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LETTERE E APOCALISSE |
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LETTERA
AI ROMANI
1
[1]
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per
annunziare il vangelo di Dio,
[2] che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre
Scritture,
[3] riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la
carne,
[4] costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di
santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro
Signore.
[5] Per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia dell'apostolato per
ottenere l'obbedienza alla fede da parte di tutte le genti, a gloria del
suo nome;
[6] e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo.
[7] A quanti sono in Roma diletti da Dio e santi per vocazione, grazia a
voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
[8] Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo
a tutti voi, perché la fama della vostra fede si espande in tutto il
mondo.
[9] Quel Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunziando il
vangelo del Figlio suo, mi è testimone che io mi ricordo sempre di voi,
[10] chiedendo sempre nelle mie preghiere che per volontà di Dio mi si
apra una strada per venire fino a voi.
[11] Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche
dono spirituale perché ne siate fortificati,
[12] o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che
abbiamo in comune, voi e io.
[13] Non voglio pertanto che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono
proposto di venire fino a voi - ma finora ne sono stato impedito - per
raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra gli altri Gentili.
[14] Poiché sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso i
dotti come verso gli ignoranti:
[15] sono quindi pronto, per quanto sta in me, a predicare il vangelo
anche a voi di Roma.
[16] Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio
per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.
[17] È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come
sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede.
[18] In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e
ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia,
[19] poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio
stesso lo ha loro manifestato.
[20] Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni
invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da
lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità;
[21] essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli
hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno
vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente
ottusa.
[22] Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti
[23] e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e
la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di
rettili.
[24] Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del
loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi,
[25] poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e
hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è
benedetto nei secoli. Amen.
[26] Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne
hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura.
[27] Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la
donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo
atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la
punizione che s'addiceva al loro traviamento.
[28] E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha
abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono
ciò che è indegno,
[29] colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di
cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di
frodi, di malignità; diffamatori,
[30] maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni,
ingegnosi nel male, ribelli ai genitori,
[31] insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia.
[32] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali
cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano
chi le fa.
2
[1] Sei
dunque inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi; perché
mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che giudichi,
fai le medesime cose.
[2] Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità contro
quelli che commettono tali cose.
[3] Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e
intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio?
[4] O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua
tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio
ti spinge alla conversione?
[5] Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli
collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto
giudizio di Dio,
[6] il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere:
[7] la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano
gloria, onore e incorruttibilità;
[8] sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità
e obbediscono all'ingiustizia.
[9] Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il
Giudeo prima e poi per il Greco;
[10] gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo
prima e poi per il Greco,
[11] perché presso Dio non c'è parzialità.
[12] Tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno anche
senza la legge; quanti invece hanno peccato sotto la legge, saranno
giudicati con la legge.
[13] Perché non coloro che ascoltano la legge sono giusti davanti a
Dio, ma quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati.
[14] Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono
secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi;
[15] essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori
come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi
ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono.
[16] Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli
uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.
[17] Ora, se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi sicuro
sulla legge, e ti glori di Dio,
[18] del quale conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai
discernere ciò che è meglio,
[19] e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono
nelle tenebre,
[20] educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi
nella legge l'espressione della sapienza e della verità...
[21] ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te
stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi?
[22] Tu che proibisci l'adulterio, sei adultero? Tu che detesti gli
idoli, ne derubi i templi?
[23] Tu che ti glori della legge, offendi Dio trasgredendo la legge?
[24] Infatti il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i
pagani, come sta scritto.
[25] La circoncisione è utile, sì, se osservi la legge; ma se
trasgredisci la legge, con la tua circoncisione sei come uno non
circonciso.
[26] Se dunque chi non è circonciso osserva le prescrizioni della
legge, la sua non circoncisione non gli verrà forse contata come
circoncisione?
[27] E così, chi non è circonciso fisicamente, ma osserva la legge,
giudicherà te che, nonostante la lettera della legge e la
circoncisione, sei un trasgressore della legge.
[28] Infatti, Giudeo non è chi appare tale all'esterno, e la
circoncisione non è quella visibile nella carne;
[29] ma Giudeo è colui che lo è interiormente e la circoncisione è
quella del cuore, nello spirito e non nella lettera; la sua gloria non
viene dagli uomini ma da Dio.
3
[1] -
Qual è dunque la superiorità del Giudeo? O quale l'utilità della
circoncisione?
[2] - Grande, sotto ogni aspetto. Anzitutto perché a loro sono state
affidate le rivelazioni di Dio.
[3] - Che dunque? Se alcuni non hanno creduto, la loro incredulità può
forse annullare la fedeltà di Dio?
[4] - Impossibile! Resti invece fermo che Dio è verace e ogni uomo
mentitore, come sta scritto:
Perché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole
e trionfi quando sei giudicato.
[5] - Se però la nostra ingiustizia mette in risalto la giustizia di
Dio, che diremo? Forse è ingiusto Dio quando riversa su di noi la sua
ira? Parlo alla maniera umana.
[6] - Impossibile! Altrimenti, come potrà Dio giudicare il mondo?
[7] - Ma se per la mia menzogna la verità di Dio risplende per sua
gloria, perché dunque sono ancora giudicato come peccatore?
[8] Perché non dovremmo fare il male affinché venga il bene, come
alcuni - la cui condanna è ben giusta - ci calunniano, dicendo che noi
lo affermiamo?
[9] Che dunque? Dobbiamo noi ritenerci superiori? Niente affatto!
Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che Giudei e Greci, tutti,
sono sotto il dominio del peccato,
[10] come sta scritto:
Non c'è nessun giusto, nemmeno uno,
[11] non c'è sapiente, non c'è chi cerchi Dio!
[12] Tutti hanno traviato e si son pervertiti;
non c'è chi compia il bene, non ce n'è neppure uno.
[13] La loro gola è un sepolcro spalancato,
tramano inganni con la loro lingua,
veleno di serpenti è sotto le loro labbra,
[14] la loro bocca è piena di maledizione e di
amarezza.
[15] I loro piedi corrono a versare il sangue;
[16] strage e rovina è sul loro cammino
[17] e la via della pace non conoscono.
[18] Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi.
[19] Ora, noi sappiamo che tutto ciò che dice la legge lo dice per
quelli che sono sotto la legge, perché sia chiusa ogni bocca e tutto il
mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio.
[20] Infatti in virtù delle opere della legge nessun uomo sarà
giustificato davanti a lui, perché per mezzo della legge si ha solo la
conoscenza del peccato.
[21] Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la
giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti;
[22] giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti
quelli che credono. E non c'è distinzione:
[23] tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio,
[24] ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù
della redenzione realizzata da Cristo Gesù.
[25] Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per
mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua
giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati,
[26] nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia
nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù.
[27] Dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! Da quale legge? Da
quella delle opere? No, ma dalla legge della fede.
[28] Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede
indipendentemente dalle opere della legge.
[29] Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche dei pagani?
Certo, anche dei pagani!
[30] Poiché non c'è che un solo Dio, il quale giustificherà per la
fede i circoncisi, e per mezzo della fede anche i non circoncisi.
[31] Togliamo dunque ogni valore alla legge mediante la fede?
Nient'affatto, anzi confermiamo la legge.
4
[1] Che
diremo dunque di Abramo, nostro antenato secondo la carne?
[2] Se infatti Abramo è stato giustificato per le opere, certo ha di
che gloriarsi, ma non davanti a Dio.
[3] Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo ebbe fede in Dio e ciò gli
fu accreditato come giustizia.
