anche Assur è loro alleato
e ai figli di Lot presta man forte.
[10] Trattali come Madian e Sisara,
come Iabin al torrente di Kison:
[11] essi furono distrutti a Endor,
diventarono concime per la terra.
[12] Rendi i loro principi come Oreb e Zeb,
e come Zebee e Sàlmana tutti i loro capi;
[13] essi dicevano:
"I pascoli di Dio conquistiamoli per noi".
[14] Mio Dio, rendili come turbine,
come pula dispersa dal vento.
[15] Come il fuoco che brucia il bosco
e come la fiamma che divora i monti,
[16] così tu inseguili con la tua bufera
e sconvolgili con il tuo uragano.
[17] Copri di vergogna i loro volti
perché cerchino il tuo nome, Signore.
[18] Restino confusi e turbati per sempre,
siano umiliati, periscano;
[19] sappiano che tu hai nome "Signore",
tu solo sei l'Altissimo su tutta la terra.
84
[1] Al
maestro del coro. Su "I torchi...".
Dei figli di Core. Salmo.
[2] Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
[3] L'anima mia languisce
e brama gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.
[4] Anche il passero trova la casa,
la rondine il nido,
dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari,
Signore degli eserciti, mio re e mio Dio.
[5] Beato chi abita la tua casa:
sempre canta le tue lodi!
[6] Beato chi trova in te la sua forza
e decide nel suo cuore il santo viaggio.
[7] Passando per la valle del pianto
la cambia in una sorgente,
anche la prima pioggia
l'ammanta di benedizioni.
[8] Cresce lungo il cammino il suo vigore,
finché compare davanti a Dio in Sion.
[9] Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l'orecchio, Dio di Giacobbe.
[10] Vedi, Dio, nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.
[11] Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove,
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende degli empi.
[12] Poiché sole e scudo è il Signore Dio;
il Signore concede grazia e gloria,
non rifiuta il bene
a chi cammina con rettitudine.
[13] Signore degli eserciti,
beato l'uomo che in te confida.
85
[1] Al
maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo.
[2] Signore, sei stato buono con la tua terra,
hai ricondotto i deportati di Giacobbe.
[3] Hai perdonato l'iniquità del tuo popolo,
hai cancellato tutti i suoi peccati.
[4] Hai deposto tutto il tuo sdegno
e messo fine alla tua grande ira.
[5] Rialzaci, Dio nostra salvezza,
e placa il tuo sdegno verso di noi.
[6] Forse per sempre sarai adirato con noi,
di età in età estenderai il tuo sdegno?
[7] Non tornerai tu forse a darci vita,
perché in te gioisca il tuo popolo?
[8] Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
[9] Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
[10] La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
[11] Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
[12] La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.
[13] Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
[14] Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza.
86
[1]
Supplica. Di Davide.
Signore, tendi l'orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e infelice.
[2] Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera.
[3] Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
[4] Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, innalzo l'anima mia.
[5] Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca.
[6] Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce della mia supplica.
[7] Nel giorno dell'angoscia alzo a te il mio grido
e tu mi esaudirai.
[8] Fra gli dei nessuno è come te, Signore,
e non c'è nulla che uguagli le tue opere.
[9] Tutti i popoli che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, o Signore,
per dare gloria al tuo nome;
[10] grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.
[11] Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
donami un cuore semplice
che tema il tuo nome.
[12] Ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il cuore
e darò gloria al tuo nome sempre,
[13] perché grande con me è la tua misericordia:
dal profondo degli inferi mi hai strappato.
[14] Mio Dio, mi assalgono gli arroganti,
una schiera di violenti attenta alla mia vita,
non pongono te davanti ai loro occhi.
[15] Ma tu, Signore, Dio di pietà, compassionevole,
lento all'ira e pieno di amore, Dio fedele,
[16] volgiti a me e abbi misericordia:
dona al tuo servo la tua forza,
salva il figlio della tua ancella.
[17] Dammi un segno di benevolenza;
vedano e siano confusi i miei nemici,
perché tu, Signore, mi hai soccorso e consolato.
87
[1] Dei
figli di Core. Salmo. Canto.
Le sue fondamenta sono sui monti santi;
[2] il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
[3] Di te si dicono cose stupende,
città di Dio.
[4] Ricorderò Raab e Babilonia fra quelli che mi conoscono;
ecco, Palestina, Tiro ed Etiopia:
tutti là sono nati.
[5] Si dirà di Sion: "L'uno e l'altro è nato in essa
e l'Altissimo la tiene salda".
[6] Il Signore scriverà nel libro dei popoli:
"Là costui è nato".
[7] E danzando canteranno:
"Sono in te tutte le mie sorgenti".
88
[1]
Canto. Salmo. Dei figli di Core.
Al maestro del coro. Su "Macalat".
Per canto. Maskil. Di Eman l'Ezraita.
[2] Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
[3] Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l'orecchio al mio lamento.
[4] Io sono colmo di sventure,
la mia vita è vicina alla tomba.
[5] Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa,
sono come un morto ormai privo di forza.
[6] È tra i morti il mio giaciglio,
sono come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali tu non conservi il ricordo
e che la tua mano ha abbandonato.
[7] Mi hai gettato nella fossa profonda,
nelle tenebre e nell'ombra di morte.
[8] Pesa su di me il tuo sdegno
e con tutti i tuoi flutti mi sommergi.
[9] Hai allontanato da me i miei compagni,
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo;
[10] si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.
[11] Compi forse prodigi per i morti?
O sorgono le ombre a darti lode?
[12] Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà negli inferi?
[13] Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi,
la tua giustizia nel paese dell'oblio?
[14] Ma io a te, Signore, grido aiuto,
e al mattino giunge a te la mia preghiera.
[15] Perché, Signore, mi respingi,
perché mi nascondi il tuo volto?
[16] Sono infelice e morente dall'infanzia,
sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori.
[17] Sopra di me è passata la tua ira,
i tuoi spaventi mi hanno annientato,
[18] mi circondano come acqua tutto il giorno,
tutti insieme mi avvolgono.
[19] Hai allontanato da me amici e conoscenti,
mi sono compagne solo le tenebre.
89
[1]
Maskil. Di Etan l'Ezraita.
[2] Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
[3] perché hai detto: "La mia grazia rimane per sempre";
la tua fedeltà è fondata nei cieli.
[4] "Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide mio servo:
[5] stabilirò per sempre la tua discendenza,
ti darò un trono che duri nei secoli".
[6] I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,
la tua fedeltà nell'assemblea dei santi.
[7] Chi sulle nubi è uguale al Signore,
chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio?
[8] Dio è tremendo nell'assemblea dei santi,
grande e terribile tra quanti lo circondano.
[9] Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti?
Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona.
[10] Tu domini l'orgoglio del mare,
tu plachi il tumulto dei suoi flutti.
[11] Tu hai calpestato Raab come un vinto,
con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.
[12] Tuoi sono i cieli, tua è la terra,
tu hai fondato il mondo e quanto contiene;
[13] il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati,
il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome.
[14] È potente il tuo braccio,
forte la tua mano, alta la tua destra.
[15] Giustizia e diritto sono la base del tuo trono,
grazia e fedeltà precedono il tuo volto.
[16] Beato il popolo che ti sa acclamare
e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:
[17] esulta tutto il giorno nel tuo nome,
nella tua giustizia trova la sua gloria.
[18] Perché tu sei il vanto della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra potenza.
[19] Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d'Israele.
[20] Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo:
"Ho portato aiuto a un prode,
ho innalzato un eletto tra il mio popolo.
[21] Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l'ho consacrato;
[22] la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.
[23] Su di lui non trionferà il nemico,
né l'opprimerà l'iniquo.
[24] Annienterò davanti a lui i suoi nemici
e colpirò quelli che lo odiano.
[25] La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
[26] Stenderò sul mare la sua mano
e sui fiumi la sua destra.
[27] Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza.
[28] Io lo costituirò mio primogenito,
il più alto tra i re della terra.
[29] Gli conserverò sempre la mia grazia,
la mia alleanza gli sarà fedele.
[30] Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.
[31] Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
[32] se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi,
[33] punirò con la verga il loro peccato
e con flagelli la loro colpa.
[34] Ma non gli toglierò la mia grazia
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
[35] Non violerò la mia alleanza,
non muterò la mia promessa.
[36] Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre:
certo non mentirò a Davide.
[37] In eterno durerà la sua discendenza,
il suo trono davanti a me quanto il sole,
[38] sempre saldo come la luna,
testimone fedele nel cielo".
[39] Ma tu lo hai respinto e ripudiato,
ti sei adirato contro il tuo consacrato;
[40] hai rotto l'alleanza con il tuo servo,
hai profanato nel fango la sua corona.
[41] Hai abbattuto tutte le sue mura
e diroccato le sue fortezze;
[42] tutti i passanti lo hanno depredato,
è divenuto lo scherno dei suoi vicini.
[43] Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali,
hai fatto gioire tutti i suoi nemici.
[44] Hai smussato il filo della sua spada
e non l'hai sostenuto nella battaglia.
[45] Hai posto fine al suo splendore,
hai rovesciato a terra il suo trono.
[46] Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza
e lo hai coperto di vergogna.
[47] Fino a quando, Signore,
continuerai a tenerti nascosto,
arderà come fuoco la tua ira?
[48] Ricorda quant'è breve la mia vita.
Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?
[49] Quale vivente non vedrà la morte,
sfuggirà al potere degli inferi?
[50] Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo,
che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?
[51] Ricorda, Signore, l'oltraggio dei tuoi servi:
porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
[52] con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano,
insultano i passi del tuo consacrato.
[53] Benedetto il Signore in eterno.
Amen, amen.
90
[1]
Preghiera. Di Mosè, uomo di Dio.
Signore, tu sei stato per noi un rifugio
di generazione in generazione.
[2] Prima che nascessero i monti
e la terra e il mondo fossero generati,
da sempre e per sempre tu sei, Dio.
[3] Tu fai ritornare l'uomo in polvere
e dici: "Ritornate, figli dell'uomo".
[4] Ai tuoi occhi, mille anni
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
[5] Li annienti: li sommergi nel sonno;
sono come l'erba che germoglia al mattino:
[6] al mattino fiorisce, germoglia,
alla sera è falciata e dissecca.
[7] Perché siamo distrutti dalla tua ira,
siamo atterritti dal tuo furore.
[8] Davanti a te poni le nostre colpe,
i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto.
[9] Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua ira,
finiamo i nostri anni come un soffio.
[10] Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
ma quasi tutti sono fatica, dolore;
passano presto e noi ci dileguiamo.
[11] Chi conosce l'impeto della tua ira,
tuo sdegno, con il timore a te dovuto?
[12] Insegnaci a contare i nostri giorni
e giungeremo alla sapienza del cuore.
[13] Volgiti, Signore; fino a quando?
Muoviti a pietà dei tuoi servi.
[14] Saziaci al mattino con la tua grazia:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
[15] Rendici la gioia per i giorni di afflizione,
per gli anni in cui abbiamo visto la sventura.
[16] Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e la tua gloria ai loro figli.
[17] Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:
rafforza per noi l'opera delle nostre mani,
l'opera delle nostre mani rafforza.
91
[1] Tu
che abiti al riparo dell'Altissimo
e dimori all'ombra dell'Onnipotente,
[2] dì al Signore: "Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio, in cui confido".
[3] Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
[4] Ti coprirà con le sue penne
sotto le sue ali troverai rifugio.
[5] La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza;
non temerai i terrori della notte
né la freccia che vola di giorno,
[6] la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.
[7] Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua destra;
ma nulla ti potrà colpire.
[8] Solo che tu guardi, con i tuoi occhi
vedrai il castigo degli empi.
[9] Poiché tuo rifugio è il Signore
e hai fatto dell'Altissimo la tua dimora,
[10] non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
[11] Egli darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutti i tuoi passi.
[12] Sulle loro mani ti porteranno
perché non inciampi nella pietra il tuo piede.
[13] Camminerai su aspidi e vipere,
schiaccerai leoni e draghi.
[14] Lo salverò, perché a me si è affidato;
lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome.
[15] Mi invocherà e gli darò risposta;
presso di lui sarò nella sventura,
lo salverò e lo renderò glorioso.
[16] Lo sazierò di lunghi giorni
e gli mostrerò la mia salvezza.
92
[1]
Salmo. Canto. Per il giorno del sabato.
[2] È bello dar lode al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
[3] annunziare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte,
[4] sull'arpa a dieci corde e sulla lira,
con canti sulla cetra.
[5] Poiché mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie,
esulto per l'opera delle tue mani.
[6] Come sono grandi le tue opere, Signore,
quanto profondi i tuoi pensieri!
[7] L'uomo insensato non intende
e lo stolto non capisce:
[8] se i peccatori germogliano come l'erba
e fioriscono tutti i malfattori,
li attende una rovina eterna:
[9] ma tu sei l'eccelso per sempre, o Signore.
[10] Ecco, i tuoi nemici, o Signore,
ecco, i tuoi nemici periranno,
saranno dispersi tutti i malfattori.
[11] Tu mi doni la forza di un bùfalo,
mi cospargi di olio splendente.
[12] I miei occhi disprezzeranno i miei nemici,
e contro gli iniqui che mi assalgono
i miei orecchi udranno cose infauste.
[13] Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
[14] piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.
[15] Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno vegeti e rigogliosi,
[16] per annunziare quanto è retto il Signore:
mia roccia, in lui non c'è ingiustizia.
93
[1] Il
Signore regna, si ammanta di splendore;
il Signore si riveste, si cinge di forza;
rende saldo il mondo, non sarà mai scosso.
[2] Saldo è il tuo trono fin dal principio,
da sempre tu sei.
[3] Alzano i fiumi, Signore,
alzano i fiumi la loro voce,
alzano i fiumi il loro fragore.
[4] Ma più potente delle voci di grandi acque,
più potente dei flutti del mare,
potente nell'alto è il Signore.
[5] Degni di fede sono i tuoi insegnamenti,
la santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.
94
[1] Dio
che fai giustizia, o Signore,
Dio che fai giustizia: mostrati!
[2] Alzati, giudice della terra,
rendi la ricompensa ai superbi.
[3] Fino a quando gli empi, Signore,
fino a quando gli empi trionferanno?
[4] Sparleranno, diranno insolenze,
si vanteranno tutti i malfattori?
[5] Signore, calpestano il tuo popolo,
opprimono la tua eredità.
[6] Uccidono la vedova e il forestiero,
danno la morte agli orfani.
[7] Dicono: "Il Signore non vede,
il Dio di Giacobbe non se ne cura".
[8] Comprendete, insensati tra il popolo,
stolti, quando diventerete saggi?
[9] Chi ha formato l'orecchio, forse non sente?
Chi ha plasmato l'occhio, forse non guarda?
[10] Chi regge i popoli forse non castiga,
lui che insegna all'uomo il sapere?
[11] Il Signore conosce i pensieri dell'uomo:
non sono che un soffio.
[12] Beato l'uomo che tu istruisci, Signore,
e che ammaestri nella tua legge,
[13] per dargli riposo nei giorni di sventura,
finché all'empio sia scavata la fossa.
[14] Perché il Signore non respinge il suo popolo,
la sua eredità non la può abbandonare,
[15] ma il giudizio si volgerà a giustizia,
la seguiranno tutti i retti di cuore.
[16] Chi sorgerà per me contro i malvagi?
Chi starà con me contro i malfattori?
[17] Se il Signore non fosse il mio aiuto,
in breve io abiterei nel regno del silenzio.
[18] Quando dicevo: "Il mio piede vacilla",
la tua grazia, Signore, mi ha sostenuto.
[19] Quand'ero oppresso dall'angoscia,
il tuo conforto mi ha consolato.
[20] Può essere tuo alleato un tribunale iniquo,
che fa angherie contro la legge?
[21] Si avventano contro la vita del giusto,
e condannano il sangue innocente.
[22] Ma il Signore è la mia difesa,
roccia del mio rifugio è il mio Dio;
[23] egli ritorcerà contro di essi la loro malizia,
per la loro perfidia li farà perire,
li farà perire il Signore, nostro Dio.
95
[1]
Venite, applaudiamo al Signore,
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
[2] Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
[3] Poiché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dei.
[4] Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
[5] Suo è il mare, egli l'ha fatto,
le sue mani hanno plasmato la terra.
[6] Venite, prostràti adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
[7] Egli è il nostro Dio,
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
[8] Ascoltate oggi la sua voce:
"Non indurite il cuore,
come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto,
[9] dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere.
[10] Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato,
non conoscono le mie vie;
[11] perciò ho giurato nel mio sdegno:
Non entreranno nel luogo del mio riposo".
96
[1]
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra.
[2] Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunziate di giorno in giorno la sua salvezza.
[3] In mezzo ai popoli raccontate la sua gloria,
a tutte le nazioni dite i suoi prodigi.
[4] Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dei.
[5] Tutti gli dei delle nazioni sono un nulla,
ma il Signore ha fatto i cieli.
[6] Maestà e bellezza sono davanti a lui,
potenza e splendore nel suo santuario.
[7] Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
[8] date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
[9] prostratevi al Signore in sacri ornamenti.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
[10] Dite tra i popoli: "Il Signore regna!".
Sorregge il mondo, perché non vacilli;
giudica le nazioni con rettitudine.
[11] Gioiscano i cieli, esulti la terra,
frema il mare e quanto racchiude;
[12] esultino i campi e quanto contengono,
si rallegrino gli alberi della foresta
[13] davanti al Signore che viene,
perché viene a giudicare la terra.
Giudicherà il mondo con giustizia
e con verità tutte le genti.
97
[1] Il
Signore regna, esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
[2] Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sono la base del suo trono.
[3] Davanti a lui cammina il fuoco
e brucia tutt'intorno i suoi nemici.
[4] Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e sussulta la terra.
[5] I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
[6] I cieli annunziano la sua giustizia
e tutti i popoli contemplano la sua gloria.
[7] Siano confusi tutti gli adoratori di statue
e chi si gloria dei propri idoli.
Si prostrino a lui tutti gli dei!
[8] Ascolta Sion e ne gioisce,
esultano le città di Giuda
per i tuoi giudizi, Signore.
[9] Perché tu sei, Signore,
l'Altissimo su tutta la terra,
tu sei eccelso sopra tutti gli dei.
[10] Odiate il male, voi che amate il Signore:
lui che custodisce la vita dei suoi fedeli
li strapperà dalle mani degli empi.
[11] Una luce si è levata per il giusto,
gioia per i retti di cuore.
[12] Rallegratevi, giusti, nel Signore,
rendete grazie al suo santo nome.
98
[1]
Salmo.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
[2] Il Signore ha manifestato la sua salvezza,
agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.
[3] Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa di Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la salvezza del nostro Dio.
[4] Acclami al Signore tutta la terra,
gridate, esultate con canti di gioia.
[5] Cantate inni al Signore con l'arpa,
con l'arpa e con suono melodioso;
[6] con la tromba e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
[7] Frema il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
[8] I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
[9] davanti al Signore che viene,
che viene a giudicare la terra.
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.
99
[1] Il
Signore regna, tremino i popoli;
siede sui cherubini, si scuota la terra.
[2] Grande è il Signore in Sion,
eccelso sopra tutti i popoli.
[3] Lodino il tuo nome grande e terribile,
perché è santo.
[4] Re potente che ami la giustizia,
tu hai stabilito ciò che è retto,
diritto e giustizia tu eserciti in Giacobbe.
[5] Esaltate il Signore nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi,
perché è santo.
[6] Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuele tra quanti invocano il suo nome:
invocavano il Signore ed egli rispondeva.
[7] Parlava loro da una colonna di nubi:
obbedivano ai suoi comandi
e alla legge che aveva loro dato.
[8] Signore, Dio nostro, tu li esaudivi,
eri per loro un Dio paziente,
pur castigando i loro peccati.
[9] Esaltate il Signore nostro Dio,
prostratevi davanti al suo monte santo,
perché santo è il Signore,
nostro Dio.
100
[1]
Salmo. In rendimento di grazie.
[2] Acclamate al Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
[3] Riconoscete che il Signore è Dio;
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
[4] Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome;
[5] poiché buono è il Signore,
eterna la sua misericordia,
la sua fedeltà per ogni generazione.
101
[1] Di
Davide. Salmo.
Amore e giustizia voglio cantare,
voglio cantare inni a te, o Signore.
[2] Agirò con saggezza nella via dell'innocenza:
quando verrai a me?
Camminerò con cuore integro,
dentro la mia casa.
[3] Non sopporterò davanti ai miei occhi
azioni malvagie;
detesto chi fa il male,
non mi sarà vicino.
[4] Lontano da me il cuore perverso,
il malvagio non lo voglio conoscere.
[5] Chi calunnia in segreto il suo prossimo
io lo farò perire;
chi ha occhi altezzosi e cuore superbo
non lo potrò sopportare.
[6] I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese
perché restino a me vicino:
chi cammina per la via integra
sarà mio servitore.
[7] Non abiterà nella mia casa,
chi agisce con inganno,
chi dice menzogne non starà alla mia presenza.
[8] Sterminerò ogni mattino
tutti gli empi del paese,
per estirpare dalla città del Signore
quanti operano il male.
102
[1]
Preghiera di un afflitto che è stanco
e sfoga dinanzi a Dio la sua angoscia.
[2] Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido.
[3] Non nascondermi il tuo volto;
nel giorno della mia angoscia
piega verso di me l'orecchio.
Quando ti invoco: presto, rispondimi.
[4] Si dissolvono in fumo i miei giorni
e come brace ardono le mie ossa.
[5] Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce,
dimentico di mangiare il mio pane.
[6] Per il lungo mio gemere
aderisce la mia pelle alle mie ossa.
[7] Sono simile al pellicano del deserto,
sono come un gufo tra le rovine.
[8] Veglio e gemo
come uccello solitario sopra un tetto.
[9] Tutto il giorno mi insultano i miei nemici,
furenti imprecano contro il mio nome.
[10] Di cenere mi nutro come di pane,
alla mia bevanda mescolo il pianto,
[11] davanti alla tua collera e al tuo sdegno,
perché mi sollevi e mi scagli lontano.
[12] I miei giorni sono come ombra che declina,
e io come erba inaridisco.
[13] Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo per ogni generazione.
[14] Tu sorgerai, avrai pietà di Sion,
perché è tempo di usarle misericordia:
l'ora è giunta.
[15] Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua rovina.
[16] I popoli temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
[17] quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
[18] Egli si volge alla preghiera del misero
e non disprezza la sua supplica.
[19] Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo nuovo darà lode al Signore.
[20] Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
[21] per ascoltare il gemito del prigioniero,
per liberare i condannati a morte;
[22] perché sia annunziato in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
[23] quando si aduneranno insieme i popoli
e i regni per servire il Signore.
[24] Ha fiaccato per via la mia forza,
ha abbreviato i miei giorni.
[25] Io dico: Mio Dio,
non rapirmi a metà dei miei giorni;
i tuoi anni durano per ogni generazione.
[26] In principio tu hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.
[27] Essi periranno, ma tu rimani,
tutti si logorano come veste,
come un abito tu li muterai
ed essi passeranno.
[28] Ma tu resti lo stesso
e i tuoi anni non hanno fine.
[29] I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
resterà salda davanti a te la loro discendenza.
103
[1] Di
Davide.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
[2] Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.
[3] Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
[4] salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia;
[5] egli sazia di beni i tuoi giorni
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
[6] Il Signore agisce con giustizia
e con diritto verso tutti gli oppressi.
[7] Ha rivelato a Mosè le sue vie,
ai figli d'Israele le sue opere.
[8] Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
[9] Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.
[10] Non ci tratta secondo i nostri peccati,
non ci ripaga secondo le nostre colpe.
[11] Come il cielo è alto sulla terra,
così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;
[12] come dista l'oriente dall'occidente,
così allontana da noi le nostre colpe.
[13] Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
[14] Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
[15] Come l'erba sono i giorni dell'uomo,
come il fiore del campo, così egli fiorisce.
[16] Lo investe il vento e più non esiste
e il suo posto non lo riconosce.
[17] Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
[18] per quanti custodiscono la sua alleanza
e ricordano di osservare i suoi precetti.
[19] Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono
e il suo regno abbraccia l'universo.
[20] Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli,
potenti esecutori dei suoi comandi,
pronti alla voce della sua parola.
[21] Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere,
suoi ministri, che fate il suo volere.
[22] Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in ogni luogo del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia.
104
[1]
Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
[2] avvolto di luce come di un manto.
Tu stendi il cielo come una tenda,
[3] costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento;
[4] fai dei venti i tuoi messaggeri,
delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.
[5] Hai fondato la terra sulle sue basi,
mai potrà vacillare.
[6] L'oceano l'avvolgeva come un manto,
le acque coprivano le montagne.
[7] Alla tua minaccia sono fuggite,
al fragore del tuo tuono hanno tremato.
[8] Emergono i monti, scendono le valli
al luogo che hai loro assegnato.
[9] Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno,
non torneranno a coprire la terra.
[10] Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti;
[11] ne bevono tutte le bestie selvatiche
e gli ònagri estinguono la loro sete.
[12] Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
cantano tra le fronde.
[13] Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.
[14] Fai crescere il fieno per gli armenti
e l'erba al servizio dell'uomo,
perché tragga alimento dalla terra:
[15] il vino che allieta il cuore dell'uomo;
l'olio che fa brillare il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.
[16] Si saziano gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
[17] Là gli uccelli fanno il loro nido
e la cicogna sui cipressi ha la sua casa.
[18] Per i camosci sono le alte montagne,
le rocce sono rifugio per gli iràci.
[19] Per segnare le stagioni hai fatto la luna
e il sole che conosce il suo tramonto.
[20] Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie della foresta;
[21] ruggiscono i leoncelli in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.
[22] Sorge il sole, si ritirano
e si accovacciano nelle tane.
[23] Allora l'uomo esce al suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.
[24] Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
[25] Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.
[26] Lo solcano le navi,
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.
[27] Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
[28] Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.
[29] Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
[30] Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.
[31] La gloria del Signore sia per sempre;
gioisca il Signore delle sue opere.
[32] Egli guarda la terra e la fa sussultare,
tocca i monti ed essi fumano.
[33] Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare al mio Dio finché esisto.
[34] A lui sia gradito il mio canto;
la mia gioia è nel Signore.
[35] Scompaiano i peccatori dalla terra
e più non esistano gli empi.
Benedici il Signore, anima mia.
105
[1]
Alleluia.
Lodate il Signore e invocate il suo nome,
proclamate tra i popoli le sue opere.
[2] Cantate a lui canti di gioia,
meditate tutti i suoi prodigi.
[3] Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
[4] Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
[5] Ricordate le meraviglie che ha compiute,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca:
[6] voi stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
[7] È lui il Signore, nostro Dio,
su tutta la terra i suoi giudizi.
[8] Ricorda sempre la sua alleanza:
parola data per mille generazioni,
[9] l'alleanza stretta con Abramo
e il suo giuramento ad Isacco.
[10] La stabilì per Giacobbe come legge,
come alleanza eterna per Israele:
[11] "Ti darò il paese di Cànaan
come eredità a voi toccata in sorte".
[12] Quando erano in piccolo numero,
pochi e forestieri in quella terra,
[13] e passavano di paese in paese,
da un regno ad un altro popolo,
[14] non permise che alcuno li opprimesse
e castigò i re per causa loro:
[15] "Non toccate i miei consacrati,
non fate alcun male ai miei profeti".
[16] Chiamò la fame sopra quella terra
e distrusse ogni riserva di pane.
[17] Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe, venduto come schiavo.
[18] Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
[19] finché si avverò la sua predizione
e la parola del Signore gli rese giustizia.
[20] Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
[21] lo pose signore della sua casa,
capo di tutti i suoi averi,
[22] per istruire i capi secondo il suo giudizio
e insegnare la saggezza agli anziani.
[23] E Israele venne in Egitto,
Giacobbe visse nel paese di Cam come straniero.
[24] Ma Dio rese assai fecondo il suo popolo,
lo rese più forte dei suoi nemici.
[25] Mutò il loro cuore
e odiarono il suo popolo,
contro i suoi servi agirono con inganno
[26] Mandò Mosè suo servo
e Aronne che si era scelto.
[27] Compì per mezzo loro i segni promessi
e nel paese di Cam i suoi prodigi.
[28] Mandò le tenebre e si fece buio,
ma resistettero alle sue parole.
[29] Cambiò le loro acque in sangue
e fece morire i pesci.
[30] Il loro paese brulicò di rane
fino alle stanze dei loro sovrani.
[31] Diede un ordine e le mosche vennero a sciami
e le zanzare in tutto il loro paese.
[32] Invece delle piogge mandò loro la grandine,
vampe di fuoco sul loro paese.
[33] Colpì le loro vigne e i loro fichi,
schiantò gli alberi della loro terra.
[34] Diede un ordine e vennero le locuste
e bruchi senza numero;
[35] divorarono tutta l'erba del paese
e distrussero il frutto del loro suolo.
[36] Colpì nel loro paese ogni primogenito,
tutte le primizie del loro vigore.
[37] Fece uscire il suo popolo con argento e oro,
fra le tribù non c'era alcun infermo.
[38] L'Egitto si rallegrò della loro partenza
perché su di essi era piombato il terrore.
[39] Distese una nube per proteggerli
e un fuoco per illuminarli di notte.
[40] Alla loro domanda fece scendere le quaglie
e li saziò con il pane del cielo.
[41] Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque,
scorrevano come fiumi nel deserto,
[42] perché ricordò la sua parola santa
data ad Abramo suo servo.
[43] Fece uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
[44] Diede loro le terre dei popoli,
ereditarono la fatica delle genti,
[45] perché custodissero i suoi decreti
e obbedissero alle sue leggi.
Alleluia.
106
[1]
Alleluia.
Celebrate il Signore, perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
[2] Chi può narrare i prodigi del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?
[3] Beati coloro che agiscono con giustizia
e praticano il diritto in ogni tempo.
[4] Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo,
visitaci con la tua salvezza,
[5] perché vediamo la felicità dei tuoi eletti,
godiamo della gioia del tuo popolo,
ci gloriamo con la tua eredità.
[6] Abbiamo peccato come i nostri padri,
abbiamo fatto il male, siamo stati empi.
[7] I nostri padri in Egitto
non compresero i tuoi prodigi,
non ricordarono tanti tuoi benefici
e si ribellarono presso il mare, presso il mar Rosso.
[8] Ma Dio li salvò per il suo nome,
per manifestare la sua potenza.
[9] Minacciò il mar Rosso e fu disseccato,
li condusse tra i flutti come per un deserto;
[10] li salvò dalla mano di chi li odiava,
li riscattò dalla mano del
nemico.
[11] L'acqua sommerse i loro avversari;
nessuno di essi sopravvisse.
[12] Allora credettero alle sue parole
e cantarono la sua lode.
[13] Ma presto dimenticarono le sue opere,
non ebbero fiducia nel suo disegno,
[14] arsero di brame nel deserto,
e tentarono Dio nella steppa.
[15] Concesse loro quanto domandavano
e saziò la loro ingordigia.
[16] Divennero gelosi di Mosè negli accampamenti,
e di Aronne, il consacrato del Signore.
[17] Allora si aprì la terra e inghiottì Datan,
e seppellì l'assemblea di Abiron.
[18] Divampò il fuoco nella loro fazione
e la fiamma divorò i ribelli.
[19] Si fabbricarono un vitello sull'Oreb,
si prostrarono a un'immagine di metallo fuso;
[20] scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia fieno.
[21] Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
[22] prodigi nel paese di Cam,
cose terribili presso il mar Rosso.
[23] E aveva già deciso di sterminarli,
se Mosè suo eletto
non fosse stato sulla breccia di fronte a lui,
per stornare la sua collera dallo sterminio.
[24] Rifiutarono un paese di delizie,
non credettero alla sua parola.
[25] Mormorarono nelle loro tende,
non ascoltarono la voce del Signore.
[26] Egli alzò la mano su di loro
giurando di abbatterli nel deserto,
[27] di disperdere i loro discendenti tra le genti
e disseminarli per il paese.
[28] Si asservirono a Baal-Peor
e mangiarono i sacrifici dei morti,
[29] provocarono Dio con tali azioni
e tra essi scoppiò una pestilenza.
[30] Ma Finees si alzò e si fece giudice,
allora cessò la peste
[31] e gli fu computato a giustizia
presso ogni generazione, sempre.
[32] Lo irritarono anche alle acque di Meriba
e Mosè fu punito per causa loro,
[33] perché avevano inasprito l'animo suo
ed egli disse parole insipienti.
[34] Non sterminarono i popoli
come aveva ordinato il Signore,
[35] ma si mescolarono con le nazioni
e impararono le opere loro.
[36] Servirono i loro idoli
e questi furono per loro un tranello.
[37] Immolarono i loro figli
e le loro figlie agli dei falsi.
[38] Versarono sangue innocente,
il sangue dei figli e delle figlie
sacrificati agli idoli di Cànaan;
la terra fu profanata dal sangue,
[39] si contaminarono con le opere loro,
si macchiarono con i loro misfatti.
[40] L'ira del Signore si accese contro il suo popolo,
ebbe in orrore il suo possesso;
[41] e li diede in balìa dei popoli,
li dominarono i loro avversari,
[42] li oppressero i loro nemici
e dovettero piegarsi sotto la loro mano.
[43] Molte volte li aveva liberati;
ma essi si ostinarono nei loro disegni
e per le loro iniquità furono abbattuti.
[44] Pure, egli guardò alla loro angoscia
quando udì il loro grido.
[45] Si ricordò della sua alleanza con loro,
si mosse a pietà per il suo grande amore.
[46] Fece loro trovare grazia
presso quanti li avevano deportati.
[47] Salvaci, Signore Dio nostro,
e raccoglici di mezzo ai popoli,
perché proclamiamo il tuo santo nome
e ci gloriamo della tua lode.
[48] Benedetto il Signore, Dio d'Israele
da sempre, per sempre.
Tutto il popolo dica: Amen.
107
[1]
Alleluia.
Celebrate il Signore perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
[2] Lo dicano i riscattati del Signore,
che egli liberò dalla mano del nemico
[3] e radunò da tutti i paesi,
dall'oriente e dall'occidente,
dal settentrione e dal mezzogiorno.
[4] Vagavano nel deserto, nella steppa,
non trovavano il cammino per una città dove abitare.
[5] Erano affamati e assetati,
veniva meno la loro vita.
[6] Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
[7] Li condusse sulla via retta,
perché camminassero verso una città dove abitare.
[8] Ringrazino il Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi a favore degli uomini;
[9] poiché saziò il desiderio dell'assetato,
e l'affamato ricolmò di beni.
[10] Abitavano nelle tenebre e nell'ombra di morte,
prigionieri della miseria e dei ceppi,
[11] perché si erano ribellati alla parola di Dio
e avevano disprezzato il disegno dell'Altissimo.
[12] Egli piegò il loro cuore sotto le sventure;
cadevano e nessuno li aiutava.
[13] Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
[14] Li fece uscire dalle tenebre e dall'ombra di morte
e spezzò le loro catene.
[15] Ringrazino il Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi a favore degli uomini;
[16] perché ha infranto le porte di bronzo
e ha spezzato le barre di ferro.
[17] Stolti per la loro iniqua condotta,
soffrivano per i loro misfatti;
[18] rifiutavano ogni nutrimento
e già toccavano le soglie della morte.
[19] Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
[20] Mandò la sua parola e li fece guarire,
li salvò dalla distruzione.
[21] Ringrazino il Signore per la sua misericordia
e per i suoi prodigi a favore degli uomini.
[22] Offrano a lui sacrifici di lode,
narrino con giubilo le sue opere.
[23] Coloro che solcavano il mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
[24] videro le opere del Signore,
i suoi prodigi nel mare profondo.
[25] Egli parlò e fece levare
un vento burrascoso che sollevò i suoi flutti.
[26] Salivano fino al cielo,
scendevano negli abissi;
la loro anima languiva nell'affanno.
[27] Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi,
tutta la loro perizia era svanita.
[28] Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
[29] Ridusse la tempesta alla calma,
tacquero i flutti del mare.
[30] Si rallegrarono nel vedere la bonaccia
ed egli li condusse al porto sospirato.
[31] Ringrazino il Signore per la sua misericordia
e per i suoi prodigi a favore degli uomini.
[32] Lo esaltino nell'assemblea del popolo,
lo lodino nel consesso degli anziani.
[33] Ridusse i fiumi a deserto,
a luoghi aridi le fonti d'acqua
[34] e la terra fertile a palude
per la malizia dei suoi abitanti.
[35] Ma poi cambiò il deserto in lago,
e la terra arida in sorgenti d'acqua.
[36] Là fece dimorare gli affamati
ed essi fondarono una città dove
abitare.
[37] Seminarono campi e piantarono vigne,
e ne raccolsero frutti abbondanti.
[38] Li benedisse e si moltiplicarono,
non lasciò diminuire il loro bestiame.
[39] Ma poi, ridotti a pochi, furono abbattuti,
perché oppressi dalle sventure e dal dolore.
[40] Colui che getta il disprezzo sui potenti,
li fece vagare in un deserto senza strade.
[41] Ma risollevò il povero dalla miseria
e rese le famiglie numerose come greggi.
[42] Vedono i giusti e ne gioiscono
e ogni iniquo chiude la sua bocca.
[43] Chi è saggio osservi queste cose
e comprenderà la bontà del Signore.
108
[1]
Canto. Salmo. Di Davide.
[2] Saldo è il mio cuore, Dio,
saldo è il mio cuore:
voglio cantare inni, anima mia.
[3] Svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l'aurora.
[4] Ti loderò tra i popoli, Signore,
a te canterò inni tra le genti,
[5] perché la tua bontà è grande fino ai cieli
e la tua verità fino alle nubi.
[6] Innàlzati, Dio, sopra i cieli,
su tutta la terra la tua gloria.
[7] Perché siano liberati i tuoi amici,
[8] Dio ha parlato nel suo santuario:
"Esulterò, voglio dividere Sichem
e misurare la valle di Succot;
[9] mio è Gàlaad, mio Manasse,
Efraim è l'elmo del mio capo,
Giuda il mio scettro.
[10] Moab è il catino per lavarmi,
sull'Idumea getterò i miei sandali,
sulla Filistea canterò vittoria".
[11] Chi mi guiderà alla città fortificata,
chi mi condurrà fino all'Idumea?
[12] Non forse tu, Dio, che ci hai respinti
e più non esci, Dio, con i nostri eserciti?
[13] Contro il nemico portaci soccorso,
poiché vana è la salvezza dell'uomo.
[14] Con Dio noi faremo cose grandi
ed egli annienterà chi ci opprime.
109
[1] Al
maestro del coro. Di Davide. Salmo.
Dio della mia lode, non tacere,
[2] poiché contro di me si sono aperte
la bocca dell'empio e dell'uomo di frode;
parlano di me con lingua di menzogna.
[3] Mi investono con parole di odio,
mi combattono senza motivo.
[4] In cambio del mio amore mi muovono accuse,
mentre io sono in preghiera.
[5] Mi rendono male per bene
e odio in cambio di amore.
[6] Suscita un empio contro di lui
e un accusatore stia alla sua destra.
[7] Citato in giudizio, risulti colpevole
e il suo appello si risolva in condanna.
[8] Pochi siano i suoi giorni
e il suo posto l'occupi un altro.
[9] I suoi figli rimangano orfani
e vedova sua moglie.
[10] Vadano raminghi i suoi figli, mendicando,
siano espulsi dalle loro case in rovina.
[11] L'usuraio divori tutti i suoi averi
e gli estranei faccian preda del suo lavoro.
[12] Nessuno gli usi misericordia,
nessuno abbia pietà dei suoi orfani.
[13] La sua discendenza sia votata allo sterminio,
nella generazione che segue sia cancellato il suo nome.
[14] L'iniquità dei suoi padri sia ricordata al Signore,
il peccato di sua madre non sia mai cancellato.
[15] Siano davanti al Signore sempre
ed egli disperda dalla terra il loro ricordo.
[16] Perché ha rifiutato di usare misericordia
e ha perseguitato il misero e l'indigente,
per far morire chi è affranto di cuore.
[17] Ha amato la maledizione: ricada su di lui!
Non ha voluto la benedizione: da lui si allontani!
[18] Si è avvolto di maledizione come di un mantello:
è penetrata come acqua nel suo intimo
e come olio nelle sue ossa.
[19] Sia per lui come vestito che lo avvolge,
come cintura che sempre lo cinge.
[20] Sia questa da parte del Signore
la ricompensa per chi mi accusa,
per chi dice male contro la mia vita.
[21] Ma tu, Signore Dio,
agisci con me secondo il tuo nome:
salvami, perché buona è la tua grazia.
[22] Io sono povero e infelice
e il mio cuore è ferito nell'intimo.
[23] Scompaio come l'ombra che declina,
sono sbattuto come una locusta.
[24] Le mie ginocchia vacillano per il digiuno,
il mio corpo è scarno e deperisce.
[25] Sono diventato loro oggetto di scherno,
quando mi vedono scuotono il capo.
[26] Aiutami, Signore mio Dio,
salvami per il tuo amore.
[27] Sappiano che qui c'è la tua mano:
tu, Signore, tu hai fatto questo.
[28] Maledicano essi, ma tu benedicimi;
insorgano quelli e arrossiscano,
ma il tuo servo sia nella gioia.
[29] Sia coperto di infamia chi mi accusa
e sia avvolto di vergogna come d'un mantello.
[30] Alta risuoni sulle mie labbra la lode del Signore,
lo esalterò in una grande assemblea;
[31] poiché si è messo alla destra del povero
per salvare dai giudici la sua vita.
110
[1] Di
Davide. Salmo.
Oracolo del Signore al mio Signore:
"Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi".
[2] Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
"Domina in mezzo ai tuoi nemici.
[3] A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell'aurora,
come rugiada, io ti ho generato".
[4] Il Signore ha giurato
e non si pente:
"Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchisedek".
[5] Il Signore è alla tua destra,
annienterà i re nel giorno della sua ira.
[6] Giudicherà i popoli:
in mezzo a cadaveri
ne stritolerà la testa su vasta terra.
[7] Lungo il cammino si disseta al torrente
e solleva alta la testa.
111
[1]
Alleluia.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
nel consesso dei giusti e nell'assemblea.
[2] Grandi le opere del Signore,
le contemplino coloro che le amano.
[3] Le sue opere sono splendore di bellezza,
la sua giustizia dura per sempre.
[4] Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:
pietà e tenerezza è il Signore.
[5] Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.
[6] Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l'eredità delle genti.
[7] Le opere delle sue mani sono verità e giustizia,
stabili sono tutti i suoi comandi,
[8] immutabili nei secoli, per sempre,
eseguiti con fedeltà e rettitudine.
[9] Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
[10] Santo e terribile il suo nome.
Principio della saggezza è il timore del Signore,
saggio è colui che gli è fedele;
la lode del Signore è senza fine.
112
[1]
Alleluia.
Beato l'uomo che teme il Signore
e trova grande gioia nei suoi comandamenti.
[2] Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza dei giusti sarà benedetta.
[3] Onore e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
[4] Spunta nelle tenebre come luce per i giusti,
buono, misericordioso e giusto.
[5] Felice l'uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
[6] Egli non vacillerà in eterno:
Il giusto sarà sempre ricordato.
[7] Non temerà annunzio di sventura,
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
[8] Sicuro è il suo cuore, non teme,
finché trionferà dei suoi nemici.
[9] Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua potenza s'innalza nella gloria.
[10] L'empio vede e si adira,
digrigna i denti e si consuma.
Ma il desiderio degli empi fallisce.
113
[1]
Alleluia.
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
[2] Sia benedetto il nome del Signore,
ora e sempre.
[3] Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
[4] Su tutti i popoli eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
[5] Chi è pari al Signore nostro Dio
che siede nell'alto
[6] e si china a guardare
nei cieli e sulla terra?
[7] Solleva l'indigente dalla polvere,
dall'immondizia rialza il povero,
[8] per farlo sedere tra i principi,
tra i principi del suo popolo.
[9] Fa abitare la sterile nella sua casa
quale madre gioiosa di figli.
114
[1]
Alleluia.
Quando Israele uscì dall'Egitto,
la casa di Giacobbe da un popolo barbaro,
[2] Giuda divenne il suo santuario,
Israele il suo dominio.
[3] Il mare vide e si ritrasse,
il Giordano si volse indietro,
[4] i monti saltellarono come arieti,
le colline come agnelli di un gregge.
[5] Che hai tu, mare, per fuggire,
e tu, Giordano, perché torni indietro?
[6] Perché voi monti saltellate come arieti
e voi colline come agnelli di un gregge?
[7] Trema, o terra, davanti al Signore,
davanti al Dio di Giacobbe,
[8] che muta la rupe in un lago,
la roccia in sorgenti d'acqua.
115
[1] Non
a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome dà gloria,
per la tua fedeltà, per la tua grazia.
[2] Perché i popoli dovrebbero dire:
"Dov'è il loro Dio?".
[3] Il nostro Dio è nei cieli,
egli opera tutto ciò che vuole.
[4] Gli idoli delle genti sono argento e oro,
opera delle mani dell'uomo.
[5] Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
[6] hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.
[7] Hanno mani e non palpano,
hanno piedi e non camminano;
dalla gola non emettono suoni.
[8] Sia come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida.
[9] Israele confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
[10] Confida nel Signore la casa di Aronne:
egli è loro aiuto e loro scudo.
[11] Confida nel Signore, chiunque lo teme:
egli è loro aiuto e loro scudo.
[12] Il Signore si ricorda di noi, ci benedice:
benedice la casa d'Israele,
benedice la casa di Aronne.
[13] Il Signore benedice quelli che lo temono,
benedice i piccoli e i grandi.
[14] Vi renda fecondi il Signore,
voi e i vostri figli.
[15] Siate benedetti dal Signore
che ha fatto cielo e terra.
[16] I cieli sono i cieli del Signore,
ma ha dato la terra ai figli dell'uomo.
[17] Non i morti lodano il Signore,
né quanti scendono nella tomba.
[18] Ma noi, i viventi, benediciamo il Signore
ora e sempre.
116
[1]
Alleluia. Amo il Signore perché ascolta
il grido della mia preghiera.
[2] Verso di me ha teso l'orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.
[3] Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi.
Mi opprimevano tristezza e angoscia
[4] e ho invocato il nome del Signore:
"Ti prego, Signore, salvami".
[5] Buono e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
[6] Il Signore protegge gli umili:
ero misero ed egli mi ha salvato.
[7] Ritorna, anima mia, alla tua pace,
poiché il Signore ti ha beneficato;
[8] egli mi ha sottratto dalla morte,
ha liberato i miei occhi dalle lacrime,
ha preservato i miei piedi dalla caduta.
[9] Camminerò alla presenza del Signore
sulla terra dei viventi.
[10] Alleluia.
Ho creduto anche quando dicevo:
"Sono troppo infelice".
[11] Ho detto con sgomento:
"Ogni uomo è inganno".
[12] Che cosa renderò al Signore
per quanto mi ha dato?
[13] Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
[14] Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
[15] Preziosa agli occhi del Signore
è la morte dei suoi fedeli.
[16] Sì, io sono il tuo servo, Signore,
io sono tuo servo, figlio della tua ancella;
hai spezzato le mie catene.
[17] A te offrirò sacrifici di lode
e invocherò il nome del Signore.
[18] Adempirò i miei voti al Signore
e davanti a tutto il suo popolo,
[19] negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.
117
[1]
Alleluia.
Lodate il Signore, popoli tutti,
voi tutte, nazioni, dategli gloria;
[2] perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura in eterno.
118
[1]
Alleluia.
Celebrate il Signore, perché è buono;
perché eterna è la sua misericordia.
[2] Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia.
[3] Lo dica la casa di Aronne:
eterna è la sua misericordia.
[4] Lo dica chi teme Dio:
eterna è la sua misericordia.
[5] Nell'angoscia ho gridato al Signore,
mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo.
[6] Il Signore è con me, non ho timore;
che cosa può farmi l'uomo?
[7] Il Signore è con me, è mio aiuto,
sfiderò i miei nemici.
[8] È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell'uomo.
[9] È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.
[10] Tutti i popoli mi hanno circondato,
ma nel nome del Signore li ho sconfitti.
[11] Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato,
ma nel nome del Signore li ho sconfitti.
[12] Mi hanno circondato come api,
come fuoco che divampa tra le spine,
ma nel nome del Signore li ho sconfitti.
[13] Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato mio aiuto.
[14] Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
[15] Grida di giubilo e di vittoria,
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto meraviglie,
[16] la destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto meraviglie.
[17] Non morirò, resterò in vita
e annunzierò le opere del Signore.
[18] Il Signore mi ha provato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.
[19] Apritemi le porte della giustizia:
voglio entrarvi e rendere grazie al Signore.
[20] È questa la porta del Signore,
per essa entrano i giusti.
[21] Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito,
perché sei stato la mia salvezza.
[22] La pietra scartata dai costruttori
è divenuta testata d'angolo;
[23] ecco l'opera del Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
[24] Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo in esso.
[25] Dona, Signore, la tua salvezza,
dona, Signore, la vittoria!
[26] Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore;
[27] Dio, il Signore è nostra luce.
Ordinate il corteo con rami frondosi
fino ai lati dell'altare.
[28] Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
[29] Celebrate il Signore, perché è buono:
perché eterna è la sua misericordia.
119
[1]
Alleluia.
Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
[2] Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
[3] Non commette ingiustizie,
cammina per le sue vie.
[4] Tu hai dato i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.
[5] Siano diritte le mie vie,
nel custodire i tuoi decreti.
[6] Allora non dovrò arrossire
se avrò obbedito ai tuoi comandi.
[7] Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le tue giuste sentenze.
[8] Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.
[9] Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
[10] Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
[11] Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
[12] Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
[13] Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
[14] Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
[15] Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
[16] Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.
[17] Sii buono con il tuo servo e avrò vita,
custodirò la tua parola.
[18] Aprimi gli occhi perché io veda
le meraviglie della tua legge.
[19] Io sono straniero sulla terra,
non nascondermi i tuoi comandi.
[20] Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi precetti in ogni tempo.
[21] Tu minacci gli orgogliosi;
maledetto chi devìa dai tuoi decreti.
[22] Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho osservato le tue leggi.
[23] Siedono i potenti, mi calunniano,
ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
[24] Anche i tuoi ordini sono la mia gioia,
miei consiglieri i tuoi precetti.
[25] Io sono prostrato nella polvere;
dammi vita secondo la tua parola.
[26] Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto;
insegnami i tuoi voleri.
[27] Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò i tuoi prodigi.
[28] Io piango nella tristezza;
sollevami secondo la tua promessa.
[29] Tieni lontana da me la via della menzogna,
fammi dono della tua legge.
[30] Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
[31] Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore,
che io non resti confuso.
[32] Corro per la via dei tuoi comandamenti,
perché hai dilatato il mio cuore.
[33] Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la seguirò sino alla fine.
[34] Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
[35] Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia.
[36] Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso la sete del guadagno.
[37] Distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
[38] Con il tuo servo sii fedele alla parola
che hai data, perché ti si tema.
[39] Allontana l'insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
[40] Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.
[41] Venga a me, Signore, la tua grazia,
la tua salvezza secondo la tua promessa;
[42] a chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola.
[43] Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera,
perché confido nei tuoi giudizi.
[44] Custodirò la tua legge per sempre,
nei secoli, in eterno.
[45] Sarò sicuro nel mio cammino,
perché ho ricercato i tuoi voleri.
[46] Davanti ai re parlerò della tua alleanza
senza temere la vergogna.
[47] Gioirò per i tuoi comandi
che ho amati.
[48] Alzerò le mani ai tuoi precetti che amo,
mediterò le tue leggi.
[49] Ricorda la promessa fatta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
[50] Questo mi consola nella miseria:
la tua parola mi fa vivere.
[51] I superbi mi insultano aspramente,
ma non devìo dalla tua legge.
[52] Ricordo i tuoi giudizi di un tempo, Signore,
e ne sono consolato.
[53] M'ha preso lo sdegno contro gli empi
che abbandonano la tua legge.
[54] Sono canti per me i tuoi precetti,
nella terra del mio pellegrinaggio.
[55] Ricordo il tuo nome lungo la notte
e osservo la tua legge, Signore.
[56] Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti.
[57] La mia sorte, ho detto, Signore,
è custodire le tue parole.
[58] Con tutto il cuore ti ho supplicato,
fammi grazia secondo la tua promessa.
[59] Ho scrutato le mie vie,
ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti.
[60] Sono pronto e non voglio tardare
a custodire i tuoi decreti.
[61] I lacci degli empi mi hanno avvinto,
ma non ho dimenticato la tua legge.
[62] Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode
per i tuoi giusti decreti.
[63] Sono amico di coloro che ti sono fedeli
e osservano i tuoi precetti.
[64] Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami il tuo volere.
[65] Hai fatto il bene al tuo servo, Signore,
secondo la tua parola.
[66] Insegnami il senno e la saggezza,
perché ho fiducia nei tuoi comandamenti.
