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VANGELO E ATTI DEGLI APOSTOLI |
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VANGELO SECONDO MATTEO
1
[1]
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
[2] Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò
Giuda e i suoi fratelli,
[3] Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm
generò Aram,
[4] Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò
Salmòn,
[5] Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò
Iesse,
[6] Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa,
[7] Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf,
[8] Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò
Ozia,
[9] Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia,
[10] Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia,
[11] Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della
deportazione in Babilonia.
[12] Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel,
Salatiel generò Zorobabèle,
[13] Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò
Azor,
[14] Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd,
[15] Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò
Giacobbe,
[16] Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato
Gesù chiamato Cristo.
[17] La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di
quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di
quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di
quattordici.
[18] Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria,
essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme
si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
[19] Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise
di licenziarla in segreto.
[20] Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in
sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di
Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che
è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
[21] Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti
salverà il suo popolo dai suoi peccati".
[22] Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto
dal Signore per mezzo del profeta:
[23] Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio
che sarà chiamato Emmanuele,
che significa Dio con noi.
[24] Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo
del Signore e prese con sé la sua sposa,
[25] la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che
egli chiamò Gesù.
2
[1] Gesù
nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero
da oriente a Gerusalemme e domandavano:
[2] "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la
sua stella, e siamo venuti per adorarlo".
[3] All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta
Gerusalemme.
[4] Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava
da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.
[5] Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto
per mezzo del profeta:
[6] E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele.
[7] Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con
esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella
[8] e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi
accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere,
perché anch'io venga ad adorarlo".
[9] Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che
avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò
sopra il luogo dove si trovava il bambino.
[10] Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.
[11] Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e
prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in
dono oro, incenso e mirra.
[12] Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada
fecero ritorno al loro paese.
[13] Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in
sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e
sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò,
perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo".
[14] Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella
notte e fuggì in Egitto,
[15] dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che
era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.
[16] Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò
e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio
dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato
dai Magi.
[17] Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta
Geremia:
[18] Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande;
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata, perché non sono più.
[19] Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in
Egitto
[20] e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va'
nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita
del bambino".
[21] Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel
paese d'Israele.
[22] Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di
suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò
nelle regioni della Galilea
[23] e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret,
perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: "Sarà
chiamato Nazareno".
3
[1] In
quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della
Giudea,
[2] dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è
vicino!".
[3] Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
[4] Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di
pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico.
[5] Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla
zona adiacente il Giordano;
[6] e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel
fiume Giordano.
[7] Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo,
disse loro: "Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi
all'ira imminente?
[8] Fate dunque frutti degni di conversione,
[9] e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi
dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre.
[10] Gia la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non
produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.
[11] Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene
dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli
i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco.
[12] Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il
suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco
inestinguibile".
[13] In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per
farsi battezzare da lui.
[14] Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: "Io ho bisogno
di essere battezzato da te e tu vieni da me?".
[15] Ma Gesù gli disse: "Lascia fare per ora, poiché conviene che
così adempiamo ogni giustizia". Allora Giovanni acconsentì.
[16] Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i
cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire
su di lui.
[17] Ed ecco una voce dal cielo che disse: "Questi è il Figlio mio
prediletto, nel quale mi sono compiaciuto".
4
[1]
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal
diavolo.
[2] E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame.
[3] Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio
di Dio, di' che questi sassi diventino pane".
[4] Ma egli rispose: "Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".
[5] Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose
sul pinnacolo del tempio
[6] e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta
scritto:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo,
ed essi ti sorreggeranno con le loro mani,
perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede".
[7] Gesù gli rispose: "Sta scritto anche:
Non tentare il Signore Dio tuo".
[8] Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e
gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse:
[9] "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi
adorerai".
[10] Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto:
Adora il Signore Dio tuo
e a lui solo rendi culto".
[11] Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo
servivano.
[12] Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si
ritirò nella Galilea
[13] e, lasciata Nàzaret, venne ad abitare a Cafàrnao, presso il mare,
nel territorio di Zàbulon e di Nèftali,
[14] perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta
Isaia:
[15] Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali,
sulla via del mare, al di là del Giordano,
Galilea delle genti;
[16] il popolo immerso nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte
una luce si è levata.
[17] Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: "Convertitevi,
perché il regno dei cieli è vicino".
[18] Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli,
Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in
mare, poiché erano pescatori.
[19] E disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini".
[20] Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.
[21] Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e
Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre,
riassettavano le reti; e li chiamò.
[22] Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.
[23] Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro
sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta
di malattie e di infermità nel popolo.
[24] La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui
tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati,
epilettici e paralitici; ed egli li guariva.
[25] E grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli,
da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
5
[1]
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si
avvicinarono i suoi discepoli.
[2] Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
[3] "Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
[4] Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
[5] Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
[6] Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
[7] Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
[8] Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
[9] Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
[10] Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
[11] Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
[12] Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa
nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
[13] Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore,
con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad
essere gettato via e calpestato dagli uomini.
[14] Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città
collocata sopra un monte,
[15] né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra
il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.
[16] Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano
le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
[17] Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non
son venuto per abolire, ma per dare compimento.
[18] In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra,
non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia
compiuto.
[19] Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi,
e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo
nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli
uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
[20] Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella
degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
[21] Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà
ucciso sarà sottoposto a giudizio.
[22] Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà
sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà
sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco
della Geenna.
[23] Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che
tuo fratello ha qualche cosa contro di te,
[24] lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a
riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
[25] Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via
con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice
alla guardia e tu venga gettato in prigione.
[26] In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato
fino all'ultimo spicciolo!
[27] Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio;
[28] ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già
commesso adulterio con lei nel suo cuore.
[29] Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e
gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto
che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.
[30] E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e
gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto
che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
[31] Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di
ripudio;
[32] ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di
concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata,
commette adulterio.
[33] Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma
adempi con il Signore i tuoi giuramenti;
[34] ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il
trono di Dio;
[35] né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per
Gerusalemme, perché è la città del gran re.
[36] Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di
rendere bianco o nero un solo capello.
[37] Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal
maligno.
[38] Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente;
[39] ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote
la guancia destra, tu porgigli anche l'altra;
[40] e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu
lascia anche il mantello.
[41] E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due.
[42] Da' a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere
le spalle.
[43] Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo
nemico;
[44] ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri
persecutori,
[45] perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo
sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e
sopra gli ingiusti.
[46] Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non
fanno così anche i pubblicani?
[47] E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di
straordinario? Non fanno così anche i pagani?
[48] Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
6
[1]
Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per
essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il
Padre vostro che è nei cieli.
[2] Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te,
come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati
dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro
ricompensa.
[3] Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò
che fa la tua destra,
[4] perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel
segreto, ti ricompenserà.
[5] Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare
stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere
visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro
ricompensa.
[6] Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta,
prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti
ricompenserà.
[7] Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di
venire ascoltati a forza di parole.
[8] Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose
avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
[9] Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
[10] venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
[11] Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
[12] e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
[13] e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
[14] Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre
vostro celeste perdonerà anche a voi;
[15] ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro
perdonerà le vostre colpe.
[16] E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli
ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che
digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
[17] Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto,
[18] perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è
nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
[19] Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine
consumano e dove ladri scassinano e rubano;
[20] accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine
consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano.
[21] Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.
[22] La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è
chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce;
[23] ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso.
Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la
tenebra!
[24] Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà
l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a
Dio e a mammona.
[25] Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che
mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che
indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del
vestito?
[26] Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né
ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non
contate voi forse più di loro?
[27] E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora
sola alla sua vita?
[28] E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i
gigli del campo: non lavorano e non filano.
[29] Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria,
vestiva come uno di loro.
[30] Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani
verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca
fede?
[31] Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa
berremo? Che cosa indosseremo?
[32] Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro
celeste infatti sa che ne avete bisogno.
[33] Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste
cose vi saranno date in aggiunta.
[34] Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già
le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.
7
[1] Non
giudicate, per non essere giudicati;
[2] perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la
misura con la quale misurate sarete misurati.
[3] Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre
non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?
[4] O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza
dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave?
[5] Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene
per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
[6] Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti
ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino
per sbranarvi.
[7] Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà
aperto;
[8] perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà
aperto.
[9] Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra?
[10] O se gli chiede un pesce, darà una serpe?
[11] Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri
figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a
quelli che gliele domandano!
[12] Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo
a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.
[13] Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa
la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per
essa;
[14] quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla
vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!
[15] Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore,
ma dentro son lupi rapaci.
[16] Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle
spine, o fichi dai rovi?
[17] Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo
produce frutti cattivi;
[18] un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero
cattivo produrre frutti buoni.
[19] Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato
nel fuoco.
[20] Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.
[21] Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei
cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
[22] Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi
profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti
miracoli nel tuo nome?
[23] Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi
da me, voi operatori di iniquità.
[24] Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica
è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia.
[25] Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si
abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra
la roccia.
[26] Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica è
simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
[27] Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si
abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu
grande".
[28] Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono
stupite del suo insegnamento:
[29] egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i
loro scribi.
8
[1]
Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva.
[2] Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo:
"Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi".
[3] E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii
sanato". E subito la sua lebbra scomparve.
[4] Poi Gesù gli disse: "Guardati dal dirlo a qualcuno, ma va' a
mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò
serva come testimonianza per loro".
[5] Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo
scongiurava:
[6] "Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre
terribilmente".
[7] Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò".
[8] Ma il centurione riprese: "Signore, io non son degno che tu
entri sotto il mio tetto, di' soltanto una parola e il mio servo sarà
guarito.
[9] Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e
dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al
mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa".
[10] All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo
seguivano: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho
trovato una fede così grande.
[11] Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e
siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli,
[12] mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove
sarà pianto e stridore di denti".
[13] E Gesù disse al centurione: "Va', e sia fatto secondo la tua
fede". In quell'istante il servo guarì.
[14] Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che
giaceva a letto con la febbre.
[15] Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si
mise a servirlo.
[16] Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò
gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati,
[17] perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta
Isaia:
Egli ha preso le nostre infermità
e si è addossato le nostre malattie.
[18] Vedendo Gesù una gran folla intorno a sé, ordinò di passare
all'altra riva.
[19] Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: "Maestro, io ti
seguirò dovunque andrai".
[20] Gli rispose Gesù: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli
del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il
capo".
[21] E un altro dei discepoli gli disse: "Signore, permettimi di
andar prima a seppellire mio padre".
[22] Ma Gesù gli rispose: "Seguimi e lascia i morti seppellire i
loro morti".
[23] Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono.
[24] Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la
barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva.
[25] Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Salvaci,
Signore, siamo perduti!".
[26] Ed egli disse loro: "Perché avete paura, uomini di poca
fede?". Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una
grande bonaccia.
[27] I presenti furono presi da stupore e dicevano: "Chi è mai
costui al quale i venti e il mare obbediscono?".
[28] Giunto all'altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati,
uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che
nessuno poteva più passare per quella strada.
[29] Cominciarono a gridare: "Che cosa abbiamo noi in comune con
te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?".
[30] A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci a
pascolare;
[31] e i demòni presero a scongiurarlo dicendo: "Se ci scacci,
mandaci in quella mandria".
[32] Egli disse loro: "Andate!". Ed essi, usciti dai corpi
degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si
precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti.
[33] I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni
cosa e il fatto degli indemoniati.
[34] Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo
pregarono che si allontanasse dal loro territorio.
9
[1]
Salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città.
[2] Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista
la loro fede, disse al paralitico: "Coraggio, figliolo, ti sono
rimessi i tuoi peccati".
[3] Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: "Costui
bestemmia".
[4] Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: "Perché mai
pensate cose malvagie nel vostro cuore?
[5] Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o
dire: Alzati e cammina?
[6] Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra
di rimettere i peccati: alzati, disse allora al paralitico, prendi il
tuo letto e va' a casa tua".
[7] Ed egli si alzò e andò a casa sua.
[8] A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che
aveva dato un tale potere agli uomini.
[9] Andando via di là, Gesù vide un uomo seduto al banco delle
imposte, chiamato Matteo, e gli disse: "Seguimi". Ed egli si
alzò e lo seguì.
[10] Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti
pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli.
[11] Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: "Perché
il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?".
[12] Gesù li udì e disse: "Non sono i sani che hanno bisogno del
medico, ma i malati.
[13] Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io
voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma
i peccatori".
[14] Allora gli si accostarono i discepoli di Giovanni e gli dissero:
"Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non
digiunano?".
[15] E Gesù disse loro: "Possono forse gli invitati a nozze essere
in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo
sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno.
[16] Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio,
perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore.
[17] Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli
otri e il vino si versa e gli otri van perduti. Ma si mette vino nuovo
in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano".
[18] Mentre diceva loro queste cose, giunse uno dei capi che gli si
prostrò innanzi e gli disse: "Mia figlia è morta proprio ora; ma
vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà".
[19] Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi discepoli.
[20] Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si
accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello.
[21] Pensava infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo
mantello, sarò guarita".
[22] Gesù, voltatosi, la vide e disse: "Coraggio, figliola, la tua
fede ti ha guarita". E in quell'istante la donna guarì.
[23] Arrivato poi Gesù nella casa del capo e veduti i flautisti e la
gente in agitazione, disse:
[24] "Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma
dorme". Quelli si misero a deriderlo.
[25] Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano
e la fanciulla si alzò.
[26] E se ne sparse la fama in tutta quella regione.
[27] Mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguivano
urlando: "Figlio di Davide, abbi pietà di noi".
[28] Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro:
"Credete voi che io possa fare questo?". Gli risposero:
"Sì, o Signore!".
[29] Allora toccò loro gli occhi e disse: "Sia fatto a voi secondo
la vostra fede".
[30] E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo:
"Badate che nessuno lo sappia!".
[31] Ma essi, appena usciti, ne sparsero la fama in tutta quella
regione.
[32] Usciti costoro, gli presentarono un muto indemoniato.
[33] Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla
presa da stupore diceva: "Non si è mai vista una cosa simile in
Israele!".
[34] Ma i farisei dicevano: "Egli scaccia i demòni per opera del
principe dei demòni".
[35] Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando
nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni
malattia e infermità.
[36] Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e
sfinite, come pecore senza pastore.
[37] Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è molta, ma gli
operai sono pochi!
[38] Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua
messe!".
10
[1]
Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli
spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità.
[2] I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e
Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello,
[3] Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di
Alfeo e Taddeo,
[4] Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì.
[5] Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti:
"Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani;
[6] rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele.
[7] E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino.
[8] Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi,
cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
[9] Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre
cinture,
[10] né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone,
perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.
[11] In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia
qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza.
[12] Entrando nella casa, rivolgetele il saluto.
[13] Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa;
ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi.
[14] Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre
parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere
dai vostri piedi.
[15] In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e
Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città.
[16] Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque
prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
[17] Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali
e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe;
[18] e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per
dare testimonianza a loro e ai pagani.
[19] E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di
come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel
momento ciò che dovrete dire:
[20] non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro
che parla in voi.
[21] Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i
figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire.
[22] E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà
sino alla fine sarà salvato.
[23] Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in
verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele,
prima che venga il Figlio dell'uomo.
[24] Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del
suo padrone;
[25] è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il
servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di
casa, quanto più i suoi familiari!
[26] Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non
debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato.
[27] Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che
ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti.
[28] E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno
potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di
far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.
[29] Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno
di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
[30] Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati;
[31] non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!
[32] Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo
riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli;
[33] chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò
davanti al Padre mio che è nei cieli.
[34] Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono
venuto a portare pace, ma una spada.
[35] Sono venuto infatti a separare
il figlio dal padre, la figlia dalla madre,
la nuora dalla suocera:
[36] e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.
[37] Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama
il figlio o la figlia più di me non è degno di me;
[38] chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.
[39] Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la
sua vita per causa mia, la troverà.
[40] Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che
mi ha mandato.
[41] Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del
profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del
giusto.
[42] E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di
questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non
perderà la sua ricompensa".
11
[1]
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici
discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
[2] Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle
opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli:
[3] "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un
altro?".
[4] Gesù rispose: "Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite
e vedete:
[5] I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono
guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è
predicata la buona novella,
[6] e beato colui che non si scandalizza di me".
[7] Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni
alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna
sbattuta dal vento?
[8] Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide
vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re!
[9] E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico,
anche più di un profeta.
[10] Egli è colui, del quale sta scritto:
Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
che preparerà la tua via davanti a te.
[11] In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più
grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei
cieli è più grande di lui.
[12] Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli
soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono.
[13] La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni.
[14] E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire.
[15] Chi ha orecchi intenda.
[16] Ma a chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei
fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e
dicono:
[17] Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.
[18] È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un
demonio.
[19] È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un
mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla
sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere".
[20] Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto
il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite:
[21] "Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro
e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in
mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel
cilicio e nella cenere.
[22] Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno
una sorte meno dura della vostra.
[23] E tu, Cafàrnao,
sarai forse innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi precipiterai!
Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi
ancora essa esisterebbe!
[24] Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno
dura della tua!".
[25] In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del
cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti
e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
[26] Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
[27] Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se
non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al
quale il Figlio lo voglia rivelare.
[28] Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi
ristorerò.
[29] Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite
e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
[30] Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero".
12
[1] In
quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi
discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano.
[2] Ciò vedendo, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli
stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato".
[3] Ed egli rispose: "Non avete letto quello che fece Davide quando
ebbe fame insieme ai suoi compagni?
[4] Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che
non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai
sacerdoti?
[5] O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti
nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa?
[6] Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio.
[7] Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non
sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa.
[8] Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato".
[9] Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga.
[10] Ed ecco, c'era un uomo che aveva una mano inaridita, ed essi
chiesero a Gesù: "È permesso curare di sabato?". Dicevano ciò
per accusarlo.
[11] Ed egli disse loro: "Chi tra voi, avendo una pecora, se questa
gli cade di sabato in una fossa, non l'afferra e la tira fuori?
[12] Ora, quanto è più prezioso un uomo di una pecora! Perciò è
permesso fare del bene anche di sabato".
[13] E rivolto all'uomo, gli disse: "Stendi la mano". Egli la
stese, e quella ritornò sana come l'altra.
[14] I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per
toglierlo di mezzo.
[15] Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed
egli guarì tutti,
[16] ordinando loro di non divulgarlo,
[17] perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia:
[18] Ecco il mio servo che io ho scelto;
il mio prediletto,
nel quale mi sono compiaciuto.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annunzierà la giustizia alle genti.
[19] Non contenderà, né griderà,
né si udrà sulle piazze la sua voce.
[20] La canna infranta non spezzerà,
non spegnerà il lucignolo fumigante,
finché abbia fatto trionfare la giustizia;
[21] nel suo nome spereranno le genti.
[22] In quel tempo gli fu portato un indemoniato, cieco e muto, ed egli
lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva.
[23] E tutta la folla era sbalordita e diceva: "Non è forse costui
il figlio di Davide?".
[24] Ma i farisei, udendo questo, presero a dire: "Costui scaccia i
demòni in nome di Beelzebùl, principe dei demòni".
[25] Ma egli, conosciuto il loro pensiero, disse loro: "Ogni regno
discorde cade in rovina e nessuna città o famiglia discorde può
reggersi.
[26] Ora, se satana scaccia satana, egli è discorde con se stesso; come
potrà dunque reggersi il suo regno?
[27] E se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri figli in
nome di chi li scacciano? Per questo loro stessi saranno i vostri
giudici.
[28] Ma se io scaccio i demòni per virtù dello Spirito di Dio, è
certo giunto fra voi il regno di Dio.
[29] Come potrebbe uno penetrare nella casa dell'uomo forte e rapirgli
le sue cose, se prima non lo lega? Allora soltanto gli potrà
saccheggiare la casa.
[30] Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me,
disperde.
[31] Perciò io vi dico: Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata
agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata.
[32] A chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma
la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo
secolo, né in quello futuro.
[33] Se prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono; se
prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal
frutto infatti si conosce l'albero.
[34] Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete
cattivi? Poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore.
[35] L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l'uomo
cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive.
[36] Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno
conto nel giorno del giudizio;
[37] poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle
tue parole sarai condannato".
[38] Allora alcuni scribi e farisei lo interrogarono: "Maestro,
vorremmo che tu ci facessi vedere un segno". Ed egli rispose:
[39] "Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma
nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta.
[40] Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del
pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel
cuore della terra.
[41] Quelli di Nìnive si alzeranno a giudicare questa generazione e la
condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona.
Ecco, ora qui c'è più di Giona!
[42] La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la
condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per
ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone!
[43] Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi
aridi cercando sollievo, ma non ne trova.
[44] Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito. E
tornato la trova vuota, spazzata e adorna.
[45] Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a
prendervi dimora; e la nuova condizione di quell'uomo diventa peggiore
della prima. Così avverrà anche a questa generazione perversa".
[46] Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli,
stando fuori in disparte, cercavano di parlargli.
[47] Qualcuno gli disse: "Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli
che vogliono parlarti".
[48] Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: "Chi è mia
madre e chi sono i miei fratelli?".
[49] Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: "Ecco mia
madre ed ecco i miei fratelli;
[50] perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli,
questi è per me fratello, sorella e madre".
13
[1] Quel
giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare.
[2] Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette
salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva
sulla spiaggia.
[3] Egli parlò loro di molte cose in parabole.
E disse: "Ecco, il seminatore uscì a seminare.
[4] E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero
gli uccelli e la divorarono.
[5] Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra;
subito germogliò, perché il terreno non era profondo.
[6] Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò.
[7] Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la
soffocarono.
[8] Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il
cento, dove il sessanta, dove il trenta.
[9] Chi ha orecchi intenda".
[10] Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: "Perché
parli loro in parabole?".
[11] Egli rispose: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri
del regno dei cieli, ma a loro non è dato.
[12] Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha
sarà tolto anche quello che ha.
[13] Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono,
e pur udendo non odono e non comprendono.
[14] E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice:
Voi udrete, ma non comprenderete,
guarderete, ma non vedrete.
[15] Perché il cuore di questo popolo
si è indurito, son diventati duri di orecchi,
e hanno chiuso gli occhi,
per non vedere con gli occhi,
non sentire con gli orecchi
e non intendere con il cuore e convertirsi,
e io li risani.
[16] Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché
sentono.
[17] In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere
ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi
ascoltate, e non l'udirono!
[18] Voi dunque intendete la parabola del seminatore:
[19] tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la
comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo
cuore: questo è il seme seminato lungo la strada.
[20] Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che
ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia,
[21] ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una
tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta
scandalizzato.
[22] Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la
preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola
ed essa non dà frutto.
[23] Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e
la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta,
ora il trenta".
[24] Un'altra parabola espose loro così: "Il regno dei cieli si può
paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.
[25] Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in
mezzo al grano e se ne andò.
[26] Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la
zizzania.
[27] Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone,
non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la
zizzania?
[28] Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli
dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?
[29] No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con
essa sradichiate anche il grano.
[30] Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e
al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la
zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece
riponetelo nel mio granaio".
[31] Un'altra parabola espose loro: "Il regno dei cieli si può
paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel
suo campo.
[32] Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è
più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono
gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami".
[33] Un'altra parabola disse loro: "Il regno dei cieli si può
paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure
di farina perché tutta si fermenti".
[34] Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava
ad essa se non in parabole,
[35] perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta:
Aprirò la mia bocca in parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
[36] Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli
si accostarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel
campo".
[37] Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio
dell'uomo.
[38] Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la
zizzania sono i figli del maligno,
[39] e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura
rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.
[40] Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così
avverrà alla fine del mondo.
[41] Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno
dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità
[42] e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore
di denti.
[43] Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro.
Chi ha orecchi, intenda!
[44] Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un
uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende
tutti i suoi averi e compra quel campo.
[45] Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle
preziose;
[46] trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e
la compra.
[47] Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che
raccoglie ogni genere di pesci.
[48] Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi,
raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.
[49] Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno
i cattivi dai buoni
[50] e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore
di denti.
[51] Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì".
[52] Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo
del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo
tesoro cose nuove e cose antiche".
[53] Terminate queste parabole, Gesù partì di là
[54] e venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente
rimaneva stupita e diceva: "Da dove mai viene a costui questa
sapienza e questi miracoli?
[55] Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si
chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?
[56] E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque
tutte queste cose?".
[57] E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: "Un
profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua".
[58] E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.
14
[1] In
quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù.
[2] Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista
risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in
lui".
[3] Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare
in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello.
[4] Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!".
[5] Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo
considerava un profeta.
[6] Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in
pubblico e piacque tanto a Erode
[7] che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse
domandato.
[8] Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un
vassoio, la testa di Giovanni il Battista".
[9] Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali
ordinò che le fosse data
[10] e mandò a decapitare Giovanni nel carcere.
[11] La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla,
ed ella la portò a sua madre.
[12] I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e
andarono a informarne Gesù.
[13] Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in
disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi
dalle città.
[14] Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione
per loro e guarì i loro malati.
[15] Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero:
"Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché
vada nei villaggi a comprarsi da mangiare".
[16] Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi
stessi da mangiare".
[17] Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due
pesci!".
[18] Ed egli disse: "Portatemeli qua".
[19] E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i
cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la
benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li
distribuirono alla folla.
[20] Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste
piene di pezzi avanzati.
[21] Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza
contare le donne e i bambini.
[22] Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di
precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla.
[23] Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la
sera, egli se ne stava ancora solo lassù.
[24] La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era
agitata dalle onde, a causa del vento contrario.
[25] Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul
mare.
[26] I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e
dissero: "È un fantasma" e si misero a gridare dalla paura.
[27] Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate
paura".
[28] Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da
te sulle acque".
[29] Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca,
si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù.
[30] Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad
affondare, gridò: "Signore, salvami!".
[31] E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo
di poca fede, perché hai dubitato?".
[32] Appena saliti sulla barca, il vento cessò.
[33] Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti,
esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!".
[34] Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret.
[35] E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in
tutta la regione; gli portarono tutti i malati,
[36] e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E
quanti lo toccavano guarivano.
15
[1] In
quel tempo vennero a Gesù da Gerusalemme alcuni farisei e alcuni scribi
e gli dissero:
[2] "Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli
antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo!".
[3] Ed egli rispose loro: "Perché voi trasgredite il comandamento
di Dio in nome della vostra tradizione?
[4] Dio ha detto:
Onora il padre e la madre
e inoltre:
Chi maledice il padre e la madre sia messo a morte.
[5] Invece voi asserite: Chiunque dice al padre o alla madre: Ciò con
cui ti dovrei aiutare è offerto a Dio,
[6] non è più tenuto a onorare suo padre o sua madre. Così avete
annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione.
[7] Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo:
[8] Questo popolo mi onora con le labbra
ma il suo cuore è lontano da me.
[9] Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini".
[10] Poi riunita la folla disse: "Ascoltate e intendete!
[11] Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che
esce dalla bocca rende impuro l'uomo!".
[12] Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: "Sai che i
farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?".
[13] Ed egli rispose: "Ogni pianta che non è stata piantata dal
mio Padre celeste sarà sradicata.
[14] Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida
un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!".
[15] Pietro allora gli disse: "Spiegaci questa parabola".
[16] Ed egli rispose: "Anche voi siete ancora senza intelletto?
[17] Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e
va a finire nella fogna?
[18] Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende
immondo l'uomo.
[19] Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi,
gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le
bestemmie.
[20] Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo, ma il mangiare
senza lavarsi le mani non rende immondo l'uomo".
[21] Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone.
[22] Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a
gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è
crudelmente tormentata da un demonio".
[23] Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i discepoli gli si accostarono implorando: "Esaudiscila,
vedi come ci grida dietro".
[24] Ma egli rispose: "Non sono stato inviato che alle pecore
perdute della casa di Israele".
[25] Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: "Signore,
aiutami!".
[26] Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli per
gettarlo ai cagnolini".
[27] "È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si
cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni".
[28] Allora Gesù le replicò: "Donna, davvero grande è la tua
fede! Ti sia fatto come desideri". E da quell'istante sua figlia fu
guarita.
[29] Allontanatosi di là, Gesù giunse presso il mare di Galilea e,
salito sul monte, si fermò là.
[30] Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi,
ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli
li guarì.
[31] E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano,
gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che
vedevano. E glorificava il Dio di Israele.
[32] Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: "Sento
compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non
hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano
lungo la strada".
[33] E i discepoli gli dissero: "Dove potremo noi trovare in un
deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?".
[34] Ma Gesù domandò: "Quanti pani avete?". Risposero:
"Sette, e pochi pesciolini".
[35] Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra,
[36] Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li
dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla.
[37] Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati portarono via
sette sporte piene.
[38] Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare
le donne e i bambini.
[39] Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione
di Magadàn.
16
[1] I
farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli
chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo.
[2] Ma egli rispose: "Quando si fa sera, voi dite: Bel tempo, perché
il cielo rosseggia;
[3] e al mattino: Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo. Sapete
dunque interpretare l'aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni
dei tempi?
[4] Una generazione perversa e adultera cerca un segno, ma nessun segno
le sarà dato se non il segno di Giona". E lasciatili, se ne andò.
[5] Nel passare però all'altra riva, i discepoli avevano dimenticato di
prendere il pane.
[6] Gesù disse loro: "Fate bene attenzione e guardatevi dal
lievito dei farisei e dei sadducei".
[7] Ma essi parlavano tra loro e dicevano: "Non abbiamo preso il
pane!".
[8] Accortosene, Gesù chiese: "Perché, uomini di poca fede,
andate dicendo che non avete il pane?
[9] Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila e
quante ceste avete portato via?
[10] E neppure i sette pani per i quattromila e quante sporte avete
raccolto?
[11] Come mai non capite ancora che non alludevo al pane quando vi ho
detto: Guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei?".
[12] Allora essi compresero che egli non aveva detto che si guardassero
dal lievito del pane, ma dalla dottrina dei farisei e dei sadducei.
[13] Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese
ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio
dell'uomo?".
[14] Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri
Geremia o qualcuno dei profeti".
[15] Disse loro: "Voi chi dite che io sia?".
[16] Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio
vivente".
[17] E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la
carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei
cieli.
[18] E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia
chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.
[19] A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai
sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla
terra sarà sciolto nei cieli".
[20] Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il
Cristo.
[21] Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che
doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei
sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo
giorno.
[22] Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo:
"Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai".
[23] Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Lungi da me, satana! Tu
mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli
uomini!".
[24] Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire
dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
[25] Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi
perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
[26] Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero,
e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio
della propria anima?
[27] Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con
i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
[28] In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno
finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno".
17
[1] Sei
giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello
e li condusse in disparte, su un alto monte.
[2] E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole
e le sue vesti divennero candide come la luce.
[3] Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
[4] Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: "Signore, è
bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una
per Mosè e una per Elia".
[5] Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con
la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: "Questi è il Figlio mio
prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo".
[6] All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono
presi da grande timore.
[7] Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: "Alzatevi e non
temete".
[8] Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.
[9] E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: "Non
parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia
risorto dai morti".
[10] Allora i discepoli gli domandarono: "Perché dunque gli scribi
dicono che prima deve venire Elia?".
[11] Ed egli rispose: "Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa.
[12] Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto;
anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio
dell'uomo dovrà soffrire per opera loro".
[13] Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il
Battista.
[14] Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo
[15] che, gettatosi in ginocchio, gli disse: "Signore, abbi pietà
di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco
e spesso anche nell'acqua;
[16] l'ho già portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto
guarirlo".
[17] E Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa! Fino a
quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo
qui".
[18] E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da
quel momento il ragazzo fu guarito.
[19] Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero:
"Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?".
[20] Ed egli rispose: "Per la vostra poca fede. In verità vi dico:
se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo
monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà
impossibile.
([21] Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il
digiuno)".
[22] Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: "Il
Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini
[23] e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà". Ed essi
furono molto rattristati.
[24] Venuti a Cafàrnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della
tassa per il tempio e gli dissero: "Il vostro maestro non paga la
tassa per il tempio?".
[25] Rispose: "Sì". Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne
dicendo: "Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi
riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?".
[26] Rispose: "Dagli estranei". E Gesù: "Quindi i figli
sono esenti.
[27] Ma perché non si scandalizzino, va' al mare, getta l'amo e il
primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una
moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te".
18
[1] In
quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi
dunque è il più grande nel regno dei cieli?".
[2] Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e
disse:
[3] "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete
come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
[4] Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più
grande nel regno dei cieli.
[5] E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio,
accoglie me.
[6] Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono
in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina
girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare.
[7] Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano
scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!
[8] Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo
e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo,
che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno.
[9] E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via
da te; è meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere
due occhi ed essere gettato nella Geenna del fuoco.
[10] Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi
dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio
che è nei cieli.
([11] È venuto infatti il Figlio dell'uomo a salvare ciò che era
perduto).
[12] Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non
lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella
perduta?
[13] Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per
quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
[14] Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno
solo di questi piccoli.
[15] Se il tuo fratello commette una colpa, va' e ammoniscilo fra te e
lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello;
[16] se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni
cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.
[17] Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se
non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un
pubblicano.
[18] In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà
legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà
sciolto anche in cielo.
[19] In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si
accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli
ve la concederà.
[20] Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo
a loro".
[21] Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: "Signore, quante
volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a
sette volte?".
[22] E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a
settanta volte sette.
[23] A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i
conti con i suoi servi.
[24] Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di
diecimila talenti.
[25] Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò
che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva,
e saldasse così il debito.
[26] Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi
pazienza con me e ti restituirò ogni cosa.
[27] Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò
il debito.
[28] Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli
doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che
devi!
[29] Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi
pazienza con me e ti rifonderò il debito.
[30] Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere,
fino a che non avesse pagato il debito.
[31] Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e
andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.
[32] Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo
malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato.
[33] Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come
io ho avuto pietà di te?
[34] E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non
gli avesse restituito tutto il dovuto.
[35] Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non
perdonerete di cuore al vostro fratello".
19
[1]
Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel
territorio della Giudea, al di là del Giordano.
[2] E lo seguì molta folla e colà egli guarì i malati.
[3] Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e
gli chiesero: "È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per
qualsiasi motivo?".
[4] Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio
li creò maschio e femmina e disse:
[5] Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua
moglie e i due saranno una carne sola?
[6] Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che
Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi".
[7] Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato di darle
l'atto di ripudio e mandarla via?".
[8] Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi
ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così.
[9] Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in
caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio".
[10] Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo
rispetto alla donna, non conviene sposarsi".
[11] Egli rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro
ai quali è stato concesso.
[12] Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre;
ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono
altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire,
capisca".
[13] Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le
mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano.
[14] Gesù però disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me,
perché di questi è il regno dei cieli".
[15] E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì.
[16] Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: "Maestro, che
cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?".
[17] Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno
solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti".
[18] Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non
uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il
falso,
[19] onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te
stesso".
[20] Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose;
che mi manca ancora?".
[21] Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello
che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e
seguimi".
[22] Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte
ricchezze.
[23] Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico:
difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli.
[24] Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di
un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli".
[25] A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero:
"Chi si potrà dunque salvare?".
[26] E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è
impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile".
[27] Allora Pietro prendendo la parola disse: "Ecco, noi abbiamo
lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne
otterremo?".
[28] E Gesù disse loro: "In verità vi dico: voi che mi avete
seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto
sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a
giudicare le dodici tribù di Israele.
[29] Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o
madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e
avrà in eredità la vita eterna.
[30] Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi".
20
[1]
"Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì
all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.
[2] Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua
vigna.
[3] Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano
sulla piazza disoccupati
[4] e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto
ve lo darò. Ed essi andarono.
[5] Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto.
[6] Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e
disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?
[7] Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse
loro: Andate anche voi nella mia vigna.
[8] Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama
gli operai e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.
[9] Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un
denaro.
[10] Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più.
Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno.
[11] Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo:
[12] Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come
noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo.
[13] Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti
faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro?
[14] Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo
quanto a te.
[15] Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei
invidioso perché io sono buono?
[16] Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi".
[17] Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici e
lungo la via disse loro:
[18] "Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo
sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno
a morte
[19] e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e
crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà".
[20] Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi
figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa.
[21] Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Di'
che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua
sinistra nel tuo regno".
[22] Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete
bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono: "Lo
possiamo".
[23] Ed egli soggiunse: "Il mio calice lo berrete; però non sta a
me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è
per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio".
[24] Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli;
[25] ma Gesù, chiamatili a sé, disse: "I capi delle nazioni, voi
lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il
potere.
[26] Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare
grande tra voi, si farà vostro servo,
[27] e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro
schiavo;
[28] appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere
servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti".
[29] Mentre uscivano da Gèrico, una gran folla seguiva Gesù.
[30] Ed ecco che due ciechi, seduti lungo la strada, sentendo che
passava, si misero a gridare: "Signore, abbi pietà di noi, figlio
di Davide!".
[31] La folla li sgridava perché tacessero; ma essi gridavano ancora più
forte: "Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!".
[32] Gesù, fermatosi, li chiamò e disse: "Che volete che io vi
faccia?".
[33] Gli risposero: "Signore, che i nostri occhi si aprano!".
[34] Gesù si commosse, toccò loro gli occhi e subito ricuperarono la
vista e lo seguirono.
21
[1]
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il
monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli
[2] dicendo loro: "Andate nel villaggio che vi sta di fronte:
subito troverete un'asina legata e con essa un puledro. Scioglieteli e
conduceteli a me.
[3] Se qualcuno poi vi dirà qualche cosa, risponderete: Il Signore ne
ha bisogno, ma li rimanderà subito".
[4] Ora questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato
annunziato dal profeta:
[5] Dite alla figlia di Sion:
Ecco, il tuo re viene a te
mite, seduto su un'asina,
con un puledro figlio di bestia da soma.
[6] I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù:
[7] condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed
egli vi si pose a sedere.
[8] La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada mentre
altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla via.
[9] La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro, gridava:
Osanna al figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Osanna nel più alto dei cieli!
[10] Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la
gente si chiedeva: "Chi è costui?".
[11] E la folla rispondeva: "Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret
di Galilea".
[12] Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a
comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei
venditori di colombe
[13] e disse loro: "La Scrittura dice:
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera
ma voi ne fate una spelonca di ladri".
[14] Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì.
[15] Ma i sommi sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che faceva
e i fanciulli che acclamavano nel tempio: "Osanna al figlio di
Davide", si sdegnarono
[16] e gli dissero: "Non senti quello che dicono?". Gesù
rispose loro: "Sì, non avete mai letto:
Dalla bocca dei bambini e dei lattanti
ti sei procurata una lode?".
[17] E, lasciatili, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là
trascorse la notte.
[18] La mattina dopo, mentre rientrava in città, ebbe fame.
[19] Vedendo un fico sulla strada, gli si avvicinò, ma non vi trovò
altro che foglie, e gli disse: "Non nasca mai più frutto da
te". E subito quel fico si seccò.
[20] Vedendo ciò i discepoli rimasero stupiti e dissero: "Come mai
il fico si è seccato immediatamente?".
[21] Rispose Gesù: "In verità vi dico: Se avrete fede e non
dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma
anche se direte a questo monte: Levati di lì e gettati nel mare, ciò
avverrà.
[22] E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo
otterrete".
[23] Entrato nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi
sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: "Con quale
autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?".
[24] Gesù rispose: "Vi farò anch'io una domanda e se voi mi
rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo.
[25] Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli
uomini?". Ed essi riflettevano tra sé dicendo: "Se diciamo:
"dal Cielo", ci risponderà: "perché dunque non gli
avete creduto?'';
[26] se diciamo "dagli uomini", abbiamo timore della folla,
perché tutti considerano Giovanni un profeta".
[27] Rispondendo perciò a Gesù, dissero: "Non lo sappiamo".
Allora anch'egli disse loro: "Neanch'io vi dico con quale autorità
faccio queste cose".
[28] "Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo
disse: Figlio, va' oggi a lavorare nella vigna.
[29] Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò.
[30] Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne
ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò.
[31] Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?". Dicono:
"L'ultimo". E Gesù disse loro: "In verità vi dico: I
pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
[32] È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete
creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al
contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti
per credergli.