[4] A chi lavora, il salario non viene calcolato come un dono, ma come
debito;
[5] a chi invece non lavora, ma crede in colui che giustifica l'empio,
la sua fede gli viene accreditata come giustizia.
[6] Così anche Davide proclama beato l'uomo a cui Dio accredita la
giustizia indipendentemente dalle opere:
[7] Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate
e i peccati sono stati ricoperti;
[8] beato l'uomo al quale il Signore non mette in conto
il peccato!
[9] Orbene, questa beatitudine riguarda chi è circonciso o anche chi
non è circonciso? Noi diciamo infatti che la fede fu accreditata ad
Abramo come giustizia.
[10] Come dunque gli fu accreditata? Quando era circonciso o quando non
lo era? Non certo dopo la circoncisione, ma prima.
[11] Infatti egli ricevette il segno della circoncisione quale sigillo
della giustizia derivante dalla fede che aveva già ottenuta quando non
era ancora circonciso; questo perché fosse padre di tutti i non
circoncisi che credono e perché anche a loro venisse accreditata la
giustizia
[12] e fosse padre anche dei circoncisi, di quelli che non solo hanno la
circoncisione, ma camminano anche sulle orme della fede del nostro padre
Abramo prima della sua circoncisione.
[13] Non infatti in virtù della legge fu data ad Abramo o alla sua
discendenza la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della
giustizia che viene dalla fede;
[14] poiché se diventassero eredi coloro che provengono dalla legge,
sarebbe resa vana la fede e nulla la promessa.
[15] La legge infatti provoca l'ira; al contrario, dove non c'è legge,
non c'è nemmeno trasgressione.
[16] Eredi quindi si diventa per la fede, perché ciò sia per grazia e
così la promessa sia sicura per tutta la discendenza, non soltanto per
quella che deriva dalla legge, ma anche per quella che deriva dalla fede
di Abramo, il quale è padre di tutti noi.
[17] Infatti sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli; (è
nostro padre) davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e
chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono.
[18] Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre
di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua
discendenza.
[19] Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il
proprio corpo - aveva circa cento anni - e morto il seno di Sara.
[20] Per la promessa di Dio non esitò con incredulità, ma si rafforzò
nella fede e diede gloria a Dio,
[21] pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace
di portarlo a compimento.
[22] Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
[23] E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato come
giustizia,
[24] ma anche per noi, ai quali sarà egualmente accreditato: a noi che
crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore,
[25] il quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato
risuscitato per la nostra giustificazione.
5
[1]
Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del
Signore nostro Gesù Cristo;
[2] per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere
a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza
della gloria di Dio.
[3] E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben
sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù
provata
[4] e la virtù provata la speranza.
[5] La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato
riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato
dato.
[6] Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli
empi nel tempo stabilito.
[7] Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto;
forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona
dabbene.
[8] Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo
ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
[9] A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo
salvati dall'ira per mezzo di lui.
[10] Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio
per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo
riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.
[11] Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro
Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione.
[12] Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel
mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti
gli uomini, perché tutti hanno peccato.
[13] Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il
peccato non può essere imputato quando manca la legge,
[14] la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non
avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale
è figura di colui che doveva venire.
[15] Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la
caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il
dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati
in abbondanza su tutti gli uomini.
[16] E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno
solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di
grazia invece da molte cadute per la giustificazione.
[17] Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di
quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della
grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del
solo Gesù Cristo.
[18] Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli
uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si
riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita.
[19] Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati
costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti
saranno costituiti giusti.
[20] La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma
laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia,
[21] perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni
anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù
Cristo nostro Signore.
6
[1] Che
diremo dunque? Continuiamo a restare nel peccato perché abbondi la
grazia?
[2] È assurdo! Noi che già siamo morti al peccato, come potremo ancora
vivere nel peccato?
[3] O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù,
siamo stati battezzati nella sua morte?
[4] Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui
nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo
della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita
nuova.
[5] Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte
simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.
[6] Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con
lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più
schiavi del peccato.
[7] Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.
[8] Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui,
[9] sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte
non ha più potere su di lui.
[10] Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta
per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio.
[11] Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio,
in Cristo Gesù.
[12] Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da
sottomettervi ai suoi desideri;
[13] non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al
peccato, ma offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le
vostre membra come strumenti di giustizia per Dio.
[14] Il peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non siete
più sotto la legge, ma sotto la grazia.
[15] Che dunque? Dobbiamo commettere peccati perché non siamo più
sotto la legge, ma sotto la grazia? È assurdo!
[16] Non sapete voi che, se vi mettete a servizio di qualcuno come
schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del
peccato che porta alla morte, sia dell'obbedienza che conduce alla
giustizia?
[17] Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma
avete obbedito di cuore a quell'insegnamento che vi è stato trasmesso
[18] e così, liberati dal peccato, siete diventati servi della
giustizia.
[19] Parlo con esempi umani, a causa della debolezza della vostra carne.
Come avete messo le vostre membra a servizio dell'impurità e
dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le vostre membra
a servizio della giustizia per la vostra santificazione.
[20] Quando infatti eravate sotto la schiavitù del peccato, eravate
liberi nei riguardi della giustizia.
[21] Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi
vergognate? Infatti il loro destino è la morte.
[22] Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi
raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino
avete la vita eterna.
[23] Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la
vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.
7
[1] O
forse ignorate, fratelli - parlo a gente esperta di legge - che la legge
ha potere sull'uomo solo per il tempo in cui egli vive?
[2] La donna sposata, infatti, è legata dalla legge al marito finché
egli vive; ma se il marito muore, è libera dalla legge che la lega al
marito.
[3] Essa sarà dunque chiamata adultera se, mentre vive il marito, passa
a un altro uomo, ma se il marito muore, essa è libera dalla legge e non
è più adultera se passa a un altro uomo.
[4] Alla stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di
Cristo, siete stati messi a morte quanto alla legge, per appartenere ad
un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi
portiamo frutti per Dio.
[5] Quando infatti eravamo nella carne, le passioni peccaminose,
stimolate dalla legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di
portare frutti per la morte.
[6] Ora però siamo stati liberati dalla legge, essendo morti a ciò che
ci teneva prigionieri, per servire nel regime nuovo dello Spirito e non
nel regime vecchio della lettera.
[7] Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente! Però io
non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né avrei conosciuto
la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare.
[8] Prendendo pertanto occasione da questo comandamento, il peccato
scatenò in me ogni sorta di desideri. Senza la legge infatti il peccato
è morto
[9] e io un tempo vivevo senza la legge. Ma, sopraggiunto quel
comandamento, il peccato ha preso vita
[10] e io sono morto; la legge, che doveva servire per la vita, è
divenuta per me motivo di morte.
[11] Il peccato infatti, prendendo occasione dal comandamento, mi ha
sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte.
[12] Così la legge è santa e santo e giusto e buono è il
comandamento.
[13] Ciò che è bene è allora diventato morte per me? No davvero! È
invece il peccato: esso per rivelarsi peccato mi ha dato la morte
servendosi di ciò che è bene, perché il peccato apparisse oltre
misura peccaminoso per mezzo del comandamento.
[14] Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di
carne, venduto come schiavo del peccato.
[15] Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello
che voglio io faccio, ma quello che detesto.
[16] Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è
buona;
[17] quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.
[18] Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene;
c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo;
[19] infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non
voglio.
[20] Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma
il peccato che abita in me.
[21] Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il
male è accanto a me.
[22] Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio,
[23] ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla
legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è
nelle mie membra.
[24] Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla
morte?
[25] Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!
Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la
legge del peccato.
8
[1] Non
c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.
[2] Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha
liberato dalla legge del peccato e della morte.
[3] Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la
rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio
in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha
condannato il peccato nella carne,
[4] perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non
camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito.