[67] Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua parola.
[68] Tu sei buono e fai il bene,
insegnami i tuoi decreti.
[69] Mi hanno calunniato gli insolenti,
ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti.
[70] Torpido come il grasso è il loro cuore,
ma io mi diletto della tua legge.
[71] Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari ad obbedirti.
[72] La legge della tua bocca mi è preziosa
più di mille pezzi d'oro e d'argento.
[73] Le tue mani mi hanno fatto e plasmato;
fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
[74] I tuoi fedeli al vedermi avranno gioia,
perché ho sperato nella tua parola.
[75] Signore, so che giusti sono i tuoi giudizi
e con ragione mi hai umiliato.
[76] Mi consoli la tua grazia,
secondo la tua promessa al tuo servo.
[77] Venga su di me la tua misericordia e avrò vita,
poiché la tua legge è la mia gioia.
[78] Siano confusi i superbi che a torto mi opprimono;
io mediterò la tua legge.
[79] Si volgano a me i tuoi fedeli
e quelli che conoscono i tuoi insegnamenti.
[80] Sia il mio cuore integro nei tuoi precetti,
perché non resti confuso.
[81] Mi consumo nell'attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
[82] Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa,
mentre dico: "Quando mi darai conforto?".
[83] Io sono come un otre esposto al fumo,
ma non dimentico i tuoi insegnamenti.
[84] Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando farai giustizia dei miei persecutori?
[85] Mi hanno scavato fosse gli insolenti
che non seguono la tua legge.
[86] Verità sono tutti i tuoi comandi;
a torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto.
[87] Per poco non mi hanno bandito dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
[88] Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò le parole della tua bocca.
[89] La tua parola, Signore,
è stabile come il cielo.
[90] La tua fedeltà dura per ogni generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
[91] Per tuo decreto tutto sussiste fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
[92] Se la tua legge non fosse la mia gioia,
sarei perito nella mia miseria.
[93] Mai dimenticherò i tuoi precetti:
per essi mi fai vivere.
[94] Io sono tuo: salvami,
perché ho cercato il tuo volere.
[95] Gli empi mi insidiano per rovinarmi,
ma io medito i tuoi insegnamenti.
[96] Di ogni cosa perfetta ho visto il limite,
ma la tua legge non ha confini.
[97] Quanto amo la tua legge, Signore;
tutto il giorno la vado meditando.
[98] Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici,
perché sempre mi accompagna.
[99] Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
[100] Ho più senno degli anziani,
perché osservo i tuoi precetti.
[101] Tengo lontano i miei passi da ogni via di male,
per custodire la tua parola.
[102] Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.
[103] Quanto sono dolci al mio palato le tue parole:
più del miele per la mia bocca.
[104] Dai tuoi decreti ricevo intelligenza,
per questo odio ogni via di menzogna.
[105] Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
[106] Ho giurato, e lo confermo,
di custodire i tuoi precetti di giustizia.
[107] Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
[108] Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
[109] La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
[110] Gli empi mi hanno teso i loro lacci,
ma non ho deviato dai tuoi precetti.
[111] Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
sono essi la gioia del mio cuore.
[112] Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti,
in essi è la mia ricompensa per sempre.
[113] Detesto gli animi incostanti,
io amo la tua legge.
[114] Tu sei mio rifugio e mio scudo,
spero nella tua parola.
[115] Allontanatevi da me o malvagi,
osserverò i precetti del mio Dio.
[116] Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita,
non deludermi nella mia speranza.
[117] Sii tu il mio aiuto e sarò salvo,
gioirò sempre nei tuoi precetti.
[118] Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti,
perché la sua astuzia è fallace.
[119] Consideri scorie tutti gli empi della terra,
perciò amo i tuoi insegnamenti.
[120] Tu fai fremere di spavento la mia carne,
io temo i tuoi giudizi.
[121] Ho agito secondo diritto e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
[122] Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano i superbi.
[123] I miei occhi si consumano nell'attesa della tua salvezza
e della tua parola di giustizia.
[124] Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi comandamenti.
[125] Io sono tuo servo, fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
[126] È tempo che tu agisca, Signore;
hanno violato la tua legge.
[127] Perciò amo i tuoi comandamenti
più dell'oro, più dell'oro fino.
[128] Per questo tengo cari i tuoi precetti
e odio ogni via di menzogna.
[129] Meravigliosa è la tua alleanza,
per questo le sono fedele.
[130] La tua parola nel rivelarsi illumina,
dona saggezza ai semplici.
[131] Apro anelante la bocca,
perché desidero i tuoi comandamenti.
[132] Volgiti a me e abbi misericordia,
tu che sei giusto per chi ama il tuo nome.
[133] Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola
e su di me non prevalga il male.
[134] Salvami dall'oppressione dell'uomo
e obbedirò ai tuoi precetti.
[135] Fà risplendere il volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi comandamenti.
[136] Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché non osservano la tua legge.
[137] Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi.
[138] Con giustizia hai ordinato le tue leggi
e con fedeltà grande.
[139] Mi divora lo zelo della tua casa,
perché i miei nemici dimenticano le tue parole.
[140] Purissima è la tua parola,
il tuo servo la predilige.
[141] Io sono piccolo e disprezzato,
ma non trascuro i tuoi precetti.
[142] La tua giustizia è giustizia eterna
e verità è la tua legge.
[143] Angoscia e affanno mi hanno colto,
ma i tuoi comandi sono la mia gioia.
[144] Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre,
fammi comprendere e avrò la vita.
[145] T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
[146] Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
[147] Precedo l'aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
[148] I miei occhi prevengono le veglie
per meditare sulle tue promesse.
[149] Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
[150] A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
[151] Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
[152] Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.
[153] Vedi la mia miseria, salvami,
perché non ho dimenticato la tua legge.
[154] Difendi la mia causa, riscattami,
secondo la tua parola fammi vivere.
[155] Lontano dagli empi è la salvezza,
perché non cercano il tuo volere.
[156] Le tue misericordie sono grandi, Signore,
secondo i tuoi giudizi fammi vivere.
[157] Sono molti i persecutori che mi assalgono,
ma io non abbandono le tue leggi.
[158] Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo,
perché non custodiscono la tua parola.
[159] Vedi che io amo i tuoi precetti,
Signore, secondo la tua grazia dammi vita.
[160] La verità è principio della tua parola,
resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia.
[161] I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme le tue parole.
[162] Io gioisco per la tua promessa,
come uno che trova grande tesoro.
[163] Odio il falso e lo detesto,
amo la tua legge.
[164] Sette volte al giorno io ti lodo
per le sentenze della tua giustizia.
[165] Grande pace per chi ama la tua legge,
nel suo cammino non trova inciampo.
[166] Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
[167] Io custodisco i tuoi insegnamenti
e li amo sopra ogni cosa.
[168] Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.
[169] Giunga il mio grido fino a te, Signore,
fammi comprendere secondo
la tua parola.
[170] Venga al tuo volto la mia supplica,
salvami secondo la tua promessa.
[171] Scaturisca dalle mie labbra la tua lode,
poiché mi insegni i tuoi voleri.
[172] La mia lingua canti le tue parole,
perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti.
[173] Mi venga in aiuto la tua mano,
poiché ho scelto i tuoi precetti.
[174] Desidero la tua salvezza, Signore,
e la tua legge è tutta la mia gioia.
[175] Possa io vivere e darti lode,
mi aiutino i tuoi giudizi.
[176] Come pecora smarrita vado errando;
cerca il tuo servo,
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.
120
[1]
Canto delle ascensioni.
Nella mia angoscia ho gridato al Signore
ed egli mi ha risposto.
[2] Signore, libera la mia vita
dalle labbra di menzogna,
dalla lingua ingannatrice.
[3] Che ti posso dare, come ripagarti,
lingua ingannatrice?
[4] Frecce acute di un prode,
con carboni di ginepro.
[5] Me infelice: abito straniero in Mosoch,
dimoro fra le tende di Cedar!
[6] Troppo io ho dimorato
con chi detesta la pace.
[7] Io sono per la pace, ma quando ne parlo,
essi vogliono la guerra.
121
[1]
Canto delle ascensioni.
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l'aiuto?
[2] Il mio aiuto viene dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.
[3] Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
[4] Non si addormenterà, non prenderà sonno,
il custode d'Israele.
[5] Il Signore è il tuo custode,
il Signore è come ombra che ti copre,
e sta alla tua destra.
[6] Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
[7] Il Signore ti proteggerà da ogni male,
egli proteggerà la tua vita.
[8] Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.
122
[1]
Canto delle ascensioni. Di Davide.
Quale gioia, quando mi dissero:
"Andremo alla casa del Signore".
[2] E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!
[3] Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.
[4] Là salgono insieme le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.
[5] Là sono posti i seggi del giudizio,
i seggi della casa di Davide.
[6] Domandate pace per Gerusalemme:
sia pace a coloro che ti amano,
[7] sia pace sulle tue mura,
sicurezza nei tuoi baluardi.
[8] Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: "Su di te sia pace!".
[9] Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.
123
[1]
Canto delle ascensioni. Di Davide.
A te levo i miei occhi,
a te che abiti nei cieli.
[2] Ecco, come gli occhi dei servi
alla mano dei loro padroni;
come gli occhi della schiava,
alla mano della sua padrona,
così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio,
finché abbia pietà di noi.
[3] Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
gia troppo ci hanno colmato di scherni,
[4] noi siamo troppo sazi
degli scherni dei gaudenti,
del disprezzo dei superbi.
124
[1]
Canto delle ascensioni. Di Davide.
Se il Signore non fosse stato con noi,
- lo dica Israele -
[2] se il Signore non fosse stato con noi,
quando uomini ci assalirono,
[3] ci avrebbero inghiottiti vivi,
nel furore della loro ira.
[4] Le acque ci avrebbero travolti;
un torrente ci avrebbe sommersi,
[5] ci avrebbero travolti
acque impetuose.
[6] Sia benedetto il Signore,
che non ci ha lasciati,
in preda ai loro denti.
[7] Noi siamo stati liberati come un uccello
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.
[8] Il nostro aiuto è nel nome del Signore
che ha fatto cielo e terra.
125
[1]
Canto delle ascensioni.
Chi confida nel Signore è come il monte Sion:
non vacilla, è stabile per sempre.
[2] I monti cingono Gerusalemme:
il Signore è intorno al suo popolo
ora e sempre.
[3] Egli non lascerà pesare lo scettro degli empi
sul possesso dei giusti,
perché i giusti non stendano le mani
a compiere il male.
[4] La tua bontà, Signore, sia con i buoni
e con i retti di cuore.
[5] Quelli che vanno per sentieri tortuosi
il Signore li accomuni alla sorte dei malvagi.
Pace su Israele!
126
[1]
Canto delle ascensioni.
Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,
ci sembrava di sognare.
[2] Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
Allora si diceva tra i popoli:
"Il Signore ha fatto grandi cose per loro".
[3] Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha colmati di gioia.
[4] Riconduci, Signore, i nostri prigionieri,
come i torrenti del Negheb.
[5] Chi semina nelle lacrime
mieterà con giubilo.
[6] Nell'andare, se ne va e piange,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con giubilo,
portando i suoi covoni.
127
[1]
Canto delle ascensioni. Di Salomone.
Se il Signore non costruisce la
casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.
[2] Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.
[3] Ecco, dono del Signore sono i figli,
è sua grazia il frutto del grembo.
[4] Come frecce in mano a un eroe
sono i figli della giovinezza.
[5] Beato l'uomo che ne ha piena la farètra:
non resterà confuso quando verrà a trattare
alla porta con i propri nemici.
128
[1]
Canto delle ascensioni.
Beato l'uomo che teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
[2] Vivrai del lavoro delle tue mani,
sarai felice e godrai d'ogni bene.
[3] La tua sposa come vite feconda
nell'intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d'ulivo
intorno alla tua mensa.
[4] Così sarà benedetto l'uomo
che teme il Signore.
[5] Ti benedica il Signore da Sion!
Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme
per tutti i giorni della tua vita.
[6] Possa tu vedere i figli dei tuoi figli.
Pace su Israele!
129
[1]
Canto delle ascensioni.
Dalla giovinezza molto mi hanno perseguitato,
- lo dica Israele -
[2] dalla giovinezza molto mi hanno perseguitato,
ma non hanno prevalso.
[3] Sul mio dorso hanno arato gli aratori,
hanno fatto lunghi solchi.
[4] Il Signore è giusto:
ha spezzato il giogo degli empi.
[5] Siano confusi e volgano le spalle
quanti odiano Sion.
[6] Siano come l'erba dei tetti:
prima che sia strappata, dissecca;
[7] non se ne riempie la mano il mietitore,
né il grembo chi raccoglie covoni.
[8] I passanti non possono dire:
"La benedizione del Signore sia su di voi,
vi benediciamo nel nome del Signore".
130
[1]
Canto delle ascensioni.
Dal profondo a te grido, o Signore;
[2] Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.
[3] Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi potrà sussistere?
[4] Ma presso di te è il perdono:
e avremo il tuo timore.
[5] Io spero nel Signore,
l'anima mia spera nella sua parola.
[6] L'anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l'aurora.
[7] Israele attenda il Signore,
perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.
[8] Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.
131
[1]
Canto delle ascensioni. Di Davide.
Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
e non si leva con superbia il mio sguardo;
non vado in cerca di cose grandi,
superiori alle mie forze.
[2] Io sono tranquillo e sereno
come bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è l'anima mia.
[3] Speri Israele nel Signore,
ora e sempre.
132
[1]
Canto delle ascensioni.
Ricordati, Signore, di Davide,
di tutte le sue prove,
[2] quando giurò al Signore,
al Potente di Giacobbe fece voto:
[3] "Non entrerò sotto il tetto della mia casa,
non mi stenderò sul mio giaciglio,
[4] non concederò sonno ai miei occhi
né riposo alle mie palpebre,
[5] finché non trovi una sede per il Signore,
una dimora per il Potente di Giacobbe".
[6] Ecco, abbiamo saputo che era in Efrata,
l'abbiamo trovata nei campi di Iàar.
[7] Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.
[8] Alzati, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l'arca della tua potenza.
[9] I tuoi sacerdoti si vestano di giustizia,
i tuoi fedeli cantino di gioia.
[10] Per amore di Davide tuo servo
non respingere il volto del tuo consacrato.
[11] Il Signore ha giurato a Davide
e non ritratterà la sua parola:
"Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono!
[12] Se i tuoi figli custodiranno la mia alleanza
e i precetti che insegnerò ad essi,
anche i loro figli per sempre
sederanno sul tuo trono".
[13] Il Signore ha scelto Sion,
l'ha voluta per sua dimora:
[14] "Questo è il mio riposo per sempre;
qui abiterò, perché l'ho desiderato.
[15] Benedirò tutti i suoi raccolti,
sazierò di pane i suoi poveri.
[16] Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti,
esulteranno di gioia i suoi fedeli.
[17] Là farò germogliare la potenza di Davide,
preparerò una lampada al mio consacrato.
[18] Coprirò di vergogna i suoi nemici,
ma su di lui splenderà la corona".
133
[1]
Canto delle ascensioni. Di Davide.
Ecco quanto è buono e quanto è soave
che i fratelli vivano insieme!
[2] È come olio profumato sul capo,
che scende sulla barba,
sulla barba di Aronne,
che scende sull'orlo della sua veste.
[3] È come rugiada dell'Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Là il Signore dona la benedizione
e la vita per sempre.
134
[1]
Canto delle ascensioni.
Ecco, benedite il Signore,
voi tutti, servi del Signore;
voi che state nella casa del Signore
durante le notti.
[2] Alzate le mani verso il tempio
e benedite il Signore.
[3] Da Sion ti benedica il Signore,
che ha fatto cielo e terra.
135
[1]
Alleluia.
Lodate il nome del Signore,
lodatelo, servi del Signore,
[2] voi che state nella casa del Signore,
negli atri della casa del nostro Dio.
[3] Lodate il Signore: il Signore è buono;
cantate inni al suo nome, perché è amabile.
[4] Il Signore si è scelto Giacobbe,
Israele come suo possesso.
[5] Io so che grande è il Signore,
il nostro Dio sopra tutti gli dei.
[6] Tutto ciò che vuole il Signore,
egli lo compie in cielo e sulla terra,
nei mari e in tutti gli abissi.
[7] Fa salire le nubi dall'estremità della terra,
produce le folgori per la pioggia,
dalle sue riserve libera i venti.
[8] Egli percosse i primogeniti d'Egitto,
dagli uomini fino al bestiame.
[9] Mandò segni e prodigi
in mezzo a te, Egitto,
contro il faraone e tutti i suoi ministri.
[10] Colpì numerose nazioni
e uccise re potenti:
[11] Seon, re degli Amorrèi,
Og, re di Basan,
e tutti i regni di Cànaan.
[12] Diede la loro terra in eredità a Israele,
in eredità a Israele suo popolo.
[13] Signore, il tuo nome è per sempre;
Signore, il tuo ricordo per ogni generazione.
[14] Il Signore guida il suo popolo,
si muove a pietà dei suoi servi.
[15] Gli idoli dei popoli sono argento e oro,
opera delle mani dell'uomo.
[16] Hanno bocca e non parlano;
hanno occhi e non vedono;
[17] hanno orecchi e non odono;
non c'è respiro nella loro bocca.
[18] Sia come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida.
[19] Benedici il Signore, casa d'Israele;
benedici il Signore, casa di Aronne;
[20] Benedici il Signore, casa di Levi;
voi che temete il Signore, benedite il Signore.
[21] Da Sion sia benedetto il Signore
che abita a Gerusalemme. Alleluia.
136
[1]
Alleluia.
Lodate il Signore perché è buono:
perché eterna è la sua misericordia.
[2] Lodate il Dio degli dei:
perché eterna è la sua misericordia.
[3] Lodate il Signore dei signori:
perché eterna è la sua misericordia.
[4] Egli solo ha compiuto meraviglie:
perché eterna è la sua misericordia.
[5] Ha creato i cieli con sapienza:
perché eterna è la sua misericordia.
[6] Ha stabilito la terra sulle acque:
perché eterna è la sua misericordia.
[7] Ha fatto i grandi luminari:
perché eterna è la sua misericordia.
[8] Il sole per regolare il giorno:
perché eterna è la sua misericordia;
[9] la luna e le stelle per regolare la notte:
perché eterna è la sua misericordia.
[10] Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti:
perché eterna è la sua misericordia.
[11] Da loro liberò Israele:
perché eterna è la sua misericordia;
[12] con mano potente e braccio teso:
perché eterna è la sua misericordia.
[13] Divise il mar Rosso in due parti:
perché eterna è la sua misericordia.
[14] In mezzo fece passare Israele:
perché eterna è la sua misericordia.
[15] Travolse il faraone e il suo esercito nel mar Rosso:
perché eterna è la sua misericordia.
[16] Guidò il suo popolo nel deserto:
perché eterna è la sua misericordia.
[17] Percosse grandi sovrani
perché eterna è la sua misericordia;
[18] uccise re potenti:
perché eterna è la sua misericordia.
[19] Seon, re degli Amorrèi:
perché eterna è la sua misericordia.
[20] Og, re di Basan:
perché eterna è la sua misericordia.
[21] Diede in eredità il loro paese;
perché eterna è la sua misericordia;
[22] in eredità a Israele suo servo:
perché eterna è la sua misericordia.
[23] Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi:
perché eterna è la sua misericordia;
[24] ci ha liberati dai nostri nemici:
perché eterna è la sua misericordia.
[25] Egli dà il cibo ad ogni vivente:
perché eterna è la sua
misericordia.
[26] Lodate il Dio del cielo:
perché eterna è la sua misericordia.
137
[1] Sui
fiumi di Babilonia,
là sedevamo piangendo
al ricordo di Sion.
[2] Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.
[3] Là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
canzoni di gioia, i nostri oppressori:
"Cantateci i canti di Sion!".
[4] Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
[5] Se ti dimentico, Gerusalemme,
si paralizzi la mia destra;
[6] mi si attacchi la lingua al palato,
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non metto Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.
[7] Ricordati, Signore, dei figli di Edom,
che nel giorno di Gerusalemme,
dicevano: "Distruggete, distruggete
anche le sue fondamenta".
[8] Figlia di Babilonia devastatrice,
beato chi ti renderà quanto ci hai fatto.
[9] Beato chi afferrerà i tuoi piccoli
e li sbatterà contro la pietra.
138
[1] Di
Davide.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
A te voglio cantare davanti agli angeli,
[2] mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome
per la tua fedeltà e la tua misericordia:
hai reso la tua promessa più grande di ogni fama.
[3] Nel giorno in cui t'ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.
[4] Ti loderanno, Signore, tutti i re della terra
quando udranno le parole della tua bocca.
[5] Canteranno le vie del Signore,
perché grande è la gloria del Signore;
[6] eccelso è il Signore e guarda verso l'umile
ma al superbo volge lo sguardo da lontano.
[7] Se cammino in mezzo alla sventura
tu mi ridoni vita;
contro l'ira dei miei nemici stendi la mano
e la tua destra mi salva.
[8] Il Signore completerà per me l'opera sua.
Signore, la tua bontà dura per sempre:
non abbandonare l'opera delle tue mani.
139
[1] Al
maestro del coro. Di Davide. Salmo.
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
[2] tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
[3] mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
[4] la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore, già la conosci tutta.
[5] Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
[6] Stupenda per me la tua saggezza,
troppo alta, e io non la comprendo.
[7] Dove andare lontano dal tuo spirito,
dove fuggire dalla tua presenza?
[8] Se salgo in cielo, là tu sei,
se scendo negli inferi, eccoti.
[9] Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,
[10] anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
[11] Se dico: "Almeno l'oscurità mi copra
e intorno a me sia la notte";
[12] nemmeno le tenebre per te sono oscure,
e la notte è chiara come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.
[13] Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
[14] Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo.
[15] Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra.
[16] Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno.
[17] Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio;
[18] se li conto sono più della sabbia,
se li credo finiti, con te sono ancora.
[19] Se Dio sopprimesse i peccatori!
Allontanatevi da me, uomini sanguinari.
[20] Essi parlano contro di te con inganno:
contro di te insorgono con frode.
[21] Non odio, forse, Signore, quelli che ti odiano
e non detesto i tuoi nemici?
[22] Li detesto con odio implacabile
come se fossero miei nemici.
[23] Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri:
[24] vedi se percorro una via di menzogna
e guidami sulla via della vita.
140
[1] Al
maestro del coro. Salmo. Di Davide.
[2] Salvami, Signore, dal malvagio,
proteggimi dall'uomo violento,
[3] da quelli che tramano sventure nel cuore
e ogni giorno scatenano guerre.
[4] Aguzzano la lingua come serpenti;
veleno d'aspide è sotto le loro labbra.
[5] Proteggimi, Signore, dalle mani degli empi,
salvami dall'uomo violento:
essi tramano per farmi cadere.
[6] I superbi mi tendono lacci
e stendono funi come una rete,
pongono agguati sul mio cammino.
[7] Io dico al Signore: "Tu sei il mio Dio;
ascolta, Signore, la voce della mia preghiera".
[8] Signore, mio Dio, forza della mia salvezza,
proteggi il mio capo nel giorno della lotta.
[9] Signore, non soddisfare i desideri degli empi,
non favorire le loro trame.
[10] Alzano la testa quelli che mi circondano,
ma la malizia delle loro labbra li sommerge.
[11] Fà piovere su di loro carboni ardenti,
gettali nel bàratro e più non si rialzino.
[12] Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina.
[13] So che il Signore difende la causa dei miseri,
il diritto dei poveri.
[14] Sì, i giusti loderanno il tuo nome,
i retti abiteranno alla tua presenza.
141
[1]
Salmo. Di Davide.
Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;
ascolta la mia voce quando t'invoco.
[2] Come incenso salga a te la mia preghiera,
le mie mani alzate come sacrificio della sera.
[3] Poni, Signore, una custodia alla mia bocca,
sorveglia la porta delle mie labbra.
[4] Non lasciare che il mio cuore si pieghi al male
e compia azioni inique con i peccatori:
che io non gusti i loro cibi deliziosi.
[5] Mi percuota il giusto e il fedele mi rimproveri,
ma l'olio dell'empio non profumi il mio capo;
tra le loro malvagità continui la mia preghiera.
[6] Dalla rupe furono gettati i loro capi,
che da me avevano udito dolci parole.
[7] Come si fende e si apre la terra,
le loro ossa furono disperse alla bocca degli inferi.
[8] A te, Signore mio Dio, sono rivolti i miei occhi;
in te mi rifugio, proteggi la mia vita.
[9] Preservami dal laccio che mi tendono,
dagli agguati dei malfattori.
[10] Gli empi cadono insieme nelle loro reti,
ma io passerò oltre incolume.
142
[1]
Maskil. Di Davide, quando era nella caverna.
Preghiera.
[2] Con la mia voce al Signore grido aiuto,
con la mia voce supplico il Signore;
[3] davanti a lui effondo il mio lamento,
al tuo cospetto sfogo la mia angoscia.
[4] Mentre il mio spirito vien meno,
tu conosci la mia via.
Nel sentiero dove cammino
mi hanno teso un laccio.
[5] Guarda a destra e vedi:
nessuno mi riconosce.
Non c'è per me via di scampo,
nessuno ha cura della mia vita.
[6] Io grido a te, Signore;
dico: Sei tu il mio rifugio,
sei tu la mia sorte nella terra dei viventi.
[7] Ascolta la mia supplica:
ho toccato il fondo dell'angoscia.
Salvami dai miei persecutori
perché sono di me più forti.
[8] Strappa dal carcere la mia vita,
perché io renda grazie al tuo nome:
i giusti mi faranno corona
quando mi concederai la tua grazia.
143
[1]
Salmo. Di Davide.
Signore, ascolta la mia preghiera,
porgi l'orecchio alla mia supplica,
tu che sei fedele,
e per la tua giustizia rispondimi.
[2] Non chiamare in giudizio il tuo servo:
nessun vivente davanti a te è giusto.
[3] Il nemico mi perseguita,
calpesta a terra la mia vita,
mi ha relegato nelle tenebre
come i morti da gran tempo.
[4] In me languisce il mio spirito,
si agghiaccia il mio cuore.
[5] Ricordo i giorni antichi,
ripenso a tutte le tue opere,
medito sui tuoi prodigi.
[6] A te protendo le mie mani,
sono davanti a te come terra riarsa.
[7] Rispondimi presto, Signore,
viene meno il mio spirito.
Non nascondermi il tuo volto,
perché non sia come chi scende nella fossa.
[8] Al mattino fammi sentire la tua grazia,
poiché in te confido.
Fammi conoscere la strada da percorrere,
perché a te si innalza l'anima mia.
[9] Salvami dai miei nemici, Signore,
a te mi affido.
[10] Insegnami a compiere il tuo volere,
perché sei tu il mio Dio.
Il tuo spirito buono
mi guidi in terra piana.
[11] Per il tuo nome, Signore, fammi vivere,
liberami dall'angoscia, per la tua giustizia.
[12] Per la tua fedeltà disperdi i miei nemici,
fà perire chi mi opprime,
poiché io sono tuo servo.
144
[1] Di
Davide.
Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia.
[2] Mia grazia e mia fortezza,
mio rifugio e mia liberazione,
mio scudo in cui confido,
colui che mi assoggetta i popoli.
[3] Signore, che cos'è un uomo perché te ne curi?
Un figlio d'uomo perché te ne dia pensiero?
[4] L'uomo è come un soffio,
i suoi giorni come ombra che passa.
[5] Signore, piega il tuo cielo e scendi,
tocca i monti ed essi fumeranno.
[6] Le tue folgori disperdano i nemici,
lancia frecce, sconvolgili.
[7] Stendi dall'alto la tua mano,
scampami e salvami dalle grandi acque,
dalla mano degli stranieri.
[8] La loro bocca dice menzogne
e alzando la destra giurano il falso.
[9] Mio Dio, ti canterò un canto nuovo,
suonerò per te sull'arpa a dieci corde;
[10] a te, che dai vittoria al tuo consacrato,
che liberi Davide tuo servo.
Salvami dalla spada iniqua,
[11] liberami dalla mano degli stranieri;
la loro bocca dice menzogne
e la loro destra giura il falso.
[12] I nostri figli siano come piante
cresciute nella loro giovinezza;
le nostre figlie come colonne d'angolo
nella costruzione del tempio.
[13] I nostri granai siano pieni,
trabocchino di frutti d'ogni specie;
siano a migliaia i nostri greggi,
a mirìadi nelle nostre campagne;
[14] siano carichi i nostri buoi.
Nessuna breccia, nessuna incursione,
nessun gemito nelle nostre piazze.
[15] Beato il popolo che possiede questi beni:
beato il popolo il cui Dio è il Signore.
145
[1]
Lodi. Di Davide.
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome
in eterno e per sempre.
[2] Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome
in eterno e per sempre.
[3] Grande è il Signore e degno di ogni lode,
la sua grandezza non si può misurare.
[4] Una generazione narra all'altra le tue opere,
annunzia le tue meraviglie.
[5] Proclamano lo splendore della tua gloria
e raccontano i tuoi prodigi.
[6] Dicono la stupenda tua potenza
e parlano della tua grandezza.
[7] Diffondono il ricordo della tua bontà immensa,
acclamano la tua giustizia.
[8] Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all'ira e ricco di grazia.
[9] Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
[10] Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
[11] Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza,
[12] per manifestare agli uomini i tuoi prodigi
e la splendida gloria del tuo regno.
[13] Il tuo regno è regno di tutti i secoli,
il tuo dominio si estende ad ogni generazione.
[14] Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.
[15] Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa
e tu provvedi loro il cibo a suo tempo.
[16] Tu apri la tua mano
e sazi la fame di ogni vivente.
[17] Giusto è il Signore in tutte le sue vie,
santo in tutte le sue opere.
[18] Il Signore è vicino a quanti lo invocano,
a quanti lo cercano con cuore sincero.
[19] Appaga il desiderio di quelli che lo temono,
ascolta il loro grido e li salva.
[20] Il Signore protegge quanti lo amano,
ma disperde tutti gli empi.
[21] Canti la mia bocca la lode del Signore
e ogni vivente benedica il suo nome santo,
in eterno e sempre.
146
[1]
Alleluia.
Loda il Signore, anima mia:
[2] loderò il Signore per tutta la mia vita,
finché vivo canterò inni al mio Dio.
[3] Non confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.
[4] Esala lo spirito e ritorna alla terra;
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.
[5] Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe,
chi spera nel Signore suo Dio,
[6] creatore del cielo e della terra,
del mare e di quanto contiene.
Egli è fedele per sempre,
[7] rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri,
[8] il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
[9] il Signore protegge lo straniero,
egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie degli empi.
[10] Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.
147
[1]
Alleluia.
Lodate il Signore: è bello cantare al nostro Dio,
dolce è lodarlo come a lui conviene.
[2] Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d'Israele.
[3] Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite;
[4] egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
[5] Grande è il Signore, onnipotente,
la sua sapienza non ha confini.
[6] Il Signore sostiene gli umili
ma abbassa fino a terra gli empi.
[7] Cantate al Signore un canto di grazie,
intonate sulla cetra inni al nostro Dio.
[8] Egli copre il cielo di nubi,
prepara la pioggia per la terra,
fa germogliare l'erba sui monti.
[9] Provvede il cibo al bestiame,
ai piccoli del corvo che gridano a lui.
[10] Non fa conto del vigore del cavallo,
non apprezza l'agile corsa dell'uomo.
[11] Il Signore si compiace di chi lo teme,
di chi spera nella sua grazia.
[12] Alleluia.
Glorifica il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion.
[13] Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
[14] Egli ha messo pace nei tuoi confini
e ti sazia con fior di frumento.
[15] Manda sulla terra la sua parola,
il suo messaggio corre veloce.
[16] Fa scendere la neve come lana,
come polvere sparge la brina.
[17] Getta come briciole la grandine,
di fronte al suo gelo chi resiste?
[18] Manda una sua parola ed ecco si scioglie,
fa soffiare il vento e scorrono le acque.
[19] Annunzia a Giacobbe la sua parola,
le sue leggi e i suoi decreti a Israele.
[20] Così non ha fatto con nessun altro popolo,
non ha manifestato ad altri i suoi precetti.
Alleluia.
148
[1]
Alleluia.
Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell'alto dei cieli.
[2] Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.
[3] Lodatelo, sole e luna,
lodatelo, voi tutte, fulgide stelle.
[4] Lodatelo, cieli dei cieli,
voi acque al di sopra dei cieli.
[5] Lodino tutti il nome del Signore,
perché egli disse e furono creati.
[6] Li ha stabiliti per sempre,
ha posto una legge che non passa.
[7] Lodate il Signore dalla terra,
mostri marini e voi tutti abissi,
[8] fuoco e grandine, neve e nebbia,
vento di bufera che obbedisce alla sua parola,
[9] monti e voi tutte, colline,
alberi da frutto e tutti voi, cedri,
[10] voi fiere e tutte le bestie,
rettili e uccelli alati.
[11] I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
[12] i giovani e le fanciulle,
i vecchi insieme ai bambini
[13] lodino il nome del Signore:
perché solo il suo nome è sublime,
la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli.
[14] Egli ha sollevato la potenza del suo popolo.
È canto di lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli di Israele, popolo che egli ama.
Alleluia.
149
[1]
Alleluia.
Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell'assemblea dei fedeli.
[2] Gioisca Israele nel suo Creatore,
esultino nel loro Re i figli di Sion.
[3] Lodino il suo nome con danze,
con timpani e cetre gli cantino inni.
[4] Il Signore ama il suo popolo,
incorona gli umili di vittoria.
[5] Esultino i fedeli nella gloria,
sorgano lieti dai loro giacigli.
[6] Le lodi di Dio sulla loro bocca
e la spada a due tagli nelle loro mani,
[7] per compiere la vendetta tra i popoli
e punire le genti;
[8] per stringere in catene i loro capi,
i loro nobili in ceppi di ferro;
[9] per eseguire su di essi il giudizio già scritto:
questa è la gloria per tutti i suoi fedeli.
Alleluia.
150
[1]
Alleluia.
Lodate il Signore nel suo santuario,
lodatelo nel firmamento della sua potenza.
[2] Lodatelo per i suoi prodigi,
lodatelo per la sua immensa grandezza.
[3] Lodatelo con squilli di tromba,
lodatelo con arpa e cetra;
[4] lodatelo con timpani e danze,
lodatelo sulle corde e sui flauti.
[5] Lodatelo con cembali sonori,
lodatelo con cembali squillanti;
ogni vivente dia lode al Signore.
Alleluia.
PROVERBI
1
[1]
Proverbi di Salomone, figlio di Davide, re d'Israele,
[2] per conoscere la sapienza e la disciplina,
per capire i detti profondi,
[3] per acquistare un'istruzione illuminata,
equità, giustizia e rettitudine,
[4] per dare agli inesperti l'accortezza,
ai giovani conoscenza e riflessione.
[5] Ascolti il saggio e aumenterà il sapere,
e l'uomo accorto acquisterà il dono del consiglio,
[6] per comprendere proverbi e allegorie,
le massime dei saggi e i loro enigmi.
[7] Il timore del Signore è il principio della scienza;
gli stolti disprezzano la sapienza e l'istruzione.
[8] Ascolta, figlio mio, l'istruzione di tuo padre
e non disprezzare l'insegnamento di tua madre,
[9] perché saranno una corona graziosa sul tuo capo
e monili per il tuo collo.
[10] Figlio mio, se i peccatori ti vogliono traviare,
non acconsentire!
[11] Se ti dicono: "Vieni con noi,
complottiamo per spargere sangue,
insidiamo impunemente l'innocente,
[12] inghiottiamoli vivi come gli inferi,
interi, come coloro che scendon nella fossa;
[13] troveremo ogni specie di beni preziosi,
riempiremo di bottino le nostre case;
[14] tu getterai la sorte insieme con noi,
una sola borsa avremo in comune",
[15] figlio mio, non andare per la loro strada,
tieni lontano il piede dai loro sentieri!
[16] I loro passi infatti corrono verso il male
e si affrettano a spargere il sangue.
[17] Invano si tende la rete
sotto gli occhi degli uccelli.
[18] Ma costoro complottano contro il proprio sangue,
pongono agguati contro se stessi.
[19] Tale è la fine di chi si dà alla rapina;
la cupidigia toglie di mezzo colui che ne è dominato.
[20] La Sapienza grida per le strade
nelle piazze fa udire la voce;
[21] dall'alto delle mura essa chiama,
pronunzia i suoi detti alle porte della città:
[22] "Fino a quando, o inesperti, amerete l'inesperienza
e i beffardi si compiaceranno delle loro beffe
e gli sciocchi avranno in odio la scienza?
[23] Volgetevi alle mie esortazioni:
ecco, io effonderò il mio spirito su di voi
e vi manifesterò le mie parole.
[24] Poiché vi ho chiamato e avete rifiutato,
ho steso la mano e nessuno ci ha fatto attenzione;
[25] avete trascurato ogni mio consiglio
e la mia esortazione non avete accolto;
[26] anch'io riderò delle vostre sventure,
mi farò beffe quando su di voi verrà la paura,
[27] quando come una tempesta vi piomberà addosso il terrore,
quando la disgrazia vi raggiungerà come un uragano,
quando vi colpirà l'angoscia e la tribolazione.
[28] Allora mi invocheranno, ma io non risponderò,
mi cercheranno, ma non mi troveranno.
[29] Poiché hanno odiato la sapienza
e non hanno amato il timore del Signore;
[30] non hanno accettato il mio consiglio
e hanno disprezzato tutte le mie esortazioni;
[31] mangeranno il frutto della loro condotta
e si sazieranno dei risultati delle loro decisioni.
[32] Sì, lo sbandamento degli inesperti li ucciderà
e la spensieratezza degli sciocchi li farà perire;
ma chi ascolta me vivrà tranquillo
e sicuro dal timore del male".
2
[1]
Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole
e custodirai in te i miei precetti,
[2] tendendo il tuo orecchio alla sapienza,
inclinando il tuo cuore alla prudenza,
[3] se appunto invocherai l'intelligenza
e chiamerai la saggezza,
[4] se la ricercherai come l'argento
e per essa scaverai come per i tesori,
[5] allora comprenderai il timore del Signore
e troverai la scienza di Dio,
[6] perché il Signore dà la sapienza,
dalla sua bocca esce scienza e prudenza.
[7] Egli riserva ai giusti la sua protezione,
è scudo a coloro che agiscono con rettitudine,
[8] vegliando sui sentieri della giustizia
e custodendo le vie dei suoi amici.
[9] Allora comprenderai l'equità e la giustizia,
e la rettitudine con tutte le vie del bene,
[10] perché la sapienza entrerà nel tuo cuore
e la scienza delizierà il tuo animo.
[11] La riflessione ti custodirà
e l'intelligenza veglierà su di te,
[12] per salvarti dalla via del male,
dall'uomo che parla di propositi perversi,
[13] da coloro che abbandonano i retti sentieri
per camminare nelle vie delle tenebre,
[14] che godono nel fare il male,
gioiscono dei loro propositi perversi;
[15] i cui sentieri sono tortuosi
e le cui strade sono oblique,
[16] per salvarti dalla donna straniera,
dalla forestiera che ha parole seducenti,
[17] che abbandona il compagno della sua giovinezza
e dimentica l'alleanza con il suo Dio.
[18] La sua casa conduce verso la morte
e verso il regno delle ombre i suoi sentieri.
[19] Quanti vanno da lei non fanno ritorno,
non raggiungono i sentieri della vita.
[20] Per questo tu camminerai sulla strada dei buoni
e ti atterrai ai sentieri dei giusti,
[21] perché gli uomini retti abiteranno nel paese
e gli integri vi resteranno,
[22] ma i malvagi saranno sterminati dalla terra,
gli infedeli ne saranno strappati.
3
[1]
Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento
e il tuo cuore custodisca i miei precetti,
[2] perché lunghi giorni e anni di vita
e pace ti porteranno.
[3] Bontà e fedeltà non ti abbandonino;
lègale intorno al tuo collo,
scrivile sulla tavola del tuo cuore,
[4] e otterrai favore e buon successo
agli occhi di Dio e degli uomini.
[5] Confida nel Signore con tutto il cuore
e non appoggiarti sulla tua intelligenza;
[6] in tutti i tuoi passi pensa a lui
ed egli appianerà i tuoi sentieri.
[7] Non credere di essere saggio,
temi il Signore e stà lontano dal male.
[8] Salute sarà per il tuo corpo
e un refrigerio per le tue ossa.
[9] Onora il Signore con i tuoi averi
e con le primizie di tutti i tuoi raccolti;
[10] i tuoi granai si riempiranno di grano
e i tuoi tini traboccheranno di mosto.
[11] Figlio mio, non disprezzare l'istruzione del Signore
e non aver a noia la sua esortazione,
[12] perché il Signore corregge chi ama,
come un padre il figlio prediletto.
[13] Beato l'uomo che ha trovato la sapienza
e il mortale che ha acquistato la prudenza,
[14] perché il suo possesso
è preferibile a quello dell'argento
e il suo provento a quello dell'oro.
[15] Essa è più preziosa delle perle
e neppure l'oggetto più caro la uguaglia.
[16] Lunghi giorni sono nella sua destra
e nella sua sinistra ricchezza e onore;
[17] le sue vie sono vie deliziose
e tutti i suoi sentieri conducono al benessere.
[18] È un albero di vita per chi ad essa s'attiene
e chi ad essa si stringe è beato.
[19] Il Signore ha fondato la terra con la sapienza,
ha consolidato i cieli con intelligenza;
[20] dalla sua scienza sono stati aperti gli abissi
e le nubi stillano rugiada.
[21] Figlio mio, conserva il consiglio e la riflessione,
né si allontanino mai dai tuoi occhi:
[22] saranno vita per te
e grazia per il tuo collo.
[23] Allora camminerai sicuro per la tua strada
e il tuo piede non inciamperà.
[24] Se ti coricherai, non avrai da temere;
se ti coricherai, il tuo sonno sarà dolce.
[25] Non temerai per uno spavento improvviso,
né per la rovina degli empi quando verrà,
[26] perché il Signore sarà la tua sicurezza,
preserverà il tuo piede dal laccio.
[27] Non negare un beneficio a chi ne ha bisogno,
se è in tuo potere il farlo.
[28] Non dire al tuo prossimo:
"Và, ripassa, te lo darò domani",
se tu hai ciò che ti chiede.
[29] Non tramare il male contro il tuo prossimo
mentre egli dimora fiducioso presso di te.
[30] Non litigare senza motivo con nessuno,
se non ti ha fatto nulla di male.
[31] Non invidiare l'uomo violento
e non imitare affatto la sua condotta,
[32] perché il Signore ha in abominio il malvagio,
mentre la sua amicizia è per i giusti.
[33] La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio,
mentre egli benedice la dimora dei giusti.
[34] Dei beffardi egli si fa beffe
e agli umili concede la grazia.
[35] I saggi possiederanno onore
ma gli stolti riceveranno ignominia.
4
[1]
Ascoltate, o figli, l'istruzione di un padre
e fate attenzione per conoscere la verità,
[2] poiché io vi do una buona dottrina;
non abbandonate il mio insegnamento.
[3] Anch'io sono stato un figlio per mio padre,
tenero e caro agli occhi di mia madre.
[4] Egli mi istruiva dicendomi:
"Il tuo cuore ritenga le mie parole;
custodisci i miei precetti e vivrai.
[5] Acquista la sapienza, acquista l'intelligenza;
non dimenticare le parole della mia bocca
e non allontanartene mai.
[6] Non abbandonarla ed essa ti custodirà,
amala e veglierà su di te.
[7] Principio della sapienza: acquista la sapienza;
a costo di tutto ciò che possiedi
acquista l'intelligenza.
[8] Stimala ed essa ti esalterà,
sarà la tua gloria, se l'abbraccerai.
[9] Una corona di grazia porrà sul tuo capo,
con un diadema di gloria ti cingerà".
[10] Ascolta, figlio mio, e accogli le mie parole
ed esse moltiplicheranno gli anni della tua vita.
[11] Ti indico la via della sapienza;
ti guido per i sentieri della rettitudine.
[12] Quando cammini non saranno intralciati i tuoi passi,
e se corri, non inciamperai.
[13] Attieniti alla disciplina, non lasciarla,
pràticala, perché essa è la tua vita.
[14] Non battere la strada degli empi
e non procedere per la via dei malvagi.
[15] Evita quella strada, non passarvi,
stà lontano e passa oltre.
[16] Essi non dormono, se non fanno del male;
non si lasciano prendere dal sonno,
se non fanno cadere qualcuno;
[17] mangiano il pane dell'empietà
e bevono il vino della violenza.
[18] La strada dei giusti è come la luce dell'alba,
che aumenta lo splendore fino al meriggio.
[19] La via degli empi è come l'oscurità:
non sanno dove saranno spinti a cadere.
[20] Figlio mio, fà attenzione alle mie parole,
porgi l'orecchio ai miei detti;
[21] non perderli mai di vista,
custodiscili nel tuo cuore,
[22] perché essi sono vita per chi li trova
e salute per tutto il suo corpo.
[23] Con ogni cura vigila sul cuore
perché da esso sgorga la vita.
[24] Tieni lungi da te la bocca perversa
e allontana da te le labbra fallaci.
[25] I tuoi occhi guardino diritto
e le tue pupille mirino diritto davanti a te.
[26] Bada alla strada dove metti il piede
e tutte le tue vie siano ben rassodate.
[27] Non deviare né a destra né a sinistra,
tieni lontano il piede dal male.
5
[1]
Figlio mio, fà attenzione alla mia sapienza
e porgi l'orecchio alla mia intelligenza,
[2] perché tu possa seguire le mie riflessioni
e le tue labbra custodiscano la scienza.
[3] Stillano miele le labbra di una straniera
e più viscida dell'olio è la sua bocca;
[4] ma ciò che segue è amaro come assenzio,
pungente come spada a doppio taglio.
[5] I suoi piedi scendono verso la morte,
i suoi passi conducono agli inferi.
[6] Per timore che tu guardi al sentiero della vita,
le sue vie volgono qua e là; essa non se ne cura.
[7] Ora, figlio mio, ascoltami
e non allontanarti dalle parole della mia bocca.
[8] Tieni lontano da lei il tuo cammino
e non avvicinarti alla porta della sua casa,
[9] per non mettere in balìa di altri il tuo vigore
e i tuoi anni in balìa di un uomo crudele,
[10] perché non si sazino dei tuoi beni gli estranei,
non finiscano le tue fatiche in casa di un forestiero
[11] e tu non gema sulla tua sorte,
quando verranno meno il tuo corpo e la tua carne,
[12] e dica: "Perché mai ho odiato la disciplina
e il mio cuore ha disprezzato la correzione?
[13] Non ho ascoltato la voce dei miei maestri,
non ho prestato orecchio a chi m'istruiva.
[14] Per poco non mi son trovato nel colmo dei mali
in mezzo alla folla e all'assemblea".
[15] Bevi l'acqua della tua cisterna
e quella che zampilla dal tuo pozzo,
[16] perché le tue sorgenti non scorrano al di fuori,
i tuoi ruscelli nelle pubbliche piazze,
[17] ma siano per te solo
e non per degli estranei insieme a te.
[18] Sia benedetta la tua sorgente;
trova gioia nella donna della tua giovinezza:
[19] cerva amabile, gazzella graziosa,
essa s'intrattenga con te;
le sue tenerezze ti inebrino sempre;
sii tu sempre invaghito del suo amore!
[20] Perché, figlio mio, invaghirti d'una straniera
e stringerti al petto di un'estranea?
[21] Poiché gli occhi del Signore osservano le vie dell'uomo
ed egli vede tutti i suoi sentieri.
[22] L'empio è preda delle sue iniquità,
è catturato con le funi del suo peccato.
[23] Egli morirà per mancanza di disciplina,
si perderà per la sua grande stoltezza.
6
[1]
Figlio mio, se hai garantito per il tuo prossimo,
se hai dato la tua mano per un estraneo,
[2] se ti sei legato con le parole delle tue labbra
e ti sei lasciato prendere dalle parole della tua bocca,
[3] figlio mio, fà così per liberartene:
poiché sei caduto nelle mani del tuo prossimo,
và, gèttati ai suoi piedi, importuna il tuo prossimo;
[4] non concedere sonno ai tuoi occhi
né riposo alle tue palpebre,
[5] lìberatene come la gazzella dal laccio,
come un uccello dalle mani del cacciatore.
[6] Và dalla formica, o pigro,
guarda le sue abitudini e diventa saggio.
[7] Essa non ha né capo,
né sorvegliante, né padrone,
[8] eppure d'estate si provvede il vitto,
al tempo della mietitura accumula il cibo.
[9] Fino a quando, pigro, te ne starai a dormire?
Quando ti scuoterai dal sonno?
[10] Un pò dormire, un pò sonnecchiare,
un pò incrociare le braccia per riposare
[11] e intanto giunge a te la miseria, come un vagabondo,
e l'indigenza, come un mendicante.
[12] Il perverso, uomo iniquo,
va con la bocca distorta,
[13] ammicca con gli occhi, stropiccia i piedi
e fa cenni con le dita.
[14] Cova propositi malvagi nel cuore,
in ogni tempo suscita liti.
[15] Per questo improvvisa verrà la sua rovina,
in un attimo crollerà senza rimedio.
[16] Sei cose odia il Signore,
anzi sette gli sono in abominio:
[17] occhi alteri, lingua bugiarda,
mani che versano sangue innocente,
[18] cuore che trama iniqui progetti,
piedi che corrono rapidi verso il male,
[19] falso testimone che diffonde menzogne
e chi provoca litigi tra fratelli.
[20] Figlio mio, osserva il comando di tuo padre,
non disprezzare l'insegnamento di tua madre.
[21] Fissali sempre nel tuo cuore,
appendili al collo.
[22] Quando cammini ti guideranno,
quando riposi veglieranno su di te,
quando ti desti ti parleranno;
[23] poiché il comando è una lampada
e l'insegnamento una luce
e un sentiero di vita le correzioni della disciplina,
[24] per preservarti dalla donna altrui,
dalle lusinghe di una straniera.
[25] Non desiderare in cuor tuo la sua bellezza;
non lasciarti adescare dai suoi sguardi,
[26] perché, se la prostituta cerca un pezzo di pane,
la maritata mira a una vita preziosa.
[27] Si può portare il fuoco sul petto
senza bruciarsi le vesti
[28] o camminare sulla brace
senza scottarsi i piedi?
[29] Così chi si accosta alla donna altrui,
chi la tocca, non resterà impunito.
[30] Non si disapprova un ladro, se ruba
per soddisfare l'appetito quando ha fame;
[31] eppure, se è preso, dovrà restituire sette volte,
consegnare tutti i beni della sua casa.
[32] Ma l'adultero è privo di senno;
solo chi vuole rovinare se stesso agisce così.
[33] Incontrerà percosse e disonore,
la sua vergogna non sarà cancellata,
[34] poiché la gelosia accende lo sdegno del marito,
che non avrà pietà nel giorno della vendetta;
[35] non vorrà accettare alcun compenso,
rifiuterà ogni dono, anche se grande.
7
[1]
Figlio mio, custodisci le mie parole
e fà tesoro dei miei precetti.
[2] Osserva i miei precetti e vivrai,
il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi.
[3] Lègali alle tue dita,
scrivili sulla tavola del tuo cuore.
[4] Dì alla sapienza: "Tu sei mia sorella",
e chiama amica l'intelligenza,
[5] perché ti preservi dalla donna forestiera,
dalla straniera che ha parole di lusinga.
[6] Mentre dalla finestra della mia casa
stavo osservando dietro le grate,
[7] ecco vidi fra gli inesperti,
scorsi fra i giovani un dissennato.
[8] Passava per la piazza, accanto all'angolo della straniera,
e s'incamminava verso la casa di lei,
[9] all'imbrunire, al declinare del giorno,
all'apparir della notte e del buio.
[10] Ecco farglisi incontro una donna,
in vesti di prostituta e la dissimulazione nel cuore.
[11] Essa è audace e insolente,
non sa tenere i piedi in casa sua.
[12] Ora è per la strada, ora per le piazze,
ad ogni angolo sta in agguato.
[13] Lo afferra, lo bacia
e con sfacciataggine gli dice:
[14] "Dovevo offrire sacrifici di comunione;
oggi ho sciolto i miei voti;
[15] per questo sono uscita incontro a te
per cercarti e ti ho trovato.
[16] Ho messo coperte soffici sul mio letto,
tela fine d'Egitto;
[17] ho profumato il mio giaciglio di mirra,
di àloe e di cinnamòmo.
[18] Vieni, inebriamoci d'amore fino al mattino,
godiamoci insieme amorosi piaceri,
[19] poiché mio marito non è in casa,
è partito per un lungo viaggio,
[20] ha portato con sé il sacchetto del denaro,
tornerà a casa il giorno del plenilunio".