[33] Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna
e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una
torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò.
[34] Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei
vignaioli a ritirare il raccolto.
[35] Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo
uccisero, l'altro lo lapidarono.
[36] Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si
comportarono nello stesso modo.
[37] Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto
di mio figlio!
[38] Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è
l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità.
[39] E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.
[40] Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei
vignaioli?".
[41] Gli rispondono: "Farà morire miseramente quei malvagi e darà
la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo
tempo".
[42] E Gesù disse loro: "Non avete mai letto nelle Scritture:
La pietra che i costruttori hanno scartata
è diventata testata d'angolo;
dal Signore è stato fatto questo
ed è mirabile agli occhi nostri?
[43] Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a
un popolo che lo farà fruttificare.
[44] Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa
cada su qualcuno, lo stritolerà".
[45] Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che
parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla
che lo considerava un profeta.
22
[1] Gesù
riprese a parlar loro in parabole e disse:
[2] "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di
nozze per suo figlio.
[3] Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma
questi non vollero venire.
[4] Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo;
i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è
pronto; venite alle nozze.
[5] Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi
ai propri affari;
[6] altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
[7] Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli
assassini e diede alle fiamme la loro città.
[8] Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli
invitati non ne erano degni;
[9] andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete,
chiamateli alle nozze.
[10] Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono,
buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
[11] Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non
indossava l'abito nuziale,
[12] gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale?
Ed egli ammutolì.
[13] Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo
fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
[14] Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti".
[15] Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di
coglierlo in fallo nei suoi discorsi.
[16] Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a
dirgli: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di
Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi
in faccia ad alcuno.
[17] Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a
Cesare?".
[18] Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: "Ipocriti,
perché mi tentate?
[19] Mostratemi la moneta del tributo". Ed essi gli presentarono un
denaro.
[20] Egli domandò loro: "Di chi è questa immagine e
l'iscrizione?".
[21] Gli risposero: "Di Cesare". Allora disse loro:
"Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che
è di Dio".
[22] A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.
[23] In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali
affermano che non c'è risurrezione, e lo interrogarono:
[24] "Maestro, Mosè ha detto: Se qualcuno muore senza figli, il
fratello ne sposerà la vedova e così susciterà una discendenza al suo
fratello.
[25] Ora, c'erano tra noi sette fratelli; il primo appena sposato morì
e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello.
[26] Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo.
[27] Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna.
[28] Alla risurrezione, di quale dei sette essa sarà moglie? Poiché
tutti l'hanno avuta".
[29] E Gesù rispose loro: "Voi vi ingannate, non conoscendo né le
Scritture né la potenza di Dio.
[30] Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma
si è come angeli nel cielo.
[31] Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che
vi è stato detto da Dio:
[32] Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe?
Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi".
[33] Udendo ciò, la folla era sbalordita per la sua dottrina.
[34] Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei,
si riunirono insieme
[35] e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo
alla prova:
[36] "Maestro, qual è il più grande comandamento della
legge?".
[37] Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore,
con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
[38] Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.
[39] E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te
stesso.
[40] Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i
Profeti".
[41] Trovandosi i farisei riuniti insieme, Gesù chiese loro:
[42] "Che ne pensate del Messia? Di chi è figlio?". Gli
risposero: "Di Davide".
[43] Ed egli a loro: "Come mai allora Davide, sotto ispirazione, lo
chiama Signore, dicendo:
[44] Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra,
finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?
[45] Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo
figlio?".
[46] Nessuno era in grado di rispondergli nulla; e nessuno, da quel
giorno in poi, osò interrogarlo.
23
[1]
Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
[2] "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
[3] Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro
opere, perché dicono e non fanno.
[4] Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della
gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.
[5] Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini:
allargano i loro filattèri e allungano le frange;
[6] amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe
[7] e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì"
dalla gente.
[8] Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è
il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
[9] E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno
solo è il Padre vostro, quello del cielo.
[10] E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il
vostro Maestro, il Cristo.
[11] Il più grande tra voi sia vostro servo;
[12] chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà
innalzato.
[13] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei
cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non
lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci.
[14]
[15] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la
terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della
Geenna il doppio di voi.
[16] Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non
vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati.
[17] Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che
rende sacro l'oro?
[18] E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura
per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati.
[19] Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende
sacra l'offerta?
[20] Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi
sta sopra;
[21] e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che
l'abita.
[22] E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che
vi è assiso.
[23] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della
menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più
gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste
cose bisognava praticare, senza omettere quelle.
[24] Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
[25] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del
bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e
d'intemperanza.
[26] Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche
l'esterno diventi netto!
[27] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri
imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni
di ossa di morti e di ogni putridume.
[28] Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma
dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
[29] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai
profeti e adornate le tombe dei giusti,
[30] e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci
saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti;
[31] e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli
uccisori dei profeti.
[32] Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
[33] Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna
della Geenna?
[34] Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi
alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle
vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città;
[35] perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la
terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di
Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare.
[36] In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa
generazione.
[37] Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che
ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come
una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!
[38] Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta!
[39] Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte:
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!".
24
[1]
Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i
suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio.
[2] Gesù disse loro: "Vedete tutte queste cose? In verità vi
dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata".
[3] Sedutosi poi sul monte degli Ulivi, i suoi discepoli gli si
avvicinarono e, in disparte, gli dissero: "Dicci quando accadranno
queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del
mondo".
[4] Gesù rispose: "Guardate che nessuno vi inganni;
[5] molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno
molti in inganno.
[6] Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di
non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora
la fine.
[7] Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno
carestie e terremoti in vari luoghi;
[8] ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori.
[9] Allora vi consegneranno ai supplizi e vi uccideranno, e sarete
odiati da tutti i popoli a causa del mio nome.
[10] Molti ne resteranno scandalizzati, ed essi si tradiranno e
odieranno a vicenda.
[11] Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti;
[12] per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà.
[13] Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato.
[14] Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il
mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà
la fine.
[15] Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò
il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda -,
[16] allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti,
[17] chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa,
[18] e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il
mantello.
[19] Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni.
[20] Pregate perché la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato.
[21] Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne
dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà.
[22] E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si
salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati.
[23] Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: È là, non
ci credete.
[24] Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi
portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli
eletti.
[25] Ecco, io ve l'ho predetto.
[26] Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: È in
casa, non ci credete.
[27] Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così
sarà la venuta del Figlio dell'uomo.
[28] Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi.
[29] Subito dopo la tribolazione di quei giorni,
il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri
cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.
[30] Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora
si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio
dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria.
[31] Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno
tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei
cieli.
[32] Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa
tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina.
[33] Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che
Egli è proprio alle porte.
[34] In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto
questo accada.
[35] Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
[36] Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche
gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
[37] Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio
dell'uomo.
[38] Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e
bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò
nell'arca,
[39] e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì
tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo.
[40] Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro
lasciato.
[41] Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra
lasciata.
[42] Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore
vostro verrà.
[43] Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora
della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare
la casa.
[44] Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non
immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.
[45] Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha
preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo
dovuto?
[46] Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire
così!
[47] In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi
beni.
[48] Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone
tarda a venire,
[49] e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare
con gli ubriaconi,
[50] arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora
che non sa,
[51] lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti
si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti.
25
[1] Il
regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade,
uscirono incontro allo sposo.
[2] Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;
[3] le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio;
[4] le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in
piccoli vasi.
[5] Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.
[6] A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!
[7] Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro
lampade.
[8] E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le
nostre lampade si spengono.
[9] Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per
voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.
[10] Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e
le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu
chiusa.
[11] Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a
dire: Signore, signore, aprici!
[12] Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.
[13] Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.
[14] Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i
suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
[15] A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a
ciascuno secondo la sua capacità, e partì.
[16] Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli
e ne guadagnò altri cinque.
[17] Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri
due.
[18] Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una
buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
[19] Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare
i conti con loro.
[20] Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque,
dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho
guadagnati altri cinque.
[21] Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato
fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia
del tuo padrone.
[22] Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse:
Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri
due.
[23] Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato
fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia
del tuo padrone.
[24] Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse:
Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e
raccogli dove non hai sparso;
[25] per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il
tuo.
[26] Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che
mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;
[27] avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così,
ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.
[28] Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
[29] Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi
non ha sarà tolto anche quello che ha.
[30] E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà
pianto e stridore di denti.
[31] Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi
angeli, si siederà sul trono della sua gloria.
[32] E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà
gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,
[33] e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
[34] Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite,
benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi
fin dalla fondazione del mondo.
[35] Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete
e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,
[36] nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e
siete venuti a trovarmi.
[37] Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo
veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo
dato da bere?
[38] Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e
ti abbiamo vestito?
[39] E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a
visitarti?
[40] Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che
avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l'avete fatto a me.
[41] Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me,
maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi
angeli.
[42] Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto
sete e non mi avete dato da bere;
[43] ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete
vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
[44] Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo
visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e
non ti abbiamo assistito?
[45] Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete
fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non
l'avete fatto a me.
[46] E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita
eterna".
26
[1]
Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli:
[2] "Voi sapete che fra due giorni è Pasqua e che il Figlio
dell'uomo sarà consegnato per essere crocifisso".
[3] Allora i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel
palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa,
[4] e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo
morire.
[5] Ma dicevano: "Non durante la festa, perché non avvengano
tumulti fra il popolo".
[6] Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso,
[7] gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio
profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa.
[8] I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: "Perché
questo spreco?
[9] Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!".
[10] Ma Gesù, accortosene, disse loro: "Perché infastidite questa
donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di me.
[11] I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi
avete.
[12] Versando questo olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia
sepoltura.
[13] In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel
mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di
lei".
[14] Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi
sacerdoti
[15] e disse: "Quanto mi volete dare perché io ve lo
consegni?". E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.
[16] Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
[17] Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e
gli dissero: "Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la
Pasqua?".
[18] Ed egli rispose: "Andate in città, da un tale, e ditegli: Il
Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te
con i miei discepoli".
[19] I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la
Pasqua.
[20] Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici.
[21] Mentre mangiavano disse: "In verità io vi dico, uno di voi mi
tradirà".
[22] Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a
domandargli: "Sono forse io, Signore?".
[23] Ed egli rispose: "Colui che ha intinto con me la mano nel
piatto, quello mi tradirà.
[24] Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a
colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per
quell'uomo se non fosse mai nato!".
[25] Giuda, il traditore, disse: "Rabbì, sono forse io?". Gli
rispose: "Tu l'hai detto".
[26] Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la
benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: "Prendete
e mangiate; questo è il mio corpo".
[27] Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro,
dicendo: "Bevetene tutti,
[28] perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti,
in remissione dei peccati.
[29] Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite
fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre
mio".
[30] E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
[31] Allora Gesù disse loro: "Voi tutti vi scandalizzerete per
causa mia in questa notte. Sta scritto infatti:
Percuoterò il pastore
e saranno disperse le pecore del gregge,
[32] ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea".
[33] E Pietro gli disse: "Anche se tutti si scandalizzassero di te,
io non mi scandalizzerò mai".
[34] Gli disse Gesù: "In verità ti dico: questa notte stessa,
prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte".
[35] E Pietro gli rispose: "Anche se dovessi morire con te, non ti
rinnegherò". Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli.
[36] Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e
disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado là a
pregare".
[37] E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a
provare tristezza e angoscia.
[38] Disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte; restate
qui e vegliate con me".
[39] E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava
dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!
Però non come voglio io, ma come vuoi tu!".
[40] Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a
Pietro: "Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con
me?
[41] Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è
pronto, ma la carne è debole".
[42] E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: "Padre mio, se
questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la
tua volontà".
[43] E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi
loro si erano appesantiti.
[44] E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta,
ripetendo le stesse parole.
[45] Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: "Dormite ormai e
riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà
consegnato in mano ai peccatori.
[46] Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina".
[47] Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con
lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e
dagli anziani del popolo.
[48] Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: "Quello
che bacerò, è lui; arrestatelo!".
[49] E subito si avvicinò a Gesù e disse: "Salve, Rabbì!".
E lo baciò.
[50] E Gesù gli disse: "Amico, per questo sei qui!". Allora
si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono.
[51] Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada,
la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un
orecchio.
[52] Allora Gesù gli disse: "Rimetti la spada nel fodero, perché
tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada.
[53] Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe
subito più di dodici legioni di angeli?
[54] Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così
deve avvenire?".
[55] In quello stesso momento Gesù disse alla folla: "Siete usciti
come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni
giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato.
[56] Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei
profeti". Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.
[57] Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo
sacerdote Caifa, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli
anziani.
[58] Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del
sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per
vedere la conclusione.
[59] I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa
testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte;
[60] ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti
molti falsi testimoni.
[61] Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: "Costui ha
dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre
giorni".
[62] Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: "Non rispondi nulla?
Che cosa testimoniano costoro contro di te?".
[63] Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: "Ti
scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il
Figlio di Dio".
[64] "Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico:
d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra di Dio,
e venire sulle nubi del cielo".
[65] Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: "Ha
bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora
avete udito la bestemmia;
[66] che ve ne pare?". E quelli risposero: "È reo di
morte!".
[67] Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo
bastonavano,
[68] dicendo: "Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso?".
[69] Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli
si avvicinò e disse: "Anche tu eri con Gesù, il Galileo!".
[70] Ed egli negò davanti a tutti: "Non capisco che cosa tu voglia
dire".
[71] Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai
presenti: "Costui era con Gesù, il Nazareno".
[72] Ma egli negò di nuovo giurando: "Non conosco
quell'uomo".
[73] Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro:
"Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!".
[74] Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco
quell'uomo!". E subito un gallo cantò.
[75] E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: "Prima che
il gallo canti, mi rinnegherai tre volte". E uscito all'aperto,
pianse amaramente.
27
[1]
Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo
tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire.
[2] Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore
Pilato.
[3] Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato,
si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e
agli anziani
[4] dicendo: "Ho peccato, perché ho tradito sangue
innocente". Ma quelli dissero: "Che ci riguarda? Veditela
tu!".
[5] Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò
ad impiccarsi.
[6] Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: "Non è
lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue".
[7] E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la
sepoltura degli stranieri.
[8] Perciò quel campo fu denominato "Campo di sangue" fino al
giorno d'oggi.
[9] Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E
presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di
Israele avevano mercanteggiato,
[10] e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il
Signore.
[11] Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore
l'interrogò dicendo: "Sei tu il re dei Giudei?". Gesù
rispose "Tu lo dici".
[12] E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non
rispondeva nulla.
[13] Allora Pilato gli disse: "Non senti quante cose attestano
contro di te?".
[14] Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia
del governatore.
[15] Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare
al popolo un prigioniero, a loro scelta.
[16] Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba.
[17] Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: "Chi
volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?".
[18] Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
[19] Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire:
"Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto
turbata in sogno, per causa sua".
[20] Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere
Barabba e a far morire Gesù.
[21] Allora il governatore domandò: "Chi dei due volete che vi
rilasci?". Quelli risposero: "Barabba!".
[22] Disse loro Pilato: "Che farò dunque di Gesù chiamato il
Cristo?". Tutti gli risposero: "Sia crocifisso!".
[23] Ed egli aggiunse: "Ma che male ha fatto?". Essi allora
urlarono: "Sia crocifisso!".
[24] Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva
sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla:
"Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela
voi!".
[25] E tutto il popolo rispose: "Il suo sangue ricada sopra di noi
e sopra i nostri figli".
[26] Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù,
lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.
[27] Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e
gli radunarono attorno tutta la coorte.
[28] Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto
[29] e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una
canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo
schernivano: "Salve, re dei Giudei!".
[30] E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo
percuotevano sul capo.
[31] Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli
fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
[32] Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone,
e lo costrinsero a prender su la croce di lui.
[33] Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio,
[34] gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli,
assaggiatolo, non ne volle bere.
[35] Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole
a sorte.
[36] E sedutisi, gli facevano la guardia.
[37] Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua
condanna: "Questi è Gesù, il re dei Giudei".
[38] Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a
sinistra.
[39] E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e
dicendo:
[40] "Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni,
salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!".
[41] Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo
schernivano:
[42] "Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re
d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo.
[43] Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto
infatti: Sono Figlio di Dio!".
[44] Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso
modo.
[45] Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta
la terra.
[46] Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà
sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?".
[47] Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama
Elia".
[48] E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di
aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere.
[49] Gli altri dicevano: "Lascia, vediamo se viene Elia a
salvarlo!".
[50] E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
[51] Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la
terra si scosse, le rocce si spezzarono,
[52] i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono.
[53] E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella
città santa e apparvero a molti.
[54] Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù,
sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande
timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio!".
[55] C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano;
esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.
[56] Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di
Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.
[57] Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato
Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù.
[58] Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato
ordinò che gli fosse consegnato.
[59] Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido
lenzuolo
[60] e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella
roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò.
[61] Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.
[62] Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso
Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo:
[63] "Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre
era vivo: Dopo tre giorni risorgerò.
[64] Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno,
perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo:
È risuscitato dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore
della prima!".
[65] Pilato disse loro: "Avete la vostra guardia, andate e
assicuratevi come credete".
[66] Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e
mettendovi la guardia.
28
[1]
Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala
e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro.
[2] Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso
dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa.
[3] Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la
neve.
[4] Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite.
[5] Ma l'angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi! So che
cercate Gesù il crocifisso.
[6] Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo
dove era deposto.
[7] Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e
ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto".
[8] Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le
donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.
[9] Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: "Salute a voi".
Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono.
[10] Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunziare ai
miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno".
[11] Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città
e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto.
[12] Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare
una buona somma di denaro ai soldati dicendo:
[13] "Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno
rubato, mentre noi dormivamo.
[14] E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo
persuaderemo e vi libereremo da ogni noia".
[15] Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così
questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.
[16] Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che
Gesù aveva loro fissato.
[17] Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però
dubitavano.
[18] E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni
potere in cielo e in terra.
[19] Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel
nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
[20] insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco,
io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".
VANGELO
SECONDO MARCO
1
[1]
Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
[2] Come è scritto nel profeta Isaia:
Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerà la strada.
[3] Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri,
[4] si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un
battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
[5] Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti
di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano,
confessando i loro peccati.
[6] Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle
attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico
[7] e predicava: "Dopo di me viene uno che è più forte di me e al
quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi
sandali.
[8] Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito
Santo".
[9] In quei giorni Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel
Giordano da Giovanni.
[10] E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere
su di lui come una colomba.
[11] E si sentì una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio
prediletto, in te mi sono compiaciuto".
[12] Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto
[13] e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere
e gli angeli lo servivano.
[14] Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea
predicando il vangelo di Dio e diceva:
[15] "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete al vangelo".
[16] Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea,
fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti
pescatori.
[17] Gesù disse loro: "Seguitemi, vi farò diventare pescatori di
uomini".
[18] E subito, lasciate le reti, lo seguirono.
[19] Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e
Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti.
[20] Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca
con i garzoni, lo seguirono.
[21] Andarono a Cafàrnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga,
Gesù si mise ad insegnare.
[22] Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come
uno che ha autorità e non come gli scribi.
[23] Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito
immondo, si mise a gridare:
[24] "Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci!
Io so chi tu sei: il santo di Dio".
[25] E Gesù lo sgridò: "Taci! Esci da quell'uomo".
[26] E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
[27] Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda:
"Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità.
Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!".
[28] La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.
[29] E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di
Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni.
[30] La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli
parlarono di lei.
[31] Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la
lasciò ed essa si mise a servirli.
[32] Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i
malati e gli indemoniati.
[33] Tutta la città era riunita davanti alla porta.
[34] Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti
demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo
conoscevano.
[35] Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si
ritirò in un luogo deserto e là pregava.
[36] Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce
[37] e, trovatolo, gli dissero: "Tutti ti cercano!".
[38] Egli disse loro: "Andiamocene altrove per i villaggi vicini,
perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!".
[39] E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e
scacciando i demòni.
[40] Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli
diceva: "Se vuoi, puoi guarirmi!".
[41] Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo
voglio, guarisci!".
[42] Subito la lebbra scomparve ed egli guarì.
[43] E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse:
[44] "Guarda di non dir niente a nessuno, ma va', presentati al
sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha
ordinato, a testimonianza per loro".
[45] Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il
fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una
città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da
ogni parte.
2
[1] Ed
entrò di nuovo a Cafàrnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa
[2] e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche
davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.
[3] Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone.
[4] Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla,
scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta
un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico.
[5] Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Figliolo, ti
sono rimessi i tuoi peccati".
[6] Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro:
[7] "Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i
peccati se non Dio solo?".
[8] Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così
pensavano tra sé, disse loro: "Perché pensate così nei vostri
cuori?
[9] Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i
peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?
[10] Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla
terra di rimettere i peccati,
[11] ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e
va' a casa tua".
[12] Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza
di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: "Non
abbiamo mai visto nulla di simile!".
[13] Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli
li ammaestrava.
[14] Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle
imposte, e gli disse: "Seguimi".
Egli, alzatosi, lo seguì.
[15] Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e
peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano
molti infatti quelli che lo seguivano.
[16] Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i
peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: "Come mai
egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?".
[17] Avendo udito questo, Gesù disse loro: "Non sono i sani che
hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i
giusti, ma i peccatori".
[18] Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno.
Si recarono allora da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli di
Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli
non digiunano?".
[19] Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a
nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non
possono digiunare.
[20] Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora
digiuneranno.
[21] Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio;
altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo
peggiore.
[22] E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino
spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri
nuovi".
[23] In giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i
discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe.
[24] I farisei gli dissero: "Vedi, perché essi fanno di sabato
quel che non è permesso?".
[25] Ma egli rispose loro: "Non avete mai letto che cosa fece
Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni?
[26] Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e
mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito
mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?".
[27] E diceva loro: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non
l'uomo per il sabato!
[28] Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato".
3
[1] Entrò
di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita,
[2] e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per
poi accusarlo.
[3] Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Mettiti nel
mezzo!".
[4] Poi domandò loro: "È lecito in giorno di sabato fare il bene
o il male, salvare una vita o toglierla?".
[5] Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione,
rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo:
"Stendi la mano!". La stese e la sua mano fu risanata.
[6] E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio
contro di lui per farlo morire.
[7] Gesù intanto si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo
seguì molta folla dalla Galilea.
[8] Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e
dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva,
si recò da lui.
[9] Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a
disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo
schiacciassero.
[10] Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche
male gli si gettavano addosso per toccarlo.
[11] Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi
gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!".
[12] Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero.
[13] Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi
andarono da lui.
[14] Ne costituì Dodici che stessero con lui
[15] e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di
scacciare i demòni.
[16] Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di
Pietro;
[17] poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali
diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono;
[18] e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo,
Taddeo, Simone il Cananeo
[19] e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.
[20] Entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla,
al punto che non potevano neppure prendere cibo.
[21] Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo;
poiché dicevano: "È fuori di sé".
[22] Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano:
"Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo
del principe dei demòni".
[23] Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: "Come può
satana scacciare satana?
[24] Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi;
[25] se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi.
[26] Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è
diviso, non può resistere, ma sta per finire.
[27] Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue
cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la
casa.
[28] In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli
degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno;
[29] ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono
in eterno: sarà reo di colpa eterna".
[30] Poiché dicevano: "È posseduto da uno spirito immondo".
[31] Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono
a chiamare.
[32] Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: "Ecco tua
madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano".
[33] Ma egli rispose loro: "Chi è mia madre e chi sono i miei
fratelli?".
[34] Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse:
"Ecco mia madre e i miei fratelli!
[35] Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e
madre".
4
[1] Di
nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una
folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto,
stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva.
[2] Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo
insegnamento:
[3] "Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare.
[4] Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli
uccelli e la divorarono.
[5] Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito
spuntò perché non c'era un terreno profondo;
[6] ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si
seccò.
[7] Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non
diede frutto.
[8] E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e
crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per
uno".
[9] E diceva: "Chi ha orecchi per intendere intenda!".
[10] Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle
parabole. Ed egli disse loro:
[11] "A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a
quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole,
[12] perché:
guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano,
perché non si convertano e venga loro perdonato".
[13] Continuò dicendo loro: "Se non comprendete questa parabola,
come potrete capire tutte le altre parabole?
[14] Il seminatore semina la parola.
[15] Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la
parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la
parola seminata in loro.
[16] Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro
che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia,
[17] ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al
sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della
parola, subito si abbattono.
[18] Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro
che hanno ascoltato la parola,
[19] ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della
ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane
senza frutto.
[20] Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro
che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi
del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno".
[21] Diceva loro: "Si porta forse la lampada per metterla sotto il
moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere?
[22] Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato
e nulla di segreto che non debba essere messo in luce.
[23] Se uno ha orecchi per intendere, intenda!".
[24] Diceva loro: "Fate attenzione a quello che udite: Con la
stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi
sarà dato di più.
[25] Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche
quello che ha".
[26] Diceva: "Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme
nella terra;
[27] dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce;
come, egli stesso non lo sa.
[28] Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la
spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
[29] Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché
è venuta la mietitura".
[30] Diceva: "A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con
quale parabola possiamo descriverlo?
[31] Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per
terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra;
[32] ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli
ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono
ripararsi alla sua ombra".
[33] Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola
secondo quello che potevano intendere.
[34] Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli,
spiegava ogni cosa.
[35] In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: "Passiamo
all'altra riva".
[36] E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella
barca. C'erano anche altre barche con lui.
[37] Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le
onde nella barca, tanto che ormai era piena.
[38] Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo
svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che
moriamo?".
[39] Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: "Taci,
calmati!". Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.
[40] Poi disse loro: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora
fede?".
[41] E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro:
"Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare
obbediscono?".
5
[1]
Intanto giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni.
[2] Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo
posseduto da uno spirito immondo.
[3] Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a
tenerlo legato neanche con catene,
[4] perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva
sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a
domarlo.
[5] Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e
si percuoteva con pietre.
[6] Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi,
[7] e urlando a gran voce disse: "Che hai tu in comune con me, Gesù,
Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non
tormentarmi!".
[8] Gli diceva infatti: "Esci, spirito immondo, da
quest'uomo!".
[9] E gli domandò: "Come ti chiami?". "Mi chiamo
Legione, gli rispose, perché siamo in molti".
[10] E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse
fuori da quella regione.
[11] Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo.
[12] E gli spiriti lo scongiurarono: "Mandaci da quei porci, perché
entriamo in essi".
[13] Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei
porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa
duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.
[14] I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e
nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.
[15] Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e
sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero
paura.
[16] Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era
accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci.
[17] Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
[18] Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo
pregava di permettergli di stare con lui.
[19] Non glielo permise, ma gli disse: "Va' nella tua casa, dai
tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia
che ti ha usato".
[20] Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che
Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.
[21] Essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò
attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare.
[22] Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il
quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi
[23] e lo pregava con insistenza: "La mia figlioletta è agli
estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva".
[24] Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva
intorno.
[25] Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia
[26] e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i
suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando,
[27] udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli
toccò il mantello. Diceva infatti:
[28] "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò
guarita".
[29] E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo
che era stata guarita da quel male.
[30] Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si
voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?".
[31] I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti si stringe
attorno e dici: Chi mi ha toccato?".
[32] Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto
questo.
[33] E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto,
venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
[34] Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace
e sii guarita dal tuo male".
[35] Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a
dirgli: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il
Maestro?".
[36] Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga:
"Non temere, continua solo ad aver fede!".
[37] E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e
Giovanni, fratello di Giacomo.
[38] Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e
gente che piangeva e urlava.
[39] Entrato, disse loro: "Perché fate tanto strepito e piangete?
La bambina non è morta, ma dorme".
[40] Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé
il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò
dove era la bambina.
[41] Presa la mano della bambina, le disse: "Talità kum", che
significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!".
[42] Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici
anni. Essi furono presi da grande stupore.
[43] Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo
e ordinò di darle da mangiare.
6
[1]
Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo
seguirono.
[2] Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti
ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono
queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E
questi prodigi compiuti dalle sue mani?
[3] Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di
Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui
da noi?". E si scandalizzavano di lui.
[4] Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella
sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua".
[5] E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a
pochi ammalati e li guarì.
[6] E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.
[7] Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e
diede loro potere sugli spiriti immondi.
[8] E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il
viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa;
[9] ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche.
[10] E diceva loro: "Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve
ne andiate da quel luogo.
[11] Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno,
andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a
testimonianza per loro".
[12] E partiti, predicavano che la gente si convertisse,
[13] scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li
guarivano.
[14] Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome
era diventato famoso. Si diceva: "Giovanni il Battista è
risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in
lui".
[15] Altri invece dicevano: "È Elia"; altri dicevano ancora:
"È un profeta, come uno dei profeti".
[16] Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: "Quel Giovanni che io
ho fatto decapitare è risuscitato!".
[17] Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in
prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli
aveva sposata.
[18] Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di
tuo fratello".
[19] Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo
uccidere, ma non poteva,
[20] perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava
su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia
lo ascoltava volentieri.
[21] Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno
fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i
notabili della Galilea.
[22] Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode
e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello
che vuoi e io te lo darò".
[23] E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te
la darò, fosse anche la metà del mio regno".
[24] La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo
chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il
Battista".
[25] Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio
che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il
Battista".
[26] Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei
commensali, non volle opporle un rifiuto.
[27] Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.
[28] La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un
vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
[29] I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il
cadavere e lo posero in un sepolcro.
[30] Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto
quello che avevano fatto e insegnato.
[31] Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo
solitario, e riposatevi un po'". Era infatti molta la folla che
andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare.
[32] Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.
[33] Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città
cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.
[34] Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano
come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
[35] Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli
dicendo: "Questo luogo è solitario ed è ormai tardi;
[36] congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i
villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare".
[37] Ma egli rispose: "Voi stessi date loro da mangiare". Gli
dissero: "Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e
dare loro da mangiare?".
[38] Ma egli replicò loro: "Quanti pani avete? Andate a
vedere". E accertatisi, riferirono: "Cinque pani e due
pesci".
[39] Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi,
sull'erba verde.
[40] E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta.
[41] Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo,
pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché
li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti.
[42] Tutti mangiarono e si sfamarono,
[43] e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei
pesci.
[44] Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
[45] Ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e precederlo
sull'altra riva, verso Betsàida, mentre egli avrebbe licenziato la
folla.
[46] Appena li ebbe congedati, salì sul monte a pregare.
[47] Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra.
[48] Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il
vento contrario, già verso l'ultima parte della notte andò verso di
loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli.
[49] Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: "È un
fantasma", e cominciarono a gridare,
[50] perché tutti lo avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma egli
subito rivolse loro la parola e disse: "Coraggio, sono io, non
temete!".
[51] Quindi salì con loro sulla barca e il vento cessò. Ed erano
enormemente stupiti in se stessi,
[52] perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore
indurito.
[53] Compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret.
[54] Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe,
[55] e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui
lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse.
[56] E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i
malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia
del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.
7
[1]
Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti
da Gerusalemme.
[2] Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani
immonde, cioè non lavate -
[3] i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono
lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli
antichi,
[4] e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e
osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri,
stoviglie e oggetti di rame -
[5] quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi
discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma
prendono cibo con mani immonde?".
[6] Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi,
ipocriti, come sta scritto:
Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
[7] Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
[8] Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione
degli uomini".
[9] E aggiungeva: "Siete veramente abili nell'eludere il
comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione.
[10] Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il
padre e la madre sia messo a morte.
[11] Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn,
cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me,
[12] non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre,
[13] annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete
tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".
[14] Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: "Ascoltatemi tutti e
intendete bene:
[15] non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa
contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a
contaminarlo".
[16]
[17] Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo
interrogarono sul significato di quella parabola.
[18] E disse loro: "Siete anche voi così privi di intelletto? Non
capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può
contaminarlo,
[19] perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella
fogna?". Dichiarava così mondi tutti gli alimenti.
[20] Quindi soggiunse: "Ciò che esce dall'uomo, questo sì
contamina l'uomo.
[21] Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le
intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi,
[22] adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia,
calunnia, superbia, stoltezza.
[23] Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano
l'uomo".
[24] Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato
in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare
nascosto.
[25] Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno
spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi.
[26] Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla
figlia era greca, di origine siro-fenicia.
[27] Ed egli le disse: "Lascia prima che si sfamino i figli; non è
bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini".
[28] Ma essa replicò: "Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la
tavola mangiano delle briciole dei figli".
[29] Allora le disse: "Per questa tua parola va', il demonio è
uscito da tua figlia".
[30] Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio
se n'era andato.
[31] Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi
verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
[32] E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano.
[33] E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita
negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua;
[34] guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse:
"Effatà" cioè: "Apriti!".
[35] E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua
lingua e parlava correttamente.
[36] E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo
raccomandava, più essi ne parlavano
[37] e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa; fa
udire i sordi e fa parlare i muti!".
8
[1] In
quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare,
chiamò a sé i discepoli e disse loro:
[2] "Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni
mi stanno dietro e non hanno da mangiare.
[3] Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e
alcuni di loro vengono di lontano".
[4] Gli risposero i discepoli: "E come si potrebbe sfamarli di pane
qui, in un deserto?".
[5] E domandò loro: "Quanti pani avete?". Gli dissero:
"Sette".
[6] Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Presi allora quei
sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li
distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla.
[7] Avevano anche pochi pesciolini; dopo aver pronunziata la benedizione
su di essi, disse di distribuire anche quelli.
[8] Così essi mangiarono e si saziarono; e portarono via sette sporte
di pezzi avanzati.
[9] Erano circa quattromila. E li congedò.
[10] Salì poi sulla barca con i suoi discepoli e andò dalle parti di
Dalmanùta.
[11] Allora vennero i farisei e incominciarono a discutere con lui,
chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
[12] Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: "Perché questa
generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun
segno a questa generazione".
[13] E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all'altra sponda.
[14] Ma i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non
avevano con sé sulla barca che un pane solo.
[15] Allora egli li ammoniva dicendo: "Fate attenzione, guardatevi
dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!".
[16] E quelli dicevano fra loro: "Non abbiamo pane".
[17] Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: "Perché discutete
che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore
indurito?
[18] Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi
ricordate,
[19] quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste
colme di pezzi avete portato via?". Gli dissero:
"Dodici".
[20] "E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante
sporte piene di pezzi avete portato via?". Gli dissero:
"Sette".
[21] E disse loro: "Non capite ancora?".
[22] Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di
toccarlo.
[23] Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e,
dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli
chiese: "Vedi qualcosa?".
[24] Quegli, alzando gli occhi, disse: "Vedo gli uomini, poiché
vedo come degli alberi che camminano".
[25] Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide
chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa.
[26] E lo rimandò a casa dicendo: "Non entrare nemmeno nel
villaggio".
[27] Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a
Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo:
"Chi dice la gente che io sia?".
[28] Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista, altri poi Elia e
altri uno dei profeti".
[29] Ma egli replicò: "E voi chi dite che io sia?". Pietro
gli rispose: "Tu sei il Cristo".
[30] E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.
[31] E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto
soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli
scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
[32] Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in
disparte, e si mise a rimproverarlo.
[33] Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e
gli disse: "Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio,
ma secondo gli uomini".
[34] Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: "Se
qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua
croce e mi segua.
[35] Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi
perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà.
[36] Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde
la propria anima?
[37] E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima?
[38] Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa
generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si
vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli
angeli santi".
9
[1] E
diceva loro: "In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che
non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza".
[2] Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li
portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si
trasfigurò davanti a loro
[3] e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio
sulla terra potrebbe renderle così bianche.
[4] E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù.
[5] Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è
bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e
una per Elia!".
[6] Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo
spavento.
[7] Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce
dalla nube: "Questi è il Figlio mio prediletto;
ascoltatelo!".
[8] E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù
solo con loro.
[9] Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a
nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo
fosse risuscitato dai morti.
[10] Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa
volesse dire risuscitare dai morti.
[11] E lo interrogarono: "Perché gli scribi dicono che prima deve
venire Elia?".
[12] Egli rispose loro: "Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni
cosa; ma come sta scritto del Figlio dell'uomo? Che deve soffrire molto
ed essere disprezzato.
[13] Orbene, io vi dico che Elia è già venuto, ma hanno fatto di lui
quello che hanno voluto, come sta scritto di lui".
[14] E giunti presso i discepoli, li videro circondati da molta folla e
da scribi che discutevano con loro.
[15] Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a
salutarlo.
[16] Ed egli li interrogò: "Di che cosa discutete con loro?".
[17] Gli rispose uno della folla: "Maestro, ho portato da te mio
figlio, posseduto da uno spirito muto.
[18] Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i
denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non
ci sono riusciti".
[19] Egli allora in risposta, disse loro: "O generazione incredula!
Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi?
Portatelo da me".
[20] E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con
convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando.
[21] Gesù interrogò il padre: "Da quanto tempo gli accade
questo?". Ed egli rispose: "Dall'infanzia;
[22] anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per
ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci".
[23] Gesù gli disse: "Se tu puoi! Tutto è possibile per chi
crede".
[24] Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: "Credo, aiutami
nella mia incredulità".
[25] Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito
immondo dicendo: "Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui
e non vi rientrare più".
[26] E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo
diventò come morto, sicché molti dicevano: "È morto".
[27] Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi.
[28] Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato:
"Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?".
[29] Ed egli disse loro: "Questa specie di demòni non si può
scacciare in alcun modo, se non con la preghiera".
[30] Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che
alcuno lo sapesse.
[31] Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: "Il Figlio
dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo
uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà".
[32] Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di
chiedergli spiegazioni.
[33] Giunsero intanto a Cafàrnao. E quando fu in casa, chiese loro:
"Di che cosa stavate discutendo lungo la via?".
[34] Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi
fosse il più grande.
[35] Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "Se uno vuol
essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti".
[36] E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro:
[37] "Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me;
chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato".
[38] Giovanni gli disse: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava
i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei
nostri".
[39] Ma Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c'è nessuno
che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di
me.
[40] Chi non è contro di noi è per noi.
[41] Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché
siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa.
[42] Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per
lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel
mare.
[43] Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare
nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco
inestinguibile.
[44]
[45] Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare
nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna.
[46]
[47] Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare
nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi
nella Geenna,
[48] dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
[49] Perché ciascuno sarà salato con il fuoco.
[50] Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che
cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con
gli altri".
10
[1]
Partito di là, si recò nel territorio della Giudea e oltre il
Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l'ammaestrava,
come era solito fare.
[2] E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli
domandarono: "È lecito ad un marito ripudiare la propria
moglie?".
[3] Ma egli rispose loro: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?".
[4] Dissero: "Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di
rimandarla".
[5] Gesù disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse
per voi questa norma.
[6] Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina;
[7] per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una
carne sola.
[8] Sicché non sono più due, ma una sola carne.
[9] L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto".
[10] Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo
argomento. Ed egli disse:
[11] "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette
adulterio contro di lei;
[12] se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette
adulterio".
[13] Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i
discepoli li sgridavano.
[14] Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate
che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come
loro appartiene il regno di Dio.
[15] In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un
bambino, non entrerà in esso".
[16] E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li
benediceva.
[17] Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro
e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro
buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?".
[18] Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono,
se non Dio solo.
[19] Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio,
non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e
la madre".
[20] Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho
osservate fin dalla mia giovinezza".
[21] Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: "Una cosa sola
ti manca: va', vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro
in cielo; poi vieni e seguimi".
[22] Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto,
poiché aveva molti beni.
[23] Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli:
"Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel
regno di Dio!".
[24] I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù
riprese: "Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio!
[25] È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un
ricco entri nel regno di Dio".
[26] Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: "E chi mai si
può salvare?".
[27] Ma Gesù, guardandoli, disse: "Impossibile presso gli uomini,
ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio".
[28] Pietro allora gli disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e
ti abbiamo seguito".
[29] Gesù gli rispose: "In verità vi dico: non c'è nessuno che
abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi
a causa mia e a causa del vangelo,
[30] che non riceva già al presente cento volte tanto in case e
fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e
nel futuro la vita eterna.
[31] E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi".
[32] Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava
davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che venivano dietro erano
pieni di timore. Prendendo di nuovo in disparte i Dodici, cominciò a
dir loro quello che gli sarebbe accaduto:
[33] "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà
consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte,
lo consegneranno ai pagani,
[34] lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo
uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà".