[5] Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della
carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello
Spirito.
[6] Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri
dello Spirito portano alla vita e alla pace.
[7] Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché
non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero.
[8] Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.
[9] Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito,
dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo
Spirito di Cristo, non gli appartiene.
[10] E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del
peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione.
[11] E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita
in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai
vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
[12] Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne
per vivere secondo la carne;
[13] poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con
l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.
[14] Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro
sono figli di Dio.
[15] E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella
paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del
quale gridiamo: "Abbà, Padre!".
[16] Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.
[17] E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di
Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare
anche alla sua gloria.
[18] Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non
sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.
[19] La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli
di Dio;
[20] essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo
volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza
[21] di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per
entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
[22] Sapppiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad
oggi nelle doglie del parto;
[23] essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello
Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la
redenzione del nostro corpo.
[24] Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si
spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede,
come potrebbe ancora sperarlo?
[25] Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con
perseveranza.
[26] Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra
debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare,
ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti
inesprimibili;
[27] e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito,
poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
[28] Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che
amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
[29] Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche
predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché
egli sia il primogenito tra molti fratelli;
[30] quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha
chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha
anche glorificati.
[31] Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro
di noi?
[32] Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per
tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?
[33] Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica.
[34] Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è
risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?
[35] Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la
tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il
pericolo, la spada?
[36] Proprio come sta scritto:
Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello.
[37] Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di
colui che ci ha amati.
[38] Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né
principati, né presente né avvenire,
[39] né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura
potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.
9
[1] Dico
la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne dà
testimonianza nello Spirito Santo:
[2] ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.
[3] Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a
vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.
[4] Essi sono Israeliti e possiedono l'adozione a figli, la gloria, le
alleanze, la legislazione, il culto, le promesse,
[5] i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è
sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.
[6] Tuttavia la parola di Dio non è venuta meno. Infatti non tutti i
discendenti di Israele sono Israele,
[7] né per il fatto di essere discendenza di Abramo sono tutti suoi
figli. No, ma: in Isacco ti sarà data una discendenza,
[8] cioè: non sono considerati figli di Dio i figli della carne, ma
come discendenza sono considerati solo i figli della promessa.
[9] Queste infatti sono le parole della promessa: Io verrò in questo
tempo e Sara avrà un figlio.
[10] E non è tutto; c'è anche Rebecca che ebbe figli da un solo uomo,
Isacco nostro padre:
[11] quando essi ancora non eran nati e nulla avevano fatto di bene o di
male - perché rimanesse fermo il disegno divino fondato sull'elezione
non in base alle opere, ma alla volontà di colui che chiama -
[12] le fu dichiarato: Il maggiore sarà sottomesso al minore,
[13] come sta scritto:
Ho amato Giacobbe
e ho odiato Esaù.
[14] Che diremo dunque? C'è forse ingiustizia da parte di Dio? No
certamente!
[15] Egli infatti dice a Mosè:
Userò misericordia con chi vorrò,
e avrò pietà di chi vorrò averla.
[16] Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell'uomo, ma da
Dio che usa misericordia.
[17] Dice infatti la Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per
manifestare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in
tutta la terra.
[18] Dio quindi usa misericordia con chi vuole e indurisce chi vuole
[19] Mi potrai però dire: "Ma allora perché ancora rimprovera?
Chi può infatti resistere al suo volere?".
[20] O uomo, tu chi sei per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso
plasmato a colui che lo plasmò: "Perché mi hai fatto così?".
[21] Forse il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la
medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare?
[22] Se pertanto Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la
sua potenza, ha sopportato con grande pazienza vasi di collera, già
pronti per la perdizione,
[23] e questo per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso vasi
di misericordia, da lui predisposti alla gloria,
[24] cioè verso di noi, che egli ha chiamati non solo tra i Giudei ma
anche tra i pagani, che potremmo dire?
[25] Esattamente come dice Osea:
Chiamerò mio popolo quello che non era mio popolo
e mia diletta quella che non era la diletta.
[26] E avverrà che nel luogo stesso dove fu detto
loro:
"Voi non siete mio popolo",
là saranno chiamati figli del Dio vivente.
[27] E quanto a Israele, Isaia esclama:
Se anche il numero dei figli d'Israele
fosse come la sabbia del mare,
sarà salvato solo il resto;
[28] perché con pienezza e rapidità
il Signore compirà la sua parola sopra la terra.
[29] E ancora secondo ciò che predisse Isaia:
Se il Signore degli eserciti
non ci avesse lasciato una discendenza,
saremmo divenuti come Sòdoma
e resi simili a Gomorra.
[30] Che diremo dunque? Che i pagani, che non ricercavano la giustizia,
hanno raggiunto la giustizia: la giustizia però che deriva dalla fede;
[31] mentre Israele, che ricercava una legge che gli desse la giustizia,
non è giunto alla pratica della legge.
[32] E perché mai? Perché non la ricercava dalla fede, ma come se
derivasse dalle opere. Hanno urtato così contro la pietra d'inciampo,
[33] come sta scritto:
Ecco che io pongo in Sion una pietra di scandalo
e un sasso d'inciampo;
ma chi crede in lui non sarà deluso.
10
[1]
Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera sale a Dio per
la loro salvezza.
[2] Rendo infatti loro testimonianza che hanno zelo per Dio, ma non
secondo una retta conoscenza;
[3] poiché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la
propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio.
[4] Ora, il termine della legge è Cristo, perché sia data la giustizia
a chiunque crede.
[5] Mosè infatti descrive la giustizia che viene dalla legge così:
L'uomo che la pratica vivrà per essa.
[6] Invece la giustizia che viene dalla fede parla così: Non dire nel
tuo cuore: Chi salirà al cielo? Questo significa farne discendere
Cristo;
[7] oppure: Chi discenderà nell'abisso? Questo significa far risalire
Cristo dai morti.
[8] Che dice dunque? Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo
cuore: cioè la parola della fede che noi predichiamo.
[9] Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e
crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai
salvo.
[10] Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la
bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
[11] Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso.
[12] Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui
stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che l'invocano.
[13] Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.
[14] Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E
come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno
sentirne parlare senza uno che lo annunzi?
[15] E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? Come sta
scritto: Quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio
di bene!
[16] Ma non tutti hanno obbedito al vangelo. Lo dice Isaia: Signore, chi
ha creduto alla nostra predicazione?
[17] La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua
volta si attua per la parola di Cristo.
[18] Ora io dico: Non hanno forse udito? Tutt'altro:
per tutta la terra è corsa la loro voce,
e fino ai confini del mondo le loro parole.
[19] E dico ancora: Forse Israele non ha compreso? già per primo Mosè
dice:
Io vi renderò gelosi di un popolo che non è popolo;
contro una nazione senza intelligenza
susciterò il vostro sdegno.
[20] Isaia poi arriva fino ad affermare:
Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano,
mi sono manifestato a quelli che non si rivolgevano a
me,
[21] mentre di Israele dice: Tutto il giorno ho steso le mani verso un
popolo disobbediente e ribelle!
11
[1] Io
domando dunque: Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo? Impossibile!
Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù
di Beniamino.
[2] Dio non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da
principio. O non sapete forse ciò che dice la Scrittura, nel passo in
cui Elia ricorre a Dio contro Israele?
[3] Signore, hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno rovesciato i tuoi altari
e io sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita.
[4] Cosa gli risponde però la voce divina?
Mi sono riservato settemila uomini, quelli che non hanno piegato il
ginocchio davanti a Baal.
[5] Così anche al presente c'è un resto, conforme a un'elezione per
grazia.