[21] Lo lusinga con tante moine,
lo seduce con labbra lascive;
[22] egli incauto la segue,
come un bue va al macello;
come un cervo preso al laccio,
[23] finché una freccia non gli lacera il fegato;
come un uccello che si precipita nella rete
e non sa che è in pericolo la sua vita.
[24] Ora, figlio mio, ascoltami,
fà attenzione alle parole della mia bocca.
[25] Il tuo cuore non si volga verso le sue vie,
non aggirarti per i suoi sentieri,
[26] perché molti ne ha fatti cadere trafitti
ed erano vigorose tutte le sue vittime.
[27] La sua casa è la strada per gli inferi,
che scende nelle camere della morte.
8
[1] La
Sapienza forse non chiama
e la prudenza non fa udir la voce?
[2] In cima alle alture, lungo la via,
nei crocicchi delle strade essa si è posta,
[3] presso le porte, all'ingresso della città,
sulle soglie degli usci essa esclama:
[4] "A voi, uomini, io mi rivolgo,
ai figli dell'uomo è diretta la mia voce.
[5] Imparate, inesperti, la prudenza
e voi, stolti, fatevi assennati.
[6] Ascoltate, perché dirò cose elevate,
dalle mie labbra usciranno sentenze giuste,
[7] perché la mia bocca proclama la verità
e abominio per le mie labbra è l'empietà.
[8] Tutte le parole della mia bocca sono giuste;
niente vi è in esse di fallace o perverso;
[9] tutte sono leali per chi le comprende
e rette per chi possiede la scienza.
[10] Accettate la mia istruzione e non l'argento,
la scienza anziché l'oro fino,
[11] perché la scienza vale più delle perle
e nessuna cosa preziosa l'uguaglia".
[12] Io, la Sapienza, possiedo la prudenza
e ho la scienza e la
riflessione.
[13] Temere il Signore è odiare il male:
io detesto la superbia, l'arroganza,
la cattiva condotta e la bocca perversa.
[14] A me appartiene il consiglio e il buon senso,
io sono l'intelligenza, a me appartiene la potenza.
[15] Per mezzo mio regnano i re
e i magistrati emettono giusti decreti;
[16] per mezzo mio i capi comandano
e i grandi governano con giustizia.
[17] Io amo coloro che mi amano
e quelli che mi cercano mi troveranno.
[18] Presso di me c'è ricchezza e onore,
sicuro benessere ed equità.
[19] Il mio frutto val più dell'oro, dell'oro fino,
il mio provento più dell'argento scelto.
[20] Io cammino sulla via della giustizia
e per i sentieri dell'equità,
[21] per dotare di beni quanti mi amano
e riempire i loro forzieri.
[22] Il Signore mi ha creato all'inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, fin d'allora.
[23] Dall'eternità sono stata costituita,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
[24] Quando non esistevano gli abissi, io fui generata;
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua;
[25] prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io sono stata generata.
[26] Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi,
né le prime zolle del mondo;
[27] quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull'abisso;
[28] quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell'abisso;
[29] quando stabiliva al mare i suoi limiti,
sicché le acque non ne oltrepassassero la spiaggia;
quando disponeva le fondamenta della terra,
[30] allora io ero con lui come architetto
ed ero la sua delizia ogni giorno,
dilettandomi davanti a lui in ogni istante;
[31] dilettandomi sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo.
[32] Ora, figli, ascoltatemi:
beati quelli che seguono le mie vie!
[33] Ascoltate l'esortazione e siate saggi,
non trascuratela!
[34] Beato l'uomo che mi ascolta,
vegliando ogni giorno alle mie porte,
per custodire attentamente la soglia.
[35] Infatti, chi trova me trova la vita,
e ottiene favore dal Signore;
[36] ma chi pecca contro di me, danneggia se stesso;
quanti mi odiano amano la morte".
9
[1] La
Sapienza si è costruita la casa,
ha intagliato le sue sette colonne.
[2] Ha ucciso gli animali, ha preparato il vino
e ha imbandito la
tavola.
[3] Ha mandato le sue ancelle a proclamare
sui punti più alti della città:
[4] "Chi è inesperto accorra qui!".
A chi è privo di senno essa dice:
[5] "Venite, mangiate il mio pane,
bevete il vino che io ho preparato.
[6] Abbandonate la stoltezza e vivrete,
andate diritti per la via dell'intelligenza".
[7] Chi corregge il beffardo se ne attira il disprezzo,
chi rimprovera l'empio se ne attira l'insulto.
[8] Non rimproverare il beffardo per non farti odiare;
rimprovera il saggio ed egli ti amerà.
[9] Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio;
istruisci il giusto ed egli aumenterà la dottrina.
[10] Fondamento della sapienza è il timore di Dio,
la scienza del Santo è intelligenza.
[11] Per mezzo mio si moltiplicano i tuoi giorni,
ti saranno aggiunti anni di vita.
[12] Se sei sapiente, lo sei a tuo vantaggio,
se sei beffardo, tu solo ne porterai la pena.
[13] Donna irrequieta è follia,
una sciocca che non sa nulla.
[14] Sta seduta alla porta di casa,
su un trono, in un luogo alto della città,
[15] per invitare i passanti
che vanno diritti per la loro strada:
[16] "Chi è inesperto venga qua!".
E a chi è privo di senno essa dice:
[17] "Le acque furtive sono dolci,
il pane preso di nascosto è gustoso".
[18] Egli non si accorge che là ci sono le ombre
e che i suoi invitati se ne vanno nel profondo degli inferi.
10
[1]
Proverbi di Salomone.
Il figlio saggio rende lieto il padre;
il figlio stolto contrista la madre.
[2] Non giovano i tesori male acquistati,
mentre la giustizia libera dalla morte.
[3] Il Signore non lascia patir la fame al giusto,
ma delude la cupidigia degli empi.
[4] La mano pigra fa impoverire,
la mano operosa arricchisce.
[5] Chi raccoglie d'estate è previdente;
chi dorme al tempo della mietitura si disonora.
[6] Le benedizioni del Signore sul capo del giusto,
la bocca degli empi nasconde il sopruso.
[7] La memoria del giusto è in benedizione,
il nome degli empi svanisce.
[8] L'assennato accetta i comandi,
il linguacciuto va in rovina.
[9] Chi cammina nell'integrità va sicuro,
chi rende tortuose le sue vie sarà scoperto.
[10] Chi chiude un occhio causa dolore,
chi riprende a viso aperto procura pace.
[11] Fonte di vita è la bocca del giusto,
la bocca degli empi nasconde violenza.
[12] L'odio suscita litigi,
l'amore ricopre ogni colpa.
[13] Sulle labbra dell'assennato si trova la sapienza,
per la schiena di chi è privo di senno il bastone.
[14] I saggi fanno tesoro della scienza,
ma la bocca dello stolto è un pericolo imminente.
[15] I beni del ricco sono la sua roccaforte,
la rovina dei poveri è la loro miseria.
[16] Il salario del giusto serve per la vita,
il guadagno dell'empio è per i vizi.
[17] È sulla via della vita chi osserva la disciplina,
chi trascura la correzione si smarrisce.
[18] Placano l'odio le labbra sincere,
chi diffonde la calunnia è uno stolto.
[19] Nel molto parlare non manca la colpa,
chi frena le labbra è prudente.
[20] Argento pregiato è la lingua del giusto,
il cuore degli empi vale ben poco.
[21] Le labbra del giusto nutriscono molti,
gli stolti muoiono in miseria.
[22] La benedizione del Signore arricchisce,
non le aggiunge nulla la fatica.
[23] È un divertimento per lo stolto compiere il male,
come il coltivar la sapienza per l'uomo prudente.
[24] Al malvagio sopraggiunge il male che teme,
il desiderio dei giusti invece è soddisfatto.
[25] Al passaggio della bufera l'empio cessa di essere,
ma il giusto resterà saldo per sempre.
[26] Come l'aceto ai denti e il fumo agli occhi
così è il pigro per chi gli affida una missione.
[27] Il timore del Signore prolunga i giorni,
ma gli anni dei malvagi sono accorciati.
[28] L'attesa dei giusti finirà in gioia,
ma la speranza degli empi svanirà.
[29] La via del Signore è una fortezza per l'uomo retto,
mentre è una rovina per i malfattori.
[30] Il giusto non vacillerà mai,
ma gli empi non dureranno sulla terra.
[31] La bocca del giusto esprime la sapienza,
la lingua perversa sarà tagliata.
[32] Le labbra del giusto stillano benevolenza,
la bocca degli empi perversità.
11
[1] La
bilancia falsa è in abominio al Signore,
ma del peso esatto egli si compiace.
[2] Viene la superbia, verrà anche l'obbrobrio,
mentre la saggezza è presso gli umili.
[3] L'integrità degli uomini retti li guida,
la perversità dei perfidi li rovina.
[4] Non serve la ricchezza nel giorno della collera,
ma la giustizia libera dalla morte.
[5] La giustizia dell'uomo onesto gli spiana la via;
per la sua empietà cade l'empio.
[6] La giustizia degli uomini retti li salva,
nella cupidigia restano presi i perfidi.
[7] Con la morte dell'empio svanisce ogni sua speranza,
la fiducia dei malvagi scompare.
[8] Il giusto sfugge all'angoscia,
al suo posto subentra l'empio.
[9] Con la bocca l'empio rovina il suo prossimo,
ma i giusti si salvano con la scienza.
[10] Della prosperità dei giusti la città si rallegra,
per la scomparsa degli empi si fa festa.
[11] Con la benedizione degli uomini retti
si innalza una città,
la bocca degli empi la demolisce.
[12] Chi disprezza il suo prossimo è privo di senno,
l'uomo prudente invece tace.
[13] Chi va in giro sparlando svela il segreto,
lo spirito fidato nasconde ogni cosa.
[14] Senza una direzione un popolo decade,
il successo sta nel buon numero di consiglieri.
[15] Chi garantisce per un estraneo si troverà male,
chi avversa le strette di mano a garanzia,
vive tranquillo.
[16] Una donna graziosa ottiene gloria,
ma gli uomini laboriosi acquistano ricchezza.
[17] Benefica se stesso l'uomo misericordioso,
il crudele invece tormenta la sua stessa carne.
[18] L'empio realizza profitti fallaci,
ma per chi semina la giustizia il salario è sicuro.
[19] Chi pratica la giustizia si procura la vita,
chi segue il male va verso la morte.
[20] I cuori depravati sono in abominio al Signore
che si compiace di chi ha una condotta integra.
[21] Certo non resterà impunito il malvagio,
ma la discendenza dei giusti si salverà.
[22] Un anello d'oro al naso d'un porco,
tale è la donna bella ma priva di senno.
[23] La brama dei giusti è solo il bene,
la speranza degli empi svanisce.
[24] C'è chi largheggia e la sua ricchezza aumenta,
c'è chi risparmia oltre misura e finisce nella miseria.
[25] La persona benefica avrà successo
e chi disseta sarà dissetato.
[26] Chi accaparra il grano è maledetto dal popolo,
la benedizione è invocata sul capo di chi lo vende.
[27] Chi è sollecito del bene trova il favore,
chi ricerca il male, male avrà.
[28] Chi confida nella propria ricchezza cadrà;
i giusti invece verdeggeranno come foglie.
[29] Chi crea disordine in casa erediterà vento
e lo stolto sarà schiavo dell'uomo saggio.
[30] Il frutto del giusto è un albero di vita,
il saggio conquista gli animi.
[31] Ecco, il giusto è ripagato sulla terra,
tanto più lo saranno l'empio e il peccatore.
12
[1] Chi
ama la disciplina ama la scienza,
chi odia la correzione è stolto.
[2] Il buono si attira il favore del Signore,
ma egli condanna l'intrigante.
[3] Non resta saldo l'uomo con l'empietà,
ma la radice dei giusti non sarà smossa.
[4] La donna perfetta è la corona del marito,
ma quella che lo disonora è come carie nelle sue ossa.
[5] I pensieri dei giusti sono equità,
i propositi degli empi sono frode.
[6] Le parole degli empi sono agguati sanguinari,
ma la bocca degli uomini retti vi si sottrarrà.
[7] Gli empi, una volta abbattuti, più non sono,
ma la casa dei giusti sta salda.
[8] Un uomo è lodato per il senno,
chi ha un cuore perverso è disprezzato.
[9] Un uomo di poco conto che basta a se stesso
vale più di un uomo esaltato a cui manca il pane.
[10] Il giusto ha cura del suo bestiame,
ma i sentimenti degli empi sono spietati.
[11] Chi coltiva la sua terra si sazia di pane,
chi insegue chimere è privo di senno.
[12] Le brame dell'empio sono una rete di mali,
la radice dei giusti produce frutti.
[13] Nel peccato delle sue labbra si impiglia il malvagio,
ma il giusto sfuggirà a tale angoscia.
[14] Ognuno si sazia del frutto della sua bocca,
ma ciascuno sarà ripagato secondo le sue opere.
[15] Lo stolto giudica diritta la sua condotta,
il saggio, invece, ascolta il consiglio.
[16] Lo stolto manifesta subito la sua collera,
l'accorto dissimula l'offesa.
[17] Chi aspira alla verità proclama la giustizia,
il falso testimone proclama l'inganno.
[18] V'è chi parla senza riflettere: trafigge come una spada;
ma la
lingua dei saggi risana.
[19] La bocca verace resta ferma per sempre,
la lingua bugiarda per un istante solo.
[20] Amarezza è nel cuore di chi trama il male,
gioia hanno i consiglieri di pace.
[21] Al giusto non può capitare alcun danno,
gli empi saranno pieni di mali.
[22] Le labbra menzognere sono un abominio per il Signore
che si compiace di quanti agiscono con sincerità.
[23] L'uomo accorto cela il sapere,
il cuore degli stolti proclama la stoltezza.
[24] La mano operosa ottiene il comando,
quella pigra sarà per il lavoro forzato.
[25] L'affanno deprime il cuore dell'uomo,
una parola buona lo allieta.
[26] Il giusto è guida per il suo prossimo,
ma la via degli empi fa smarrire.
[27] Il pigro non troverà selvaggina;
la diligenza è per l'uomo un bene prezioso.
[28] Nella strada della giustizia è la vita,
il sentiero dei perversi conduce alla morte.
13
[1] Il
figlio saggio ama la disciplina,
lo spavaldo non ascolta il rimprovero.
[2] Del frutto della sua bocca
l'uomo mangia ciò che è buono;
l'appetito dei perfidi si soddisfa con i soprusi.
[3] Chi sorveglia la sua bocca conserva la vita,
chi apre troppo le labbra incontra la rovina.
[4] Il pigro brama, ma non c'è nulla per il suo appetito;
l'appetito dei diligenti sarà soddisfatto.
[5] Il giusto odia la parola falsa,
l'empio calunnia e disonora.
[6] La giustizia custodisce chi ha una condotta integra,
il peccato manda in rovina l'empio.
[7] C'è chi fa il ricco e non ha nulla;
c'è chi fa il povero e ha molti beni.
[8] Riscatto della vita d'un uomo è la sua ricchezza,
ma il povero non si accorge della minaccia.
[9] La luce dei giusti allieta,
la lucerna degli empi si spegne.
[10] L'insolenza provoca soltanto contese,
la sapienza si trova presso coloro che prendono consiglio.
[11] Le ricchezze accumulate in fretta diminuiscono,
chi le raduna a poco a poco le accresce.
[12] Un'attesa troppo prolungata fa male al cuore,
un desiderio soddisfatto è albero di vita.
[13] Chi disprezza la parola si rovinerà,
chi rispetta un comando ne avrà premio.
[14] L'insegnamento del saggio è fonte di vita
per evitare i lacci della morte.
[15] Un aspetto buono procura favore,
ma il contegno dei perfidi è rude.
[16] L'accorto agisce sempre con riflessione,
lo stolto mette in mostra la stoltezza.
[17] Un cattivo messaggero causa sciagure,
un inviato fedele apporta salute.
[18] Povertà e ignominia a chi rifiuta l'istruzione,
chi tien conto del rimprovero sarà onorato.
[19] Desiderio soddisfatto è una dolcezza al cuore,
ma è abominio per gli stolti staccarsi dal male.
[20] Và con i saggi e saggio diventerai,
chi pratica gli stolti ne subirà danno.
[21] La sventura perseguita i peccatori,
il benessere ripagherà i giusti.
[22] L'uomo dabbene lascia eredi i nipoti,
la proprietà del peccatore è riservata al giusto.
[23] Il potente distrugge il podere dei poveri
e c'è chi è eliminato senza processo.
[24] Chi risparmia il bastone odia suo figlio,
chi lo ama è pronto a correggerlo.
[25] Il giusto mangia a sazietà,
ma il ventre degli empi soffre la fame.
14
[1] La
sapienza di una massaia costruisce la casa,
la stoltezza la demolisce con le mani.
[2] Chi procede con rettitudine teme il Signore,
chi si scosta dalle sue vie lo disprezza.
[3] Nella bocca dello stolto c'è il germoglio della superbia,
ma le labbra dei saggi sono la loro salvaguardia.
[4] Senza buoi, niente grano,
l'abbondanza del raccolto sta nel vigore del toro.
[5] Il testimone vero non mentisce,
quello falso spira menzogne.
[6] Il beffardo ricerca la sapienza ma invano,
la scienza è cosa facile per il prudente.
[7] Allontànati dall'uomo stolto,
e non ignorerai le labbra sapienti.
[8] La sapienza dell'accorto sta nel capire la sua via,
ma la stoltezza degli sciocchi è inganno.
[9] Fra gli stolti risiede la colpa,
fra gli uomini retti la benevolenza.
[10] Il cuore conosce la propria amarezza
e alla sua gioia non partecipa l'estraneo.
[11] La casa degli empi rovinerà,
ma la tenda degli uomini retti avrà successo.
[12] C'è una via che sembra diritta a qualcuno,
ma sbocca in sentieri di morte.
[13] Anche fra il riso il cuore prova dolore
e la gioia può finire in pena.
[14] Chi è instabile
si sazierà dei frutti della sua condotta,
l'uomo dabbene si sazierà delle sue opere.
[15] L'ingenuo crede quanto gli dici,
l'accorto controlla i propri passi.
[16] Il saggio teme e sta lontano dal male,
lo stolto è insolente e presuntuoso.
[17] L'iracondo commette sciocchezze,
il riflessivo sopporta.
[18] Gli inesperti erediteranno la stoltezza,
i prudenti si coroneranno di scienza.
[19] I malvagi si inchinano davanti ai buoni,
gli empi davanti alle porte del giusto.
[20] Il povero è odioso anche al suo amico,
numerosi sono gli amici del ricco.
[21] Chi disprezza il prossimo pecca,
beato chi ha pietà degli umili.
[22] Non errano forse quelli che compiono il male?
Benevolenza e favore per quanti compiono il bene.
[23] In ogni fatica c'è un vantaggio,
ma la loquacità produce solo miseria.
[24] Corona dei saggi è la loro accortezza,
corona degli stolti la loro stoltezza.
[25] Salvatore di vite è un testimone vero;
chi spaccia menzogne è un impostore.
[26] Nel timore del Signore è la fiducia del forte;
per i suoi figli egli sarà un rifugio.
[27] Il timore del Signore è fonte di vita,
per evitare i lacci della morte.
[28] Un popolo numeroso è la gloria del re;
la scarsità di gente è la rovina del principe.
[29] Il paziente ha grande prudenza,
l'iracondo mostra stoltezza.
[30] Un cuore tranquillo è la vita di tutto il corpo,
l'invidia è la carie delle ossa.
[31] Chi opprime il povero offende il suo creatore,
chi ha pietà del misero lo onora.
[32] Dalla propria malvagità è travolto l'empio,
il giusto ha un rifugio nella propria integrità.
[33] In un cuore assennato risiede la sapienza,
ma in seno agli stolti può scoprirsi?
[34] La giustizia fa onore a una nazione,
ma il peccato segna il declino dei popoli.
[35] Il favore del re è per il ministro intelligente,
il suo sdegno è per chi lo disonora.
15
[1] Una
risposta gentile calma la collera,
una parola pungente eccita l'ira.
[2] La lingua dei saggi fa gustare la scienza,
la bocca degli stolti esprime sciocchezze.
[3] In ogni luogo sono gli occhi del Signore,
scrutano i malvagi e i buoni.
[4] Una lingua dolce è un albero di vita,
quella malevola è una ferita al cuore.
[5] Lo stolto disprezza la correzione paterna;
chi tiene conto dell'ammonizione diventa prudente.
[6] Nella casa del giusto c'è abbondanza di beni,
sulla rendita dell'empio incombe il dissesto.
[7] Le labbra dei saggi diffondono la scienza,
non così il cuore degli stolti.
[8] Il sacrificio degli empi è in abominio al Signore,
la supplica degli uomini retti gli è gradita.
[9] La condotta perversa è in abominio al Signore;
egli ama chi pratica la giustizia.
[10] Punizione severa per chi abbandona il retto sentiero,
chi odia la correzione morirà.
[11] Gl'inferi e l'abisso sono davanti al Signore,
tanto più i cuori dei figli dell'uomo.
[12] Lo spavaldo non vuol essere corretto,
egli non si accompagna con i saggi.
[13] Un cuore lieto rende ilare il volto,
ma, quando il cuore è triste, lo spirito è depresso.
[14] Una mente retta ricerca il sapere,
la bocca degli stolti si pasce di stoltezza.
[15] Tutti i giorni son brutti per l'afflitto,
per un cuore felice è sempre festa.
[16] Poco con il timore di Dio
è meglio di un gran tesoro con l'inquietudine.
[17] Un piatto di verdura con l'amore
è meglio di un bue grasso con l'odio.
[18] L'uomo collerico suscita litigi,
il lento all'ira seda le contese.
[19] La via del pigro è come una siepe di spine,
la strada degli uomini retti è una strada appianata.
[20] Il figlio saggio allieta il padre,
l'uomo stolto disprezza la madre.
[21] La stoltezza è una gioia per chi è privo di senno;
l'uomo prudente cammina diritto.
[22] Falliscono le decisioni prese senza consultazione,
riescono quelle prese da molti consiglieri.
[23] È una gioia per l'uomo saper dare una risposta;
quanto è gradita una parola detta a suo tempo!
[24] Per l'uomo assennato la strada della vita è verso l'alto,
per salvarlo dagli inferni che sono in basso.
[25] Il Signore abbatte la casa dei superbi
e rende saldi i confini della vedova.
[26] Sono in abominio al Signore i pensieri malvagi,
ma gli sono gradite le parole benevole.
[27] Sconvolge la sua casa chi è avido di guadagni disonesti;
ma chi detesta i regali vivrà.
[28] La mente del giusto medita prima di rispondere,
la bocca degli empi esprime malvagità.
[29] Il Signore è lontano dagli empi,
ma egli ascolta la preghiera dei giusti.
[30] Uno sguardo luminoso allieta il cuore;
una notizia lieta rianima le ossa.
[31] L'orecchio che ascolta un rimprovero salutare
avrà la dimora in mezzo ai saggi.
[32] Chi rifiuta la correzione disprezza se stesso,
chi ascolta il rimprovero acquista senno.
[33] Il timore di Dio è una scuola di sapienza,
prima della gloria c'è l'umiltà.
16
[1]
All'uomo appartengono i progetti della mente,
ma dal Signore viene la risposta.
[2] Tutte le vie dell'uomo sembrano pure ai suoi occhi,
ma chi scruta gli spiriti è il Signore.
[3] Affida al Signore la tua attività
e i tuoi progetti riusciranno.
[4] Il Signore ha fatto tutto per un fine,
anche l'empio per il giorno della sventura.
[5] È un abominio per il Signore ogni cuore superbo,
certamente non resterà impunito.
[6] Con la bontà e la fedeltà si espia la colpa,
con il timore del Signore si evita il male.
[7] Quando il Signore si compiace della condotta di un uomo,
riconcilia con lui anche i suoi nemici.
[8] Poco con onestà è meglio
di molte rendite senza giustizia.
[9] La mente dell'uomo pensa molto alla sua via,
ma il Signore dirige i suoi passi.
[10] Un oracolo è sulle labbra del re,
in giudizio la sua bocca non sbaglia.
[11] La stadera e le bilance giuste appartengono al Signore,
sono opera sua tutti i pesi del sacchetto.
[12] È in abominio ai re commettere un'azione iniqua,
poiché il trono si consolida con la giustizia.
[13] Delle labbra giuste si compiace il re
e ama chi parla con rettitudine.
[14] L'ira del re è messaggera di morte,
ma l'uomo saggio la placherà.
[15] Nello splendore del volto del re è la vita,
il suo favore è come nube di primavera.
[16] È molto meglio possedere la sapienza che l'oro,
il possesso dell'intelligenza è preferibile all'argento.
[17] La strada degli uomini retti è evitare il male,
conserva la vita chi controlla la sua via.
[18] Prima della rovina viene l'orgoglio
e prima della caduta lo spirito altero.
[19] È meglio abbassarsi con gli umili
che spartire la preda con i superbi.
[20] Chi è prudente nella parola troverà il bene
e chi confida nel Signore è beato.
[21] Sarà chiamato intelligente chi è saggio di mente;
il linguaggio dolce aumenta la dottrina.
[22] Fonte di vita è la prudenza per chi la possiede,
castigo degli stolti è la stoltezza.
[23] Una mente saggia rende prudente la bocca
e sulle sue labbra aumenta la dottrina.
[24] Favo di miele sono le parole gentili,
dolcezza per l'anima e refrigerio per il corpo.
[25] C'è una via che pare diritta a qualcuno,
ma sbocca in sentieri di morte.
[26] L'appetito del lavoratore lavora per lui,
perché la sua bocca lo stimola.
[27] L'uomo perverso produce la sciagura,
sulle sue labbra c'è come un fuoco ardente.
[28] L'uomo ambiguo provoca litigi,
chi calunnia divide gli amici.
[29] L'uomo violento seduce il prossimo
e lo spinge per una via non buona.
[30] Chi socchiude gli occhi medita inganni,
chi stringe le labbra ha già commesso il male.
[31] Corona magnifica è la canizie,
ed essa si trova sulla via della giustizia.
[32] Il paziente val più di un eroe,
chi domina se stesso val più di chi conquista una città.
[33] Nel grembo si getta la sorte,
ma la decisione dipende tutta dal Signore.
17
[1] Un
tozzo di pane secco con tranquillità è meglio
di una casa piena di banchetti festosi e di discordia.
[2] Lo schiavo intelligente prevarrà su un figlio disonorato
e avrà parte con i fratelli all'eredità.
[3] Il crogiuolo è per l'argento e il forno per l'oro,
ma chi prova i cuori è il Signore.
[4] Il maligno presta attenzione a un labbro maledico,
il bugiardo ascolta una lingua nociva.
[5] Chi deride il povero offende il suo creatore,
chi gioisce della sciagura altrui non resterà impunito.
[6] Corona dei vecchi sono i figli dei figli,
onore dei figli i loro padri.
[7] Non conviene all'insensato un linguaggio elevato,
ancor meno al principe un linguaggio falso.
[8] Il dono è come un talismano per il proprietario:
dovunque si volga ha successo.
[9] Chi copre la colpa si concilia l'amicizia,
ma chi la divulga divide gli amici.
[10] Fa più una minaccia all'assennato
che cento percosse allo stolto.
[11] Il malvagio non cerca altro che la ribellione,
ma gli sarà mandato contro un messaggero senza pietà.
[12] Meglio incontrare un'orsa privata dei figli
che uno stolto in preda alla follia.
[13] Chi rende male per bene
vedrà sempre la sventura in casa.
[14] Iniziare un litigio è come aprire una diga,
prima che la lite si esasperi, troncala.
[15] Assolvere il reo e condannare il giusto
sono due cose in abominio al Signore.
[16] A che serve il denaro in mano allo stolto?
Forse a comprar la sapienza, se egli non ha senno?
[17] Un amico vuol bene sempre,
è nato per essere un fratello nella sventura.
[18] È privo di senno l'uomo che offre garanzie
e si dà come garante per il suo prossimo.
[19] Chi ama la rissa ama il delitto,
chi alza troppo l'uscio cerca la rovina.
[20] Un cuore perverso non troverà mai felicità,
una lingua tortuosa andrà in malora.
[21] Chi genera uno stolto ne avrà afflizione;
non può certo gioire il padre di uno sciocco.
[22] Un cuore lieto fa bene al corpo,
uno spirito abbattuto inaridisce le ossa.
[23] L'iniquo accetta regali di sotto il mantello
per deviare il corso della giustizia.
[24] L'uomo prudente ha la sapienza davanti a sé,
ma gli occhi dello stolto vagano in capo al mondo.
[25] Un figlio stolto è un tormento per il padre
e un'amarezza per colei che lo ha partorito.
[26] Non sta bene multare chi ha ragione
e peggio ancora colpire gli innocenti.
[27] Chi è parco di parole possiede la scienza;
uno spirito calmo è un uomo intelligente.
[28] Anche lo stolto, se tace, passa per saggio
e, se tien chiuse le labbra, per intelligente.
18
[1] Chi
si tiene appartato cerca pretesti
e con ogni mezzo attacca brighe.
[2] Lo stolto non ama la prudenza,
ma vuol solo far mostra dei suoi sentimenti.
[3] Con l'empietà viene il disprezzo,
con il disonore anche l'ignominia.
[4] Le parole della bocca dell'uomo sono acqua profonda,
la fonte della sapienza è un torrente che straripa.
[5] Non è bene usar riguardi all'empio
per far torto al giusto in un giudizio.
[6] Le labbra dello stolto provocano liti
e la sua bocca gli provoca percosse.
[7] La bocca dello stolto è la sua rovina
e le sue labbra sono un laccio per la sua vita.
[8] Le parole del calunniatore sono come ghiotti bocconi
che scendono in fondo alle viscere.
[9] Chi è indolente nel lavoro
è fratello del dissipatore.
[10] Torre fortissima è il nome del Signore:
il giusto vi si rifugia ed è al sicuro.
[11] I beni del ricco sono la sua roccaforte,
come un'alta muraglia, a suo parere.
[12] Prima della caduta il cuore dell'uomo si esalta,
ma l'umiltà viene prima della gloria.
[13] Chi risponde prima di avere ascoltato
mostra stoltezza a propria confusione.
[14] Lo spirito dell'uomo lo sostiene nella malattia,
ma uno spirito afflitto chi lo solleverà?
[15] La mente intelligente acquista la scienza,
l'orecchio dei saggi ricerca il sapere.
[16] Il dono fa largo all'uomo
e lo introduce alla presenza dei grandi.
[17] Il primo a parlare in una lite sembra aver ragione,
ma viene il suo avversario e lo confuta.
[18] La sorte fa cessar le discussioni
e decide fra i potenti.
[19] Un fratello offeso è più irriducibile d'una roccaforte,
le liti sono come le sbarre di un castello.
[20] Con la bocca l'uomo sazia il suo stomaco,
egli si sazia con il prodotto delle labbra.
[21] Morte e vita sono in potere della lingua
e chi l'accarezza ne mangerà i frutti.
[22] Chi ha trovato una moglie ha trovato una fortuna,
ha ottenuto il favore del Signore.
[23] Il povero parla con suppliche,
il ricco risponde con durezza.
[24] Ci sono compagni che conducono alla rovina,
ma anche amici più affezionati di un fratello.
19
[1]
Meglio un povero di condotta integra
che un ricco di costumi perversi.
[2] Lo zelo senza riflessione non è cosa buona,
e chi va a passi frettolosi inciampa.
[3] La stoltezza intralcia il cammino dell'uomo
e poi egli si adira contro il Signore.
[4] Le ricchezze moltiplicano gli amici,
ma il povero è abbandonato anche dall'amico che ha.
[5] Il falso testimone non resterà impunito,
chi diffonde menzogne non avrà scampo.
[6] Molti sono gli adulatori dell'uomo generoso
e tutti sono amici di chi fa doni.
[7] Il povero è disprezzato dai suoi stessi fratelli,
tanto più si allontanano da lui i suoi amici.
Egli va in cerca di parole, ma non ci sono.
[8] Chi acquista senno ama se stesso
e chi agisce con prudenza trova fortuna.
[9] Il falso testimone non resterà impunito,
chi diffonde menzogne perirà.
[10] Allo stolto non conviene una vita agiata,
ancor meno a un servo comandare ai prìncipi.
[11] È avvedutezza per l'uomo rimandare lo sdegno
ed è sua gloria passar sopra alle offese.
[12] Lo sdegno del re è simile al ruggito del leone
e il suo favore è come la rugiada sull'erba.
[13] Un figlio stolto è una calamità per il padre
e i litigi della moglie sono come stillicidio incessante.
[14] La casa e il patrimonio si ereditano dai padri,
ma una moglie assennata è dono del Signore.
[15] La pigrizia fa cadere in torpore,
l'indolente patirà la fame.
[16] Chi custodisce il comando custodisce se stesso,
chi trascura la propria condotta morirà.
[17] Chi fa la carità al povero fa un prestito al Signore
che gli ripagherà la buona azione.
[18] Correggi tuo figlio finché c'è speranza,
ma non ti trasporti l'ira fino a ucciderlo.
[19] Il violento deve essere punito,
se lo risparmi, lo diventerà ancora di più.
[20] Ascolta il consiglio e accetta la correzione,
per essere saggio in avvenire.
[21] Molte sono le idee nella mente dell'uomo,
ma solo il disegno del Signore resta saldo.
[22] Il pregio dell'uomo è la sua bontà,
meglio un povero che un bugiardo.
[23] Il timore di Dio conduce alla vita
e chi ne è pieno riposerà non visitato dalla sventura.
[24] Il pigro tuffa la mano nel piatto,
ma stenta persino a riportarla alla bocca.
[25] Percuoti il beffardo e l'ingenuo diventerà accorto,
rimprovera l'intelligente e imparerà la lezione.
[26] Chi rovina il padre e fa fuggire la madre
è un figlio disonorato e infame.
[27] Figlio mio, cessa pure di ascoltare l'istruzione,
se vuoi allontanarti dalle parole della sapienza.
[28] Il testimone iniquo si beffa della giustizia
e la bocca degli empi ingoia l'iniquità.
[29] Per i beffardi sono pronte le verghe
e il bastone per le spalle degli stolti.
20
[1] Il
vino è rissoso, il liquore è tumultuoso;
chiunque se ne inebria non è saggio.
[2] La collera del re è simile al ruggito del leone;
chiunque lo eccita rischia la vita.
[3] È una gloria per l'uomo astenersi dalle contese,
attaccar briga è proprio degli stolti.
[4] Il pigro non ara d'autunno,
e alla mietitura cerca, ma non trova nulla.
[5] Come acque profonde sono i consigli nel cuore umano,
l'uomo accorto le sa attingere.
[6] Molti si proclamano gente per bene,
ma una persona fidata chi la trova?
[7] Il giusto si regola secondo la sua integrità;
beati i figli che lascia dietro di sé!
[8] Il re che siede in tribunale
dissipa ogni male con il suo sguardo.
[9] Chi può dire: "Ho purificato il cuore,
sono mondo dal mio peccato?".
[10] Doppio peso e doppia misura
sono due cose in abominio al Signore.
[11] Gia con i suoi giochi il fanciullo dimostra
se le sue azioni saranno pure e rette.
[12] L'orecchio che ascolta e l'occhio che vede:
l'uno e l'altro ha fatto il Signore.
[13] Non amare il sonno per non diventare povero,
tieni gli occhi aperti e avrai pane a sazietà.
[14] "Robaccia, robaccia" dice chi compra:
ma mentre se ne va, allora se ne vanta.
[15] C'è oro e ci sono molte perle,
ma la cosa più preziosa sono le labbra istruite.
[16] Prendigli il vestito perché si è fatto garante per un altro
e tienilo in pegno per gli estranei.
[17] È piacevole all'uomo il pane procurato con frode,
ma poi la sua bocca sarà piena di granelli di sabbia.
[18] Pondera bene i tuoi disegni, consigliandoti,
e fà la guerra con molta riflessione.
[19] Chi va in giro sparlando rivela un segreto,
non associarti a chi ha sempre aperte le labbra.
[20] Chi maledice il padre e la madre
vedrà spegnersi la sua lucerna nel cuore delle tenebre.
[21] I guadagni accumulati in fretta da principio
non saranno benedetti alla fine.
[22] Non dire: "Voglio ricambiare il male",
confida nel Signore ed egli ti libererà.
[23] Il doppio peso è in abominio al Signore
e le bilance false non sono un bene.
[24] Dal Signore sono diretti i passi dell'uomo
e come può l'uomo comprender la propria via?
[25] È un laccio per l'uomo esclamare subito: "Sacro!"
e riflettere solo dopo aver fatto il voto.
[26] Un re saggio passa al vaglio i malvagi
e ritorna su di loro con la ruota.
[27] Lo spirito dell'uomo è una fiaccola del Signore
che scruta tutti i segreti recessi del cuore.
[28] Bontà e fedeltà vegliano sul re,
sulla bontà è basato il suo trono.
[29] Vanto dei giovani è la loro forza,
ornamento dei vecchi è la canizie.
[30] Le ferite sanguinanti spurgano il male,
le percosse purificano i recessi del cuore.
21
[1] Il
cuore del re è un canale d'acqua in mano al Signore:
lo dirige dovunque egli vuole.
[2] Agli occhi dell'uomo tutte le sue vie sono rette,
ma chi pesa i cuori è il Signore.
[3] Praticare la giustizia e l'equità
per il Signore vale più di un sacrificio.
[4] Occhi alteri e cuore superbo,
lucerna degli empi, è il peccato.
[5] I piani dell'uomo diligente si risolvono in profitto,
ma chi è precipitoso va verso l'indigenza.
[6] Accumular tesori a forza di menzogne
è vanità effimera di chi cerca la morte.
[7] La violenza degli empi li travolge,
perché rifiutano di praticare la giustizia.
[8] La via dell'uomo criminale è tortuosa,
ma l'innocente è retto nel suo agire.
[9] È meglio abitare su un angolo del tetto
che avere una moglie litigiosa e casa in comune.
[10] L'anima del malvagio desidera far il male
e ai suoi occhi il prossimo non trova pietà.
[11] Quando il beffardo vien punito, l'inesperto diventa saggio
e quando il saggio viene istruito, accresce il sapere.
[12] Il Giusto osserva la casa dell'empio
e precipita gli empi nella sventura.
[13] Chi chiude l'orecchio al grido del povero
invocherà a sua volta e non otterrà risposta.
[14] Un regalo fatto in segreto calma la collera,
un dono di sotto mano placa il furore violento.
[15] È una gioia per il giusto che sia fatta giustizia,
mentre è un terrore per i malfattori.
[16] L'uomo che si scosta dalla via della saggezza,
riposerà nell'assemblea delle ombre dei morti.
[17] Diventerà indigente chi ama i piaceri
e chi ama vino e profumi non arricchirà.
[18] Il malvagio serve da riscatto per il giusto
e il perfido per gli uomini retti.
[19] Meglio abitare in un deserto
che con una moglie litigiosa e
irritabile.
[20] Tesori preziosi e profumi sono nella dimora del saggio,
ma lo stolto dilapida tutto.
[21] Chi segue la giustizia e la misericordia
troverà vita e gloria.
[22] Il saggio assale una città di guerrieri
e abbatte la fortezza in cui essa confidava.
[23] Chi custodisce la bocca e la lingua
preserva se stesso dai dispiaceri.
[24] Il superbo arrogante si chiama beffardo,
egli agisce nell'eccesso dell'insolenza.
[25] I desideri del pigro lo portano alla morte,
perché le sue mani rifiutano di lavorare.
[26] Tutta la vita l'empio indulge alla cupidigia,
mentre il giusto dona senza risparmiare.
[27] Il sacrificio degli empi è un abominio,
tanto più se offerto con cattiva intenzione.
[28] Il falso testimone perirà,
ma l'uomo che ascolta potrà parlare sempre.
[29] L'empio assume un'aria sfrontata,
l'uomo retto controlla la propria condotta.
[30] Non c'è sapienza, non c'è prudenza,
non c'è consiglio di fronte al Signore.
[31] Il cavallo è pronto per il giorno della battaglia,
ma al Signore appartiene la vittoria.
22
[1] Un
buon nome val più di grandi ricchezze
e la benevolenza altrui più dell'argento e dell'oro.
[2] Il ricco e il povero si incontrano,
il Signore ha creato l'uno e l'altro.
[3] L'accorto vede il pericolo e si nasconde,
gli inesperti vanno avanti e la pagano.
[4] Frutti dell'umiltà sono il timore di Dio,
la ricchezza, l'onore e la vita.
[5] Spine e tranelli sono sulla via del perverso;
chi ha cura di se stesso sta lontano.
[6] Abitua il giovane secondo la via da seguire;
neppure da vecchio se ne allontanerà.
[7] Il ricco domina sul povero
e chi riceve prestiti è schiavo del suo creditore.
[8] Chi semina l'ingiustizia raccoglie la miseria
e il bastone a servizio della sua collera svanirà.
[9] Chi ha l'occhio generoso sarà benedetto,
perché egli dona del suo pane al povero.
[10] Scaccia il beffardo e la discordia se ne andrà
e cesseranno i litigi e gli insulti.
[11] Il Signore ama chi è puro di cuore
e chi ha la grazia sulle labbra è amico del re.
[12] Gli occhi del Signore proteggono la scienza
ed egli confonde le parole del perfido.
[13] Il pigro dice: "C'è un leone là fuori:
sarei ucciso in mezzo alla strada".
[14] La bocca delle straniere è una fossa profonda,
chi è in ira al Signore vi cade.
[15] La stoltezza è legata al cuore del fanciullo,
ma il bastone della correzione l'allontanerà da lui.
[16] Opprimere il povero non fa che arricchirlo,
dare a un ricco non fa che impoverirlo.
[17] Porgi l'orecchio e ascolta le parole dei sapienti
e applica la tua mente alla mia istruzione,
[18] perché ti sarà piacevole custodirle nel tuo intimo
e averle tutte insieme pronte sulle labbra.
[19] Perché la tua fiducia sia riposta nel Signore,
voglio indicarti oggi la tua strada.
[20] Non ti ho scritto forse trenta
tra consigli e istruzioni,
[21] perché tu sappia esprimere una parola giusta
e rispondere con parole sicure a chi ti interroga?
[22] Non depredare il povero, perché egli è povero,
e non affliggere il misero in tribunale,
[23] perché il Signore difenderà la loro causa
e spoglierà della vita coloro che li hanno spogliati.
[24] Non ti associare a un collerico
e non praticare un uomo iracondo,
[25] per non imparare i suoi costumi
e procurarti una trappola per la tua vita.
[26] Non essere di quelli che si fanno garanti
o che s'impegnano per debiti altrui,
[27] perché, se poi non avrai da pagare,
ti si toglierà il letto di sotto a te.
[28] Non spostare il confine antico,
posto dai tuoi padri.
[29] Hai visto un uomo sollecito nel lavoro?
Egli si sistemerà al servizio del re,
non resterà al servizio di persone oscure.
23
[1]
Quando siedi a mangiare con un potente,
considera bene che cosa hai davanti;
[2] mettiti un coltello alla gola,
se hai molto appetito.
[3] Non desiderare le sue ghiottonerie,
sono un cibo fallace.
[4] Non affannarti per arricchire,
rinunzia a un simile pensiero;
[5] appena vi fai volare gli occhi sopra,
essa già non è più:
perché mette ali come aquila
e vola verso il cielo.
[6] Non mangiare il pane di chi ha l'occhio cattivo
e non desiderare le sue ghiottonerie,
[7] perché come chi calcola fra di sé, così è costui;
ti dirà: "Mangia e bevi",
ma il suo cuore non è con te.
[8] Il boccone che hai mangiato rigetterai
e avrai sprecato le tue parole gentili.
[9] Non parlare agli orecchi di uno stolto,
perché egli disprezzerà le tue sagge parole.
[10] Non spostare il confine antico,
e non invadere il campo degli orfani,
[11] perché il loro vendicatore è forte,
egli difenderà la loro causa contro di te.
[12] Piega il cuore alla correzione
e l'orecchio ai discorsi sapienti.
[13] Non risparmiare al giovane la correzione,
anche se tu lo batti con la verga, non morirà;
[14] anzi, se lo batti con la verga,
lo salverai dagli inferi.
[15] Figlio mio, se il tuo cuore sarà saggio,
anche il mio cuore gioirà.
[16] Esulteranno le mie viscere,
quando le tue labbra diranno parole rette.
[17] Il tuo cuore non invidi i peccatori,
ma resti sempre nel timore del Signore,
[18] perché così avrai un avvenire
e la tua speranza non sarà delusa.
[19] Ascolta, figlio mio, e sii saggio
e indirizza il cuore per la via retta.
[20] Non essere fra quelli che s'inebriano di vino,
né fra coloro che son ghiotti di carne,
[21] perché l'ubriacone e il ghiottone impoveriranno
e il dormiglione si vestirà di stracci.
[22] Ascolta tuo padre che ti ha generato,
non disprezzare tua madre quando è vecchia.
[23] Acquista il vero bene e non cederlo,
la sapienza, l'istruzione e l'intelligenza.
[24] Il padre del giusto gioirà pienamente
e chi ha generato un saggio se ne compiacerà.
[25] Gioisca tuo padre e tua madre
e si rallegri colei che ti ha generato.
[26] Fà bene attenzione a me, figlio mio,
e tieni fisso lo sguardo ai miei consigli:
[27] una fossa profonda è la prostituta,
e un pozzo stretto la straniera.
[28] Essa si apposta come un ladro
e aumenta fra gli uomini il numero dei perfidi.
[29] Per chi i guai? Per chi i lamenti?
Per chi i litigi? Per chi i gemiti?
A chi le percosse per futili motivi? A chi gli occhi rossi?
[30] Per quelli che si perdono dietro al vino
e vanno a gustare vino puro.
[31] Non guardare il vino quando rosseggia,
quando scintilla nella coppa
e scende giù piano piano;
[32] finirà con il morderti come un serpente
e pungerti come una vipera.
[33] Allora i tuoi occhi vedranno cose strane
e la tua mente dirà cose sconnesse.
[34] Ti parrà di giacere in alto mare
o di dormire in cima all'albero maestro.
[35] "Mi hanno picchiato, ma non sento male.
Mi hanno bastonato, ma non me ne sono accorto.
Quando mi sveglierò? Ne chiederò dell'altro".
24
[1] Non
invidiare gli uomini malvagi,
non desiderare di stare con loro;
[2] poiché il loro cuore trama rovine
e le loro labbra non esprimono che malanni.
[3] Con la sapienza si costruisce la casa
e con la prudenza la si rende salda;
[4] con la scienza si riempiono le sue stanze
di tutti i beni preziosi e deliziosi.
[5] Un uomo saggio vale più di uno forte,
un uomo sapiente più di uno pieno di vigore,
[6] perché con le decisioni prudenti si fa la guerra
e la vittoria sta nel numero dei consiglieri.
[7] È troppo alta la sapienza per lo stolto,
alla porta della città egli non potrà aprir bocca.
[8] Chi trama per fare il male
si chiama mestatore.
[9] Il proposito dello stolto è il peccato
e lo spavaldo è l'abominio degli uomini.
[10] Se ti avvilisci nel giorno della sventura,
ben poca è la tua forza.
[11] Libera quelli che sono condotti alla morte
e salva quelli che sono trascinati al supplizio.
[12] Se dici: "Ecco, io non ne so nulla",
forse colui che pesa i cuori non lo comprende?
Colui che veglia sulla tua vita lo sa;
egli renderà a ciascuno secondo le sue opere.
[13] Mangia, figlio mio, il miele, perché è buono
e dolce sarà il favo al tuo palato.
[14] Sappi che tale è la sapienza per te:
se l'acquisti, avrai un avvenire
e la tua speranza non sarà stroncata.
[15] Non insidiare, o malvagio, la dimora del giusto,
non distruggere la sua abitazione,
[16] perché se il giusto cade sette volte, egli si rialza,
ma gli empi soccombono nella sventura.
[17] Non ti rallegrare per la caduta del tuo nemico
e non gioisca il tuo cuore, quando egli soccombe,
[18] perché il Signore non veda e se ne dispiaccia
e allontani da lui la collera.
[19] Non irritarti per i malvagi
e non invidiare gli empi,
[20] perché non ci sarà avvenire per il malvagio
e la lucerna degli empi si estinguerà.
[21] Temi il Signore, figlio mio, e il re;
non ribellarti né all'uno né all'altro,
[22] perché improvvisa sorgerà la loro vendetta
e chi sa quale scempio faranno l'uno e l'altro?
[23] Anche queste sono parole dei saggi.
Aver preferenze personali in giudizio non è bene.
[24] Se uno dice all'empio: "Tu sei innocente",
i popoli lo malediranno, le genti lo esecreranno,
[25] mentre tutto andrà bene a coloro che rendono giustizia,
su di loro si riverserà la benedizione.
[26] Dà un bacio sulle labbra
colui che risponde con parole rette.
[27] Sistema i tuoi affari di fuori
e fatti i lavori dei campi
e poi costruisciti la casa.
[28] Non testimoniare alla leggera contro il tuo prossimo
e non ingannare con le labbra.
[29] Non dire: "Come ha fatto a me così io farò a lui,
renderò a ciascuno come si merita".
[30] Sono passato vicino al campo di un pigro,
alla vigna di un uomo insensato:
[31] ecco, ovunque erano cresciute le erbacce,
il terreno era coperto di cardi
e il recinto di pietre era in rovina.
[32] Osservando, riflettevo
e, vedendo, ho tratto questa lezione:
[33] un pò dormire, un pò sonnecchiare,
un pò incrociare le braccia per riposare
[34] e intanto viene passeggiando la miseria
e l'indigenza come un accattone.
25
[1]
Anche questi sono proverbi di Salomone, trascritti dagli uomini di Ezechia, re di Giuda.
[2] È gloria di Dio nascondere le cose,
è gloria dei re investigarle.
[3] I cieli per la loro altezza,
la terra per la sua profondità
e il cuore dei re sono inesplorabili.
[4] Togli le scorie dall'argento
e l'orafo ne farà un bel vaso;
[5] togli il malvagio dalla presenza del re
e il suo trono si stabilirà sulla giustizia.
[6] Non darti arie davanti al re
e non metterti al posto dei grandi,
[7] perché è meglio sentirsi dire: "Sali quassù"
piuttosto che essere umiliato davanti a uno superiore.
Quanto i tuoi occhi hanno visto
[8] non metterlo subito fuori in un processo;
altrimenti che farai alla fine,
quando il tuo prossimo ti svergognerà?
[9] Discuti la tua causa con il tuo vicino,
ma non rivelare il segreto altrui;
[10] altrimenti chi ti ascolta ti biasimerebbe
e il tuo discredito sarebbe irreparabile.
[11] Come frutti d'oro su vassoio d'argento
così è una parola detta a suo tempo.
[12] Come anello d'oro e collana d'oro fino
è un saggio che ammonisce un orecchio attento.
[13] Come fresco di neve al tempo della mietitura,
è un messaggero verace per chi lo manda;
egli rinfranca l'animo del suo signore.
[14] Nuvole e vento, ma senza pioggia,
tale è l'uomo che si vanta di regali che non fa.
[15] Con la pazienza il giudice si lascia persuadere,
una lingua dolce spezza le ossa.
[16] Se hai trovato il miele, mangiane quanto ti basta,
per non esserne nauseato e poi vomitarlo.
[17] Metti di rado il piede in casa del tuo vicino,
perché non si stanchi di te e ti prenda in odio.
[18] Mazza, spada e freccia acuta
è colui che depone il falso contro il suo prossimo.
[19] Qual dente cariato e piede slogato
tale è la fiducia dell'uomo
sleale nel giorno della sventura,
[20] è togliersi le vesti in un giorno rigido.
Aceto su una piaga viva,
tali sono i canti per un cuore afflitto.
[21] Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare,
se ha sete, dagli acqua da bere;
[22] perché così ammasserai carboni ardenti sul suo capo
e il Signore ti ricompenserà.
[23] La tramontana porta la pioggia,
un parlare in segreto provoca lo sdegno sul volto.
[24] Abitare su un angolo del tetto è meglio
di una moglie litigiosa e una casa in comune.
[25] Come acqua fresca per una gola riarsa
è una buona notizia da un paese lontano.
[26] Fontana torbida e sorgente inquinata,
tale è il giusto che vacilla di fronte all'empio.
[27] Mangiare troppo miele non è bene,
né lasciarsi prendere da parole adulatrici.
[28] Una città smantellata o senza mura
tale è l'uomo che non sa dominare la collera.
26
[1] Come
la neve d'estate e la pioggia alla mietitura,
così l'onore non conviene allo stolto.
[2] Come il passero che svolazza, come la rondine che vola,
così una maledizione senza motivo non avverrà.