[35] E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo,
dicendogli: "Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti
chiederemo".
[36] Egli disse loro: "Cosa volete che io faccia per voi?".
Gli risposero:
[37] "Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e
uno alla tua sinistra".
[38] Gesù disse loro: "Voi non sapete ciò che domandate. Potete
bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono
battezzato?". Gli risposero: "Lo possiamo".
[39] E Gesù disse: "Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e
il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete.
[40] Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me
concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato".
[41] All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e
Giovanni.
[42] Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: "Voi sapete che
coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi
esercitano su di esse il potere.
[43] Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si
farà vostro servitore,
[44] e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti.
[45] Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma
per servire e dare la propria vita in riscatto per molti".
[46] E giunsero a Gèrico. E mentre partiva da Gèrico insieme ai
discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva
lungo la strada a mendicare.
[47] Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e
a dire: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!".
[48] Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte:
"Figlio di Davide, abbi pietà di me!".
[49] Allora Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!". E
chiamarono il cieco dicendogli: "Coraggio! Alzati, ti
chiama!".
[50] Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
[51] Allora Gesù gli disse: "Che vuoi che io ti faccia?". E
il cieco a lui: "Rabbunì, che io riabbia la vista!".
[52] E Gesù gli disse: "Va', la tua fede ti ha salvato". E
subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.
11
[1]
Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso
il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli
[2] e disse loro: "Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e
subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno
è mai salito. Scioglietelo e conducetelo.
[3] E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore
ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito".
[4] Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori
sulla strada, e lo sciolsero.
[5] E alcuni dei presenti però dissero loro: "Che cosa fate,
sciogliendo questo asinello?".
[6] Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono
fare.
[7] Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro
mantelli, ed egli vi montò sopra.
[8] E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle
fronde, che avevano tagliate dai campi.
[9] Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro
gridavano:
Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
[10] Benedetto il regno che viene,
del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!
[11] Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa
attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betània.
[12] La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame.
[13] E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si
avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto,
non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei
fichi.
[14] E gli disse: "Nessuno possa mai più mangiare i tuoi
frutti". E i discepoli l'udirono.
[15] Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a
scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i
tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe
[16] e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio.
[17] Ed insegnava loro dicendo: "Non sta forse scritto:
La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le genti?
Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!".
[18] L'udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di
farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era
ammirato del suo insegnamento.
[19] Quando venne la sera uscirono dalla città.
[20] La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle
radici.
[21] Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: "Maestro, guarda: il
fico che hai maledetto si è seccato".
[22] Gesù allora disse loro: "Abbiate fede in Dio!
[23] In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati
nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà,
ciò gli sarà accordato.
[24] Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato.
[25] Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno,
perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi
i vostri peccati".
[26]
[27] Andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il
tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani
e gli dissero:
[28] "Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato
l'autorità di farlo?".
[29] Ma Gesù disse loro: "Vi farò anch'io una domanda e, se mi
risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio.
[30] Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?
Rispondetemi".
[31] Ed essi discutevano tra sé dicendo: "Se rispondiamo "dal
cielo", dirà: Perché allora non gli avete creduto?
[32] Diciamo dunque "dagli uomini"?". Però temevano la
folla, perché tutti consideravano Giovanni come un vero profeta.
[33] Allora diedero a Gesù questa risposta: "Non sappiamo". E
Gesù disse loro: "Neanch'io vi dico con quale autorità faccio
queste cose".
12
[1] Gesù
si mise a parlare loro in parabole: "Un uomo piantò una vigna, vi
pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la
diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano.
[2] A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti
della vigna.
[3] Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote.
[4] Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono
sulla testa e lo coprirono di insulti.
[5] Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri,
che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
[6] Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo,
dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!
[7] Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su,
uccidiamolo e l'eredità sarà nostra.
[8] E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
[9] Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà
quei vignaioli e darà la vigna ad altri.
[10] Non avete forse letto questa Scrittura:
La pietra che i costruttori hanno scartata
è diventata testata d'angolo;
[11] dal Signore è stato fatto questo
ed è mirabile agli occhi nostri?".
[12] Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della folla;
avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro.
E, lasciatolo, se ne andarono.
[13] Gli mandarono però alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in
fallo nel discorso.
[14] E venuti, quelli gli dissero: "Maestro, sappiamo che sei
veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli
uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È lecito o no dare il
tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?".
[15] Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: "Perché mi
tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda".
[16] Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: "Di chi è questa
immagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare".
[17] Gesù disse loro: "Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a
Dio ciò che è di Dio". E rimasero ammirati di lui.
[18] Vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non c'è
risurrezione, e lo interrogarono dicendo:
[19] "Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che se muore il
fratello di uno e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la
moglie per dare discendenti al fratello.
[20] C'erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza
lasciare discendenza;
[21] allora la prese il secondo, ma morì senza lasciare discendenza; e
il terzo egualmente,
[22] e nessuno dei sette lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì
anche la donna.
[23] Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà
la donna? Poiché in sette l'hanno avuta come moglie".
[24] Rispose loro Gesù: "Non siete voi forse in errore dal momento
che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio?
[25] Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né
marito, ma saranno come angeli nei cieli.
[26] A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel
libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io
sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe?
[27] Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande
errore".
[28] Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere,
e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: "Qual è il
primo di tutti i comandamenti?".
[29] Gesù rispose: "Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio
nostro è l'unico Signore;
[30] amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta
la tua mente e con tutta la tua forza.
[31] E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non
c'è altro comandamento più importante di questi".
[32] Allora lo scriba gli disse: "Hai detto bene, Maestro, e
secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui;
[33] amarlo con tutto il cuore, e con tutta la mente e con tutta la forza
e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i
sacrifici".
[34] Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: "Non
sei lontano dal regno di Dio". E nessuno aveva più il coraggio di
interrogarlo.
[35] Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: "Come mai
dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide?
[36] Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo:
Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello ai tuoi piedi.
[37] Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo
figlio?". E la numerosa folla lo ascoltava volentieri.
[38] Diceva loro mentre insegnava: "Guardatevi dagli scribi, che
amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze,
[39] avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti.
[40] Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere;
essi riceveranno una condanna più grave".
[41] E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava
monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte.
[42] Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un
quattrino.
[43] Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: "In verità vi
dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.
[44] Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua
povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per
vivere".
13
[1]
Mentre usciva dal tempio, un discepolo gli disse: "Maestro, guarda
che pietre e che costruzioni!".
[2] Gesù gli rispose: "Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà
qui pietra su pietra, che non sia distrutta".
[3] Mentre era seduto sul monte degli Ulivi, di fronte al tempio,
Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte:
[4] "Dicci, quando accadrà questo, e quale sarà il segno che
tutte queste cose staranno per compiersi?".
[5] Gesù si mise a dire loro: "Guardate che nessuno v'inganni!
[6] Molti verranno in mio nome, dicendo: "Sono io", e
inganneranno molti.
[7] E quando sentirete parlare di guerre, non allarmatevi; bisogna
infatti che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine.
[8] Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi
saranno terremoti sulla terra e vi saranno carestie. Questo sarà il
principio dei dolori.
[9] Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete
percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa
mia, per render testimonianza davanti a loro.
[10] Ma prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le
genti.
[11] E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi di
ciò che dovrete dire, ma dite ciò che in quell'ora vi sarà dato:
poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo.
[12] Il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio e i
figli insorgeranno contro i genitori e li metteranno a morte.
[13] Voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome, ma chi avrà
perseverato sino alla fine sarà salvato.
[14] Quando vedrete l'abominio della desolazione stare là dove non
conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea
fuggano ai monti;
[15] chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prender
qualcosa nella sua casa;
[16] chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello.
[17] Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni!
[18] Pregate che ciò non accada d'inverno;
[19] perché quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai
stata dall'inizio della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né
mai vi sarà.
[20] Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si
salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei
giorni.
[21] Allora, dunque, se qualcuno vi dirà: "Ecco, il Cristo è qui,
ecco è là", non ci credete;
[22] perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e
portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti.
[23] Voi però state attenti! Io vi ho predetto tutto.
[24] In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà
e la luna non darà più il suo splendore
[25] e gli astri si metteranno a cadere dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
[26] Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande
potenza e gloria.
[27] Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro
venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.
[28] Dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa
tenero e mette le foglie, voi sapete che l'estate è vicina;
[29] così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che
egli è vicino, alle porte.
[30] In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte
queste cose siano avvenute.
[31] Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
[32] Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche
gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
[33] State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento
preciso.
[34] È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la
propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha
ordinato al portiere di vigilare.
[35] Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa
ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al
mattino,
[36] perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati.
[37] Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!".
14
[1]
Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi
sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con
inganno, per ucciderlo.
[2] Dicevano infatti: "Non durante la festa, perché non succeda un
tumulto di popolo".
[3] Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. Mentre
stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di
olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di
alabastro e versò l'unguento sul suo capo.
[4] Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: "Perché tutto
questo spreco di olio profumato?
[5] Si poteva benissimo vendere quest'olio a più di trecento denari e
darli ai poveri!". Ed erano infuriati contro di lei.
[6] Allora Gesù disse: "Lasciatela stare; perché le date
fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona;
[7] i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando
volete, me invece non mi avete sempre.
[8] Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio
corpo per la sepoltura.
[9] In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato
il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha
fatto".
[10] Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai sommi
sacerdoti, per consegnare loro Gesù.
[11] Quelli all'udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed
egli cercava l'occasione opportuna per consegnarlo.
[12] Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi
discepoli gli dissero: "Dove vuoi che andiamo a preparare perché
tu possa mangiare la Pasqua?".
[13] Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: "Andate in
città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo
[14] e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è
la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei
discepoli?
[15] Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti,
già pronta; là preparate per noi".
[16] I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva
detto loro e prepararono per la Pasqua.
[17] Venuta la sera, egli giunse con i Dodici.
[18] Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: "In verità
vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà".
[19] Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro:
"Sono forse io?".
[20] Ed egli disse loro: "Uno dei Dodici, colui che intinge con me
nel piatto.
[21] Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a
quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Bene per quell'uomo
se non fosse mai nato!".
[22] Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo
spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio
corpo".
[23] Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero
tutti.
[24] E disse: "Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza,
versato per molti.
[25] In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite
fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio".
[26] E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
[27] Gesù disse loro: "Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta
scritto:
Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse.
[28] Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea".
[29] Allora Pietro gli disse: "Anche se tutti saranno
scandalizzati, io non lo sarò".
[30] Gesù gli disse: "In verità ti dico: proprio tu oggi, in
questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai
tre volte".
[31] Ma egli, con grande insistenza, diceva: "Se anche dovessi
morire con te, non ti rinnegherò". Lo stesso dicevano anche tutti
gli altri.
[32] Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai
suoi discepoli: "Sedetevi qui, mentre io prego".
[33] Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire
paura e angoscia.
[34] Gesù disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte.
Restate qui e vegliate".
[35] Poi, andato un po' innanzi, si gettò a terra e pregava che, se
fosse possibile, passasse da lui quell'ora.
[36] E diceva: "Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da
me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi
tu".
[37] Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro:
"Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola?
[38] Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è
pronto, ma la carne è debole".
[39] Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole.
[40] Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano
appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli.
[41] Venne la terza volta e disse loro: "Dormite ormai e
riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene
consegnato nelle mani dei peccatori.
[42] Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino".
[43] E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e
con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli
scribi e dagli anziani.
[44] Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: "Quello che bacerò,
è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta".
[45] Allora gli si accostò dicendo: "Rabbì" e lo baciò.
[46] Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono.
[47] Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il servo del sommo
sacerdote e gli recise l'orecchio.
[48] Allora Gesù disse loro: "Come contro un brigante, con spade e
bastoni siete venuti a prendermi.
[49] Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi
avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture!".
[50] Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono.
[51] Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo,
e lo fermarono.
[52] Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo.
[53] Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono
tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi.
[54] Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo
sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco.
[55] Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una
testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano.
[56] Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro
testimonianze non erano concordi.
[57] Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui,
dicendo:
[58] "Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo
tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non
fatto da mani d'uomo".
[59] Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde.
[60] Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea,
interrogò Gesù dicendo: "Non rispondi nulla? Che cosa
testimoniano costoro contro di te?".
[61] Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote
lo interrogò dicendogli: "Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio
benedetto?".
[62] Gesù rispose: "Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo".
[63] Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: "Che
bisogno abbiamo ancora di testimoni?
[64] Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?". Tutti
sentenziarono che era reo di morte.
[65] Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il
volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: "Indovina". I servi
intanto lo percuotevano.
[66] Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo
sacerdote
[67] e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse:
"Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù".
[68] Ma egli negò: "Non so e non capisco quello che vuoi
dire". Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò.
[69] E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: "Costui
è di quelli".
[70] Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a
Pietro: "Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo".
[71] Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco
quell'uomo che voi dite".
[72] Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di
quella parola che Gesù gli aveva detto: "Prima che il gallo canti
due volte, mi rinnegherai per tre volte". E scoppiò in pianto.
15
[1] Al
mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il
sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo
condussero e lo consegnarono a Pilato.
[2] Allora Pilato prese a interrogarlo: "Sei tu il re dei
Giudei?". Ed egli rispose: "Tu lo dici".
[3] I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse.
[4] Pilato lo interrogò di nuovo: "Non rispondi nulla? Vedi di
quante cose ti accusano!".
[5] Ma Gesù non rispose più nulla, sicché Pilato ne restò
meravigliato.
[6] Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a loro
richiesta.
[7] Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli
che nel tumulto avevano commesso un omicidio.
[8] La folla, accorsa, cominciò a chiedere ciò che sempre egli le
concedeva.
[9] Allora Pilato rispose loro: "Volete che vi rilasci il re dei
Giudei?".
[10] Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per
invidia.
[11] Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse
loro piuttosto Barabba.
[12] Pilato replicò: "Che farò dunque di quello che voi chiamate
il re dei Giudei?".
[13] Ed essi di nuovo gridarono: "Crocifiggilo!".
[14] Ma Pilato diceva loro: "Che male ha fatto?". Allora essi
gridarono più forte: "Crocifiggilo!".
[15] E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò
loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché
fosse crocifisso.
[16] Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel
pretorio, e convocarono tutta la coorte.
[17] Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di
spine, gliela misero sul capo.
[18] Cominciarono poi a salutarlo: "Salve, re dei Giudei!".
[19] E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e,
piegando le ginocchia, si prostravano a lui.
[20] Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero
le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
[21] Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene
che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la
croce.
[22] Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo
del cranio,
[23] e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
[24] Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su
di esse quello che ciascuno dovesse prendere.
[25] Erano le nove del mattino quando lo crocifissero.
[26] E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei
Giudei.
[27] Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno
alla sinistra.
[28]
[29] I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano:
"Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni,
[30] salva te stesso scendendo dalla croce!".
[31] Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe
di lui, dicevano: "Ha salvato altri, non può salvare se stesso!
[32] Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo
e crediamo". E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo
insultavano.
[33] Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre
del pomeriggio.
[34] Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?,
che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
[35] Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: "Ecco, chiama
Elia!".
[36] Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna,
gli dava da bere, dicendo: "Aspettate, vediamo se viene Elia a
toglierlo dalla croce".
[37] Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
[38] Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso.
[39] Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in
quel modo, disse: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!".
[40] C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano,
tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome,
[41] che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte
altre che erano salite con lui a Gerusalemme.
[42] Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la
vigilia del sabato,
[43] Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava
anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere
il corpo di Gesù.
[44] Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il
centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo.
[45] Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe.
[46] Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e,
avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia.
Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro.
[47] Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad
osservare dove veniva deposto.
16
[1]
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome
comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.
[2] Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro
al levar del sole.
[3] Esse dicevano tra loro: "Chi ci rotolerà via il masso
dall'ingresso del sepolcro?".
[4] Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via,
benché fosse molto grande.
[5] Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra,
vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura.
[6] Ma egli disse loro: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù
Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove
l'avevano deposto.
[7] Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in
Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto".
[8] Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di
timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano
paura.
[9] Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve
prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni.
[10] Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in
pianto.
[11] Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero
credere.
[12] Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano
in cammino verso la campagna.
[13] Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro
vollero credere.
[14] Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li
rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non
avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.
[15] Gesù disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il
vangelo ad ogni creatura.
[16] Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà
sarà condannato.
[17] E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono:
nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove,
[18] prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non
recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi
guariranno".
[19] Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e
sedette alla destra di Dio.
[20] Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore
operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che
l'accompagnavano.
VANGELO
SECONDO LUCA
1
[1]
Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti
successi tra di noi,
[2] come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da
principio e divennero ministri della parola,
[3] così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni
circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato,
illustre Teòfilo,
[4] perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti
che hai ricevuto.
[5] Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato
Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di
Aronne chiamata Elisabetta.
[6] Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le
leggi e le prescrizioni del Signore.
[7] Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due
erano avanti negli anni.
[8] Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua
classe,
[9] secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di
entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso.
[10] Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso.
[11] Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra
dell'altare dell'incenso.
[12] Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore.
[13] Ma l'angelo gli disse: "Non temere, Zaccaria, la tua preghiera
è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che
chiamerai Giovanni.
[14] Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua
nascita,
[15] poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né
bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua
madre
[16] e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio.
[17] Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per
ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei
giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto".
[18] Zaccaria disse all'angelo: "Come posso conoscere questo? Io
sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni".
[19] L'angelo gli rispose: "Io sono Gabriele che sto al cospetto di
Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annunzio.
[20] Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui
queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le
quali si adempiranno a loro tempo".
[21] Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava
per il suo indugiare nel tempio.
[22] Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio
aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
[23] Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.
[24] Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne
nascosta per cinque mesi e diceva:
[25] "Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui
si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini".
[26] Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città
della Galilea, chiamata Nàzaret,
[27] a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide,
chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
[28] Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il
Signore è con te".
[29] A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse
un tale saluto.
[30] L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato
grazia presso Dio.
[31] Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
[32] Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli
darà il trono di Davide suo padre
[33] e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà
fine".
[34] Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco
uomo".
[35] Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su
te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà
sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
[36] Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha
concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti
dicevano sterile:
[37] nulla è impossibile a Dio".
[38] Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei.
[39] In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e
raggiunse in fretta una città di Giuda.
[40] Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
[41] Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le
sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo
[42] ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e
benedetto il frutto del tuo grembo!
[43] A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
[44] Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il
bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
[45] E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del
Signore".
[46] Allora Maria disse:
"L'anima mia magnifica il Signore
[47] e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
[48] perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
[49] Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
[50] di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
[51] Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
[52] ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
[53] ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
[54] Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
[55] come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre".
[56] Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
[57] Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla
luce un figlio.
[58] I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei
la sua misericordia, e si rallegravano con lei.
[59] All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano
chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria.
[60] Ma sua madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni".
[61] Le dissero: "Non c'è nessuno della tua parentela che si
chiami con questo nome".
[62] Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si
chiamasse.
[63] Egli chiese una tavoletta, e scrisse: "Giovanni è il suo
nome". Tutti furono meravigliati.
[64] In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la
lingua, e parlava benedicendo Dio.
[65] Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione
montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose.
[66] Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: "Che sarà
mai questo bambino?" si dicevano. Davvero la mano del Signore stava
con lui.
[67] Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo:
[68] "Benedetto il Signore Dio d'Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
[69] e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,
[70] come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:
[71] salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
[72] Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
[73] del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
[74] di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore,
[75] in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
[76] E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
[77] per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,
[78] grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge
[79] per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace".
[80] Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in
regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
2
[1] In
quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il
censimento di tutta la terra.
[2] Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria
Quirinio.
[3] Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.
[4] Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla
città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide,
chiamata Betlemme,
[5] per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.
[6] Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i
giorni del parto.
[7] Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo
depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
[8] C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte
facendo la guardia al loro gregge.
[9] Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del
Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,
[10] ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una
grande gioia, che sarà di tutto il popolo:
[11] oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il
Cristo Signore.
[12] Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che
giace in una mangiatoia".
[13] E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste
che lodava Dio e diceva:
[14] "Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama".
[15] Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i
pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo
avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".
[16] Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il
bambino, che giaceva nella mangiatoia.
[17] E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato
detto loro.
[18] Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori
dicevano.
[19] Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo
cuore.
[20] I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto
quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
[21] Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la
circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato
dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
[22] Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di
Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,
[23] come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito
sarà sacro al Signore;
[24] e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani
colombi, come prescrive la Legge del Signore.
[25] Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e
timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele;
[26] lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che
non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del
Signore.
[27] Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori
vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,
[28] lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
[29] "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
[30] perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
[31] preparata da te davanti a tutti i popoli,
[32] luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele".
[33] Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si
dicevano di lui.
[34] Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui
per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di
contraddizione
[35] perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una
spada trafiggerà l'anima".
[36] C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù
di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni
dal tempo in cui era ragazza,
[37] era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si
allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e
preghiere.
[38] Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e
parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
[39] Quando ebbero tutto compiuto secondo la Legge del Signore, fecero
ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
[40] Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la
grazia di Dio era sopra di lui.
[41] I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la
festa di Pasqua.
[42] Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo
l'usanza;
[43] ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del
ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori
se ne accorgessero.
[44] Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si
misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti;
[45] non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
[46] Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai
dottori, mentre li ascoltava e li interrogava.
[47] E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua
intelligenza e le sue risposte.
[48] Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio,
perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti
cercavamo".
[49] Ed egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io
devo occuparmi delle cose del Padre mio?".
[50] Ma essi non compresero le sue parole.
[51] Partì dunque con loro e tornò a Nàzaret e stava loro sottomesso.
Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.
[52] E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli
uomini.
3
[1]
Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio
Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e
Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània
tetrarca dell'Abilène,
[2] sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su
Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.
[3] Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un
battesimo di conversione per il perdono dei peccati,
[4] com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
[5] Ogni burrone sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassato;
i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati.
[6] Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
[7] Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui:
"Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all'ira imminente?
[8] Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in
voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può
far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre.
[9] Anzi, la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero
che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco".
[10] Le folle lo interrogavano: "Che cosa dobbiamo fare?".
[11] Rispondeva: "Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e
chi ha da mangiare, faccia altrettanto".
[12] Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero:
"Maestro, che dobbiamo fare?".
[13] Ed egli disse loro: "Non esigete nulla di più di quanto vi è
stato fissato".
[14] Lo interrogavano anche alcuni soldati: "E noi che dobbiamo
fare?". Rispose: "Non maltrattate e non estorcete niente a
nessuno, contentatevi delle vostre paghe".
[15] Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor
loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo,
[16] Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua;
ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di
sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in
Spirito Santo e fuoco.
[17] Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per
raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco
inestinguibile".
[18] Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
[19] Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie
di suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso,
[20] aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in
prigione.
[21] Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche
lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì
[22] e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di
colomba, e vi fu una voce dal cielo: "Tu sei il mio figlio
prediletto, in te mi sono compiaciuto".
[23] Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent'anni ed
era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli,
[24] figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innài,
figlio di Giuseppe,
[25] figlio di Mattatìa, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di
Esli, figlio di Naggài,
[26] figlio di Maat, figlio di Mattatìa, figlio di Semèin, figlio di
Iosek, figlio di Ioda,
[27] figlio di Ioanan, figlio di Resa, figlio di Zorobabèle, figlio di
Salatiel, figlio di Neri,
[28] figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm,
figlio di Er,
[29] figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di
Mattàt, figlio di Levi,
[30] figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di
Ionam, figlio di Eliacim,
[31] figlio di Melèa, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di
Natàm, figlio di Davide,
[32] figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala,
figlio di Naàsson,
[33] figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di
Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda,
[34] figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di
Tare, figlio di Nacor,
[35] figlio di Seruk, figlio di Ragau, figlio di Falek, figlio di Eber,
figlio di Sala,
[36] figlio di Cainam, figlio di Arfàcsad, figlio di Sem, figlio di Noè,
figlio di Lamech,
[37] figlio di Matusalemme, figlio di Enoch, figlio di Iaret, figlio di
Malleèl, figlio di Cainam,
[38] figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.
4
[1] Gesù,
pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo
Spirito nel deserto
[2] dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla
in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame.
[3] Allora il diavolo gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, di' a
questa pietra che diventi pane".
[4] Gesù gli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà
l'uomo".
[5] Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i
regni della terra, gli disse:
[6] "Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni,
perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio.
[7] Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo".
[8] Gesù gli rispose: "Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti
prostrerai, lui solo adorerai".
[9] Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli
disse: "Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù;
[10] sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordine per te,
perché essi ti custodiscano;
[11] e anche:
essi ti sosterranno con le mani,
perché il tuo piede non inciampi in una pietra".
[12] Gesù gli rispose: "È stato detto: Non tenterai il Signore
Dio tuo".
[13] Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si
allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.
[14] Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la
sua fama si diffuse in tutta la regione.
[15] Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
[16] Si recò a Nàzaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il
suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.
[17] Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo
dove era scritto:
[18] Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
[19] e predicare un anno di grazia del Signore.
[20] Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette.
Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.
[21] Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa
Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi".
[22] Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle
parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è
il figlio di Giuseppe?".
[23] Ma egli rispose: "Di certo voi mi citerete il proverbio:
Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fàllo
anche qui, nella tua patria!".
[24] Poi aggiunse: "Nessun profeta è bene accetto in patria.
[25] Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia,
quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande
carestia in tutto il paese;
[26] ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in
Sarepta di Sidone.
[27] C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma
nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro".
[28] All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno;
[29] si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin
sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo
giù dal precipizio.
[30] Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.
[31] Poi discese a Cafàrnao, una città della Galilea, e al sabato
ammaestrava la gente.
[32] Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con
autorità.
[33] Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a
gridare forte:
[34] "Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei
venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!".
[35] Gesù gli intimò: "Taci, esci da costui!". E il demonio,
gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun
male.
[36] Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: "Che
parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti
immondi ed essi se ne vanno?".
[37] E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.
[38] Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di
Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.
[39] Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò.
Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli.
[40] Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali
di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le
mani, li guariva.
[41] Da molti uscivano demòni gridando: "Tu sei il Figlio di
Dio!". Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché
sapevano che era il Cristo.
[42] Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le
folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se
ne andasse via da loro.
[43] Egli però disse: "Bisogna che io annunzi il regno di Dio
anche alle altre città; per questo sono stato mandato".
[44] E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
5
[1] Un
giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret
[2] e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio,
vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e
lavavano le reti.
[3] Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un
poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
[4] Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo
e calate le reti per la pesca".
[5] Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non
abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti".
[6] E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si
rompevano.
[7] Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad
aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che
quasi affondavano.
[8] Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù,
dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore".
[9] Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano
insieme con lui per la pesca che avevano fatto;
[10] così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di
Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai
pescatore di uomini".
[11] Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
[12] Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di
lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: "Signore, se
vuoi, puoi sanarmi".
[13] Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii
risanato!". E subito la lebbra scomparve da lui.
[14] Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: "Va', mostrati al
sacerdote e fa' l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè,
perché serva di testimonianza per essi".
[15] La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per
ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità.
[16] Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare.
[17] Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori
della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da
Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
[18] Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico,
cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui.
[19] Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono
sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a
Gesù, nel mezzo della stanza.
[20] Veduta la loro fede, disse: "Uomo, i tuoi peccati ti sono
rimessi".
[21] Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: "Chi
è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non
Dio soltanto?".
[22] Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: "Che cosa
andate ragionando nei vostri cuori?
[23] Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o
dire: Alzati e cammina?
[24] Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla
terra di rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al
paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua".
[25] Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era
disteso e si avviò verso casa glorificando Dio.
[26] Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore
dicevano: "Oggi abbiamo visto cose prodigiose".
[27] Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al
banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!".
[28] Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
[29] Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una
folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola.
[30] I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli:
"Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?".
[31] Gesù rispose: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico,
ma i malati;
[32] io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a
convertirsi".
[33] Allora gli dissero: "I discepoli di Giovanni digiunano spesso
e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi
mangiano e bevono!".
[34] Gesù rispose: "Potete far digiunare gli invitati a nozze,
mentre lo sposo è con loro?
[35] Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro;
allora, in quei giorni, digiuneranno".
[36] Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da
un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli
strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio.
[37] E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo
spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti.
[38] Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi.
[39] Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché
dice: Il vecchio è buono!".
6
[1] Un
giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli
coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
[2] Alcuni farisei dissero: "Perché fate ciò che non è permesso
di sabato?".
[3] Gesù rispose: "Allora non avete mai letto ciò che fece
Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni?
[4] Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò
e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non
ai soli sacerdoti?".
[5] E diceva loro: "Il Figlio dell'uomo è signore del
sabato".
[6] Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare.
Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita.
[7] Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di
sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.
[8] Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che
aveva la mano inaridita: "Alzati e mettiti nel mezzo!".
L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato.
[9] Poi Gesù disse loro: "Domando a voi: È lecito in giorno di
sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o
perderla?".
[10] E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo:
"Stendi la mano!". Egli lo fece e la mano guarì.
[11] Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello
che avrebbero potuto fare a Gesù.
[12] In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò
la notte in orazione.
[13] Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse
dodici, ai quali diede il nome di apostoli:
[14] Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo,
Giovanni, Filippo, Bartolomeo,
[15] Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota,
[16] Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.
[17] Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran
folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea,
da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone,
[18] che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro
malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano
guariti.
[19] Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza
che sanava tutti.
[20] Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
"Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
[21] Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
[22] Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al
bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a
causa del Figlio dell'uomo.
[23] Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra
ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro
padri con i profeti.
[24] Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
[25] Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
[26] Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.
[27] Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del
bene a coloro che vi odiano,
[28] benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi
maltrattano.
[29] A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva
il mantello, non rifiutare la tunica.
[30] Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.
[31] Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
[32] Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i
peccatori fanno lo stesso.
[33] E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne
avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
[34] E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne
avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne
altrettanto.
[35] Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza
sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli
dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.
[36] Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
[37] Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete
condannati; perdonate e vi sarà perdonato;
[38] date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e
traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui
misurate, sarà misurato a voi in cambio".
[39] Disse loro anche una parabola: "Può forse un cieco guidare un
altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca?
[40] Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato
sarà come il suo maestro.
[41] Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e
non t'accorgi della trave che è nel tuo?
[42] Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che
è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita,
togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel
togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
[43] Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo
che faccia frutti buoni.
[44] Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono
fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.
[45] L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore;
l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la
bocca parla dalla pienezza del cuore.
[46] Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che
dico?
[47] Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi
mostrerò a chi è simile:
[48] è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto
profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il
fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era
costruita bene.
[49] Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che
ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì
e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande".
7
[1]
Quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che
stava in ascolto, entrò in Cafàrnao.
[2] Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il
centurione l'aveva molto caro.
[3] Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani
dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo.
[4] Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: "Egli
merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano,
[5] perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la
sinagoga".
[6] Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla
casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: "Signore,
non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio
tetto;
[7] per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma
comanda con una parola e il mio servo sarà guarito.
[8] Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di
me dei soldati; e dico all'uno: Va' ed egli va, e a un altro: Vieni, ed
egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa".
[9] All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che
lo seguiva disse: "Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una
fede così grande!".
[10] E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
[11] In seguito si recò in una città chiamata Nain e facevano la
strada con lui i discepoli e grande folla.
[12] Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato
al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della
città era con lei.
[13] Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: "Non
piangere!".
[14] E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi
disse: "Giovinetto, dico a te, alzati!".
[15] Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo
diede alla madre.
[16] Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: "Un
grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo".
[17] La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta
la regione.
[18] Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi
avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi
[19] e li mandò a dire al Signore: "Sei tu colui che viene, o
dobbiamo aspettare un altro?".
[20] Venuti da lui, quegli uomini dissero: "Giovanni il Battista ci
ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo
aspettare un altro?".
[21] In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da
infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi.
[22] Poi diede loro questa risposta: "Andate e riferite a Giovanni
ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi
camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti
risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella.
[23] E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!".
[24] Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a
dire alla folla riguardo a Giovanni: "Che cosa siete andati a
vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento?
[25] E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in
morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria
stanno nei palazzi dei re.
[26] Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e
più che un profeta.
[27] Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco io mando davanti a te il mio messaggero,
egli preparerà la via davanti a te.
[28] Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di
Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.
[29] Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno
riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni.
[30] Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da
lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio.
[31] A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi
sono simili?
[32] Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni
agli altri:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato;
vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!
[33] È venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non
beve vino, e voi dite: Ha un demonio.
[34] È venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco
un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori.
[35] Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi
figli".
[36] Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella
casa del fariseo e si mise a tavola.
[37] Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si
trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato;
[38] e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e
cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li
baciava e li cospargeva di olio profumato.
[39] A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé.
"Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è
colei che lo tocca: è una peccatrice".
[40] Gesù allora gli disse: "Simone, ho una cosa da dirti".
Ed egli: "Maestro, di' pure".
[41] "Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento
denari, l'altro cinquanta.
[42] Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due.
Chi dunque di loro lo amerà di più?".
[43] Simone rispose: "Suppongo quello a cui ha condonato di più".
Gli disse Gesù: "Hai giudicato bene".
[44] E volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa
donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i
piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati
con i suoi capelli.
[45] Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non
ha cessato di baciarmi i piedi.
[46] Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha
cosparso di profumo i piedi.
[47] Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché
ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco".
[48] Poi disse a lei: "Ti sono perdonati i tuoi peccati".
[49] Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: "Chi è
quest'uomo che perdona anche i peccati?".
[50] Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; va' in
pace!".
8
[1] In
seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e
annunziando la buona novella del regno di Dio.
[2] C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da
spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano
usciti sette demòni,
[3] Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte
altre, che li assistevano con i loro beni.
[4] Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni
città, disse con una parabola:
[5] "Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre
seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del
cielo la divorarono.
[6] Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per
mancanza di umidità.
[7] Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con
essa, la soffocarono.
[8] Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte
tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per intendere,
intenda!".
[9] I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola.
[10] Ed egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di
Dio, ma agli altri solo in parabole, perché
vedendo non vedano
e udendo non intendano.
[11] Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di
Dio.
[12] I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma
poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non
credano e così siano salvati.
[13] Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono
con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma
nell'ora della tentazione vengono meno.
[14] Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver
ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni,
dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione.
[15] Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver
ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e
producono frutto con la loro perseveranza.
[16] Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto
un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la
luce.
[17] Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla
di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce.
[18] Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà
dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere".
[19] Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non
potevano avvicinarlo a causa della folla.
[20] Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori
e desiderano vederti".
[21] Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che
ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica".
[22] Un giorno salì su una barca con i suoi discepoli e disse:
"Passiamo all'altra riva del lago". Presero il largo.
[23] Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Un turbine di vento si
abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo.
[24] Accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Maestro, maestro,
siamo perduti!". E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti
minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia.
[25] Allora disse loro: "Dov'è la vostra fede?". Essi
intimoriti e meravigliati si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque
costui che dà ordini ai venti e all'acqua e gli obbediscono?".
[26] Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla
Galilea.
[27] Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della
città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né
abitava in casa, ma nei sepolcri.
[28] Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran
voce: "Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego,
non tormentarmi!".
[29] Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da
quell'uomo. Molte volte infatti s'era impossessato di lui; allora lo
legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami
e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti.
[30] Gesù gli domandò: "Qual è il tuo nome?". Rispose:
"Legione", perché molti demòni erano entrati in lui.
[31] E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso.
[32] Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte.
Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo
permise.
[33] I demòni uscirono dall'uomo ed entrarono nei porci e quel branco
corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò.
[34] Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e
portarono la notizia nella città e nei villaggi.
[35] La gente uscì per vedere l'accaduto, arrivarono da Gesù e
trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di
mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento.
[36] Quelli che erano stati spettatori riferirono come l'indemoniato era
stato guarito.
[37] Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese
che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito
su una barca, tornò indietro.
[38] L'uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con
lui, ma egli lo congedò dicendo:
[39] "Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto".
L'uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli
aveva fatto.
[40] Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano
in attesa di lui.
[41] Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga:
gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua,
[42] perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per
morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno.
[43] Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno
era riuscito a guarire,
[44] gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e
subito il flusso di sangue si arrestò.
[45] Gesù disse: "Chi mi ha toccato?". Mentre tutti negavano,
Pietro disse: "Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti
schiaccia".
[46] Ma Gesù disse: "Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una
forza è uscita da me".
[47] Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece
avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il
popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito
guarita.
[48] Egli le disse: "Figlia, la tua fede ti ha salvata, va' in
pace!".
[49] Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della
sinagoga a dirgli: "Tua figlia è morta, non disturbare più il
maestro".
[50] Ma Gesù che aveva udito rispose: "Non temere, soltanto abbi
fede e sarà salvata".
[51] Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all'infuori
di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla.
[52] Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse:
"Non piangete, perché non è morta, ma dorme".
[53] Essi lo deridevano, sapendo che era morta,
[54] ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: "Fanciulla,
alzati!".
[55] Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all'istante. Egli
ordinò di darle da mangiare.
[56] I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non
raccontare a nessuno ciò che era accaduto.
9
[1] Egli
allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i
demòni e di curare le malattie.
[2] E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
[3] Disse loro: "Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né
bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno.
[4] In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il
cammino.
[5] Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città,
scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di
essi".
[6] Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio,
annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.
[7] Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti
e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: "Giovanni
è risuscitato dai morti",
[8] altri: "È apparso Elia", e altri ancora: "È risorto
uno degli antichi profeti".
[9] Ma Erode diceva: "Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è
dunque costui, del quale sento dire tali cose?". E cercava di
vederlo.
[10] Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che
avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò verso una città
chiamata Betsàida.
[11] Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a
parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure.
[12] Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono
dicendo: "Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle
campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una
zona deserta".
[13] Gesù disse loro: "Dategli voi stessi da mangiare". Ma
essi risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno
che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente".
[14] C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli:
"Fateli sedere per gruppi di cinquanta".
[15] Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti.
[16] Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi
al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li
distribuissero alla folla.
[17] Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono
portate via dodici ceste.
[18] Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare
e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: "Chi sono io
secondo la gente?".
[19] Essi risposero: "Per alcuni Giovanni il Battista, per altri
Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto".
[20] Allora domandò: "Ma voi chi dite che io sia?". Pietro,
prendendo la parola, rispose: "Il Cristo di Dio".
[21] Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.
[22] "Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere
riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo
a morte e risorgere il terzo giorno".
[23] Poi, a tutti, diceva: "Se qualcuno vuol venire dietro a me,
rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
[24] Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la
propria vita per me, la salverà.
[25] Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o
rovina se stesso?
[26] Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà
il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli
angeli santi.
[27] In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno
prima di aver visto il regno di Dio".
[28] Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro,
Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.
[29] E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste
divenne candida e sfolgorante.
[30] Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia,
[31] apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che
avrebbe portato a compimento a Gerusalemme.
[32] Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia
restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con
lui.
[33] Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù:
"Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per
te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quel che diceva.
[34] Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in
quella nube, ebbero paura.
[35] E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio
mio, l'eletto; ascoltatelo".
[36] Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei
giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
[37] Il giorno seguente, quando furon discesi dal monte, una gran folla
gli venne incontro.
[38] A un tratto dalla folla un uomo si mise a gridare: "Maestro,
ti prego di volgere lo sguardo a mio figlio, perché è l'unico che ho.
[39] Ecco, uno spirito lo afferra e subito egli grida, lo scuote ed egli
dà schiuma e solo a fatica se ne allontana lasciandolo sfinito.
[40] Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono
riusciti".
[41] Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa, fino a
quando sarò con voi e vi sopporterò? Conducimi qui tuo figlio".
[42] Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò per terra
agitandolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito immondo, risanò
il fanciullo e lo consegnò a suo padre.
[43] E tutti furono stupiti per la grandezza di Dio.
Mentre tutti erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, disse ai
suoi discepoli:
[44] "Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo
sta per esser consegnato in mano degli uomini".
[45] Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così
misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a
rivolgergli domande su tale argomento.
[46] Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più
grande.