[6] E se lo è per grazia, non lo è per le opere; altrimenti la grazia
non sarebbe più grazia.
[7] Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo
hanno ottenuto invece gli eletti; gli altri sono stati induriti,
[8] come sta scritto:
Dio ha dato loro uno spirito di torpore,
occhi per non vedere e orecchi per non sentire,
fino al giorno d'oggi.
[9] E Davide dice:
Diventi la lor mensa un laccio, un tranello
e un inciampo e serva loro di giusto castigo!
[10] Siano oscurati i loro occhi sì da non vedere,
e fà loro curvare la schiena per sempre!
[11] Ora io domando: Forse inciamparono per cadere per sempre?
Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai
pagani, per suscitare la loro gelosia.
[12] Se pertanto la loro caduta è stata ricchezza del mondo e il loro
fallimento ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la loro
partecipazione totale!
[13] Pertanto, ecco che cosa dico a voi, Gentili: come apostolo dei
Gentili, io faccio onore al mio ministero,
[14] nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e
di salvarne alcuni.
[15] Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo,
quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione
dai morti?
[16] Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta; se è
santa la radice, lo saranno anche i rami.
[17] Se però alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro,
sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della
radice e della linfa dell'olivo,
[18] non menar tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi proprio vantare,
sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.
[19] Dirai certamente: Ma i rami sono stati tagliati perché vi fossi
innestato io!
[20] Bene; essi però sono stati tagliati a causa dell'infedeltà,
mentre tu resti lì in ragione della fede. Non montare dunque in
superbia, ma temi!
[21] Se infatti Dio non ha risparmiato quelli che erano rami naturali,
tanto meno risparmierà te!
[22] Considera dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso
quelli che sono caduti; bontà di Dio invece verso di te, a condizione
però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai
reciso.
[23] Quanto a loro, se non persevereranno nell'infedeltà, saranno
anch'essi innestati; Dio infatti ha la potenza di innestarli di nuovo!
[24] Se tu infatti sei stato reciso dall'oleastro che eri secondo la tua
natura e contro natura sei stato innestato su un olivo buono, quanto più
essi, che sono della medesima natura, potranno venire di nuovo innestati
sul proprio olivo!
[25] Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché
non siate presuntuosi: l'indurimento di una parte di Israele è in atto
fino a che saranno entrate tutte le genti.
[26] Allora tutto Israele sarà salvato come sta scritto:
Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà le empietà da Giacobbe.
[27] Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati.
[28] Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma
quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri,
[29] perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!
[30] Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete
ottenuto misericordia per la loro disobbedienza,
[31] così anch'essi ora sono diventati disobbedienti in vista della
misericordia usata verso di voi, perché anch'essi ottengano
misericordia.
[32] Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a
tutti misericordia!
[33] O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di
Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue
vie!
[34] Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero
del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?
[35] O chi gli ha dato qualcosa per primo,
sì che abbia a riceverne il contraccambio?
[36] Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la
gloria nei secoli. Amen.
12
[1] Vi
esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri
corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il
vostro culto spirituale.
[2] Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi
rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò
che è buono, a lui gradito e perfetto.
[3] Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi:
non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in
maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la
misura di fede che Dio gli ha dato.
[4] Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra
non hanno tutte la medesima funzione,
[5] così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e
ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri.
[6] Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di
noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della
fede;
[7] chi ha un ministero attenda al ministero; chi l'insegnamento,
all'insegnamento;
[8] chi l'esortazione, all'esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità;
chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le
compia con gioia.
[9] La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore,
attaccatevi al bene;
[10] amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello
stimarvi a vicenda.
[11] Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito,
servite il Signore.
[12] Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti
nella preghiera,
[13] solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell'ospitalità.
[14] Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite.
[15] Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli
che sono nel pianto.
[16] Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate
a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea
troppo alta di voi stessi.
[17] Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene
davanti a tutti gli uomini.
[18] Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con
tutti.
[19] Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare
all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che
ricambierò, dice il Signore.
[20] Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha
sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti
sopra il suo capo.
[21] Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.
13
[1]
Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è
autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio.
[2] Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito
da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna.
[3] I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma
quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorità? Fà il bene e
ne avrai lode,
[4] poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il
male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al
servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male.
[5] Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della
punizione, ma anche per ragioni di coscienza.
[6] Per questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono
dediti a questo compito sono funzionari di Dio.
[7] Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il
tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il
rispetto il rispetto.
[8] Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore
vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge.
[9] Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non
rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in
queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso.
[10] L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della
legge è l'amore.
[11] Questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di
svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di
quando diventammo credenti.
[12] La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le
opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
[13] Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a
gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e
gelosie.
[14] Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne
nei suoi desideri.
14
[1]
Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le
esitazioni.
[2] Uno crede di poter mangiare di tutto, l'altro invece, che è debole,
mangia solo legumi.
[3] Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non
giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto.
[4] Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo? Stia in piedi o
cada, ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché il
Signore ha il potere di farcelo stare.
[5] C'è chi distingue giorno da giorno, chi invece li giudica tutti
uguali; ciascuno però cerchi di approfondire le sue convinzioni
personali.
[6] Chi si preoccupa del giorno, se ne preoccupa per il Signore; chi
mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio; anche
chi non mangia, se ne astiene per il Signore e rende grazie a Dio.
[7] Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se
stesso,
[8] perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo,
moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque
del Signore.
[9] Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per
essere il Signore dei morti e dei vivi.
[10] Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché
disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di
Dio,
[11] poiché sta scritto:
Come è vero che io vivo, dice il Signore,
ogni ginocchio si piegherà davanti a me
e ogni lingua renderà gloria a Dio.
[12] Quindi ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso.
[13] Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a
non esser causa di inciampo o di scandalo al fratello.
[14] Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è immondo
in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come immondo, per lui è
immondo.
[15] Ora se per il tuo cibo il tuo fratello resta turbato, tu non ti
comporti più secondo carità. Guardati perciò dal rovinare con il tuo
cibo uno per il quale Cristo è morto!
[16] Non divenga motivo di biasimo il bene di cui godete!
[17] Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma
è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo:
[18] chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato
dagli uomini.
[19] Diamoci dunque alle opere della pace e alla edificazione
vicendevole.
[20] Non distruggere l'opera di Dio per una questione di cibo! Tutto è
mondo, d'accordo; ma è male per un uomo mangiare dando scandalo.
[21] Perciò è bene non mangiare carne, né bere vino, né altra cosa
per la quale il tuo fratello possa scandalizzarsi.
[22] La fede che possiedi, conservala per te stesso davanti a Dio. Beato
chi non si condanna per ciò che egli approva.
[23] Ma chi è nel dubbio, mangiando si condanna, perché non agisce per
fede; tutto quello, infatti, che non viene dalla fede è peccato.
15
[1] Noi
che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l'infermità dei
deboli, senza compiacere noi stessi.
[2] Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per
edificarlo.
[3] Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta
scritto: gli insulti di coloro che ti insultano sono caduti sopra di me.
[4] Ora, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto
per nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della
consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra
speranza.
[5] E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere
gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù,
[6] perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
[7] Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per
la gloria di Dio.
[8] Dico infatti che Cristo si è fatto servitore dei circoncisi in
favore della veracità di Dio, per compiere le promesse dei padri;
[9] le nazioni pagane invece glorificano Dio per la sua misericordia,
come sta scritto:
Per questo ti celebrerò tra le nazioni pagane,
e canterò inni al tuo nome.
[10] E ancora:
Rallegratevi, o nazioni, insieme al suo popolo.
[11] E di nuovo:
Lodate, nazioni tutte, il Signore;
i popoli tutti lo esaltino.