[3] La frusta per il cavallo, la cavezza per l'asino
e il bastone per la schiena degli stolti.
[4] Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza
per non divenire anche tu simile a lui.
[5] Rispondi allo stolto secondo la sua stoltezza
perché egli non si creda saggio.
[6] Si taglia i piedi e beve amarezze
chi invia messaggi per mezzo di uno stolto.
[7] Malferme sono le gambe dello zoppo,
così una massima sulla bocca degli stolti.
[8] Come chi lega il sasso alla fionda,
così chi attribuisce onori a uno stolto.
[9] Una spina penetrata nella mano d'un ubriaco,
tale è una massima sulla bocca degli stolti.
[10] Arciere che ferisce tutti i passanti,
tale è chi assume uno stolto o un ubriaco.
[11] Come il cane torna al suo vomito,
così lo stolto ripete le sue stoltezze.
[12] Hai visto un uomo che si crede saggio?
È meglio sperare in uno stolto che in lui.
[13] Il pigro dice: "C'è una belva per la strada,
un leone si aggira per le piazze".
[14] La porta gira sui cardini,
così il pigro sul suo letto.
[15] Il pigro tuffa la mano nel piatto,
ma dura fatica a portarla alla bocca.
[16] Il pigro si crede saggio
più di sette persone che rispondono con senno.
[17] Prende un cane per le orecchie
chi si intromette in una lite che non lo riguarda.
[18] Come un pazzo che scaglia tizzoni
e frecce di morte,
[19] così è quell'uomo che inganna il suo prossimo
e poi dice: "Ma sì, è stato uno scherzo!".
[20] Per mancanza di legna il fuoco si spegne;
se non c'è il delatore, il litigio si calma.
[21] Mantice per il carbone e legna per il fuoco,
tale è l'attaccabrighe per rattizzar le liti.
[22] Le parole del sussurrone sono come ghiotti bocconi,
esse scendono in fondo alle viscere.
[23] Come vernice d'argento sopra un coccio di creta
sono le labbra lusinghiere con un cuore maligno.
[24] Chi odia si maschera con le labbra,
ma nel suo intimo cova il tradimento;
[25] anche se usa espressioni melliflue, non ti fidare,
perché egli ha sette abomini nel cuore.
[26] L'odio si copre di simulazione,
ma la sua malizia apparirà pubblicamente.
[27] Chi scava una fossa vi cadrà dentro
e chi rotola una pietra, gli ricadrà addosso.
[28] Una lingua bugiarda odia la verità,
una bocca adulatrice produce rovina.
27
[1] Non
ti vantare del domani,
perché non sai neppure che cosa genera l'oggi.
[2] Ti lodi un altro e non la tua bocca,
un estraneo e non le tue labbra.
[3] La pietra è greve, la sabbia è pesante,
ma più dell'una e dell'altra
lo è il fastidio dello stolto.
[4] La collera è crudele, l'ira è impetuosa;
ma chi può resistere alla gelosia?
[5] Meglio un rimprovero aperto
che un amore celato.
[6] Leali sono le ferite di un amico,
fallaci i baci di un nemico.
[7] Gola sazia disprezza il miele;
per chi ha fame anche l'amaro è dolce.
[8] Come un uccello che vola lontano dal nido
così è l'uomo che va errando lontano dalla dimora.
[9] Il profumo e l'incenso allietano il cuore,
la dolcezza di un amico rassicura l'anima.
[10] Non abbandonare il tuo amico né quello di tuo padre,
non entrare nella casa di tuo fratello
nel giorno della tua disgrazia.
Meglio un amico vicino che un fratello lontano.
[11] Sii saggio, figlio mio, e allieterai il mio cuore
e avrò di che rispondere a colui che mi insulta.
[12] L'accorto vede il pericolo e si nasconde,
gli inesperti vanno avanti e la pagano.
[13] Prendigli il vestito
perché si è fatto garante per uno straniero
e tienilo in pegno per gli sconosciuti.
[14] Benedire il prossimo di buon mattino ad alta voce
gli sarà imputato come una maledizione.
[15] Il gocciolar continuo in tempo di pioggia
e una moglie litigiosa, si rassomigliano:
[16] chi la vuol trattenere, trattiene il vento
e raccoglie l'olio con la mano destra.
[17] Il ferro si aguzza con il ferro
e l'uomo aguzza l'ingegno del suo compagno.
[18] Il guardiano di un fico ne mangia i frutti,
chi ha cura del suo padrone ne riceverà onori.
[19] Come un volto differisce da un altro,
così i cuori degli uomini differiscono fra di loro.
[20] Come gli inferi e l'abisso non si saziano mai,
così non si saziano mai gli occhi dell'uomo.
[21] Come il crogiuolo è per l'argento
e il fornello per l'oro,
così l'uomo rispetto alla bocca di chi lo loda.
[22] Anche se tu pestassi lo stolto nel mortaio
tra i grani con il pestello,
non scuoteresti da lui la sua stoltezza.
[23] Preòccupati del tuo gregge,
abbi cura delle tue mandrie,
[24] perché non sono perenni le ricchezze,
né un tesoro si trasmette di generazione in generazione.
[25] Si toglie il fieno, apparisce l'erba nuova
e si raccolgono i foraggi dei monti;
[26] gli agnelli ti danno le vesti
e i capretti il prezzo per comprare un campo,
[27] le capre latte abbondante per il cibo
e per vitto della tua famiglia.
e per mantenere le tue schiave.
28
[1]
L'empio fugge anche se nessuno lo insegue,
mentre il giusto è sicuro come un giovane leone.
[2] Per i delitti di un paese molti sono i suoi tiranni,
ma con un uomo intelligente e saggio l'ordine si mantiene.
[3] Un uomo empio che opprime i miseri
è una pioggia torrenziale che non porta pane.
[4] Quelli che violano la legge lodano l'empio,
ma quanti osservano la legge gli muovono guerra.
[5] I malvagi non comprendono la giustizia,
ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto.
[6] Meglio un povero dalla condotta integra
che uno dai costumi perversi, anche se ricco.
[7] Chi osserva la legge è un figlio intelligente,
chi frequenta i crapuloni disonora suo padre.
[8] Chi accresce il patrimonio con l'usura e l'interesse,
lo accumula per chi ha pietà dei miseri.
[9] Chi volge altrove l'orecchio per non ascoltare la legge,
anche la sua preghiera è in abominio.
[10] Chi fa traviare gli uomini retti per una cattiva strada,
cadrà egli stesso nella fossa,
mentre gli integri possederanno fortune.
[11] Il ricco si crede saggio,
ma il povero intelligente lo scruta bene.
[12] Grande è la gioia quando trionfano i giusti,
ma se prevalgono gli empi ognuno si nasconde.
[13] Chi nasconde le proprie colpe non avrà successo;
chi le confessa e cessa di farle troverà indulgenza.
[14] Beato l'uomo che teme sempre,
chi indurisce il cuore cadrà nel male.
[15] Leone ruggente e orso affamato,
tale è il malvagio che domina su un popolo povero.
[16] Un principe privo di senno moltiplica le vessazioni,
ma chi odia la rapina prolungherà i suoi giorni.
[17] Un uomo perseguitato per omicidio
fuggirà fino alla tomba: nessuno lo soccorre.
[18] Chi procede con rettitudine sarà salvato,
chi va per vie tortuose cadrà ad un tratto.
[19] Chi lavora la sua terra si sazierà di pane,
chi insegue chimere si sazierà di miseria.
[20] L'uomo leale sarà colmo di benedizioni,
chi si arricchisce in fretta non sarà esente da colpa.
[21] Non è bene essere parziali,
per un pezzo di pane si pecca.
[22] L'uomo dall'occhio cupido è impaziente di arricchire
e non pensa che gli piomberà addosso la miseria.
[23] Chi corregge un altro troverà in fine più favore
di chi ha una lingua adulatrice.
[24] Chi deruba il padre o la madre e dice: "Non è peccato",
è compagno dell'assassino.
[25] L'uomo avido suscita litigi,
ma chi confida nel Signore avrà successo.
[26] Chi confida nel suo senno è uno stolto,
chi si comporta con saggezza sarà salvato.
[27] Per chi dà al povero non c'è indigenza,
ma chi chiude gli occhi avrà grandi maledizioni.
[28] Se prevalgono gli empi, tutti si nascondono,
se essi periscono, sono potenti i giusti.
29
[1]
L'uomo che, rimproverato, resta di dura cervice
sarà spezzato all'improvviso e senza rimedio.
[2] Quando comandano i giusti, il popolo gioisce,
quando governano gli empi, il popolo geme.
[3] Chi ama la sapienza allieta il padre,
ma chi frequenta prostitute dissipa il patrimonio.
[4] Il re con la giustizia rende prospero il paese,
l'uomo che fa esazioni eccessive lo rovina.
[5] L'uomo che adula il suo prossimo
gli tende una rete per i suoi passi.
[6] Sotto i passi del malvagio c'è un trabocchetto,
mentre il giusto corre ed è contento.
[7] Il giusto si prende a cuore la causa dei miseri,
ma l'empio non intende ragione.
[8] I beffardi mettono sottosopra una città,
mentre i saggi placano la collera.
[9] Se un saggio discute con uno stolto,
si agiti o rida, non vi sarà conclusione.
[10] Gli uomini sanguinari odiano l'onesto,
mentre i giusti hanno cura di lui.
[11] Lo stolto dà sfogo a tutto il suo malanimo,
il saggio alla fine lo sa calmare.
[12] Se un principe dà ascolto alle menzogne,
tutti i suoi ministri sono malvagi.
[13] Il povero e l'usuraio si incontrano;
è il Signore che illumina gli occhi di tutti e due.
[14] Un re che giudichi i poveri con equità
rende saldo il suo trono per sempre.
[15] La verga e la correzione danno sapienza,
ma il giovane lasciato a se stesso disonora sua madre.
[16] Quando governano i malvagi, i delitti abbondano,
ma i giusti ne vedranno la rovina.
[17] Correggi il figlio e ti farà contento
e ti procurerà consolazioni.
[18] Senza la rivelazione il popolo diventa sfrenato;
beato chi osserva la legge.
[19] Lo schiavo non si corregge a parole,
comprende, infatti, ma non obbedisce.
[20] Hai visto un uomo precipitoso nel parlare?
C'è più da sperare in uno stolto che in lui.
[21] Chi accarezza lo schiavo fin dall'infanzia,
alla fine costui diventerà insolente.
[22] Un uomo collerico suscita litigi
e l'iracondo commette molte colpe.
[23] L'orgoglio dell'uomo ne provoca l'umiliazione,
l'umile di cuore ottiene onori.
[24] Chi è complice del ladro, odia se stesso,
egli sente l'imprecazione, ma non denuncia nulla.
[25] Il temere gli uomini pone in una trappola;
ma chi confida nel Signore è al sicuro.
[26] Molti ricercano il favore del principe,
ma è il Signore che giudica ognuno.
[27] L'iniquo è un abominio per i giusti
e gli uomini retti sono in abominio ai malvagi.
30
[1]
Detti di Agùr figlio di Iakè, da Massa.
Dice quest'uomo: Sono stanco, o Dio,
sono stanco, o Dio, e vengo meno,
[2] perché io sono il più ignorante degli uomini
e non ho intelligenza umana;
[3] non ho imparato la sapienza
e ignoro la scienza del Santo.
[4] Chi è salito al cielo e ne è sceso?
Chi ha raccolto il vento nel suo pugno?
Chi ha racchiuso le acque nel suo mantello?
Chi ha fissato tutti i confini della terra?
Come si chiama? Qual è il nome di suo figlio, se lo sai?
[5] Ogni parola di Dio è appurata;
egli è uno scudo per chi ricorre a lui.
[6] Non aggiungere nulla alle sue parole,
perché non ti riprenda e tu sia trovato bugiardo.
[7] Io ti domando due cose,
non negarmele prima che io muoia:
[8] tieni lontano da me falsità e menzogna,
non darmi né povertà né ricchezza;
ma fammi avere il cibo necessario,
[9] perché, una volta sazio, io non ti rinneghi
e dica: "Chi è il Signore?",
oppure, ridotto all'indigenza, non rubi
e profani il nome del mio Dio.
[10] Non calunniare lo schiavo presso il padrone,
perché egli non ti maledica e tu non ne porti la pena.
[11] C'è gente che maledice suo padre
e non benedice sua madre.
[12] C'è gente che si crede pura,
ma non si è lavata della sua lordura.
[13] C'è gente dagli occhi così alteri
e dalle ciglia così altezzose!
[14] C'è gente i cui denti sono spade
e i cui molari sono coltelli,
per divorare gli umili eliminandoli dalla terra
e i poveri in mezzo agli uomini.
[15] La sanguisuga ha due figlie: "Dammi! Dammi!".
Tre cose non si saziano mai,
anzi quattro non dicono mai: "Basta!":
[16] gli inferi, il grembo sterile,
la terra mai sazia d'acqua
e il fuoco che mai dice: "Basta!".
[17] L'occhio che guarda con scherno il padre
e disprezza l'obbedienza alla madre
sia cavato dai corvi della valle
e divorato dagli aquilotti.
[18] Tre cose mi sono difficili,
anzi quattro, che io non comprendo:
[19] il sentiero dell'aquila nell'aria,
il sentiero del serpente sulla roccia,
il sentiero della nave in alto mare,
il sentiero dell'uomo in una giovane.
[20] Tale è la condotta della donna adultera:
mangia e si pulisce la bocca
e dice: "Non ho fatto niente di male!".
[21] Per tre cose freme la terra,
anzi quattro cose non può sopportare:
[22] uno schiavo che diventi re,
uno stolto che abbia viveri in abbondanza,
[23] una donna già trascurata da tutti che trovi marito
e una schiava che prenda il posto della padrona.
[24] Quattro esseri sono fra le cose più piccole della terra,
eppure sono i più saggi dei saggi:
[25] le formiche, popolo senza forza,
che si provvedono il cibo durante l'estate;
[26] gli iràci, popolo imbelle,
ma che hanno la tana sulle rupi;
[27] le cavallette, che non hanno un re,
eppure marciano tutte insieme schierate;
[28] la lucertola, che si può prender con le mani,
ma penetra anche nei palazzi dei re.
[29] Tre esseri hanno un portamento maestoso,
anzi quattro sono eleganti nel camminare:
[30] il leone, il più forte degli animali,
che non indietreggia davanti a nessuno;
[31] il gallo pettoruto e il caprone
e un re alla testa del suo popolo.
[32] Se ti sei esaltato per stoltezza
e se poi hai riflettuto,
mettiti una mano sulla bocca,
[33] poiché, sbattendo il latte ne esce la panna,
premendo il naso ne esce il sangue,
spremendo la collera ne esce la lite.
31
[1]
Parole di Lemuèl, re di Massa, che sua madre gli insegnò.
[2] E che, figlio mio! E che, figlio delle mie viscere!
E che, figlio dei miei voti!
[3] Non dare il tuo vigore alle donne,
né i tuoi costumi a quelle che corrompono i re.
[4] Non conviene ai re, Lemuèl,
non conviene ai re bere il vino,
né ai principi bramare bevande inebrianti,
[5] per paura che, bevendo, dimentichino i loro decreti
e tradiscano il diritto di tutti gli afflitti.
[6] Date bevande inebrianti a chi sta per perire
e il vino a chi ha l'amarezza nel cuore.
[7] Beva e dimentichi la sua povertà
e non si ricordi più delle sue pene.
[8] Apri la bocca in favore del muto
in difesa di tutti gli sventurati.
[9] Apri la bocca e giudica con equità
e rendi giustizia all'infelice e al povero.
[10] Una donna perfetta chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
[11] In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
[12] Essa gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
[13] Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
[14] Ella è simile alle navi di un mercante,
fa venire da lontano le provviste.
[15] Si alza quando ancora è notte
e prepara il cibo alla sua famiglia
e dà ordini alle sue domestiche.
[16] Pensa ad un campo e lo compra
e con il frutto delle sue mani pianta una vigna.
[17] Si cinge con energia i fianchi
e spiega la forza delle sue braccia.
[18] È soddisfatta, perché il suo traffico va bene,
neppure di notte
si spegne la sua lucerna.
[19] Stende la sua mano alla conocchia
e mena il fuso con le dita.
[20] Apre le sue mani al misero,
stende la mano al povero.
[21] Non teme la neve per la sua famiglia,
perché tutti i suoi di casa hanno doppia veste.
[22] Si fa delle coperte,
di lino e di porpora sono le sue vesti.
[23] Suo marito è stimato alle porte della città
dove siede con gli anziani del paese.
[24] Confeziona tele di lino e le vende
e fornisce cinture al mercante.
[25] Forza e decoro sono il suo vestito
e se la ride dell'avvenire.
[26] Apre la bocca con saggezza
e sulla sua lingua c'è dottrina di bontà.
[27] Sorveglia l'andamento della casa;
il pane che mangia non è frutto di pigrizia.
[28] I suoi figli sorgono a proclamarla beata
e suo marito a farne l'elogio:
[29] "Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti,
ma tu le hai superate tutte!".
[30] Fallace è la grazia e vana è la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
[31] Datele del frutto delle sue mani
e le sue stesse opere la lodino alle porte della città.
QOELET
1
[1]
Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme.
[2] Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità, tutto è vanità.
[3] Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affanno
per cui fatica sotto il sole?
[4] Una generazione va, una generazione viene
ma la terra resta sempre la stessa.
[5] Il sole sorge e il sole tramonta,
si affretta verso il luogo da dove risorgerà.
[6] Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana;
gira e rigira
e sopra i suoi giri il vento ritorna.
[7] Tutti i fiumi vanno al mare,
eppure il mare non è mai pieno:
raggiunta la loro mèta,
i fiumi riprendono la loro marcia.
[8] Tutte le cose sono in travaglio
e nessuno potrebbe spiegarne il motivo.
Non si sazia l'occhio di guardare
né mai l'orecchio è sazio di udire.
[9] Ciò che è stato sarà
e ciò che si è fatto si rifarà;
non c'è niente di nuovo sotto il sole.
[10] C'è forse qualcosa di cui si possa dire:
"Guarda, questa è una novità"?
Proprio questa è già stata nei secoli
che ci hanno preceduto.
[11] Non resta più ricordo degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso coloro che verranno in seguito.
[12] Io, Qoèlet, sono stato re d'Israele in Gerusalemme.
[13] Mi sono proposto di ricercare e investigare con saggezza tutto ciò
che si fa sotto il cielo. È questa una occupazione penosa che Dio ha
imposto agli uomini, perché in essa fatichino.
[14] Ho visto tutte le cose che si fanno sotto il sole ed ecco tutto è
vanità e un inseguire il vento.
[15] Ciò che è storto non si può raddrizzare
e quel che manca non si può contare.
[16] Pensavo e dicevo fra me: "Ecco, io ho avuto una sapienza
superiore e più vasta di quella che ebbero quanti regnarono prima di me
in Gerusalemme. La mia mente ha curato molto la sapienza e la
scienza".
[17] Ho deciso allora di conoscere la sapienza e la scienza, come anche
la stoltezza e la follia, e ho compreso che anche questo è un inseguire
il vento,
[18] perchè
molta sapienza, molto affanno;
chi accresce il sapere, aumenta il dolore.
2
[1] Io
ho detto in cuor mio: "Vieni, dunque, ti voglio mettere alla prova
con la gioia: Gusta il piacere!". Ma ecco anche questo è vanità.
[2] Del riso ho detto: "Follia!"
e della gioia: "A che giova?".
[3] Ho voluto soddisfare il mio corpo con il vino, con la pretesa di
dedicarmi con la mente alla sapienza e di darmi alla follia, finché non
scoprissi che cosa convenga agli uomini compiere sotto il cielo, nei
giorni contati della loro vita.
[4] Ho intrapreso grandi opere, mi sono fabbricato case, mi sono
piantato vigneti.
[5] Mi sono fatto parchi e giardini e vi ho piantato alberi da frutto
d'ogni specie;
[6] mi sono fatto vasche, per irrigare con l'acqua le piantagioni.
[7] Ho acquistato schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa e
ho posseduto anche armenti e greggi in gran numero più di tutti i miei
predecessori in Gerusalemme.
[8] Ho accumulato anche argento e oro, ricchezze di re e di province; mi
sono procurato cantori e cantatrici, insieme con le delizie dei figli
dell'uomo.
[9] Sono divenuto grande, più potente di tutti i miei predecessori in
Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza.
[10] Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavano, né ho
rifiutato alcuna soddisfazione al mio cuore, che godeva d'ogni mia
fatica; questa è stata la ricompensa di tutte le mie fatiche.
[11] Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la
fatica che avevo durato a farle: ecco, tutto mi è apparso vanità e un
inseguire il vento: non c'è alcun vantaggio sotto il sole.
[12] Ho considerato poi la sapienza, la follia e la stoltezza. "Che
farà il successore del re? Ciò che è già stato fatto".
[13] Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è
il vantaggio della luce sulle tenebre:
[14] Il saggio ha gli occhi in fronte,
ma lo stolto cammina nel buio.
Ma so anche che un'unica sorte
è riservata a tutt'e due.
[15] Allora ho pensato: "Anche a me toccherà la sorte dello
stolto! Allora perché ho cercato d'esser saggio? Dov'è il
vantaggio?". E ho concluso: "Anche questo è vanità".
[16] Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo
duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo stesso modo
muoiono il saggio e lo stolto.
[17] Ho preso in odio la vita, perché mi è sgradito quanto si fa sotto
il sole. Ogni cosa infatti è vanità e un inseguire il vento.
[18] Ho preso in odio ogni lavoro da me fatto sotto il sole, perché
dovrò lasciarlo al mio successore.
[19] E chi sa se questi sarà saggio o stolto? Eppure potrà disporre di
tutto il mio lavoro, in cui ho speso fatiche e intelligenza sotto il
sole. Anche questo è vanità!
[20] Sono giunto al punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica
che avevo durato sotto il sole,
[21] perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo
dovrà poi lasciare i suoi beni a un altro che non vi ha per nulla
faticato. Anche questo è vanità e grande sventura.
[22] Allora quale profitto c'è per l'uomo in tutta la sua fatica e in
tutto l'affanno del suo cuore con cui si affatica sotto il sole?
[23] Tutti i suoi giorni non sono che dolori e preoccupazioni penose; il
suo cuore non riposa neppure di notte. Anche questo è vanità!
[24] Non c'è di meglio per l'uomo che mangiare e bere e godersela nelle
sue fatiche; ma mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di
Dio.
[25] Difatti, chi può mangiare e godere senza di lui?
[26] Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre
al peccatore dà la pena di raccogliere e d'ammassare per colui che è
gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un inseguire il vento!
3
[1] Per
ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il
cielo.
[2] C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
[3] Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
[4] Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
[5] Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
[6] Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
[7] Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
[8] Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
[9] Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica?
[10] Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché
si occupino in essa.
[11] Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la
nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini
possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine.
[12] Ho concluso che non c'è nulla di meglio per essi, che godere e
agire bene nella loro vita;
[13] ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio.
[14] Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c'è nulla
da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché si abbia
timore di lui.
[15] Ciò che è, già è stato; ciò che sarà, già è; Dio ricerca ciò
che è già passato.
[16] Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c'è
l'iniquità e al posto della giustizia c'è l'empietà.
[17] Ho pensato: Dio giudicherà il giusto e l'empio, perché c'è un
tempo per ogni cosa e per ogni azione.
[18] Poi riguardo ai figli dell'uomo mi son detto: Dio vuol provarli e
mostrare che essi di per sé sono come bestie.
[19] Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa;
come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per
tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché
tutto è vanità.
[20] Tutti sono diretti verso la medesima dimora:
tutto è venuto dalla polvere
e tutto ritorna nella polvere.
[21] Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello
della bestia scenda in basso nella terra?
[22] Mi sono accorto che nulla c'è di meglio per l'uomo che godere
delle sue opere, perché questa è la sua sorte. Chi potrà infatti
condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui?
4
[1] Ho
poi considerato tutte le oppressioni che si commettono sotto il sole.
Ecco il pianto degli oppressi che non hanno chi li consoli; da parte dei
loro oppressori sta la violenza, mentre per essi non c'è chi li
consoli.
[2] Allora ho proclamato più felici i morti, ormai trapassati, dei
viventi che sono ancora in vita;
[3] ma ancor più felice degli uni e degli altri chi ancora non è e non
ha visto le azioni malvagie che si commettono sotto il sole.
[4] Ho osservato anche che ogni fatica e tutta l'abilità messe in un
lavoro non sono che invidia dell'uno con l'altro. Anche questo è vanità
e un inseguire il vento.
[5] Lo stolto incrocia le braccia
e divora la sua carne.
[6] Meglio una manciata con riposo
che due manciate con fatica.
[7] Inoltre ho considerato un'altra vanità sotto il sole:
[8] uno è solo, senza eredi, non ha un figlio, non un fratello. Eppure
non smette mai di faticare, né il suo occhio è sazio di ricchezza:
"Per chi mi affatico e mi privo dei beni?". Anche questo è
vanità e un cattivo affannarsi.
[9] Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior
compenso nella fatica.
[10] Infatti, se vengono a cadere, l'uno rialza l'altro. Guai invece a
chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi.
[11] Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo
come fa a riscaldarsi?
[12] Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre
capi non si rompe tanto presto.
[13] Meglio un ragazzo povero ma accorto,
che un re vecchio e stolto
che non sa ascoltare i consigli.
[14] Il ragazzo infatti può uscir di prigione ed esser proclamato re,
anche se, mentre quegli regnava, è nato povero.
[15] Ho visto tutti i viventi che si muovono sotto il sole, stare con
quel ragazzo, il secondo, cioè l'usurpatore.
[16] Era una folla immensa quella di cui egli era alla testa. Ma coloro
che verranno dopo non avranno da rallegrarsi di lui. Anche questo è
vanità e un inseguire il vento.
[17] Bada ai tuoi passi, quando ti rechi alla casa di Dio. Avvicinarsi
per ascoltare vale più del sacrificio offerto dagli stolti che non
comprendono neppure di far male.
5
[1] Non
essere precipitoso con la bocca e il tuo cuore non si affretti a
proferir parola davanti a Dio, perché Dio è in cielo e tu sei sulla
terra; perciò le tue parole siano parche, poiché
[2] Dalle molte preoccupazioni vengono i sogni
e dalle molte chiacchiere il discorso dello stolto.
[3] Quando hai fatto un voto a Dio, non indugiare a soddisfarlo, perché
egli non ama gli stolti: adempi quello che hai promesso.
[4] È meglio non far voti, che farli e poi non mantenerli.
[5] Non permettere alla tua bocca di renderti colpevole e non dire
davanti al messaggero che è stata una inavvertenza, perché Dio non
abbia ad adirarsi per le tue parole e distrugga il lavoro delle tue
mani.
[6] Poiché dai molti sogni provengono molte delusioni e molte parole.
Abbi dunque il timor di Dio.
[7] Se vedi nella provincia il povero oppresso e il diritto e la
giustizia calpestati, non ti meravigliare di questo, poiché sopra
un'autorità veglia un'altra superiore e sopra di loro un'altra ancora
più alta:
[8] l'interesse del paese in ogni cosa è un re che si occupa dei campi.
[9] Chi ama il denaro, mai si sazia di denaro e chi ama la ricchezza,
non ne trae profitto. Anche questo è vanità.
[10] Con il crescere dei beni i parassiti aumentano e qual vantaggio ne
riceve il padrone, se non di vederli con gli occhi?
[11] Dolce è il sonno del lavoratore, poco o molto che mangi;
ma la sazietà del ricco non lo lascia dormire.
[12] Un altro brutto malanno ho visto sotto il sole: ricchezze custodite
dal padrone a proprio danno.
[13] Se ne vanno in fumo queste ricchezze per un cattivo affare e il
figlio che gli è nato non ha nulla nelle mani.
[14] Come è uscito nudo dal grembo di sua madre, così se ne andrà di
nuovo come era venuto, e dalle sue fatiche non ricaverà nulla da portar
con sé.
[15] Anche questo è un brutto malanno: che se ne vada proprio come è
venuto. Qual vantaggio ricava dall'aver gettato le sue fatiche al vento?
[16] Inoltre avrà passato tutti i suoi giorni nell'oscurità e nel
pianto fra molti guai, malanni e crucci.
[17] Ecco quello che ho concluso: è meglio mangiare e bere e godere dei
beni in ogni fatica durata sotto il sole, nei pochi giorni di vita che
Dio gli dà: è questa la sua sorte.
[18] Ogni uomo, a cui Dio concede ricchezze e beni, ha anche facoltà di
goderli e prendersene la sua parte e di godere delle sue fatiche: anche
questo è dono di Dio.
[19] Egli non penserà infatti molto ai giorni della sua vita, poiché
Dio lo tiene occupato con la gioia del suo cuore.
6
[1] Un
altro male ho visto sotto il sole, che pesa molto sopra gli uomini.
[2] A uno Dio ha concesso beni, ricchezze, onori e non gli manca niente
di quanto desidera; ma Dio non gli concede di poterne godere, perché è
un estraneo che ne gode. Ciò è vanità e malanno grave!
[3] Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i
suoi giorni, se egli non gode dei suoi beni e non ha neppure una tomba,
allora io dico: meglio di lui l'aborto,
[4] perché questi viene invano e se ne va nella tenebra e il suo nome
è coperto dalla tenebra.
[5] Non vide neppure il sole: non conobbe niente; eppure il suo riposo
è maggiore di quello dell'altro.
[6] Se quello vivesse anche due volte mille anni, senza godere dei suoi
beni, forse non dovranno andare tutt'e due nel medesimo luogo?
[7] Tutta la fatica dell'uomo è per la bocca e la sua brama non è mai
sazia.
[8] Quale vantaggio ha il saggio sullo stolto? Quale il vantaggio del
povero che sa comportarsi bene di fronte ai viventi?
[9] Meglio vedere con gli occhi, che vagare con il desiderio. Anche
questo è vanità e un inseguire il vento.
[10] Ciò che è, già da tempo ha avuto un nome; e si sa che cos'è un
uomo: egli non può competere con chi è più forte di lui.
[11] Le molte parole aumentano la delusione e quale vantaggio v'è per
l'uomo?
[12] Chi sa quel che all'uomo convenga durante la vita, nei brevi giorni
della sua vana esistenza che egli trascorre come un'ombra? Chi può
indicare all'uomo cosa avverrà dopo di lui sotto il sole?
7
[1] Un
buon nome è preferibile all'unguento profumato
e il giorno della morte al giorno della nascita.
[2] È meglio andare in una casa in pianto
che andare in una casa in festa;
perché quella è la fine d'ogni uomo
e chi vive ci rifletterà.
[3] È preferibile la mestizia al riso,
perché sotto un triste aspetto il cuore è felice.
[4] Il cuore dei saggi è in una casa in lutto
e il cuore degli stolti in una casa in festa.
[5] Meglio ascoltare il rimprovero del saggio
che ascoltare il canto degli stolti:
[6] perché com'è il crepitio dei pruni sotto la pentola,
tale è il riso degli stolti.
Ma anche questo è vanità.
[7] Il mal tolto rende sciocco il saggio
e i regali corrompono il cuore.
[8] Meglio la fine di una cosa che il suo principio;
è meglio la pazienza della superbia.
[9] Non esser facile a irritarti nel tuo spirito, perché l'ira alberga
in seno agli stolti.
[10] Non domandare: "Come mai i tempi antichi erano migliori del
presente?", poiché una tale domanda non è ispirata da saggezza.
[11] È buona la saggezza insieme con un patrimonio ed è utile per
coloro che vedono il sole;
[12] perché si sta all'ombra della saggezza come si sta all'ombra del
denaro e il profitto della saggezza fa vivere chi la possiede.
[13] Osserva l'opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto
curvo?
[14] Nel giorno lieto stà allegro e nel giorno triste rifletti:
"Dio ha fatto tanto l'uno quanto l'altro, perché l'uomo non trovi
nulla da incolparlo".
[15] Tutto ho visto nei giorni della mia vanità: perire il giusto
nonostante la sua giustizia, vivere a lungo l'empio nonostante la sua
iniquità.
[16] Non esser troppo scrupoloso
né saggio oltre misura.
Perché vuoi rovinarti?
[17] Non esser troppo malvagio
e non essere stolto.
Perché vuoi morire innanzi tempo?
[18] È bene che tu ti attenga a questo e che non stacchi la mano da
quello, perché chi teme Dio riesce in tutte queste cose.
[19] La sapienza rende il saggio più forte di dieci potenti che
governano la città.
[20] Non c'è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo
il bene e non pecchi.
[21] Ancora: non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno, per
non sentir che il tuo servo ha detto male di te,
[22] perché il tuo cuore sa che anche tu hai detto tante volte male
degli altri.
[23] Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: "Voglio
essere saggio!", ma la sapienza è lontana da me!
[24] Ciò che è stato è lontano e profondo, profondo: chi lo può
raggiungere?
[25] Mi son applicato di nuovo a conoscere e indagare e cercare la
sapienza e il perché delle cose e a conoscere che la malvagità è
follia e la stoltezza pazzia.
[26] Trovo che amara più della morte è la donna, la quale è tutta
lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a
Dio la sfugge ma il peccatore ne resta preso.
[27] Vedi, io ho scoperto questo, dice Qoèlet, confrontando una ad una
le cose, per trovarne la ragione.
[28] Quello che io cerco ancora e non ho trovato è questo:
Un uomo su mille l'ho trovato:
ma una donna fra tutte non l'ho trovata.
[29] Vedi, solo questo ho trovato:
Dio ha fatto l'uomo retto,
ma essi cercano tanti fallaci ragionamenti.
8
[1] Chi
è come il saggio?
Chi conosce la spiegazione delle cose?
La sapienza dell'uomo ne rischiara il volto,
ne cambia la durezza del viso.
[2] Osserva gli ordini del re e, a causa del giuramento fatto a Dio,
[3] non allontanarti in fretta da lui e non persistere nel male; perché
egli può fare ciò che vuole.
[4] Infatti, la parola del re è sovrana; chi può dirgli: "Che
fai?".
[5] Chi osserva il comando non prova alcun male; la mente del saggio
conosce il tempo e il giudizio.
[6] Infatti, per ogni cosa vi è tempo e giudizio e il male dell'uomo
ricade gravemente su chi lo fa.
[7] Questi ignora che cosa accadrà; chi mai può indicargli come avverrà?
[8] Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né
alcuno ha potere sul giorno della sua morte, né c'è scampo dalla
lotta; l'iniquità non salva colui che la compie.
[9] Tutto questo ho visto riflettendo su ogni azione che si compie sotto
il sole, quando l'uomo domina sull'altro uomo, a proprio danno.
[10] Frattanto ho visto empi venir condotti alla sepoltura; invece,
partirsene dal luogo santo ed essere dimenticati nella città coloro che
avevano operato rettamente. Anche questo è vanità.
[11] Poiché non si dà una sentenza immediata contro una cattiva
azione, per questo il cuore dei figli dell'uomo è pieno di voglia di
fare il male;
[12] poiché il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha
lunga vita. Tuttavia so che saranno felici coloro che temono Dio,
appunto perché provano timore davanti a lui,
[13] e non sarà felice l'empio e non allungherà come un'ombra i suoi
giorni, perché egli non teme Dio.
[14] Sulla terra si ha questa delusione: vi sono giusti ai quali tocca
la sorte meritata dagli empi con le loro opere, e vi sono empi ai quali
tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io dico che anche
questo è vanità.
[15] Perciò approvo l'allegria, perché l'uomo non ha altra felicità,
sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua
compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli
concede sotto il sole.
[16] Quando mi sono applicato a conoscere la sapienza e a considerare
l'affannarsi che si fa sulla terra - poiché l'uomo non conosce riposo né
giorno né notte -
[17] allora ho osservato tutta l'opera di Dio, e che l'uomo non può
scoprire la ragione di quanto si compie sotto il sole; per quanto si
affatichi a cercare, non può scoprirla. Anche se un saggio dicesse di
conoscerla, nessuno potrebbe trovarla.
9
[1]
Infatti ho riflettuto su tutto questo e ho compreso che i giusti e i
saggi e le loro azioni sono nelle mani di Dio.
L'uomo non conosce né l'amore né l'odio; davanti a lui tutto è vanità.
[2] Vi è una sorte unica per tutti,
per il giusto e l'empio,
per il puro e l'impuro,
per chi offre sacrifici e per chi non li offre,
per il buono e per il malvagio,
per chi giura e per chi teme di giurare.
[3] Questo è il male in tutto ciò che avviene sotto il sole: una
medesima sorte tocca a tutti e anche il cuore degli uomini è pieno di
male e la stoltezza alberga nel loro cuore mentre sono in vita, poi se
ne vanno fra i morti.
[4] Certo, finché si resta uniti alla società dei viventi c'è
speranza: meglio un cane vivo che un leone morto.
[5] I vivi sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla; non c'è più
salario per loro, perché il loro ricordo svanisce.
[6] Il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto è ormai
finito, non avranno più alcuna parte in tutto ciò che accade sotto il
sole.
[7] Và, mangia con gioia il tuo pane,
bevi il tuo vino con cuore lieto,
perché Dio ha già gradito le tue opere.
[8] In ogni tempo le tue vesti siano bianche
e il profumo non manchi sul tuo capo.
[9] Godi la vita con la sposa che ami per tutti i giorni della tua vita
fugace, che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua sorte
nella vita e nelle pene che soffri sotto il sole.
[10] Tutto ciò che trovi da fare, fallo finché ne sei in grado, perché
non ci sarà né attività, né ragione, né scienza, né sapienza giù
negli inferi, dove stai per andare.
[11] Ho visto anche sotto il sole che non è degli agili la corsa, né
dei forti la guerra e neppure dei sapienti il pane e degli accorti la
ricchezza e nemmeno degli intelligenti il favore, perché il tempo e il
caso raggiungono tutti.
[12] Infatti l'uomo non conosce neppure la sua ora: simile ai pesci che
sono presi dalla rete fatale e agli uccelli presi al laccio, l'uomo è
sorpreso dalla sventura che improvvisa si abbatte su di lui.
[13] Anche questo fatto ho visto sotto il sole e mi parve assai grave:
[14] c'era una piccola città con pochi abitanti. Un gran re si mosse
contro di essa, l'assediò e vi costruì contro grandi bastioni.
[15] Si trovava però in essa un uomo povero ma saggio, il quale con la
sua sapienza salvò la città; eppure nessuno si ricordò di quest'uomo
povero.
[16] E io dico:
È meglio la sapienza della forza,
ma la sapienza del povero è disprezzata
e le sue parole non sono ascoltate.
[17] Le parole calme dei saggi si ascoltano
più delle grida di chi domina fra i pazzi.
[18] Meglio la sapienza che le armi da guerra,
ma uno sbaglio solo annienta un gran bene.
10
[1] Una
mosca morta guasta l'unguento del profumiere:
un pò di follia può contare più della sapienza e dell'onore.
[2] La mente del sapiente si dirige a destra
e quella dello stolto a sinistra.
[3] Per qualunque via lo stolto cammini è privo di senno e di ognuno
dice: "È un pazzo".
[4] Se l'ira d'un potente si accende contro di te, non lasciare il tuo
posto, perché la calma placa le offese anche gravi.
[5] C'è un male che io ho osservato sotto il sole: l'errore commesso da
parte di un sovrano:
[6] la follia vien collocata in posti elevati e gli abili siedono in
basso.
[7] Ho visto schiavi a cavallo e prìncipi camminare a piedi come
schiavi.
[8] Chi scava una fossa ci casca dentro
e chi disfà un muro è morso da una serpe.
[9] Chi spacca le pietre si fa male
e chi taglia legna corre pericolo.
[10] Se il ferro è ottuso e non se ne affila il taglio, bisogna
raddoppiare gli sforzi; la riuscita sta nell'uso della saggezza.
[11] Se il serpente morde prima d'essere incantato, non c'è niente da
fare per l'incantatore.
[12] Le parole della bocca del saggio procurano benevolenza,
ma le labbra dello stolto lo mandano in rovina:
[13] il principio del suo parlare è sciocchezza,
la fine del suo discorso pazzia funesta.
[14] L'insensato moltiplica le parole: "Non sa l'uomo quel che
avverrà: chi gli manifesterà ciò che sarà dopo di lui?".
[15] La fatica dello stolto lo stanca;
poiché non sa neppure andare in città.
[16] Guai a te, o paese, che per re hai un ragazzo
e i cui prìncipi banchettano fin dal mattino!
[17] Felice te, o paese, che per re hai un uomo libero
e i cui prìncipi mangiano al tempo dovuto
per rinfrancarsi e non per gozzovigliare.
[18] Per negligenza il soffitto crolla
e per l'inerzia delle mani piove in casa.
[19] Per stare lieti si fanno banchetti
e il vino allieta la vita;
il denaro risponde a ogni esigenza.
[20] Non dir male del re neppure con il pensiero
e nella tua stanza da letto non dir male del potente,
perché un uccello del cielo trasporta la voce
e un alato riferisce la parola.
11
[1]
Getta il tuo pane sulle acque, perché con il tempo lo ritroverai.
[2] Fanne sette od otto parti, perché non sai quale sciagura potrà
succedere sulla terra.
[3] Se le nubi sono piene di acqua,
la rovesciano sopra la terra;
se un albero cade a sud o a nord,
là dove cade rimane.
[4] Chi bada al vento non semina mai
e chi osserva le nuvole non miete.
[5] Come ignori per qual via lo spirito entra nelle ossa dentro il seno
d'una donna incinta, così ignori l'opera di Dio che fa tutto.
[6] La mattina semina il tuo seme
e la sera non dar riposo alle tue mani,
perché non sai qual lavoro riuscirà,
se questo o quello
o se saranno buoni tutt'e due.
[7] Dolce è la luce
e agli occhi piace vedere il sole.
[8] Anche se vive l'uomo per molti anni
se li goda tutti,
e pensi ai giorni tenebrosi, che saranno molti:
tutto ciò che accade è vanità.
[9] Stà lieto, o giovane, nella tua giovinezza,
e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù.
Segui pure le vie del tuo cuore
e i desideri dei tuoi occhi.
Sappi però che su tutto questo
Dio ti convocherà in giudizio.
[10] Caccia la malinconia dal tuo cuore,
allontana dal tuo corpo il dolore,
perché la giovinezza e i capelli neri sono un soffio.
12
[1] Ricòrdati
del tuo creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
"Non ci provo alcun gusto",
[2] prima che si oscuri il sole,
la luce, la luna e le stelle
e ritornino le nubi dopo la pioggia;
[3] quando tremeranno i custodi della casa
e si curveranno i gagliardi
e cesseranno di lavorare le donne che macinano,
perché rimaste in poche,
e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre
[4] e si chiuderanno le porte sulla strada;
quando si abbasserà il rumore della mola
e si attenuerà il cinguettio degli uccelli
e si affievoliranno tutti i toni del canto;
[5] quando si avrà paura delle alture
e degli spauracchi della strada;
quando fiorirà il mandorlo
e la locusta si trascinerà a stento
e il cappero non avrà più effetto,
poiché l'uomo se ne va nella dimora eterna
e i piagnoni si aggirano per la strada;
[6] prima che si rompa il cordone d'argento
e la lucerna d'oro s'infranga
e si rompa l'anfora alla fonte
e la carrucola cada nel pozzo
[7] e ritorni la polvere alla terra, com'era prima,
e lo spirito torni a Dio che lo ha dato.
[8] Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
e tutto è vanità.
[9] Oltre a essere saggio, Qoèlet insegnò anche la scienza al popolo;
ascoltò, indagò e compose un gran numero di massime.
[10] Qoèlet cercò di trovare pregevoli detti e scrisse con esattezza
parole di verità.
[11] Le parole dei saggi sono come pungoli; come chiodi piantati, le
raccolte di autori: esse sono date da un solo pastore.
[12] Quanto a ciò che è in più di questo, figlio mio, bada bene: i
libri si moltiplicano senza fine ma il molto studio affatica il corpo.
[13] Conclusione del discorso, dopo che si è ascoltato ogni cosa: Temi
Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l'uomo è tutto.
[14] Infatti, Dio citerà in giudizio ogni azione, tutto ciò che è
occulto, bene o male.
CANTICO
DEI CANTICI
1
[1]
Cantico dei cantici, che è di Salomone.
[2] Mi baci con i baci della sua bocca!
Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.
[3] Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi,
profumo olezzante è il tuo nome,
per questo le giovinette ti amano.
[4] Attirami dietro a te, corriamo!
M'introduca il re nelle sue stanze:
gioiremo e ci rallegreremo per te,
ricorderemo le tue tenerezze più del vino.
A ragione ti amano!
[5] Bruna sono ma bella,
o figlie di Gerusalemme,
come le tende di Kedar,
come i padiglioni di Salma.
[6] Non state a guardare che sono bruna,
poiché mi ha abbronzato il sole.
I figli di mia madre si sono sdegnati con me:
mi hanno messo a guardia delle vigne;
la mia vigna, la mia, non l'ho custodita.
[7] Dimmi, o amore dell'anima mia,
dove vai a pascolare il gregge,
dove lo fai riposare al meriggio,
perché io non sia come vagabonda
dietro i greggi dei tuoi compagni.
[8] Se non lo sai, o bellissima tra le donne,
segui le orme del gregge
e mena a pascolare le tue caprette
presso le dimore dei pastori.
[9] Alla cavalla del cocchio del faraone
io ti assomiglio, amica mia.
[10] Belle sono le tue guance fra i pendenti,
il tuo collo fra i vezzi di perle.
[11] Faremo per te pendenti d'oro,
con grani d'argento.
[12] Mentre il re è nel suo recinto,
il mio nardo spande il suo profumo.
[13] Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra,
riposa sul mio petto.
[14] Il mio diletto è per me un grappolo di cipro
nelle vigne di Engàddi.
[15] Come sei bella, amica mia, come sei bella!
I tuoi occhi sono colombe.
[16] Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso!
Anche il nostro letto è verdeggiante.
[17] Le travi della nostra casa sono i cedri,
nostro soffitto sono i cipressi.
2
[1] Io
sono un narciso di Saron,
un giglio delle valli.
[2] Come un giglio fra i cardi,
così la mia amata tra le fanciulle.
[3] Come un melo tra gli alberi del bosco,
il mio diletto fra i giovani.
Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo
e dolce è il suo frutto al mio palato.
[4] Mi ha introdotto nella cella del vino
e il suo vessillo su di me è amore.
[5] Sostenetemi con focacce d'uva passa,
rinfrancatemi con pomi,
perché io sono malata d'amore.
[6] La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
[7] Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle o per le cerve dei campi:
non destate, non scuotete dal sonno l'amata,
finché essa non lo voglia.
[8] Una voce! Il mio diletto!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
[9] Somiglia il mio diletto a un capriolo
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia attraverso le inferriate.
[10] Ora parla il mio diletto e mi dice:
"Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
[11] Perché, ecco, l'inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n'è andata;
[12] i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
[13] Il fico ha messo fuori i primi frutti
e le viti fiorite spandono fragranza.
Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
[14] O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è leggiadro".
[15] Prendeteci le volpi,
le volpi piccoline
che guastano le vigne,
perché le nostre vigne sono in fiore.
[16] Il mio diletto è per me e io per lui.
Egli pascola il gregge fra i figli.
[17] Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
ritorna, o mio diletto,
somigliante alla gazzella
o al cerbiatto,
sopra i monti degli aromi.
3
[1] Sul
mio letto, lungo la notte, ho cercato
l'amato del mio cuore;
l'ho cercato, ma non l'ho trovato.
[2] "Mi alzerò e farò il giro della città;
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l'amato del mio cuore".
L'ho cercato, ma non l'ho trovato.
[3] Mi hanno incontrato le guardie che fanno la ronda:
"Avete visto l'amato del mio cuore?".
[4] Da poco le avevo oltrepassate,
quando trovai l'amato del mio cuore.
Lo strinsi fortemente e non lo lascerò
finché non l'abbia condotto in casa di mia madre,
nella stanza della mia genitrice.
[5] Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle e per le cerve dei campi:
non destate, non scuotete dal sonno l'amata
finché essa non lo voglia.
[6] Che cos'è che sale dal deserto
come una colonna di fumo,
esalando profumo di mirra e d'incenso
e d'ogni polvere aromatica?
[7] Ecco, la lettiga di Salomone:
sessanta prodi le stanno intorno,
tra i più valorosi d'Israele.
[8] Tutti sanno maneggiare la spada,
sono esperti nella guerra;
ognuno porta la spada al fianco
contro i pericoli della notte.
[9] Un baldacchino s'è fatto il re Salomone,
con legno del Libano.
[10] Le sue colonne le ha fatte d'argento,
d'oro la sua spalliera;
il suo seggio di porpora,
il centro è un ricamo d'amore
delle fanciulle di Gerusalemme.
[11] Uscite figlie di Sion,
guardate il re Salomone
con la corona che gli pose sua madre,
nel giorno delle sue nozze,
nel giorno della gioia del suo cuore.
4
[1] Come
sei bella, amica mia, come sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono un gregge di capre,
che scendono dalle pendici del Gàlaad.
[2] I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte procedono appaiate,
e nessuna è senza compagna.
[3] Come un nastro di porpora le tue labbra
e la tua bocca è soffusa di grazia;
come spicchio di melagrana la tua gota
attraverso il tuo velo.
[4] Come la torre di Davide il tuo collo,
costruita a guisa di fortezza.
Mille scudi vi sono appesi, tutte armature di prodi.
[5] I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano fra i gigli.
[6] Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò al monte della mirra
e alla collina dell'incenso.
[7] Tutta bella tu sei, amica mia,
in te nessuna macchia.
[8] Vieni con me dal Libano, o sposa,
con me dal Libano, vieni!
Osserva dalla cima dell'Amana,
dalla cima del Senìr e dell'Ermon,
dalle tane dei leoni,
dai monti dei leopardi.
[9] Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!
[10] Quanto sono soavi le tue carezze,
sorella mia, sposa,
quanto più deliziose del vino le tue carezze.
L'odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi.
[11] Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa,
c'è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano.
[12] Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, sposa,
giardino chiuso, fontana sigillata.
[13] I tuoi germogli sono un giardino di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro con nardo,
[14] nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo
con ogni specie d'alberi da incenso;
mirra e àloe
con tutti i migliori aromi.
[15] Fontana che irrora i giardini,
pozzo d'acque vive
e ruscelli sgorganti dal Libano.
[16] Lèvati, aquilone, e tu, austro, vieni,
soffia nel mio giardino
si effondano i suoi aromi.
Venga il mio diletto nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.
5
[1] Son
venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa,
e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo;
mangio il mio favo e il mio miele,
bevo il mio vino e il mio latte.
Mangiate, amici, bevete;
inebriatevi, o cari.
[2] Io dormo, ma il mio cuore veglia.
Un rumore! È il mio diletto che bussa:
"Aprimi, sorella mia,
mia amica, mia colomba, perfetta mia;
perché il mio capo è bagnato di rugiada,
i miei riccioli di gocce notturne".
[3] "Mi sono tolta la veste;
come indossarla ancora?
Mi sono lavata i piedi;
come ancora sporcarli?".
[4] Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio
e un fremito mi ha sconvolta.
[5] Mi sono alzata per aprire al mio diletto
e le mie mani stillavano mirra,
fluiva mirra dalle mie dita
sulla maniglia del chiavistello.
[6] Ho aperto allora al mio diletto,
ma il mio diletto già se n'era andato, era scomparso.
Io venni meno, per la sua scomparsa.
L'ho cercato, ma non l'ho trovato,
l'ho chiamato, ma non m'ha risposto.
[7] Mi han trovato le guardie che perlustrano la città;
mi han percosso, mi hanno ferito,
mi han tolto il mantello
le guardie delle mura.
[8] Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
se trovate il mio diletto,
che cosa gli racconterete?
Che sono malata d'amore!
[9] Che ha il tuo diletto di diverso da un altro,
o tu, la più bella fra le donne?
Che ha il tuo diletto di diverso da un altro,
perché così ci scongiuri?
[10] Il mio diletto è bianco e vermiglio,
riconoscibile fra mille e mille.
[11] Il suo capo è oro, oro puro,
i suoi riccioli grappoli di palma,
neri come il corvo.
[12] I suoi occhi, come colombe
su ruscelli di acqua;
i suoi denti bagnati nel latte,
posti in un castone.
[13] Le sue guance, come aiuole di balsamo,
aiuole di erbe profumate;
le sue labbra sono gigli,
che stillano fluida mirra.
[14] Le sue mani sono anelli d'oro,
incastonati di gemme di Tarsis.
Il suo petto è tutto d'avorio,
tempestato di zaffiri.
[15] Le sue gambe, colonne di alabastro,
posate su basi d'oro puro.
Il suo aspetto è quello del Libano,
magnifico come i cedri.
[16] Dolcezza è il suo palato;
egli è tutto delizie!
Questo è il mio diletto, questo è il mio amico,
o figlie di Gerusalemme.