[47] Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un
fanciullo, se lo mise vicino e disse:
[48] "Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e
chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più
piccolo tra tutti voi, questi è grande".
[49] Giovanni prese la parola dicendo: "Maestro, abbiamo visto un
tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché
non è con noi tra i tuoi seguaci".
[50] Ma Gesù gli rispose: "Non glielo impedite, perché chi non è
contro di voi, è per voi".
[51] Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal
mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme
[52] e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed
entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui.
[53] Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso
Gerusalemme.
[54] Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero:
"Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li
consumi?".
[55] Ma Gesù si voltò e li rimproverò.
[56] E si avviarono verso un altro villaggio.
[57] Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò
dovunque tu vada".
[58] Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli
del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il
capo".
[59] A un altro disse: "Seguimi". E costui rispose:
"Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre".
[60] Gesù replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro
morti; tu va' e annunzia il regno di Dio".
[61] Un altro disse: "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io
mi congedi da quelli di casa".
[62] Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e
poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio".
10
[1] Dopo
questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò
a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
[2] Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi.
Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua
messe.
[3] Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;
[4] non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno
lungo la strada.
[5] In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
[6] Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di
lui, altrimenti ritornerà su di voi.
[7] Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno,
perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in
casa.
[8] Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello
che vi sarà messo dinanzi,
[9] curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a
voi il regno di Dio.
[10] Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite
sulle piazze e dite:
[11] Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri
piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di
Dio è vicino.
[12] Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente
di quella città.
[13] Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e
Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo
si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere.
[14] Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente
di voi.
[15] E tu, Cafàrnao,
sarai innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi sarai precipitata!
[16] Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi
disprezza me disprezza colui che mi ha mandato".
[17] I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore,
anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome".
[18] Egli disse: "Io vedevo satana cadere dal cielo come la
folgore.
[19] Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli
scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.
[20] Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi;
rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli".
[21] In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse:
"Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai
nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai
piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto.
[22] Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il
Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al
quale il Figlio lo voglia rivelare".
[23] E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: "Beati gli
occhi che vedono ciò che voi vedete.
[24] Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi
vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non
l'udirono".
[25] Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova:
"Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?".
[26] Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa
vi leggi?".
[27] Costui rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo
cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua
mente e il prossimo tuo come te stesso".
[28] E Gesù: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai".
[29] Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il
mio prossimo?".
[30] Gesù riprese:
"Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti
che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo
mezzo morto.
[31] Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando
lo vide passò oltre dall'altra parte.
[32] Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
[33] Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo
vide e n'ebbe compassione.
[34] Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino;
poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si
prese cura di lui.
[35] Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore,
dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò
al mio ritorno.
[36] Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è
incappato nei briganti?".
[37] Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù
gli disse: "Va' e anche tu fa' lo stesso".
[38] Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di
nome Marta, lo accolse nella sua casa.
[39] Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi
di Gesù, ascoltava la sua parola;
[40] Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi
avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata
sola a servire? Dille dunque che mi aiuti".
[41] Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti
per molte cose,
[42] ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la
parte migliore, che non le sarà tolta".
11
[1] Un
giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno
dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche
Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli".
[2] Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite:
Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
[3] dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
[4] e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazione".
[5] Poi aggiunse: "Se uno di voi ha un amico e va da lui a
mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani,
[6] perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da
mettergli davanti;
[7] e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta
è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi
per darteli;
[8] vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si
alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua
insistenza.
[9] Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete,
bussate e vi sarà aperto.
[10] Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà
aperto.
[11] Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una
pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una
serpe?
[12] O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?
[13] Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri
figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a
coloro che glielo chiedono!".
[14] Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio,
il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate.
[15] Ma alcuni dissero: "È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni,
che egli scaccia i demòni".
[16] Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal
cielo.
[17] Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: "Ogni regno diviso in
se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra.
[18] Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in
piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl.
[19] Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri
discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i
vostri giudici.
[20] Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto
a voi il regno di Dio.
[21] Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo,
tutti i suoi beni stanno al sicuro.
[22] Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via
l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
[23] Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me,
disperde.
[24] Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi
aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia
casa da cui sono uscito.
[25] Venuto, la trova spazzata e adorna.
[26] Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed
essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo
diventa peggiore della prima".
[27] Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e
disse: "Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai
preso il latte!".
[28] Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola
di Dio e la osservano!".
[29] Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
"Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un
segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona.
[30] Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche
il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
[31] La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di
questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità
della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di
Salomone c'è qui.
[32] Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa
generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona
si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui.
[33] Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il
moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce.
[34] La lucerna del tuo corpo è l'occhio. Se il tuo occhio è sano,
anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo
corpo è nelle tenebre.
[35] Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra.
[36] Se il tuo corpo è tutto luminoso senza avere alcuna parte nelle
tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il
suo bagliore".
[37] Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo.
Egli entrò e si mise a tavola.
[38] Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima
del pranzo.
[39] Allora il Signore gli disse: "Voi farisei purificate l'esterno
della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di
iniquità.
[40] Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche
l'interno?
[41] Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto
per voi sarà mondo.
[42] Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della
ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di
Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.
[43] Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e
i saluti sulle piazze.
[44] Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la
gente vi passa sopra senza saperlo".
[45] Uno dei dottori della legge intervenne: "Maestro, dicendo
questo, offendi anche noi".
[46] Egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della legge, che
caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li
toccate nemmeno con un dito!
[47] Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri
li hanno uccisi.
[48] Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri
padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri.
[49] Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e
apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno;
[50] perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti
i profeti, versato fin dall'inizio del mondo,
[51] dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra
l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa
generazione.
[52] Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della
scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete
impedito".
[53] Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a
trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti,
[54] tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita
dalla sua stessa bocca.
12
[1] Nel
frattempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda,
Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: "Guardatevi dal
lievito dei farisei, che è l'ipocrisia.
[2] Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che
non sarà conosciuto.
[3] Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena
luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne,
sarà annunziato sui tetti.
[4] A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e
dopo non possono far più nulla.
[5] Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver
ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete
Costui.
[6] Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno
uno di essi è dimenticato davanti a Dio.
[7] Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi
valete più di molti passeri.
[8] Inoltre vi dico: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche
il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio;
[9] ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti
agli angeli di Dio.
[10] Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato,
ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato.
[11] Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle
autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire;
[12] perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che
bisogna dire".
[13] Uno della folla gli disse: "Maestro, di' a mio fratello che
divida con me l'eredità".
[14] Ma egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o
mediatore sopra di voi?".
[15] E disse loro: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni
cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non
dipende dai suoi beni".
[16] Disse poi una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva
dato un buon raccolto.
[17] Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i
miei raccolti?
[18] E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di
più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.
[19] Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni,
per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia.
[20] Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la
tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?
[21] Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti
a Dio".
[22] Poi disse ai discepoli: "Per questo io vi dico: Non datevi
pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro
corpo, come lo vestirete.
[23] La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito.
[24] Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio
né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete!
[25] Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un'ora sola alla
sua vita?
[26] Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché
vi affannate del resto?
[27] Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io
vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno
di loro.
[28] Se dunque Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani
si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede?
[29] Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con
l'animo in ansia:
[30] di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre
vostro sa che ne avete bisogno.
[31] Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in
aggiunta.
[32] Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di
darvi il suo regno.
[33] Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non
invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano
e la tignola non consuma.
[34] Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
[35] Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese;
[36] siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle
nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.
[37] Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora
svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a
tavola e passerà a servirli.
[38] E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà
così, beati loro!
[39] Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene
il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
[40] Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà
nell'ora che non pensate".
[41] Allora Pietro disse: "Signore, questa parabola la dici per noi
o anche per tutti?".
[42] Il Signore rispose: "Qual è dunque l'amministratore fedele e
saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire
a tempo debito la razione di cibo?
[43] Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
[44] In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
[45] Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e
cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a
ubriacarsi,
[46] il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se
l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli
il posto fra gli infedeli.
[47] Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà
disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse;
[48] quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di
percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà
chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.
[49] Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse
già acceso!
[50] C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché
non sia compiuto!
[51] Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi
dico, ma la divisione.
[52] D'ora innanzi in una casa di cinque persone
[53] si divideranno tre contro due e due contro tre;
padre contro figlio e figlio contro padre,
madre contro figlia e figlia contro madre,
suocera contro nuora e nuora contro suocera".
[54] Diceva ancora alle folle: "Quando vedete una nuvola salire da
ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade.
[55] E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade.
[56] Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come
mai questo tempo non sapete giudicarlo?
[57] E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?
[58] Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la
strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al
giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in
prigione.
[59] Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino
all'ultimo spicciolo".
13
[1] In
quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei
Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro
sacrifici.
[2] Prendendo la parola, Gesù rispose: "Credete che quei Galilei
fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?
[3] No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso
modo.
[4] O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li
uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di
Gerusalemme?
[5] No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso
modo".
[6] Disse anche questa parabola: "Un tale aveva un fico piantato
nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.
[7] Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare
frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare
il terreno?
[8] Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io
gli zappi attorno e vi metta il concime
[9] e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo
taglierai".
[10] Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato.
[11] C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la
teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo.
[12] Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: "Donna, sei libera
dalla tua infermità",
[13] e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
[14] Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato
quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: "Ci
sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi
curare e non in giorno di sabato".
[15] Il Signore replicò: "Ipocriti, non scioglie forse, di sabato,
ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad
abbeverarsi?
[16] E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata
diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di
sabato?".
[17] Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si
vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da
lui compiute.
[18] Diceva dunque: "A che cosa è simile il regno di Dio, e a che
cosa lo rassomiglierò?
[19] È simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato
nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del
cielo si sono posati tra i suoi rami".
[20] E ancora: "A che cosa rassomiglierò il regno di Dio?
[21] È simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia
di farina, finché sia tutta fermentata".
[22] Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso
Gerusalemme.
[23] Un tale gli chiese: "Signore, sono pochi quelli che si
salvano?". Rispose:
[24] "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi
dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno.
[25] Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti
fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma
egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete.
[26] Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua
presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze.
[27] Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete.
Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità!
[28] Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo,
Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati
fuori.
[29] Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da
mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.
[30] Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni
tra i primi che saranno ultimi".
[31] In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli:
"Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere".
[32] Egli rispose: "Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio
i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò
finito.
[33] Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada
per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori
di Gerusalemme.
[34] Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che
sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come
una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto!
[35] Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che
non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che
viene nel nome del Signore!".
14
[1] Un
sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la
gente stava ad osservarlo.
[2] Davanti a lui stava un idropico.
[3] Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse:
"È lecito o no curare di sabato?".
[4] Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
[5] Poi disse: "Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel
pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?".
[6] E non potevano rispondere nulla a queste parole.
[7] Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse
loro una parabola:
[8] "Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo
posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te
[9] e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto!
Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto.
[10] Invece quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché
venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti.
Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.
[11] Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà
esaltato".
[12] Disse poi a colui che l'aveva invitato: "Quando offri un
pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i
tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a
loro volta e tu abbia il contraccambio.
[13] Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi,
zoppi, ciechi;
[14] e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti
la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti".
[15] Uno dei commensali, avendo udito ciò, gli disse: "Beato chi
mangerà il pane nel regno di Dio!".
[16] Gesù rispose: "Un uomo diede una grande cena e fece molti
inviti.
[17] All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati:
Venite, è pronto.
[18] Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse:
Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami
giustificato.
[19] Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli;
ti prego, considerami giustificato.
[20] Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire.
[21] Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il
padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e
per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi.
[22] Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è
ancora posto.
[23] Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le
siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia.
[24] Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati
assaggerà la mia cena".
[25] Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse:
[26] "Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie,
i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può
essere mio discepolo.
[27] Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può
essere mio discepolo.
[28] Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a
calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?
[29] Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il
lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo:
[30] Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il
lavoro.
[31] Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede
prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene
incontro con ventimila?
[32] Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria
per la pace.
[33] Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può
essere mio discepolo.
[34] Il sale è buono, ma se anche il sale perdesse il sapore, con che
cosa lo si salerà?
[35] Non serve né per la terra né per il concime e così lo buttano
via. Chi ha orecchi per intendere, intenda".
15
[1] Si
avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.
[2] I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori
e mangia con loro".
[3] Allora egli disse loro questa parabola:
[4] "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le
novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la
ritrova?
[5] Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento,
[6] va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me,
perché ho trovato la mia pecora che era perduta.
[7] Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore
convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di
conversione.
[8] O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la
lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova?
[9] E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo:
Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.
[10] Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo
peccatore che si converte".
[11] Disse ancora: "Un uomo aveva due figli.
[12] Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del
patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.
[13] Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue
cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze
vivendo da dissoluto.
[14] Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed
egli cominciò a trovarsi nel bisogno.
[15] Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella
regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.
[16] Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma
nessuno gliene dava.
[17] Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di
mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
[18] Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato
contro il Cielo e contro di te;
[19] non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno
dei tuoi garzoni.
[20] Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse
incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
[21] Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di
te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.
[22] Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più
bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.
[23] Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,
[24] perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era
perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
[25] Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu
vicino a casa, udì la musica e le danze;
[26] chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.
[27] Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto
ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.
[28] Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a
pregarlo.
[29] Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non
ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto
per far festa con i miei amici.
[30] Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le
prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.
[31] Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che
è mio è tuo;
[32] ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello
era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato
ritrovato".
16
[1]
Diceva anche ai discepoli: "C'era un uomo ricco che aveva un
amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi
averi.
[2] Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi
conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere
amministratore.
[3] L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi
toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno.
[4] So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato
dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua.
[5] Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo:
[6] Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio.
Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta.
[7] Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di
grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta.
[8] Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito
con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono
più scaltri dei figli della luce.
[9] Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza,
perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
[10] Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è
disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.
[11] Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi
affiderà quella vera?
[12] E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la
vostra?
[13] Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà
l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non
potete servire a Dio e a mammona".
[14] I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste
cose e si beffavano di lui.
[15] Egli disse: "Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma
Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa
detestabile davanti a Dio.
[16] La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene
annunziato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi.
[17] È più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada
un solo trattino della Legge.
[18] Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette
adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio.
[19] C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i
giorni banchettava lautamente.
[20] Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di
piaghe,
[21] bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco.
Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.
[22] Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di
Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.
[23] Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di
lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.
[24] Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda
Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua,
perché questa fiamma mi tortura.
[25] Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni
durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è
consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.
[26] Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro
che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può
attraversare fino a noi.
[27] E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di
mio padre,
[28] perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano
anch'essi in questo luogo di tormento.
[29] Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.
[30] E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro,
si ravvederanno.
[31] Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno
risuscitasse dai morti saranno persuasi".
17
[1]
Disse ancora ai suoi discepoli: "È inevitabile che avvengano
scandali, ma guai a colui per cui avvengono.
[2] È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e
venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi
piccoli.
[3] State attenti a voi stessi!
Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli.
[4] E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice:
Mi pento, tu gli perdonerai".
[5] Gli apostoli dissero al Signore:
[6] "Aumenta la nostra fede!". Il Signore rispose: "Se
aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo
gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.
[7] Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà
quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?
[8] Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste
e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai
anche tu?
[9] Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli
ordini ricevuti?
[10] Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato
ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo
fare".
[11] Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samarìa
e la Galilea.
[12] Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i
quali, fermatisi a distanza,
[13] alzarono la voce, dicendo: "Gesù maestro, abbi pietà di
noi!".
[14] Appena li vide, Gesù disse: "Andate a presentarvi ai
sacerdoti". E mentre essi andavano, furono sanati.
[15] Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran
voce;
[16] e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano.
[17] Ma Gesù osservò: "Non sono stati guariti tutti e dieci? E
gli altri nove dove sono?
[18] Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori
di questo straniero?". E gli disse:
[19] "Alzati e va'; la tua fede ti ha salvato!".
[20] Interrogato dai farisei: "Quando verrà il regno di
Dio?", rispose:
[21] "Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e
nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in
mezzo a voi!".
[22] Disse ancora ai discepoli: "Verrà un tempo in cui
desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma
non lo vedrete.
[23] Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli.
[24] Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del
cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno.
[25] Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da
questa generazione.
[26] Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio
dell'uomo:
[27] mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al
giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire
tutti.
[28] Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano,
compravano, vendevano, piantavano, costruivano;
[29] ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal
cielo e li fece perire tutti.
[30] Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà.
[31] In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono
in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non
torni indietro.
[32] Ricordatevi della moglie di Lot.
[33] Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la
perde la salverà.
[34] Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà
preso e l'altro lasciato;
[35] due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà
presa e l'altra lasciata".
[36]
[37] Allora i discepoli gli chiesero: "Dove, Signore?". Ed
egli disse loro: "Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche
gli avvoltoi".
18
[1]
Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza
stancarsi:
[2] "C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva
riguardo per nessuno.
[3] In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli
diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.
[4] Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se
non temo Dio e non ho rispetto di nessuno,
[5] poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché
non venga continuamente a importunarmi".
[6] E il Signore soggiunse: "Avete udito ciò che dice il giudice
disonesto.
[7] E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte
verso di lui, e li farà a lungo aspettare?
[8] Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio
dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".
[9] Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser
giusti e disprezzavano gli altri:
[10] "Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e
l'altro pubblicano.
[11] Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti
ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri,
e neppure come questo pubblicano.
[12] Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
[13] Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno
alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi
pietà di me peccatore.
[14] Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza
dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà
esaltato".
[15] Gli presentavano anche i bambini perché li accarezzasse, ma i
discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano.
[16] Allora Gesù li fece venire avanti e disse: "Lasciate che i
bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro
appartiene il regno di Dio.
[17] In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un
bambino, non vi entrerà".
[18] Un notabile lo interrogò: "Maestro buono, che devo fare per
ottenere la vita eterna?".
[19] Gesù gli rispose: "Perché mi dici buono? Nessuno è buono,
se non uno solo, Dio.
[20] Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere,
non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua
madre".
[21] Costui disse: "Tutto questo l'ho osservato fin dalla mia
giovinezza".
[22] Udito ciò, Gesù gli disse: "Una cosa ancora ti manca: vendi
tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei
cieli; poi vieni e seguimi".
[23] Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era
molto ricco.
[24] Quando Gesù lo vide, disse: "Quant'è difficile, per coloro
che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio.
[25] È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che
per un ricco entrare nel regno di Dio!".
[26] Quelli che ascoltavano dissero: "Allora chi potrà essere
salvato?".
[27] Rispose: "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a
Dio".
[28] Pietro allora disse: "Noi abbiamo lasciato tutte le nostre
cose e ti abbiamo seguito".
[29] Ed egli rispose: "In verità vi dico, non c'è nessuno che
abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno
di Dio,
[30] che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna
nel tempo che verrà".
[31] Poi prese con sé i Dodici e disse loro: "Ecco, noi andiamo a
Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio
dell'uomo si compirà.
[32] Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di
sputi
[33] e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno
risorgerà".
[34] Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava
oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.
[35] Mentre si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto a mendicare
lungo la strada.
[36] Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.
[37] Gli risposero: "Passa Gesù il Nazareno!".
[38] Allora incominciò a gridare: "Gesù, figlio di Davide, abbi
pietà di me!".
[39] Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma
lui continuava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di
me!".
[40] Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando
gli fu vicino, gli domandò:
[41] "Che vuoi che io faccia per te?". Egli rispose:
"Signore, che io riabbia la vista".
[42] E Gesù gli disse: "Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha
salvato".
[43] Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto
il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.
19
[1]
Entrato in Gèrico, attraversava la città.
[2] Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,
[3] cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa
della folla, poiché era piccolo di statura.
[4] Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro,
poiché doveva passare di là.
[5] Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse:
"Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa
tua".
[6] In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
[7] Vedendo ciò, tutti mormoravano: "È andato ad alloggiare da un
peccatore!".
[8] Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do
la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco
quattro volte tanto".
[9] Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa,
perché anch'egli è figlio di Abramo;
[10] il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò
che era perduto".
[11] Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, Gesù disse ancora
una parabola perché era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che il
regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro.
[12] Disse dunque: "Un uomo di nobile stirpe partì per un paese
lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare.
[13] Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo:
Impiegatele fino al mio ritorno.
[14] Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro
un'ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi.
[15] Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece
chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto
ciascuno avesse guadagnato.
[16] Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato
altre dieci mine.
[17] Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele
nel poco, ricevi il potere sopra dieci città.
[18] Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha
fruttato altre cinque mine.
[19] Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città.
[20] Venne poi anche l'altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho
tenuta riposta in un fazzoletto;
[21] avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non
hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato.
[22] Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio!
Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in
deposito e mieto quello che non ho seminato:
[23] perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio
ritorno l'avrei riscosso con gli interessi.
[24] Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne
ha dieci
[25] Gli risposero: Signore, ha già dieci mine!
[26] Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto
anche quello che ha.
[27] E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re,
conduceteli qui e uccideteli davanti a me".
[28] Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso
Gerusalemme.
[29] Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto
degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo:
[30] "Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un
puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e
portatelo qui.
[31] E se qualcuno vi chiederà: Perché lo sciogliete?, direte così:
Il Signore ne ha bisogno".
[32] Gli inviati andarono e trovarono tutto come aveva detto.
[33] Mentre scioglievano il puledro, i proprietari dissero loro:
"Perché sciogliete il puledro?".
[34] Essi risposero: "Il Signore ne ha bisogno".
[35] Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul
puledro, vi fecero salire Gesù.
[36] Via via che egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada.
[37] Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta
la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce,
per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
[38] "Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!".
[39] Alcuni farisei tra la folla gli dissero: "Maestro, rimprovera
i tuoi discepoli".
[40] Ma egli rispose: "Vi dico che, se questi taceranno, grideranno
le pietre".
[41] Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa,
dicendo:
[42] "Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della
pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.
[43] Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di
trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte;
[44] abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te
pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata
visitata".
[45] Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori,
[46] dicendo: "Sta scritto:
La mia casa sarà casa di preghiera.
Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!".
[47] Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi
cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo;
[48] ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle
sue parole.
20
[1] Un
giorno, mentre istruiva il popolo nel tempio e annunziava la parola di
Dio, si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli scribi con gli anziani e si
rivolsero a lui dicendo:
[2] "Dicci con quale autorità fai queste cose o chi è che t'ha
dato quest'autorità".
[3] E Gesù disse loro: "Vi farò anch'io una domanda e voi
rispondetemi:
[4] Il battesimo di Giovanni veniva dal Cielo o dagli uomini?".
[5] Allora essi discutevano fra loro: "Se diciamo "dal
Cielo", risponderà: "Perché non gli avete creduto?".
[6] E se diciamo "dagli uomini", tutto il popolo ci lapiderà,
perché è convinto che Giovanni è un profeta".
[7] Risposero quindi di non saperlo.
[8] E Gesù disse loro: "Nemmeno io vi dico con quale autorità
faccio queste cose".
[9] Poi cominciò a dire al popolo questa parabola: "Un uomo piantò
una vigna, l'affidò a dei coltivatori e se ne andò lontano per molto
tempo.
[10] A suo tempo, mandò un servo da quei coltivatori perché gli
dessero una parte del raccolto della vigna. Ma i coltivatori lo
percossero e lo rimandarono a mani vuote.
[11] Mandò un altro servo, ma essi percossero anche questo, lo
insultarono e lo rimandarono a mani vuote.
[12] Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo
cacciarono.
[13] Disse allora il padrone della vigna: Che devo fare? Manderò il mio
unico figlio; forse di lui avranno rispetto.
[14] Quando lo videro, i coltivatori discutevano fra loro dicendo:
Costui è l'erede. Uccidiamolo e così l'eredità sarà nostra.
[15] E lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Che cosa farà
dunque a costoro il padrone della vigna?
[16] Verrà e manderà a morte quei coltivatori, e affiderà ad altri la
vigna". Ma essi, udito ciò, esclamarono: "Non sia mai!".
[17] Allora egli si volse verso di loro e disse: "Che cos'è dunque
ciò che è scritto:
La pietra che i costruttori hanno scartata,
è diventata testata d'angolo?
[18] Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e a chi cadrà
addosso, lo stritolerà".
[19] Gli scribi e i sommi sacerdoti cercarono allora di mettergli
addosso le mani, ma ebbero paura del popolo. Avevano capito che quella
parabola l'aveva detta per loro.
[20] Postisi in osservazione, mandarono informatori, che si fingessero
persone oneste, per coglierlo in fallo nelle sue parole e poi
consegnarlo all'autorità e al potere del governatore.
[21] Costoro lo interrogarono: "Maestro, sappiamo che parli e
insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni
secondo verità la via di Dio.
[22] È lecito che noi paghiamo il tributo a Cesare?".
[23] Conoscendo la loro malizia, disse:
[24] "Mostratemi un denaro: di chi è l'immagine e
l'iscrizione?". Risposero: "Di Cesare".
[25] Ed egli disse: "Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare
e a Dio ciò che è di Dio".
[26] Così non poterono coglierlo in fallo davanti al popolo e,
meravigliati della sua risposta, tacquero.
[27] Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia
la risurrezione, e gli posero questa domanda:
[28] "Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un
fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova
e dia una discendenza al proprio fratello.
[29] C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie,
morì senza figli.
[30] Allora la prese il secondo
[31] e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza
lasciare figli.
[32] Da ultimo anche la donna morì.
[33] Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché
tutti e sette l'hanno avuta in moglie".
[34] Gesù rispose: "I figli di questo mondo prendono moglie e
prendono marito;
[35] ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della
risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito;
[36] e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e,
essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.
[37] Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito
del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio
di Giacobbe.
[38] Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per
lui".
[39] Dissero allora alcuni scribi: "Maestro, hai parlato
bene".
[40] E non osavano più fargli alcuna domanda.
[41] Egli poi disse loro: "Come mai dicono che il Cristo è figlio
di Davide,
[42] se Davide stesso nel libro dei Salmi dice:
Ha detto il Signore al mio Signore:
siedi alla mia destra,
[43] finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello ai tuoi piedi?
[44] Davide dunque lo chiama Signore; perciò come può essere suo
figlio?".
[45] E mentre tutto il popolo ascoltava, disse ai discepoli:
[46] "Guardatevi dagli scribi che amano passeggiare in lunghe vesti
e hanno piacere di esser salutati nelle piazze, avere i primi seggi
nelle sinagoghe e i primi posti nei conviti;
[47] divorano le case delle vedove, e in apparenza fanno lunghe
preghiere. Essi riceveranno una condanna più severa".
21
[1]
Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel
tesoro.
[2] Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli
[3] e disse: "In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo
più di tutti.
[4] Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo,
questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per
vivere".
[5] Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni
votivi che lo adornavano, disse:
[6] "Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non
resterà pietra su pietra che non venga distrutta".
[7] Gli domandarono: "Maestro, quando accadrà questo e quale sarà
il segno che ciò sta per compiersi?".
[8] Rispose: "Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno
sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è
prossimo"; non seguiteli.
[9] Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi
terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà
subito la fine".
[10] Poi disse loro: "Si solleverà popolo contro popolo e regno
contro regno,
[11] e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi
saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo.
[12] Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi
perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni,
trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome.
[13] Questo vi darà occasione di render testimonianza.
[14] Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa;
[15] io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non
potranno resistere, né controbattere.
[16] Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e
dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi;
[17] sarete odiati da tutti per causa del mio nome.
[18] Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà.
[19] Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime.
[20] Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate
allora che la sua devastazione è vicina.
[21] Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro
che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non
tornino in città;
[22] saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato
scritto si compia.
[23] Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché
vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo.
[24] Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i
popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei
pagani siano compiuti.
[25] Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra
angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti,
[26] mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che
dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno
sconvolte.
[27] Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza
e gloria grande.
[28] Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il
capo, perché la vostra liberazione è vicina".
[29] E disse loro una parabola: "Guardate il fico e tutte le
piante;
[30] quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai
l'estate è vicina.
[31] Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che
il regno di Dio è vicino.
[32] In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto
ciò sia avvenuto.
[33] Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
[34] State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in
dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi
piombi addosso improvviso;
[35] come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano
sulla faccia di tutta la terra.
[36] Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di
sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al
Figlio dell'uomo".
[37] Durante il giorno insegnava nel tempio, la notte usciva e
pernottava all'aperto sul monte detto degli Ulivi.
[38] E tutto il popolo veniva a lui di buon mattino nel tempio per
ascoltarlo.
22
[1] Si
avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua,
[2] e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano come toglierlo di mezzo,
poiché temevano il popolo.
[3] Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero
dei Dodici.
[4] Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle
guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani.
[5] Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro.
[6] Egli fu d'accordo e cercava l'occasione propizia per consegnarlo
loro di nascosto dalla folla.
[7] Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la
vittima di Pasqua.
[8] Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: "Andate a preparare per
noi la Pasqua, perché possiamo mangiare".
[9] Gli chiesero: "Dove vuoi che la prepariamo?".
[10] Ed egli rispose: "Appena entrati in città, vi verrà incontro
un uomo che porta una brocca d'acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà
[11] e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov'è la stanza
in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?
[12] Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata;
là preparate".
[13] Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono
la Pasqua.
[14] Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui,
[15] e disse: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua
con voi, prima della mia passione,
[16] poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia
nel regno di Dio".
[17] E preso un calice, rese grazie e disse: "Prendetelo e
distribuitelo tra voi,
[18] poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della
vite, finché non venga il regno di Dio".
[19] Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro
dicendo: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo
in memoria di me".
[20] Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo:
"Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene
versato per voi".
[21] "Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola.
[22] Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai
a quell'uomo dal quale è tradito!".
[23] Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe
fatto ciò.
[24] Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato
il più grande.
[25] Egli disse: "I re delle nazioni le governano, e coloro che
hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori.
[26] Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi
diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve.
[27] Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è
forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui
che serve.
[28] Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove;
[29] e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me,
[30] perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e
siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele.
[31] Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il
grano;
[32] ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una
volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli".
[33] E Pietro gli disse: "Signore, con te sono pronto ad andare in
prigione e alla morte".
[34] Gli rispose: "Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo
prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi".
[35] Poi disse: "Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né
sandali, vi è forse mancato qualcosa?". Risposero:
"Nulla".
[36] Ed egli soggiunse: "Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così
una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una.
[37] Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della
Scrittura: E fu annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi
riguarda volge al suo termine".
[38] Ed essi dissero: "Signore, ecco qui due spade". Ma egli
rispose "Basta!".
[39] Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i
discepoli lo seguirono.
[40] Giunto sul luogo, disse loro: "Pregate, per non entrare in
tentazione".
[41] Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e,
inginocchiatosi, pregava:
[42] "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non
sia fatta la mia, ma la tua volontà".
[43] Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo.
[44] In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore
diventò come gocce di sangue che cadevano a terra.
[45] Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò
che dormivano per la tristezza.
[46] E disse loro: "Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non
entrare in tentazione".
[47] Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva
colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per
baciarlo.
[48] Gesù gli disse: "Giuda, con un bacio tradisci il Figlio
dell'uomo?".
[49] Allora quelli che eran con lui, vedendo ciò che stava per
accadere, dissero: "Signore, dobbiamo colpire con la spada?".
[50] E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò
l'orecchio destro.
[51] Ma Gesù intervenne dicendo: "Lasciate, basta così!". E
toccandogli l'orecchio, lo guarì.
[52] Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi
sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: "Siete usciti
con spade e bastoni come contro un brigante?
[53] Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro
di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre".
[54] Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa
del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano.
[55] Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano
seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro.
[56] Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse:
"Anche questi era con lui".
[57] Ma egli negò dicendo: "Donna, non lo conosco!".
[58] Poco dopo un altro lo vide e disse: "Anche tu sei di
loro!". Ma Pietro rispose: "No, non lo sono!".
[59] Passata circa un'ora, un altro insisteva: "In verità, anche
questo era con lui; è anche lui un Galileo".
[60] Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E in
quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò.
[61] Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò
delle parole che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo
canti, oggi mi rinnegherai tre volte".
[62] E, uscito, pianse amaramente.
[63] Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e
lo percuotevano,
[64] lo bendavano e gli dicevano: "Indovina: chi ti ha
colpito?".
[65] E molti altri insulti dicevano contro di lui.
[66] Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo,
con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e
gli dissero:
[67] "Se tu sei il Cristo, diccelo". Gesù rispose:
"Anche se ve lo dico, non mi crederete;
[68] se vi interrogo, non mi risponderete.
[69] Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra
della potenza di Dio".
[70] Allora tutti esclamarono: "Tu dunque sei il Figlio di
Dio?". Ed egli disse loro: "Lo dite voi stessi: io lo
sono".
[71] Risposero: "Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza?
L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca".
23
[1]
Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato
[2] e cominciarono ad accusarlo: "Abbiamo trovato costui che
sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e
affermava di essere il Cristo re".
[3] Pilato lo interrogò: "Sei tu il re dei Giudei?". Ed egli
rispose: "Tu lo dici".
[4] Pilato disse ai sommi sacerdoti e alla folla: "Non trovo
nessuna colpa in quest'uomo".
[5] Ma essi insistevano: "Costui solleva il popolo, insegnando per
tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea fino a qui".
[6] Udito ciò, Pilato domandò se era Galileo
[7] e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da
Erode che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme.
[8] Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo
desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere
qualche miracolo fatto da lui.
[9] Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla.
[10] C'erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano
con insistenza.
[11] Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo
rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato.
[12] In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti
c'era stata inimicizia tra loro.
[13] Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo,
[14] disse: "Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del
popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui
nessuna colpa di quelle di cui lo accusate;
[15] e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto
nulla che meriti la morte.
[16] Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò".
[17]
[18] Ma essi si misero a gridare tutti insieme: "A morte costui!
Dacci libero Barabba!".
[19] Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in
città e per omicidio.
[20] Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù.
[21] Ma essi urlavano: "Crocifiggilo, crocifiggilo!".
[22] Ed egli, per la terza volta, disse loro: "Ma che male ha fatto
costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò
severamente e poi lo rilascerò".
[23] Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse
crocifisso; e le loro grida crescevano.
[24] Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita.
[25] Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e
omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.
[26] Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che
veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a
Gesù.
[27] Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il
petto e facevano lamenti su di lui.
[28] Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di
Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui
vostri figli.
[29] Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i
grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato.
[30] Allora cominceranno a dire ai monti:
Cadete su di noi!
e ai colli:
Copriteci!
[31] Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno
secco?".
[32] Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere
giustiziati.
[33] Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due
malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra.
[34] Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che
fanno".
Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.
[35] Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo:
"Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il
suo eletto".
[36] Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli
dell'aceto, e dicevano:
[37] "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso".
[38] C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei
Giudei.
[39] Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu
il Cristo? Salva te stesso e anche noi!".
[40] Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e
sei dannato alla stessa pena?
[41] Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni,
egli invece non ha fatto nulla di male".
[42] E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo
regno".
[43] Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel
paradiso".
[44] Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su
tutta la terra fino alle tre del pomeriggio.
[45] Il velo del tempio si squarciò nel mezzo.
[46] Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani
consegno il mio spirito". Detto questo spirò.
[47] Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio:
"Veramente quest'uomo era giusto".
[48] Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo,
ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il
petto.
[49] Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che
lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti.
[50] C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona
e giusta.
[51] Non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Egli
era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio.
[52] Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù.
[53] Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una
tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora
deposto.
[54] Era il giorno della parascève e già splendevano le luci del
sabato.
[55] Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano
Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di
Gesù,
[56] poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il
giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento.
24
[1] Il
primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba,
portando con sé gli aromi che avevano preparato.
[2] Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro;
[3] ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
[4] Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro
in vesti sfolgoranti.
[5] Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi
dissero loro: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
[6] Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era
ancora in Galilea,
[7] dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in
mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo
giorno".
[8] Ed esse si ricordarono delle sue parole.
[9] E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a
tutti gli altri.
[10] Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le
altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli.
[11] Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero
ad esse.
[12] Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E
tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto.
[13] Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un
villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus,
[14] e conversavano di tutto quello che era accaduto.
[15] Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si
accostò e camminava con loro.
[16] Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
[17] Ed egli disse loro: "Che sono questi discorsi che state
facendo fra voi durante il cammino?". Si fermarono, col volto
triste;
[18] uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: "Tu solo sei così
forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in
questi giorni?".
[19] Domandò: "Che cosa?". Gli risposero: "Tutto ciò
che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in
parole, davanti a Dio e a tutto il popolo;
[20] come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per
farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso.
[21] Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son
passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.
[22] Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al
mattino al sepolcro
[23] e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto
anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo.
[24] Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come
avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto".
[25] Ed egli disse loro: "Sciocchi e tardi di cuore nel credere
alla parola dei profeti!
[26] Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per
entrare nella sua gloria?".
[27] E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte
le Scritture ciò che si riferiva a lui.
[28] Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come
se dovesse andare più lontano.
[29] Ma essi insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il
giorno già volge al declino". Egli entrò per rimanere con loro.
[30] Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione,
lo spezzò e lo diede loro.
[31] Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì
dalla loro vista.
[32] Ed essi si dissero l'un l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore
nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava
le Scritture?".
[33] E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove
trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro,
[34] i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso
a Simone".
[35] Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come
l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
[36] Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in
mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".
[37] Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.
[38] Ma egli disse: "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi
nel vostro cuore?
[39] Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e
guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho".
[40] Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
[41] Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano
stupefatti, disse: "Avete qui qualche cosa da mangiare?".
[42] Gli offrirono una porzione di pesce arrostito;
[43] egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
[44] Poi disse: "Sono queste le parole che vi dicevo quando ero
ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me
nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi".
[45] Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e
disse:
[46] "Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai
morti il terzo giorno
[47] e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e
il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.
[48] Di questo voi siete testimoni.
[49] E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi
restate in città, finché non siate rivestiti di potenza
dall'alto".
[50] Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li
benedisse.
[51] Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il
cielo.
[52] Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande
gioia;
[53] e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
VANGELO
SECONDO GIOVANNI
1
[1]
In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
[2] Egli era in principio presso Dio:
[3] tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
[4] In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
[5] la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.
[6] Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
[7] Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
[8] Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.
[9] Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
[10] Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
[11] Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
[12] A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
[13] i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
[14] E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
[15] Giovanni gli rende testimonianza
e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me".
[16] Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.
[17] Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
[18] Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.
[19] E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli
inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: "Chi
sei tu?".
[20] Egli confessò e non negò, e confessò: "Io non sono il
Cristo".
[21] Allora gli chiesero: "Che cosa dunque? Sei Elia?".
Rispose: "Non lo sono". "Sei tu il profeta?".
Rispose: "No".
[22] Gli dissero dunque: "Chi sei? Perché possiamo dare una
risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te
stesso?".
[23] Rispose:
"Io sono voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
come disse il profeta Isaia".
[24] Essi erano stati mandati da parte dei farisei.
[25] Lo interrogarono e gli dissero: "Perché dunque battezzi se tu
non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?".
[26] Giovanni rispose loro: "Io battezzo con acqua, ma in mezzo a
voi sta uno che voi non conoscete,
[27] uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere
il legaccio del sandalo".
[28] Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni
stava battezzando.
[29] Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse:
"Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!
[30] Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è
passato avanti, perché era prima di me.
[31] Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché
egli fosse fatto conoscere a Israele".
[32] Giovanni rese testimonianza dicendo: "Ho visto lo Spirito
scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui.
[33] Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi
aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è
colui che battezza in Spirito Santo.
[34] E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di
Dio".
[35] Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli
[36] e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco
l'agnello di Dio!".
[37] E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
[38] Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse:
"Che cercate?". Gli risposero: "Rabbì (che significa
maestro), dove abiti?".
[39] Disse loro: "Venite e vedrete". Andarono dunque e videro
dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le
quattro del pomeriggio.
[40] Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano
seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.
[41] Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse:
"Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)"
[42] e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui,
disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa
(che vuol dire Pietro)".
[43] Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea;
incontrò Filippo e gli disse: "Seguimi".
[44] Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.
[45] Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: "Abbiamo trovato
colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù,
figlio di Giuseppe di Nàzaret".
[46] Natanaèle esclamò: "Da Nàzaret può mai venire qualcosa di
buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi".