[12] E a sua volta Isaia dice:
Spunterà il rampollo di Iesse,
colui che sorgerà a giudicare le nazioni:
in lui le nazioni spereranno.
[13] Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede,
perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo.
[14] Fratelli miei, sono anch'io convinto, per quel che vi riguarda, che
voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di
correggervi l'un l'altro.
[15] Tuttavia vi ho scritto con un po' di audacia, in qualche parte,
come per ricordarvi quello che già sapete, a causa della grazia che mi
è stata concessa da parte di Dio
[16] di essere un ministro di Gesù Cristo tra i pagani, esercitando
l'ufficio sacro del vangelo di Dio perché i pagani divengano una
oblazione gradita, santificata dallo Spirito Santo.
[17] Questo è in realtà il mio vanto in Gesù Cristo di fronte a Dio;
[18] non oserei infatti parlare di ciò che Cristo non avesse operato
per mezzo mio per condurre i pagani all'obbedienza, con parole e opere,
[19] con la potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito.
Così da Gerusalemme e dintorni fino all'Illiria, ho portato a termine
la predicazione del vangelo di Cristo.
[20] Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunziare il vangelo se
non dove ancora non era giunto il nome di Cristo, per non costruire su
un fondamento altrui,
[21] ma come sta scritto:
Lo vedranno coloro ai quali non era stato annunziato
e coloro che non ne avevano udito parlare,
comprenderanno.
[22] Per questo appunto fui impedito più volte di venire da voi.
[23] Ora però, non trovando più un campo d'azione in queste regioni e
avendo già da parecchi anni un vivo desiderio di venire da voi,
[24] quando andrò in Spagna spero, passando, di vedervi, e di esser da
voi aiutato per recarmi in quella regione, dopo avere goduto un poco
della vostra presenza.
[25] Per il momento vado a Gerusalemme, a rendere un servizio a quella
comunità;
[26] la Macedonia e l'Acaia infatti hanno voluto fare una colletta a
favore dei poveri che sono nella comunità di Gerusalemme.
[27] L'hanno voluto perché sono ad essi debitori: infatti, avendo i
pagani partecipato ai loro beni spirituali, sono in debito di rendere un
servizio sacro nelle loro necessità materiali.
[28] Fatto questo e presentato ufficialmente ad essi questo frutto, andrò
in Spagna passando da voi.
[29] E so che, giungendo presso di voi, verrò con la pienezza della
benedizione di Cristo.
[30] Vi esorto perciò, fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e
l'amore dello Spirito, a lottare con me nelle preghiere che rivolgete
per me a Dio,
[31] perché io sia liberato dagli infedeli della Giudea e il mio
servizio a Gerusalemme torni gradito a quella comunità,
[32] sicché io possa venire da voi nella gioia, se così vuole Dio, e
riposarmi in mezzo a voi. Il Dio della pace sia con tutti voi. Amen.
16
[1] Vi
raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre:
[2] ricevetela nel Signore, come si conviene ai credenti, e assistetela
in qualunque cosa abbia bisogno; anch'essa infatti ha protetto molti, e
anche me stesso.
[3] Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per
salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa,
[4] e ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei
Gentili;
[5] salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa.
Salutate il mio caro Epèneto, primizia dell'Asia per Cristo.
[6] Salutate Maria, che ha faticato molto per voi.
[7] Salutate Andronìco e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia;
sono degli apostoli insigni che erano in Cristo già prima di me.
[8] Salutate Ampliato, mio diletto nel Signore.
[9] Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio caro
Stachi.
[10] Salutate Apelle che ha dato buona prova in Cristo. Salutate i
familiari di Aristòbulo.
[11] Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narcìso
che sono nel Signore.
[12] Salutate Trifèna e Trifòsa che hanno lavorato per il Signore.
Salutate la carissima Pèrside che ha lavorato per il Signore.
[13] Salutate Rufo, questo eletto nel Signore, e la madre sua che è
anche mia.
[14] Salutate Asìncrito, Flegonte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli
che sono con loro.
[15] Salutate Filòlogo e Giulia, Nèreo e sua sorella e Olimpas e tutti
i credenti che sono con loro.
[16] Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte
le chiese di Cristo.
[17] Mi raccomando poi, fratelli, di ben guardarvi da coloro che
provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso:
tenetevi lontani da loro.
[18] Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio
ventre e con un parlare solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei
semplici.
[19] La fama della vostra obbedienza è giunta dovunque; mentre quindi
mi rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal male.
[20] Il Dio della pace stritolerà ben presto satana sotto i vostri
piedi. La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con voi.
[21] Vi saluta Timòteo mio collaboratore, e con lui Lucio, Giasone, Sosìpatro,
miei parenti.
[22] Vi saluto nel Signore anch'io, Terzo, che ho scritto la lettera.
[23] Vi saluta Gaio, che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano
Erasto, tesoriere della città, e il fratello Quarto.
[25] A colui che ha il potere di confermarvi
secondo il vangelo che io annunzio e il messaggio di
Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero taciuto per secoli
eterni,
[26] ma rivelato ora e annunziato mediante le scritture
profetiche,
per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti
perché obbediscano alla fede,
[27] a Dio che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
PRIMA
LETTERA AI CORINZI
1
[1]
Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio,
e il fratello Sòstene,
[2] alla Chiesa di Dio che è in Corinto, a coloro che sono stati
santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti
quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù
Cristo, Signore nostro e loro:
[3] grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
[4] Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di
Dio che vi è stata data in Cristo Gesù,
[5] perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della
parola e quelli della scienza.
[6] La testimonianza di Cristo si è infatti stabilita tra voi così
saldamente,
[7] che nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la
manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.
[8] Egli vi confermerà sino alla fine, irreprensibili nel giorno del
Signore nostro Gesù Cristo:
[9] fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del
Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!
[10] Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù
Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano
divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti.
[11] Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla
gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi.
[12] Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: "Io sono di
Paolo", "Io invece sono di Apollo", "E io di
Cefa", "E io di Cristo!".
[13] Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per
voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati?
[14] Ringrazio Dio di non aver battezzato nessuno di voi, se non Crispo
e Gaio,
[15] perché nessuno possa dire che siete stati battezzati nel mio nome.
[16] Ho battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefana, ma degli
altri non so se abbia battezzato alcuno.
[17] Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il
vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana
la croce di Cristo.
[18] La parola della croce infatti è stoltezza per quelli cha vanno in
perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio.
[19] Sta scritto infatti:
Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l'intelligenza degli intelligenti.
[20] Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dove mai il sottile
ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la
sapienza di questo mondo?
[21] Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta
la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i
credenti con la stoltezza della predicazione.
[22] E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la
sapienza,
[23] noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza
per i pagani;
[24] ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo
Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio.
[25] Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini,
e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
[26] Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra
voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti
nobili.
[27] Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i
sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i
forti,
[28] Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò
che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono,
[29] perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio.
[30] Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di
Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e
redenzione,
[31] perché, come sta scritto:
Chi si vanta si vanti nel Signore.
2
[1]
Anch'io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato
ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di
sapienza.
[2] Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù
Cristo, e questi crocifisso.
[3] Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e
trepidazione;
[4] e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi
persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della
sua potenza,
[5] perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma
sulla potenza di Dio.
[6] Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che
non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono
ridotti al nulla;
[7] parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta
nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra
gloria.
[8] Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se
l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
[9] Sta scritto infatti:
Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
queste ha preparato Dio per coloro che lo amano.
[10] Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito
infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio.
[11] Chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è
in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere
se non lo Spirito di Dio.
[12] Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito
di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato.
[13] Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla
sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali
in termini spirituali.