6
[1] Dov'è
andato il tuo diletto,
o bella fra le donne?
Dove si è recato il tuo diletto,
perché noi lo possiamo cercare con te?
[2] Il mio diletto era sceso nel suo giardino
fra le aiuole del balsamo
a pascolare il gregge nei giardini
e a cogliere gigli.
[3] Io sono per il mio diletto e il mio diletto è per me;
egli pascola il gregge tra i gigli.
[4] Tu sei bella, amica mia, come Tirza,
leggiadra come Gerusalemme,
terribile come schiere a vessilli spiegati.
[5] Distogli da me i tuoi occhi:
il loro sguardo mi turba.
Le tue chiome sono come un gregge di capre
che scendono dal Gàlaad.
[6] I tuoi denti come un gregge di pecore
che risalgono dal bagno.
Tutte procedono appaiate
e nessuna è senza compagna.
[7] Come spicchio di melagrana la tua gota,
attraverso il tuo velo.
[8] Sessanta sono le regine,
ottanta le altre spose,
le fanciulle senza numero.
[9] Ma unica è la mia colomba la mia perfetta,
ella è l'unica di sua madre,
la preferita della sua genitrice.
L'hanno vista le giovani e l'hanno detta beata,
le regine e le altre spose ne hanno intessuto le lodi.
[10] "Chi è costei che sorge come l'aurora,
bella come la luna, fulgida come il sole,
terribile come schiere a vessilli spiegati?".
[11] Nel giardino dei noci io sono sceso,
per vedere il verdeggiare della valle,
per vedere se la vite metteva germogli,
se fiorivano i melograni.
[12] Non lo so, ma il mio desiderio mi ha posto
sui carri di Ammi-nadìb.
7
[1]
"Volgiti, volgiti, Sulammita,
volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti".
"Che ammirate nella Sulammita
durante la danza a due schiere?".
[2] "Come son belli i tuoi piedi
nei sandali, figlia di principe!
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili,
opera di mani d'artista.
[3] Il tuo ombelico è una coppa rotonda
che non manca mai di vino drogato.
Il tuo ventre è un mucchio di grano, circondato da gigli.
[4] I tuoi seni come due cerbiatti,
gemelli di gazzella.
[5] Il tuo collo come una torre d'avorio;
i tuoi occhi sono come i laghetti di Chesbòn,
presso la porta di Bat-Rabbìm;
il tuo naso come la torre del Libano
che fa la guardia verso Damasco.
[6] Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo
e la chioma del tuo capo è come la porpora;
un re è stato preso dalle tue trecce".
[7] Quanto sei bella e quanto sei graziosa,
o amore, figlia di delizie!
[8] La tua statura rassomiglia a una palma
e i tuoi seni ai grappoli.
[9] Ho detto: "Salirò sulla palma,
coglierò i grappoli di datteri;
mi siano i tuoi seni come grappoli d'uva
e il profumo del tuo respiro come di pomi".
[10] "Il tuo palato è come vino squisito,
che scorre dritto verso il mio diletto
e fluisce sulle labbra e sui denti!
[11] Io sono per il mio diletto
e la sua brama è verso di me.
[12] Vieni, mio diletto, andiamo nei campi,
passiamo la notte nei villaggi.
[13] Di buon mattino andremo alle vigne;
vedremo se mette gemme la vite,
se sbocciano i fiori,
se fioriscono i melograni:
là ti darò le mie carezze!
[14] Le mandragore mandano profumo;
alle nostre porte c'è ogni specie di frutti squisiti,
freschi e secchi;
mio diletto, li ho serbati per te".
8
[1] Oh
se tu fossi un mio fratello,
allattato al seno di mia madre!
Trovandoti fuori ti potrei baciare
e nessuno potrebbe disprezzarmi.
[2] Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre;
m'insegneresti
l'arte dell'amore.
Ti farei bere vino aromatico,
del succo del mio melograno.
[3] La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
[4] Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
non destate, non scuotete dal sonno l'amata,
finché non lo voglia.
[5] Chi è colei che sale dal deserto,
appoggiata al suo diletto?
Sotto il melo ti ho svegliata;
là, dove ti concepì tua madre,
là, dove la tua genitrice ti partorì.
[6] Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l'amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!
[7] Le grandi acque non possono spegnere l'amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio.
[8] Una sorella piccola abbiamo,
e ancora non ha seni.
Che faremo per la nostra sorella,
nel giorno in cui se ne parlerà?
[9] Se fosse un muro,
le costruiremmo sopra un recinto d'argento;
se fosse una porta,
la rafforzeremmo con tavole di cedro.
[10] Io sono un muro
e i miei seni sono come torri!
Così sono ai suoi occhi
come colei che ha trovato pace!
[11] Una vigna aveva Salomone in Baal-Hamòn;
egli affidò la vigna ai custodi;
ciascuno gli doveva portare come suo frutto
mille sicli d'argento.
[12] La vigna mia, proprio mia, mi sta davanti:
a te, Salomone, i mille sicli
e duecento per i custodi del suo frutto!
[13] Tu che abiti nei giardini
- i compagni stanno in ascolto -
fammi sentire la tua voce.
[14] "Fuggi, mio diletto,
simile a gazzella
o ad un cerbiatto,
sopra i monti degli aromi!".
SAPIENZA
1
[1]
Amate la giustizia, voi che governate sulla terra,
rettamente pensate del Signore,
cercatelo con cuore semplice.
[2] Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano,
si mostra a coloro che non ricusano di credere in lui.
[3] I ragionamenti tortuosi allontanano da Dio;
l'onnipotenza, messa alla prova, caccia gli stolti.
[4] La sapienza non entra in un'anima che opera il male
né abita in un corpo schiavo del peccato.
[5] Il santo spirito che ammaestra rifugge dalla finzione,
se ne sta lontano dai discorsi insensati,
è cacciato al sopraggiungere dell'ingiustizia.
[6] La sapienza è uno spirito amico degli uomini;
ma non lascerà impunito chi insulta con le labbra,
perché Dio è testimone dei suoi sentimenti
e osservatore verace del suo cuore
e ascolta le parole della sua bocca.
[7] Difatti lo spirito del Signore riempie l'universo
e, abbracciando ogni cosa, conosce ogni voce.
[8] Per questo non gli sfuggirà chi proferisce cose ingiuste,
la giustizia vendicatrice non lo risparmierà.
[9] Si indagherà infatti sui propositi dell'empio,
il suono delle sue parole giungerà fino al Signore
a condanna delle sue iniquità;
[10] poiché un orecchio geloso ascolta ogni cosa,
perfino il sussurro delle mormorazioni
non gli resta segreto.
[11] Guardatevi pertanto da un vano mormorare,
preservate la lingua dalla maldicenza,
perché neppure una parola segreta sarà senza effetto,
una bocca menzognera uccide l'anima.
[12] Non provocate la morte con gli errori della vostra vita,
non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani,
[13] perché Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
[14] Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza;
le creature del mondo sono sane,
in esse non c'è veleno di morte,
né gli inferi regnano sulla terra,
[15] perché la giustizia è immortale.
[16] Gli empi invocano su di sé la morte
con gesti e con parole,
ritenendola amica si consumano per essa
e con essa concludono alleanza,
perché son degni di appartenerle.
2
[1]
Dicono fra loro sragionando:
"La nostra vita è breve e triste;
non c'è rimedio, quando l'uomo muore,
e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi.
[2] Siamo nati per caso
e dopo saremo come se non fossimo stati.
È un fumo il soffio delle nostre narici,
il pensiero è una scintilla
nel palpito del nostro cuore.
[3] Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere
e lo spirito si dissiperà come aria leggera.
[4] Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo
e nessuno si ricorderà delle nostre opere.
La nostra vita passerà come le tracce di una nube,
si disperderà come nebbia
scacciata dai raggi del sole
e disciolta dal calore.
[5] La nostra esistenza è il passare di un'ombra
e non c'è ritorno alla nostra morte,
poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.
[6] Su, godiamoci i beni presenti,
facciamo uso delle creature con ardore giovanile!
[7] Inebriamoci di vino squisito e di profumi,
non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera,
[8] coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano;
[9] nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza.
Lasciamo dovunque i segni della nostra gioia
perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.
[10] Spadroneggiamo sul giusto povero,
non risparmiamo le vedove,
nessun riguardo per la canizie ricca d'anni del vecchio.
[11] La nostra forza sia regola della giustizia,
perché la debolezza risulta inutile.
[12] Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo
ed è contrario alle nostre azioni;
ci rimprovera le trasgressioni della legge
e ci rinfaccia le mancanze
contro l'educazione da noi ricevuta.
[13] Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e si dichiara figlio del Signore.
[14] È diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti;
ci è insopportabile solo al vederlo,
[15] perché la sua vita è diversa da quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
[16] Moneta falsa siam da lui considerati,
schiva le nostre abitudini come immondezze.
Proclama beata la fine dei giusti
e si vanta di aver Dio per padre.
[17] Vediamo se le sue parole sono vere;
proviamo ciò che gli accadrà alla fine.
[18] Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà,
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
[19] Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti,
per conoscere la mitezza del suo carattere
e saggiare la sua rassegnazione.
[20] Condanniamolo a una morte infame,
perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà".
[21] La pensano così, ma si sbagliano;
la loro malizia li ha accecati.
[22] Non conoscono i segreti di Dio;
non sperano salario per la santità
né credono alla ricompensa delle anime pure.
[23] Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità;
lo fece a immagine della propria natura.
[24] Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;
e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.
3
[1] Le
anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà.
[2] Agli occhi degli stolti parve che morissero;
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
[3] la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
[4] Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza è piena di immortalità.
[5] Per una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati
e li ha trovati degni di sé:
[6] li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come un olocausto.
[7] Nel giorno del loro giudizio risplenderanno;
come scintille nella stoppia, correranno qua e là.
[8] Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.
[9] Quanti confidano in lui comprenderanno la verità;
coloro che gli sono fedeli
vivranno presso di lui nell'amore,
perché grazia e misericordia
sono riservate ai suoi eletti.
[10] Ma gli empi per i loro pensieri riceveranno il castigo,
essi che han disprezzato il giusto
e si son ribellati al Signore.
[11] Chi disprezza la sapienza e la disciplina è infelice.
Vana la loro speranza e le loro fatiche senza frutto,
inutili le opere loro.
[12] Le loro mogli sono insensate,
cattivi i loro figli,
maledetta la loro progenie.
È meglio la sterilità che una posterità empia
[13] Beata la sterile non contaminata,
la quale non ha conosciuto un letto peccaminoso;
avrà il suo frutto alla rassegna delle anime.
[14] Anche l'eunuco, la cui mano non ha commesso iniquità
e che non ha pensato cose malvagie contro il Signore,
riceverà una grazia speciale per la sua fedeltà,
una parte più desiderabile nel tempio del Signore;
[15] poiché il frutto delle opere buone è glorioso
e imperitura la radice della saggezza.
[16] I figli di adulteri non giungeranno a maturità;
la discendenza di un'unione illegittima sarà sterminata.
[17] Anche se avranno lunga vita, non saran contati per niente,
e, infine, la loro vecchiaia sarà senza onore.
[18] Se poi moriranno presto, non avranno speranza
né consolazione nel giorno del giudizio,
[19] poiché di una stirpe iniqua è terribile il destino.
4
[1]
Meglio essere senza figli e avere la virtù,
poiché nel ricordo di questa c'è immortalità,
per il fatto che è riconosciuta da Dio e dagli uomini.
[2] Presente è imitata; assente è desiderata;
nell'eternità trionfa, cinta di corona,
per aver vinto nella gara di combattimenti senza macchia.
[3] La discendenza numerosa degli empi non servirà a nulla;
e dalle sue bastarde propaggini
non metterà profonde radici
né si consoliderà su una base sicura.
[4] Anche se per qualche tempo mette gemme sui rami,
i suoi germogli precari saranno scossi dal vento
e sradicati dalla violenza delle bufere.
[5] Si spezzeranno i ramoscelli ancora teneri;
il loro frutto sarà inutile, non maturo da mangiare,
e a nulla servirà.
[6] Infatti i figli nati da unioni illegali
attestano la perversità dei genitori nel giudizio di essi.
[7] Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo.
[8] Vecchiaia veneranda non è la longevità,
né si calcola dal numero degli anni;
[9] ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza;
e un'età senile è una vita senza macchia.
[10] Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito.
[11] Fu rapito, perché la malizia non ne mutasse i sentimenti
o l'inganno non ne traviasse l'animo,
[12] poiché il fascino del vizio deturpa anche il bene
e il turbine della passione travolge una mente semplice.
[13] Giunto in breve alla perfezione,
ha compiuto una lunga carriera.
[14] La sua anima fu gradita al Signore;
perciò egli lo tolse in fretta da un ambiente malvagio.
I popoli vedono senza comprendere;
non riflettono nella mente a questo fatto
[15] che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti
e la protezione per i suoi santi.
[16] Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita;
una giovinezza, giunta in breve alla perfezione,
condanna la lunga vecchiaia dell'ingiusto.
[17] Le folle vedranno la fine del saggio,
ma non capiranno ciò che Dio ha deciso a suo riguardo
né in vista di che cosa il Signore l'ha posto al sicuro.
[18] Vedranno e disprezzeranno,
ma il Signore li deriderà.
[19] Infine diventeranno un cadavere spregevole,
oggetto di scherno fra i morti per sempre.
Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto,
e li schianterà dalle fondamenta;
saranno del tutto rovinati,
si troveranno tra dolori
e il loro ricordo perirà.
Gli empi compaiono in giudizio
[20] Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati;
le loro iniquità si alzeranno contro di essi per accusarli.
5
[1]
Allora il giusto starà con grande fiducia
di fronte a quanti lo hanno oppresso
e a quanti han disprezzato le sue sofferenze.
[2] Costoro vedendolo saran presi da terribile spavento,
saran presi da stupore per la sua salvezza inattesa.
[3] Pentiti, diranno fra di loro,
gemendo nello spirito tormentato:
[4] "Ecco colui che noi una volta abbiamo deriso
e che stolti abbiam preso a bersaglio del nostro scherno;
giudicammo la sua vita una pazzia
e la sua morte disonorevole.
[5] Perché ora è considerato tra i figli di Dio
e condivide la sorte dei santi?
[6] Abbiamo dunque deviato dal cammino della verità;
la luce della giustizia non è brillata per noi,
né mai per noi si è alzato il sole.
[7] Ci siamo saziati nelle vie del male e della perdizione;
abbiamo percorso deserti impraticabili,
ma non abbiamo conosciuto la via del Signore.
[8] Che cosa ci ha giovato la nostra superbia?
Che cosa ci ha portato la ricchezza con la spavalderia?
[9] Tutto questo è passato come ombra
e come notizia fugace,
[10] come una nave che solca l'onda agitata,
del cui passaggio non si può trovare traccia,
né scia della sua carena sui flutti;
[11] oppure come un uccello che vola per l'aria
e non si trova alcun segno della sua corsa,
poiché l'aria leggera, percossa dal tocco delle penne
e divisa dall'impeto vigoroso,
è attraversata dalle ali in movimento,
ma dopo non si trova segno del suo passaggio;
[12] o come quando, scoccata una freccia al bersaglio,
l'aria si divide e ritorna subito su se stessa
e così non si può distinguere il suo tragitto:
[13] così anche noi, appena nati, siamo già scomparsi,
non abbiamo avuto alcun segno di virtù da mostrare;
siamo stati consumati nella nostra malvagità".
[14] La speranza dell'empio è come pula portata dal vento,
come schiuma leggera sospinta dalla tempesta,
come fumo dal vento è dispersa,
si dilegua come il ricordo dell'ospite di un sol giorno.
[15] I giusti al contrario vivono per sempre,
la loro ricompensa è presso il Signore
e l'Altissimo ha cura di loro.
[16] Per questo riceveranno una magnifica corona regale,
un bel diadema dalla mano del Signore,
perché li proteggerà con la destra,
con il braccio farà loro da scudo.
[17] Egli prenderà per armatura il suo zelo
e armerà il creato per castigare i nemici;
[18] indosserà la giustizia come corazza
e si metterà come elmo un giudizio infallibile;
[19] prenderà come scudo una santità inespugnabile;
[20] affilerà la sua collera inesorabile come spada
e il mondo combatterà con lui contro gli insensati.
[21] Scoccheranno gli infallibili dardi dei fulmini,
e come da un arco ben teso,
dalle nubi, colpiranno il bersaglio;
[22] dalla fionda saranno scagliati
chicchi di grandine colmi di sdegno.
Infurierà contro di loro l'acqua del mare
e i fiumi li sommergeranno senza pietà.
[23] Si scatenerà contro di loro un vento impetuoso,
li disperderà come un uragano.
L'iniquità renderà deserta tutta la terra
e la malvagità rovescerà i troni dei potenti.
6
[1]
Ascoltate, o re, e cercate di comprendere;
imparate, governanti di tutta la terra.
[2] Porgete l'orecchio, voi che dominate le moltitudini
e siete orgogliosi per il gran numero dei vostri popoli.
[3] La vostra sovranità proviene dal Signore;
la vostra potenza dall'Altissimo,
il quale esaminerà le vostre opere
e scruterà i vostri propositi;
[4] poiché, pur essendo ministri del suo regno,
non avete governato rettamente,
né avete osservato la legge
né vi siete comportati secondo il volere di Dio.
[5] Con terrore e rapidamente egli si ergerà contro di voi
poiché un giudizio severo si compie
contro coloro che stanno in alto.
[6] L'inferiore è meritevole di pietà,
ma i potenti saranno esaminati con rigore.
[7] Il Signore di tutti non si ritira davanti a nessuno,
non ha soggezione della grandezza,
perché egli ha creato il piccolo e il grande
e si cura ugualmente di tutti.
[8] Ma sui potenti sovrasta un'indagine rigorosa.
[9] Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole,
perché impariate la sapienza e non abbiate a cadere.
[10] Chi custodisce santamente le cose sante sarà santificato
e chi si è istruito in esse vi troverà una difesa.
[11] Desiderate, pertanto, le mie parole;
bramatele e ne riceverete istruzione.
[12] La sapienza è radiosa e indefettibile,
facilmente è contemplata da chi l'ama
e trovata da chiunque la ricerca.
[13] Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano.
[14] Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà,
la troverà seduta alla sua porta.
[15] Riflettere su di essa è perfezione di saggezza,
chi veglia per lei sarà presto senza affanni.
[16] Essa medesima va in cerca di quanti sono degni di lei,
appare loro ben disposta per le strade,
va loro incontro con ogni benevolenza.
[17] Suo principio assai sincero è il desiderio d'istruzione;
la cura dell'istruzione è amore;
[18] l'amore è osservanza delle sue leggi;
il rispetto delle leggi è garanzia di immortalità
[19] e l'immortalità fa stare vicino a Dio.
[20] Dunque il desiderio della sapienza conduce al regno.
[21] Se dunque, sovrani dei popoli,
vi dilettate di troni e di scettri,
onorate la sapienza, perché possiate regnare sempre.
[22] Esporrò che cos'è la sapienza e come essa nacque;
non vi terrò nascosti i suoi segreti.
Seguirò le sue tracce fin dall'origine,
metterò in luce la sua conoscenza,
non mi allontanerò dalla verità.
[23] Non mi accompagnerò con l'invidia che consuma,
poiché essa non ha nulla in comune con la sapienza.
[24] L'abbondanza dei saggi è la salvezza del mondo;
un re saggio è la salvezza di un popolo.
[25] Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole
e ne trarrete profitto.
7
[1]
Anch'io sono un uomo mortale come tutti,
discendente del primo essere plasmato di creta.
Fui formato di carne nel seno di una madre,
[2] durante dieci mesi consolidato nel sangue,
frutto del seme d'un uomo e del piacere compagno del sonno.
[3] Anch'io appena nato ho respirato l'aria comune
e sono caduto su una terra uguale per tutti,
levando nel pianto uguale a tutti il mio primo grido.
[4] E fui allevato in fasce e circondato di cure;
[5] nessun re iniziò in modo diverso l'esistenza.
[6] Si entra nella vita e se ne esce alla stessa maniera.
[7] Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza;
implorai e venne in me lo spirito della sapienza.
[8] La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto;
[9] non la paragonai neppure a una gemma inestimabile,
perché tutto l'oro al suo confronto è un pò di sabbia
e come fango sarà valutato di fronte ad essa l'argento.
[10] L'amai più della salute e della bellezza,
preferii il suo possesso alla stessa luce,
perché non tramonta lo splendore che ne promana.
[11] Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni;
nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
[12] Godetti di tutti questi beni, perché la sapienza li guida,
ma ignoravo che di tutti essa è madre.
[13] Senza frode imparai e senza invidia io dono,
non nascondo le sue ricchezze.
[14] Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini;
quanti se lo procurano si attirano l'amicizia di Dio,
sono a lui raccomandati per i doni del suo insegnamento
[15] Mi conceda Dio di parlare secondo conoscenza
e di pensare in modo degno dei doni ricevuti,
perché egli è guida della sapienza
e i saggi ricevono da lui orientamento.
[16] In suo potere siamo noi e le nostre parole,
ogni intelligenza e ogni nostra abilità.
[17] Egli mi ha concesso la conoscenza infallibile delle cose,
per comprender la struttura del mondo
e la forza degli elementi,
[18] il principio, la fine e il mezzo dei tempi,
l'alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni,
[19] il ciclo degli anni e la posizione degli astri,
[20] la natura degli animali e l'istinto delle fiere,
i poteri degli spiriti e i ragionamenti degli uomini,
la varietà delle piante e le proprietà delle radici.
[21] Tutto ciò che è nascosto e ciò che è palese io lo so,
poiché mi ha istruito la sapienza,
artefice di tutte le cose.
[22] In essa c'è uno spirito intelligente, santo,
unico, molteplice, sottile,
mobile, penetrante, senza macchia,
terso, inoffensivo, amante del bene, acuto,
[23] libero, benefico, amico dell'uomo,
stabile, sicuro, senz'affanni,
onnipotente, onniveggente
e che pervade tutti gli spiriti
intelligenti, puri, sottilissimi.
[24] La sapienza è il più agile di tutti i moti;
per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa.
[25] È un'emanazione della potenza di Dio,
un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente,
per questo nulla di contaminato in essa s'infiltra.
[26] È un riflesso della luce perenne,
uno specchio senza macchia dell'attività di Dio
e un'immagine della sua bontà.
[27] Sebbene unica, essa può tutto;
pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova
e attraverso le età entrando nelle anime sante,
forma amici di Dio e profeti.
[28] Nulla infatti Dio ama se non chi vive con la sapienza.
[29] Essa in realtà è più bella del sole
e supera ogni costellazione di astri;
paragonata alla luce, risulta superiore;
[30] a questa, infatti, succede la notte,
ma contro la sapienza la malvagità non può prevalere.
8
[1] Essa
si estende da un confine all'altro con forza,
governa con bontà eccellente ogni cosa.
[2] Questa ho amato e ricercato fin dalla mia giovinezza,
ho cercato di prendermela come sposa,
mi sono innamorato della sua bellezza.
[3] Essa manifesta la sua nobiltà,
in comunione di vita con Dio,
perché il Signore dell'universo l'ha amata.
[4] Essa infatti è iniziata alla scienza di Dio
e sceglie le opere sue.
[5] Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita,
quale ricchezza è più grande della sapienza,
la quale tutto produce?
[6] Se l'intelligenza opera,
chi, tra gli esseri, è più artefice di essa?
[7] Se uno ama la giustizia,
le virtù sono il frutto delle sue fatiche.
Essa insegna infatti la temperanza e la prudenza,
la giustizia e la fortezza,
delle quali nulla è più utile agli uomini nella vita.
[8] Se uno desidera anche un'esperienza molteplice,
essa conosce le cose passate e intravede le future,
conosce le sottigliezze dei discorsi
e le soluzioni degli enigmi,
pronostica segni e portenti,
come anche le vicende dei tempi e delle epoche.
[9] Ho dunque deciso di prenderla a compagna della mia vita,
sapendo che mi sarà consigliera di bene
e conforto nelle preoccupazioni e nel dolore.
[10] Per essa avrò gloria fra le folle
e, anche se giovane, onore presso gli anziani.
[11] Sarò trovato acuto in giudizio,
sarò ammirato di fronte ai potenti.
[12] Se tacerò, resteranno in attesa;
se parlerò, mi presteranno attenzione;
se prolungherò il discorso,
si porranno la mano sulla bocca.
[13] Per essa otterrò l'immortalità
e lascerò un ricordo eterno ai miei successori.
[14] Governerò i popoli e le nazioni mi saranno soggette;
[15] sentendo il mio nome sovrani terribili mi temeranno,
tra il popolo apparirò buono e in guerra coraggioso.
[16] Ritornato a casa, riposerò vicino a lei,
perché la sua compagnia non dà amarezza,
né dolore la sua convivenza,
ma contentezza e gioia.
[17] Riflettendo su tali cose in me stesso
e pensando in cuor mio
che nell'unione con la sapienza c'è l'immortalità
[18] e nella sua amicizia grande godimento
e nel lavoro delle sue mani una ricchezza inesauribile
e nell'assiduità del rapporto con essa prudenza
e nella partecipazione ai suoi discorsi fama,
andavo cercando come prenderla con me.
[19] Ero un fanciullo di nobile indole,
avevo avuto in sorte un'anima buona
[20] o piuttosto, essendo buono,
ero entrato in un corpo senza macchia.
[21] Sapendo che non l'avrei altrimenti ottenuta,
se Dio non me l'avesse concessa,
- ed era proprio dell'intelligenza
sapere da chi viene tale dono -
mi rivolsi al Signore e lo pregai,
dicendo con tutto il cuore:
9
[1]
"Dio dei padri e Signore di misericordia,
che tutto hai creato con la tua parola,
[2] che con la tua sapienza hai formato l'uomo,
perché domini sulle creature fatte da te,
[3] e governi il mondo con santità e giustizia
e pronunzi giudizi con animo retto,
[4] dammi la sapienza, che siede in trono accanto a te
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
[5] perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella,
uomo debole e di vita breve,
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
[6] Se anche uno fosse il più perfetto tra gli uomini,
mancandogli la tua sapienza, sarebbe stimato un nulla.
[7] Tu mi hai prescelto come re del tuo popolo
e giudice dei tuoi figli e delle tue figlie;
[8] mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo santo monte,
un altare nella città della tua dimora,
un'imitazione della tenda santa
che ti eri preparata fin da principio.
[9] Con te è la sapienza che conosce le tue opere,
che era presente quando creavi il mondo;
essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi
e ciò che è conforme ai tuoi decreti.
[10] Inviala dai cieli santi,
mandala dal tuo trono glorioso,
perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica
e io sappia ciò che ti è gradito.
[11] Essa infatti tutto conosce e tutto comprende,
e mi guiderà prudentemente nelle mie azioni
e mi proteggerà con la sua gloria.
[12] Così le mie opere ti saranno gradite;
io giudicherò con equità il tuo popolo
e sarò degno del trono di mio padre.
[13] Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
[14] I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
[15] perché un corpo corruttibile appesantisce l'anima
e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri.
[16] A stento ci raffiguriamo le cose terrestri,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi può rintracciare le cose del cielo?
[17] Chi ha conosciuto il tuo pensiero,
se tu non gli hai concesso la sapienza
e non gli hai inviato il tuo santo spirito dall'alto?
[18] Così furono raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono ammaestrati in ciò che ti è gradito;
essi furono salvati per mezzo della sapienza".
10
[1] Essa
protesse il padre del mondo, formato per primo da Dio,
quando fu creato solo;
poi lo liberò dalla sua caduta
[2] e gli diede la forza per dominare su tutte le cose.
[3] Ma un ingiusto, allontanatosi da essa nella sua collera
perì per il suo furore fratricida.
[4] A causa sua la terra fu sommersa,
ma la sapienza di nuovo la salvò
pilotando il giusto e per mezzo di un semplice legno.
[5] Essa, quando le genti furono confuse,
concordi soltanto nella malvagità,
riconobbe il giusto
e lo conservò davanti a Dio senza macchia
e lo mantenne forte
nonostante la sua tenerezza per il figlio.
[6] E mentre perivano gli empi, salvò un giusto,
che fuggiva il fuoco caduto sulle cinque città.
[7] Quale testimonianza di quella gente malvagia
esiste ancora una terra desolata, fumante
insieme con alberi che producono frutti immaturi
e a memoria di un'anima incredula,
s'innalza una colonna di sale.
[8] Allontanandosi dalla sapienza,
non solo ebbero il danno di non conoscere il bene,
ma lasciarono anche ai viventi un ricordo di insipienza,
perché le loro colpe non rimanessero occulte.
[9] Ma la sapienza liberò i suoi devoti dalle sofferenze:
[10] essa condusse per diritti sentieri
il giusto in fuga dall'ira del fratello,
gli mostrò il regno di Dio
e gli diede la conoscenza delle cose sante;
gli diede successo nelle sue fatiche
e moltiplicò i frutti del suo lavoro.
[11] Lo assistette contro l'avarizia dei suoi avversari
e lo fece ricco;
[12] lo custodì dai nemici,
lo protesse da chi lo insidiava,
gli assegnò la vittoria in una lotta dura,
perché sapesse che la pietà è più potente di tutto.
[13] Essa non abbandonò il giusto venduto,
ma lo preservò dal peccato.
[14] Scese con lui nella prigione,
non lo abbandonò mentre era in catene,
finché gli procurò uno scettro regale
e potere sui propri avversari,
smascherò come mendaci i suoi accusatori
e gli diede una gloria eterna.
[15] Essa liberò un popolo santo e una stirpe senza macchia
da una nazione di oppressori.
[16] Entro nell'anima di un servo del Signore
e si oppose con prodigi e con segni a terribili re.
[17] Diede ai santi la ricompensa delle loro pene,
li guidò per una strada meravigliosa,
divenne loro riparo di giorno
e luce di stelle nella notte.
[18] Fece loro attraversare il Mar Rosso,
guidandoli attraverso molte acque;
[19] sommerse invece i loro nemici
e li rigettò dal fondo dell'abisso.
[20] Per questo i giusti spogliarono gli empi
e celebrarono, Signore, il tuo nome santo
e lodarono concordi la tua mano protettrice,
[21] perché la sapienza aveva aperto la bocca dei muti
e aveva sciolto la lingua degli infanti.
11
[1] Essa
fece riuscire le loro imprese
per mezzo di un santo profeta:
[2] attraversarono un deserto inospitale,
fissarono le tende in terreni impraticabili,
[3] resistettero agli avversari, respinsero i nemici.
[4] Quando ebbero sete, ti invocarono
e fu data loro acqua da una rupe scoscesa,
rimedio contro la sete da una dura roccia.
[5] Ciò che era servito a punire i loro nemici,
nel bisogno fu per loro un beneficio.
[6] Invece della corrente di un fiume perenne,
sconvolto da putrido sangue
[7] in punizione di un decreto infanticida,
tu desti loro inaspettatamente acqua abbondante,
[8] mostrando per la sete di allora,
come avevi punito i loro avversari.
[9] Difatti, messi alla prova, sebbene puniti con misericordia,
compresero quali tormenti avevan sofferto gli empi,
giudicati nella collera,
[10] perché tu provasti gli uni come un padre che corregge,
mentre vagliasti gli altri come un re severo che condanna.
[11] Lontani o vicini erano ugualmente tribolati,
[12] perché un duplice dolore li colse
e un pianto per i ricordi del passato.
[13] Quando infatti seppero che dal loro castigo
quegli altri ricevevano benefici,
sentirono la presenza del Signore;
[14] poiché colui che avevano una volta esposto
e quindi respinto con scherni,
lo ammiravano alla fine degli eventi,
dopo aver patito una sete ben diversa da quella dei giusti.
[15] Per i ragionamenti insensati della loro ingiustizia,
da essi ingannati, venerarono
rettili senza ragione e vili bestiole.
Tu inviasti loro in castigo
una massa di animali senza ragione,
[16] perché capissero che con quelle stesse cose
per cui uno pecca, con esse è poi castigato.
[17] Certo, non aveva difficoltà la tua mano onnipotente,
che aveva creato il mondo da una materia senza forma,
a mandare loro una moltitudine di orsi e leoni feroci
[18] o belve ignote, create apposta, piene di furore,
o sbuffanti un alito infuocato
o esalanti vapori pestiferi
o folgoranti con le terribili scintille degli occhi,
[19] bestie di cui non solo l'assalto poteva sterminarli,
ma annientarli anche l'aspetto terrificante.
[20] Anche senza questo potevan soccombere con un soffio,
perseguitati dalla giustizia
e dispersi dallo spirito della tua potenza.
Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso.
[21] Prevalere con la forza ti è sempre possibile;
chi potrà opporsi al potere del tuo braccio?
[22] Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
[23] Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi,
non guardi ai peccati degli uomini,
in vista del pentimento.
[24] Poiché tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
[25] Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
[26] Tu risparmi tutte le cose,
perché tutte son tue, Signore, amante della vita,
12
[1]
poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
[2] Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli
e li ammonisci ricordando loro i propri peccati,
perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.
[3] Tu odiavi gli antichi abitanti della tua terra santa,
[4] perché compivano delitti ripugnanti,
pratiche di magìa e riti sacrileghi.
[5] Questi spietati uccisori dei loro figli,
divoratori di visceri in banchetti di carne umana,
iniziati in orgiastici riti,
[6] genitori carnefici di vite indifese,
tu li hai voluti distruggere per mano dei nostri antenati,
[7] perché ricevesse una degna colonia di figli di Dio
la regione da te stimata più di ogni altra.
[8] Ma anche con loro, perché uomini, fosti indulgente
mandando loro le vespe come avanguardie del tuo esercito,
perché li distruggessero a poco a poco.
[9] Pur potendo in battaglia dare gli empi in mano dei giusti,
oppure distruggerli con bestie feroci
o all'istante con un ordine inesorabile,
[10] colpendoli invece a poco a poco,
lasciavi posto al pentimento,
sebbene tu non ignorassi che la loro razza era perversa
e la loro malvagità naturale
e che la loro mentalità non sarebbe mai cambiata,
[11] perché era una stirpe maledetta fin da principio.
Non certo per timore di alcuno
lasciavi impunite le loro colpe.
[12] E chi potrebbe domandarti: "Che hai fatto?",
o chi potrebbe opporsi a una tua sentenza?
Chi oserebbe accusarti
per l'eliminazione di genti da te create?
Chi si potrebbe costituire contro di te
come difensore di uomini ingiusti?
[13] Non c'è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose,
perché tu debba difenderti
dall'accusa di giudice ingiusto.
[14] Né un re né un tiranno potrebbe affrontarti
in difesa di quelli che hai punito.
[15] Essendo giusto, governi tutto con giustizia.
Condannare chi non merita il castigo
lo consideri incompatibile con la tua potenza.
[16] La tua forza infatti è principio di giustizia;
il tuo dominio universale ti rende indulgente con tutti.
[17] Mostri la forza se non si crede nella tua onnipotenza
e reprimi l'insolenza in coloro che la conoscono.
[18] Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza;
ci governi con molta indulgenza,
perché il potere lo eserciti quando vuoi.
[19] Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini;
inoltre hai reso i tuoi figli pieni
di dolce speranza
perché tu concedi dopo i peccati
la possibilità di pentirsi.
[20] Se gente nemica dei tuoi figli e degna di morte
tu hai punito con tanto riguardo e indulgenza,
concedendole tempo e modo
per ravvedersi dalla sua malvagità,
[21] con quanta attenzione hai castigato i tuoi figli,
con i cui padri concludesti, giurando,
alleanze di così buone promesse?
[22] Mentre dunque ci correggi,
tu colpisci i nostri nemici in svariatissimi modi,
perché nel giudicare riflettiamo sulla tua bontà
e speriamo nella misericordia, quando siamo giudicati.
Ancora gli Egiziani. La loro punizione è progressiva
[23] Perciò quanti vissero ingiustamente con stoltezza
tu li hai tormentati con i loro stessi abomini.
[24] Essi s'erano allontanati troppo sulla via dell'errore,
ritenendo dei i più abietti e i più ripugnanti animali,
ingannati come bambini senza ragione.
[25] Per questo, come a fanciulli irragionevoli,
hai mandato loro un castigo per derisione.
[26] Ma chi non si lascia correggere da castighi di derisione,
sperimenterà un giudizio degno di Dio.
[27] Infatti, soffrendo per questi animali, si sdegnavano,
perché puniti con gli stessi esseri che stimavano dei,
e capirono e riconobbero il vero Dio,
che prima non avevano voluto conoscere.
Per questo si abbatté su di loro il supremo dei castighi.
13
[1]
Davvero stolti per natura tutti gli uomini
che vivevano nell'ignoranza di Dio.
e dai beni visibili non riconobbero colui che è,
non riconobbero l'artefice, pur considerandone le opere.
[2] Ma o il fuoco o il vento o l'aria sottile
o la volta stellata o l'acqua impetuosa
o i luminari del cielo
considerarono come dei, reggitori del mondo.
[3] Se, stupiti per la loro bellezza, li hanno presi per dei,
pensino quanto è superiore il loro Signore,
perché li ha creati lo stesso autore della bellezza.
[4] Se sono colpiti dalla loro potenza e attività,
pensino da ciò
quanto è più potente colui che li ha formati.
[5] Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature
per analogia si conosce l'
[6] Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero,
perché essi forse s'ingannano
nella loro ricerca di Dio e nel volere trovarlo.
[7] Occupandosi delle sue opere, compiono indagini,
ma si lasciano sedurre dall'apparenza,
perché le cosa vedute sono tanto belle.
[8] Neppure costoro però sono scusabili,
[9] perché se tanto poterono sapere da scrutare l'universo,
come mai non ne hanno trovato più presto il padrone?
[10] Infelici sono coloro le cui speranze sono in cose morte
e che chiamarono dei i lavori di mani d'uomo,
oro e argento lavorati con arte,
e immagini di animali,
oppure una pietra inutile, opera di mano antica.
[11] Se insomma un abile legnaiuolo,
segato un albero maneggevole,
ne raschia con diligenza tutta la scorza
e, lavorando con abilità conveniente,
ne forma un utensile per gli usi della vita;
[12] raccolti poi gli avanzi del suo lavoro,
li consuma per prepararsi il cibo e si sazia.
[13] Quanto avanza ancora, buono proprio a nulla,
legno distorto e pieno di nodi,
lo prende e lo scolpisce per occupare il tempo libero;
senza impegno, per diletto, gli dà una forma,
lo fa simile a un'immagine umana
[14] oppure a quella di un vile animale.
Lo vernicia con minio, ne colora di rosso la superficie
e ricopre con la vernice ogni sua macchia;
[15] quindi, preparatagli una degna dimora,
lo pone sul muro, fissandolo con un chiodo.
[16] Provvede perché non cada,
ben sapendo che non è in grado di aiutarsi da sé;
esso infatti è solo un'immagine e ha bisogno di aiuto.
[17] Eppure quando prega per i suoi beni,
per le sue nozze e per i figli,
non si vergogna di parlare a quell'oggetto inanimato;
per la sua salute invoca un essere debole,
[18] per la sua vita prega un morto:
per un aiuto supplica un essere inetto,
per il suo viaggio chi non può neppure camminare;
[19] per acquisti, lavoro e successo negli affari,
chiede abilità ad uno che è il più inabile di mani.
14
[1]
Anche chi si dispone a navigare e a solcare onde selvagge
implora un legno più fragile della barca che lo porta.
[2] Questa, infatti, fu inventata dal desiderio di guadagni
e fu costruita da una saggezza artigiana;
[3] ma la tua provvidenza, o Padre, la guida
perché tu hai predisposto una strada anche nel mare,
un sentiero sicuro anche fra le onde,
[4] mostrando che puoi salvare da tutto,
sì che uno possa imbarcarsi anche senza esperienza.
[5] Tu non vuoi che le opere della tua sapienza siano inutili;
per questo gli uomini affidano le loro vite
anche a un minuscolo legno
e, attraversando i flutti con una zattera, scampano.
[6] Anche in principio, mentre perivano giganti superbi,
la speranza del mondo, rifugiatasi in una barca,
lasciò al mondo la semenza di nuove generazioni,
grazie alla tua mano che la guidava.
[7] È benedetto il legno con cui si compie un'opera giusta,
[8] ma maledetto l'idolo opera di mani e chi lo ha fatto;
questi perché lo ha lavorato,
quello perché, corruttibile, è detto dio.
[9] Perché sono ugualmente in odio a Dio
l'empio e la sua empietà;
[10] l'opera e l'artefice saranno ugualmente puniti.
[11] Perciò ci sarà un castigo anche per gli idoli dei pagani,
perché fra le creature di Dio son divenuti un abominio,
e scandalo per le anime degli uomini,
laccio per i piedi degli stolti.
[12] L'invenzione degli idoli fu l'inizio della prostituzione,
la loro scoperta portò la corruzione nella vita.
[13] Essi non esistevano al principio né mai esisteranno.
[14] Entrarono nel mondo per la vanità dell'uomo,
per questo è stata decretata per loro una rapida fine.
[15] Un padre, consumato da un lutto prematuro,
ordinò un'immagine di quel suo figlio così presto rapito,
e onorò come un dio chi poco prima era solo un defunto
ordinò ai suoi dipendenti riti misterici e di iniziazione.
[16] Poi l'empia usanza, rafforzatasi con il tempo,
fu osservata come una legge.
[17] Le statue si adoravano anche per ordine dei sovrani:
i sudditi, non potendo onorarli di persona a distanza,
riprodotte con arte le sembianze lontane,
fecero un'immagine visibile del re venerato,
per adulare con zelo l'assente, quasi fosse presente.
[18] All'estensione del culto
anche presso quanti non lo conoscevano,
spinse l'ambizione dell'artista.
[19] Questi infatti, desideroso di piacere al potente,
si sforzò con l'arte di renderne più bella l'immagine;
[20] il popolo, attratto dalla leggiadria dell'opera,
considerò oggetto di culto
colui che poco prima onorava come uomo.
[21] Ciò divenne un'insidia ai viventi,
perché gli uomini,
vittime della disgrazia o della tirannide,
imposero a pietre o a legni un nome incomunicabile.
[22] Poi non bastò loro sbagliare circa la conoscenza di Dio;
essi, pur vivendo in una grande guerra d'ignoranza,
danno a sì grandi mali il nome di pace.
[23] Celebrando iniziazioni infanticide o misteri segreti,
o banchetti orgiastici di strani riti
[24] non conservano più pure né vita né nozze
e uno uccide l'altro a tradimento
o l'affligge con l'adulterio.
[25] Tutto è una grande confusione:
sangue e omicidio, furto e inganno,
corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro;
[26] confusione dei buoni, ingratitudine per i favori,
corruzione di anime, perversione sessuale,
disordini matrimoniali, adulterio e dissolutezza.
[27] L'adorazione di idoli senza nome
è principio, causa e fine di ogni male.
[28] Gli idolatri infatti
o delirano nelle orge o sentenziano oracoli falsi
o vivono da iniqui o spergiurano con facilità.
[29] Ponendo fiducia in idoli inanimati
non si aspettano un castigo per avere giurato il falso.
[30] Ma, per l'uno e per l'altro motivo,
li raggiungerà la giustizia,
perché concepirono un'idea falsa di Dio,
rivolgendosi agli idoli,
e perché spergiurarono con frode,
disprezzando la santità.
[31] Infatti non la potenza di coloro per i quali si giura,
ma il castigo dovuto ai peccatori
persegue sempre la trasgressione degli ingiusti.
15
[1] Ma
tu, nostro Dio, sei buono e fedele,
sei paziente e tutto governi secondo misericordia.
[2] Anche se pecchiamo, siamo tuoi,
conoscendo la tua potenza;
ma non peccheremo più, sapendo che ti apparteniamo.
[3] Conoscerti, infatti, è giustizia perfetta,
conoscere la tua potenza è radice di immortalità.
[4] Non ci indusse in errore
né l'invenzione umana di un'arte perversa,
né la sterile fatica dei pittori,
immagini deturpate di vari colori,
[5] la cui vista provoca negli stolti il desiderio,
l'anelito per una forma inanimata di un'immagine morta.
[6] Amanti del male e degni di simili speranze
sono coloro che fanno, desiderano e venerano gli idoli.
[7] Un vasaio, impastando con fatica la terra molle,
plasma per il nostro uso ogni sorta di vasi.
Ma con il medesimo fango modella
e i vasi che servono per usi decenti
e quelli per usi contrari, tutti allo stesso modo;
quale debba essere l'uso di ognuno di essi
lo stabilisce il vasaio.
[8] Quindi con odiosa fatica plasma
con il medesimo fango un dio vano,
egli che, nato da poco dalla terra,
tra poco ritornerà là da dove fu tratto,
quando gli sarà richiesto l'uso fatto dell'anima sua.
[9] Ma egli non si preoccupa di morire
né di avere una vita breve;
anzi gareggia con gli orafi e con gli argentieri,
imita i lavoratori del bronzo
e ritiene un vanto plasmare cose false.
[10] Cenere è il suo cuore,
la sua speranza più vile della terra,
la sua vita più spregevole del fango,
[11] perché disconosce il suo creatore,
colui che gli inspirò un'anima attiva
e gli infuse uno spirito vitale.
[12] Ma egli considera un trastullo la nostra vita,
l'esistenza un mercato lucroso.
Egli dice: "Da tutto, anche dal male,
si deve trarre profitto".
[13] Costui infatti più di tutti sa di peccare,
fabbricando di materia terrestre
fragili vasi e statue.
[14] Ma sono tutti stoltissimi
e più miserabili di un'anima infantile
i nemici del tuo popolo, che lo hanno oppresso.
[15] Essi considerarono dei anche tutti gli idoli dei pagani,
i quali non hanno né l'uso degli occhi per vedere,
né narici per aspirare aria,
né orecchie per sentire,
né dita delle mani per palpare;
e i loro piedi sono incapaci di camminare.
[16] Un uomo li ha fatti,
li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito.
Ora nessun uomo può plasmare un dio a lui simile;
[17] essendo mortale, una cosa morta produce con empie mani.
Egli è sempre migliore degli oggetti che adora,
rispetto a essi possiede la vita, ma quelli giammai
[18] Venerano gli animali più ripugnanti,
che per stupidità
al paragone risultan peggiori degli altri;
[19] non sono tanto belli da invogliarsene,
come capita per l'aspetto di altri animali,
e non hanno avuto la lode e la benedizione di Dio.
16
[1] Per
questo furon giustamente puniti con esseri simili
e tormentati da numerose bestiole.
[2] Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo;
per appagarne il forte appetito gli preparasti
un cibo di gusto squisito, le quaglie.
[3] Gli egiziani infatti, sebbene bramosi di cibo,
disgustati dagli animali inviati contro di loro
perdettero anche il naturale appetito;
questi invece, dopo una breve privazione,
gustarono un cibo squisito.
[4] Era necessario che a quegli avversari
venisse addosso una carestia inevitabile
e che a questi si mostrasse soltanto
come erano tormentati i loro nemici.
[5] Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie
e perirono per i morsi di tortuosi serpenti,
la tua collera non durò sino alla fine.
[6] Per correzione furono spaventati per breve tempo,
avendo già avuto un pegno di salvezza
a ricordare loro i decreti della tua legge.
[7] Infatti chi si volgeva a guardarlo
era salvato non da quel che vedeva,
ma solo da te, salvatore di tutti.
[8] Anche con ciò convincesti i nostri nemici
che tu sei colui che libera da ogni male.
[9] Gli egiziani infatti furono uccisi dai morsi
di cavallette e di mosche,
né si trovò un rimedio per la loro vita,
meritando di essere puniti con tali mezzi.
[10] Invece contro i tuoi figli
neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero,
perché intervenne la tua misericordia a guarirli.
[11] Perché ricordassero le tue parole,
feriti dai morsi, erano subito guariti,
per timore che, caduti in un profondo oblio,
fossero esclusi dai tuoi benefici.
[12] Non li guarì né un'erba né un emolliente,
ma la tua parola, o Signore, la quale tutto risana.
[13] Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte;
conduci giù alle porte degli inferi e fai risalire.
[14] L'uomo può uccidere nella sua malvagità,
ma non far tornare uno spirito già esalato,
né liberare un'anima già accolta negli inferi.
[15] È impossibile sfuggire alla tua mano:
[16] gli empi, che rifiutavano di conoscerti,
furono colpiti con la forza del tuo braccio,
perseguitati da strane pioggie e da grandine,
da acquazzoni travolgenti, e divorati dal fuoco.
[17] E, cosa più strana, l'acqua che tutto spegne
ravvivava sempre più il fuoco:
l'universo si fa alleato dei giusti.
[18] Talvolta la fiamma si attenuava
per non bruciare gli animali inviati contro gli empi
e per far loro comprendere a tal vista
che erano incalzati dal giudizio di Dio.
[19] Altre volte anche in mezzo all'acqua
la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco
per distruggere i germogli di una terra iniqua.
[20] Invece sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli,
dal cielo offristi loro un pane già pronto senza fatica,
capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
[21] Questo tuo alimento manifestava
la tua dolcezza verso i tuoi figli;
esso si adattava al gusto di chi l'inghiottiva
e si trasformava in ciò che ognuno desiderava.
[22] Neve e ghiaccio resistevano al fuoco senza sciogliersi,
perché riconoscessero che i frutti dei nemici
il fuoco distruggeva ardendo tra la grandine
e folgoreggiando tra le piogge.
[23] Al contrario, perché si nutrissero i giusti,
dimenticava perfino la propria virtù.
[24] La creazione infatti a te suo creatore obbedendo,
si irrigidisce per punire gli ingiusti,
ma s'addolcisce a favore di quanti confidano in te.
[25] Per questo anche allora, adattandosi a tutto,
serviva alla tua liberalità che tutti alimenta,
secondo il desiderio di chi era nel bisogno,
[26] perché i tuoi figli, che ami, o Signore, capissero
che non le diverse specie di frutti nutrono l'uomo,
ma la tua parola conserva coloro che credono in te.
[27] Ciò che infatti non era stato distrutto dal fuoco
si scioglieva appena scaldato da un breve raggio di sole,
[28] perché fosse noto che si deve prevenire il sole
per renderti grazie
e pregarti allo spuntar della luce,
[29] poiché la speranza dell'ingrato
si scioglierà come brina invernale
e si disperderà come un'acqua inutilizzabile.
17
[1] I
tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare,
per questo le anime grossolane furono tratte in errore.
[2] Gli iniqui credendo di dominare il popolo santo,
incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte,
chiusi nelle case,
giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
[3] Credendo di restar nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo opaco dell'oblio,
furono dispersi, colpiti da spavento terribile
e tutti agitati da fantasmi.
[4] Neppure il nascondiglio in cui si trovavano
li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro,
fantasmi lugubri dai volti tristi apparivano.
[5] Nessun fuoco, per quanto intenso riusciva a far luce,
neppure le luci splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare quella cupa notte.
[6] Appariva loro solo una massa di fuoco,
improvvisa, spaventosa;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose viste.
[7] Fallivano i ritrovati della magìa,
e la loro baldanzosa pretesa di sapienza.
[8] Promettevano di cacciare timori e inquietudini
dall'anima malata,
e cadevano malati per uno spavento ridicolo.
[9] Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
spaventati al passare delle bestiole
e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l'aria,
a cui nessuno può sottrarsi.
[10] La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e oppressa dalla coscienza presume sempre il peggio.
[11] Il timore infatti
non è altro che rinunzia agli aiuti della ragione;
[12] quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi,
tanto più grave si stima l'ignoranza
della causa che produce il tormento.
[13] Ma essi durante tale notte davvero impotente,
uscita dai recessi impenetrabili degli inferi senza potere,
intorpiditi da un medesimo sonno,
[14] ora erano agitati da fantasmi mostruosi,
ora paralizzati per l'abbattimento dell'anima;
poiché un terrore improvviso e inaspettato
si era riversato su di loro.
[15] Così chiunque, cadendo là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza serrami,
[16] fosse un agricoltore o un pastore
o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari,
sorpreso cadeva sotto la necessità ineluttabile,
perché tutti eran legati dalla stessa catena di tenebre.
[17] Il sibilare del vento,
il canto melodioso di uccelli tra folti rami,
il mormorio di impetuosa acqua corrente,
il cupo fragore di rocce cadenti,
[18] la corsa invisibile di animali imbizzarriti,
le urla di crudelissime belve ruggenti,
l'eco ripercossa delle cavità dei monti,
tutto li paralizzava e li riempiva di terrore.
[19] Tutto il mondo era illuminato di luce splendente
ed ognuno era dedito ai suoi lavori senza impedimento.
[20] Soltanto su di essi si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma erano a se stessi più gravosi della tenebra.