[47] Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di
lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità".
[48] Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose
Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri
sotto il fico".
[49] Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu
sei il re d'Israele!".
[50] Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto
sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!".
[51] Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il
cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio
dell'uomo".
2
[1] Tre
giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di
Gesù.
[2] Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
[3] Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli
disse: "Non hanno più vino".
[4] E Gesù rispose: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora
giunta la mia ora".
[5] La madre dice ai servi: "Fate quello che vi dirà".
[6] Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei,
contenenti ciascuna due o tre barili.
[7] E Gesù disse loro: "Riempite d'acqua le giare"; e le
riempirono fino all'orlo.
[8] Disse loro di nuovo: "Ora attingete e portatene al maestro di
tavola". Ed essi gliene portarono.
[9] E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola,
che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano
attinto l'acqua), chiamò lo sposo
[10] e gli disse: "Tutti servono da principio il vino buono e,
quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato
fino ad ora il vino buono".
[11] Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea,
manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
[12] Dopo questo fatto, discese a Cafàrnao insieme con sua madre, i
fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni.
[13] Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a
Gerusalemme.
[14] Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i
cambiavalute seduti al banco.
[15] Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del
tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute
e ne rovesciò i banchi,
[16] e ai venditori di colombe disse: "Portate via queste cose e
non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato".
[17] I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa
mi divora.
[18] Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: "Quale segno
ci mostri per fare queste cose?".
[19] Rispose loro Gesù: "Distruggete questo tempio e in tre giorni
lo farò risorgere".
[20] Gli dissero allora i Giudei: "Questo tempio è stato costruito
in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?".
[21] Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
[22] Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si
ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla
parola detta da Gesù.
[23] Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa molti,
vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome.
[24] Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti
[25] e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su un
altro, egli infatti sapeva quello che c'è in ogni uomo.
3
[1]
C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei.
[2] Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: "Rabbì, sappiamo
che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che
tu fai, se Dio non è con lui".
[3] Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non
rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio".
[4] Gli disse Nicodèmo: "Come può un uomo nascere quando è
vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e
rinascere?".
[5] Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non
nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
[6] Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo
Spirito è Spirito.
[7] Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto.
[8] Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove
viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito".
[9] Replicò Nicodèmo: "Come può accadere questo?".
[10] Gli rispose Gesù: "Tu sei maestro in Israele e non sai queste
cose?
[11] In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e
testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra
testimonianza.
[12] Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete
se vi parlerò di cose del cielo?
[13] Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo
che è disceso dal cielo.
[14] E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che
sia innalzato il Figlio dell'uomo,
[15] perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna".
[16] Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio
unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita
eterna.
[17] Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma
perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
[18] Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato
condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di
Dio.
[19] E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini
hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano
malvagie.
[20] Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce
perché non siano svelate le sue opere.
[21] Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente
che le sue opere sono state fatte in Dio.
[22] Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione
della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava.
[23] Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché c'era
là molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare.
[24] Giovanni, infatti, non era stato ancora imprigionato.
[25] Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un
Giudeo riguardo la purificazione.
[26] Andarono perciò da Giovanni e gli dissero: "Rabbì, colui che
era con te dall'altra parte del Giordano, e al quale hai reso
testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui".
[27] Giovanni rispose: "Nessuno può prendersi qualcosa se non gli
è stato dato dal cielo.
[28] Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo,
ma io sono stato mandato innanzi a lui.
[29] Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è
presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa
mia gioia è compiuta.
[30] Egli deve crescere e io invece diminuire.
[31] Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla
terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è
al di sopra di tutti.
[32] Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la
sua testimonianza;
[33] chi però ne accetta la testimonianza, certifica che Dio è
veritiero.
[34] Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà
lo Spirito senza misura.
[35] Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.
[36] Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio
non vedrà la vita, ma l'ira di Dio incombe su di lui".
4
[1]
Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù
fa più discepoli e battezza più di Giovanni
[2] - sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi
discepoli -,
[3] lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea.
[4] Doveva perciò attraversare la Samarìa.
[5] Giunse pertanto ad una città della Samarìa chiamata Sicàr, vicina
al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:
[6] qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio,
sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.
[7] Arrivò intanto una donna di Samarìa ad attingere acqua. Le disse
Gesù: "Dammi da bere".
[8] I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di
cibi.
[9] Ma la Samaritana gli disse: "Come mai tu, che sei Giudeo,
chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei
infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.
[10] Gesù le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è
colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti
chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva".
[11] Gli disse la donna: "Signore, tu non hai un mezzo per
attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva?
[12] Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede
questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?".
[13] Rispose Gesù: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo
sete;
[14] ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete,
anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che
zampilla per la vita eterna".
[15] "Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché
non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere
acqua".
[16] Le disse: "Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui".
[17] Rispose la donna: "Non ho marito". Le disse Gesù:
"Hai detto bene "non ho marito";
[18] infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo
marito; in questo hai detto il vero".
[19] Gli replicò la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta.
[20] I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che
è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare".
[21] Gesù le dice: "Credimi, donna, è giunto il momento in cui né
su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre.
[22] Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che
conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.
[23] Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori
adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali
adoratori.
[24] Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito
e verità".
[25] Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia (cioè il
Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa".
[26] Le disse Gesù: "Sono io, che ti parlo".
[27] In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che
stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: "Che
desideri?", o: "Perché parli con lei?".
[28] La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla
gente:
[29] "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho
fatto. Che sia forse il Messia?".
[30] Uscirono allora dalla città e andavano da lui.
[31] Intanto i discepoli lo pregavano: "Rabbì, mangia".
[32] Ma egli rispose: "Ho da mangiare un cibo che voi non
conoscete".
[33] E i discepoli si domandavano l'un l'altro: "Qualcuno forse gli
ha portato da mangiare?".
[34] Gesù disse loro: "Mio cibo è fare la volontà di colui che
mi ha mandato e compiere la sua opera.
[35] Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura?
Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già
biondeggiano per la mietitura.
[36] E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna,
perché ne goda insieme chi semina e chi miete.
[37] Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete.
[38] Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri
hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro".
[39] Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole
della donna che dichiarava: "Mi ha detto tutto quello che ho
fatto".
[40] E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con
loro ed egli vi rimase due giorni.
[41] Molti di più credettero per la sua parola
[42] e dicevano alla donna: "Non è più per la tua parola che noi
crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è
veramente il salvatore del mondo".
[43] Trascorsi due giorni, partì di là per andare in Galilea.
[44] Ma Gesù stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore
nella sua patria.
[45] Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia,
poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante
la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.
[46] Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato
l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio
malato a Cafàrnao.
[47] Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò
da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per
morire.
[48] Gesù gli disse: "Se non vedete segni e prodigi, voi non
credete".
[49] Ma il funzionario del re insistette: "Signore, scendi prima
che il mio bambino muoia".
[50] Gesù gli risponde: "Va', tuo figlio vive". Quell'uomo
credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino.
[51] Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli:
"Tuo figlio vive!".
[52] S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli
dissero: "Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha
lasciato".
[53] Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto:
"Tuo figlio vive" e credette lui con tutta la sua famiglia.
[54] Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea
in Galilea.
5
[1] Vi
fu poi una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
[2] V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina,
chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici,
[3] sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e
paralitici.
[4] [Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e
agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua
guariva da qualsiasi malattia fosse affetto].
[5] Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato.
[6] Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così,
gli disse: "Vuoi guarire?".
[7] Gli rispose il malato: "Signore, io non ho nessuno che mi
immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per
andarvi, qualche altro scende prima di me".
[8] Gesù gli disse: "Alzati, prendi il tuo lettuccio e
cammina".
[9] E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò
a camminare.
Quel giorno però era un sabato.
[10] Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: "È sabato e non ti
è lecito prender su il tuo lettuccio".
[11] Ma egli rispose loro: "Colui che mi ha guarito mi ha detto:
Prendi il tuo lettuccio e cammina".
[12] Gli chiesero allora: "Chi è stato a dirti: Prendi il tuo
lettuccio e cammina?".
[13] Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti
si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.
[14] Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: "Ecco che
sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa
di peggio".
[15] Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a
guarirlo.
[16] Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché
faceva tali cose di sabato.
[17] Ma Gesù rispose loro: "Il Padre mio opera sempre e anch'io
opero".
[18] Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo:
perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre,
facendosi uguale a Dio.
[19] Gesù riprese a parlare e disse: "In verità, in verità vi
dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal
Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa.
[20] Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e
gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete
meravigliati.
[21] Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il
Figlio dà la vita a chi vuole;
[22] il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al
Figlio,
[23] perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non
onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
[24] In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a
colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al
giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
[25] In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo,
in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno
ascoltata, vivranno.
[26] Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al
Figlio di avere la vita in se stesso;
[27] e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo.
[28] Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti
coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno:
[29] quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero
il male per una risurrezione di condanna.
[30] Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che
ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà,
ma la volontà di colui che mi ha mandato.
[31] Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia
testimonianza non sarebbe vera;
[32] ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la
testimonianza che egli mi rende è verace.
[33] Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso
testimonianza alla verità.
[34] Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose
perché possiate salvarvi.
[35] Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo
per un momento rallegrarvi alla sua luce.
[36] Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le
opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io
sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
[37] E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me.
Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto,
[38] e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a
colui che egli ha mandato.
[39] Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna;
ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza.
[40] Ma voi non volete venire a me per avere la vita.
[41] Io non ricevo gloria dagli uomini.
[42] Ma io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio.
[43] Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un
altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste.
[44] E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri,
e non cercate la gloria che viene da Dio solo?
[45] Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è già
chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza.
[46] Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me
egli ha scritto.
[47] Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie
parole?".
6
[1] Dopo
questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di
Tiberìade,
[2] e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli
infermi.
[3] Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi
discepoli.
[4] Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
[5] Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da
lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché
costoro abbiano da mangiare?".
[6] Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene
quello che stava per fare.
[7] Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono
sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo".
[8] Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon
Pietro:
[9] "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma
che cos'è questo per tanta gente?".
[10] Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel
luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini.
[11] Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a
quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne
vollero.
[12] E quando furono saziati, disse ai discepoli: "Raccogliete i
pezzi avanzati, perché nulla vada perduto".
[13] Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque
pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
[14] Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò
a dire: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel
mondo!".
[15] Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re,
si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.
[16] Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare
[17] e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in
direzione di Cafàrnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da
loro.
[18] Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
[19] Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che
camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura.
[20] Ma egli disse loro: "Sono io, non temete".
[21] Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò
la riva alla quale erano diretti.
[22] Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò
che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli
sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti.
[23] Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il
luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso
grazie.
[24] Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i
suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao
alla ricerca di Gesù.
[25] Trovatolo di là dal mare, gli dissero: "Rabbì, quando sei
venuto qua?".
[26] Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate
non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei
pani e vi siete saziati.
[27] Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita
eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre,
Dio, ha messo il suo sigillo".
[28] Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo fare per compiere le
opere di Dio?".
[29] Gesù rispose: "Questa è l'opera di Dio: credere in colui che
egli ha mandato".
[30] Allora gli dissero: "Quale segno dunque tu fai perché vediamo
e possiamo crederti? Quale opera compi?
[31] I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta
scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo".
[32] Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: non Mosè
vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo,
quello vero;
[33] il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al
mondo".
[34] Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane".
[35] Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non
avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.
[36] Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete.
[37] Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me,
non lo respingerò,
[38] perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la
volontà di colui che mi ha mandato.
[39] E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non
perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo
giorno.
[40] Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il
Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò
nell'ultimo giorno".
[41] Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io
sono il pane disceso dal cielo".
[42] E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe?
Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono
disceso dal cielo?".
[43] Gesù rispose: "Non mormorate tra di voi.
[44] Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha
mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
[45] Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio.
Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me.
[46] Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio
ha visto il Padre.
[47] In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
[48] Io sono il pane della vita.
[49] I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;
[50] questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non
muoia.
[51] Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo
pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita
del mondo".
[52] Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può
costui darci la sua carne da mangiare?".
[53] Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate
la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in
voi la vita.
[54] Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io
lo risusciterò nell'ultimo giorno.
[55] Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
[56] Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in
lui.
[57] Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il
Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me.
[58] Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono
i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in
eterno".
[59] Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
[60] Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero:
"Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?".
[61] Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di
questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza?
[62] E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?
[63] È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le
parole che vi ho dette sono spirito e vita.
[64] Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti
sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era
colui che lo avrebbe tradito.
[65] E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a
me, se non gli è concesso dal Padre mio".
[66] Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non
andavano più con lui.
[67] Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete
andarvene?".
[68] Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai
parole di vita eterna;
[69] noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".
[70] Rispose Gesù: "Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure
uno di voi è un diavolo!". Egli parlava di Giuda, figlio di Simone
Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.
7
[1] Dopo
questi fatti Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più
andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
[2] Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne;
[3] i suoi fratelli gli dissero: "Parti di qui e va' nella Giudea
perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai.
[4] Nessuno infatti agisce di nascosto, se vuole venire riconosciuto
pubblicamente. Se fai tali cose, manifèstati al mondo!".
[5] Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui.
[6] Gesù allora disse loro: "Il mio tempo non è ancora venuto, il
vostro invece è sempre pronto.
[7] Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di lui io attesto
che le sue opere sono cattive.
[8] Andate voi a questa festa; io non ci vado, perché il mio tempo non
è ancora compiuto".
[9] Dette loro queste cose, restò nella Galilea.
[10] Ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui;
non apertamente però: di nascosto.
[11] I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano:
"Dov'è quel tale?".
[12] E si faceva sommessamente un gran parlare di lui tra la folla; gli
uni infatti dicevano: "È buono!". Altri invece: "No,
inganna la gente!".
[13] Nessuno però ne parlava in pubblico, per paura dei Giudei.
[14] Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e vi
insegnava.
[15] I Giudei ne erano stupiti e dicevano: "Come mai costui conosce
le Scritture, senza avere studiato?".
[16] Gesù rispose: "La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi
ha mandato.
[17] Chi vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene
da Dio, o se io parlo da me stesso.
[18] Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la
gloria di colui che l'ha mandato è veritiero, e in lui non c'è
ingiustizia.
[19] Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi
osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?".
[20] Rispose la folla: "Tu hai un demonio! Chi cerca di
ucciderti?".
[21] Rispose Gesù: "Un'opera sola ho compiuto, e tutti ne siete
stupiti.
[22] Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma
dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato.
[23] Ora se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia
trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho
guarito interamente un uomo di sabato?
[24] Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto
giudizio!".
[25] Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: "Non è costui quello
che cercano di uccidere?
[26] Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i
capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo?
[27] Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà,
nessuno saprà di dove sia".
[28] Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: "Certo,
voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me
e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete.
[29] Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha
mandato".
[30] Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le
mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.
[31] Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: "Il
Cristo, quando verrà, potrà fare segni più grandi di quelli che ha
fatto costui?".
[32] I farisei intanto udirono che la gente sussurrava queste cose di
lui e perciò i sommi sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per
arrestarlo.
[33] Gesù disse: "Per poco tempo ancora rimango con voi, poi vado
da colui che mi ha mandato.
[34] Voi mi cercherete, e non mi troverete; e dove sono io, voi non
potrete venire".
[35] Dissero dunque tra loro i Giudei: "Dove mai sta per andare
costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono
dispersi fra i Greci e ammaestrerà i Greci?
[36] Che discorso è questo che ha fatto: Mi cercherete e non mi
troverete e dove sono io voi non potrete venire?".
[37] Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in
piedi esclamò ad alta voce: "Chi ha sete venga a me e beva
[38] chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva
sgorgheranno dal suo seno".
[39] Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i
credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non
era stato ancora glorificato.
[40] All'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: "Questi
è davvero il profeta!".
[41] Altri dicevano: "Questi è il Cristo!". Altri invece
dicevano: "Il Cristo viene forse dalla Galilea?
[42] Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di
Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?".
[43] E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.
[44] Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani
addosso.
[45] Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e
questi dissero loro: "Perché non lo avete condotto?".
[46] Risposero le guardie: "Mai un uomo ha parlato come parla
quest'uomo!".
[47] Ma i farisei replicarono loro: "Forse vi siete lasciati
ingannare anche voi?
[48] Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei?
[49] Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!".
[50] Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente
da Gesù:
[51] "La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo
ascoltato e di sapere ciò che fa?".
[52] Gli risposero: "Sei forse anche tu della Galilea? Studia e
vedrai che non sorge profeta dalla Galilea".
[53] E tornarono ciascuno a casa sua.
8
[1] Gesù
si avviò allora verso il monte degli Ulivi.
[2] Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da
lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
[3] Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in
adulterio e, postala nel mezzo,
[4] gli dicono: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in
flagrante adulterio.
[5] Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come
questa. Tu che ne dici?".
[6] Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che
accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
[7] E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro:
"Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di
lei".
[8] E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
[9] Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai
più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
[10] Alzatosi allora Gesù le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti
ha condannata?".
[11] Ed essa rispose: "Nessuno, Signore". E Gesù le disse:
"Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più".
[12] Di nuovo Gesù parlò loro: "Io sono la luce del mondo; chi
segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della
vita".
[13] Gli dissero allora i farisei: "Tu dai testimonianza di te
stesso; la tua testimonianza non è vera".
[14] Gesù rispose: "Anche se io rendo testimonianza di me stesso,
la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi
invece non sapete da dove vengo o dove vado.
[15] Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno.
[16] E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo,
ma io e il Padre che mi ha mandato.
[17] Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone
è vera:
[18] orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il
Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza".
[19] Gli dissero allora: "Dov'è tuo padre?". Rispose Gesù:
"Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me,
conoscereste anche il Padre mio".
[20] Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre
insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora
giunta la sua ora.
[21] Di nuovo Gesù disse loro: "Io vado e voi mi cercherete, ma
morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire".
[22] Dicevano allora i Giudei: "Forse si ucciderà, dal momento che
dice: Dove vado io, voi non potete venire?".
[23] E diceva loro: "Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi
siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.
[24] Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete
che io sono, morirete nei vostri peccati".
[25] Gli dissero allora: "Tu chi sei?". Gesù disse loro:
"Proprio ciò che vi dico.
[26] Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui
che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito
da lui".
[27] Non capirono che egli parlava loro del Padre.
[28] Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio
dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso,
ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.
[29] Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché
io faccio sempre le cose che gli sono gradite".
[30] A queste sue parole, molti credettero in lui.
[31] Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui:
"Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli;
[32] conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".
[33] Gli risposero: "Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo
mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete
liberi?".
[34] Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico: chiunque
commette il peccato è schiavo del peccato.
[35] Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi
resta sempre;
[36] se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.
[37] So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi
perché la mia parola non trova posto in voi.
[38] Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate
quello che avete ascoltato dal padre vostro!".
[39] Gli risposero: "Il nostro padre è Abramo". Rispose Gesù:
"Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo!
[40] Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita
da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto.
[41] Voi fate le opere del padre vostro". Gli risposero: "Noi
non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!".
[42] Disse loro Gesù: "Se Dio fosse vostro Padre, certo mi
amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me
stesso, ma lui mi ha mandato.
[43] Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare
ascolto alle mie parole,
[44] voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri
del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha
perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice
il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.
[45] A me, invece, voi non credete, perché dico la verità.
[46] Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché
non mi credete?
[47] Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le
ascoltate, perché non siete da Dio".
[48] Gli risposero i Giudei: "Non diciamo con ragione noi che sei
un Samaritano e hai un demonio?".
[49] Rispose Gesù: "Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e
voi mi disonorate.
[50] Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica.
[51] In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non
vedrà mai la morte".
[52] Gli dissero i Giudei: "Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo
è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia
parola non conoscerà mai la morte".
[53] Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i
profeti sono morti; chi pretendi di essere?".
[54] Rispose Gesù: "Se io glorificassi me stesso, la mia gloria
non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite:
"È nostro Dio!",
[55] e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo
conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua
parola.
[56] Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio
giorno; lo vide e se ne rallegrò".
[57] Gli dissero allora i Giudei: "Non hai ancora cinquant'anni e
hai visto Abramo?".
[58] Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: prima che
Abramo fosse, Io Sono".
[59] Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si
nascose e uscì dal tempio.
9
[1]
Passando vide un uomo cieco dalla nascita
[2] e i suoi discepoli lo interrogarono: "Rabbì, chi ha peccato,
lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?".
[3] Rispose Gesù: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è
così perché si manifestassero in lui le opere di Dio.
[4] Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è
giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare.
[5] Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo".
[6] Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò
il fango sugli occhi del cieco
[7] e gli disse: "Va' a lavarti nella piscina di Sìloe (che
significa Inviato)". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
[8] Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un
mendicante, dicevano: "Non è egli quello che stava seduto a
chiedere l'elemosina?".
[9] Alcuni dicevano: "È lui"; altri dicevano: "No, ma
gli assomiglia". Ed egli diceva: "Sono io!".
[10] Allora gli chiesero: "Come dunque ti furono aperti gli
occhi?".
[11] Egli rispose: "Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del
fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Va' a Sìloe e lavati! Io
sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista".
[12] Gli dissero: "Dov'è questo tale?". Rispose: "Non lo
so".
[13] Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco:
[14] era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e
gli aveva aperto gli occhi.
[15] Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato
la vista. Ed egli disse loro: "Mi ha posto del fango sopra gli
occhi, mi sono lavato e ci vedo".
[16] Allora alcuni dei farisei dicevano: "Quest'uomo non viene da
Dio, perché non osserva il sabato". Altri dicevano: "Come può
un peccatore compiere tali prodigi?". E c'era dissenso tra di loro.
[17] Allora dissero di nuovo al cieco: "Tu che dici di lui, dal
momento che ti ha aperto gli occhi?". Egli rispose: "È un
profeta!".
[18] Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva
acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che
aveva ricuperato la vista.
[19] E li interrogarono: "È questo il vostro figlio, che voi dite
esser nato cieco? Come mai ora ci vede?".
[20] I genitori risposero: "Sappiamo che questo è il nostro figlio
e che è nato cieco;
[21] come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha
aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se
stesso".
[22] Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei;
infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse
riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga.
[23] Per questo i suoi genitori dissero: "Ha l'età, chiedetelo a
lui!".
[24] Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli
dissero: "Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un
peccatore".
[25] Quegli rispose: "Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so:
prima ero cieco e ora ci vedo".
[26] Allora gli dissero di nuovo: "Che cosa ti ha fatto? Come ti ha
aperto gli occhi?".
[27] Rispose loro: "Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato;
perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi
discepoli?".
[28] Allora lo insultarono e gli dissero: "Tu sei suo discepolo,
noi siamo discepoli di Mosè!
[29] Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non
sappiamo di dove sia".
[30] Rispose loro quell'uomo: "Proprio questo è strano, che voi
non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi.
[31] Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è
timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta.
[32] Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia
aperto gli occhi a un cieco nato.
[33] Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla".
[34] Gli replicarono: "Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare
a noi?". E lo cacciarono fuori.
[35] Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse:
"Tu credi nel Figlio dell'uomo?".
[36] Egli rispose: "E chi è, Signore, perché io creda in
lui?".
[37] Gli disse Gesù: "Tu l'hai visto: colui che parla con te è
proprio lui".
[38] Ed egli disse: "Io credo, Signore!". E gli si prostrò
innanzi.
[39] Gesù allora disse: "Io sono venuto in questo mondo per
giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono
diventino ciechi".
[40] Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli
dissero: "Siamo forse ciechi anche noi?".
[41] Gesù rispose loro: "Se foste ciechi, non avreste alcun
peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane".
10
[1]
"In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle
pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un
brigante.
[2] Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore.
[3] Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama
le sue pecore una per una e le conduce fuori.
[4] E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a
loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce.
[5] Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui,
perché non conoscono la voce degli estranei".
[6] Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa
significava ciò che diceva loro.
[7] Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi
dico: io sono la porta delle pecore.
[8] Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma
le pecore non li hanno ascoltati.
[9] Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà
e uscirà e troverà pascolo.
[10] Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io
sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.
[11] Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le
pecore.
[12] Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non
appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo
le rapisce e le disperde;
[13] egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.
[14] Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore
conoscono me,
[15] come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per
le pecore.
[16] E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo
condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un
solo pastore.
[17] Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi
riprenderla di nuovo.
[18] Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il
potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando
ho ricevuto dal Padre mio".
[19] Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole.
[20] Molti di essi dicevano: "Ha un demonio ed è fuori di sé;
perché lo state ad ascoltare?".
[21] Altri invece dicevano: "Queste parole non sono di un
indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi dei ciechi?".
[22] Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione.
Era d'inverno.
[23] Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone.
[24] Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: "Fino a
quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi
apertamente".
[25] Gesù rispose loro: "Ve l'ho detto e non credete; le opere che
io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza;
[26] ma voi non credete, perché non siete mie pecore.
[27] Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi
seguono.
[28] Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le
rapirà dalla mia mano.
[29] Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può
rapirle dalla mano del Padre mio.
[30] Io e il Padre siamo una cosa sola".
[31] I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.
[32] Gesù rispose loro: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da
parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?".
[33] Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per un'opera buona,
ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio".
[34] Rispose loro Gesù: "Non è forse scritto nella vostra Legge:
Io ho detto: voi siete dèi?
[35] Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola
di Dio (e la Scrittura non può essere annullata),
[36] a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite:
Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?
[37] Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi;
[38] ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno
alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel
Padre".
[39] Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro
mani.
[40] Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima
Giovanni battezzava, e qui si fermò.
[41] Molti andarono da lui e dicevano: "Giovanni non ha fatto
nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era
vero".
[42] E in quel luogo molti credettero in lui.
11
[1] Era
allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di
Marta sua sorella.
[2] Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e
gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era
malato.
[3] Le sorelle mandarono dunque a dirgli: "Signore, ecco, il tuo
amico è malato".
[4] All'udire questo, Gesù disse: "Questa malattia non è per la
morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga
glorificato".
[5] Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro.
[6] Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni
nel luogo dove si trovava.
[7] Poi, disse ai discepoli: "Andiamo di nuovo in Giudea!".
[8] I discepoli gli dissero: "Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di
lapidarti e tu ci vai di nuovo?".
[9] Gesù rispose: "Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno
cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo;
[10] ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la
luce".
[11] Così parlò e poi soggiunse loro: "Il nostro amico Lazzaro s'è
addormentato; ma io vado a svegliarlo".
[12] Gli dissero allora i discepoli: "Signore, se s'è
addormentato, guarirà".
[13] Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si
riferisse al riposo del sonno.
[14] Allora Gesù disse loro apertamente: "Lazzaro è morto
[15] e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi
crediate. Orsù, andiamo da lui!".
[16] Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli:
"Andiamo anche noi a morire con lui!".
[17] Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni
nel sepolcro.
[18] Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia
[19] e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il
loro fratello.
[20] Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro;
Maria invece stava seduta in casa.
[21] Marta disse a Gesù: "Signore, se tu fossi stato qui, mio
fratello non sarebbe morto!
[22] Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la
concederà".
[23] Gesù le disse: "Tuo fratello risusciterà".
[24] Gli rispose Marta: "So che risusciterà nell'ultimo
giorno".
[25] Gesù le disse: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede
in me, anche se muore, vivrà;
[26] chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu
questo?".
[27] Gli rispose: "Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo,
il Figlio di Dio che deve venire nel mondo".
[28] Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua
sorella, dicendo: "Il Maestro è qui e ti chiama".
[29] Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui.
[30] Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove
Marta gli era andata incontro.
[31] Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando
videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: "Va
al sepolcro per piangere là".
[32] Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai
suoi piedi dicendo: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello
non sarebbe morto!".
[33] Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che
erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse:
[34] "Dove l'avete posto?". Gli dissero: "Signore, vieni
a vedere!".
[35] Gesù scoppiò in pianto.
[36] Dissero allora i Giudei: "Vedi come lo amava!".
[37] Ma alcuni di loro dissero: "Costui che ha aperto gli occhi al
cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?".
[38] Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro;
era una grotta e contro vi era posta una pietra.
[39] Disse Gesù: "Togliete la pietra!". Gli rispose Marta, la
sorella del morto: "Signore, già manda cattivo odore, poiché è
di quattro giorni".
[40] Le disse Gesù: "Non ti ho detto che, se credi, vedrai la
gloria di Dio?".
[41] Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse:
"Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato.
[42] Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che
mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato".
[43] E, detto questo, gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni
fuori!".
[44] Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto
coperto da un sudario. Gesù disse loro: "Scioglietelo e lasciatelo
andare".
[45] Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che
egli aveva compiuto, credettero in lui.
[46] Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù
aveva fatto.
[47] Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e
dicevano: "Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni.
[48] Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i
Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione".
[49] Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in
quell'anno, disse loro: "Voi non capite nulla
[50] e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il
popolo e non perisca la nazione intera".
[51] Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote
profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione
[52] e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli
di Dio che erano dispersi.
[53] Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
[54] Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei;
egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città
chiamata Èfraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.
[55] Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a
Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi.
[56] Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro:
"Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?".
[57] Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che
chiunque sapesse dove si trovava lo denunziasse, perché essi potessero
prenderlo.
12
[1] Sei
giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava
Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti.
[2] E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei
commensali.
[3] Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo,
assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi
capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento.
[4] Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi
tradirlo, disse:
[5] "Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento
denari per poi darli ai poveri?".
[6] Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché
era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano
dentro.
[7] Gesù allora disse: "Lasciala fare, perché lo conservi per il
giorno della mia sepoltura.
[8] I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete
me".
[9] Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava
là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli
aveva risuscitato dai morti.
[10] I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro,
[11] perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in
Gesù.
[12] Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa,
udito che Gesù veniva a Gerusalemme,
[13] prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:
Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d'Israele!
[14] Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:
[15] Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto sopra un puledro d'asina.
[16] Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando
Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui
e questo gli avevano fatto.
[17] Intanto la gente che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori
dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli rendeva testimonianza.
[18] Anche per questo la folla gli andò incontro, perché aveva udito
che aveva compiuto quel segno.
[19] I farisei allora dissero tra di loro: "Vedete che non
concludete nulla? Ecco che il mondo gli è andato dietro!".
[20] Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano
anche alcuni Greci.
[21] Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea,
e gli chiesero: "Signore, vogliamo vedere Gesù".
[22] Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a
dirlo a Gesù.
[23] Gesù rispose: "È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio
dell'uomo.
[24] In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in
terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
[25] Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo
la conserverà per la vita eterna.
[26] Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il
mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.
[27] Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da
quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora!
[28] Padre, glorifica il tuo nome". Venne allora una voce dal
cielo: "L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!".
[29] La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un
tuono. Altri dicevano: "Un angelo gli ha parlato".
[30] Rispose Gesù: "Questa voce non è venuta per me, ma per voi.
[31] Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo
sarà gettato fuori.
[32] Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me".
[33] Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire.
[34] Allora la folla gli rispose: "Noi abbiamo appreso dalla Legge
che il Cristo rimane in eterno; come dunque tu dici che il Figlio
dell'uomo deve essere elevato? Chi è questo Figlio dell'uomo?".
[35] Gesù allora disse loro: "Ancora per poco tempo la luce è con
voi. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le
tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va.
[36] Mentre avete la luce credete nella luce, per diventare figli della
luce".
Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose da loro.
[37] Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, non credevano
in lui;
[38] perché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia:
Signore, chi ha creduto alla nostra parola?
E il braccio del Signore a chi è stato rivelato?
[39] E non potevano credere, per il fatto che Isaia aveva detto ancora:
[40] Ha reso ciechi i loro occhi
e ha indurito il loro cuore,
perché non vedano con gli occhi
e non comprendano con il cuore, e si convertano
e io li guarisca!
[41] Questo disse Isaia quando vide la sua gloria e parlò di lui.
[42] Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma non lo
riconoscevano apertamente a causa dei farisei, per non essere espulsi
dalla sinagoga;
[43] amavano infatti la gloria degli uomini più della gloria di Dio.
[44] Gesù allora gridò a gran voce: "Chi crede in me, non crede
in me, ma in colui che mi ha mandato;
[45] chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
[46] Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me
non rimanga nelle tenebre.
[47] Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo
condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per
salvare il mondo.
[48] Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna:
la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno.
[49] Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato,
egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare.
[50] E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che
io dico, le dico come il Padre le ha dette a me".
13
[1]
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di
passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel
mondo, li amò sino alla fine.
[2] Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda
Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,
[3] Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era
venuto da Dio e a Dio ritornava,
[4] si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo
cinse attorno alla vita.
[5] Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei
discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.
[6] Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu
lavi i piedi a me?".
[7] Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma
lo capirai dopo".
[8] Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi!". Gli
rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me".
[9] Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le
mani e il capo!".
[10] Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di
lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non
tutti".
[11] Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti
siete mondi".
[12] Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette
di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto?
[13] Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.
[14] Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi,
anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.
[15] Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate
anche voi.
[16] In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo
padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato.
[17] Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.
[18] Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve
adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato
contro di me il suo calcagno.
[19] Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà
avvenuto, crediate che Io Sono.
[20] In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò,
accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato".
[21] Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò:
"In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà".
[22] I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi
parlasse.
[23] Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola
al fianco di Gesù.
[24] Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: "Di', chi è colui
a cui si riferisce?".
[25] Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse:
"Signore, chi è?".
[26] Rispose allora Gesù: "È colui per il quale intingerò un
boccone e glielo darò". E intinto il boccone, lo prese e lo diede
a Giuda Iscariota, figlio di Simone.
[27] E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli
disse: "Quello che devi fare fallo al più presto".
[28] Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo;
[29] alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli
avesse detto: "Compra quello che ci occorre per la festa",
oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.
[30] Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
[31] Quand'egli fu uscito, Gesù disse: "Ora il Figlio dell'uomo è
stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.
[32] Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da
parte sua e lo glorificherà subito.
[33] Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come
ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non
potete venire.
[34] Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come
io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
[35] Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore
gli uni per gli altri".
[36] Simon Pietro gli dice: "Signore, dove vai?". Gli rispose
Gesù: "Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più
tardi".
[37] Pietro disse: "Signore, perché non posso seguirti ora? Darò
la mia vita per te!".
[38] Rispose Gesù: "Darai la tua vita per me? In verità, in verità
ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre
volte".
14
[1]
"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate
fede anche in me.
[2] Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei
detto. Io vado a prepararvi un posto;
[3] quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi
prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.
[4] E del luogo dove io vado, voi conoscete la via".
[5] Gli disse Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai e come
possiamo conoscere la via?".
[6] Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno
viene al Padre se non per mezzo di me.
[7] Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete
e lo avete veduto".
[8] Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci
basta".
[9] Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai
conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire:
Mostraci il Padre?
[10] Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che
io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue
opere.
[11] Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro,
credetelo per le opere stesse.
[12] In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le
opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.
[13] Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre
sia glorificato nel Figlio.
[14] Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
[15] Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.
[16] Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché
rimanga con voi per sempre,
[17] lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non
lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso
di voi e sarà in voi.
[18] Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi.
[19] Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi
vedrete, perché io vivo e voi vivrete.
[20] In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io
in voi.
[21] Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi
mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a
lui".
[22] Gli disse Giuda, non l'Iscariota: "Signore, come è accaduto
che devi manifestarti a noi e non al mondo?".
[23] Gli rispose Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e
il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di
lui.
[24] Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi
ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
[25] Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.
[26] Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio
nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi
ho detto.
[27] Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io
la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
[28] Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste,
vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande
di me.
[29] Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà,
voi crediate.
[30] Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del
mondo; egli non ha nessun potere su di me,
[31] ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello
che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui".
15
[1]
"Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
[2] Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio
che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
[3] Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.
[4] Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da
se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in
me.
[5] Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa
molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
[6] Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e
poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
[7] Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel
che volete e vi sarà dato.
[8] In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e
diventiate miei discepoli.
[9] Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel
mio amore.
[10] Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come
io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
[11] Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra
gioia sia piena.
[12] Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri,
come io vi ho amati.
[13] Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i
propri amici.
[14] Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.
[15] Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il
suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito
dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.
[16] Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti
perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché
tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
[17] Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
[18] Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.
[19] Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché
invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il
mondo vi odia.
[20] Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più
grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche
voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.
[21] Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non
conoscono colui che mi ha mandato.
[22] Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun
peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato.
[23] Chi odia me, odia anche il Padre mio.
[24] Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha
fatto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno
odiato me e il Padre mio.
[25] Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: Mi
hanno odiato senza ragione.
[26] Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo
Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà
testimonianza;
[27] e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me
fin dal principio.
16
[1] Vi
ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi.
[2] Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque
vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio.
[3] E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me.
[4] Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora,
ricordiate che ve ne ho parlato.
Non ve le ho dette dal principio, perché ero con voi.
[5] Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi
domanda: Dove vai?
[6] Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il
vostro cuore.
[7] Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché,
se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò
andato, ve lo manderò.
[8] E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato,
alla giustizia e al giudizio.
[9] Quanto al peccato, perché non credono in me;
[10] quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più;
[11] quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato
giudicato.
[12] Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci
di portarne il peso.
[13] Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla
verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò
che avrà udito e vi annunzierà le cose future.
[14] Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.
[15] Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che
prenderà del mio e ve l'annunzierà.
[16] Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete".
[17] Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: "Che cos'è
questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po' ancora e
mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?".
[18] Dicevano perciò: "Che cos'è mai questo "un poco"
di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire".
[19] Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: "Andate
indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un
po' ancora e mi vedrete?
[20] In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete,
ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione
si cambierà in gioia.
[21] La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua
ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più
dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo.
[22] Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo
e il vostro cuore si rallegrerà e
[23] nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. In quel giorno non mi
domanderete più nulla.
In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel
mio nome, egli ve la darà.
[24] Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete,
perché la vostra gioia sia piena.
[25] Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non
vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre.
[26] In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò
il Padre per voi:
[27] il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto
che io sono venuto da Dio.
[28] Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo
il mondo, e vado al Padre".
[29] Gli dicono i suoi discepoli: "Ecco, adesso parli chiaramente e
non fai più uso di similitudini.
[30] Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno
t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio".
[31] Rispose loro Gesù: "Adesso credete?
[32] Ecco, verrà l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete
ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo,
perché il Padre è con me.
[33] Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete
tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!".
17
[1] Così
parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: "Padre, è
giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te.
[2] Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli
dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
[3] Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e
colui che hai mandato, Gesù Cristo.
[4] Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai
dato da fare.
[5] E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo
presso di te prima che il mondo fosse.
[6] Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal
mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua
parola.
[7] Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te,
[8] perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le
hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto
che tu mi hai mandato.
[9] Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai
dato, perché sono tuoi.
[10] Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono
glorificato in loro.
[11] Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo
a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché
siano una cosa sola, come noi.
[12] Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai
dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il
figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura.
[13] Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel
mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia.
[14] Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché
essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
[15] Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal
maligno.
[16] Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
[17] Consacrali nella verità. La tua parola è verità.
[18] Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo;
[19] per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati
nella verità.
[20] Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro
parola crederanno in me;
[21] perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io
in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che
tu mi hai mandato.
[22] E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché
siano come noi una cosa sola.
[23] Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il
mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.
[24] Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove
sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato;
poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.
[25] Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho
conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato.
[26] E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere,
perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in
loro".
18
[1]
Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal
torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi
discepoli.
[2] Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si
ritirava spesso con i suoi discepoli.
[3] Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie
fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne,
torce e armi.
[4] Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si
fece innanzi e disse loro: "Chi cercate?".
[5] Gli risposero: "Gesù, il Nazareno". Disse loro Gesù:
"Sono io!". Vi era là con loro anche Giuda, il traditore.
[6] Appena disse "Sono io", indietreggiarono e caddero a
terra.
[7] Domandò loro di nuovo: "Chi cercate?". Risposero:
"Gesù, il Nazareno".
[8] Gesù replicò: "Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me,
lasciate che questi se ne vadano".
[9] Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: "Non ho
perduto nessuno di quelli che mi hai dato".
[10] Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì
il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo
si chiamava Malco.
[11] Gesù allora disse a Pietro: "Rimetti la tua spada nel fodero;
non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?".