[14] L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio;
esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne
può giudicare solo per mezzo dello Spirito.
[15] L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere
giudicato da nessuno.
[16] Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore
in modo da poterlo dirigere?
Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.
3
[1] Io,
fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali,
ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo.
[2] Vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne
eravate capaci. E neanche ora lo siete;
[3] perché siete ancora carnali: dal momento che c'è tra voi invidia e
discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera tutta
umana?
[4] Quando uno dice: "Io sono di Paolo", e un altro: "Io
sono di Apollo", non vi dimostrate semplicemente uomini?
[5] Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i
quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha
concesso.
[6] Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere.
[7] Ora né chi pianta, né chi irrìga è qualche cosa, ma Dio che fa
crescere.
[8] Non c'è differenza tra chi pianta e chi irrìga, ma ciascuno
riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro.
[9] Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio,
l'edificio di Dio.
[10] Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente
architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra.
Ma ciascuno stia attento come costruisce.
[11] Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già
vi si trova, che è Gesù Cristo.
[12] E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento,
pietre preziose, legno, fieno, paglia,
[13] l'opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel
giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità
dell'opera di ciascuno.
[14] Se l'opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne
riceverà una ricompensa;
[15] ma se l'opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si
salverà, però come attraverso il fuoco.
[16] Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in
voi?
[17] Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché
santo è il tempio di Dio, che siete voi.
[18] Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in
questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente;
[19] perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta
scritto infatti:
Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia.
[20] E ancora:
Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani.
[21] Quindi nessuno ponga la sua gloria negli uomini, perché tutto è
vostro:
[22] Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il
futuro: tutto è vostro!
[23] Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.
4
[1]
Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri
di Dio.
[2] Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti
fedele.
[3] A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso
umano; anzi, io neppure giudico me stesso,
[4] perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo
sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
[5] Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga
il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà
le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.
[6] Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad
Apollo per vostro profitto perché impariate nelle nostre persone a
stare a ciò che è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio a favore di uno
contro un altro.
[7] Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che
tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non
l'avessi ricevuto?
[8] Gia siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete
diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo
regnare con voi.
[9] Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo
posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al
mondo, agli angeli e agli uomini.
[10] Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli,
voi forti; voi onorati, noi disprezzati.
[11] Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità,
veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo,
[12] ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati,
benediciamo; perseguitati, sopportiamo;
[13] calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del
mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.
[14] Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi,
come figli miei carissimi.
[15] Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non
certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù,
mediante il vangelo.
[16] Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori!
[17] Per questo appunto vi ho mandato Timòteo, mio figlio diletto e
fedele nel Signore: egli vi richiamerà alla memoria le vie che vi ho
indicato in Cristo, come insegno dappertutto in ogni Chiesa.
[18] Come se io non dovessi più venire da voi, alcuni hanno preso a
gonfiarsi d'orgoglio.
[19] Ma verrò presto, se piacerà al Signore, e mi renderò conto
allora non già delle parole di quelli, gonfi di orgoglio, ma di ciò
che veramente sanno fare,
[20] perché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza.
[21] Che volete? Debbo venire a voi con il bastone, o con amore e con
spirito di dolcezza?
5
[1] Si
sente da per tutto parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità
tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive
con la moglie di suo padre.
[2] E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti, in
modo che si tolga di mezzo a voi chi ha compiuto una tale azione!
[3] Orbene, io, assente col corpo ma presente con lo spirito, ho già
giudicato come se fossi presente colui che ha compiuto tale azione:
[4] nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati insieme voi e il
mio spirito, con il potere del Signore nostro Gesù,
[5] questo individuo sia dato in balìa di satana per la rovina della
sua carne, affinché il suo spirito possa ottenere la salvezza nel
giorno del Signore.
[6] Non è una bella cosa il vostro vanto. Non sapete che un po' di
lievito fa fermentare tutta la pasta?
[7] Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché
siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!
[8] Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con
lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di
verità.
[9] Vi ho scritto nella lettera precedente di non mescolarvi con gli
impudichi.
[10] Non mi riferivo però agli impudichi di questo mondo o agli avari,
ai ladri o agli idolàtri: altrimenti dovreste uscire dal mondo!
[11] Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è
impudico o avaro o idolàtra o maldicente o ubriacone o ladro; con
questi tali non dovete neanche mangiare insieme.
[12] Spetta forse a me giudicare quelli di fuori? Non sono quelli di
dentro che voi giudicate?
[13] Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a
voi!
6
[1] V'è
tra voi chi, avendo una questione con un altro, osa farsi giudicare
dagli ingiusti anziché dai santi?
[2] O non sapete che i santi giudicheranno il mondo? E se è da voi che
verrà giudicato il mondo, siete dunque indegni di giudizi di minima
importanza?
[3] Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più le cose di
questa vita!
[4] Se dunque avete liti per cose di questo mondo, voi prendete a
giudici gente senza autorità nella Chiesa?
[5] Lo dico per vostra vergogna! Cosicché non vi sarebbe proprio
nessuna persona saggia tra di voi che possa far da arbitro tra fratello
e fratello?
[6] No, anzi, un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello e per
di più davanti a infedeli!
[7] E dire che è già per voi una sconfitta avere liti vicendevoli!
Perché non subire piuttosto l'ingiustizia? Perché non lasciarvi
piuttosto privare di ciò che vi appartiene?
[8] Siete voi invece che commettete ingiustizia e rubate, e ciò ai
fratelli!
[9] O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non
illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri,
[10] né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi,
né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
[11] E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati
santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo
e nello Spirito del nostro Dio!
[12] "Tutto mi è lecito!". Ma non tutto giova. "Tutto mi
è lecito!". Ma io non mi lascerò dominare da nulla.
[13] "I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!". Ma
Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per l'impudicizia,
ma per il Signore, e il Signore è per il corpo.
[14] Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con
la sua potenza.
[15] Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò
dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia
mai!
[16] O non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa
un corpo solo? I due saranno, è detto, un corpo solo.
[17] Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito.
[18] Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è
fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il
proprio corpo.
[19] O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che
è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?
[20] Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio
nel vostro corpo!
7
[1]
Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per l'uomo
non toccare donna;
[2] tuttavia, per il pericolo dell'incontinenza, ciascuno abbia la
propria moglie e ogni donna il proprio marito.
[3] Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la
moglie verso il marito.
[4] La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo
stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è
la moglie.
[5] Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente,
per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché
satana non vi tenti nei momenti di passione.
[6] Questo però vi dico per concessione, non per comando.
[7] Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da
Dio, chi in un modo, chi in un altro.
[8] Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere
come sono io;
[9] ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi
che ardere.
[10] Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si
separi dal marito -
[11] e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il
marito - e il marito non ripudi la moglie.
[12] Agli altri dico io, non il Signore: se un nostro fratello ha la
moglie non credente e questa consente a rimanere con lui, non la ripudi;
[13] e una donna che abbia il marito non credente, se questi consente a
rimanere con lei, non lo ripudi:
[14] perché il marito non credente viene reso santo dalla moglie
credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente;
altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, mentre invece sono santi.
[15] Ma se il non credente vuol separarsi, si separi; in queste
circostanze il fratello o la sorella non sono soggetti a servitù; Dio
vi ha chiamati alla pace!
[16] E che sai tu, donna, se salverai il marito? O che ne sai tu, uomo,
se salverai la moglie?
[17] Fuori di questi casi, ciascuno continui a vivere secondo la
condizione che gli ha assegnato il Signore, così come Dio lo ha
chiamato; così dispongo in tutte le chiese.
[18] Qualcuno è stato chiamato quando era circonciso? Non lo nasconda!