18
[1] Per
i tuoi santi risplendeva una luce vivissima;
essi invece, sentendone le voci, senza vederne l'aspetto.
li proclamavan beati, ché non avevan come loro sofferto
[2] ed erano loro grati perché, offesi per primi,
non facevano loro del male
e imploravano perdono d'essere stati loro nemici.
[3] Invece delle tenebre desti loro una colonna di fuoco,
come guida in un viaggio sconosciuto
e come un sole innocuo per il glorioso emigrare.
[4] Eran degni di essere privati della luce
e di essere imprigionati nelle tenebre
quelli che avevano tenuto chiusi in carcere i tuoi figli,
per mezzo dei quali la luce incorruttibile della legge
doveva esser concessa al mondo.
[5] Poiché essi avevan deciso di uccidere i neonati dei santi
- e un solo bambino fu esposto e salvato -
per castigo eliminasti una moltitudine di loro figli
e li facesti perire tutti insieme nell'acqua impetuosa.
[6] Quella notte fu preannunziata ai nostri padri,
perché sapendo a quali promesse avevano creduto,
stessero di buon animo.
[7] Il tuo popolo si attendeva
la salvezza dei giusti come lo sterminio dei nemici.
[8] Difatti come punisti gli avversari,
così ci rendesti gloriosi, chiamandoci a te.
[9] I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto
e si imposero, concordi, questa legge divina:
i santi avrebbero partecipato ugualmente
ai beni e ai pericoli,
intonando prima i canti di lode dei padri.
[10] Faceva eco il grido confuso dei nemici
e si diffondeva il lamento di quanti piangevano i figli.
[11] Con la stessa pena lo schiavo
era punito insieme con il padrone,
il popolano soffriva le stesse pene del re.
[12] Tutti insieme, nello stesso modo,
ebbero innumerevoli morti,
e i vivi non bastavano a seppellirli
perché in un istante perì la loro più nobile prole.
[13] Quelli rimasti increduli a tutto per via delle loro magie,
alla morte dei primogeniti confessarono
che questo popolo è figlio di Dio.
[14] Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo corso,
[15] la tua parola onnipotente dal cielo,
dal tuo trono regale, guerriero implacabile,
si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio,
portando, come spada affilata, il tuo ordine inesorabile.
[16] Fermatasi, riempì tutto di morte;
toccava il cielo e camminava sulla terra.
[17] Allora improvvisi fantasmi di sogni terribili
li atterrivano;
timori impensabili piombarono su di loro.
[18] Cadendo mezzi morti qua e là,
ognuno mostrava la causa della morte.
[19] I loro sogni terrificanti li avevano preavvisati,
perché non morissero ignorando
il motivo delle loro sofferenze.
[20] La prova della morte colpì anche i giusti
e nel deserto ci fu strage di molti;
ma l'ira non durò a lungo,
[21] perché un uomo incensurabile si affrettò a difenderli:
prese le armi del suo ministero,
la preghiera e il sacrificio espiatorio dell'incenso;
si oppose alla collera e mise fine alla sciagura,
mostrando che era tuo servitore.
[22] Egli superò l'ira divina non con la forza del corpo,
né con l'efficacia delle armi;
ma con la parola placò colui che castigava,
ricordandogli i giuramenti e le alleanze dei padri.
[23] I morti eran caduti a mucchi gli uni sugli altri,
quando egli, ergendosi lì in mezzo, arrestò l'ira
e le tagliò la strada che conduceva verso i viventi.
[24] Sulla sua veste lunga fino ai piedi vi era tutto il mondo,
i nomi gloriosi dei padri intagliati
sui quattro ordini di pietre preziose
e la tua maestà sulla corona della sua testa.
[25] Di fronte a questo lo sterminatore indietreggiò, ebbe paura,
poiché un solo saggio della collera bastava.
19
[1]
Sugli empi si riversò sino alla fine
uno sdegno implacabile,
perché Dio prevedeva anche il loro futuro,
[2] che cioè, dopo aver loro permesso di andarsene
e averli fatti in fretta partire,
cambiato proposito, li avrebbero inseguiti.
[3] Mentre infatti erano ancora occupati nei lutti
e piangevano sulle tombe dei morti,
presero un'altra decisione insensata,
e inseguirono come fuggitivi
coloro che già avevan pregato di partire.
[4] Li spingeva a questo punto estremo un meritato destino,
che li gettò nell'oblio delle cose avvenute,
perché colmassero la punizione,
che ancora mancava ai loro tormenti,
[5] e mentre il tuo popolo intraprendeva un viaggio straordinario,
essi incorressero in una morte singolare.
[6] Tutta la creazione assumeva da capo,
nel suo genere, nuova forma,
obbedendo ai tuoi comandi,
perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi.
[7] Si vide la nube coprire d'ombra l'accampamento,
terra asciutta apparire dove prima c'era acqua,
una strada libera aprirsi nel Mar Rosso
e una verdeggiante pianura in luogo dei flutti violenti;
[8] per essa passò tutto il tuo popolo,
i protetti della tua mano,
spettatori di prodigi stupendi.
[9] Come cavalli alla pastura,
come agnelli esultanti,
cantavano inni a te, Signore, che li avevi liberati.
[10] Ricordavano ancora i fatti del loro esilio,
come la terra, invece di bestiame, produsse zanzare,
come il fiume, invece di pesci, riversò una massa di rane.
[11] Più tardi videro anche una nuova produzione di uccelli,
quando, spinti dall'appetito, chiesero cibi delicati;
[12] poiché, per appagarli, salirono dal mare le quaglie.
[13] Sui peccatori invece caddero i castighi
non senza segni premonitori di fulmini fragorosi;
essi soffrirono giustamente per la loro malvagità,
avendo nutrito un odio tanto profondo verso lo straniero.
[14] Altri non accolsero ospiti sconosciuti;
ma costoro ridussero schiavi ospiti benemeriti.
[15] Non solo: ci sarà per i primi un giudizio,
perché accolsero ostilmente dei forestieri;
[16] ma quelli, dopo averli festosamente accolti,
poi, quando già partecipavano ai loro diritti
li oppressero con lavori durissimi.
[17] Furono perciò colpiti da cecità,
come lo furono i primi alla porta del giusto,
quando avvolti fra tenebre fitte
ognuno cercava l'ingresso della propria porta.
[18] Difatti gli elementi scambiavano ordine fra loro,
come le note di un'arpa variano la specie del ritmo,
pur conservando sempre lo stesso tono.
E proprio questo si può dedurre
dalla attenta considerazione degli avvenimenti:
[19] animali terrestri divennero acquatici,
quelli che nuotavano passarono sulla terra.
[20] Il fuoco rafforzò nell'acqua la sua potenza
e l'acqua dimenticò la sua proprietà naturale di spegnere.
[21] Le fiamme non consumavano le carni
di animali gracili, che vi camminavano dentro,
né scioglievano quella specie di cibo celeste,
simile alla brina e così facile a fondersi.
[22] In tutti i modi, o Signore, hai magnificato
e reso glorioso il tuo popolo
e non l'hai trascurato
assistendolo in ogni tempo e in ogni luogo.
SIRACIDE
1
[1] Ogni
sapienza viene dal Signore
ed è sempre con lui.
[2] La sabbia del mare, le gocce della pioggia
e i giorni del mondo chi potrà contarli?
[3] L'altezza del cielo, l'estensione della terra,
la profondità dell'abisso chi potrà esplorarle?
[4] Prima di ogni cosa fu creata la sapienza
e la saggia prudenza è da sempre.
[5] A chi fu rivelata la radice della sapienza?
Chi conosce i suoi disegni?
[6] Uno solo è sapiente, molto terribile,
seduto sopra il trono.
[7] Il Signore ha creato la sapienza;
l'ha vista e l'ha misurata,
l'ha diffusa su tutte le sue opere,
[8] su ogni mortale, secondo la sua generosità,
la elargì a quanti lo amano.
[9] Il timore del Signore è gloria e vanto,
gioia e corona di esultanza.
[10] Il timore del Signore allieta il cuore
e dà contentezza, gioia e lunga vita.
[11] Per chi teme il Signore andrà bene alla fine,
sarà benedetto nel giorno della sua morte.
[12] Principio della sapienza è temere il Signore;
essa fu creata con i fedeli nel seno materno.
[13] Tra gli uomini essa ha posto il nido, fondamento perenne;
resterà fedelmente con i loro discendenti.
[14] Pienezza della sapienza è temere il Signore;
essa inebria di frutti i propri devoti.
[15] Tutta la loro casa riempirà di cose desiderabili,
i magazzini dei suoi frutti.
[16] Corona della sapienza è il timore del Signore;
fa fiorire la pace e la salute.
[17] Dio ha visto e misurato la sapienza;
ha fatto piovere la scienza e il lume dell'intelligenza;
ha esaltato la gloria di quanti la possiedono.
[18] Radice della sapienza è temere il Signore;
i suoi rami sono lunga vita.
[19] La collera ingiusta non si potrà giustificare,
poiché il traboccare della sua passione sarà la sua rovina.
[20] Il paziente sopporterà per qualche tempo;
alla fine sgorgherà la sua gioia;
[21] per qualche tempo terrà nascoste le parole
e le labbra di molti celebreranno la sua intelligenza.
[22] Fra i tesori della sapienza sono le massime istruttive,
ma per il peccatore la pietà è un abominio.
[23] Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti;
allora il Signore te la concederà.
[24] Il timore del Signore è sapienza e istruzione,
si compiace della fiducia e della mansuetudine.
[25] Non essere disobbediente al timore del Signore
e non avvicinarti ad esso con doppiezza di cuore.
[26] Non essere finto davanti agli uomini
e controlla le tue parole.
[27] Non esaltarti per non cadere
e per non attirarti il disonore;
[28] il Signore svelerà i tuoi segreti
e ti umilierà davanti all'assemblea,
[29] perché non hai ricercato il timore del Signore
e il tuo cuore è pieno di inganno.
2
[1]
Figlio, se ti presenti per servire il Signore,
prepàrati alla tentazione.
[2] Abbi un cuore retto e sii costante,
non ti smarrire nel tempo della seduzione.
[3] Stà unito a lui senza separartene,
perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.
[4] Accetta quanto ti capita,
sii paziente nelle vicende dolorose,
[5] perché con il fuoco si prova l'oro,
e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore.
[6] Affidati a lui ed egli ti aiuterà;
segui la via diritta e spera in lui.
[7] Quanti temete il Signore, aspettate la sua misericordia;
non deviate per non cadere.
[8] Voi che temete il Signore, confidate in lui;
il vostro salario non verrà meno.
[9] Voi che temete il Signore, sperate i suoi benefici,
la felicità eterna e la misericordia.
[10] Considerate le generazioni passate e riflettete:
chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso?
O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato?
O chi lo ha invocato ed è stato da lui trascurato?
[11] Perché il Signore è clemente e misericordioso,
rimette i peccati e salva al momento della tribolazione.
[12] Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti
e al peccatore che cammina su due strade!
[13] Guai al cuore indolente perché non ha fede;
per questo non sarà protetto.
[14] Guai a voi che avete perduto la pazienza;
che farete quando il Signore verrà a visitarvi?
[15] Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole;
e coloro che lo amano seguono le sue vie.
[16] Coloro che temono il Signore cercano di piacergli;
e coloro che lo amano si saziano della legge.
[17] Coloro che temono il Signore tengono pronti i loro
cuori
e umiliano l'anima loro davanti a lui.
[18] Gettiamoci nelle braccia del Signore
e non nelle braccia degli uomini;
poiché, quale è la sua grandezza,
tale è anche la sua misericordia.
3
[1]
Figli, ascoltatemi, sono vostro padre;
agite in modo da essere salvati.
[2] Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli,
ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
[3] Chi onora il padre espia i peccati;
[4] chi riverisce la madre è come chi accumula tesori.
[5] Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
[6] Chi riverisce il padre vivrà a lungo;
chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre.
[7] Chi teme il Signore rispetta il padre
e serve come padroni i genitori.
[8] Onora tuo padre a fatti e a parole,
perché scenda su di te la sua benedizione.
[9] La benedizione del padre consolida le case dei figli,
la maledizione della madre ne scalza le fondamenta.
[10] Non vantarti del disonore di tuo padre,
perché il disonore del padre non è gloria per te;
[11] la gloria di un uomo dipende dall'onore del padre,
vergogna per i figli è una madre nel disonore.
[12] Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
[13] Anche se perdesse il senno, compatiscilo
e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.
[14] Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata,
ti sarà computata a sconto dei peccati.
[15] Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te;
come fa il calore sulla brina, si scioglieranno i tuoi peccati.
[16] Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore,
chi insulta la madre è maledetto dal Signore.
[17] Figlio, nella tua attività sii modesto,
sarai amato dall'uomo gradito a Dio.
[18] Quanto più sei grande, tanto più umìliati;
così troverai grazia davanti al Signore;
[19] perché grande è la potenza del Signore
[20] e dagli umili egli è glorificato.
[21] Non cercare le cose troppo difficili per te,
non indagare le cose per te troppo grandi.
[22] Bada a quello che ti è stato comandato,
poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose.
[23] Non sforzarti in ciò che trascende le tue capacità,
poiché ti è stato mostrato
più di quanto comprende un'intelligenza umana.
[24] Molti ha fatto smarrire la loro presunzione,
una misera illusione ha fuorviato i loro pensieri.
[25] Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male;
chi ama il pericolo in esso si perderà.
[26] Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni,
il peccatore aggiungerà peccato a peccato.
[27] La sventura non guarisce il superbo,
perché la pianta del male si è radicata in lui.
[28] Una mente saggia medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
[29] L'acqua spegne un fuoco acceso,
l'elemosina espia i peccati.
[30] Chi ricambia il bene provvede all'avvenire,
al momento della sua caduta troverà un sostegno.
4
[1]
Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero,
non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi.
[2] Non rattristare un affamato,
non esasperare un uomo già in difficoltà.
[3] Non turbare un cuore esasperato,
non negare un dono al bisognoso.
[4] Non respingere la supplica di un povero,
non distogliere lo sguardo dall'indigente.
[5] Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo,
non offrire a nessuno l'occasione di maledirti,
[6] perché se uno ti maledice con amarezza,
il suo creatore esaudirà la sua preghiera.
[7] Fatti amare dalla comunità,
davanti a un grande abbassa il capo.
[8] Porgi l'orecchio al povero
e rispondigli al saluto con affabilità.
[9] Strappa l'oppresso dal potere dell'oppressore,
non esser pusillanime quando giudichi.
[10] Sii come un padre per gli orfani
e come un marito per la loro madre
e sarai come un figlio dell'Altissimo,
ed egli ti amerà più di tua madre.
[11] La sapienza esalta i suoi figli
e si prende cura di quanti la cercano.
[12] Chi la ama ama la vita,
quanti la cercano solleciti saranno ricolmi
di gioia.
[13] Chi la possiede erediterà la gloria,
qualunque cosa intraprenda, il Signore lo benedice.
[14] Coloro che la venerano rendono culto al Santo,
e il Signore ama coloro che la amano.
[15] Chi l'ascolta giudica con equità;
chi le presta attenzione vivrà tranquillo.
[16] Chi confida in lei la otterrà in eredità;
i suoi discendenti ne conserveranno il possesso.
[17] Dapprima lo condurrà per luoghi tortuosi,
gli incuterà timore e paura,
lo tormenterà con la sua disciplina,
finché possa fidarsi di lui,
e lo abbia provato con i suoi decreti;
[18] ma poi lo ricondurrà sulla retta via
e gli manifesterà i propri segreti.
[19] Se egli batte una falsa strada, lo lascerà andare
e l'abbandonerà in balìa del suo destino.
[20] Figlio, bada alle circostanze e guàrdati dal male
così non ti vergognerai di te stesso.
[21] C'è una vergogna che porta al peccato
e c'è una vergogna che è onore e grazia.
[22] Non usare riguardi a tuo danno
e non vergognarti a tua rovina.
[23] Non astenerti dal parlare nel momento opportuno,
non nascondere la tua sapienza.
[24] Difatti dalla parola si riconosce la sapienza
e l'istruzione dai detti della lingua.
[25] Non contraddire alla verità,
ma vergògnati della tua ignoranza.
[26] Non arrossire di confessare i tuoi peccati,
non opporti alla corrente di un fiume.
[27] Non sottometterti a un uomo stolto,
e non essere parziale a favore di un potente.
[28] Lotta sino alla morte per la verità
e il Signore Dio combatterà per te.
[29] Non essere arrogante nel tuo linguaggio,
fiacco e indolente invece nelle opere.
[30] Non essere come un leone in casa tua,
sospettoso con i tuoi dipendenti.
[31] La tua mano non sia tesa per prendere
e chiusa invece nel restituire.
5
[1] Non
confidare nelle tue ricchezze
e non dire: "Questo mi basta".
[2] Non seguire il tuo istinto e la tua forza,
assecondando le passioni del tuo cuore.
[3] Non dire: "Chi mi dominerà?",
perché il Signore senza dubbio farà giustizia.
[4] Non dire: "Ho peccato, e che cosa mi è successo?",
perché il Signore è paziente.
[5] Non esser troppo sicuro del perdono
tanto da aggiungere peccato a peccato.
[6] Non dire: "La sua misericordia è grande;
mi perdonerà i molti peccati",
perché presso di lui ci sono misericordia e ira,
il suo sdegno si riverserà sui peccatori.
[7] Non aspettare a convertirti al Signore
e non rimandare di giorno in giorno,
poiché improvvisa scoppierà l'ira del Signore
e al tempo del castigo sarai annientato.
[8] Non confidare in ricchezze ingiuste,
perché non ti gioveranno nel giorno della sventura.
[9] Non ventilare il grano a qualsiasi vento
e non camminare su qualsiasi sentiero.
[10] Sii costante nel tuo sentimento,
e unica sia la tua parola.
[11] Sii pronto nell'ascoltare,
lento nel proferire una risposta.
[12] Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo;
altrimenti mettiti la mano sulla bocca.
[13] Nel parlare ci può essere onore o disonore;
la lingua dell'uomo è la sua rovina.
[14] Non meritare il titolo di calunniatore
e non tendere insidie con la lingua,
poiché la vergogna è per il ladro
e una condanna severa per l'uomo falso.
[15] Non far male né molto né poco,
e da amico non divenire nemico,
6
[1]
perché un cattivo nome si attira vergogna e disprezzo;
così accade al peccatore, falso nelle sue parole.
[2] Non ti abbandonare alla tua passione,
perché non ti strazi come un toro furioso;
[3] divorerà le tue foglie e tu perderai i tuoi frutti,
sì da renderti come un legno secco.
[4] Una passione malvagia rovina chi la possiede
e lo fa oggetto di scherno per i nemici.
[5] Una bocca amabile moltiplica gli amici,
un linguaggio gentile attira i saluti.
[6] Siano in molti coloro che vivono in pace con te,
ma i tuoi consiglieri uno su mille.
[7] Se intendi farti un amico, mettilo alla prova;
e non fidarti subito di lui.
[8] C'è infatti chi è amico quando gli fa comodo,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
[9] C'è anche l'amico che si cambia in nemico
e scoprirà a tuo disonore i vostri litigi.
[10] C'è l'amico compagno a tavola,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
[11] Nella tua fortuna sarà come un altro te stesso,
e parlerà liberamente con i tuoi familiari.
[12] Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te
e dalla tua presenza si nasconderà.
[13] Tieniti lontano dai tuoi nemici,
e dai tuoi amici guàrdati.
[14] Un amico fedele è una protezione potente,
chi lo trova, trova un tesoro.
[15] Per un amico fedele, non c'è prezzo,
non c'è peso per il suo valore.
[16] Un amico fedele è un balsamo di vita,
lo troveranno quanti temono il Signore.
[17] Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia,
perché come uno è, così sarà il suo amico.
[18] Figlio, sin dalla giovinezza medita la disciplina,
conseguirai la sapienza fino alla canizie.
[19] Accòstati ad essa come chi ara e chi semina
e attendi i suoi ottimi frutti;
poiché faticherai un pò per coltivarla,
ma presto mangerai dei suoi prodotti.
[20] Essa è davvero aspra per gli stolti,
l'uomo senza coraggio non ci resiste;
[21] per lui peserà come una pietra di prova,
non tarderà a gettarla via.
[22] La sapienza infatti è come dice il suo nome,
ma non a molti essa è chiara.
[23] Ascolta, figlio, e accetta il mio parere;
non rigettare il mio consiglio.
[24] Introduci i tuoi piedi nei suoi ceppi,
il collo nella sua catena.
[25] Piega la tua spalla e portala,
non disdegnare i suoi legami.
[26] Avvicìnati ad essa con tutta l'anima
e con tutta la tua forza resta nelle sue vie.
[27] Seguine le orme e cercala, ti si manifesterà;
e una volta raggiunta, non lasciarla.
[28] Alla fine troverai in lei il riposo,
ed essa ti si cambierà in gioia.
[29] I suoi ceppi saranno per te una protezione potente,
le sue catene una veste di gloria.
[30] Un ornamento d'oro ha su di sé,
i suoi legami sono fili di porpora violetta.
[31] Te ne rivestirai come di una veste di gloria,
te ne cingerai come di una corona magnifica.
[32] Se lo vuoi, figlio, diventerai saggio;
applicandoti totalmente, diventerai abile.
[33] Se ti è caro ascoltare, imparerai;
se porgerai l'orecchio, sarai saggio.
[34] Frequenta le riunioni degli anziani;
qualcuno è saggio? Unisciti a lui.
[35] Ascolta volentieri ogni parola divina
e le massime sagge non ti sfuggano.
[36] Se vedi una persona saggia, và presto da lei;
il tuo piede logori i gradini della sua porta.
[37] Rifletti sui precetti del Signore,
medita sempre sui suoi comandamenti;
egli renderà saldo il tuo cuore,
e il tuo desiderio di sapienza sarà soddisfatto.
7
[1] Non
fare il male, perché il male non ti prenda.
[2] Allontànati dall'iniquità ed essa si allontanerà da te.
[3] Figlio, non seminare nei solchi dell'ingiustizia
per non raccoglierne sette volte tanto.
[4] Non domandare al Signore il potere
né al re un posto di onore.
[5] Non farti giusto davanti al Signore
né saggio davanti al re.
[6] Non cercare di divenire giudice,
che poi ti manchi la forza di estirpare l'ingiustizia;
altrimenti temeresti alla presenza del potente
e getteresti una macchia sulla tua dirittura.
[7] Non offendere l'assemblea della città
e non degradarti in mezzo al popolo.
[8] Non ti impigliare due volte nel peccato,
perché neppure di uno resterai impunito.
[9] Non dire: "Egli guarderà all'abbondanza dei miei doni,
e quando farò l'offerta al Dio altissimo
egli l'accetterà".
[10] Non mancar di fiducia nella tua preghiera
e non trascurare di fare elemosina.
[11] Non deridere un uomo dall'animo amareggiato,
poiché c'è chi umilia e innalza.
[12] Non fabbricare menzogne contro tuo fratello
e neppure qualcosa di simile contro l'amico.
[13] Non volere in nessun modo ricorrere alla menzogna,
perché le sue conseguenze non sono buone.
[14] Non parlar troppo nell'assemblea degli anziani
e non ripetere le parole della tua preghiera.
[15] Non disprezzare il lavoro faticoso,
neppure l'agricoltura creata dall'Altissimo.
[16] Non unirti alla moltitudine dei peccatori,
ricòrdati che la collera divina non tarderà.
[17] Umilia profondamente la tua anima,
perché castigo dell'empio sono fuoco e vermi.
[18] Non cambiare un amico per interesse,
né un fratello fedele per l'oro di Ofir.
[19] Non disdegnare una sposa saggia e buona,
poiché la sua bontà val più dell'oro.
[20] Non maltrattare uno schiavo che lavora fedelmente
né un mercenario che dà tutto se stesso.
[21] Ami l'anima tua un servo saggio
e non ricusargli la libertà.
[22] Hai bestiame? Abbine cura;
se ti è utile, resti in tuo possesso.
[23] Hai figli? Educali e sottomettili fin dalla giovinezza.
[24] Hai figlie? Vigila sui loro corpi
e non mostrare loro un volto troppo indulgente.
[25] Accasa una figlia e avrai compiuto un grande affare;
ma sposala a un uomo assennato.
[26] Hai una moglie secondo il tuo cuore? Non ripudiarla;
ma di quella odiata non fidarti.
[27] Onora tuo padre con tutto il cuore
e non dimenticare i dolori di tua madre.
[28] Ricorda che essi ti hanno generato;
che darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?
[29] Temi con tutta l'anima il Signore
e riverisci i suoi sacerdoti.
[30] Ama con tutta la forza chi ti ha creato
e non trascurare i suoi ministri.
[31] Temi il Signore e onora il sacerdote,
consegna la sua parte, come ti è stato comandato:
primizie, sacrifici espiatori, offerta delle spalle,
vittima di santificazione e primizie delle cose sante.
[32] Al povero stendi la tua mano,
perché sia perfetta la tua benedizione.
[33] La tua generosità si estenda a ogni vivente
e al morto non negare la tua grazia.
[34] Non evitare coloro che piangono
e con gli afflitti mòstrati afflitto.
[35] Non indugiare a visitare un malato,
perché per questo sarai amato.
[36] In tutte le tue opere ricordati della tua fine
e non cadrai mai nel peccato.
8
[1] Non
litigare con un uomo potente
per non cadere poi nelle sue mani.
[2] Non litigare con un uomo ricco,
perché egli non t'opponga il peso del suo danaro,
poiché l'oro ha corrotto molti
e ha fatto deviare il cuore dei re.
[3] Non litigare con un uomo linguacciuto
e non aggiungere legna sul suo fuoco.
[4] Non scherzare con l'ignorante,
perché non siano disprezzati i tuoi antenati.
[5] Non insultare un uomo convertito dal peccato,
ricòrdati che siamo tutti degni di pena.
[6] Non disprezzare un uomo quando è vecchio,
perché anche di noi alcuni invecchieranno.
[7] Non gioire per la morte di qualcuno;
ricòrdati che tutti moriremo.
[8] Non disdegnare i discorsi dei saggi,
medita piuttosto le loro massime,
perché da essi imparerai la dottrina
e potrai essere a servizio dei grandi.
[9] Non trascurare i discorsi dei vecchi,
perché anch'essi hanno imparato dai loro padri;
da essi imparerai l'accorgimento
e come rispondere a tempo opportuno.
[10] Non attizzare le braci del peccatore,
per non bruciare nel fuoco della sua fiamma.
[11] Non ritirarti dalla presenza del violento,
perché egli non ponga un agguato contro di te.
[12] Non imprestare a un uomo più forte di te;
quello che gli hai prestato, consideralo come perduto.
[13] Non garantire oltre la tua possibilità;
se hai garantito, preòccupati di soddisfare.
[14] Non muovere causa a un giudice,
perché giudicheranno in suo favore secondo il suo parere.
[15] Con un avventuriero non metterti in viaggio,
per paura che ti diventi insopportabile;
egli agirà secondo il suo capriccio
e andrai con lui in rovina per la sua insipienza.
[16] Non litigare con un irascibile
e non traversare con lui un luogo solitario,
perché ai suoi occhi il sangue è come nulla,
dove non c'è possibilità di aiuto ti assalirà.
[17] Non consigliarti con lo stolto,
perché non saprà mantenere un segreto.
[18] Davanti a uno straniero non fare nulla di riservato,
perché non sai che cosa ne seguirà.
[19] Con un uomo qualsiasi non aprire il tuo cuore
ed egli non abbia a portar via il tuo bene.
9
[1] Non
essere geloso della sposa amata,
per non inculcarle malizia a tuo danno.
[2] Non dare l'anima tua alla tua donna,
sì che essa s'imponga sulla tua forza.
[3] Non incontrarti con una donna cortigiana,
che non abbia a cadere nei suoi lacci.
[4] Non frequentare una cantante,
per non esser preso dalle sue moine.
[5] Non fissare il tuo sguardo su una vergine,
per non essere coinvolto nei suoi castighi.
[6] Non dare l'anima tua alle prostitute,
per non perderci il patrimonio.
[7] Non curiosare nelle vie della città,
non aggirarti nei suoi luoghi solitari.
[8] Distogli l'occhio da una donna bella,
non fissare una bellezza che non ti appartiene.
Per la bellezza di una donna molti sono periti;
per essa l'amore brucia come fuoco.
[9] Non sederti mai accanto a una donna sposata,
non frequentarla per bere insieme con lei
perché il tuo cuore non si innamori di lei
e per la tua passione tu non scivoli nella rovina.
[10] Non abbandonare un vecchio amico,
perché quello recente non è uguale a lui.
Vino nuovo, amico nuovo;
quando sarà invecchiato, lo berrai con piacere.
[11] Non invidiare la gloria del peccatore,
perché non sai quale sarà la sua fine.
[12] Non compiacerti del benessere degli empi,
ricòrdati che non giungeranno agli inferi impuniti.
[13] Tieniti lontano dall'uomo che ha il potere di uccidere
e non sperimenterai il timore della morte.
Se l'avvicini, stà attento a non sbagliare
perché egli non ti tolga la vita;
sappi che cammini in mezzo ai lacci
e ti muovi sull'orlo delle mura cittadine.
[14] Rispondi come puoi al prossimo
e consìgliati con i saggi.
[15] Conversa con uomini assennati
e ogni tuo colloquio sia sulle leggi dell'Altissimo.
[16] Tuoi commensali siano gli uomini giusti,
il tuo vanto sia nel timore del Signore.
[17] Un lavoro per mano di esperti viene lodato,
ma il capo del popolo è saggio per il parlare.
[18] Un uomo linguacciuto è il terrore della sua città,
chi non sa controllar le parole sarà detestato.
10
[1] Un
governatore saggio educa il suo popolo,
l'autorità di un uomo assennato sarà ben ordinata.
[2] Quale il governatore del popolo, tali i suoi ministri;
quale il capo di una città, tali tutti gli abitanti.
[3] Un re senza formazione rovinerà il suo popolo;
una città prospererà per il senno dei capi.
[4] Il governo del mondo è nelle mani del Signore;
egli vi susciterà al momento giusto l'uomo adatto.
[5] Il successo dell'uomo è nelle mani del Signore,
che investirà il magistrato della sua autorità.
[6] Non crucciarti con il tuo prossimo per un torto qualsiasi;
non far nulla in preda all'ira.
[7] Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia,
all'uno e agli altri è in abominio l'ingiustizia.
[8] L'impero passa da un popolo a un altro
a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze.
[9] Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere?
Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti.
[10] La malattia è lunga, il medico se la ride;
chi oggi è re, domani morirà.
[11] Quando l'uomo muore eredita insetti, belve e vermi.
[12] Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore,
tenere il proprio cuore lontano da chi l'ha creato.
[13] Principio della superbia infatti è il peccato;
chi vi si abbandona diffonde intorno a sé l'abominio.
Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi
e lo flagella sino a finirlo.
[14] Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti,
al loro posto ha fatto sedere gli umili.
[15] Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni,
al loro posto ha piantato gli umili.
[16] Il Signore ha sconvolto le regioni delle nazioni,
e le ha distrutte fin dalle fondamenta della terra.
[17] Le ha estirpate e annientate,
ha fatto scomparire dalla terra il loro ricordo.
[18] Non è fatta per gli uomini la superbia,
né per i nati di donna l'arroganza.
[19] Quale stirpe è onorata? La stirpe dell'uomo.
Quale stirpe è onorata?
Coloro che temono il Signore.
[20] Quale stirpe è ignobile? La stirpe dell'uomo.
Quale stirpe è ignobile?
Coloro che trasgrediscono i comandamenti.
[21] Tra i fratelli è onorato il loro capo,
ma coloro che temono il Signore lo sono ai suoi occhi.
[22] Uno ricco, onorato o povero,
ponga il proprio vanto nel timore del Signore.
[23] Non è giusto disprezzare un povero assennato
e non conviene
esaltare un uomo peccatore.
[24] Il nobile, il giudice e il potente sono onorati;
ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore.
[25] Uomini liberi serviranno un servo sapiente;
un uomo intelligente non mormora per questo.
[26] Non fare il saccente nel compiere il tuo lavoro
e non gloriarti al momento del bisogno.
[27] Meglio uno che lavora e abbonda di tutto
che chi va in giro vantandosi e manca di cibo.
[28] Figlio, con modestia glorifica l'anima tua
e rendile onore secondo che merita.
[29] Chi darà ragione a uno che si dà torto da sé?
Chi stimerà uno che si disprezza?
[30] Un povero è onorato per la sua scienza,
un ricco è onorato per la sua ricchezza.
[31] Chi è onorato nella povertà,
quanto più lo sarà nella ricchezza?
Chi è disprezzato nella ricchezza,
quanto più lo sarà nella povertà?
11
[1] La
sapienza dell'umile gli farà tenere alta la testa,
gli permetterà di sedere tra i grandi.
[2] Non lodare un uomo per la sua bellezza
e non detestare un uomo per il suo aspetto.
[3] L'ape è piccola tra gli esseri alati,
ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori.
[4] Non ti vantare per le vesti che indossi
e non insuperbirti nel giorno della gloria,
poiché stupende sono le opere del Signore,
eppure sono nascoste agli uomini le opere sue.
[5] Molti sovrani sedettero sulla polvere
e uno sconosciuto cinse il loro diadema.
[6] Molti potenti furono umiliati profondamente;
uomini illustri furono consegnati in potere altrui.
[7] Non biasimare prima di avere indagato,
prima rifletti e quindi condanna.
[8] Non rispondere prima di avere ascoltato,
in mezzo ai discorsi non intrometterti.
[9] Per una cosa di cui non hai bisogno non litigare,
non immischiarti nelle liti dei peccatori.
[10] Figlio, la tua attività non abbracci troppe cose;
se esageri, non sarai esente da colpa;
anche se corri, non arriverai e non riuscirai a scampare con
la fuga.
[11] C'è chi lavora, fatica e si affanna:
eppure resta tanto più indietro.
[12] C'è chi è debole e ha bisogno di soccorso,
chi è privo di beni e ricco di miseria:
eppure il Signore lo guarda con benevolenza,
lo solleva dalla sua bassezza
[13] e lo fa stare a testa alta, sì che molti ne sono stupiti.
[14] Bene e male, vita e morte,
povertà e ricchezza, tutto proviene dal Signore.
[15] Sapienza, senno e conoscenza della legge vengono dal Signore;
carità e rettitudine sono dono del Signore.
[16] Errore e tenebre sono per gli empi
e il male resta per i malvagi.
[17] Il dono del Signore è assicurato ai pii
e il suo favore li rende felici per sempre.
[18] C'è chi è ricco a forza di attenzione e di risparmio;
ed ecco la parte della sua ricompensa:
[19] mentre dice: "Ho trovato riposo; ora mi godrò i miei
beni",
non sa quanto tempo ancora trascorrerà;
lascerà tutto ad altri e morirà.
[20] Stà fermo al tuo impegno e fanne la tua vita,
invecchia compiendo il tuo lavoro.
[21] Non ammirare le opere del peccatore,
confida nel Signore e persevera nella fatica,
perché è facile per il Signore
arricchire un povero all'improvviso.
[22] La benedizione del Signore è la ricompensa del pio;
in un istante Dio farà sbocciare la sua benedizione.
[23] Non dire: "Di che cosa ho bisogno
e di quali beni disporrò d'ora innanzi?".
[24] Non dire: "Ho quanto mi occorre;
che cosa potrà ormai capitarmi di male?".
[25] Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura;
nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.
[26] È facile per il Signore nel giorno della morte
rendere all'uomo secondo la sua condotta.
[27] L'infelicità di un'ora fa dimenticare il benessere;
alla morte di un uomo si rivelano le sue opere.
[28] Prima della fine non chiamare nessuno beato;
un uomo si conosce veramente alla fine.
[29] Non portare in casa qualsiasi persona,
perché sono molte le insidie del fraudolento.
[30] Una pernice da richiamo in gabbia, tale il cuore del superbo;
come una spia egli attende la tua caduta.
[31] Cambiando il bene in male tende insidie,
troverà difetti anche nelle cose migliori.
[32] Con una scintilla di fuoco si riempie il braciere,
il peccatore sta in agguato per spargere sangue.
[33] Guàrdati dal malvagio, poiché egli il male prepara,
che non contamini per sempre anche te.
[34] Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa
e ti renderà estraneo ai tuoi.
12
[1] Se
fai il bene, sappi a chi lo fai;
così avrai una ricompensa per i tuoi benefici.
[2] Fà il bene al pio e ne avrai il contraccambio,
se non da lui, certo dall'Altissimo.
[3] Nessun beneficio a chi si ostina nel male
né a chi rifiuta di fare l'elemosina.
[4] Dà al pio e non aiutare il peccatore.
[5] Benefica il misero e non dare all'empio,
impedisci che gli diano il pane e tu non dargliene,
perché egli non ne usi per dominarti;
difatti tu riceverai il male in doppia misura
per tutti i benefici che gli avrai fatto.
[6] Poiché anche l'Altissimo odia i peccatori
e farà giustizia degli empi.
[7] Dà al buono e non aiutare il peccatore.
[8] L'amico non si può riconoscere nella prosperità,
ma nell'avversità il nemico non si nasconderà.
[9] Quando uno prospera, i suoi nemici sono nel dolore;
ma quando uno è infelice, anche l'amico se ne separa.
[10] Non fidarti mai del tuo nemico,
poiché, come il metallo s'arrugginisce, così la sua malvagità.
[11] Anche se si abbassa e cammina curvo,
stà attento e guardati da lui;
compòrtati con lui come chi pulisce uno specchio
e ti accorgerai che la sua ruggine non resiste a lungo.
[12] Non metterlo al tuo fianco,
perché non ti rovesci e si ponga al
tuo posto,
non farlo sedere alla tua destra,
perché non ricerchi la tua sedia,
e alla fine tu conosca la verità
delle mie parole
e senta rimorso per i miei detti.
[13] Chi avrà pietà di un incantatore morso da un serpente
e di quanti
si avvicinano alle belve?
[14] Così capita a chi si associa a un peccatore
e s'imbratta dei suoi misfatti.
[15] Per un momento rimarrà con te,
ma se cadi, egli non reggerà più.
[16] Il nemico ha il dolce sulle labbra,
ma in cuore medita di gettarti in una fossa.
Il nemico avrà lacrime agli occhi,
ma se troverà l'occasione, non si sazierà del tuo sangue.
[17] Se ti capiterà il male, egli sarà là per il primo
e, con il pretesto di aiutarti, ti prenderà per il tallone.
[18] Scuoterà il capo e batterà le mani,
poi bisbigliando a lungo cambierà faccia.
13
[1] Chi
maneggia la pece si sporca,
chi frequenta il superbo diviene simile a lui.
[2] Non portare un peso troppo grave,
non associarti ad uno più forte e più ricco di te.
Come una pentola di coccio farà società con una caldaia?
Questa l'urterà e quella andrà in frantumi.
[3] Il ricco commette ingiustizia e per di più grida forte,
il povero riceve ingiustizia e per di più deve scusarsi.
[4] Se puoi essergli utile, approfitterà di te;
se hai bisogno, ti abbandonerà.
[5] Se possiedi, vivrà con te;
ti spoglierà e non ne avrà alcuna pena.
[6] Ha bisogno di te? Ti imbroglierà, ti sorriderà
e ti darà una speranza, ti rivolgerà belle parole
e domanderà: "Di che cosa hai bisogno?".
[7] Ti farà arrossire con i suoi banchetti,
finché non ti avrà spremuto due o tre volte.
Alla fine ti deriderà; poi vedendoti ti eviterà
e scuoterà il capo davanti a te.
[8] Stà attento a non lasciarti imbrogliare
né umiliare per la tua stoltezza.
[9] Quando un potente ti chiama, allontànati;
egli ti chiamerà sempre di più.
[10] Non essere invadente per non essere respinto,
ma non allontanarti troppo per non essere dimenticato.
[11] Non credere di trattare alla pari con lui
e non fidarti delle sue molte parole;
[12] con la sua molta loquacità ti metterà alla prova
e quasi sorridendo ti esaminerà.
[13] Spietato chi non mantiene le parole,
non ti risparmierà maltrattamenti e catene.
[14] Guardati e stà attento, perché cammini insieme alla tua rovina.
[15] Ogni creatura vivente ama il suo simile,
ogni uomo il suo vicino.
[16] Ogni essere si accoppia secondo la sua specie;
l'uomo si associa a chi gli è simile.
[17] Che cosa vi può essere in comune tra il lupo e l'agnello?
Lo stesso accade fra il peccatore e il pio.
[18] Quale pace può esservi fra la iena e il cane?
Quale intesa tra il ricco e il povero?
[19] Sono preda dei leoni gli ònagri nel deserto;
così pascolo dei ricchi sono i poveri.
[20] La condizione umile è in abominio al superbo,
così il povero è in abominio al ricco.
[21] Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici;
se il povero cade, anche dagli amici è respinto.
[22] Se cade il ricco, molti lo aiutano;
dice cose insulse? Eppure lo si felicità.
Se cade il povero, lo si rimprovera;
se dice cose assennate, non ci si bada.
[23] Parla il ricco, tutti tacciono
ed esaltano fino alle nuvole il suo discorso.
Parla il povero e dicono: "Chi è costui?".
Se inciampa, l'aiutano a cadere.
[24] La ricchezza è buona, se è senza peccato;
la povertà è cattiva a detta dell'empio.
[25] Il cuore dell'uomo cambia il suo volto
o in bene o in male.
[26] Indice di un cuore buono è una faccia gioiosa,
ma la scoperta di proverbi è un lavoro ben faticoso.
14
[1]
Beato l'uomo che non ha peccato con le parole
e non è tormentato dal rimorso dei peccati.
[2] Beato chi non ha nulla da rimproverarsi
e chi non ha perduto la sua speranza.
[3] A un uomo gretto non conviene la ricchezza,
a che servono gli averi a un uomo avaro?
[4] Chi accumula a forza di privazioni accumula per altri,
con i suoi beni faran festa gli estranei.
[5] Chi è cattivo con se stesso con chi si mostrerà buono?
Non sa godere delle sue ricchezze.
[6] Nessuno è peggiore di chi tormenta se stesso;
questa è la ricompensa della sua malizia.
[7] Se fa il bene, lo fa per distrazione;
ma alla fine mostrerà la sua malizia.
[8] È malvagio l'uomo dall'occhio invidioso;
volge altrove lo sguardo e disprezza la vita altrui.
[9] L'occhio dell'avaro non si accontenta di una parte,
l'insana cupidigia inaridisce l'anima sua.
[10] Un occhio cattivo è invidioso anche del pane
e sulla sua tavola esso manca.
[11] Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene
e presenta al Signore le offerte dovute.
[12] Ricòrdati che la morte non tarderà
e il decreto degli inferi non t'è stato rivelato.
[13] Prima di morire fà del bene all'amico,
secondo le tue possibilità sii con lui generoso.
[14] Non privarti di un giorno felice;
non ti sfugga alcuna parte di un buon desiderio.
[15] Forse non lascerai a un altro le tue sostanze
e le tue fatiche per esser divise fra gli eredi?
[16] Regala e accetta regali, distrai l'anima tua,
perché negli inferi non c'è gioia da ricercare.
[17] Ogni corpo invecchia come un abito,
è una legge da sempre: "Certo si muore!".
[18] Come foglie verdi su un albero frondoso:
le une lascia cadere, altre ne fa spuntare,
lo stesso avviene per le generazioni di carne e di sangue:
le une muoiono, altre ne nascono.
[19] Ogni opera corruttibile scompare;
chi la compie se ne andrà con essa.
[20] Beato l'uomo che medita sulla sapienza
e ragiona con
l'intelligenza,
[21] che considera nel cuore le sue vie:
ne penetrerà con la mente i segreti.
[22] La insegue come uno che segue una pista,
si apposta sui suoi sentieri.
[23] Egli spia alle sue finestre
e starà ad ascoltare alla sua porta.
[24] Fa sosta vicino alla sua casa
e fisserà un chiodo nelle sue pareti;
[25] alzerà la propria tenda presso di essa
e si riparerà in un rifugio di benessere;
[26] metterà i propri figli sotto la sua protezione
e sotto i suoi rami soggiornerà;
[27] da essa sarà protetto contro il caldo,
egli abiterà all'ombra della sua gloria.
15
[1] Così
agirà chi teme il Signore;
chi è fedele alla legge otterrà anche la sapienza.
[2] Essa gli andrà incontro come una madre,
l'accoglierà come una vergine sposa;
[3] lo nutrirà con il pane dell'intelligenza,
e l'acqua della sapienza gli darà da bere.
[4] Egli si appoggerà su di lei e non vacillerà,
si affiderà a lei e non resterà confuso.
[5] Essa l'innalzerà sopra i suoi compagni
e gli farà aprir bocca in mezzo all'assemblea;
[6] egli troverà contentezza e una corona di gioia
e otterrà fama perenne.
[7] Gli insensati non conseguiranno mai la sapienza,
i peccatori non la contempleranno mai.
[8] Essa sta lontana dalla superbia,
i bugiardi non pensano ad essa.
[9] La sua lode non s'addice alla bocca del peccatore,
perché non gli è stata concessa dal Signore.
[10] La lode infatti va celebrata con sapienza;
è il Signore che la dirigerà.
[11] Non dire: "Mi son ribellato per colpa del Signore",
perché ciò che egli detesta, non devi farlo.
[12] Non dire: "Egli mi ha sviato",
perché egli non ha bisogno di un peccatore.
[13] Il Signore odia ogni abominio,
esso non è voluto da chi teme Dio.
[14] Egli da principio creò l'uomo
e lo lasciò in balìa del suo proprio volere.
[15] Se vuoi, osserverai i comandamenti;
l'essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere.
[16] Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua;
là dove vuoi stenderai la tua mano.
[17] Davanti agli uomini stanno la vita e la morte;
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
[18] Grande infatti è la sapienza del Signore,
egli è onnipotente e vede tutto.
[19] I suoi occhi su coloro che lo temono,
egli conosce ogni azione degli uomini.
[20] Egli non ha comandato a nessuno di essere empio
e non ha dato a nessuno il permesso di peccare.
16
[1] Non
desiderare una moltitudine di figli buoni a nulla,
non gioire per figli empi.
[2] Se aumentano di numero non gioire,
se sono privi del timore del Signore.
[3] Non confidare su una loro vita lunga
e non fondarti sul loro numero,
poiché è preferibile uno a mille
e morir senza figli che averne degli empi.
[4] La città potrà ripopolarsi per opera di un solo assennato,
mentre la stirpe degli iniqui sarà distrutta.
[5] Il mio occhio ha visto molte simili cose;
il mio orecchio ne ha sentite ancora più gravi.
[6] Nell'assemblea dei peccatori un fuoco si accende,
contro un popolo ribelle è divampata l'ira.
[7] Dio non perdonò agli antichi giganti,
che si erano ribellati per la loro forza.
[8] Non risparmiò i concittadini di Lot,
che egli aveva in orrore per la loro superbia.
[9] Non ebbe pietà di nazioni di perdizione,
che si erano esaltate per i loro peccati.
[10] Così trattò i seicentomila uomini
che sono periti per l'ostinazione del loro cuore.
[11] Ci fosse un solo uomo di dura cervice,
sarebbe strano se restasse impunito,
[12] poiché misericordia e ira sono in Dio,
potente quando perdona e quando riversa l'ira.
[13] Tanto grande la sua misericordia,
quanto grande la sua severità;
egli giudicherà l'uomo secondo le sue opere.
[14] Non sfuggirà il peccatore con la sua rapina,
ma neppure la pazienza del pio sarà delusa.
[15] Egli farà posto a tutta la sua generosità;
ciascuno sarà trattato secondo le sue opere.
[16] Non dire: "Mi terrò celato al Signore!
Chi penserà a me lassù?
[17] Non sarò riconosciuto fra un popolo numeroso,
chi sarò io in mezzo a una creazione senza numero?".
[18] Ecco il cielo e il cielo dei cieli,
l'abisso e la terra sussultano quando egli appare.
[19] Anche i monti e le fondamenta della terra
si scuotono di spavento quando egli li guarda.
[20] Ma nessuno riflette su queste cose;
al suo modo di agire chi ci bada?
[21] Anche la bufera che nessuno contempla,
e la maggior parte delle sue opere, sono nel mistero.
[22] "Chi a Dio annunzierà le opere di giustizia?
Ovvero chi le attende? L'alleanza infatti è lontana".
[23] Tali cose pensa chi ha il cuore perverso;
lo stolto, appunto errando, pensa sciocchezze.
[24] Ascoltami, figlio, e impara la scienza;
e sii attento nel tuo cuore alle mie parole.
[25] Manifesterò con esattezza la mia dottrina;
con cura annunzierò la scienza.
[26] Nella creazione del Signore le sue opere sono fin dal principio,
e dalla loro origine ne separò le parti.
[27] Egli ordinò per l'eternità le sue opere,
ne stabilì l'attività per le generazioni future.
Non hanno fame né si stancano,
eppure non interrompono il loro lavoro.
[28] Nessuna di loro urta la sua vicina,
mai disubbidiranno ad un suo comando.
[29] Dopo ciò il Signore riguardò sulla terra
e la riempì dei suoi doni.
[30] Ne ricoprì la superficie con ogni genere di viventi
e ad essa faranno ritorno.
17
[1] Il
Signore creò l'uomo dalla terra
e ad essa lo fa tornare di nuovo.
[2] Egli assegnò agli uomini giorni contati e un tempo fissato,
diede loro il dominio di quanto è sulla terra.
[3] Secondo la sua natura li rivestì di forza,
e a sua immagine li formò.
[4] Egli infuse in ogni essere vivente il timore dell'uomo,
perché l'uomo dominasse sulle bestie e sugli uccelli.
[5] Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore
diede loro perché ragionassero.
[6] Li riempì di dottrina e d'intelligenza,
e indicò loro anche il bene e il male.
[7] Pose lo sguardo nei loro cuori
per mostrar loro la grandezza delle sue opere.
[8] Loderanno il suo santo nome
per narrare la grandezza delle sue opere.
[9] Inoltre pose davanti a loro la scienza
e diede loro in eredità la legge della vita.
[10] Stabilì con loro un'alleanza eterna
e fece loro conoscere i suoi decreti.
[11] I loro occhi contemplarono la grandezza della sua gloria,
i loro orecchi sentirono la magnificenza della sua voce.
[12] Disse loro: "Guardatevi da ogni ingiustizia!"
e diede a ciascuno precetti verso il prossimo.
[13] Le loro vie sono sempre davanti a lui,
non restano nascoste ai suoi occhi.
[14] Su ogni popolo mise un capo,
ma Israele è la porzione del Signore.
[15] Tutte le loro opere sono davanti a lui come il sole,
i suoi occhi osservano sempre la loro condotta.
[16] A lui non sono nascoste le loro ingiustizie,
tutti i loro peccati sono davanti al Signore.
[17] La beneficenza dell'uomo è per lui come un sigillo,
egli serberà la generosità come la propria pupilla.
[18] Alla fine si leverà e renderà loro la ricompensa,
riverserà su di loro il contraccambio.
[19] Ma a chi si pente egli offre il ritorno,
consola quanti vengono meno nella pazienza.
[20] Ritorna al Signore e cessa di peccare,
prega davanti a lui e cessa di offendere.
[21] Fà ritorno all'Altissimo e volta le spalle all'ingiustizia;
detesta interamente l'iniquità.
[22] Negli inferi infatti chi loderà l'Altissimo,
al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode?
[23] Da un morto, che non è più, la riconoscenza si perde,
chi è vivo e sano loda il Signore.
[24] Quanto è grande la misericordia del Signore,
il suo perdono per quanti si convertono a lui!
[25] L'uomo non può avere tutto,
poiché un figlio dell'uomo non è immortale.
[26] Che c'è di più luminoso del sole? Anch'esso scompare.
Così carne e sangue pensano al male.
[27] Esso sorveglia le schiere dell'alto cielo,
ma gli uomini sono tutti terra e cenere.
18
[1]
Colui che vive per sempre ha creato l'intero universo.
[2] Il Signore soltanto è riconosciuto giusto.
[3] A nessuno è possibile svelare le sue opere
e chi può indagare le sue grandezze?
[4] La potenza della sua maestà chi potrà misurarla?
Chi riuscirà a narrare le sue misericordie?
[5] Non c'è nulla da togliere e nulla da aggiungere;
non è possibile indagare le meraviglie del Signore.
[6] Quando uno ha finito, allora comincia;
quando si ferma, allora rimane perplesso.
[7] Che è l'uomo? E a che può servire?
Qual è il suo bene e qual è il suo male?
[8] Quanto al numero dei giorni dell'uomo,
cento anni sono già molti.
[9] Come una goccia d'acqua nel mare e un grano di sabbia
così questi pochi anni in un giorno dell'eternità.
[10] Per questo il Signore è paziente con gli uomini
e riversa su di essi la sua misericordia.