[12] Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei
afferrarono Gesù, lo legarono
[13] e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa,
che era sommo sacerdote in quell'anno.
[14] Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: "È
meglio che un uomo solo muoia per il popolo".
[15] Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo.
Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con
Gesù nel cortile del sommo sacerdote;
[16] Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora
quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò
alla portinaia e fece entrare anche Pietro.
[17] E la giovane portinaia disse a Pietro: "Forse anche tu sei dei
discepoli di quest'uomo?". Egli rispose: "Non lo sono".
[18] Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché
faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si
scaldava.
[19] Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi
discepoli e alla sua dottrina.
[20] Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho
sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si
riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.
[21] Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho
detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto".
[22] Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno
schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo
sacerdote?".
[23] Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il
male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?".
[24] Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
[25] Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: "Non
sei anche tu dei suoi discepoli?". Egli lo negò e disse: "Non
lo sono".
[26] Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui
Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: "Non ti ho forse visto con
lui nel giardino?".
[27] Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
[28] Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era
l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e
poter mangiare la Pasqua.
[29] Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: "Che accusa
portate contro quest'uomo?".
[30] Gli risposero: "Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo
consegnato".
[31] Allora Pilato disse loro: "Prendetelo voi e giudicatelo
secondo la vostra legge!". Gli risposero i Giudei: "A noi non
è consentito mettere a morte nessuno".
[32] Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di
quale morte doveva morire.
[33] Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli
disse: "Tu sei il re dei Giudei?".
[34] Gesù rispose: "Dici questo da te oppure altri te l'hanno
detto sul mio conto?".
[35] Pilato rispose: "Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi
sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?".
[36] Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio
regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché
non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù".
[37] Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?". Rispose Gesù:
"Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono
venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è
dalla verità, ascolta la mia voce".
[38] Gli dice Pilato: "Che cos'è la verità?". E detto questo
uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo in lui
nessuna colpa.
[39] Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete
dunque che io vi liberi il re dei Giudei?".
[40] Allora essi gridarono di nuovo: "Non costui, ma
Barabba!". Barabba era un brigante.
19
[1]
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare.
[2] E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo
e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti
e gli dicevano:
[3] "Salve, re dei Giudei!". E gli davano schiaffi.
[4] Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: "Ecco, io ve lo
conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna
colpa".
[5] Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di
porpora. E Pilato disse loro: "Ecco l'uomo!".
[6] Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono:
"Crocifiggilo, crocifiggilo!". Disse loro Pilato:
"Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna
colpa".
[7] Gli risposero i Giudei: "Noi abbiamo una legge e secondo questa
legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio".
[8] All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura
[9] ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: "Di dove
sei?". Ma Gesù non gli diede risposta.
[10] Gli disse allora Pilato: "Non mi parli? Non sai che ho il
potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?".
[11] Rispose Gesù: "Tu non avresti nessun potere su di me, se non
ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue
mani ha una colpa più grande".
[12] Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono:
"Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa
re si mette contro Cesare".
[13] Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel
tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.
[14] Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse
ai Giudei: "Ecco il vostro re!".
[15] Ma quelli gridarono: "Via, via, crocifiggilo!". Disse
loro Pilato: "Metterò in croce il vostro re?". Risposero i
sommi sacerdoti: "Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare".
[16] Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
[17] Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò
verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota,
[18] dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno
dall'altra, e Gesù nel mezzo.
[19] Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi
era scritto: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei".
[20] Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu
crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in
latino e in greco.
[21] I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: "Non
scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei
Giudei".
[22] Rispose Pilato: "Ciò che ho scritto, ho scritto".
[23] I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti
e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora
quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a
fondo.
[24] Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a
chi tocca. Così si adempiva la Scrittura:
Si son divise tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica han gettato la sorte.
E i soldati fecero proprio così.
[25] Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua
madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.
[26] Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che
egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!".
[27] Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel
momento il discepolo la prese nella sua casa.
[28] Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta,
disse per adempiere la Scrittura: "Ho sete".
[29] Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna
imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
[30] E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: "Tutto è
compiuto!". E, chinato il capo, spirò.
[31] Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non
rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne
quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e
fossero portati via.
[32] Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi
all'altro che era stato crocifisso insieme con lui.
[33] Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli
spezzarono le gambe,
[34] ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne
uscì sangue e acqua.
[35] Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e
egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
[36] Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli
sarà spezzato alcun osso.
[37] E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo
a colui che hanno trafitto.
[38] Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatèa, che era discepolo di Gesù,
ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il
corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo
di Gesù.
[39] Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da
lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento
libbre.
[40] Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende
insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei.
[41] Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel
giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto.
[42] Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei,
poiché quel sepolcro era vicino.
20
[1] Nel
giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon
mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata
dal sepolcro.
[2] Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello
che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal
sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!".
[3] Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono
al sepolcro.
[4] Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più
veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
[5] Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
[6] Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel
sepolcro e vide le bende per terra,
[7] e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le
bende, ma piegato in un luogo a parte.
[8] Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al
sepolcro, e vide e credette.
[9] Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè
doveva risuscitare dai morti.
[10] I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.
[11] Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva.
Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro
[12] e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del
capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.
[13] Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose
loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno
posto".
[14] Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in
piedi; ma non sapeva che era Gesù.
[15] Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?".
Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse:
"Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io
andrò a prenderlo".
[16] Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di
lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa:
Maestro!
[17] Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora
salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre
mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro".
[18] Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho
visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.
[19] La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre
erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore
dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a
voi!".
[20] Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli
gioirono al vedere il Signore.
[21] Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha
mandato me, anch'io mando voi".
[22] Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete
lo Spirito Santo;
[23] a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li
rimetterete, resteranno non rimessi".
[24] Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando
venne Gesù.
[25] Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il
Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il
segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la
mia mano nel suo costato, non crederò".
[26] Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con
loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a
loro e disse: "Pace a voi!".
[27] Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie
mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più
incredulo ma credente!".
[28] Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!".
[29] Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati
quelli che pur non avendo visto crederanno!".
[30] Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non
sono stati scritti in questo libro.
[31] Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo,
il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
21
[1] Dopo
questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di
Tiberìade. E si manifestò così:
[2] si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle
di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.
[3] Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero:
"Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla
barca; ma in quella notte non presero nulla.
[4] Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli
non si erano accorti che era Gesù.
[5] Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da
mangiare?". Gli risposero: "No".
[6] Allora disse loro: "Gettate la rete dalla parte destra della
barca e troverete". La gettarono e non potevano più tirarla su per
la gran quantità di pesci.
[7] Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È il
Signore!". Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai
fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare.
[8] Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete
piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio
di metri.
[9] Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra,
e del pane.
[10] Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso or
ora".
[11] Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete
piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la
rete non si spezzò.
[12] Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei
discepoli osava domandargli: "Chi sei?", poiché sapevano bene
che era il Signore.
[13] Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così
pure il pesce.
[14] Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli,
dopo essere risuscitato dai morti.
[15] Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone di
Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?". Gli rispose:
"Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse:
"Pasci i miei agnelli".
[16] Gli disse di nuovo: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?".
Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene".
Gli disse: "Pasci le mie pecorelle".
[17] Gli disse per la terza volta: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?".
Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli
dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: "Signore, tu sai tutto; tu sai
che ti voglio bene". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecorelle.
[18] In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi
la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai
le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi".
[19] Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe
glorificato Dio. E detto questo aggiunse: "Seguimi".
[20] Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che
Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli
aveva domandato: "Signore, chi è che ti tradisce?".
[21] Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: "Signore, e
lui?".
[22] Gesù gli rispose: "Se voglio che egli rimanga finché io
venga, che importa a te? Tu seguimi".
[23] Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non
sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto,
ma: "Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a
te?".
[24] Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li
ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.
[25] Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero
scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a
contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
ATTI
DEGLI APOSTOLI
1
[1] Nel
mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù
fece e insegnò dal principio
[2] fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che
si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
[3] Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove,
apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio.
[4] Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non
allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la
promessa del Padre "quella, disse, che voi avete udito da me:
[5] Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in
Spirito Santo, fra non molti giorni".
[6] Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: "Signore, è
questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?".
[7] Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere i tempi e i
momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta,
[8] ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi
sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino
agli estremi confini della terra".
[9] Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo
sottrasse al loro sguardo.
[10] E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava,
ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero:
[11] "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo
Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno
allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo".
[12] Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che
è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato.
[13] Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano.
C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso,
Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di
Giacomo.
[14] Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con
alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.
[15] In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli (il numero
delle persone radunate era circa centoventi) e disse:
[16] "Fratelli, era necessario che si adempisse ciò che nella
Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a
Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù.
[17] Egli era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso
nostro ministero.
[18] Giuda comprò un pezzo di terra con i proventi del suo delitto e
poi precipitando in avanti si squarciò in mezzo e si sparsero fuori
tutte le sue viscere.
[19] La cosa è divenuta così nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme,
che quel terreno è stato chiamato nella loro lingua Akeldamà, cioè
Campo di sangue.
[20] Infatti sta scritto nel libro dei Salmi:
La sua dimora diventi deserta, e nessuno vi abiti.
e:
il suo incarico lo prenda un altro.
[21] Bisogna dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto il
tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi,
[22] incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è
stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone
della sua risurrezione".
[23] Ne furono proposti due, Giuseppe detto Barsabba, che era
soprannominato Giusto, e Mattia.
[24] Allora essi pregarono dicendo: "Tu, Signore, che conosci il
cuore di tutti, mostraci quale di questi due hai designato
[25] a prendere il posto in questo ministero e apostolato che Giuda ha
abbandonato per andarsene al posto da lui scelto".
[26] Gettarono quindi le sorti su di loro e la sorte cadde su Mattia,
che fu associato agli undici apostoli.
2
[1]
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti
insieme nello stesso luogo.
[2] Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si
abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.
[3] Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono
su ciascuno di loro;
[4] ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare
in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.
[5] Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione
che è sotto il cielo.
[6] Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché
ciascuno li sentiva parlare la propria lingua.
[7] Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano:
"Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei?
[8] E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?
[9] Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotàmia, della
Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia,
[10] della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della
Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma,
[11] Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle
nostre lingue le grandi opere di Dio".
[12] Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro:
"Che significa questo?".
[13] Altri invece li deridevano e dicevano: "Si sono ubriacati di
mosto".
[14] Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a
voce alta così: "Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a
Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole:
[15] Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena
le nove del mattino.
[16] Accade invece quello che predisse il profeta Gioèle:
[17] Negli ultimi giorni, dice il Signore,
Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profeteranno,
i vostri giovani avranno visioni
e i vostri anziani faranno dei sogni.
[18] E anche sui miei servi e sulle mie serve
in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi profeteranno.
[19] Farò prodigi in alto nel cielo
e segni in basso sulla terra,
sangue, fuoco e nuvole di fumo.
[20] Il sole si muterà in tenebra e la luna in sangue,
prima che giunga il giorno del Signore,
giorno grande e splendido.
[21] Allora chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.
[22] Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret - uomo
accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni,
che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -,
[23] dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio,
fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi
e l'avete ucciso.
[24] Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte,
perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.
[25] Dice infatti Davide a suo riguardo:
Contemplavo sempre il Signore innanzi a me;
poiché egli sta alla mia destra, perché io non vacilli.
[26] Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua;
ed anche la mia carne riposerà nella speranza,
[27] perché tu non abbandonerai l'anima mia negli inferi,
né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.
[28] Mi hai fatto conoscere le vie della vita,
mi colmerai di gioia con la tua presenza.
[29] Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca
Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra
noi.
[30] Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato
solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente,
[31] previde la risurrezione di Cristo e ne parlò:
questi non fu abbandonato negli inferi,
né la sua carne vide corruzione.
[32] Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.
[33] Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal
Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi
stessi potete vedere e udire.
[34] Davide infatti non salì al cielo; tuttavia egli dice:
Disse il Signore al mio Signore:
siedi alla mia destra,
[35] finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello ai tuoi piedi.
[36] Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha
costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!".
[37] All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a
Pietro e agli altri apostoli: "Che cosa dobbiamo fare,
fratelli?".
[38] E Pietro disse: "Pentitevi e ciascuno di voi si faccia
battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri
peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo.
[39] Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti
quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio
nostro".
[40] Con molte altre parole li scongiurava e li esortava:
"Salvatevi da questa generazione perversa".
[41] Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel
giorno si unirono a loro circa tremila persone.
[42] Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e
nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere.
[43] Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per
opera degli apostoli.
[44] Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e
tenevano ogni cosa in comune;
[45] chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a
tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
[46] Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il
pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore,
[47] lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo.
[48] Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che
erano salvati.
3
[1] Un
giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le
tre del pomeriggio.
[2] Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo
ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta "Bella"
a chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio.
[3] Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel
tempio, domandò loro l'elemosina.
[4] Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e
disse: "Guarda verso di noi".
[5] Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche
cosa.
[6] Ma Pietro gli disse: "Non possiedo né argento né oro, ma
quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno,
cammina!".
[7] E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e
le caviglie si rinvigorirono
[8] e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio
camminando, saltando e lodando Dio.
[9] Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio
[10] e riconoscevano che era quello che sedeva a chiedere l'elemosina
alla porta Bella del tempio ed erano meravigliati e stupiti per quello
che gli era accaduto.
[11] Mentr'egli si teneva accanto a Pietro e Giovanni, tutto il popolo
fuor di sé per lo stupore accorse verso di loro al portico detto di
Salomone.
[12] Vedendo ciò, Pietro disse al popolo: "Uomini d'Israele, perché
vi meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro
potere e nostra pietà avessimo fatto camminare quest'uomo?
[13] Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri
ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato
di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo;
[14] voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che
vi fosse graziato un assassino
[15] e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l'ha risuscitato dai
morti e di questo noi siamo testimoni.
[16] Proprio per la fede riposta in lui il nome di Gesù ha dato vigore
a quest'uomo che voi vedete e conoscete; la fede in lui ha dato a
quest'uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi.
[17] Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, così come
i vostri capi;
[18] Dio però ha adempiuto così ciò che aveva annunziato per bocca di
tutti i profeti, che cioè il suo Cristo sarebbe morto.
[19] Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri
peccati
[20] e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del
Signore ed egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè
Gesù.
[21] Egli dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione
di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall'antichità, per bocca dei
suoi santi profeti.
[22] Mosè infatti disse: Il Signore vostro Dio vi farà sorgere un
profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; voi lo ascolterete in tutto
quello che egli vi dirà.
[23] E chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al
popolo.
[24] Tutti i profeti, a cominciare da Samuele e da quanti parlarono in
seguito, annunziarono questi giorni.
[25] Voi siete i figli dei profeti e dell'alleanza che Dio stabilì con
i vostri padri, quando disse ad Abramo: Nella tua discendenza saranno
benedette tutte le famiglie della terra.
[26] Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di
tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta
dalle sue iniquità".
4
[1]
Stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il
capitano del tempio e i sadducei,
[2] irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunziavano
in Gesù la risurrezione dai morti.
[3] Li arrestarono e li portarono in prigione fino al giorno dopo, dato
che era ormai sera.
[4] Molti però di quelli che avevano ascoltato il discorso credettero e
il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.
[5] Il giorno dopo si radunarono in Gerusalemme i capi, gli anziani e
gli scribi,
[6] il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti
appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti.
[7] Fattili comparire davanti a loro, li interrogavano: "Con quale
potere o in nome di chi avete fatto questo?".
[8] Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: "Capi del
popolo e anziani,
[9] visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo
infermo e in qual modo egli abbia ottenuto la salute,
[10] la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel
nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha
risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo.
[11] Questo Gesù è
la pietra che, scartata da voi, costruttori,
è diventata testata d'angolo.
[12] In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato
agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere
salvati".
[13] Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e considerando che
erano senza istruzione e popolani, rimanevano stupefatti riconoscendoli
per coloro che erano stati con Gesù;
[14] quando poi videro in piedi vicino a loro l'uomo che era stato
guarito, non sapevano che cosa rispondere.
[15] Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro
dicendo:
[16] "Che dobbiamo fare a questi uomini? Un miracolo evidente è
avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli
abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo.
[17] Ma perché la cosa non si divulghi di più tra il popolo,
diffidiamoli dal parlare più ad alcuno in nome di lui".
[18] E, richiamatili, ordinarono loro di non parlare assolutamente né
di insegnare nel nome di Gesù.
[19] Ma Pietro e Giovanni replicarono: "Se sia giusto innanzi a Dio
obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi;
[20] noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato".
[21] Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando
motivi per punirli, li rilasciarono a causa del popolo, perché tutti
glorificavano Dio per l'accaduto.
[22] L'uomo infatti sul quale era avvenuto il miracolo della guarigione
aveva più di quarant'anni.
[23] Appena rimessi in libertà, andarono dai loro fratelli e riferirono
quanto avevano detto i sommi sacerdoti e gli anziani.
[24] All'udire ciò, tutti insieme levarono la loro voce a Dio dicendo:
"Signore, tu che hai creato il cielo, la terra, il mare e tutto ciò
che è in essi,
[25] tu che per mezzo dello Spirito Santo dicesti per bocca del nostro
padre, il tuo servo Davide:
Perché si agitarono le genti
e i popoli tramarono cose vane?
[26] Si sollevarono i re della terra
e i principi si radunarono insieme,
contro il Signore e contro il suo Cristo;
[27] davvero in questa città si radunarono insieme contro il tuo santo
servo Gesù, che hai unto come Cristo, Erode e Ponzio Pilato con le
genti e i popoli d'Israele,
[28] per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano
preordinato che avvenisse.
[29] Ed ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai
tuoi servi di annunziare con tutta franchezza la tua parola.
[30] Stendi la mano perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi
nel nome del tuo santo servo Gesù".
[31] Quand'ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati
tremò e tutti furono pieni di Spirito Santo e annunziavano la parola di
Dio con franchezza.
[32] La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore
solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli
apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune.
[33] Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della
risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia.
[34] Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano
campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato
venduto
[35] e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a
ciascuno secondo il bisogno.
[36] Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che
significa "figlio dell'esortazione", un levita originario di
Cipro,
[37] che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l'importo
deponendolo ai piedi degli apostoli.
5
[1] Un
uomo di nome Ananìa con la moglie Saffira vendette un suo podere
[2] e, tenuta per sé una parte dell'importo d'accordo con la moglie,
consegnò l'altra parte deponendola ai piedi degli apostoli.
[3] Ma Pietro gli disse: "Ananìa, perché mai satana si è così
impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti
sei trattenuto parte del prezzo del terreno?
[4] Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il
ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor
tuo a quest'azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio".
[5] All'udire queste parole, Ananìa cadde a terra e spirò. E un timore
grande prese tutti quelli che ascoltavano.
[6] Si alzarono allora i più giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo
portarono fuori e lo seppellirono.
[7] Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò anche sua moglie,
ignara dell'accaduto.
[8] Pietro le chiese: "Dimmi: avete venduto il campo a tal
prezzo?". Ed essa: "Sì, a tanto".
[9] Allora Pietro le disse: "Perché vi siete accordati per tentare
lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno
seppellito tuo marito e porteranno via anche te".
[10] D'improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani
entrarono, la trovarono morta e, portatala fuori, la seppellirono
accanto a suo marito.
[11] E un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in quanti
venivano a sapere queste cose.
[12] Molti miracoli e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli
apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone;
[13] degli altri, nessuno osava associarsi a loro, ma il popolo li
esaltava.
[14] Intanto andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che
credevano nel Signore
[15] fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze, ponendoli su
lettucci e giacigli, perché, quando Pietro passava, anche solo la sua
ombra coprisse qualcuno di loro.
[16] Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva,
portando malati e persone tormentate da spiriti immondi e tutti venivano
guariti.
[17] Si alzò allora il sommo sacerdote e quelli della sua parte, cioè
la setta dei sadducei, pieni di livore,
[18] e fatti arrestare gli apostoli li fecero gettare nella prigione
pubblica.
[19] Ma durante la notte un angelo del Signore aprì le porte della
prigione, li condusse fuori e disse:
[20] "Andate, e mettetevi a predicare al popolo nel tempio tutte
queste parole di vita".
[21] Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a
insegnare.
Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte,
convocarono il sinedrio e tutti gli anziani dei figli d'Israele;
mandarono quindi a prelevare gli apostoli nella prigione.
[22] Ma gli incaricati, giunti sul posto, non li trovarono nella
prigione e tornarono a riferire:
[23] "Abbiamo trovato il carcere scrupolosamente sbarrato e le
guardie ai loro posti davanti alla porta, ma, dopo aver aperto, non
abbiamo trovato dentro nessuno".
[24] Udite queste parole, il capitano del tempio e i sommi sacerdoti si
domandavano perplessi che cosa mai significasse tutto questo,
[25] quando arrivò un tale ad annunziare: "Ecco, gli uomini che
avete messo in prigione si trovano nel tempio a insegnare al
popolo".
[26] Allora il capitano uscì con le sue guardie e li condusse via, ma
senza violenza, per timore di esser presi a sassate dal popolo.
[27] Li condussero e li presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote
cominciò a interrogarli dicendo:
[28] "Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel
nome di costui, ed ecco voi avete riempito Gerusalemme della vostra
dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quell'uomo".
[29] Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: "Bisogna obbedire
a Dio piuttosto che agli uomini.
[30] Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avevate
ucciso appendendolo alla croce.
[31] Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore,
per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati.
[32] E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio
ha dato a coloro che si sottomettono a lui".
[33] All'udire queste cose essi si irritarono e volevano metterli a
morte.
[34] Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamalièle, dottore
della legge, stimato presso tutto il popolo. Dato ordine di far uscire
per un momento gli accusati,
[35] disse: "Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per
fare contro questi uomini.
[36] Qualche tempo fa venne Tèuda, dicendo di essere qualcuno, e a lui
si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quanti s'erano
lasciati persuadere da lui si dispersero e finirono nel nulla.
[37] Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e
indusse molta gente a seguirlo, ma anch'egli perì e quanti s'erano
lasciati persuadere da lui furono dispersi.
[38] Per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò che vi dico: Non
occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questa
teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta;
[39] ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi
accada di trovarvi a combattere contro Dio!".
[40] Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero
fustigare e ordinarono loro di non continuare a parlare nel nome di Gesù;
quindi li rimisero in libertà.
[41] Ma essi se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati
oltraggiati per amore del nome di Gesù.
[42] E ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavano di insegnare e di
portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo.
6
[1] In
quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un
malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano
trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana.
[2] Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero:
"Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio
delle mense.
[3] Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona
reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo
quest'incarico.
[4] Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della
parola".
[5] Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo
pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne,
Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiòchia.
[6] Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato,
imposero loro le mani.
[7] Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente
il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un gran numero di sacerdoti
aderiva alla fede.
[8] Stefano intanto, pieno di grazia e di fortezza, faceva grandi
prodigi e miracoli tra il popolo.
[9] Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei "liberti"
comprendente anche i Cirenei, gli Alessandrini e altri della Cilicia e
dell'Asia, a disputare con Stefano,
[10] ma non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli
parlava.
[11] Perciò sobillarono alcuni che dissero: "Lo abbiamo udito
pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio".
[12] E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli
piombarono addosso, lo catturarono e lo trascinarono davanti al
sinedrio.
[13] Presentarono quindi dei falsi testimoni, che dissero: "Costui
non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la
legge.
[14] Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà
questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè".
[15] E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di
lui, videro il suo volto come quello di un angelo.
7
[1] Gli
disse allora il sommo sacerdote: "Queste cose stanno proprio così?".
[2] Ed egli rispose: "Fratelli e padri, ascoltate: il Dio della
gloria apparve al nostro padre Abramo quando era ancora in Mesopotamia,
prima che egli si stabilisse in Carran,
[3] e gli disse: Esci dalla tua terra e dalla tua gente e va' nella
terra che io ti indicherò.
[4] Allora, uscito dalla terra dei Caldei, si stabilì in Carran; di là,
dopo la morte del padre, Dio lo fece emigrare in questo paese dove voi
ora abitate,
[5] ma non gli diede alcuna proprietà in esso, neppure quanto l'orma di
un piede, ma gli promise di darlo in possesso a lui e alla sua
discendenza dopo di lui, sebbene non avesse ancora figli.
[6] Poi Dio parlò così: La discendenza di Abramo sarà pellegrina in
terra straniera, tenuta in schiavitù e oppressione per quattrocento
anni.
[7] Ma del popolo di cui saranno schiavi io farò giustizia, disse Dio:
dopo potranno uscire e mi adoreranno in questo luogo.
[8] E gli diede l'alleanza della circoncisione. E così Abramo generò
Isacco e lo circoncise l'ottavo giorno e Isacco generò Giacobbe e
Giacobbe i dodici patriarchi.
[9] Ma i patriarchi, gelosi di Giuseppe, lo vendettero schiavo in
Egitto. Dio però era con lui
[10] e lo liberò da tutte le sue afflizioni e gli diede grazia e
saggezza davanti al faraone re d'Egitto, il quale lo nominò
amministratore dell'Egitto e di tutta la sua casa.
[11] Venne una carestia su tutto l'Egitto e in Canaan e una grande
miseria, e i nostri padri non trovavano da mangiare.
[12] Avendo udito Giacobbe che in Egitto c'era del grano, vi inviò i
nostri padri una prima volta;
[13] la seconda volta Giuseppe si fece riconoscere dai suoi fratelli e
fu nota al faraone la sua origine.
[14] Giuseppe allora mandò a chiamare Giacobbe suo padre e tutta la sua
parentela, settantacinque persone in tutto.
[15] E Giacobbe si recò in Egitto, e qui egli morì come anche i nostri
padri;
[16] essi furono poi trasportati in Sichem e posti nel sepolcro che
Abramo aveva acquistato e pagato in denaro dai figli di Emor, a Sichem.
[17] Mentre si avvicinava il tempo della promessa fatta da Dio ad
Abramo, il popolo crebbe e si moltiplicò in Egitto,
[18] finché salì al trono d'Egitto un altro re, che non conosceva
Giuseppe.
[19] Questi, adoperando l'astuzia contro la nostra gente, perseguitò i
nostri padri fino a costringerli a esporre i loro figli, perché non
sopravvivessero.
[20] In quel tempo nacque Mosè e piacque a Dio; egli fu allevato per
tre mesi nella casa paterna, poi,
[21] essendo stato esposto, lo raccolse la figlia del faraone e lo allevò
come figlio.
[22] Così Mosè venne istruito in tutta la sapienza degli Egiziani ed
era potente nelle parole e nelle opere.
[23] Quando stava per compiere i quarant'anni, gli venne l'idea di far
visita ai suoi fratelli, i figli di Israele,
[24] e vedendone uno trattato ingiustamente, ne prese le difese e vendicò
l'oppresso, uccidendo l'Egiziano.
[25] Egli pensava che i suoi connazionali avrebbero capito che Dio dava
loro salvezza per mezzo suo, ma essi non compresero.
[26] Il giorno dopo si presentò in mezzo a loro mentre stavano
litigando e si adoperò per metterli d'accordo, dicendo: Siete fratelli;
perché vi insultate l'un l'altro?
[27] Ma quello che maltrattava il vicino lo respinse, dicendo: Chi ti ha
nominato capo e giudice sopra di noi?
[28] Vuoi forse uccidermi, come hai ucciso ieri l'Egiziano?
[29] Fuggì via Mosè a queste parole, e andò ad abitare nella terra di
Madian, dove ebbe due figli.
[30] Passati quarant'anni, gli apparve nel deserto del monte Sinai un
angelo, in mezzo alla fiamma di un roveto ardente.
[31] Mosè rimase stupito di questa visione; e mentre si avvicinava per
veder meglio, si udì la voce del Signore:
[32] Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di
Giacobbe. Esterrefatto, Mosè non osava guardare.
[33] Allora il Signore gli disse: Togliti dai piedi i calzari, perché
il luogo in cui stai è terra santa.
[34] Ho visto l'afflizione del mio popolo in Egitto, ho udito il loro
gemito e sono sceso a liberarli; ed ora vieni, che ti mando in Egitto.
[35] Questo Mosè che avevano rinnegato dicendo: Chi ti ha nominato capo
e giudice?, proprio lui Dio aveva mandato per esser capo e liberatore,
parlando per mezzo dell'angelo che gli era apparso nel roveto.
[36] Egli li fece uscire, compiendo miracoli e prodigi nella terra
d'Egitto, nel Mare Rosso, e nel deserto per quarant'anni.
[37] Egli è quel Mosè che disse ai figli d'Israele: Dio vi farà
sorgere un profeta tra i vostri fratelli, al pari di me.
[38] Egli è colui che, mentre erano radunati nel deserto, fu mediatore
tra l'angelo che gli parlava sul monte Sinai e i nostri padri; egli
ricevette parole di vita da trasmettere a noi.
[39] Ma i nostri padri non vollero dargli ascolto, lo respinsero e si
volsero in cuor loro verso l'Egitto,
[40] dicendo ad Aronne: Fa' per noi una divinità che ci vada innanzi,
perché a questo Mosè che ci condusse fuori dall'Egitto non sappiamo
che cosa sia accaduto.
[41] E in quei giorni fabbricarono un vitello e offrirono sacrifici
all'idolo e si rallegrarono per l'opera delle loro mani.
[42] Ma Dio si ritrasse da loro e li abbandonò al culto dell'esercito
del cielo, come è scritto nel libro dei Profeti:
[43] Mi avete forse offerto vittime e sacrifici
per quarant'anni nel deserto, o casa d'Israele?
Avete preso con voi la tenda di Mòloch,
e la stella del dio Refàn,
simulacri che vi siete fabbricati per adorarli!
Perciò vi deporterò al di là di Babilonia.
[44] I nostri padri avevano nel deserto la tenda della testimonianza,
come aveva ordinato colui che disse a Mosè di costruirla secondo il
modello che aveva visto.
[45] E dopo averla ricevuta, i nostri padri con Giosuè se la portarono
con sé nella conquista dei popoli che Dio scacciò davanti a loro, fino
ai tempi di Davide.
[46] Questi trovò grazia innanzi a Dio e domandò di poter trovare una
dimora per il Dio di Giacobbe;
[47] Salomone poi gli edificò una casa.
[48] Ma l'Altissimo non abita in costruzioni fatte da mano d'uomo, come
dice il Profeta:
[49] Il cielo è il mio trono
e la terra sgabello per i miei piedi.
Quale casa potrete edificarmi, dice il Signore,
o quale sarà il luogo del mio riposo?
[50] Non forse la mia mano ha creato tutte queste cose?
[51] O gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie, voi sempre
opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche
voi.
[52] Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi
uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi
ora siete divenuti traditori e uccisori;
[53] voi che avete ricevuto la legge per mano degli angeli e non l'avete
osservata".
[54] All'udire queste cose, fremevano in cuor loro e digrignavano i
denti contro di lui.
[55] Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo,
vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra
[56] e disse: "Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio
dell'uomo che sta alla destra di Dio".
[57] Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si
scagliarono tutti insieme contro di lui,
[58] lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i
testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato
Saulo.
[59] E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: "Signore
Gesù, accogli il mio spirito".
[60] Poi piegò le ginocchia e gridò forte: "Signore, non imputar
loro questo peccato". Detto questo, morì.
8
[1]
Saulo era fra coloro che approvarono la sua uccisione. In quel giorno
scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme e
tutti, ad eccezione degli apostoli, furono dispersi nelle regioni della
Giudea e della Samarìa.
[2] Persone pie seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui.
[3] Saulo intanto infuriava contro la Chiesa ed entrando nelle case
prendeva uomini e donne e li faceva mettere in prigione.
[4] Quelli però che erano stati dispersi andavano per il paese e
diffondevano la parola di Dio.
[5] Filippo, sceso in una città della Samarìa, cominciò a predicare
loro il Cristo.
[6] E le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Filippo
sentendolo parlare e vedendo i miracoli che egli compiva.
[7] Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida
e molti paralitici e storpi furono risanati.
[8] E vi fu grande gioia in quella città.
[9] V'era da tempo in città un tale di nome Simone, dedito alla magia,
il quale mandava in visibilio la popolazione di Samarìa, spacciandosi
per un gran personaggio.
[10] A lui aderivano tutti, piccoli e grandi, esclamando: "Questi
è la potenza di Dio, quella che è chiamata Grande".
[11] Gli davano ascolto, perché per molto tempo li aveva fatti
strabiliare con le sue magie.
[12] Ma quando cominciarono a credere a Filippo, che recava la buona
novella del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo, uomini e donne si
facevano battezzare.
[13] Anche Simone credette, fu battezzato e non si staccava più da
Filippo. Era fuori di sé nel vedere i segni e i grandi prodigi che
avvenivano.
[14] Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samarìa aveva
accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni.
[15] Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito
Santo;
[16] non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati
soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù.
[17] Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito
Santo.
[18] Simone, vedendo che lo Spirito veniva conferito con l'imposizione
delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro
[19] dicendo: "Date anche a me questo potere perché a chiunque io
imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo".
[20] Ma Pietro gli rispose: "Il tuo denaro vada con te in
perdizione, perché hai osato pensare di acquistare con denaro il dono
di Dio.
[21] Non v'è parte né sorte alcuna per te in questa cosa, perché il
tuo cuore non è retto davanti a Dio.
[22] Pèntiti dunque di questa tua iniquità e prega il Signore che ti
sia perdonato questo pensiero.
[23] Ti vedo infatti chiuso in fiele amaro e in lacci d'iniquità".
[24] Rispose Simone: "Pregate voi per me il Signore, perché non mi
accada nulla di ciò che avete detto".
[25] Essi poi, dopo aver testimoniato e annunziato la parola di Dio,
ritornavano a Gerusalemme ed evangelizzavano molti villaggi della Samarìa.
[26] Un angelo del Signore parlò intanto a Filippo: "Alzati, e va'
verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza;
essa è deserta".
[27] Egli si alzò e si mise in cammino, quand'ecco un Etìope, un
eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia, sovrintendente a
tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme,
[28] se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il
profeta Isaia.
[29] Disse allora lo Spirito a Filippo: "Va' avanti, e raggiungi
quel carro".
[30] Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli
disse: "Capisci quello che stai leggendo?".
[31] Quegli rispose: "E come lo potrei, se nessuno mi
istruisce?". E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui.
[32] Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:
Come una pecora fu condotto al macello
e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa,
così egli non apre la sua bocca.
[33] Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato,
ma la sua posterità chi potrà mai descriverla?
Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita.
[34] E rivoltosi a Filippo l'eunuco disse: "Ti prego, di quale
persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?".
[35] Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della
Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù.
[36] Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c'era acqua e
l'eunuco disse: "Ecco qui c'è acqua; che cosa mi impedisce di
essere battezzato?".
[37]
[38] Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e
l'eunuco, ed egli lo battezzò.
[39] Quando furono usciti dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì
Filippo e l'eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo
cammino.
[40] Quanto a Filippo, si trovò ad Azoto e, proseguendo, predicava il
vangelo a tutte le città, finché giunse a Cesarèa.
9
[1]
Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli
del Signore, si presentò al sommo sacerdote
[2] e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere
autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci
della dottrina di Cristo, che avesse trovati.
[3] E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a
Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo
[4] e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: "Saulo, Saulo,
perché mi perseguiti?".
[5] Rispose: "Chi sei, o Signore?". E la voce: "Io sono
Gesù, che tu perseguiti!
[6] Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi
fare".
[7] Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati
ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno.
[8] Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così,
guidandolo per mano, lo condussero a Damasco,
[9] dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né
bevanda.
[10] Ora c'era a Damasco un discepolo di nome Ananìa e il Signore in una
visione gli disse: "Ananìa!". Rispose: "Eccomi,
Signore!".
[11] E il Signore a lui: "Su, va' sulla strada chiamata Diritta, e
cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta
pregando,
[12] e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire e imporgli le
mani perché ricuperi la vista".
[13] Rispose Ananìa: "Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da
molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme.
[14] Inoltre ha l'autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti
quelli che invocano il tuo nome".
[15] Ma il Signore disse: "Va', perché egli è per me uno
strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai
figli di Israele;
[16] e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome".
[17] Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse:
"Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti
è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista
e sia colmo di Spirito Santo".
[18] E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e
ricuperò la vista; fu subito battezzato,
[19] poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco,
[20] e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio.
[21] E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano:
"Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro
quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente per
condurli in catene dai sommi sacerdoti?".
[22] Saulo frattanto si rinfrancava sempre più e confondeva i Giudei
residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.
[23] Trascorsero così parecchi giorni e i Giudei fecero un complotto
per ucciderlo;
[24] ma i loro piani vennero a conoscenza di Saulo. Essi facevano la
guardia anche alle porte della città di giorno e di notte per
sopprimerlo;
[25] ma i suoi discepoli di notte lo presero e lo fecero discendere
dalle mura, calandolo in una cesta.
[26] Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti
avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo.
[27] Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo presentò agli apostoli e
raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli
aveva parlato, e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome
di Gesù.
[28] Così egli poté stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme,
parlando apertamente nel nome del Signore
[29] e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi
tentarono di ucciderlo.
[30] Venutolo però a sapere i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo
fecero partire per Tarso.
[31] La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la
Samarìa; essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del
conforto dello Spirito Santo.
[32] E avvenne che mentre Pietro andava a far visita a tutti, si recò
anche dai fedeli che dimoravano a Lidda.
[33] Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su un
lettuccio ed era paralitico.
[34] Pietro gli disse: "Enea, Gesù Cristo ti guarisce; alzati e
rifatti il letto". E subito si alzò.
[35] Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si
convertirono al Signore.
[36] A Giaffa c'era una discepola chiamata Tabità, nome che significa
"Gazzella", la quale abbondava in opere buone e faceva molte
elemosine.
[37] Proprio in quei giorni si ammalò e morì. La lavarono e la
deposero in una stanza al piano superiore.
[38] E poiché Lidda era vicina a Giaffa i discepoli, udito che Pietro
si trovava là, mandarono due uomini ad invitarlo: "Vieni subito da
noi!".
[39] E Pietro subito andò con loro. Appena arrivato lo condussero al
piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto che
gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando
era fra loro.
[40] Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi rivolto
alla salma disse: "Tabità, alzati!". Ed essa aprì gli occhi,
vide Pietro e si mise a sedere.
[41] Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i credenti e le
vedove, e la presentò loro viva.
[42] La cosa si riseppe in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.
[43] Pietro rimase a Giaffa parecchi giorni, presso un certo Simone
conciatore.
10
[1]
C'era in Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte
Italica,
[2] uomo pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte
elemosine al popolo e pregava sempre Dio.
[3] Un giorno verso le tre del pomeriggio vide chiaramente in visione un
angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: "Cornelio!".
[4] Egli lo guardò e preso da timore disse: "Che c'è,
Signore?". Gli rispose: "Le tue preghiere e le tue elemosine
sono salite, in tua memoria, innanzi a Dio.
[5] E ora manda degli uomini a Giaffa e fa' venire un certo Simone detto
anche Pietro.
[6] Egli è ospite presso un tal Simone conciatore, la cui casa è sulla
riva del mare".
[7] Quando l'angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò
due dei suoi servitori e un pio soldato fra i suoi attendenti e,
[8] spiegata loro ogni cosa, li mandò a Giaffa.
[9] Il giorno dopo, mentre essi erano per via e si avvicinavano alla
città, Pietro salì verso mezzogiorno sulla terrazza a pregare.
[10] Gli venne fame e voleva prendere cibo. Ma mentre glielo
preparavano, fu rapito in estasi.
[11] Vide il cielo aperto e un oggetto che discendeva come una tovaglia
grande, calata a terra per i quattro capi.
[12] In essa c'era ogni sorta di quadrupedi e rettili della terra e
uccelli del cielo.
[13] Allora risuonò una voce che gli diceva: "Alzati, Pietro,
uccidi e mangia!".
[14] Ma Pietro rispose: "No davvero, Signore, poiché io non ho mai
mangiato nulla di profano e di immondo".