È stato chiamato quando non era ancora circonciso? Non si faccia
circoncidere!
[19] La circoncisione non conta nulla, e la non circoncisione non conta
nulla; conta invece l'osservanza dei comandamenti di Dio.
[20] Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato.
[21] Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare; ma anche se puoi
diventare libero, profitta piuttosto della tua condizione!
[22] Perché lo schiavo che è stato chiamato nel Signore, è un liberto
affrancato del Signore! Similmente chi è stato chiamato da libero, è
schiavo di Cristo.
[23] Siete stati comprati a caro prezzo: non fatevi schiavi degli
uomini!
[24] Ciascuno, fratelli, rimanga davanti a Dio in quella condizione in
cui era quando è stato chiamato.
[25] Quanto alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un
consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita
fiducia.
[26] Penso dunque che sia bene per l'uomo, a causa della presente
necessità, di rimanere così.
[27] Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei
sciolto da donna? Non andare a cercarla.
[28] Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito,
non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella carne, e io
vorrei risparmiarvele.
[29] Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d'ora
innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero;
[30] coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono
come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero;
[31] quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché
passa la scena di questo mondo!
[32] Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si
preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore;
[33] chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa
piacere alla moglie,
[34] e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si
preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello
spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come
possa piacere al marito.
[35] Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio,
ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al Signore
senza distrazioni.
[36] Se però qualcuno ritiene di non regolarsi convenientemente nei
riguardi della sua vergine, qualora essa sia oltre il fiore dell'età, e
conviene che accada così, faccia ciò che vuole: non pecca. Si sposino
pure!
[37] Chi invece è fermamente deciso in cuor suo, non avendo nessuna
necessità, ma è arbitro della propria volontà, ed ha deliberato in
cuor suo di conservare la sua vergine, fa bene.
[38] In conclusione, colui che sposa la sua vergine fa bene e chi non la
sposa fa meglio.
[39] La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito; ma
se il marito muore è libera di sposare chi vuole, purché ciò avvenga
nel Signore.
[40] Ma se rimane così, a mio parere è meglio; credo infatti di avere
anch'io lo Spirito di Dio.
8
[1]
Quanto poi alle carni immolate agli idoli, sappiamo di averne tutti
scienza.
[2] Ma la scienza gonfia, mentre la carità edifica. Se alcuno crede di
sapere qualche cosa, non ha ancora imparato come bisogna sapere.
[3] Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto.
[4] Quanto dunque al mangiare le carni immolate agli idoli, noi sappiamo
che non esiste alcun idolo al mondo e che non c'è che un Dio solo.
[5] E in realtà, anche se vi sono cosiddetti dei sia nel cielo sia
sulla terra, e difatti ci sono molti dei e molti signori,
[6] per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi
siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale
esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui.
[7] Ma non tutti hanno questa scienza; alcuni, per la consuetudine avuta
fino al presente con gli idoli, mangiano le carni come se fossero
davvero immolate agli idoli, e così la loro coscienza, debole com'è,
resta contaminata.
[8] Non sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio; né, se non ne
mangiamo, veniamo a mancare di qualche cosa, né mangiandone ne abbiamo
un vantaggio.
[9] Badate però che questa vostra libertà non divenga occasione di
caduta per i deboli.
[10] Se uno infatti vede te, che hai la scienza, stare a convito in un
tempio di idoli, la coscienza di quest'uomo debole non sarà forse
spinta a mangiare le carni immolate agli idoli?
[11] Ed ecco, per la tua scienza, va in rovina il debole, un fratello
per il quale Cristo è morto!
[12] Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza
debole, voi peccate contro Cristo.
[13] Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò
mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello.
9
[1] Non
sono forse libero, io? Non sono un apostolo? Non ho veduto Gesù,
Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore?
[2] Anche se per altri non sono apostolo, per voi almeno lo sono; voi
siete il sigillo del mio apostolato nel Signore.
[3] Questa è la mia difesa contro quelli che mi accusano.
[4] Non abbiamo forse noi il diritto di mangiare e di bere?
[5] Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come
fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?
[6] Ovvero solo io e Barnaba non abbiamo il diritto di non lavorare?
[7] E chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta una
vigna senza mangiarne il frutto? O chi fa pascolare un gregge senza
cibarsi del latte del gregge?
[8] Io non dico questo da un punto di vista umano; è la Legge che dice
così.
[9] Sta scritto infatti nella legge di Mosè: Non metterai la museruola
al bue che trebbia. Forse Dio si dà pensiero dei buoi?
[10] Oppure lo dice proprio per noi? Certamente fu scritto per noi.
Poiché colui che ara deve arare nella speranza di avere la sua parte,
come il trebbiatore trebbiare nella stessa speranza.
[11] Se noi abbiamo seminato in voi le cose spirituali, è forse gran
cosa se raccoglieremo beni materiali?
[12] Se gli altri hanno tale diritto su di voi, non l'avremmo noi di più?
Noi però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto
sopportiamo per non recare intralcio al vangelo di Cristo.
[13] Non sapete che coloro che celebrano il culto traggono il vitto dal
culto, e coloro che attendono all'altare hanno parte dell'altare?
[14] Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunziano il
vangelo vivano del vangelo.
[15] Ma io non mi sono avvalso di nessuno di questi diritti, né ve ne
scrivo perché ci si regoli in tal modo con me; preferirei piuttosto
morire. Nessuno mi toglierà questo vanto!
[16] Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere
per me: guai a me se non predicassi il vangelo!
[17] Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se
non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato
affidato.
[18] Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di predicare
gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal
vangelo.
[19] Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti
per guadagnarne il maggior numero:
[20] mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con
coloro che sono sotto la legge sono diventato come uno che è sotto la
legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare coloro
che sono sotto la legge.
[21] Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza
legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge
di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge.
[22] Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono
fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno.
[23] Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.
[24] Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo
conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo!
[25] Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per
ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile.
[26] Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio il
pugilato, ma non come chi batte l'aria,
[27] anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù
perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso
squalificato.
10
[1] Non
voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono
tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare,
[2] tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare,
[3] tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale,
[4] tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una
roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo.
[5] Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciò
furono abbattuti nel deserto.
[6] Ora ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo
cose cattive, come essi le desiderarono.
[7] Non diventate idolàtri come alcuni di loro, secondo quanto sta
scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per
divertirsi.
[8] Non abbandoniamoci alla fornicazione, come vi si abbandonarono
alcuni di essi e ne caddero in un solo giorno ventitremila.
[9] Non mettiamo alla prova il Signore, come fecero alcuni di essi, e
caddero vittime dei serpenti.
[10] Non mormorate, come mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime
dello sterminatore.
[11] Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state
scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine
dei tempi.
[12] Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.
[13] Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio
è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma
con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per
sopportarla.
[14] Perciò, o miei cari, fuggite l'idolatria.
[15] Parlo come a persone intelligenti; giudicate voi stessi quello che
dico:
[16] il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse
comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è
forse comunione con il corpo di Cristo?
[17] Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo
solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane.
[18] Guardate Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime
sacrificali non sono forse in comunione con l'altare?
[19] Che cosa dunque intendo dire? Che la carne immolata agli idoli è
qualche cosa? O che un idolo è qualche cosa?
[20] No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni e non a
Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni;
[21] non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non
potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni.
[22] O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti
di lui?
[23] "Tutto è lecito!". Ma non tutto è utile! "Tutto è
lecito!". Ma non tutto edifica.
[24] Nessuno cerchi l'utile proprio, ma quello altrui.
[25] Tutto ciò che è in vendita sul mercato, mangiatelo pure senza
indagare per motivo di coscienza,
[26] perché del Signore è la terra e tutto ciò che essa contiene.