[11] Vede e conosce che la loro sorte è misera,
per questo moltiplica il perdono.
[12] La misericordia dell'uomo riguarda il prossimo,
la misericordia del Signore ogni essere vivente.
[13] Egli rimprovera, corregge, ammaestra
e guida come un pastore il suo gregge.
[14] Ha pietà di quanti accettano la dottrina
e di quanti sono zelanti per le sue decisioni.
[15] Figlio, ai benefici non aggiungere il rimprovero,
e a ogni dono parole amare.
[16] La rugiada non mitiga forse il calore?
Così una parola è più pregiata del dono.
[17] Ecco, non vale una parola più di un ricco dono?
L'uomo caritatevole offre l'una e l'altro.
[18] Lo stolto rimprovera senza riguardo,
il dono dell'invidioso fa languire gli occhi.
[19] Prima di parlare, impara;
curati ancor prima di ammalarti.
[20] Prima del giudizio esamina te stesso,
così al momento del verdetto troverai perdono.
[21] Umìliati, prima di cadere malato,
e quando hai peccato, mostra il pentimento.
[22] Nulla ti impedisca di soddisfare a tempo un voto,
non aspettare fino alla morte per sdebitarti.
[23] Prima di fare un voto prepara te stesso,
non fare come un uomo che tenta il Signore.
[24] Pensa all'ira del giorno della morte,
al tempo della vendetta,
quando egli distoglierà lo sguardo da te.
[25] Pensa alla carestia nel tempo dell'abbondanza;
alla povertà e all'indigenza nei giorni di ricchezza.
[26] Dal mattino alla sera il tempo cambia;
e tutto è effimero davanti al Signore.
[27] Un uomo saggio è circospetto in ogni cosa;
nei giorni del peccato si astiene dalla colpa.
[28] Ogni uomo assennato conosce la sapienza
e a colui che l'ha trovata rende omaggio.
[29] Quelli istruiti nel parlare anch'essi diventano saggi,
fanno piovere massime eccellenti.
[30] Non seguire le passioni;
poni un freno ai tuoi desideri.
[31] Se ti concedi la soddisfazione della passione,
essa ti renderà oggetto di scherno ai tuoi nemici.
[32] Non godere una vita di piaceri,
sua conseguenza è una doppia povertà.
[33] Non impoverire scialacquando con denaro preso a prestito,
quando non hai nulla nella borsa.
19
[1] Un
operaio ubriacone non arricchirà;
chi disprezza il poco cadrà presto.
[2] Vino e donne traviano anche i saggi,
ancor più temerario è chi frequenta prostitute.
[3] Tarli e vermi lo erediteranno,
il temerario sarà eliminato.
[4] Chi si fida con troppa facilità è di animo leggero,
chi pecca danneggia se stesso.
[5] Chi si compiace del male sarà condannato;
[6] chi odia la loquacità sfugge al male.
[7] Non riferire mai una diceria
e non ne avrai alcun danno;
[8] non parlarne né all'amico né al nemico,
e se puoi farlo senza colpa, non svelar nulla.
[9] Altrimenti chi ti ascolta diffiderà di te
e all'occasione ti avrà in odio.
[10] Hai udito una parola? Muoia con te!
Stà sicuro, non ti farà scoppiare.
[11] Per una parola lo stolto ha i dolori,
come la partoriente per un bambino.
[12] Una freccia confitta nella carne della coscia:
tale una parola in seno allo stolto.
[13] Interroga l'amico: forse non ha fatto nulla,
e se qualcosa ha fatto, perché non continui più.
[14] Interroga il prossimo: forse non ha detto nulla,
e se qualcosa ha detto, perché non lo ripeta.
[15] Interroga l'amico, perché spesso si tratta di calunnia;
non credere a ogni parola.
[16] C'è chi sdrucciola, ma non di proposito;
e chi non ha peccato con la sua lingua?
[17] Interroga il tuo prossimo, prima di minacciarlo;
fà intervenire la legge dell'Altissimo.
[18] Tutta la sapienza è timore di Dio
e in ogni sapienza è la pratica della legge.
[19] Non c'è sapienza nella conoscenza del male;
non è mai prudenza il consiglio dei peccatori.
[20] V'è un'abilità che è abominevole,
c'è uno stolto cui manca solo la saggezza.
[21] Meglio uno di scarsa intelligenza ma timorato,
che uno molto intelligente ma trasgressore della legge.
[22] Esiste un'abilità scaltra, ma ingiusta;
c'è chi intriga per prevalere in giudizio.
[23] C'è il malvagio curvo nella sua tristezza,
ma il suo intimo è pieno di inganno;
[24] abbassa il volto e finge di essere sordo,
ma, quando non è osservato, avrà il sopravvento.
[25] E se per mancanza di forza gli è impedito di peccare,
all'occasione propizia farà del male.
[26] Dall'aspetto si conosce l'uomo;
dal volto si conosce l'uomo di senno.
[27] Il vestito di un uomo, la bocca sorridente
e la sua andatura rivelano quello che è.
20
[1] C'è
un rimprovero che è fuori tempo,
c'è chi tace ed è prudente.
[2] Quanto è meglio rimproverare che covare l'ira!
[3] Chi si confessa colpevole evita l'umiliazione.
[4] Un eunuco che vuol deflorare una ragazza,
così chi vuol rendere giustizia con la violenza.
[5] C'è chi tace ed è ritenuto saggio,
e c'è chi è odiato per la sua loquacità.
[6] C'è chi tace, perché non sa che cosa rispondere,
e c'è chi tace, perché conosce il momento propizio.
[7] L'uomo saggio sta zitto fino al momento opportuno,
il millantatore e lo stolto lo trascurano.
[8] Chi abbonda nel parlare si renderà abominevole;
chi vuole assolutamente imporsi sarà odiato.
[9] Nelle disgrazie può trovarsi la fortuna per un uomo,
mentre un profitto può essere una perdita.
[10] C'è una generosità, che non ti arreca vantaggi
e c'è chi dall'umiliazione alza la testa.
[12] C'è chi compra molte cose con poco,
e chi le paga sette volte il loro valore.
[13] Il saggio si rende amabile con le sue parole,
le cortesie degli stolti sono sciupate.
[14] Il dono di uno stolto non ti gioverà,
perché i suoi occhi bramano ricevere più di quanto ha dato.
[15] Egli darà poco, ma rinfaccerà molto;
aprirà la sua bocca come un banditore.
Oggi darà un prestito e domani richiederà; uomo odioso è costui.
[16] Lo stolto dice: "Non ho un amico,
non c'è gratitudine per i miei benefici.
[17] Quelli che mangiano il mio pane sono lingue cattive".
Quanto spesso e quanti si burleranno di lui!
[18] Meglio scivolare sul pavimento che con la lingua;
per questo la caduta dei cattivi giunge rapida.
[19] Un uomo senza grazia è un discorso inopportuno:
è sempre sulla bocca dei maleducati.
[20] Non si accetta una massima dalla bocca dello stolto,
perché non è mai detta a proposito.
[21] C'è chi è impedito di peccare dalla miseria
e durante il riposo non avrà rimorsi.
[22] C'è chi si rovina per rispetto umano
e si rovina per la faccia di uno stolto.
[23] C'è chi per rispetto umano fa promesse a un amico;
in tal modo se lo rende gratuitamente nemico.
[24] Brutta macchia nell'uomo la menzogna,
si trova sempre sulla bocca degli ignoranti.
[25] Meglio un ladro che un mentitore abituale,
ma tutti e due condivideranno la rovina.
[26] L'abitudine del bugiardo è un disonore,
la vergogna lo accompagnerà sempre.
[27] Il saggio si fa onore con i discorsi,
l'uomo prudente piace ai grandi.
[28] Chi lavora la terra accrescerà il raccolto;
chi piace ai grandi si fa perdonare l'ingiustizia.
[29] Regali e doni accecano gli occhi dei saggi,
come bavaglio sulla bocca, soffocano i rimproveri.
[30] Sapienza nascosta e tesoro invisibile:
a che servono l'una e l'altro?
[31] Fa meglio chi nasconde la stoltezza
che colui che nasconde la sapienza.
21
[1]
Figlio, hai peccato? Non farlo più
e prega per le colpe passate.
[2] Come alla vista del serpente fuggi il peccato:
se ti avvicini, ti morderà.
Denti di leone sono i suoi denti,
capaci di distruggere vite umane.
[3] Ogni trasgressione è come spada a doppio taglio:
non c'è rimedio per la sua ferita.
[4] Spavento e violenza fanno svanire la ricchezza;
così la casa del superbo sarà devastata.
[5] La preghiera del povero va dalla sua bocca agli orecchi di Dio,
il giudizio di lui verrà a suo favore.
[6] Chi odia il rimprovero segue le orme del peccatore,
ma chi teme il Signore si convertirà di cuore.
[7] Da lontano si riconosce il linguacciuto,
ma l'assennato conosce il suo scivolare.
[8] Chi costruisce la sua casa con ricchezze altrui
è come chi ammucchia pietre per l'inverno.
[9] Mucchio di stoppa è una riunione di iniqui;
la loro fine è una fiammata di fuoco.
[10] La via dei peccatori è appianata e senza pietre;
ma al suo termine c'è il bàratro degli inferi.
[11] Chi osserva la legge domina il suo istinto,
il risultato del timore del Signore è la sapienza.
[12] Non diventerà educato chi manca di capacità,
ma c'è anche una capacità che aumenta l'amarezza.
[13] La scienza del saggio cresce come una piena;
il suo consiglio è come una sorgente di vita.
[14] L'interno dello stolto è come un vaso rotto,
non potrà contenere alcuna scienza.
[15] Se un assennato ascolta un discorso intelligente,
l'approverà e lo completerà;
se l'ascolta un dissoluto, se ne dispiace
e lo getta via dietro la schiena.
[16] Il parlare dello stolto è come un fardello nel cammino,
ma sulle labbra dell'intelligente si trova la grazia.
[17] La parola del prudente è ricercata nell'assemblea;
si rifletterà seriamente sui suoi discorsi.
[18] Come casa in rovina, così la sapienza per lo stolto;
scienza dell'insensato i discorsi incomprensibili.
[19] Ceppi ai piedi è la disciplina per l'insensato
e come manette nella sua destra.
[20] Lo stolto alza la voce mentre ride;
ma l'uomo saggio sorride appena in silenzio.
[21] Ornamento d'oro è la disciplina per l'assennato;
è come un monile al braccio destro.
[22] Il piede dello stolto si precipita verso una casa;
l'uomo sperimentato si mostrerà rispettoso.
[23] Lo stolto spia dalla porta l'interno della casa;
l'uomo educato se ne starà fuori.
[24] È cattiva educazione d'un uomo origliare alla porta;
l'uomo prudente ne resterebbe confuso.
[25] Le labbra degli stolti ripetono sciocchezze,
le parole dei prudenti sono pesate sulla bilancia.
[26] Sulla bocca degli stolti è il loro cuore,
i saggi invece hanno la bocca nel cuore.
[27] Quando un empio maledice l'avversario, maledice se stesso.
[28] Il maldicente danneggia se stesso
e sarà detestato dal suo ambiente.
22
[1] Il
pigro è simile a una pietra imbrattata,
ognuno fischia in suo disprezzo.
[2] Il pigro è simile a una palla di sterco,
chi la raccoglie scuote la mano.
[3] Vergogna per un padre avere un figlio maleducato,
se si tratta di una figlia, è la sua rovina.
[4] Una figlia prudente sarà un tesoro per il marito,
quella disonorevole un dolore per chi l'ha generata.
[5] La sfacciata disonora il padre e il marito,
e dall'uno e dall'altro sarà disprezzata.
[6] Come musica durante il lutto i discorsi fuori tempo,
ma frusta e correzione in ogni tempo sono saggezza.
[7] Incolla cocci chi ammaestra uno stolto,
sveglia un dormiglione dal sonno profondo.
[8] Ragiona con un insonnolito chi ragiona con lo stolto;
alla fine egli dirà: "Che cosa c'è?".
[9] Piangi per un morto, poiché ha perduto la luce;
piangi per uno stolto, poiché ha perduto il senno.
[10] Piangi meno tristemente per un morto, ché ora riposa,
ma la vita dello stolto è peggiore della morte.
[11] Il lutto per un morto, sette giorni;
per uno stolto ed empio tutti i giorni della sua vita.
[12] Con un insensato non prolungare il discorso,
non frequentare l'insipiente;
[13] guàrdati da lui, per non avere noie
e per non contaminarti al suo contatto.
Allontànati da lui e troverai pace,
non sarai seccato dalla sua insipienza.
[14] Che c'è di più pesante del piombo?
E qual è il suo nome, se non "lo stolto"?
[15] Sabbia, sale, palla di ferro
sono più facili a portare che un insensato.
[16] Una travatura di legno ben connessa in una casa
non si scompagina in un terremoto,
così un cuore deciso dopo matura riflessione
non verrà meno al momento del pericolo.
[17] Un cuore basato su sagge riflessioni
è come un intonaco su un muro rifinito.
[18] Una palizzata posta su un'altura
di fronte al vento non resiste,
così un cuore meschino, basato sulle sue fantasie,
di fronte a qualsiasi timore non resiste.
[19] Chi punge un occhio lo farà lacrimare;
chi punge un cuore ne scopre il sentimento.
[20] Chi scaglia pietre contro uccelli li mette in fuga,
chi offende un amico rompe l'amicizia.
[21] Se hai sguainato la spada contro un amico,
non disperare, può esserci un ritorno.
[22] Se hai aperto la bocca contro un amico,
non temere, può esserci riconciliazione,
tranne il caso di insulto e di arroganza,
di segreti svelati e di un colpo a tradimento;
in questi casi ogni amico scomparirà.
[23] Conquìstati la fiducia del prossimo nella sua povertà
per godere con lui nella sua prosperità.
Nel tempo della tribolazione restagli vicino,
per aver parte alla sua eredità.
[24] Prima del fuoco vapore e fumo nel camino,
così prima dello spargimento del sangue le ingiurie.
[25] Non mi vergognerò di proteggere un amico,
non mi nasconderò davanti a lui.
[26] Se mi succederà il male a causa sua,
chiunque lo venga a sapere si guarderà da lui.
[27] Chi porrà una guardia sulla mia bocca,
sulle mie labbra un sigillo prudente,
perché io non cada per colpa loro
e la mia lingua non sia la mia rovina?
23
[1]
Signore, padre e padrone della mia vita,
non abbandonarmi al loro volere,
non lasciarmi cadere a causa loro.
[2] Chi applicherà la frusta ai miei pensieri,
al mio cuore la disciplina della sapienza?
Perché non siano risparmiati i miei errori
e i miei peccati non restino impuniti,
[3] perché non si moltiplichino i miei errori
e non aumentino di numero i miei peccati,
io non cada davanti ai miei avversari
e il nemico non gioisca sul mio conto.
[4] Signore, padre e Dio della mia vita,
non mettermi in balìa di sguardi sfrontati
[5] e allontana da me la concupiscenza.
[6] Sensualità e libidine non s'impadroniscano di me;
a desideri vergognosi non mi abbandonare.
[7] Figli, ascoltate l'educazione della bocca,
chi l'osserva non si perderà.
[8] Il peccatore è vittima delle proprie labbra,
il maldicente e il superbo vi trovano inciampo.
[9] Non abituare la bocca al giuramento,
non abituarti a nominare il nome del Santo.
[10] Come uno schiavo interrogato di continuo
non sarà senza lividure,
così chi giura e ha sempre in bocca Dio
non sarà esente da peccato.
[11] Un uomo dai molti giuramenti si riempie di iniquità;
il flagello non si allontanerà dalla sua casa.
Se cade in fallo, il suo peccato è su di lui;
se non ne tiene conto, pecca due volte.
Se giura il falso non sarà giustificato,
la sua casa si riempirà di sventure.
[12] C'è un modo di parlare che si può paragonare alla morte;
non si trovi nella discendenza di Giacobbe.
Dagli uomini pii tutto ciò sia respinto,
così non si rotoleranno nei peccati.
[13] La tua bocca non si abitui a volgarità grossolane,
in esse infatti c'è motivo di peccato.
[14] Ricorda tuo padre e tua madre, quando siedi tra i grandi,
non dimenticarli mai davanti a costoro,
e per abitudine non dire sciocchezze;
potresti desiderare di non essere nato
e maledire il giorno della tua nascita.
[15] Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi
non si correggerà in tutta la sua vita.
[16] Due specie di colpe moltiplicano i peccati,
la terza provoca l'ira:
[17] una passione ardente come fuoco acceso
non si calmerà finché non sarà consumata;
un uomo impudico nel suo corpo
non smetterà finché non lo divori il fuoco;
per l'uomo impuro ogni pane è appetitoso,
non si stancherà finché non muoia.
[18] L'uomo infedele al proprio letto
dice fra sé: "Chi mi vede?
Tenebra intorno a me e le mura mi nascondono;
nessuno mi vede, che devo temere?
Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo".
[19] Il suo timore riguarda solo gli occhi degli uomini;
non sa che gli occhi del Signore
sono miriadi di volte più luminosi del sole;
essi vedono tutte le azioni degli uomini
e penetrano fin nei luoghi più segreti.
[20] Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note;
allo stesso modo anche dopo la creazione.
[21] Quest'uomo sarà punito nelle piazze della città,
sarà preso dove meno se l'aspetta.
[22] Così della donna che abbandona suo marito,
e gli presenta eredi avuti da un estraneo.
[23] Prima di tutto ha disobbedito alle leggi dell'Altissimo,
in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito,
in terzo luogo si è macchiata di adulterio
e ha introdotto in casa figli di un estraneo.
[24] Costei sarà trascinata davanti all'assemblea
e si procederà a un'inchiesta sui suoi figli.
[25] I suoi figli non avranno radici,
i suoi rami non porteranno frutto.
[26] Lascerà il suo ricordo in maledizione,
la sua infamia non sarà cancellata.
[27] I superstiti sapranno
che nulla è meglio del timore del Signore,
nulla più dolce dell'osservare i suoi comandamenti.
24
[1] La
sapienza loda se stessa,
si vanta in mezzo al suo popolo.
[2] Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca,
si glorifica davanti alla sua potenza:
[3] "Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo
e ho ricoperto come nube la terra.
[4] Ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
[5] Il giro del cielo da sola ho percorso,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
[6] Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
[7] Fra tutti questi cercai un luogo di riposo,
in quale possedimento stabilirmi.
[8] Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine,
il mio creatore mi fece posare la tenda
e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi in eredità Israele.
[9] Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò;
per tutta l'eternità non verrò meno.
[10] Ho officiato nella tenda santa davanti a lui,
e così mi sono stabilita in Sion.
[11] Nella città amata mi ha fatto abitare;
in Gerusalemme è il mio potere.
[12] Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore, sua eredità.
[13] Sono cresciuta come un cedro sul Libano,
come un cipresso sui monti dell'Ermon.
[14] Sono cresciuta come una palma in Engaddi,
come le piante di rose in Gerico,
come un ulivo maestoso nella pianura;
sono cresciuta come un platano.
[15] Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo;
come mirra scelta ho sparso buon odore;
come gàlbano, ònice e storàce,
come nuvola di incenso nella tenda.
[16] Come un terebinto ho esteso i rami
e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.
[17] Io come una vite ho prodotto germogli graziosi
e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza.
[18] Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei prodotti.
[19] Poiché il ricordo di me è più dolce del miele,
il possedermi è più dolce del favo di miele.
[20] Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me, avranno ancora sete.
[21] Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà".
[22] Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo,
la legge che ci ha imposto Mosè,
l'eredità delle assemblee di Giacobbe.
[23] Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione dei frutti nuovi;
[24] fa traboccare l'intelligenza come l'Eufràte
e come il Giordano nei giorni della mietitura;
[25] espande la dottrina come il Nilo,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
[26] Il primo non ne esaurisce la conoscenza
né l'ultimo la può pienamente indagare.
[27] Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio più del grande abisso.
[28] Io sono come un canale derivante da un fiume
e come un corso d'acqua sono uscita verso un giardino.
[29] Ho detto: "Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola".
Ed ecco il mio canale è diventato un fiume,
il mio fiume è diventato un mare.
[30] Farò ancora splendere la mia dottrina come l'aurora;
la farò brillare molto lontano.
[31] Riverserò ancora l'insegnamento come una profezia,
lo lascerò per le generazioni future.
[32] Vedete, non ho lavorato solo per me,
ma per quanti cercano la dottrina.
25
[1] Di
tre cose mi compiaccio e mi faccio bella,
di fronte al Signore e agli uomini:
concordia di fratelli, amicizia tra vicini,
moglie e marito che vivono in piena armonia.
[2] Tre tipi di persone io detesto,
la loro vita è per me un grande orrore:
un povero superbo, un ricco bugiardo,
un vecchio adultero privo di senno.
[3] Nella giovinezza non hai raccolto;
come potresti procurarti qualcosa nella vecchiaia?
[4] Come s'addice il giudicare ai capelli bianchi,
e agli anziani intendersi di consigli!
[5] Come s'addice la sapienza ai vecchi,
il discernimento e il consiglio alle persone eminenti!
[6] Corona dei vecchi è un'esperienza molteplice,
loro vanto il timore del Signore.
[7] Nove situazioni io ritengo felici nel mio cuore,
la decima la dirò con le parole:
un uomo allietato dai figli,
chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici;
[8] felice chi vive con una moglie assennata,
colui che non pecca con la sua lingua,
chi non deve servire a uno indegno di lui;
[9] fortunato chi ha trovato la prudenza,
chi si rivolge a orecchi attenti;
[10] quanto è grande chi ha trovato la sapienza,
ma nessuno supera chi teme il Signore.
[11] Il timore del Signore è più di ogni cosa;
chi lo possiede a chi potrà esser paragonato?
[12] Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore;
qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna;
[13] qualunque sventura, ma non la sventura
causata dagli avversari;
qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.
[14] Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente,
non c'è ira peggiore dell'ira di un nemico.
[15] Preferirei abitare con un leone e con un drago
piuttosto che abitare con una donna malvagia.
[16] La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto,
ne rende il volto tetro come quello di un orso.
[17] Suo marito siede in mezzo ai suoi vicini
e ascoltandoli geme amaramente.
[18] Ogni malizia è nulla, di fronte alla malizia di una donna,
possa piombarle addosso la sorte del peccatore!
[19] Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio,
tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico.
[20] Non soccombere al fascino di una donna,
per una donna non ardere di passione.
[21] Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo
è una donna che mantiene il proprio marito.
[22] Animo abbattuto e volto triste
e ferita al cuore è una donna malvagia;
[23] mani inerti e ginocchia infiacchite,
tale colei che non rende felice il proprio marito.
[24] Dalla donna ha avuto inizio il peccato,
per causa sua tutti moriamo.
[25] Non dare all'acqua un'uscita
né libertà di parlare a una donna malvagia.
[26] Se non cammina al cenno della tua mano,
toglila dalla tua presenza.
26
[1]
Beato il marito di una donna virtuosa;
il numero dei suoi giorni sarà doppio.
[2] Una brava moglie è la gioia del marito,
questi trascorrerà gli anni in pace.
[3] Una donna virtuosa è una buona sorte,
viene assegnata a chi teme il Signore.
[4] Ricco o povero il cuore di lui ne gioisce,
in ogni tempo il suo volto appare sereno.
[5] Tre cose teme il mio cuore,
per la quarta sono spaventato:
una calunnia diffusa in città, un tumulto di popolo
e una falsa accusa: tutto questo è peggiore della morte;
[6] ma crepacuore e lutto è una donna gelosa di un'altra
e il flagello della sua lingua si lega con tutti.
[7] Giogo di buoi sconnesso è una donna malvagia,
colui che la domina è come chi acchiappa uno scorpione.
[8] Gran motivo di sdegno una donna ubriaca,
non riuscirà a nascondere la vergogna.
[9] La scostumatezza di una donna è nell'eccitazione degli sguardi,
si riconosce dalle sue occhiate.
[10] Fà buona guardia a una figlia libertina,
perché non ne approfitti, se trova indulgenza.
[11] Guàrdati dal seguire un occhio impudente,
non meravigliarti se ti spinge verso il male.
[12] Come un viandante assetato apre la bocca
e beve qualsiasi acqua a lui vicina,
così essa siede davanti a ogni palo
e apre a qualsiasi freccia la farètra.
[13] La grazia di una donna allieta il marito,
la sua scienza gli rinvigorisce le ossa.
[14] È un dono del Signore una donna silenziosa,
non c'è compenso per una donna educata.
[15] Grazia su grazia è una donna pudica,
non si può valutare il peso di un'anima modesta.
[16] Il sole risplende sulle montagne del Signore,
la bellezza di una donna virtuosa adorna la sua casa.
[17] Lampada che arde sul candelabro santo,
così la bellezza del volto su giusta statura.
[18] Colonne d'oro su base d'argento,
tali sono gambe graziose su solidi piedi.
[19] Due cose mi serrano il cuore, la terza mi provoca all'ira:
un guerriero che languisca nella miseria,
uomini saggi trattati con disprezzo,
chi passa dalla giustizia al peccato;
il Signore lo tiene pronto per la spada.
[20] A stento un commerciante sarà esente da colpe,
un rivenditore non sarà immune dal peccato.
27
[1] Per
amor del denaro molti peccano,
chi cerca di arricchire procede senza scrupoli.
[2] Fra le giunture delle pietre si conficca un piuolo,
tra la compra e
la vendita si insinua il peccato.
[3] Se uno non si aggrappa in fretta al timor del Signore,
la sua casa andrà presto in rovina.
[4] Quando si agita un vaglio, restano i rifiuti;
così quando un uomo riflette, gli appaiono i suoi difetti.
[5] La fornace prova gli oggetti del vasaio,
la prova dell'uomo si ha nella sua conversazione.
[6] Il frutto dimostra come è coltivato l'albero,
così la parola rivela il sentimento dell'uomo.
[7] Non lodare un uomo prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.
[8] Se cerchi la giustizia, la raggiungerai
e te ne rivestirai come di un manto di gloria.
[9] Gli uccelli sostano presso i loro simili,
la lealtà ritorna a quelli che la praticano.
[10] Il leone sta in agguato della preda,
così il peccato di coloro che praticano l'ingiustizia.
[11] Nel discorso del pio c'è sempre saggezza,
lo stolto muta come la luna.
[12] Tra gli insensati bada al tempo,
tra i saggi fèrmati a lungo.
[13] Il discorso degli stolti è un orrore,
il loro riso fra i bagordi del peccato.
[14] Il linguaggio di chi giura spesso fa rizzare i capelli,
e le loro questioni fan turare gli orecchi.
[15] Uno spargimento di sangue è la rissa dei superbi,
le loro invettive sono un ascolto penoso.
[16] Chi svela i segreti perde la fiducia
e non trova più un amico per il suo cuore.
[17] Ama l'amico e sii a lui fedele,
ma se hai svelato i suoi segreti, non seguirlo più,
[18] perché come chi ha perduto un defunto,
così tu hai perduto l'amicizia del tuo prossimo.
[19] Come un uccello, che ti sei fatto scappare di mano,
così hai lasciato andare il tuo amico e non lo riprenderai.
[20] Non seguirlo, perché ormai è lontano;
è fuggito come una gazzella dal laccio.
[21] Poiché una ferita si può fasciarla
e un'ingiuria si può riparare,
ma chi ha svelato segreti non ha più speranza.
[22] Chi ammicca con l'occhio trama il male,
e nessuno potrà distoglierlo.
[23] Davanti a te il suo parlare è tutto dolce,
ammira i tuoi discorsi,
ma alle tue spalle cambierà il suo parlare
e porrà inciampo alle tue parole.
[24] Io odio molte cose, ma nessuna quanto lui,
anche il Signore lo ha in odio.
[25] Chi scaglia un sasso in alto, se lo scaglia sulla testa,
e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra.
[26] Chi scava una fossa vi cadrà dentro,
chi tende un laccio vi resterà preso.
[27] Il male si riverserà su chi lo fa,
egli non saprà neppure da dove gli venga.
[28] Derisione e insulto per il superbo,
la vendetta, come un leone, lo attende al varco.
[29] Saran presi al laccio quanti gioiscono per la caduta dei pii,
il dolore li consumerà prima della loro morte.
[30] Anche il rancore e l'ira sono un abominio,
il peccatore li possiede.
28
[1] Chi
si vendica avrà la vendetta dal Signore
ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati.
[2] Perdona l'offesa al tuo prossimo
e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.
[3] Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo,
come oserà chiedere la guarigione al Signore?
[4] Egli non ha misericordia per l'uomo suo simile,
e osa pregare per i suoi peccati?
[5] Egli, che è soltanto carne, conserva rancore;
chi perdonerà i suoi peccati?
[6] Ricòrdati della tua fine e smetti di odiare,
ricòrdati della corruzione e della morte
e resta fedele ai comandamenti.
[7] Ricòrdati dei comandamenti
e non aver rancore verso il prossimo,
dell'alleanza con l'Altissimo
e non far conto dell'offesa subìta.
[8] Astieniti dalle risse e sarai lontano dal peccato,
perché un uomo passionale attizza una rissa.
[9] Un uomo peccatore semina discordia tra gli amici
e tra persone pacifiche diffonde calunnie.
[10] Secondo la materia del fuoco, esso s'infiamma,
una rissa divampa secondo la sua violenza;
il furore di un uomo è proporzionato alla sua forza,
la sua ira cresce in base alla sua ricchezza.
[11] Una lite concitata accende il fuoco,
una rissa violenta fa versare sangue.
[12] Se soffi su una scintilla, si accende;
se vi sputi sopra, si spegne;
eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca.
[13] Maledici il delatore e l'uomo di doppia lingua,
perché fa perire molti che vivono in pace.
[14] Una lingua malèdica ha sconvolto molti,
li ha scacciati di nazione in nazione;
ha demolito forti città e ha rovinato casati potenti.
[15] Una lingua malèdica ha fatto ripudiare donne eccellenti,
privandole del frutto delle loro fatiche.
[16] Chi le presta attenzione non trova pace,
dalla sua dimora scompare la serenità.
[17] Un colpo di frusta produce lividure,
ma un colpo di lingua rompe le ossa.
[18] Molti sono caduti a fil di spada,
ma non quanti sono periti per colpa della lingua.
[19] Beato chi se ne guarda, chi non è esposto al suo furore,
chi non ha trascinato il suo giogo
e non è stato legato con le sue catene.
[20] Il suo giogo è un giogo di ferro;
le sue catene catene di bronzo.
[21] Spaventosa è la morte che procura,
in confronto è preferibile la tomba.
[22] Essa non ha potere sugli uomini pii,
questi non bruceranno alla sua fiamma.
[23] Quanti abbandonano il Signore in essa cadranno,
fra costoro divamperà senza spegnersi.
Si avventerà contro di loro come un leone
e come una pantera ne farà scempio.
[24] Ecco, recingi pure la tua proprietà con siepe spinosa,
lega in un sacchetto l'argento e l'oro,
[25] ma controlla anche le tue parole pesandole
e chiudi con porte e catenaccio la bocca.
[26] Stà attento a non sbagliare a causa della lingua,
perché tu non cada davanti a chi ti insidia.
29
[1] Chi
pratica la misericordia concede prestiti al prossimo,
chi lo soccorre di propria mano osserva i comandamenti.
[2] Dà in prestito al prossimo nel tempo del bisogno,
e a tua volta restituisci al prossimo nel momento fissato.
[3] Mantieni la parola e sii leale con lui,
così troverai in ogni momento quanto ti occorre.
[4] Molti considerano il prestito come cosa trovata
e causano fastidi a coloro che li hanno aiutati.
[5] Prima di ricevere, ognuno bacia le mani del creditore,
parla con tono umile per ottenere gli averi dell'amico;
ma alla scadenza cerca di guadagnare tempo,
restituisce piagnistei e incolpa le circostanze.
[6] Se riesce a pagare il creditore riceverà appena la metà,
e dovrà considerarla come una cosa trovata.
In caso contrario, il creditore sarà frodato dei suoi averi
e avrà senza motivo un nuovo nemico;
maledizioni e ingiurie gli restituirà,
renderà insulti invece dell'onore dovuto.
[7] Molti perciò, per tale cattiveria, rifiutan di prestare:
hanno paura di perdere i beni senza ragione.
[8] Tuttavia sii longanime con il misero,
e non fargli attender troppo l'elemosina.
[9] Per il comandamento soccorri il povero,
secondo la sua necessità non rimandarlo a mani vuote.
[10] Perdi pure denaro per un fratello e amico,
non si arrugginisca inutilmente sotto una pietra.
[11] Sfrutta le ricchezze secondo i comandi dell'Altissimo;
ti saranno più utili dell'oro.
[12] Rinserra l'elemosina nei tuoi scrigni
ed essa ti libererà da ogni disgrazia.
[13] Meglio di uno scudo resistente e di una lancia pesante,
combatterà per te di fronte al nemico.
[14] L'uomo buono garantisce per il prossimo,
chi ha perduto il pudore lo abbandona.
[15] Non dimenticare il favore di chi si è fatto garante,
poiché egli si è impegnato per te.
[16] Il peccatore dilapida i beni del suo garante,
l'ingrato di proposito abbandonerà chi l'ha salvato.
[17] La cauzione ha rovinato molta gente onesta,
li ha sballottati come onda del mare.
[18] Ha mandato in esilio uomini potenti,
costretti a errare fra genti straniere.
[19] Un peccatore che offre premurosamente garanzia
e ricerca guadagni, sarà coinvolto in processi.
[20] Aiuta il tuo prossimo secondo la tua possibilità
e bada a te stesso per non cadere.
[21] Indispensabili alla vita sono l'acqua, il pane, il vestito
e una casa che serva da riparo.
[22] È meglio vivere da povero sotto un tetto di tavole,
che godere di cibi sontuosi in case altrui.
[23] Del poco come del molto sii contento,
così non udirai il disprezzo come straniero.
[24] Triste vita andare di casa in casa,
non potrai aprir bocca, dove sarai come straniero.
[25] Avrai ospiti, mescerai vino senza un grazie,
inoltre ascolterai cose amare:
[26] "Su, forestiero, apparecchia la tavola,
se hai qualche cosa sotto mano, dammi da mangiare".
[27] "Vattene, forestiero, cedi il posto a persona onorata;
mio fratello sarà mio ospite, ho bisogno della casa".
[28] Tali cose sono dure per un uomo che abbia intelligenza:
i rimproveri per l'ospitalità e gli insulti di un creditore.
30
[1] Chi
ama il proprio figlio usa spesso la frusta,
per gioire di lui alla fine.
[2] Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio
e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti.
[3] Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il nemico,
mentre davanti agli amici potrà gioire.
[4] Muore il padre? È come se non morisse,
perché lascia un suo simile dopo di sé.
[5] Durante la vita egli gioiva nel contemplarlo,
in punto di morte non prova dolore.
[6] Di fronte ai nemici lascia un vendicatore,
per gli amici uno che sa ricompensarli.
[7] Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite,
a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto.
[8] Un cavallo non domato diventa restio,
un figlio lasciato a se stesso diventa sventato.
[9] Coccola il figlio ed egli ti incuterà spavento,
scherza con lui, ti procurerà dispiaceri.
[10] Non ridere con lui per non doverti con lui rattristare,
che non debba digrignare i denti alla fine.
[11] Non concedergli libertà in gioventù,
non prendere alla leggera i suoi difetti.
[12] Piegagli il collo in gioventù
e battigli le costole finché è fanciullo,
perché poi intestardito non ti disobbedisca
e tu ne abbia un profondo dolore.
[13] Educa tuo figlio e prenditi cura di lui,
così non dovrai affrontare la sua insolenza.
[14] Meglio un povero di aspetto sano e forte
che un ricco malato nel suo corpo.
[15] Salute e vigore valgono più di tutto l'oro,
un corpo robusto più di un'immensa fortuna.
[16] Non c'è ricchezza migliore della salute del corpo
e non c'è contentezza al di sopra della gioia del cuore.
[17] Meglio la morte che una vita amara,
il riposo eterno che una malattia cronica.
[18] Leccornìe versate su una bocca chiusa
tali le offerte cibarie poste su una tomba.
[19] A che serve all'idolo l'offerta di frutti?
Esso non mangia né sente il profumo;
così è il perseguitato dal Signore.
[20] Osserva con gli occhi e sospira,
come un eunuco che abbraccia una vergine e sospira.
[21] Non abbandonarti alla tristezza,
non tormentarti con i tuoi pensieri.
[22] La gioia del cuore è vita per l'uomo,
l'allegria di un uomo è lunga vita.
[23] Distrai la tua anima, consola il tuo cuore,
tieni lontana la malinconia.
La malinconia ha rovinato molti,
da essa non si ricava nulla di buono.
[24] Gelosia e ira accorciano i giorni,
la preoccupazione anticipa la vecchiaia.
[25] Un cuore sereno è anche felice davanti ai cibi,
quello che mangia egli gusta.
31
[1]
L'insonnia per la ricchezza logora il corpo,
l'affanno per essa distoglie il sonno.
[2] L'affanno della veglia tien lontano l'assopirsi,
come una grave malattia bandisce il sonno.
[3] Un ricco fatica nell'accumulare ricchezze
e se smette, si ingolfa nei piaceri.
[4] Un povero fatica nelle privazioni della vita
e se smette, cade nell'indigenza.
[5] Chi ama l'oro non sarà esente da colpa,
chi insegue il denaro per esso peccherà.
[6] Molti sono andati in rovina a causa dell'oro,
il loro disastro era davanti a loro.
[7] È una trappola per quanti ne sono entusiasti,
ogni insensato vi resta preso.
[8] Beato il ricco, che si trova senza macchia
e che non corre dietro all'oro.
[9] Chi è costui? noi lo proclameremo beato:
difatti egli ha compiuto meraviglie in mezzo al suo popolo.
[10] Chi ha subìto la prova, risultando perfetto?
Sarà un titolo di gloria per lui.
Chi, potendo trasgredire, non ha trasgredito,
e potendo compiere il male, non lo ha fatto?
[11] Si consolideranno i suoi beni
e l'assemblea celebrerà le sue beneficenze.
[12] Hai davanti una tavola sontuosa?
Non spalancare verso di essa la tua bocca
e non dire: "Che abbondanza qua sopra".
[13] Ricòrdati che l'occhio cattivo è un male.
Che cosa è stato creato peggiore dell'occhio?
Per questo esso lacrima in ogni circostanza.
[14] Dove guarda l'ospite, non stendere la mano;
non intingere nel piatto insieme con lui.
[15] Giudica le esigenze del prossimo dalle tue;
e su ogni cosa rifletti.
[16] Mangia da uomo ciò che ti è posto innanzi;
non masticare con voracità per non renderti odioso.
[17] Sii il primo a smettere per educazione,
non essere ingordo per non incorrere nel disprezzo.
[18] Se siedi tra molti invitati,
non essere il primo a stendere la mano.
[19] Quanto poco è sufficiente per un uomo educato,
una volta a letto non si sente soffocato.
[20] Sonno salubre con uno stomaco ben regolato,
al mattino si alza e il suo spirito è libero.
Travaglio di insonnia, coliche e vomiti
accompagnano l'uomo ingordo.
[21] Se sei stato forzato a eccedere nei cibi,
àlzati, và a vomitare e sarai sollevato.
[22] Ascoltami, figlio, e non disprezzarmi,
alla fine troverai vere le mie parole.
In tutte le azioni sii moderato
e nessuna malattia ti coglierà.
[23] Molte labbra loderanno chi è splendido nei banchetti,
e vera è la testimonianza della sua munificenza.
[24] La città mormora di chi è tirchio nei banchetti;
ed esatta è la testimonianza della sua avarizia.
[25] Non fare il forte con il vino,
perché ha mandato molti in rovina.
[26] La fornace prova il metallo nella tempera,
così il vino i cuori in una sfida di arroganti.
[27] Il vino è come la vita per gli uomini,
purché tu lo beva con misura.
Che vita è quella di chi non ha vino?
Questo fu creato per la gioia degli uomini.
[28] Allegria del cuore e gioia dell'anima
è il vino bevuto a tempo e a misura.
[29] Amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità,
con eccitazione e per sfida.
[30] L'ubriachezza accresce l'ira dello stolto a sua rovina,
ne diminuisce le forze e gli procura ferite.
[31] Durante un banchetto non rimproverare il vicino,
non deriderlo nella sua letizia.
Non dirgli parola di rimprovero
e non tormentarlo col chiedergli ciò che ti deve.
32
[1] Ti
hanno fatto capotavola? Non esaltarti;
comportati con gli altri come uno di loro.
Pensa a loro e poi mettiti a tavola;
[2] quando avrai assolto il tuo compito, accòmodati
per ricrearti con loro
e ricevere la corona per la tua cortesia.
[3] Parla, o anziano, ciò ti s'addice,
ma con discrezione e non disturbare la musica.
[4] Quando ascolti non effonderti in chiacchiere,
non fare fuori luogo il sapiente.
[5] Sigillo di rubino in un anello d'oro
è un concerto musicale in un banchetto.
[6] Sigillo di smeraldo in una guarnizione d'oro
è la melodia dei canti unita alla dolcezza del vino.
[7] Parla, giovinetto, se è necessario,
ma appena un paio di volte, se interrogato.
[8] Compendia il tuo discorso, molte cose in poche parole;
compòrtati come uno che sa ma che tace.
[9] Fra i grandi non crederti loro uguale,
se un altro parla, non ciarlare troppo.
[10] Prima del tuono viene la folgore,
la grazia precede l'uomo modesto.
[11] All'ora stabilita àlzati e non restare per ultimo,
corri a casa e non indugiare.
[12] Là divèrtiti e fà quello che desideri,
ma non peccare con un discorso arrogante.
[13] Per tutto ciò benedici chi ti ha creato,
chi ti colma dei suoi benefici.
[14] Chi teme il Signore accetterà la correzione,
coloro che lo ricercano troveranno il suo favore.
[15] Chi indaga la legge ne sarà appagato,
ma l'ipocrita vi troverà motivo di scandalo.
[16] Quanti temono il Signore troveranno la giustizia,
le loro virtù brilleranno come luci.
[17] Un uomo peccatore schiva il rimprovero,
trova scuse secondo i suoi capricci.
[18] Un uomo assennato non trascura l'avvertimento,
quello empio e superbo non prova alcun timore.
[19] Non far nulla senza riflessione,
alla fine dell'azione non te ne pentirai.
[20] Non camminare in una via piena d'ostacoli,
per non inciampare contro i sassi.
[21] Non fidarti di una via senza inciampi,
[22] e guàrdati anche dai tuoi figli.
[23] In ogni azione abbi fiducia in te stesso,
poiché anche questo è osservare i comandamenti.
[24] Chi crede alla legge è attento ai comandamenti,
chi confida nel Signore non resterà deluso.
33
[1] Chi
teme il Signore non incorre in alcun male,
se subisce tentazioni, ne sarà liberato di nuovo.
[2] Un uomo saggio non detesta la legge,
ma l'ipocrita a suo riguardo è come una nave nella tempesta.
[3] L'uomo assennato ha fiducia nella legge,
la legge per lui è degna di fede come un oracolo.
[4] Prepàrati il discorso, così sarai ascoltato;
concatena il tuo sapere e poi rispondi.
[5] Ruota di carro il sentimento dello stolto,
il suo ragionamento è come l'asse che gira.
[6] Come uno stallone è un amico beffardo,
nitrisce sotto chiunque lo cavalca.
[7] Perché un giorno è più importante d'un altro?
Eppure la luce di ogni giorno dell'anno viene dal sole.
[8] Essi sono distinti secondo il pensiero del Signore
che ha variato le stagioni e le feste.
[9] Alcuni giorni li ha nobilitati e santificati,
altri li ha lasciati nel numero dei giorni ordinari.
[10] Anche gli uomini provengono tutti dalla polvere
e dalla terra fu creato Adamo.
[11] Ma il Signore li ha distinti nella sua grande sapienza,
ha assegnato loro diversi destini.
[12] Alcuni li ha benedetti ed esaltati,
altri li ha santificati e
avvicinati a sé,
altri li ha maledetti e umiliati
e li ha scacciati dalle loro posizioni.
[13] Come l'argilla nelle mani del vasaio
che la forma a suo piacimento,
così gli uomini nelle mani di colui che li ha creati,
per retribuirli secondo la sua giustizia.
[14] Di fronte al male c'è il bene, di fronte alla morte, la vita;
così di fronte al pio il peccatore.
[15] Considera perciò tutte le opere dell'Altissimo;
due a due, una di fronte all'altra.
[16] Io mi sono dedicato per ultimo allo studio,
come un racimolatore dietro i vendemmiatori.
[17] Con la benedizione del Signore ho raggiunto lo scopo,
come un vendemmiatore ho riempito il tino.
[18] Badate che non ho faticato solo per me,
ma per quanti ricercano l'istruzione.
[19] Ascoltatemi, capi del popolo,
e voi che dirigete le assemblee, fate attenzione.
[20] Al figlio e alla moglie, al fratello e all'amico
non dare un potere su di te finché sei in vita.
Non dare ad altri le tue ricchezze,
perché poi non ti penta e debba richiederle.
[21] Finché vivi e c'è respiro in te,
non abbandonarti in potere di nessuno.
[22] È meglio che i figli ti preghino
che non rivolgerti tu alle loro mani.
[23] In tutte le azioni sii sempre superiore,
non permettere che si offuschi la tua fama.
[24] Quando finiranno i giorni della tua vita,
al momento della morte, assegna la tua eredità.
[25] Foraggio, bastone e pesi per l'asino;
pane, castigo e lavoro per lo schiavo.
[26] Fà lavorare il tuo servo, e potrai trovare riposo,
lasciagli libere le mani e cercherà la libertà.
[27] Giogo e redini piegano il collo;
per lo schiavo cattivo torture e castighi.
[28] Fallo lavorare perché non stia in ozio,
poiché l'ozio insegna molte cattiverie.
[29] Obbligalo al lavoro come gli conviene,
e se non obbedisce, stringi i suoi ceppi.
[30] Non esagerare con nessuno;
non fare nulla senza giustizia.
[31] Se hai uno schiavo, sia come te stesso,
poiché l'hai acquistato con il sangue.
[32] Se hai uno schiavo, trattalo come fratello,
perché ne avrai bisogno come di te stesso,
[33] Se tu lo maltratti ed egli fuggirà,
per quale strada andrai a ricercarlo?
34
[1]
Speranze vane e fallaci sono proprie dell'uomo insensato,
i sogni danno le ali agli stolti.
[2] Come uno che afferra le ombre e insegue il vento,
così chi si appoggia ai sogni.
[3] Questo dopo quello: tale la visione di sogni,
di fronte a un volto l'immagine di un volto.
[4] Dall'impuro che cosa potrà uscire di puro?
E dal falso che cosa potrà uscire di vero?
[5] Oracoli, auspici e sogni sono cose vane,
come vaneggia la mente di una donna in doglie.
[6] Se non sono inviati dall'Altissimo in una sua visita,
non permettere che se ne occupi la tua mente.
[7] I sogni hanno indotto molti in errore,
hanno deviato quanti avevano in essi sperato.
[8] Senza menzogna si deve adempiere la legge,
la sapienza in bocca verace è perfezione.
[9] Chi ha viaggiato conosce molte cose,
chi ha molta esperienza parlerà con intelligenza.
[10] Chi non ha avuto delle prove, poco conosce;
chi ha viaggiato ha accresciuto l'accortezza.
[11] Ho visto molte cose nei miei viaggi;
il mio sapere è più che le mie parole.
[12] Spesso ho corso pericoli mortali;
ma sono stato salvato grazie alla mia esperienza.
[13] Lo spirito di coloro che temono il Signore vivrà,
perché la loro speranza è posta in colui che li salva.
[14] Chi teme il Signore non ha paura di nulla,
e non teme perché egli è la sua speranza.
[15] Beata l'anima di chi teme il Signore;
a chi si appoggia? Chi è il suo sostegno?
[16] Gli occhi del Signore sono su coloro che lo amano,
protezione potente e sostegno di forza,
riparo dal vento infuocato e riparo dal sole meridiano,
difesa contro gli ostacoli, soccorso nella caduta;
[17] solleva l'anima e illumina gli occhi,
concede sanità, vita e benedizione.
[18] Sacrificare il frutto dell'ingiustizia è un'offerta da burla;
i doni dei malvagi non sono graditi.
[19] L'Altissimo non gradisce le offerte degli empi,
e per la moltitudine delle vittime non perdona i peccati.
[20] Sacrifica un figlio davanti al proprio padre
chi offre un sacrificio con i beni dei poveri.
[21] Il pane dei bisognosi è la vita dei poveri,
toglierlo a loro è commettere un assassinio.
[22] Uccide il prossimo chi gli toglie il nutrimento,
versa sangue chi rifiuta il salario all'operaio.
[23] Uno edifica, l'altro abbatte: che vantaggio se ne ricava oltre la
fatica?
Uno prega, l'altro maledice:
quale delle due voci ascolterà il Signore?
[25] Lavarsi dopo aver toccato un morto, poi toccarlo di nuovo:
quale utilità c'è in simile abluzione?
[26] Così l'uomo che digiuna per i suoi peccati
e poi va e li commette di nuovo.
Chi ascolterà la sua supplica?
Quale utilità c'è nella sua umiliazione?
35
[1] Chi
osserva la legge moltiplica le offerte;
chi adempie i comandamenti offre un sacrificio di comunione.
[2] Chi serba riconoscenza offre fior di farina,
chi pratica l'elemosina fa sacrifici di lode.
[3] Cosa gradita al Signore è astenersi dalla malvagità,
sacrificio espiatorio è astenersi dall'ingiustizia.
[4] Non presentarti a mani vuote davanti al Signore,
tutto questo è richiesto dai comandamenti.
[5] L'offerta del giusto arricchisce l'altare,
il suo profumo sale davanti all'Altissimo.
[6] Il sacrificio dell'uomo giusto è gradito,
il suo memoriale non sarà dimenticato.
[7] Glorifica il Signore con animo generoso,
non essere avaro nelle primizie che offri.
[8] In ogni offerta mostra lieto il tuo volto,
consacra con gioia la decima.
[9] Dà all'Altissimo in base al dono da lui ricevuto,
dà di buon animo secondo la tua possibilità,
[10] perché il Signore è uno che ripaga,
e sette volte ti restituirà.
[11] Non cercare di corromperlo con doni, non accetterà,
non confidare su una vittima ingiusta,
[12] perché il Signore è giudice
e non v'è presso di lui preferenza di persone.
[13] Non è parziale con nessuno contro il povero,
anzi ascolta proprio la preghiera dell'oppresso.
[14] Non trascura la supplica dell'orfano
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
[15] Le lacrime della vedova non scendono forse sulle sue guance
e il suo grido non si alza contro chi gliele fa versare?
[16] Chi venera Dio sarà accolto con benevolenza,
la sua preghiera giungerà fino alle nubi.
[17] La preghiera dell'umile penetra le nubi,
finché non sia arrivata, non si contenta;
[18] non desiste finché l'Altissimo non sia intervenuto,
rendendo soddisfazione ai giusti e ristabilendo l'equità.
[19] Il Signore non tarderà
e non si mostrerà indulgente sul loro conto,
[20] finché non abbia spezzato le reni agli spietati
e si sia vendicato delle nazioni;
[21] finché non abbia estirpato la moltitudine dei violenti
e frantumato lo scettro degli ingiusti;
[22] finché non abbia reso a ognuno secondo le sue azioni
e vagliato le opere degli uomini secondo le loro intenzioni;
[23] finché non abbia fatto giustizia al suo popolo
e non lo abbia allietato con la sua misericordia.
[24] Bella è la misericordia al tempo dell'afflizione,
come le nubi apportatrici di pioggia in tempo di siccità.
36
[1] Abbi
pietà di noi, Signore Dio di tutto, e guarda,
infondi il tuo timore su tutte le nazioni.
[2] Alza la tua mano sulle nazioni straniere,
perché vedano la tua potenza.
[3] Come ai loro occhi ti sei mostrato santo in mezzo a noi,
così ai nostri occhi mòstrati grande fra di loro.
[4] Ti riconoscano, come noi abbiamo riconosciuto
che non c'è un Dio fuori di te, Signore.
[5] Rinnova i segni e compi altri prodigi,
glorifica la tua mano e il tuo braccio destro.
[6] Risveglia lo sdegno e riversa l'ira,
distruggi l'avversario e abbatti il nemico.
[7] Affretta il tempo e ricòrdati del giuramento;
si narrino le tue meraviglie.
[8] Sia consumato dall'ira del fuoco chi cerca scampo;
gli avversari del tuo popolo vadano in perdizione.
[9] Schiaccia le teste dei capi nemici
che dicono: "Non c'è nessuno fuori di noi".
[10] Raduna tutte le tribù di Giacobbe,
rendi loro il possesso come era al principio.