[15] E la voce di nuovo a lui: "Ciò che Dio ha purificato, tu non
chiamarlo più profano".
[16] Questo accadde per tre volte; poi d'un tratto quell'oggetto fu
risollevato al cielo.
[17] Mentre Pietro si domandava perplesso tra sé e sé che cosa
significasse ciò che aveva visto, gli uomini inviati da Cornelio, dopo
aver domandato della casa di Simone, si fermarono all'ingresso.
[18] Chiamarono e chiesero se Simone, detto anche Pietro, alloggiava colà.
[19] Pietro stava ancora ripensando alla visione, quando lo Spirito gli
disse: "Ecco, tre uomini ti cercano;
[20] alzati, scendi e va' con loro senza esitazione, perché io li ho
mandati".
[21] Pietro scese incontro agli uomini e disse: "Eccomi, sono io
quello che cercate. Qual è il motivo per cui siete venuti?".
[22] Risposero: "Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di
Dio, stimato da tutto il popolo dei Giudei, è stato avvertito da un
angelo santo di invitarti nella sua casa, per ascoltare ciò che hai da
dirgli".
[23] Pietro allora li fece entrare e li ospitò.
Il giorno seguente si mise in viaggio con loro e alcuni fratelli di
Giaffa lo accompagnarono.
[24] Il giorno dopo arrivò a Cesarèa. Cornelio stava ad aspettarli ed
aveva invitato i congiunti e gli amici intimi.
[25] Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio andandogli incontro si
gettò ai suoi piedi per adorarlo.
[26] Ma Pietro lo rialzò, dicendo: "Alzati: anch'io sono un
uomo!".
[27] Poi, continuando a conversare con lui, entrò e trovate riunite
molte persone disse loro:
[28] "Voi sapete che non è lecito per un Giudeo unirsi o
incontrarsi con persone di altra razza; ma Dio mi ha mostrato che non si
deve dire profano o immondo nessun uomo.
[29] Per questo sono venuto senza esitare quando mi avete mandato a
chiamare. Vorrei dunque chiedere: per quale ragione mi avete fatto
venire?".
[30] Cornelio allora rispose: "Quattro giorni or sono, verso
quest'ora, stavo recitando la preghiera delle tre del pomeriggio nella
mia casa, quando mi si presentò un uomo in splendida veste
[31] e mi disse: Cornelio, sono state esaudite le tue preghiere e
ricordate le tue elemosine davanti a Dio.
[32] Manda dunque a Giaffa e fa' venire Simone chiamato anche Pietro;
egli è ospite nella casa di Simone il conciatore, vicino al mare.
[33] Subito ho mandato a cercarti e tu hai fatto bene a venire. Ora
dunque tutti noi, al cospetto di Dio, siamo qui riuniti per ascoltare
tutto ciò che dal Signore ti è stato ordinato".
[34] Pietro prese la parola e disse: "In verità sto rendendomi
conto che Dio non fa preferenze di persone,
[35] ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo
appartenga, è a lui accetto.
[36] Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, recando
la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il
Signore di tutti.
[37] Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea,
incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni;
[38] cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che
stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
[39] E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella
regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una
croce,
[40] ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse,
[41] non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che
abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
[42] E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è
il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio.
[43] Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in
lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome".
[44] Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo
scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso.
[45] E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si
meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello
Spirito Santo;
[46] li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio.
[47] Allora Pietro disse: "Forse che si può proibire che siano
battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al
pari di noi?".
[48] E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Dopo
tutto questo lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.
11
[1] Gli
apostoli e i fratelli che stavano nella Giudea vennero a sapere che
anche i pagani avevano accolto la parola di Dio.
[2] E quando Pietro salì a Gerusalemme, i circoncisi lo rimproveravano
dicendo:
[3] "Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato
insieme con loro!".
[4] Allora Pietro raccontò per ordine come erano andate le cose,
dicendo:
[5] "Io mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e vidi in
estasi una visione: un oggetto, simile a una grande tovaglia, scendeva
come calato dal cielo per i quattro capi e giunse fino a me.
[6] Fissandolo con attenzione, vidi in esso quadrupedi, fiere e rettili
della terra e uccelli del cielo.
[7] E sentii una voce che mi diceva: Pietro, àlzati, uccidi e mangia!
[8] Risposi: Non sia mai, Signore, poiché nulla di profano e di immondo
è entrato mai nella mia bocca.
[9] Ribattè nuovamente la voce dal cielo: Quello che Dio ha purificato,
tu non considerarlo profano.
[10] Questo avvenne per tre volte e poi tutto fu risollevato di nuovo
nel cielo.
[11] Ed ecco, in quell'istante, tre uomini giunsero alla casa dove
eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi.
[12] Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con
me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell'uomo.
[13] Egli ci raccontò che aveva visto un angelo presentarsi in casa sua
e dirgli: Manda a Giaffa e fa' venire Simone detto anche Pietro;
[14] egli ti dirà parole per mezzo delle quali sarai salvato tu e tutta
la tua famiglia.
[15] Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo scese su
di loro, come in principio era sceso su di noi.
[16] Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva:
Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito
Santo.
[17] Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che a noi per aver
creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a
Dio?".
[18] All'udir questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio
dicendo: "Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano
perché abbiano la vita!".
[19] Intanto quelli che erano stati dispersi dopo la persecuzione
scoppiata al tempo di Stefano, erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro
e ad Antiochia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei.
[20] Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirène, giunti ad
Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona
novella del Signore Gesù.
[21] E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette
e si convertì al Signore.
[22] La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la
quale mandò Barnaba ad Antiochia.
[23] Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e,
[24] da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede,
esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla
considerevole fu condotta al Signore.
[25] Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e
trovatolo lo condusse ad Antiochia.
[26] Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono
molta gente; ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati
Cristiani.
[27] In questo tempo alcuni profeti scesero ad Antiochia da Gerusalemme.
[28] E uno di loro, di nome Agabo, alzatosi in piedi, annunziò per
impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta
la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l'impero di Claudio.
[29] Allora i discepoli si accordarono, ciascuno secondo quello che
possedeva, di mandare un soccorso ai fratelli abitanti nella Giudea;
[30] questo fecero, indirizzandolo agli anziani, per mezzo di Barnaba e
Saulo.
12
[1] In
quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della
Chiesa
[2] e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni.
[3] Vedendo che questo era gradito ai Giudei, decise di arrestare anche
Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi.
[4] Fattolo catturare, lo gettò in prigione, consegnandolo in custodia
a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo
comparire davanti al popolo dopo la Pasqua.
[5] Pietro dunque era tenuto in prigione, mentre una preghiera saliva
incessantemente a Dio dalla Chiesa per lui.
[6] E in quella notte, quando poi Erode stava per farlo comparire
davanti al popolo, Pietro piantonato da due soldati e legato con due
catene stava dormendo, mentre davanti alla porta le sentinelle
custodivano il carcere.
[7] Ed ecco gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò
nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse:
"Alzati, in fretta!". E le catene gli caddero dalle mani.
[8] E l'angelo a lui: "Mettiti la cintura e legati i sandali".
E così fece. L'angelo disse: "Avvolgiti il mantello, e
seguimi!".
[9] Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si era ancora accorto che
era realtà ciò che stava succedendo per opera dell'angelo: credeva
infatti di avere una visione.
[10] Essi oltrepassarono la prima guardia e la seconda e arrivarono alla
porta di ferro che conduce in città: la porta si aprì da sé davanti a
loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l'angelo si dileguò
da lui.
[11] Pietro allora, rientrato in sé, disse: "Ora sono veramente
certo che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla
mano di Erode e da tutto ciò che si attendeva il popolo dei
Giudei".
[12] Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di
Giovanni detto anche Marco, dove si trovava un buon numero di persone
raccolte in preghiera.
[13] Appena ebbe bussato alla porta esterna, una fanciulla di nome Rode
si avvicinò per sentire chi era.
[14] Riconosciuta la voce di Pietro, per la gioia non aprì la porta, ma
corse ad annunziare che fuori c'era Pietro.
[15] "Tu vaneggi!" le dissero. Ma essa insisteva che la cosa
stava così. E quelli dicevano: "È l'angelo di Pietro".
[16] Questi intanto continuava a bussare e quando aprirono la porta e lo
videro, rimasero stupefatti.
[17] Egli allora, fatto segno con la mano di tacere, narrò come il
Signore lo aveva tratto fuori del carcere, e aggiunse: "Riferite
questo a Giacomo e ai fratelli". Poi uscì e s'incamminò verso un
altro luogo.
[18] Fattosi giorno, c'era non poco scompiglio tra i soldati: che cosa
mai era accaduto di Pietro?
[19] Erode lo fece cercare accuratamente, ma non essendo riuscito a
trovarlo, fece processare i soldati e ordinò che fossero messi a morte;
poi scese dalla Giudea e soggiornò a Cesarèa.
[20] Egli era infuriato contro i cittadini di Tiro e Sidone. Questi però
si presentarono a lui di comune accordo e, dopo aver tratto alla loro
causa Blasto, ciambellano del re, chiedevano pace, perché il loro paese
riceveva i viveri dal paese del re.
[21] Nel giorno fissato Erode, vestito del manto regale e seduto sul
podio, tenne loro un discorso.
[22] Il popolo acclamava: "Parola di un dio e non di un
uomo!".
[23] Ma improvvisamente un angelo del Signore lo colpì, perché non
aveva dato gloria a Dio; e roso, dai vermi, spirò.
[24] Intanto la parola di Dio cresceva e si diffondeva.
[25] Barnaba e Saulo poi, compiuta la loro missione, tornarono da
Gerusalemme prendendo con loro Giovanni, detto anche Marco.
13
[1]
C'erano nella comunità di Antiochia profeti e dottori: Barnaba, Simeone
soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d'infanzia di
Erode tetrarca, e Saulo.
[2] Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo
Spirito Santo disse: "Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera
alla quale li ho chiamati".
[3] Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li
accomiatarono.
[4] Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di
qui salparono verso Cipro.
[5] Giunti a Salamina cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle
sinagoghe dei Giudei, avendo con loro anche Giovanni come aiutante.
[6] Attraversata tutta l'isola fino a Pafo, vi trovarono un tale, mago e
falso profeta giudeo, di nome Bar-Iesus,
[7] al seguito del proconsole Sergio Paolo, persona di senno, che aveva
fatto chiamare a sé Barnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di
Dio.
[8] Ma Elimas, il mago, - ciò infatti significa il suo nome - faceva
loro opposizione cercando di distogliere il proconsole dalla fede.
[9] Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli
occhi su di lui e disse:
[10] "O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del
diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie
diritte del Signore?
[11] Ecco la mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo
tempo non vedrai il sole". Di colpo piombò su di lui oscurità e
tenebra, e brancolando cercava chi lo guidasse per mano.
[12] Quando vide l'accaduto, il proconsole credette, colpito dalla
dottrina del Signore.
[13] Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di
Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme.
[14] Essi invece proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiochia di
Pisidia ed entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, si sedettero.
[15] Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga
mandarono a dire loro: "Fratelli, se avete qualche parola di
esortazione per il popolo, parlate!".
[16] Si alzò Paolo e fatto cenno con la mano disse: "Uomini di
Israele e voi timorati di Dio, ascoltate.
[17] Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri ed esaltò
il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, e con braccio potente
li condusse via di là.
[18] Quindi, dopo essersi preso cura di loro per circa quarant'anni nel
deserto,
[19] distrusse sette popoli nel paese di Cànaan e concesse loro in
eredità quelle terre,
[20] per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei
Giudici, fino al profeta Samuele.
[21] Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis,
della tribù di Beniamino, per quaranta anni.
[22] E, dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide,
al quale rese questa testimonianza: Ho trovato Davide, figlio di Iesse,
uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri.
[23] Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per
Israele un salvatore, Gesù.
[24] Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di
penitenza a tutto il popolo d'Israele.
[25] Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono ciò che
voi pensate che io sia! Ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono
degno di sciogliere i sandali.
[26] Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete
timorati di Dio, a noi è stata mandata questa parola di salvezza.
[27] Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l'hanno
riconosciuto e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che
si leggono ogni sabato;
[28] e, pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte,
chiesero a Pilato che fosse ucciso.
[29] Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo
deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro.
[30] Ma Dio lo ha risuscitato dai morti
[31] ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con
lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono i suoi testimoni
davanti al popolo.
[32] E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri
si è compiuta,
[33] poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù,
come anche sta scritto nel salmo secondo:
Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.
[34] E che Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più
a tornare alla corruzione, è quanto ha dichiarato:
Darò a voi le cose sante promesse a Davide, quelle
sicure.
[35] Per questo anche in un altro luogo dice:
Non permetterai che il tuo santo subisca la
corruzione.
[36] Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua
generazione, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione.
[37] Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione.
[38] Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera di lui vi viene
annunziata la remissione dei peccati
[39] e che per lui chiunque crede riceve giustificazione da tutto ciò
da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosè.
[40] Guardate dunque che non avvenga su di voi ciò che è detto nei
Profeti:
[41] Mirate, beffardi,
stupite e nascondetevi,
poiché un'opera io compio ai vostri giorni,
un'opera che non credereste, se vi fosse
raccontata!".
[42] E, mentre uscivano, li pregavano di esporre ancora queste cose nel
prossimo sabato.
[43] Sciolta poi l'assemblea, molti Giudei e proseliti credenti in Dio
seguirono Paolo e Barnaba ed essi, intrattenendosi con loro, li
esortavano a perseverare nella grazia di Dio.
[44] Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare
la parola di Dio.
[45] Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono pieni di gelosia
e contraddicevano le affermazioni di Paolo, bestemmiando.
[46] Allora Paolo e Barnaba con franchezza dichiararono: "Era
necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma
poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco
noi ci rivolgiamo ai pagani.
[47] Così infatti ci ha ordinato il Signore:
Io ti ho posto come luce per le genti,
perché tu porti la salvezza sino all'estremità della
terra".
[48] Nell'udir ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola
di Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla
vita eterna.
[49] La parola di Dio si diffondeva per tutta la regione.
[50] Ma i Giudei sobillarono le donne pie di alto rango e i notabili
della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Barnaba e li
scacciarono dal loro territorio.
[51] Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a
Icònio,
[52] mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.
14
[1]
Anche ad Icònio essi entrarono nella sinagoga dei Giudei e vi parlarono
in modo tale che un gran numero di Giudei e di Greci divennero credenti.
[2] Ma i Giudei rimasti increduli eccitarono e inasprirono gli animi dei
pagani contro i fratelli.
[3] Rimasero tuttavia colà per un certo tempo e parlavano fiduciosi nel
Signore, che rendeva testimonianza alla predicazione della sua grazia e
concedeva che per mano loro si operassero segni e prodigi.
[4] E la popolazione della città si divise, schierandosi gli uni dalla
parte dei Giudei, gli altri dalla parte degli apostoli.
[5] Ma quando ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi
per maltrattarli e lapidarli,
[6] essi se ne accorsero e fuggirono nelle città della Licaònia,
Listra e Derbe e nei dintorni,
[7] e là continuavano a predicare il vangelo.
[8] C'era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla
nascita, che non aveva mai camminato.
[9] Egli ascoltava il discorso di Paolo e questi, fissandolo con lo
sguardo e notando che aveva fede di esser risanato,
[10] disse a gran voce: "Alzati diritto in piedi!". Egli fece
un balzo e si mise a camminare.
[11] La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, esclamò in
dialetto licaonio e disse: "Gli dei sono scesi tra di noi in figura
umana!".
[12] E chiamavano Barnaba Zeus e Paolo Hermes, perché era lui il più
eloquente.
[13] Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all'ingresso della
città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio
insieme alla folla.
[14] Sentendo ciò, gli apostoli Barnaba e Paolo si strapparono le vesti
e si precipitarono tra la folla, gridando:
[15] "Cittadini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani,
mortali come voi, e vi predichiamo di convertirvi da queste vanità al
Dio vivente che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che
in essi si trovano.
[16] Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che ogni popolo
seguisse la sua strada;
[17] ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal
cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi il cibo e
riempiendo di letizia i vostri cuori".
[18] E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla
dall'offrire loro un sacrificio.
[19] Ma giunsero da Antiochia e da Icònio alcuni Giudei, i quali
trassero dalla loro parte la folla; essi presero Paolo a sassate e
quindi lo trascinarono fuori della città, credendolo morto.
[20] Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli, alzatosi, entrò
in città. Il giorno dopo partì con Barnaba alla volta di Derbe.
[21] Dopo aver predicato il vangelo in quella città e fatto un numero
considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiochia,
[22] rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede
poiché, dicevano, è necessario attraversare molte tribolazioni per
entrare nel regno di Dio.
[23] Costituirono quindi per loro in ogni comunità alcuni anziani e
dopo avere pregato e digiunato li affidarono al Signore, nel quale
avevano creduto.
[24] Attraversata poi la Pisidia, raggiunsero la Panfilia
[25] e dopo avere predicato la parola di Dio a Perge, scesero ad Attalìa;
[26] di qui fecero vela per Antiochia là dove erano stati affidati alla
grazia del Signore per l'impresa che avevano compiuto.
[27] Non appena furono arrivati, riunirono la comunità e riferirono
tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo loro e come aveva aperto
ai pagani la porta della fede.
[28] E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.
15
[1] Ora
alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina:
"Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete
esser salvi".
[2] Poiché Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente e discutevano
animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni
altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per
tale questione.
[3] Essi dunque, scortati per un tratto dalla comunità, attraversarono
la Fenicia e la Samarìa raccontando la conversione dei pagani e
suscitando grande gioia in tutti i fratelli.
[4] Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli
apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto
per mezzo loro.
[5] Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati
credenti, affermando: è necessario circonciderli e ordinar loro di
osservare la legge di Mosè.
[6] Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo
problema.
[7] Dopo lunga discussione, Pietro si alzò e disse:
"Fratelli, voi sapete che già da molto tempo Dio ha fatto una
scelta fra voi, perché i pagani ascoltassero per bocca mia la parola
del vangelo e venissero alla fede.
[8] E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore
concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi;
[9] e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone
i cuori con la fede.
[10] Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo
dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in
grado di portare?
[11] Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e
nello stesso modo anche loro".
[12] Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Barnaba e Paolo
che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani
per mezzo loro.
[13] Quand'essi ebbero finito di parlare, Giacomo aggiunse:
[14] "Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da
principio Dio ha voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo
al suo nome.
[15] Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto:
[16] Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la
tenda di
Davide che era caduta; ne riparerò le rovine e la
rialzerò,
[17] perché anche gli altri uomini cerchino il Signore
e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio
nome,
[18] dice il Signore che fa queste cose da lui conosciute dall'eternità.
[19] Per questo io ritengo che non si debba importunare quelli che si
convertono a Dio tra i pagani,
[20] ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli,
dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue.
[21] Mosè infatti, fin dai tempi antichi, ha chi lo predica in ogni
città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe".
[22] Allora gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di
eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiochia insieme a Paolo e
Barnaba: Giuda chiamato Barsabba e Sila, uomini tenuti in grande
considerazione tra i fratelli.
[23] E consegnarono loro la seguente lettera: "Gli apostoli e gli
anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono
dai pagani, salute!
[24] Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo
dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi
sconvolgendo i vostri animi.
[25] Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e
inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Barnaba e Paolo,
[26] uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù
Cristo.
[27] Abbiamo mandato dunque Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi
queste stesse cose a voce.
[28] Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro
obbligo al di fuori di queste cose necessarie:
[29] astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali
soffocati e dalla impudicizia. Farete cosa buona perciò a guardarvi da
queste cose. State bene".
[30] Essi allora, congedatisi, discesero ad Antiochia e riunita la
comunità consegnarono la lettera.
[31] Quando l'ebbero letta, si rallegrarono per l'incoraggiamento che
infondeva.
[32] Giuda e Sila, essendo anch'essi profeti, parlarono molto per
incoraggiare i fratelli e li fortificarono.
[33] Dopo un certo tempo furono congedati con auguri di pace dai
fratelli, per tornare da quelli che li avevano inviati.
[34] .
[35] Paolo invece e Barnaba rimasero ad Antiochia, insegnando e
annunziando, insieme a molti altri, la parola del Signore.
[36] Dopo alcuni giorni Paolo disse a Barnaba: "Ritorniamo a far
visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunziato la
parola del Signore, per vedere come stanno".
[37] Barnaba voleva prendere insieme anche Giovanni, detto Marco,
[38] ma Paolo riteneva che non si dovesse prendere uno che si era
allontanato da loro nella Panfilia e non aveva voluto partecipare alla
loro opera.
[39] Il dissenso fu tale che si separarono l'uno dall'altro; Barnaba,
prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro.
[40] Paolo invece scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla
grazia del Signore.
[41] E attraversando la Siria e la Cilicia, dava nuova forza alle
comunità.
16
[1]
Paolo si recò a Derbe e a Listra. C'era qui un discepolo chiamato Timòteo,
figlio di una donna giudea credente e di padre greco;
[2] egli era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio.
[3] Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere
per riguardo ai Giudei che si trovavano in quelle regioni; tutti infatti
sapevano che suo padre era greco.
[4] Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli
apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero.
[5] Le comunità intanto si andavano fortificando nella fede e
crescevano di numero ogni giorno.
[6] Attraversarono quindi la Frigia e la regione della Galazia, avendo
lo Spirito Santo vietato loro di predicare la parola nella provincia di
Asia.
[7] Raggiunta la Misia, si dirigevano verso la Bitinia, ma lo Spirito di
Gesù non lo permise loro;
[8] così, attraversata la Misia, discesero a Troade.
[9] Durante la notte apparve a Paolo una visione: gli stava davanti un
Macedone e lo supplicava: "Passa in Macedonia e aiutaci!".
[10] Dopo che ebbe avuto questa visione, subito cercammo di partire per
la Macedonia, ritenendo che Dio ci aveva chiamati ad annunziarvi la
parola del Signore.
[11] Salpati da Troade, facemmo vela verso Samotracia e il giorno dopo
verso Neapoli e
[12] di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della
Macedonia. Restammo in questa città alcuni giorni;
[13] il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo
che si facesse la preghiera, e sedutici rivolgevamo la parola alle donne
colà riunite.
[14] C'era ad ascoltare anche una donna di nome Lidia, commerciante di
porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le
aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo.
[15] Dopo esser stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò:
"Se avete giudicato ch'io sia fedele al Signore, venite ad abitare
nella mia casa". E ci costrinse ad accettare.
[16] Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una giovane
schiava, che aveva uno spirito di divinazione e procurava molto guadagno
ai suoi padroni facendo l'indovina.
[17] Essa seguiva Paolo e noi gridando: "Questi uomini sono servi
del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza".
[18] Questo fece per molti giorni finché Paolo, mal sopportando la
cosa, si volse e disse allo spirito: "In nome di Gesù Cristo ti
ordino di partire da lei". E lo spirito partì all'istante.
[19] Ma vedendo i padroni che era partita anche la speranza del loro
guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono nella piazza principale
davanti ai capi della città;
[20] presentandoli ai magistrati dissero: "Questi uomini gettano il
disordine nella nostra città; sono Giudei
[21] e predicano usanze che a noi Romani non è lecito accogliere né
praticare".
[22] La folla allora insorse contro di loro, mentre i magistrati, fatti
strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli
[23] e dopo averli caricati di colpi, li gettarono in prigione e
ordinarono al carceriere di far buona guardia.
[24] Egli, ricevuto quest'ordine, li gettò nella cella più interna
della prigione e strinse i loro piedi nei ceppi.
[25] Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio,
mentre i carcerati stavano ad ascoltarli.
[26] D'improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le
fondamenta della prigione; subito tutte le porte si aprirono e si
sciolsero le catene di tutti.
[27] Il carceriere si svegliò e vedendo aperte le porte della prigione,
tirò fuori la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero
fuggiti.
[28] Ma Paolo gli gridò forte: "Non farti del male, siamo tutti
qui".
[29] Quegli allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando si
gettò ai piedi di Paolo e Sila;
[30] poi li condusse fuori e disse: "Signori, cosa devo fare per
esser salvato?".
[31] Risposero: "Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la
tua famiglia".
[32] E annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della
sua casa.
[33] Egli li prese allora in disparte a quella medesima ora della notte,
ne lavò le piaghe e subito si fece battezzare con tutti i suoi;
[34] poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di
gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.
[35] Fattosi giorno, i magistrati inviarono le guardie a dire:
"Libera quegli uomini!".
[36] Il carceriere annunziò a Paolo questo messaggio: "I
magistrati hanno ordinato di lasciarvi andare! Potete dunque uscire e
andarvene in pace".
[37] Ma Paolo disse alle guardie: "Ci hanno percosso in pubblico e
senza processo, sebbene siamo cittadini romani, e ci hanno gettati in
prigione; e ora ci fanno uscire di nascosto? No davvero! Vengano di
persona a condurci fuori!".
[38] E le guardie riferirono ai magistrati queste parole. All'udire che
erano cittadini romani, si spaventarono;
[39] vennero e si scusarono con loro; poi li fecero uscire e li
pregarono di partire dalla città.
[40] Usciti dalla prigione, si recarono a casa di Lidia dove, incontrati
i fratelli, li esortarono e poi partirono.
17
[1]
Seguendo la via di Anfipoli e Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove
c'era una sinagoga dei Giudei.
[2] Come era sua consuetudine Paolo vi andò e per tre sabati discusse
con loro sulla base delle Scritture,
[3] spiegandole e dimostrando che il Cristo doveva morire e risuscitare
dai morti; il Cristo, diceva, è quel Gesù che io vi annunzio.
[4] Alcuni di loro furono convinti e aderirono a Paolo e a Sila, come
anche un buon numero di Greci credenti in Dio e non poche donne della
nobiltà.
[5] Ma i Giudei, ingelositi, trassero dalla loro parte alcuni pessimi
individui di piazza e, radunata gente, mettevano in subbuglio la città.
Presentatisi alla casa di Giasone, cercavano Paolo e Sila per condurli
davanti al popolo.
[6] Ma non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni fratelli dai
capi della città gridando: "Quei tali che mettono il mondo in
agitazione sono anche qui e Giasone li ha ospitati.
[7] Tutti costoro vanno contro i decreti dell'imperatore, affermando che
c'è un altro re, Gesù".
[8] Così misero in agitazione la popolazione e i capi della città che
udivano queste cose;
[9] tuttavia, dopo avere ottenuto una cauzione da Giasone e dagli altri,
li rilasciarono.
[10] Ma i fratelli subito, durante la notte, fecero partire Paolo e Sila
verso Berèa. Giunti colà entrarono nella sinagoga dei Giudei.
[11] Questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica ed
accolsero la parola con grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le
Scritture per vedere se le cose stavano davvero così.
[12] Molti di loro credettero e anche alcune donne greche della nobiltà
e non pochi uomini.
[13] Ma quando i Giudei di Tessalonica vennero a sapere che anche a Berèa
era stata annunziata da Paolo la parola di Dio, andarono anche colà ad
agitare e sobillare il popolo.
[14] Allora i fratelli fecero partire subito Paolo per la strada verso
il mare, mentre Sila e Timòteo rimasero in città.
[15] Quelli che scortavano Paolo lo accompagnarono fino ad Atene e se ne
ripartirono con l'ordine per Sila e Timòteo di raggiungerlo al più
presto.
[16] Mentre Paolo li attendeva ad Atene, fremeva nel suo spirito al
vedere la città piena di idoli.
[17] Discuteva frattanto nella sinagoga con i Giudei e i pagani credenti
in Dio e ogni giorno sulla piazza principale con quelli che incontrava.
[18] Anche certi filosofi epicurei e stoici discutevano con lui e alcuni
dicevano: "Che cosa vorrà mai insegnare questo ciarlatano?".
E altri: "Sembra essere un annnunziatore di divinità
straniere"; poiché annunziava Gesù e la risurrezione.
[19] Presolo con sé, lo condussero sull'Areòpago e dissero:
"Possiamo dunque sapere qual è questa nuova dottrina predicata da
te?
[20] Cose strane per vero ci metti negli orecchi; desideriamo dunque
conoscere di che cosa si tratta".
[21] Tutti gli Ateniesi infatti e gli stranieri colà residenti non
avevano passatempo più gradito che parlare e sentir parlare.
[22] Allora Paolo, alzatosi in mezzo all'Areòpago, disse:
"Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli
dei.
[23] Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho
trovato anche un'ara con l'iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi
adorate senza conoscere, io ve lo annunzio.
[24] Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è
signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle
mani dell'uomo
[25] né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno
di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni
cosa.
[26] Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché
abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito
l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio,
[27] perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a
tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi.
[28] In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni
dei vostri poeti hanno detto:
Poiché di lui stirpe noi siamo.
[29] Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la
divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti
l'impronta dell'arte e dell'immaginazione umana.
[30] Dopo esser passato sopra ai tempi dell'ignoranza, ora Dio ordina a
tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi,
[31] poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la
terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone
a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti".
[32] Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo
deridevano, altri dissero: "Ti sentiremo su questo un'altra
volta".
[33] Così Paolo uscì da quella riunione.
[34] Ma alcuni aderirono a lui e divennero credenti, fra questi anche
Dionigi membro dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con
loro.
18
[1] Dopo
questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corinto.
[2] Qui trovò un Giudeo chiamato Aquila, oriundo del Ponto, arrivato
poco prima dall'Italia con la moglie Priscilla, in seguito all'ordine di
Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro
[3] e poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì nella loro casa e
lavorava. Erano infatti di mestiere fabbricatori di tende.
[4] Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere
Giudei e Greci.
[5] Quando giunsero dalla Macedonia Sila e Timòteo, Paolo si dedicò
tutto alla predicazione, affermando davanti ai Giudei che Gesù era il
Cristo.
[6] Ma poiché essi gli si opponevano e bestemmiavano, scuotendosi le
vesti, disse: "Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono
innocente; da ora in poi io andrò dai pagani".
[7] E andatosene di là, entrò nella casa di un tale chiamato Tizio
Giusto, che onorava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga.
[8] Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la
sua famiglia; e anche molti dei Corinzi, udendo Paolo, credevano e si
facevano battezzare.
[9] E una notte in visione il Signore disse a Paolo: "Non aver
paura, ma continua a parlare e non tacere,
[10] perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male, perché
io ho un popolo numeroso in questa città".
[11] Così Paolo si fermò un anno e mezzo, insegnando fra loro la
parola di Dio.
[12] Mentre era proconsole dell'Acaia Gallione, i Giudei insorsero in
massa contro Paolo e lo condussero al tribunale dicendo:
[13] "Costui persuade la gente a rendere un culto a Dio in modo
contrario alla legge".
[14] Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: "Se
si trattasse di un delitto o di un'azione malvagia, o Giudei, io vi
ascolterei, come di ragione.
[15] Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra legge,
vedetevela voi; io non voglio essere giudice di queste faccende".
[16] E li fece cacciare dal tribunale.
[17] Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e lo
percossero davanti al tribunale ma Gallione non si curava affatto di
tutto ciò.
[18] Paolo si trattenne ancora parecchi giorni, poi prese congedo dai
fratelli e s'imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e
Aquila. A Cencre si era fatto tagliare i capelli a causa di un voto che
aveva fatto.
[19] Giunsero a Efeso, dove lasciò i due coniugi, ed entrato nella
sinagoga si mise a discutere con i Giudei.
[20] Questi lo pregavano di fermarsi più a lungo, ma non acconsentì.
[21] Tuttavia prese congedo dicendo: "Ritornerò di nuovo da voi,
se Dio lo vorrà", quindi partì da Efeso.
[22] Giunto a Cesarèa, si recò a salutare la Chiesa di Gerusalemme e
poi scese ad Antiochia.
[23] Trascorso colà un po' di tempo, partì di nuovo percorrendo di
seguito le regioni della Galazia e della Frigia, confermando nella fede
tutti i discepoli.
[24] Arrivò a Efeso un Giudeo, chiamato Apollo, nativo di Alessandria,
uomo colto, versato nelle Scritture.
[25] Questi era stato ammaestrato nella via del Signore e pieno di
fervore parlava e insegnava esattamente ciò che si riferiva a Gesù,
sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni.
[26] Egli intanto cominciò a parlare francamente nella sinagoga.
Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero
con maggiore accuratezza la via di Dio.
[27] Poiché egli desiderava passare nell'Acaia, i fratelli lo
incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza.
Giunto colà, fu molto utile a quelli che per opera della grazia erano
divenuti credenti;
[28] confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente
attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.
19
[1]
Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le regioni
dell'altopiano, giunse a Efeso. Qui trovò alcuni discepoli
[2] e disse loro: "Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete
venuti alla fede?". Gli risposero: "Non abbiamo nemmeno
sentito dire che ci sia uno Spirito Santo".
[3] Ed egli disse: "Quale battesimo avete ricevuto?". "Il
battesimo di Giovanni", risposero.
[4] Disse allora Paolo: "Giovanni ha amministrato un battesimo di
penitenza, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo
di lui, cioè in Gesù".
[5] Dopo aver udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore
Gesù
[6] e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo
Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavano.
[7] Erano in tutto circa dodici uomini.
[8] Entrato poi nella sinagoga, vi poté parlare liberamente per tre
mesi, discutendo e cercando di persuadere gli ascoltatori circa il regno
di Dio.
[9] Ma poiché alcuni si ostinavano e si rifiutavano di credere dicendo
male in pubblico di questa nuova dottrina, si staccò da loro separando
i discepoli e continuò a discutere ogni giorno nella scuola di un certo
Tiranno.
[10] Questo durò due anni, col risultato che tutti gli abitanti della
provincia d'Asia, Giudei e Greci, poterono ascoltare la parola del
Signore.
[11] Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo,
[12] al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che
erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti
cattivi fuggivano.
[13] Alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare anch'essi
il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo:
"Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica".
[14] Facevano questo sette figli di un certo Sceva, un sommo sacerdote
giudeo.
[15] Ma lo spirito cattivo rispose loro: "Conosco Gesù e so chi è
Paolo, ma voi chi siete?".
[16] E l'uomo che aveva lo spirito cattivo, slanciatosi su di loro, li
afferrò e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella
casa nudi e coperti di ferite.
[17] Il fatto fu risaputo da tutti i Giudei e dai Greci che abitavano a
Efeso e tutti furono presi da timore e si magnificava il nome del
Signore Gesù.
[18] Molti di quelli che avevano abbracciato la fede venivano a
confessare in pubblico le loro pratiche magiche
[19] e un numero considerevole di persone che avevano esercitato le arti
magiche portavano i propri libri e li bruciavano alla vista di tutti. Ne
fu calcolato il valore complessivo e trovarono che era di cinquantamila
dramme d'argento.
[20] Così la parola del Signore cresceva e si rafforzava.
[21] Dopo questi fatti, Paolo si mise in animo di attraversare la
Macedonia e l'Acaia e di recarsi a Gerusalemme dicendo: "Dopo
essere stato là devo vedere anche Roma".
[22] Inviati allora in Macedonia due dei suoi aiutanti, Timòteo ed
Erasto, si trattenne ancora un po' di tempo nella provincia di Asia.
[23] Verso quel tempo scoppiò un gran tumulto riguardo alla nuova
dottrina.
[24] Un tale, chiamato Demetrio, argentiere, che fabbricava tempietti di
Artèmide in argento e procurava in tal modo non poco guadagno agli
artigiani,
[25] li radunò insieme agli altri che si occupavano di cose del genere
e disse: "Cittadini, voi sapete che da questa industria proviene il
nostro benessere;
[26] ora potete osservare e sentire come questo Paolo ha convinto e
sviato una massa di gente, non solo di Efeso, ma si può dire di tutta
l'Asia, affermando che non sono dei quelli fabbricati da mani d'uomo.
[27] Non soltanto c'è il pericolo che la nostra categoria cada in
discredito, ma anche che il santuario della grande dea Artèmide non
venga stimato più nulla e venga distrutta la grandezza di colei che
l'Asia e il mondo intero adorano".
[28] All'udire ciò s'infiammarono d'ira e si misero a gridare:
"Grande è l'Artèmide degli Efesini!".
[29] Tutta la città fu in subbuglio e tutti si precipitarono in massa
nel teatro, trascinando con sé Gaio e Aristarco macèdoni, compagni di
viaggio di Paolo.
[30] Paolo voleva presentarsi alla folla, ma i discepoli non glielo
permisero.
[31] Anche alcuni dei capi della provincia, che gli erano amici,
mandarono a pregarlo di non avventurarsi nel teatro.
[32] Intanto, chi gridava una cosa, chi un'altra; l'assemblea era
confusa e i più non sapevano il motivo per cui erano accorsi.
[33] Alcuni della folla fecero intervenire un certo Alessandro, che i
Giudei avevano spinto avanti, ed egli, fatto cenno con la mano, voleva
tenere un discorso di difesa davanti al popolo.
[34] Appena s'accorsero che era Giudeo, si misero tutti a gridare in
coro per quasi due ore: "Grande è l'Artèmide degli
Efesini!".
[35] Alla fine il cancelliere riuscì a calmare la folla e disse:
"Cittadini di Efeso, chi fra gli uomini non sa che la città di
Efeso è custode del tempio della grande Artèmide e della sua statua
caduta dal cielo?
[36] Poiché questi fatti sono incontestabili, è necessario che stiate
calmi e non compiate gesti inconsulti.
[37] Voi avete condotto qui questi uomini che non hanno profanato il
tempio, né hanno bestemmiato la nostra dea.
[38] Perciò se Demetrio e gli artigiani che sono con lui hanno delle
ragioni da far valere contro qualcuno, ci sono per questo i tribunali e
vi sono i proconsoli: si citino in giudizio l'un l'altro.
[39] Se poi desiderate qualche altra cosa, si deciderà nell'assemblea
ordinaria.
[40] C'è il rischio di essere accusati di sedizione per l'accaduto di
oggi, non essendoci alcun motivo per cui possiamo giustificare questo
assembramento".
[41] E con queste parole sciolse l'assemblea.
20
[1]
Appena cessato il tumulto, Paolo mandò a chiamare i discepoli e, dopo
averli incoraggiati, li salutò e si mise in viaggio per la Macedonia.
[2] Dopo aver attraversato quelle regioni, esortando con molti discorsi
i fedeli, arrivò in Grecia.
[3] Trascorsi tre mesi, poiché ci fu un complotto dei Giudei contro di
lui, mentre si apprestava a salpare per la Siria, decise di far ritorno
attraverso la Macedonia.
[4] Lo accompagnarono Sòpatro di Berèa, figlio di Pirro, Aristarco e
Secondo di Tessalonica, Gaio di Derbe e Timòteo, e gli asiatici Tìchico
e Tròfimo.
[5] Questi però, partiti prima di noi ci attendevano a Troade;
[6] noi invece salpammo da Filippi dopo i giorni degli Azzimi e li
raggiungemmo in capo a cinque giorni a Troade dove ci trattenemmo una
settimana.
[7] Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il
pane e Paolo conversava con loro; e poiché doveva partire il giorno
dopo, prolungò la conversazione fino a mezzanotte.
[8] C'era un buon numero di lampade nella stanza al piano superiore,
dove eravamo riuniti;
[9] un ragazzo chiamato Eutico, che stava seduto sulla finestra, fu
preso da un sonno profondo mentre Paolo continuava a conversare e,
sopraffatto dal sonno, cadde dal terzo piano e venne raccolto morto.
[10] Paolo allora scese giù, si gettò su di lui, lo abbracciò e
disse: "Non vi turbate; è ancora in vita!".
[11] Poi risalì, spezzò il pane e ne mangiò e dopo aver parlato
ancora molto fino all'alba, partì.
[12] Intanto avevano ricondotto il ragazzo vivo, e si sentirono molto
consolati.