[11] Abbi pietà, Signore, del popolo chiamato con il tuo nome,
di Israele che hai trattato come un primogenito.
[12] Abbi pietà della tua città santa,
di Gerusalemme tua stabile
dimora.
[13] Riempi Sion della tua maestà
il tuo popolo della tua gloria.
[14] Rendi testimonianza alle creature che sono tue fin dal principio,
adempi le profezie fatte nel tuo nome.
[15] Ricompensa coloro che sperano in te,
i tuoi profeti siano degni di fede.
[16] Ascolta, Signore, la preghiera dei tuoi servi,
secondo la benedizione di Aronne sul tuo popolo.
[17] Sappiano quanti abitano sulla terra
che tu sei il Signore, il Dio dei secoli.
[18] Il ventre consuma ogni cibo,
eppure un cibo è preferibile a un
altro.
[19] Il palato distingue al gusto la selvaggina,
così una mente assennata distingue i discorsi bugiardi.
[20] Un cuore perverso causerà dolore,
un uomo dalla molta esperienza saprà ripagarlo.
[21] Una donna accetterà qualsiasi marito,
ma una giovane è migliore di un'altra.
[22] La bellezza di una donna allieta il volto;
e sorpassa ogni desiderio dell'uomo;
[23] se vi è poi sulla sua lingua bontà e dolcezza,
suo marito non è più uno dei comuni mortali.
[24] Chi si procura una sposa, possiede il primo dei beni,
un aiuto adatto a lui e una colonna d'appoggio.
[25] Dove non esiste siepe, la proprietà è saccheggiata,
ove non c'è moglie, l'uomo geme randagio.
[26] Chi si fida di un ladro armato che corre di città in città?
[27] Così dell'uomo che non ha un nido
e che si corica là dove lo coglie la notte.
37
[1] Ogni
amico dice: "Anch'io ti sono amico",
ma esiste l'amico che lo è solo di nome.
[2] Non è forse un dolore mortale
un compagno e un amico trasformatosi in nemico?
[3] O inclinazione malvagia, da dove sei balzata,
per ricoprire la terra con la tua malizia?
[4] Il compagno si rallegra con l'amico nella felicità,
ma al momento della disgrazia gli sarà ostile.
[5] Il compagno soffre con l'amico per ragioni di stomaco,
ma di fronte al conflitto prenderà lo scudo.
[6] Non ti dimenticare dell'amico dell'anima tua,
non scordarti di lui nella tua prosperità.
[7] Ogni consigliere suggerisce consigli,
ma c'è chi consiglia a proprio vantaggio.
[8] Guàrdati da un consigliere,
infòrmati quali siano le sue necessità
- egli nel consigliare penserà al suo interesse -
perché non getti la sorte su di te
[9] e dica: "La tua via è buona",
poi si terrà in disparte per vedere quanto ti accadrà.
[10] Non consigliarti con chi ti guarda di sbieco,
nascondi la tua intenzione a quanti ti invidiano.
[11] Non consigliarti con una donna sulla sua rivale,
con un pauroso sulla guerra,
con un mercante sul commercio,
con un compratore sulla vendita,
con un invidioso sulla riconoscenza,
con uno spietato sulla bontà di cuore,
con un pigro su un'iniziativa qualsiasi,
con un mercenario annuale sul raccolto,
con uno schiavo pigro su un gran lavoro;
non dipendere da costoro per nessun consiglio.
[12] Invece frequenta spesso un uomo pio,
che tu conosci come osservante dei comandamenti
e la cui anima è come la tua anima;
se tu inciampi, saprà compatirti.
[13] Segui il consiglio del tuo cuore,
perché nessuno ti sarà più fedele di lui.
[14] La coscienza di un uomo talvolta suole avvertire
meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare.
[15] Al di sopra di tutto questo prega l'Altissimo
perché guidi la tua condotta secondo verità.
[16] Principio di ogni opera è la ragione,
prima di ogni azione è bene riflettere.
[17] Radice dei pensieri è il cuore,
queste quattro parti ne derivano:
[18] bene e male, vita e morte,
ma su tutto domina sempre la lingua.
[19] C'è l'uomo esperto maestro di molti,
ma inutile per se stesso.
[20] C'è chi posa a saggio nei discorsi ed è odioso,
a costui mancherà ogni nutrimento;
[21] non gli è stato concesso il favore del Signore,
poiché è privo di ogni sapienza.
[22] C'è chi è saggio solo per se stesso,
i frutti della sua scienza sono sicuri.
[23] Un uomo saggio istruisce il suo popolo,
dei frutti della sua intelligenza ci si può fidare.
[24] Un uomo saggio è colmato di benedizioni,
quanti lo vedono lo proclamano beato.
[25] La vita dell'uomo ha i giorni contati;
ma i giorni di Israele sono senza numero.
[26] Il saggio otterrà fiducia tra il suo popolo,
il suo nome vivrà per sempre.
[27] Figlio, nella tua vita prova te stesso,
vedi quanto ti nuoce e non concedertelo.
[28] Difatti non tutto conviene a tutti
e non tutti approvano ogni cosa.
[29] Non essere ingordo per qualsiasi ghiottoneria,
non ti gettare sulle vivande,
[30] perchè l'abuso dei cibi causa malattie,
l'ingordigia provoca
coliche.
[31] Molti sono morti per ingordigia,
chi si controlla vivrà a lungo.
38
[1]
Onora il medico come si deve secondo il bisogno,
anch'egli è stato creato dal Signore.
[2] Dall'Altissimo viene la guarigione,
anche dal re egli riceve doni.
[3] La scienza del medico lo fa procedere a testa alta,
egli è ammirato anche tra i grandi.
[4] Il Signore ha creato medicamenti dalla terra,
l'uomo assennato non li disprezza.
[5] L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,
per rendere evidente la potenza di lui?
[6] Dio ha dato agli uomini la scienza
perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie.
[7] Con esse il medico cura ed elimina il dolore
e il farmacista prepara le miscele.
[8] Non verranno meno le sue opere!
Da lui proviene il benessere sulla terra.
[9] Figlio, non avvilirti nella malattia,
ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
[10] Purìficati, lavati le mani;
monda il cuore da ogni peccato.
[11] Offri incenso e un memoriale di fior di farina
e sacrifici pingui secondo le tue possibilità.
[12] Fà poi passare il medico
- il Signore ha creato anche lui -
non stia lontano da te, poiché ne hai bisogno.
[13] Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani.
[14] Anch'essi pregano il Signore
perché li guidi felicemente ad alleviare la malattia
e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita.
[15] Chi pecca contro il proprio creatore
cada nelle mani del medico.
[16] Figlio, versa lacrime sul morto,
e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento;
poi seppelliscine il corpo secondo il suo rito
e non trascurare la sua tomba.
[17] Piangi amaramente e alza il tuo lamento,
il lutto sia proporzionato alla sua dignità,
un giorno o due, per prevenire le dicerie,
quindi consòlati del tuo dolore.
[18] Difatti il dolore precede la morte,
il dolore del cuore logora la forza.
[19] In una disgrazia resta a lungo il dolore,
una vita di miseria è dura al cuore.
[20] Non abbandonare il tuo cuore al dolore;
scaccialo pensando alla tua fine.
[21] Non dimenticare: non ci sarà infatti ritorno;
al morto non gioverai e farai del male a te stesso.
[22] Ricòrdati della mia sorte che sarà anche la tua:
"Ieri a me e oggi a te".
[23] Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo
ricordo;
consòlati di lui, ora che il suo spirito è partito.
[24] La sapienza dello scriba si deve alle sue ore di
quiete;
chi ha poca attività diventerà saggio.
[25] Come potrà divenir saggio chi maneggia l'aratro
e si vanta di brandire un pungolo?
Spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro
e parla solo di vitelli?
[26] Pone la sua mente a tracciare solchi,
non dorme per dare il foraggio alle giovenche.
[27] Così ogni artigiano e ogni artista
che passa la notte come il giorno:
quelli che incidono incisioni per sigilli
e con pazienza cercano di variare l'intaglio;
pongono mente a ritrarre bene il disegno
e stanno svegli per terminare il lavoro.
[28] Così il fabbro siede davanti all'incudine
ed è intento ai lavori del ferro:
la vampa del fuoco gli strugge le carni,
e col calore del fornello deve lottare;
il rumore del martello gli assorda gli orecchi,
i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto,
è tutto preoccupato per finire il suo lavoro,
sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.
[29] Così il vasaio seduto al suo lavoro
gira con i piedi la ruota,
è sempre in ansia per il suo lavoro;
tutti i suoi gesti sono calcolati.
[30] Con il braccio imprime una forma all'argilla,
mentre con i piedi ne piega la resistenza;
è preoccupato per una verniciatura perfetta,
sta sveglio per pulire il fornello.
[31] Tutti costoro hanno fiducia nelle proprie mani;
ognuno è esperto nel proprio mestiere.
[32] Senza di loro sarebbe impossibile costruire una città;
gli uomini non potrebbero né abitarvi né circolare.
[33] Ma essi non sono ricercati nel consiglio del popolo,
nell'assemblea non hanno un posto speciale,
non siedono sul seggio del giudice,
non conoscono le disposizioni del giudizio.
[34] Non fanno brillare né l'istruzione né il diritto,
non compaiono tra gli autori di proverbi;
ma sostengono le cose materiali,
e la loro preghiera riguarda i lavori del mestiere.
39
[1]
Differente è il caso di chi si applica
e medita la legge dell'Altissimo.
Egli indaga la sapienza di tutti gli antichi,
si dedica allo studio delle profezie.
[2] Conserva i detti degli uomini famosi,
penetra le sottigliezze delle parabole,
[3] indaga il senso recondito dei proverbi
e s'occupa degli enigmi delle parabole.
[4] Svolge il suo compito fra i grandi,
è presente alle riunioni dei capi,
viaggia fra genti straniere,
investigando il bene e il male in mezzo agli uomini.
[5] Di buon mattino rivolge il cuore
al Signore, che lo ha creato, prega davanti all'Altissimo,
apre la bocca alla preghiera, implora per i suoi peccati.
[6] Se questa è la volontà del Signore grande,
egli sarà ricolmato di spirito di intelligenza,
come pioggia effonderà parole di sapienza,
nella preghiera renderà lode al Signore.
[7] Egli dirigerà il suo consiglio e la sua scienza,
mediterà sui misteri di Dio.
[8] Farà brillare la dottrina del suo insegnamento,
si vanterà della legge dell'alleanza del Signore.
[9] Molti loderanno la sua intelligenza,
egli non sarà mai dimenticato,
non scomparirà il suo ricordo,
il suo nome vivrà di generazione in generazione.
[10] I popoli parleranno della sua sapienza,
l'assemblea proclamerà le sue lodi.
[11] Finché vive, lascerà un nome più noto di mille,
quando muore, avrà già fatto abbastanza per sé.
[12] Esporrò ancora le mie riflessioni,
ne sono pieno come la luna a metà mese.
[13] Ascoltatemi, figli santi, e crescete
come una pianta di rose su un torrente.
[14] Come incenso spandete un buon profumo,
fate fiorire fiori come il giglio,
spargete profumo e intonate un canto di lode;
benedite il Signore per tutte le opere sue.
[15] Magnificate il suo nome;
proclamate le sue lodi
con i vostri canti e le vostre cetre;
così direte nella vostra lode:
[16] "Quanto sono magnifiche tutte le opere del Signore!
Ogni sua disposizione avrà luogo a suo tempo!".
Non c'è da dire: "Che è questo? Perché quello?".
Tutte le cose saranno indagate a suo tempo.
[17] Alla sua parola l'acqua si ferma come un cumulo,
a un suo detto si aprono i serbatoi delle acque.
[18] A un suo comando si realizza quanto egli vuole;
nessuno può ostacolare il suo aiuto.
[19] Ogni azione umana è davanti a lui,
non è possibile nascondersi ai suoi occhi.
[20] Il suo sguardo passa da un'eternità all'altra,
nulla è straordinario davanti a lui.
[21] Non c'è da dire: "Che è questo? Perché quello?"
poiché tutte le cose sono state create per un fine.
[22] La sua benedizione si diffonde come un fiume
e irriga come un'inondazione la terra.
[23] Così le genti sperimenteranno la sua ira,
come trasformò le acque in deserto salato.
[24] Le sue vie sono diritte per i santi,
ma per gli empi piene di inciampi.
[25] I beni per i buoni furon creati sin da principio,
ma anche i mali per i peccatori.
[26] Le cose di prima necessità per la vita dell'uomo sono:
acqua, fuoco, ferro, sale,
farina di frumento, latte, miele,
succo di uva, olio e vestito.
[27] Tutte queste cose per i pii sono beni,
ma per i peccatori diventano mali.
[28] Ci sono venti creati per castigo,
e nella loro furia rafforzano i loro flagelli;
quando verrà la fine, scateneranno violenza,
e placheranno lo sdegno del loro creatore.
[29] Fuoco, grandine, fame e morte
son tutte cose create per il castigo.
[30] Denti delle fiere, scorpioni e vipere,
e spade vendicatrici sono per la rovina degli empi.
[31] Esulteranno al comando divino;
sono pronte sulla terra per tutti i bisogni.
A tempo opportuno non trasgrediranno la parola.
[32] Per questo ero convinto fin dal principio,
vi ho riflettuto e l'ho messo per iscritto:
[33] "Tutte le opere del Signore sono buone;
egli provvederà tutto a suo tempo".
[34] Non c'è da dire: "Questo è peggiore di quello",
a suo tempo ogni cosa sarà riconosciuta buona.
[35] Ora cantate inni con tutto il cuore e con la bocca
e benedite il nome del Signore.
40
[1] Una
sorte penosa è disposta per ogni uomo,
un giogo pesante grava sui figli di Adamo,
dal giorno della loro nascita dal grembo materno
al giorno del loro ritorno alla madre comune.
[2] Materia alle loro riflessioni e ansietà per il loro cuore
offrono il pensiero di ciò che li attende e il giorno della fine.
[3] Da chi siede su un trono glorioso
fino al misero che giace sulla terra e sulla cenere;
[4] da chi indossa porpora e corona
fino a chi è ricoperto di panno grossolano,
non c'è che sdegno, invidia, spavento, agitazione,
paura della morte, contese e liti.
[5] Durante il riposo nel letto
il sogno notturno turba le sue
cognizioni.
[6] Per un poco, un istante, riposa;
quindi nel sonno, come in un giorno di guardia,
è sconvolto dai fantasmi del suo cuore,
come chi è scampato da una battaglia.
[7] Mentre sta per mettersi in salvo si sveglia,
meravigliandosi dell'irreale timore.
[8] È sorte di ogni essere vivente, dall'uomo alla bestia,
ma per i peccatori sette volte tanto:
[9] morte, sangue, contese, spada,
disgrazie, fame, calamità, flagelli.
[10] Questi mali sono stati creati per i malvagi,
per loro causa si ebbe anche il diluvio.
[11] Quanto è dalla terra alla terra ritorna;
quanto è dalle acque rifluisce nel mare.
[12] Ogni regalo per corrompere e l'ingiustizia spariranno,
mentre la lealtà resterà sempre.
[13] Le ricchezze degli ingiusti si seccheranno come un torrente,
come un grande tuono rimbomba via durante la pioggia.
[14] Come l'ingiusto aprendo le mani si rallegrerà,
così i trasgressori cadranno in rovina.
[15] La stirpe degli empi non aumenterà i suoi rami,
le radici impure saranno sopra una pietra dura.
[16] Il giunco su ogni corso d'acqua e sugli argini di un fiume
sarà tagliato prima di ogni altra erba.
[17] La bontà è come un giardino di benedizioni,
la misericordia dura sempre.
[18] La vita di chi basta a se stesso e del lavoratore sarà dolce,
ma più ancora lo sarà per chi trova un tesoro.
[19] I figli e la fondazione di una città assicurano un
nome,
ma più ancora sarà stimata una donna senza macchia.
[20] Vino e musica rallegrano il cuore,
ma più ancora lo rallegra l'amore della sapienza.
[21] Il flauto e l'arpa rendono piacevole il canto,
ma più ancora di essi una voce soave.
[22] L'occhio desidera grazia e bellezza,
ma più ancora di esse il verde dei campi.
[23] Il compagno e l'amico si incontrano a tempo opportuno,
ma più ancora di essi moglie e marito.
[24] I fratelli e un aiuto servono nell'afflizione,
ma più ancora salverà la carità.
[25] Oro e argento rendono sicuro il piede,
ma ancora di più si apprezza un consiglio.
[26] Ricchezze e potenza sollevano il cuore,
ma più ancora di esse il timore del Signore.
Con il timore del Signore non manca nulla;
con esso non c'è bisogno di cercare aiuto.
[27] Il timore del Signore è come un giardino di benedizioni;
la sua protezione vale più di qualsiasi altra gloria.
[28] Figlio, non vivere da mendicante.
È meglio morire che mendicare.
[29] Un uomo che guarda alla tavola altrui
ha una vita che non si può chiamar tale.
Si contaminerà con cibi stranieri;
l'uomo sapiente ed educato se ne guarderà.
[30] Nella bocca sarà dolce il mendicare per un impudente,
ma nel suo ventre brucerà come fuoco.
41
[1] O
morte, come è amaro il tuo pensiero
per l'uomo che vive sereno nella sua agiatezza,
per l'uomo senza assilli e fortunato in tutto,
ancora in grado di gustare il cibo!
[2] O morte, è gradita la tua sentenza
all'uomo indigente e privo di forze,
vecchio decrepito e preoccupato di tutto,
al ribelle che ha perduto la pazienza!
[3] Non temere la sentenza della morte,
ricòrdati dei tuoi predecessori e successori.
[4] Questo è il decreto del Signore per ogni uomo;
perché ribellarsi al volere dell'Altissimo?
Siano dieci, cento, mille anni;
negli inferi non ci sono recriminazioni sulla vita.
[5] Figli abominevoli sono i figli dei peccatori,
una stirpe empia è nella dimora dei malvagi.
[6] L'eredità dei figli dei peccatori andrà in rovina,
con la loro discendenza continuerà il disonore.
[7] Contro un padre empio imprecano i figli,
perché sono disprezzati a causa sua.
[8] Guai a voi, uomini empi,
che avete abbandonato la legge di Dio altissimo!
[9] Quando nascete, nascete per la maledizione;
quando morite, erediterete la maledizione.
[10] Quanto è dalla terra ritornerà alla terra,
così gli empi dalla maledizione alla distruzione.
[11] Il lutto degli uomini riguarda i loro cadaveri,
il nome non buono dei peccatori sarà cancellato.
[12] Abbi cura del nome, perché esso ti resterà
più di mille grandi tesori d'oro.
[13] I giorni di una vita felice sono contati,
ma un buon nome dura sempre.
[14] Figli, custodite l'istruzione in pace;
ma sapienza nascosta e tesoro invisibile,
l'una e l'altro a che servono?
[15] Meglio chi nasconde la sua stoltezza
di chi nasconde la sua sapienza.
[16] Pertanto provate vergogna in vista della mia parola,
perché non è bene arrossire per qualsiasi vergogna;
non tutti stimano secondo verità tutte le cose.
[17] Vergognatevi della prostituzione davanti al padre e alla madre
della menzogna davanti a un capo e a un potente,
[18] del delitto davanti a un giudice e a un magistrato,
dell'empietà davanti all'assemblea del popolo,
[19] della slealtà davanti al compagno e all'amico,
del furto nell'ambiente in cui ti trovi,
[20] di venir meno al giuramento e all'alleanza,
di piegare i gomiti sul pane,
[21] del disprezzo di ciò che prendi o che ti è dato,
di non rispondere a quanti salutano,
[22] dello sguardo su una donna scostumata,
del rifiuto fatto a un parente,
[23] dell'appropriazione di eredità o donazione,
del desiderio per una donna sposata,
[24] della relazione con la sua schiava,
- non accostarti al suo letto -
[25] delle parole ingiuriose davanti agli amici
- dopo aver donato, non offendere -
[26] della ripetizione di quanto hai udito
e della rivelazione di notizie segrete.
[27] Allora sarai veramente pudico
e troverai grazia presso chiunque.
42
[1] Non
ti vergognare delle cose seguenti
e non peccare per rispetto umano:
[2] della legge dell'Altissimo né dell'alleanza,
della sentenza per assolvere l'empio,
[3] dei conti con il socio e con i compagni di viaggio,
del dono di un'eredità agli amici,
[4] dell'esattezza della bilancia e dei pesi,
dell'acquisto di molte o poche cose,
[5] della contrattazione sul prezzo con i commercianti,
della frequente correzione dei figli
e del far sanguinare i fianchi di uno schiavo pigro.
[6] Con una moglie malvagia è opportuno il sigillo,
dove ci sono troppe mani usa la chiave.
[7] Qualunque cosa depositi, contala e pesala;
il dare e l'avere sia tutto per iscritto.
[8] Non vergognarti di correggere l'insensato e lo stolto
e il vecchio decrepito che disputa con i giovani;
sarai così veramente assennato
e approvato da ogni vivente.
Affanni di un padre per sua figlia
[9] Una figlia è per il padre un'inquietudine segreta,
la preoccupazione per lei allontana il sonno:
nella sua giovinezza, perché non sfiorisca,
una volta accasata, perché non sia ripudiata.
[10] Finché è ragazza, si teme che sia sedotta
e che resti incinta nella casa paterna;
quando è con un marito, che cada in colpa,
quando è accasata, che sia sterile.
[11] Su una figlia indocile rafforza la vigilanza,
perché non ti renda scherno dei nemici,
oggetto di chiacchiere in città e favola della gente,
sì da farti vergognare davanti a tutti.
[12] Non mostri la sua bellezza a qualsiasi uomo,
non segga a ciarlare insieme con le altre donne,
[13] perché dagli abiti esce fuori la tignola
e dalla donna malizia di donna.
[14] Meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna,
una donna che porta vergogna fino allo scherno.
[15] Ricorderò ora le opere del Signore
e descriverò quanto ho visto.
Con le parole del Signore sono state create le sue opere.
[16] Il sole con il suo splendore illumina tutto,
della gloria del Signore è piena la sua opera.
[17] Neppure i santi del Signore sono in grado
di narrare tutte le sue meraviglie,
ciò che il Signore onnipotente ha stabilito
perché l'universo stesse saldo a sua gloria.
[18] Egli scruta l'abisso e il cuore
e penetra tutti i loro segreti.
L'Altissimo conosce tutta la scienza
e osserva i segni dei tempi,
[19] annunziando le cose passate e future
e svelando le tracce di quelle nascoste.
[20] Nessun pensiero gli sfugge,
neppure una parola gli è nascosta.
[21] Ha ordinato le meraviglie della sua sapienza,
poiché egli è da sempre e per sempre.
Nulla può essergli aggiunto e nulla tolto,
non ha bisogno di alcun consigliere.
[22] Quanto sono amabili tutte le sue opere!
E appena una scintilla se ne può osservare.
[23] Tutte queste cose vivono e resteranno per sempre
in tutte le circostanze e tutte gli obbediscono.
[24] Tutte sono a coppia, una di fronte all'altra,
egli non ha fatto nulla di incompleto.
[25] L'una conferma i meriti dell'altra,
chi si sazierà nel contemplare la sua gloria?
43
[1]
Orgoglio dei cieli è il limpido firmamento,
spettacolo celeste in una visione di gloria!
[2] Il sole mentre appare nel suo sorgere proclama:
"Che meraviglia è l'opera dell'Altissimo!".
[3] A mezzogiorno dissecca la terra,
e di fronte al suo calore chi può resistere?
[4] Si soffia nella fornace per ottenere calore,
il sole brucia i monti tre volte tanto;
emettendo vampe di fuoco,
facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi.
[5] Grande è il Signore che l'ha creato
e con la parola ne affretta il rapido corso.
[6] Anche la luna sempre puntuale nelle sue fasi
regola i mesi e determina il tempo.
[7] Dalla luna dipende l'indicazione delle feste,
luminare che decresce fino alla sua scomparsa.
[8] Da essa il mese prende nome,
mirabilmente crescendo secondo le fasi.
È un'insegna per le milizie nell'alto
splendendo nel firmamento del cielo.
[9] Bellezza del cielo la gloria degli astri,
ornamento splendente nelle altezze del Signore.
[10] Si comportano secondo gli ordini del Santo,
non si stancano al loro posto di sentinelle.
[11] Osserva l'arcobaleno e benedici colui che l'ha fatto,
è bellissimo nel suo splendore.
[12] Avvolge il cielo con un cerchio di gloria,
l'hanno teso le mani dell'Altissimo.
[13] Con un comando invia la neve,
fa guizzare i fulmini del suo giudizio.
[14] Così si aprono i depositi
e le nubi volano via come uccelli.
[15] Con potenza condensa le nubi,
che si polverizzano in chicchi di grandine.
[16a] Al suo apparire sussultano i monti;
[17a] il rumore del suo tuono fa tremare la terra.
[16b] Secondo il suo volere soffia lo scirocco,
[17b] così anche l'uragano del nord e il turbine di vento.
[18] Fa scendere la neve come uccelli che si posano,
come cavallette che si posano è la sua discesa;
l'occhio ammira la bellezza del suo candore
e il cuore stupisce nel vederla fioccare.
[19] Riversa sulla terra la brina come il sale,
che gelandosi forma come tante punte di spine.
[20] Soffia la gelida tramontana,
sull'acqua si condensa il ghiaccio;
esso si posa sull'intera massa d'acqua,
che si riveste come di corazza.
[21] Inaridisce i monti e brucia il deserto;
divora l'erba come un fuoco.
[22] Il rimedio di tutto, un annuvolamento improvviso,
l'arrivo della rugiada ristora dal caldo.
[23] Dio con la sua parola ha domato l'abisso
e vi ha piantato isole.
[24] I naviganti parlano dei pericoli del mare,
a sentirli con i nostri orecchi restiamo stupiti;
[25] là ci sono anche cose singolari e stupende,
esseri viventi di ogni specie e mostri marini.
[26] Per lui il messaggero cammina facilmente,
tutto procede secondo la sua parola.
[27] Potremmo dir molte cose e mai finiremmo;
ma per concludere: "Egli è tutto!".
[28] Come potremmo avere la forza per lodarlo?
Egli, il Grande, al di sopra di tutte le sue opere.
[29] Il Signore è terribile e molto grande,
e meravigliosa è la sua potenza.
[30] Nel glorificare il Signore esaltatelo
quanto potete, perché ancora più alto sarà.
Nell'innalzarlo moltiplicate la vostra forza,
non stancatevi, perché mai finirete.
[31] Chi lo ha contemplato e lo descriverà?
Chi può magnificarlo come egli è?
[32] Ci sono molte cose nascoste più grandi di queste;
noi contempliamo solo poche delle sue opere.
[33] Il Signore infatti ha creato ogni cosa,
ha dato la sapienza ai pii.
44
[1]
Facciamo dunque l'elogio degli uomini illustri,
dei nostri antenati per generazione.
[2] Il Signore ha profuso in essi la gloria,
la sua grandezza è apparsa sin dall'inizio dei secoli.
[3] Signori nei loro regni, uomini rinomati per la loro potenza;
consiglieri per la loro intelligenza
e annunziatori nelle profezie.
[4] Capi del popolo con le loro decisioni
e con l'intelligenza della sapienza popolare;
saggi discorsi erano nel loro insegnamento.
[5] Inventori di melodie musicali
e compositori di canti poetici.
[6] Uomini ricchi dotati di forza,
vissuti in pace nelle loro dimore.
[7] Tutti costoro furono onorati dai contemporanei,
furono un vanto ai loro tempi.
[8] Di loro alcuni lasciarono un nome,
che ancora è ricordato con lode.
[9] Di altri non sussiste memoria;
svanirono come se non fossero esistiti;
furono come se non fossero mai stati,
loro e i loro figli dopo di essi.
[10] Invece questi furono uomini virtuosi,
i cui meriti non furono dimenticati.
[11] Nella loro discendenza dimora
una preziosa eredità, i loro nipoti.
[12] La loro discendenza resta fedele alle promesse
e i loro figli in grazia dei padri.
[13] Per sempre ne rimarrà la discendenza
e la loro gloria non sarà offuscata.
[14] I loro corpi furono sepolti in pace,
ma il loro nome vive per sempre.
[15] I popoli parlano della loro sapienza,
l'assemblea ne proclama le lodi.
[16] Enoch piacque al Signore e fu rapito,
esempio istruttivo per tutte le generazioni.
[17] Noè fu trovato perfetto e giusto,
al tempo dell'ira fu riconciliazione;
per suo mezzo un resto sopravvisse sulla terra,
quando avvenne il diluvio.
[18] Alleanze eterne furono stabilite con lui,
perché non fosse distrutto ogni vivente con il diluvio.
[19] Abramo fu grande antenato di molti popoli,
nessuno ci fu simile a lui nella gloria.
[20] Egli custodì la legge dell'Altissimo,
con lui entrò in alleanza.
Stabilì questa alleanza nella propria carne
e nella prova fu trovato fedele.
[21] Per questo Dio gli promise con giuramento
di benedire i popoli nella sua discendenza,
di moltiplicarlo come la polvere della terra,
di innalzare la sua discendenza come gli astri
e di dar loro un'eredità da uno all'altro mare,
dal fiume fino all'estremità della terra.
[22] Anche a Isacco fu fatta la stessa promessa
a causa di Abramo suo padre.
[23] Dio fece posare sulla testa di Giacobbe
la benedizione di tutti gli uomini e l'alleanza;
lo confermò nelle sue benedizioni,
a lui diede il paese in eredità e lo divise in varie parti,
assegnandole alle dodici tribù.
45
[1] Da
lui fece sorgere un uomo di pietà,
che riscosse una stima universale
e fu amato da Dio e dagli uomini:
Mosè, il cui ricordo è benedizione.
[2] Lo rese glorioso come i santi
e lo rese grande a timore dei nemici.
[3] Per la sua parola fece cessare i prodigi
e lo glorificò davanti ai re;
gli diede autorità sul suo popolo
e gli mostrò una parte della sua gloria.
[4] Lo santificò nella fedeltà e nella mansuetudine;
lo scelse fra tutti i viventi.
[5] Gli fece udire la sua voce;
lo introdusse nella nube oscura
e gli diede a faccia a faccia i comandamenti,
legge di vita e di intelligenza,
perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza,
i suoi decreti a Israele.
[6] Egli innalzò Aronne, santo come lui,
suo fratello, della tribù di Levi.
[7] Stabilì con lui un'alleanza perenne
e gli diede il sacerdozio tra il popolo.
Lo onorò con splendidi ornamenti
e gli fece indossare una veste di gloria.
[8] Lo rivestì con tutta la magnificenza,
lo adornò con paramenti maestosi:
calzoni, tunica e manto.
[9] All'orlo della sua veste pose melagrane,
e numerosi campanelli d'oro all'intorno,
che suonassero al muovere dei suoi passi,
diffondendo il tintinnio nel tempio,
come richiamo per i figli del suo popolo.
[10] L'ornò con una veste sacra, d'oro,
violetto e porpora, capolavoro di ricamo;
con il pettorale del giudizio, con i segni della verità,
e con tessuto di lino scarlatto, capolavoro di artista;
[11] con pietre preziose, incise come sigilli,
su castoni d'oro, capolavoro di intagliatore,
quale memoriale con le parole incise
secondo il numero delle tribù di Israele.
[12] Sopra il turbante gli pose una corona d'oro
con incisa l'iscrizione sacra,
insegna d'onore, lavoro stupendo,
ornamento delizioso per gli occhi.
[13] Prima di lui non si erano viste cose simili,
mai un estraneo le ha indossate;
esse sono riservate solo ai suoi figli
e ai suoi discendenti per sempre.
[14] I suoi sacrifici vengono tutti bruciati,
due volte al giorno, senza interruzione.
[15] Mosè lo consacrò e l'unse con l'olio santo.
Costituì un'alleanza perenne per lui
e per i suoi discendenti, finché dura il cielo:
quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio
e benedire il popolo nel nome del Signore.
[16] Il Signore lo scelse tra tutti i viventi
perché gli offrisse sacrifici,
incenso e profumo come memoriale
e perché compisse l'espiazione per il suo popolo.
[17] Gli affidò i suoi comandamenti,
il potere sulle prescrizioni del diritto,
perché insegnasse a Giacobbe i decreti
e illuminasse Israele nella sua legge.
[18] Contro di lui insorsero uomini estranei
e furono gelosi di lui nel deserto;
erano gli uomini di Datan e di Abiron
e quelli della banda di Core, furiosi e violenti.
[19] Il Signore vide e se ne indignò;
essi finirono annientati nella furia della sua ira.
Egli compì prodigi a loro danno
per distruggerli con il fuoco della sua fiamma.
[20] E aumentò la gloria di Aronne,
gli assegnò un patrimonio, gli riservò le primizie dei frutti,
dandogli innanzi tutto pane in abbondanza.
[21] Si nutrono infatti delle vittime offerte al Signore
che egli ha assegnato ad Aronne e ai suoi discendenti.
[22] Tuttavia non ha un patrimonio nel paese del popolo,
non c'è porzione per lui in mezzo al popolo,
perché il Signore è la sua parte e la sua eredità.
[23] Pincas, figlio di Eleazaro, fu il terzo nella gloria
per il suo zelo nel timore del Signore
per la sua fermezza quando il popolo si ribellò,
egli infatti intervenne con generoso coraggio
e placò Dio in favore di Israele.
[24] Per questo fu stabilita con lui un'alleanza di pace,
perché presiedesse al santuario e al popolo;
così a lui e alla sua discendenza fu riservata
la dignità del sacerdozio per sempre.
[25] Ci fu anche un'alleanza con Davide,
figlio di Iesse, della tribù di Giuda;
la successione reale dal padre a uno solo dei figli,
la successione di Aronne, a tutta la sua discendenza.
[26] Vi infonda Dio sapienza nel cuore
per governare il popolo con giustizia,
perché non scompaiano le virtù dei padri
e la loro gloria nelle varie generazioni.
46
[1]
Valoroso in guerra Giosuè figlio di Nun,
successore di Mosè nell'ufficio profetico;
egli, secondo il significato del suo nome,
fu grande per la salvezza degli eletti di Dio,
compiendo la vendetta contro i nemici insorti,
per assegnare il possesso a Israele.
[2] Come era glorioso quando alzava le braccia
e brandiva la spada contro le città!
[3] Chi prima di lui era stato così saldo?
Egli guidava le guerre del Signore.
[4] Al suo comando non si arrestò forse il sole
e un giorno divenne lungo come due?
[5] Egli invocò l'Altissimo sovrano,
mentre i nemici lo premevano da ogni parte;
lo esaudì il Signore onnipotente
scagliando chicchi di grandine di grande potenza.
[6] Egli piombò sul popolo nemico
e nella discesa distrusse gli avversari,
perché le genti conoscessero la sua forza
e che il loro avversario era il Signore.
[7] Rimase infatti fedele all'Onnipotente
e al tempo di Mosè compì un'azione virtuosa
con Caleb, figlio di Iefunne,
opponendosi all'assemblea,
impedendo che il popolo peccasse
e dominando le maligne mormorazioni.
[8] Questi due soli si salvarono
fra i seicentomila fanti,
per introdurre Israele nella sua eredità,
nella terra in cui scorrono latte e miele.
[9] Il Signore concesse a Caleb una forza
che l'assistette sino alla vecchiaia,
perché raggiungesse le alture del paese,
che la sua discendenza potè conservare in eredità,
[10] sì che tutti gli Israeliti sapessero
che è bene seguire il Signore.
[11] Quanto ai Giudici, ciascuno con il suo nome,
coloro il cui cuore non commise infedeltà
né si allontanarono dal Signore,
sia il loro ricordo in benedizione!
[12] Le loro ossa rifioriscano dalle tombe
e il loro nome si perpetui sui figli,
poiché essi sono già glorificati.
[13] Samuele, amato dal suo Signore,
di cui fu profeta, istituì la monarchia
e consacrò i principi del suo popolo.
[14] Secondo la legge del Signore governò la comunità
e il Signore volse lo sguardo benevolo su Giacobbe.
[15] Per la sua fedeltà si dimostrò profeta,
con le parole fu riconosciuto veggente verace.
[16] Egli invocò il Signore onnipotente,
quando i nemici lo premevano all'intorno,
con l'offerta di un agnello da latte.
[17] Il Signore tuonò dal cielo;
con grande fragore fece udire la voce,
[18] sterminò i capi dei nemici
e tutti i principi dei Filistei.
[19] Prima dell'ora del suo eterno sonno,
così attestò davanti al Signore e al suo Messia:
"Denari e neanche dei sandali,
da alcun vivente ho accettato" e nessuno potè contraddirlo.
[20] Perfino dopo la sua morte profetizzò,
predicendo al re la sua fine;
anche dal sepolcro levò ancora la voce
per allontanare in una profezia l'iniquità dal popolo.
47
[1] Dopo
di questi sorse Natan,
per profetizzare al tempo di Davide.
[2] Come il grasso si preleva nel sacrificio pacifico,
così Davide dagli Israeliti.
[3] Egli scherzò con leoni quasi fossero capretti,
con gli orsi quasi fossero agnelli.
[4] Nella giovinezza non ha forse ucciso il gigante
e cancellata l'ignominia dal popolo,
scagliando con la fionda la pietra,
che abbatté la tracotanza di Golia?
[5] Poiché aveva invocato il Signore altissimo,
egli concesse alla sua destra la forza
di eliminare un potente guerriero
e riaffermare la potenza del suo popolo.
[6] Così l'esaltarono per i suoi diecimila,
lo lodarono nei canti del Signore
e gli offrirono un diadema di gloria.
[7] Egli infatti sterminò i nemici all'intorno
e annientò i Filistei, suoi avversari;
distrusse la loro potenza fino ad oggi.
[8] In ogni sua opera glorificò
il Santo altissimo con parole di lode;
cantò inni a lui con tutto il cuore
e amò colui che l'aveva creato.
[9] Introdusse musicanti davanti all'altare;
raddolcendo i canti con i loro suoni;
[10] conferì splendore alle feste,
abbellì le solennità fino alla perfezione,
facendo lodare il nome santo di Dio
ed echeggiare fin dal mattino il santuario.
[11] Il Signore gli perdonò i suoi peccati,
innalzò la sua potenza per sempre,
gli concesse un'alleanza regale
e un trono di gloria in Israele.
[12] Dopo di lui sorse un figlio saggio,
che, in grazia sua, ebbe un vasto regno.
[13] Salomone regnò in tempo di pace,
Dio dispose che tutto fosse tranquillo all'intorno
perché costruisse una casa al suo nome
e preparasse un santuario perenne.
[14] Come fosti saggio nella giovinezza,
versando copiosa intelligenza come acqua d'un fiume!
[15] La tua scienza ricoprì la terra,
riempiendola di sentenze difficili.
[16] Il tuo nome giunse fino alle isole lontane;
fosti amato nella tua pace.
[17] Per i tuoi canti, i tuoi proverbi, le tue massime
e per le tue risposte ti ammirarono i popoli.
[18] Nel nome del Signore Dio,
che è chiamato Dio di Israele,
accumulasti l'oro quasi fosse stagno,
come il piombo rendesti abbondante l'argento.
[19] Ma accostasti i tuoi fianchi alle donne,
e ne fosti dominato nel corpo.
[20] Così deturpasti la tua gloria e profanasti la tua discendenza,
sì da attirare l'ira divina sui tuoi figli
e sofferenze con la tua follia.
[21] Il regno fu diviso in due
e in Efraim si instaurò un potere ribelle.
[22] Ma il Signore non rinnegherà la sua misericordia
e non permetterà che venga meno alcuna delle sue parole.
Non farà perire la posterità del suo eletto
né distruggerà la stirpe di colui che lo amò.
Concesse un resto a Giacobbe
e a Davide un germoglio nato dalla sua stirpe.
[23] Salomone andò a riposare con i suoi padri,
lasciando dopo di sé un discendente,
stoltezza del popolo e privo di senno,
Roboàmo, che si alienò il popolo con i suoi consigli.
[24] Geroboàmo figlio di Nabàt fece peccare Israele
e aprì a Efraim la via del peccato;
le loro colpe si moltiplicarono assai,
sì da farli esiliare dal proprio paese.
[25] Essi commisero ogni genere di malvagità
finché non giunse su di loro la vendetta.
48
[1]
Allora sorse Elia profeta, simile al fuoco;
la sua parola bruciava come fiaccola.
[2] Egli fece venire su di loro la carestia
e con zelo li ridusse a pochi.
[3] Per comando del Signore chiuse il cielo,
fece scendere così tre volte il fuoco.
[4] Come ti rendesti famoso, Elia, con i prodigi!
E chi può vantarsi di esserti uguale?
[5] Risvegliasti un defunto dalla morte
e dagli inferi, per comando dell'Altissimo;
[6] tu che spingesti re alla rovina,
uomini gloriosi dal loro letto.
[7] Sentisti sul Sinai rimproveri,
sull'Oreb sentenze di vendetta.
[8] Ungesti re come vindici
e profeti come tuoi successori.
[9] Fosti assunto in un turbine di fuoco
su un carro di cavalli di fuoco,
[10] designato a rimproverare i tempi futuri
per placare l'ira prima che divampi,
per ricondurre il cuore dei padri verso i figli
e ristabilire le tribù di Giacobbe.
[11] Beati coloro che ti videro
e che si sono addormentati nell'amore!
Perché anche noi vivremo certamente.
[12] Appena Elia fu avvolto dal turbine,
Eliseo fu pieno del suo spirito;
durante la sua vita non tremò davanti ai potenti
e nessuno riuscì a dominarlo.
[13] Nulla fu troppo grande per lui;
nel sepolcro il suo corpo profetizzò.
[14] Nella sua vita compì prodigi
e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.
[15] Con tutto ciò il popolo non si convertì
e non rinnegò i suoi peccati,
finché non fu deportato dal proprio paese
e disperso su tutta la terra.
[16] Rimase soltanto un popolo poco numeroso
con un principe della casa di Davide.
Alcuni di costoro fecero ciò che è gradito a Dio,
ma altri moltiplicarono i peccati.
[17] Ezechia fortificò la sua città
e condusse l'acqua nel suo interno;
scavò con il ferro un canale nella roccia
e costruì cisterne per l'acqua.
[18] Nei suoi giorni Sennàcherib fece una spedizione
e mandò il gran coppiere;
egli alzò la mano contro Sion
e si vantò spavaldamente con superbia.
[19] Allora si agitarono loro il cuore e le mani,
soffrirono come le partorienti.
[20] Invocarono il Signore misericordioso,
stendendo le mani verso di lui.
Il Santo li ascoltò subito dal cielo
e li liberò per mezzo di Isaia.
[21] Egli colpì l'accampamento degli Assiri,
e il suo angelo li sterminò,
[22] perché Ezechia aveva fatto quanto è gradito al Signore,
e seguito con fermezza le vie di Davide suo antenato,
come gli additava il profeta Isaia,
grande e verace nella visione.
[23] Nei suoi giorni retrocedette il sole,
egli prolungò la vita del re.
[24] Con grande ispirazione vide gli ultimi tempi,
e consolò gli afflitti di Sion.
[25] Egli manifestò il futuro sino alla fine dei tempi,
le cose nascoste prima che avvenissero.
49
[1] Il
ricordo di Giosia è una mistura di incenso,
preparata dall'arte del profumiere.
In ogni bocca è dolce come il miele,
come musica in un banchetto.
[2] Egli si dedicò alla riforma del popolo
e sradicò i segni abominevoli dell'empietà.
[3] Diresse il suo cuore verso il Signore,
in un'epoca di iniqui riaffermò la pietà.
[4] Se si eccettuano Davide, Ezechia e Giosia,
tutti commisero peccati;
poiché avevano abbandonato la legge dell'Altissimo,
i re di Giuda scomparvero.
[5] Lasciarono infatti la loro potenza ad altri,
la loro gloria a una nazione straniera.
[6] I nemici incendiarono l'eletta città del santuario,
resero deserte le sue strade,
[7] secondo la parola di Geremia, che essi maltrattarono
benché fosse stato consacrato profeta nel seno materno,
per estirpare, distruggere e mandare in rovina,
ma anche per costruire e piantare.
[8] Ezechiele contemplò una visione di gloria,
che Dio gli mostrò sul carro dei cherubini.
[9] Si ricordò dei nemici nel vaticinio dell'uragano,
beneficò quanti camminavano nella retta via.
[10] Le ossa dei dodici profeti rifioriscano dalle loro tombe,
poiché essi consolarono Giacobbe,
lo riscattarono con una speranza fiduciosa.
[11] Come elogiare Zorobabele?
Egli è come un sigillo nella mano destra.
[12] Così anche Giosuè figlio di Iozedèk;
essi nei loro giorni riedificarono il tempio
ed elevarono al Signore un tempio santo,
destinato a una gloria eterna.
[13] Anche la memoria di Neemia durerà a lungo;
egli rialzò le nostre mura demolite
e vi pose porte e sbarre; fece risorgere le nostre case.
[14] Nessuno fu creato sulla terra eguale a Enoch;
difatti egli fu rapito dalla terra.
[15] Non nacque un altro uomo come Giuseppe,
capo dei fratelli, sostegno del popolo;
perfino le sue ossa furono onorate.
[16] Sem e Set furono glorificati fra gli uomini,
ma superiore a ogni creatura vivente è Adamo.
50
[1]
Simone, figlio di Onia, sommo sacerdote,
nella sua vita riparò il tempio,
e nei suoi giorni fortificò il santuario.
[2] Da lui furon poste le fondamenta del doppio rialzo,
l'alto contrafforte della cinta del tempio.
[3] Ai suoi tempi fu scavato il deposito per le acque,
un serbatoio ampio come il mare.
[4] Premuroso di impedire la caduta del suo popolo,
fortificò la città contro un assedio.
[5] Come era stupendo quando si aggirava fra il popolo,
quando usciva dal santuario dietro il velo.
[6] Come un astro mattutino fra le nubi,
come la luna nei giorni in cui è piena,
[7] come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo,
come l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria,
[8] come il fiore delle rose nella stagione di primavera,
come un giglio lungo un corso d'acqua,
come un germoglio d'albero d'incenso nella stagione estiva
[9] come fuoco e incenso su un braciere,
come un vaso d'oro massiccio,
ornato con ogni specie di pietre preziose,
[10] come un ulivo verdeggiante pieno di frutti,
e come un cipresso svettante tra le nuvole.
[11] Quando indossava i paramenti solenni,
quando si rivestiva con gli ornamenti più belli,
salendo i gradini del santo altare dei sacrifici,
riempiva di gloria l'intero santuario.
[12] Quando riceveva le parti delle vittime
dalle mani dei sacerdoti,
mentre stava presso il braciere dell'altare,
circondato dalla corona dei fratelli
come fronde di cedri nel Libano,
e lo circondavano come fusti di palme,
[13] mentre tutti i figli di Aronne nella loro gloria,
con le offerte del Signore nelle mani,
stavano davanti a tutta l'assemblea di Israele,
[14] egli compiva il rito liturgico sugli altari,
preparando l'offerta all'Altissimo onnipotente.
[15] Egli stendeva la mano sulla coppa
e versava succo di uva,
lo spargeva alle basi dell'altare
come profumo soave all'Altissimo, re di tutte le cose.
[16] Allora i figli di Aronne alzavano la voce,
suonavano le trombe di metallo lavorato
e facevano udire un suono potente
come richiamo davanti all'Altissimo.
[17] E subito tutto il popolo insieme
si prostrava con la faccia a terra,
per adorare il Signore, Dio onnipotente e altissimo.
[18] I cantori intonavano canti di lodi,
il loro canto era addolcito da una musica melodiosa.
[19] Il popolo supplicava il Signore altissimo
in preghiera davanti al Misericordioso,
finché fosse compiuto il servizio del Signore
e terminasse la funzione liturgica.
[20] Allora, scendendo, egli alzava le mani
su tutta l'assemblea dei figli di Israele
per dare con le sue labbra la benedizione del Signore,
gloriandosi del nome di lui.
[21] Tutti si prostravano di nuovo
per ricevere la benedizione dell'Altissimo.
[22] Ora benedite il Dio dell'universo,
che compie in ogni luogo grandi cose,
che ha esaltato i nostri giorni fino dalla nascita,
che ha agito con noi
secondo la sua misericordia.
[23] Ci conceda la gioia del cuore e ci sia pace nei nostri giorni
in Israele, per tutti i giorni futuri.
[24] La sua misericordia resti fedelmente con noi
e ci riscatti nei nostri giorni.
[25] Contro due popoli sono irritato,
il terzo non è neppure un popolo:
[26] quanti abitano sul monte Seir e i Filistei
e lo stolto popolo che abita in Sichem.
[27] Una dottrina di sapienza e di scienza
ha condensato in questo libro
Gesù figlio di Sirach, figlio di Eleàzaro, di Gerusalemme,
che ha riversato come pioggia la sapienza dal cuore.
[28] Beato chi mediterà queste cose;
le fissi bene nel cuore e diventerà saggio;
[29] se le metterà in pratica, sarà forte in tutto,
perché la luce del Signore è la sua strada.
51
[1] Ti
glorificherò, Signore mio re,
ti loderò, Dio mio salvatore;
glorificherò il tuo nome,
[2] perché fosti mio protettore e mio aiuto
e hai liberato il mio corpo dalla perdizione,
dal laccio di una lingua calunniatrice,
dalle labbra che proferiscono menzogne;
di fronte a quanti mi circondavano
sei stato il mio aiuto e mi hai liberato,
[3] secondo la tua grande misericordia e per il tuo nome,
dai morsi di chi stava per divorarmi,
dalla mano di quanti insidiavano alla mia vita,
dalle molte tribolazioni di cui soffrivo,
[4] dal soffocamento di una fiamma avvolgente,
e dal fuoco che non avevo acceso,
[5] dal profondo seno degli inferi,
dalla lingua impura e dalla parola falsa.
[6] Una calunnia di lingua ingiusta era giunta al re.
La mia anima era vicina alla morte,
la mia vita era alle porte degli inferi.
[7] Mi assalivano dovunque e nessuno mi aiutava;
mi rivolsi per soccorso agli uomini, ma invano.
[8] Allora mi ricordai delle tue misericordie, Signore,
e delle tue opere che sono da sempre,
perché tu liberi quanti sperano in te,
li salvi dalla mano dei nemici.
[9] Ed innalzi dalla terra la mia supplica;
pregai per la liberazione dalla morte.
[10] Esclamai: "Signore, mio padre tu sei
e campione della mia salvezza,
non mi abbandonare nei giorni dell'angoscia,
nel tempo dello sconforto e della desolazione.
Io loderò sempre il tuo nome;
canterò inni a te con riconoscenza".
[11] La mia supplica fu esaudita;
tu mi salvasti infatti dalla rovina
e mi strappasti da una cattiva situazione.
[12] Per questo ti ringrazierò e ti loderò,
benedirò il nome del Signore.
[13] Quando ero ancora giovane, prima di viaggiare,
ricercai assiduamente la sapienza nella preghiera.
[14] Davanti al santuario pregando la domandavo,
e sino alla fine la ricercherò.
[15] Del suo fiorire, come uva vicina a maturare,
il mio cuore si rallegrò.
Il mio piede si incamminò per la via retta;
dalla giovinezza ho seguito le sue orme.
[16] Chinai un poco l'orecchio per riceverla;
vi trovai un insegnamento abbondante.
[17] Con essa feci progresso;
renderò gloria a chi mi ha concesso la sapienza.
[18] Sì, ho deciso di metterla in pratica;
sono stato zelante nel bene, non resterò confuso.
[19] La mia anima si è allenata in essa;
fui diligente nel praticare la legge.
Ho steso le mani verso l'alto;
ho deplorato che la si ignori.
[20] A lei rivolsi il mio desiderio,
e la trovai nella purezza.
In essa acquistai senno fin da principio;
per questo non la abbandonerò.
[21] Le mie viscere si commossero nel ricercarla;
per questo ottenni il suo prezioso acquisto.
[22] Il Signore mi ha dato in ricompensa una lingua,
con cui lo loderò.
[23] Avvicinatevi, voi che siete senza istruzione,
prendete dimora nella mia scuola.
[24] Fino a quando volete rimanerne privi,
mentre la vostra anima ne è tanto assetata?
[25] Ho aperto la bocca e ho parlato:
"Acquistatela senza denaro.
[26] Sottoponete il collo al suo giogo,
accogliete l'istruzione.
Essa è vicina e si può trovare.
[27] Vedete con gli occhi che poco mi faticai,
e vi trovai per me una grande pace.
[28] Acquistate anche l'istruzione con molto denaro;
con essa otterrete molto oro.
[29] Si diletti l'anima vostra della misericordia del Signore;
non vogliate vergognarvi di lodarlo.
[30] Compite la vostra opera prima del tempo
ed egli a suo tempo vi ricompenserà".
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