[13] Noi poi, che eravamo partiti per nave, facemmo vela per Asso, dove
dovevamo prendere a bordo Paolo; così infatti egli aveva deciso,
intendendo di fare il viaggio a piedi.
[14] Quando ci ebbe raggiunti ad Asso, lo prendemmo con noi e arrivammo
a Mitilène.
[15] Salpati da qui il giorno dopo, ci trovammo di fronte a Chio;
l'indomani toccammo Samo e il giorno dopo giungemmo a Milèto.
[16] Paolo aveva deciso di passare al largo di Efeso per evitare di
subire ritardi nella provincia d'Asia: gli premeva di essere a
Gerusalemme, se possibile, per il giorno della Pentecoste.
[17] Da Milèto mandò a chiamare subito ad Efeso gli anziani della
Chiesa.
[18] Quando essi giunsero disse loro: "Voi sapete come mi sono
comportato con voi fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia e per
tutto questo tempo:
[19] ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e tra le
prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei.
[20] Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere
utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi in pubblico e nelle
vostre case,
[21] scongiurando Giudei e Greci di convertirsi a Dio e di credere nel
Signore nostro Gesù.
[22] Ed ecco ora, avvinto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme senza
sapere ciò che là mi accadrà.
[23] So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi
attendono catene e tribolazioni.
[24] Non ritengo tuttavia la mia vita meritevole di nulla, purché
conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal
Signore Gesù, di rendere testimonianza al messaggio della grazia di
Dio.
[25] Ecco, ora so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i
quali sono passato annunziando il regno di Dio.
[26] Per questo dichiaro solennemente oggi davanti a voi che io sono
senza colpa riguardo a coloro che si perdessero,
[27] perché non mi sono sottratto al compito di annunziarvi tutta la
volontà di Dio.
[28] Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo
Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che
egli si è acquistata con il suo sangue.
[29] Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che
non risparmieranno il gregge;
[30] perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine
perverse per attirare discepoli dietro di sé.
[31] Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno,
io non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi.
[32] Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha
il potere di edificare e di concedere l'eredità con tutti i
santificati.
[33] Non ho desiderato né argento, né oro, né la veste di nessuno.
[34] Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me
hanno provveduto queste mie mani.
[35] In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono
soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù, che
disse: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!".
[36] Detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò.
[37] Tutti scoppiarono in un gran pianto e gettandosi al collo di Paolo
lo baciavano,
[38] addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più
rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave.
21
[1]
Appena ci fummo separati da loro, salpammo e per la via diretta
giungemmo a Cos, il giorno seguente a Rodi e di qui a Pàtara.
[2] Trovata qui una nave che faceva la traversata per la Fenicia, vi
salimmo e prendemmo il largo.
[3] Giunti in vista di Cipro, ce la lasciammo a sinistra e, continuando
a navigare verso la Siria, giungemmo a Tiro, dove la nave doveva
scaricare.
[4] Avendo ritrovati i discepoli, rimanemmo colà una settimana, ed
essi, mossi dallo Spirito, dicevano a Paolo di non andare a Gerusalemme.
[5] Ma quando furon passati quei giorni, uscimmo e ci mettemmo in
viaggio, accompagnati da tutti loro con le mogli e i figli sin fuori
della città. Inginocchiati sulla spiaggia pregammo, poi ci salutammo a
vicenda;
[6] noi salimmo sulla nave ed essi tornarono alle loro case.
[7] Terminata la navigazione, da Tiro approdammo a Tolemàide, dove
andammo a salutare i fratelli e restammo un giorno con loro.
[8] Ripartiti il giorno seguente, giungemmo a Cesarèa; ed entrati nella
casa dell'evangelista Filippo, che era uno dei Sette, sostammo presso di
lui.
[9] Egli aveva quattro figlie nubili, che avevano il dono della
profezia.
[10] Eravamo qui da alcuni giorni, quando giunse dalla Giudea un profeta
di nome Agabo.
[11] Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e
le mani e disse: "Questo dice lo Spirito Santo: l'uomo a cui
appartiene questa cintura sarà legato così dai Giudei a Gerusalemme e
verrà quindi consegnato nelle mani dei pagani".
[12] All'udir queste cose, noi e quelli del luogo pregammo Paolo di non
andare più a Gerusalemme.
[13] Ma Paolo rispose: "Perché fate così, continuando a piangere
e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a esser legato, ma a
morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù".
[14] E poiché non si lasciava persuadere, smettemmo di insistere
dicendo: "Sia fatta la volontà del Signore!".
[15] Dopo questi giorni, fatti i preparativi, salimmo verso Gerusalemme.
[16] Vennero con noi anche alcuni discepoli da Cesarèa, i quali ci
condussero da un certo Mnasone di Cipro, discepolo della prima ora, dal
quale ricevemmo ospitalità.
[17] Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente.
[18] L'indomani Paolo fece visita a Giacomo insieme con noi: c'erano
anche tutti gli anziani.
[19] Dopo aver rivolto loro il saluto, egli cominciò a esporre nei
particolari quello che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo suo.
[20] Quand'ebbero ascoltato, essi davano gloria a Dio; quindi dissero a
Paolo: "Tu vedi, o fratello, quante migliaia di Giudei sono venuti
alla fede e tutti sono gelosamente attaccati alla legge.
[21] Ora hanno sentito dire di te che vai insegnando a tutti i Giudei
sparsi tra i pagani che abbandonino Mosè, dicendo di non circoncidere
più i loro figli e di non seguire più le nostre consuetudini.
[22] Che facciamo? Senza dubbio verranno a sapere che sei arrivato.
[23] Fa' dunque quanto ti diciamo: vi sono fra noi quattro uomini che
hanno un voto da sciogliere.
[24] Prendili con te, compi la purificazione insieme con loro e paga tu
la spesa per loro perché possano radersi il capo. Così tutti verranno
a sapere che non c'è nulla di vero in ciò di cui sono stati informati,
ma che invece anche tu ti comporti bene osservando la legge.
[25] Quanto ai pagani che sono venuti alla fede, noi abbiamo deciso ed
abbiamo loro scritto che si astengano dalle carni offerte agli idoli,
dal sangue, da ogni animale soffocato e dalla impudicizia".
[26] Allora Paolo prese con sé quegli uomini e il giorno seguente,
fatta insieme con loro la purificazione, entrò nel tempio per
comunicare il compimento dei giorni della purificazione, quando sarebbe
stata presentata l'offerta per ciascuno di loro.
[27] Stavano ormai per finire i sette giorni, quando i Giudei della
provincia d'Asia, vistolo nel tempio, aizzarono tutta la folla e misero
le mani su di lui gridando:
[28] "Uomini d'Israele, aiuto! Questo è l'uomo che va insegnando a
tutti e dovunque contro il popolo, contro la legge e contro questo
luogo; ora ha introdotto perfino dei Greci nel tempio e ha profanato il
luogo santo!".
[29] Avevano infatti veduto poco prima Tròfimo di Efeso in sua
compagnia per la città, e pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare
nel tempio.
[30] Allora tutta la città fu in subbuglio e il popolo accorse da ogni
parte. Impadronitisi di Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito
furono chiuse le porte.
[31] Stavano già cercando di ucciderlo, quando fu riferito al tribuno
della coorte che tutta Gerusalemme era in rivolta.
[32] Immediatamente egli prese con sé dei soldati e dei centurioni e si
precipitò verso i rivoltosi. Alla vista del tribuno e dei soldati,
cessarono di percuotere Paolo.
[33] Allora il tribuno si avvicinò, lo arrestò e ordinò che fosse
legato con due catene; intanto s'informava chi fosse e che cosa avesse
fatto.
[34] Tra la folla però chi diceva una cosa, chi un'altra.
Nell'impossibilità di accertare la realtà dei fatti a causa della
confusione, ordinò di condurlo nella fortezza.
[35] Quando fu alla gradinata, dovette essere portato a spalla dai
soldati a causa della violenza della folla.
[36] La massa della gente infatti veniva dietro, urlando: "A
morte!".
[37] Sul punto di esser condotto nella fortezza, Paolo disse al tribuno:
"Posso dirti una parola?". "Conosci il greco?, disse
quello,
[38] Allora non sei quell'Egiziano che in questi ultimi tempi ha
sobillato e condotto nel deserto i quattromila ribelli?".
[39] Rispose Paolo: "Io sono un Giudeo di Tarso di Cilicia,
cittadino di una città non certo senza importanza. Ma ti prego, lascia
che rivolga la parola a questa gente".
[40] Avendo egli acconsentito, Paolo, stando in piedi sui gradini, fece
cenno con la mano al popolo e, fattosi un grande silenzio, rivolse loro
la parola in ebraico dicendo:
22
[1]
"Fratelli e padri, ascoltate la mia difesa davanti a voi".
[2] Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero silenzio
ancora di più.
[3] Ed egli continuò: "Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia,
ma cresciuto in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nelle più
rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete
tutti voi.
[4] Io perseguitai a morte questa nuova dottrina, arrestando e gettando
in prigione uomini e donne,
[5] come può darmi testimonianza il sommo sacerdote e tutto il collegio
degli anziani. Da loro ricevetti lettere per i nostri fratelli di
Damasco e partii per condurre anche quelli di là come prigionieri a
Gerusalemme, per essere puniti.
[6] Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno,
all'improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me;
[7] caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: Saulo, Saulo, perché
mi perseguiti?
[8] Risposi: Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno,
che tu perseguiti.
[9] Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono colui che mi
parlava.
[10] Io dissi allora: Che devo fare, Signore? E il Signore mi disse:
Alzati e prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che
è stabilito che tu faccia.
[11] E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce,
guidato per mano dai miei compagni, giunsi a Damasco.
[12] Un certo Ananìa, un devoto osservante della legge e in buona
reputazione presso tutti i Giudei colà residenti,
[13] venne da me, mi si accostò e disse: Saulo, fratello, torna a
vedere! E in quell'istante io guardai verso di lui e riebbi la vista.
[14] Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a
conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola
dalla sua stessa bocca,
[15] perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose
che hai visto e udito.
[16] E ora perché aspetti? Alzati, ricevi il battesimo e lavati dai
tuoi peccati, invocando il suo nome.
[17] Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui
rapito in estasi
[18] e vidi Lui che mi diceva: Affrettati ed esci presto da Gerusalemme,
perché non accetteranno la tua testimonianza su di me.
[19] E io dissi: Signore, essi sanno che facevo imprigionare e
percuotere nella sinagoga quelli che credevano in te;
[20] quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anch'io ero
presente e approvavo e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano.
[21] Allora mi disse: Va', perché io ti manderò lontano, tra i
pagani".
[22] Fino a queste parole erano stati ad ascoltarlo, ma allora alzarono
la voce gridando: "Toglilo di mezzo; non deve più vivere!".
[23] E poiché continuavano a urlare, a gettar via i mantelli e a
lanciar polvere in aria,
[24] il tribuno ordinò di portarlo nella fortezza, prescrivendo di
interrogarlo a colpi di flagello al fine di sapere per quale motivo gli
gridavano contro in tal modo.
[25] Ma quando l'ebbero legato con le cinghie, Paolo disse al centurione
che gli stava accanto: "Potete voi flagellare un cittadino romano,
non ancora giudicato?".
[26] Udito ciò, il centurione corse a riferire al tribuno: "Che
cosa stai per fare? Quell'uomo è un romano!".
[27] Allora il tribuno si recò da Paolo e gli domandò: "Dimmi, tu
sei cittadino romano?". Rispose: "Sì".
[28] Replicò il tribuno: "Io questa cittadinanza l'ho acquistata a
caro prezzo". Paolo disse: "Io, invece, lo sono di
nascita!".
[29] E subito si allontanarono da lui quelli che dovevano interrogarlo.
Anche il tribuno ebbe paura, rendendosi conto che Paolo era cittadino
romano e che lui lo aveva messo in catene.
[30] Il giorno seguente, volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè
il motivo per cui veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le
catene e ordinò che si riunissero i sommi sacerdoti e tutto il
sinedrio; vi fece condurre Paolo e lo presentò davanti a loro.
23
[1] Con
lo sguardo fisso al sinedrio Paolo disse: "Fratelli, io ho agito
fino ad oggi davanti a Dio in perfetta rettitudine di coscienza".
[2] Ma il sommo sacerdote Ananìa ordinò ai suoi assistenti di
percuoterlo sulla bocca.
[3] Paolo allora gli disse: "Dio percuoterà te, muro imbiancato!
Tu siedi a giudicarmi secondo la legge e contro la legge comandi di
percuotermi?".
[4] E i presenti dissero: "Osi insultare il sommo sacerdote di
Dio?".
[5] Rispose Paolo: "Non sapevo, fratelli, che è il sommo
sacerdote; sta scritto infatti: Non insulterai il capo del tuo
popolo".
[6] Paolo sapeva che nel sinedrio una parte era di sadducei e una parte
di farisei; disse a gran voce: "Fratelli, io sono un fariseo,
figlio di farisei; io sono chiamato in giudizio a motivo della speranza
nella risurrezione dei morti".
[7] Appena egli ebbe detto ciò, scoppiò una disputa tra i farisei e i
sadducei e l'assemblea si divise.
[8] I sadducei infatti affermano che non c'è risurrezione, né angeli,
né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose.
[9] Ne nacque allora un grande clamore e alcuni scribi del partito dei
farisei, alzatisi in piedi, protestavano dicendo: "Non troviamo
nulla di male in quest'uomo. E se uno spirito o un angelo gli avesse
parlato davvero?".
[10] La disputa si accese a tal punto che il tribuno, temendo che Paolo
venisse linciato da costoro, ordinò che scendesse la truppa a portarlo
via di mezzo a loro e ricondurlo nella fortezza.
[11] La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse:
"Coraggio! Come hai testimoniato per me a Gerusalemme, così è
necessario che tu mi renda testimonianza anche a Roma".
[12] Fattosi giorno, i Giudei ordirono una congiura e fecero voto con
giuramento esecratorio di non toccare né cibo né bevanda, sino a che
non avessero ucciso Paolo.
[13] Erano più di quaranta quelli che fecero questa congiura.
[14] Si presentarono ai sommi sacerdoti e agli anziani e dissero:
"Ci siamo obbligati con giuramento esecratorio di non assaggiare
nulla sino a che non avremo ucciso Paolo.
[15] Voi dunque ora, insieme al sinedrio, fate dire al tribuno che ve lo
riporti, col pretesto di esaminare più attentamente il suo caso; noi
intanto ci teniamo pronti a ucciderlo prima che arrivi".
[16] Ma il figlio della sorella di Paolo venne a sapere del complotto;
si recò alla fortezza, entrò e ne informò Paolo.
[17] Questi allora chiamò uno dei centurioni e gli disse: "Conduci
questo giovane dal tribuno, perché ha qualche cosa da riferirgli".
[18] Il centurione lo prese e lo condusse dal tribuno dicendo: "Il
prigioniero Paolo mi ha fatto chiamare e mi ha detto di condurre da te
questo giovanetto, perché ha da dirti qualche cosa".
[19] Il tribuno lo prese per mano, lo condusse in disparte e gli chiese:
"Che cosa è quello che hai da riferirmi?".
[20] Rispose: "I Giudei si sono messi d'accordo per chiederti di
condurre domani Paolo nel sinedrio, col pretesto di informarsi più
accuratamente nei suoi riguardi.
[21] Tu però non lasciarti convincere da loro, poiché più di quaranta
dei loro uomini hanno ordito un complotto, facendo voto con giuramento
esecratorio di non prendere cibo né bevanda finché non l'abbiano
ucciso; e ora stanno pronti, aspettando che tu dia il tuo
consenso".
[22] Il tribuno congedò il giovanetto con questa raccomandazione:
"Non dire a nessuno che mi hai dato queste informazioni".
[23] Fece poi chiamare due dei centurioni e disse: "Preparate
duecento soldati per andare a Cesarèa insieme con settanta cavalieri e
duecento lancieri, tre ore dopo il tramonto.
[24] Siano pronte anche delle cavalcature e fatevi montare Paolo, perché
sia condotto sano e salvo dal governatore Felice".
[25] Scrisse anche una lettera in questi termini:
[26] "Claudio Lisia all'eccellentissimo governatore Felice, salute.
[27] Quest'uomo è stato assalito dai Giudei e stava per essere ucciso
da loro; ma sono intervenuto con i soldati e l'ho liberato, perché ho
saputo che è cittadino romano.
[28] Desideroso di conoscere il motivo per cui lo accusavano, lo
condussi nel loro sinedrio.
[29] Ho trovato che lo si accusava per questioni relative alla loro
legge, ma che in realtà non c'erano a suo carico imputazioni meritevoli
di morte o di prigionia.
[30] Sono stato però informato di un complotto contro quest'uomo da
parte loro, e così l'ho mandato da te, avvertendo gli accusatori di
deporre davanti a te quello che hanno contro di lui. Stà bene".
[31] Secondo gli ordini ricevuti, i soldati presero Paolo e lo
condussero di notte ad Antipàtride.
[32] Il mattino dopo, lasciato ai cavalieri il compito di proseguire con
lui, se ne tornarono alla fortezza.
[33] I cavalieri, giunti a Cesarèa, consegnarono la lettera al
governatore e gli presentarono Paolo.
[34] Dopo averla letta, domandò a Paolo di quale provincia fosse e,
saputo che era della Cilicia, disse:
[35] "Ti ascolterò quando saranno qui anche i tuoi
accusatori". E diede ordine di custodirlo nel pretorio di Erode.
24
[1]
Cinque giorni dopo arrivò il sommo sacerdote Ananìa insieme con alcuni
anziani e a un avvocato di nome Tertullo e si presentarono al
governatore per accusare Paolo.
[2] Quando questi fu fatto venire, Tertullo cominciò l'accusa dicendo:
[3] "La lunga pace di cui godiamo grazie a te e le riforme che ci
sono state in favore di questo popolo grazie alla tua provvidenza, le
accogliamo in tutto e per tutto, eccellentissimo Felice, con profonda
gratitudine.
[4] Ma per non trattenerti troppo a lungo, ti prego di darci ascolto
brevemente nella tua benevolenza.
[5] Abbiamo scoperto che quest'uomo è una peste, fomenta continue
rivolte tra tutti i Giudei che sono nel mondo ed è capo della setta dei
Nazorei.
[6] Ha perfino tentato di profanare il tempio e noi l'abbiamo arrestato.
[7] .
[8] Interrogandolo personalmente, potrai renderti conto da lui di tutte
queste cose delle quali lo accusiamo".
[9] Si associarono nell'accusa anche i Giudei, affermando che i fatti
stavano così.
[10] Quando il governatore fece cenno a Paolo di parlare, egli rispose:
"So che da molti anni sei giudice di questo popolo e parlo in mia
difesa con fiducia.
[11] Tu stesso puoi accertare che non sono più di dodici giorni da
quando mi sono recato a Gerusalemme per il culto.
[12] Essi non mi hanno mai trovato nel tempio a discutere con qualcuno o
a incitare il popolo alla sommossa, né nelle sinagoghe, né per la città
[13] e non possono provare nessuna delle cose delle quali ora mi
accusano.
[14] Ammetto invece che adoro il Dio dei miei padri, secondo quella
dottrina che essi chiamano setta, credendo in tutto ciò che è conforme
alla Legge e sta scritto nei Profeti,
[15] nutrendo in Dio la speranza, condivisa pure da costoro, che ci sarà
una risurrezione dei giusti e degli ingiusti.
[16] Per questo mi sforzo di conservare in ogni momento una coscienza
irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini.
[17] Ora, dopo molti anni, sono venuto a portare elemosine al mio popolo
e per offrire sacrifici;
[18] in occasione di questi essi mi hanno trovato nel tempio dopo che
avevo compiuto le purificazioni. Non c'era folla né tumulto.
[19] Furono dei Giudei della provincia d'Asia a trovarmi, e loro
dovrebbero comparire qui davanti a te ad accusarmi, se hanno qualche
cosa contro di me;
[20] oppure dicano i presenti stessi quale colpa han trovato in me
quando sono comparso davanti al sinedrio,
[21] se non questa sola frase che gridai stando in mezzo a loro: A
motivo della risurrezione dei morti io vengo giudicato oggi davanti a
voi!".
[22] Allora Felice, che era assai bene informato circa la nuova
dottrina, li rimandò dicendo: "Quando verrà il tribuno Lisia,
esaminerò il vostro caso".
[23] E ordinò al centurione di tenere Paolo sotto custodia,
concedendogli però una certa libertà e senza impedire a nessuno dei
suoi amici di dargli assistenza.
[24] Dopo alcuni giorni Felice arrivò in compagnia della moglie
Drusilla, che era giudea; fatto chiamare Paolo, lo ascoltava intorno
alla fede in Cristo Gesù.
[25] Ma quando egli si mise a parlare di giustizia, di continenza e del
giudizio futuro, Felice si spaventò e disse: "Per il momento puoi
andare; ti farò chiamare di nuovo quando ne avrò il tempo".
[26] Sperava frattanto che Paolo gli avrebbe dato del denaro; per questo
abbastanza spesso lo faceva chiamare e conversava con lui.
[27] Trascorsi due anni, Felice ebbe come successore Porcio Festo; ma
Felice, volendo dimostrare benevolenza verso i Giudei, lasciò Paolo in
prigione.
25
[1]
Festo dunque, raggiunta la provincia, tre giorni dopo salì da Cesarèa
a Gerusalemme.
[2] I sommi sacerdoti e i capi dei Giudei gli si presentarono per
accusare Paolo e cercavano di persuaderlo,
[3] chiedendo come un favore, in odio a Paolo, che lo facesse venire a
Gerusalemme; e intanto disponevano un tranello per ucciderlo lungo il
percorso.
[4] Festo rispose che Paolo stava sotto custodia a Cesarèa e che egli
stesso sarebbe partito fra breve.
[5] "Quelli dunque che hanno autorità tra voi, disse, vengano con
me e se vi è qualche colpa in quell'uomo, lo denuncino".
[6] Dopo essersi trattenuto fra loro non più di otto o dieci giorni,
discese a Cesarèa e il giorno seguente, sedendo in tribunale, ordinò
che gli si conducesse Paolo.
[7] Appena giunse, lo attorniarono i Giudei discesi da Gerusalemme,
imputandogli numerose e gravi colpe, senza però riuscire a provarle.
[8] Paolo a sua difesa disse: "Non ho commesso alcuna colpa, né
contro la legge dei Giudei, né contro il tempio, né contro
Cesare".
[9] Ma Festo volendo fare un favore ai Giudei, si volse a Paolo e disse:
"Vuoi andare a Gerusalemme per essere là giudicato di queste cose,
davanti a me?".
[10] Paolo rispose: "Mi trovo davanti al tribunale di Cesare, qui
mi si deve giudicare. Ai Giudei non ho fatto alcun torto, come anche tu
sai perfettamente.
[11] Se dunque sono in colpa e ho commesso qualche cosa che meriti la
morte, non rifiuto di morire; ma se nelle accuse di costoro non c'è
nulla di vero, nessuno ha il potere di consegnarmi a loro. Io mi appello
a Cesare".
[12] Allora Festo, dopo aver conferito con il consiglio, rispose:
"Ti sei appellato a Cesare, a Cesare andrai".
[13] Erano trascorsi alcuni giorni, quando arrivarono a Cesarèa il re
Agrippa e Berenìce, per salutare Festo.
[14] E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re il
caso di Paolo: "C'è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice,
contro il quale,
[15] durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono con accuse i
sommi sacerdoti e gli anziani dei Giudei per reclamarne la condanna.
[16] Risposi che i Romani non usano consegnare una persona, prima che
l'accusato sia stato messo a confronto con i suoi accusatori e possa
aver modo di difendersi dall'accusa.
[17] Allora essi convennero qui e io senza indugi il giorno seguente
sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell'uomo.
[18] Gli accusatori gli si misero attorno, ma non addussero nessuna
delle imputazioni criminose che io immaginavo;
[19] avevano solo con lui alcune questioni relative la loro particolare
religione e riguardanti un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva
essere ancora in vita.
[20] Perplesso di fronte a simili controversie, gli chiesi se voleva
andare a Gerusalemme ed esser giudicato là di queste cose.
[21] Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al
giudizio dell'imperatore, e così ordinai che fosse tenuto sotto
custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare".
[22] E Agrippa a Festo: "Vorrei anch'io ascoltare
quell'uomo!". "Domani, rispose, lo potrai ascoltare".
[23] Il giorno dopo, Agrippa e Berenìce vennero con gran pompa ed
entrarono nella sala dell'udienza, accompagnati dai tribuni e dai
cittadini più in vista; per ordine di Festo fu fatto entrare anche
Paolo.
[24] Allora Festo disse: "Re Agrippa e cittadini tutti qui presenti
con noi, voi avete davanti agli occhi colui sul conto del quale tutto il
popolo dei Giudei si è appellato a me, in Gerusalemme e qui, per
chiedere a gran voce che non resti più in vita.
[25] Io però mi sono convinto che egli non ha commesso alcuna cosa
meritevole di morte ed essendosi appellato all'imperatore ho deciso di
farlo partire.
[26] Ma sul suo conto non ho nulla di preciso da scrivere al sovrano;
per questo l'ho condotto davanti a voi e soprattutto davanti a te, o re
Agrippa, per avere, dopo questa udienza, qualcosa da scrivere.
[27] Mi sembra assurdo infatti mandare un prigioniero, senza indicare le
accuse che si muovono contro di lui".
26
[1]
Agrippa disse a Paolo: "Ti è concesso di parlare a tua
difesa". Allora Paolo, stesa la mano, si difese così:
[2] "Mi considero fortunato, o re Agrippa, di potermi discolpare da
tutte le accuse di cui sono incriminato dai Giudei, oggi qui davanti a
te,
[3] che conosci a perfezione tutte le usanze e questioni riguardanti i
Giudei. Perciò ti prego di ascoltarmi con pazienza.
[4] La mia vita fin dalla mia giovinezza, vissuta tra il mio popolo e a
Gerusalemme, la conoscono tutti i Giudei;
[5] essi sanno pure da tempo, se vogliono renderne testimonianza, che,
come fariseo, sono vissuto nella setta più rigida della nostra
religione.
[6] Ed ora mi trovo sotto processo a causa della speranza nella promessa
fatta da Dio ai nostri padri,
[7] e che le nostre dodici tribù sperano di vedere compiuta, servendo
Dio notte e giorno con perseveranza. Di questa speranza, o re, sono ora
incolpato dai Giudei!
[8] Perché è considerato inconcepibile fra di voi che Dio risusciti i
morti?
[9] Anch'io credevo un tempo mio dovere di lavorare attivamente contro
il nome di Gesù il Nazareno,
[10] come in realtà feci a Gerusalemme; molti dei fedeli li rinchiusi
in prigione con l'autorizzazione avuta dai sommi sacerdoti e, quando
venivano condannati a morte, anch'io ho votato contro di loro.
[11] In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a
bestemmiare e, infuriando all'eccesso contro di loro, davo loro la
caccia fin nelle città straniere.
[12] In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con
autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso
mezzogiorno
[13] vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del
sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio.
[14] Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in
ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te
ricalcitrare contro il pungolo.
[15] E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù,
che tu perseguiti.
[16] Su, alzati e rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per
costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di
quelle per cui ti apparirò ancora.
[17] Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando
[18] ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e
dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e
l'eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in
me.
[19] Pertanto, o re Agrippa, io non ho disobbedito alla visione celeste;
[20] ma prima a quelli di Damasco, poi a quelli di Gerusalemme e in
tutta la regione della Giudea e infine ai pagani, predicavo di
convertirsi e di rivolgersi a Dio, comportandosi in maniera degna della
conversione.
[21] Per queste cose i Giudei mi assalirono nel tempio e tentarono di
uccidermi.
[22] Ma l'aiuto di Dio mi ha assistito fino a questo giorno, e posso
ancora rendere testimonianza agli umili e ai grandi. Null'altro io
affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiararono che doveva
accadere,
[23] che cioè il Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da
morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani".
[24] Mentr'egli parlava così in sua difesa, Festo a gran voce disse:
"Sei pazzo, Paolo; la troppa scienza ti ha dato al cervello!".
[25] E Paolo: "Non sono pazzo, disse, eccellentissimo Festo, ma sto
dicendo parole vere e sagge.
[26] Il re è al corrente di queste cose e davanti a lui parlo con
franchezza. Penso che niente di questo gli sia sconosciuto, poiché non
sono fatti accaduti in segreto.
[27] Credi, o re Agrippa, nei profeti? So che ci credi".
[28] E Agrippa a Paolo: "Per poco non mi convinci a farmi
cristiano!".
[29] E Paolo: "Per poco o per molto, io vorrei supplicare Dio che
non soltanto tu, ma quanti oggi mi ascoltano diventassero così come
sono io, eccetto queste catene!".
[30] Si alzò allora il re e con lui il governatore, Berenìce, e quelli
che avevano preso parte alla seduta
[31] e avviandosi conversavano insieme e dicevano: "Quest'uomo non
ha fatto nulla che meriti la morte o le catene".
[32] E Agrippa disse a Festo: "Costui poteva essere rimesso in
libertà, se non si fosse appellato a Cesare".
27
[1]
Quando fu deciso che ci imbarcassimo per l'Italia, consegnarono Paolo,
insieme ad alcuni altri prigionieri, a un centurione di nome Giulio
della coorte Augusta.
[2] Salimmo su una nave di Adramitto, che stava per partire verso i
porti della provincia d'Asia e salpammo, avendo con noi Aristarco, un
Macèdone di Tessalonica.
[3] Il giorno dopo facemmo scalo a Sidone e Giulio, con gesto cortese
verso Paolo, gli permise di recarsi dagli amici e di riceverne le cure.
[4] Salpati di là, navigammo al riparo di Cipro a motivo dei venti
contrari
[5] e, attraversato il mare della Cilicia e della Panfilia, giungemmo a
Mira di Licia.
[6] Qui il centurione trovò una nave di Alessandria in partenza per
l'Italia e ci fece salire a bordo.
[7] Navigammo lentamente parecchi giorni, giungendo a fatica all'altezza
di Cnido. Poi, siccome il vento non ci permetteva di approdare,
prendemmo a navigare al riparo di Creta, dalle parti di Salmone,
[8] e costeggiandola a fatica giungemmo in una località chiamata Buoni
Porti, vicino alla quale era la città di Lasèa.
[9] Essendo trascorso molto tempo ed essendo ormai pericolosa la
navigazione poiché era già passata la festa dell'Espiazione, Paolo li
ammoniva dicendo:
[10] "Vedo, o uomini, che la navigazione comincia a essere di gran
rischio e di molto danno non solo per il carico e per la nave, ma anche
per le nostre vite".
[11] Il centurione però dava più ascolto al pilota e al capitano della
nave che alle parole di Paolo.
[12] E poiché quel porto era poco adatto a trascorrervi l'inverno, i più
furono del parere di salpare di là nella speranza di andare a svernare
a Fenice, un porto di Creta esposto a libeccio e a maestrale.
[13] Appena cominciò a soffiare un leggero scirocco, convinti di potere
ormai realizzare il progetto, levarono le ancore e costeggiavano da
vicino Creta.
[14] Ma dopo non molto tempo si scatenò contro l'isola un vento
d'uragano, detto allora "Euroaquilone".
[15] La nave fu travolta nel turbine e, non potendo più resistere al
vento, abbandonati in sua balìa, andavamo alla deriva.
[16] Mentre passavamo sotto un isolotto chiamato Càudas, a fatica
riuscimmo a padroneggiare la scialuppa;
[17] la tirarono a bordo e adoperarono gli attrezzi per fasciare di gòmene
la nave. Quindi, per timore di finire incagliati nelle Sirti, calarono
il galleggiante e si andava così alla deriva.
[18] Sbattuti violentemente dalla tempesta, il giorno seguente
cominciarono a gettare a mare il carico;
[19] il terzo giorno con le proprie mani buttarono via l'attrezzatura
della nave.
[20] Da vari giorni non comparivano più né sole, né stelle e la
violenta tempesta continuava a infuriare, per cui ogni speranza di
salvarci sembrava ormai perduta.
[21] Da molto tempo non si mangiava, quando Paolo, alzatosi in mezzo a
loro, disse: "Sarebbe stato bene, o uomini, dar retta a me e non
salpare da Creta; avreste evitato questo pericolo e questo danno.
[22] Tuttavia ora vi esorto a non perdervi di coraggio, perché non ci
sarà alcuna perdita di vite in mezzo a voi, ma solo della nave.
[23] Mi è apparso infatti questa notte un angelo del Dio al quale
appartengo e che servo,
[24] dicendomi: Non temere, Paolo; tu devi comparire davanti a Cesare ed
ecco, Dio ti ha fatto grazia di tutti i tuoi compagni di navigazione.
[25] Perciò non perdetevi di coraggio, uomini; ho fiducia in Dio che
avverrà come mi è stato annunziato.
[26] Ma è inevitabile che andiamo a finire su qualche isola".
[27] Come giunse la quattordicesima notte da quando andavamo alla deriva
nell'Adriatico, verso mezzanotte i marinai ebbero l'impressione che una
qualche terra si avvicinava.
[28] Gettato lo scandaglio, trovarono venti braccia; dopo un breve
intervallo, scandagliando di nuovo, trovarono quindici braccia.
[29] Nel timore di finire contro gli scogli, gettarono da poppa quattro
ancore, aspettando con ansia che spuntasse il giorno.
[30] Ma poiché i marinai cercavano di fuggire dalla nave e già stavano
calando la scialuppa in mare, col pretesto di gettare le ancore da
prora, Paolo disse al centurione e ai soldati:
[31] "Se costoro non rimangono sulla nave, voi non potrete mettervi
in salvo".
[32] Allora i soldati recisero le gòmene della scialuppa e la
lasciarono cadere in mare.
[33] Finché non spuntò il giorno, Paolo esortava tutti a prendere
cibo: "Oggi è il quattordicesimo giorno che passate digiuni
nell'attesa, senza prender nulla.
[34] Per questo vi esorto a prender cibo; è necessario per la vostra
salvezza. Neanche un capello del vostro capo andrà perduto".
[35] Ciò detto, prese il pane, rese grazie a Dio davanti a tutti, lo
spezzò e cominciò a mangiare.
[36] Tutti si sentirono rianimati, e anch'essi presero cibo.
[37] Eravamo complessivamente sulla nave duecentosettantasei persone.
[38] Quando si furono rifocillati, alleggerirono la nave, gettando il
frumento in mare.
[39] Fattosi giorno non riuscivano a riconoscere quella terra, ma
notarono un'insenatura con spiaggia e decisero, se possibile, di
spingere la nave verso di essa.
[40] Levarono le ancore e le lasciarono andare in mare; al tempo stesso
allentarono i legami dei timoni e spiegata al vento la vela maestra,
mossero verso la spiaggia.
[41] Ma incapparono in una secca e la nave vi si incagliò; mentre la
prua arenata rimaneva immobile, la poppa minacciava di sfasciarsi sotto
la violenza delle onde.
[42] I soldati pensarono allora di uccidere i prigionieri, perché
nessuno sfuggisse gettandosi a nuoto,
[43] ma il centurione, volendo salvare Paolo, impedì loro di attuare
questo progetto; diede ordine che si gettassero per primi quelli che
sapevano nuotare e raggiunsero la terra;
[44] poi gli altri, chi su tavole, chi su altri rottami della nave. E
così tutti poterono mettersi in salvo a terra.
28
[1] Una
volta in salvo, venimmo a sapere che l'isola si chiamava Malta.
[2] Gli indigeni ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti
attorno a un gran fuoco, che avevano acceso perché era sopraggiunta la
pioggia ed era freddo.
[3] Mentre Paolo raccoglieva un fascio di sarmenti e lo gettava sul
fuoco, una vipera, risvegliata dal calore, lo morse a una mano.
[4] Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli indigeni dicevano tra
loro: "Certamente costui è un assassino, se, anche scampato dal
mare, la Giustizia non lo lascia vivere".
[5] Ma egli scosse la serpe nel fuoco e non ne patì alcun male.
[6] Quella gente si aspettava di vederlo gonfiare e cadere morto sul
colpo, ma, dopo avere molto atteso senza vedere succedergli nulla di
straodinario, cambiò parere e diceva che era un dio.
[7] Nelle vicinanze di quel luogo c'era un terreno appartenente al
"primo" dell'isola, chiamato Publio; questi ci accolse e ci
ospitò con benevolenza per tre giorni.
[8] Avvenne che il padre di Publio dovette mettersi a letto colpito da
febbri e da dissenteria; Paolo l'andò a visitare e dopo aver pregato
gli impose le mani e lo guarì.
[9] Dopo questo fatto, anche gli altri isolani che avevano malattie
accorrevano e venivano sanati;
[10] ci colmarono di onori e al momento della partenza ci rifornirono di
tutto il necessario.
[11] Dopo tre mesi salpammo su una nave di Alessandria che aveva
svernato nell'isola, recante l'insegna dei Diòscuri.
[12] Approdammo a Siracusa, dove rimanemmo tre giorni
[13] e di qui, costeggiando, giungemmo a Reggio. Il giorno seguente si
levò lo scirocco e così l'indomani arrivammo a Pozzuoli.
[14] Qui trovammo alcuni fratelli, i quali ci invitarono a restare con
loro una settimana. Partimmo quindi alla volta di Roma.
[15] I fratelli di là, avendo avuto notizie di noi, ci vennero incontro
fino al Foro di Appio e alle Tre Taverne. Paolo, al vederli, rese grazie
a Dio e prese coraggio.
[16] Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per suo conto con
un soldato di guardia.
[17] Dopo tre giorni, egli convocò a sé i più in vista tra i Giudei e
venuti che furono, disse loro: "Fratelli, senza aver fatto nulla
contro il mio popolo e contro le usanze dei padri, sono stato arrestato
a Gerusalemme e consegnato in mano dei Romani.
[18] Questi, dopo avermi interrogato, volevano rilasciarmi, non avendo
trovato in me alcuna colpa degna di morte.
[19] Ma continuando i Giudei ad opporsi, sono stato costretto ad
appellarmi a Cesare, senza intendere con questo muovere accuse contro il
mio popolo.
[20] Ecco perché vi ho chiamati, per vedervi e parlarvi, poiché è a
causa della speranza d'Israele che io sono legato da questa
catena".
[21] Essi gli risposero: "Noi non abbiamo ricevuto nessuna lettera
sul tuo conto dalla Giudea né alcuno dei fratelli è venuto a riferire
o a parlar male di te.
[22] Ci sembra bene tuttavia ascoltare da te quello che pensi; di questa
setta infatti sappiamo che trova dovunque opposizione".
[23] E fissatogli un giorno, vennero in molti da lui nel suo alloggio;
egli dal mattino alla sera espose loro accuratamente, rendendo la sua
testimonianza, il regno di Dio, cercando di convincerli riguardo a Gesù,
in base alla Legge di Mosè e ai Profeti.
[24] Alcuni aderirono alle cose da lui dette, ma altri non vollero
credere
[25] e se ne andavano discordi tra loro, mentre Paolo diceva questa sola
frase: "Ha detto bene lo Spirito Santo, per bocca del profeta
Isaia, ai nostri padri:
[26] Va' da questo popolo e di' loro:
Udrete con i vostri orecchi, ma non comprenderete;
guarderete con i vostri occhi, ma non vedrete.
[27] Perché il cuore di questo popolo si è indurito:
e hanno ascoltato di mala voglia con gli orecchi;
hanno chiuso i loro occhi
per non vedere con gli occhi
non ascoltare con gli orecchi,
non comprendere nel loro cuore e non convertirsi,
perché io li risani.
[28] Sia dunque noto a voi che questa salvezza di Dio viene ora rivolta
ai pagani ed essi l'ascolteranno!".
[29] .
[30] Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso a
pigione e accoglieva tutti quelli che venivano a lui,
[31] annunziando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il
Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.
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