[27] Se qualcuno non credente vi invita e volete andare, mangiate tutto
quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di
coscienza.
[28] Ma se qualcuno vi dicesse: "È carne immolata in
sacrificio", astenetevi dal mangiarne, per riguardo a colui che vi
ha avvertito e per motivo di coscienza;
[29] della coscienza, dico, non tua, ma dell'altro. Per qual motivo,
infatti, questa mia libertà dovrebbe esser sottoposta al giudizio della
coscienza altrui?
[30] Se io con rendimento di grazie partecipo alla mensa, perché dovrei
essere biasimato per quello di cui rendo grazie?
[31] Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi
altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
[32] Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla
Chiesa di Dio;
[33] così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare
l'utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
11
[1]
Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
[2] Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le
tradizioni così come ve le ho trasmesse.
[3] Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo
della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio.
[4] Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di
riguardo al proprio capo.
[5] Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di
riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata.
[6] Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i
capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi,
allora si copra.
[7] L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria
di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo.
[8] E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo;
[9] né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo.
[10] Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua
dipendenza a motivo degli angeli.
[11] Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è
senza la donna;
[12] come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla
donna; tutto poi proviene da Dio.
[13] Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera
a Dio col capo scoperto?
[14] Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per
l'uomo lasciarsi crescere i capelli,
[15] mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma
le è stata data a guisa di velo.
[16] Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo
questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio.
[17] E mentre vi do queste istruzioni, non posso lodarvi per il fatto
che le vostre riunioni non si svolgono per il meglio, ma per il peggio.
[18] Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi
sono divisioni tra voi, e in parte lo credo.
[19] È necessario infatti che avvengano divisioni tra voi, perché si
manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a voi.
[20] Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un
mangiare la cena del Signore.
[21] Ciascuno infatti, quando partecipa alla cena, prende prima il
proprio pasto e così uno ha fame, l'altro è ubriaco.
[22] Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete
gettare il disprezzo sulla chiesa di Dio e far vergognare chi non ha
niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!
[23] Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho
trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese
del pane
[24] e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il
mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me".
[25] Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo:
"Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo,
ogni volta che ne bevete, in memoria di me".
[26] Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo
calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.
[27] Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice
del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore.
[28] Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e
beva di questo calice;
[29] perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore,
mangia e beve la propria condanna.
[30] È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un
buon numero sono morti.
[31] Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo
giudicati;
[32] quando poi siamo giudicati dal Signore, veniamo ammoniti per non
esser condannati insieme con questo mondo.
[33] Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi
gli uni gli altri.
[34] E se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi raduniate a
vostra condanna. Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta.
12
[1]
Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate
nell'ignoranza.
[2] Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate
trascinare verso gli idoli muti secondo l'impulso del momento.
[3] Ebbene, io vi dichiaro: come nessuno che parli sotto l'azione dello
Spirito di Dio può dire "Gesù è anàtema", così nessuno può
dire "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito
Santo.
[4] Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito;
[5] vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore;
[6] vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera
tutto in tutti.
[7] E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito
per l'utilità comune:
[8] a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a
un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di
scienza;
[9] a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di
far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito;
[10] a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a
un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà
delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue.
[11] Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera,
distribuendole a ciascuno come vuole.
[12] Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le
membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo.
[13] E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito
per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci
siamo abbeverati a un solo Spirito.
[14] Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra.
[15] Se il piede dicesse: "Poiché io non sono mano, non appartengo
al corpo", non per questo non farebbe più parte del corpo.
[16] E se l'orecchio dicesse: "Poiché io non sono occhio, non
appartengo al corpo", non per questo non farebbe più parte del
corpo.
[17] Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse
tutto udito, dove l'odorato?
[18] Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo,
come egli ha voluto.
[19] Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo?
[20] Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo.
[21] Non può l'occhio dire alla mano: "Non ho bisogno di te";
né la testa ai piedi: "Non ho bisogno di voi".
[22] Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più
necessarie;
[23] e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le
circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con
maggior decenza,
[24] mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il
corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava,
[25] perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra
avessero cura le une delle altre.
[26] Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se
un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
[27] Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua
parte.
[28] Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come
apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri;
poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di
assistenza, di governare, delle lingue.
[29] Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti
operatori di miracoli?
[30] Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue?
Tutti le interpretano?
[31] Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore
di tutte.
13
[1] Se
anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la
carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
[2] E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e
tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da
trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
[3] E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo
per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
[4] La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la
carità, non si vanta, non si gonfia,
[5] non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non
tiene conto del male ricevuto,
[6] non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.
[7] Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
[8] La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono
delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
[9] La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.
[10] Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto
scomparirà.
[11] Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino,
ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho
abbandonato.
[12] Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora
vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora
conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
[13] Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la
carità; ma di tutte più grande è la carità!
14
[1]
Ricercate la carità. Aspirate pure anche ai doni dello Spirito,
soprattutto alla profezia.
[2] Chi infatti parla con il dono delle lingue non parla agli uomini, ma
a Dio, giacché nessuno comprende, mentre egli dice per ispirazione cose
misteriose.
[3] Chi profetizza, invece, parla agli uomini per loro edificazione,
esortazione e conforto.
[4] Chi parla con il dono delle lingue edifica se stesso, chi profetizza
edifica l'assemblea.
[5] Vorrei vedervi tutti parlare con il dono delle lingue, ma preferisco
che abbiate il dono della profezia; in realtà è più grande colui che
profetizza di colui che parla con il dono delle lingue, a meno che egli
anche non interpreti, perché l'assemblea ne riceva edificazione.
[6] E ora, fratelli, supponiamo che io venga da voi parlando con il dono
delle lingue; in che cosa potrei esservi utile, se non vi parlassi in
rivelazione o in scienza o in profezia o in dottrina?
[7] È quanto accade per gli oggetti inanimati che emettono un suono,
come il flauto o la cetra; se non si distinguono con chiarezza i suoni,
come si potrà distinguere ciò che si suona col flauto da ciò che si
suona con la cetra?
[8] E se la tromba emette un suono confuso, chi si preparerà al
combattimento?
[9] Così anche voi, se non pronunziate parole chiare con la lingua,
come si potrà comprendere ciò che andate dicendo? Parlerete al vento!
[10] Nel mondo vi sono chissà quante varietà di lingue e nulla è
senza un proprio linguaggio;
[11] ma se io non conosco il valore del suono, sono come uno straniero
per colui che mi parla, e chi mi parla sarà uno straniero per me.
[12] Quindi anche voi, poiché desiderate i doni dello Spirito, cercate
di averne in abbondanza, per l'edificazione della comunità.
[13] Perciò chi parla con il dono delle lingue, preghi di poterle
interpretare.
[14] Quando infatti prego con il dono delle lingue, il mio spirito
prega, ma la mia intelligenza rimane senza frutto.
[15] Che fare dunque? Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con
l'intelligenza; canterò con lo spirito, ma canterò anche con
l'intelligenza.
[16] Altrimenti se tu benedici soltanto con lo spirito, colui che
assiste come non iniziato come potrebbe dire l'Amen al tuo
ringraziamento, dal momento che non capisce quello che dici?
[17] Tu puoi fare un bel ringraziamento, ma l'altro non viene edificato.
[18] Grazie a Dio, io parlo con il dono delle lingue molto più di tutti
voi;
[19] ma in assemblea preferisco dire cinque parole con la mia
intelligenza per istruire anche gli altri, piuttosto che diecimila
parole con il dono delle lingue.
[20] Fratelli, non comportatevi da bambini nei giudizi; siate come
bambini quanto a malizia, ma uomini maturi quanto ai giudizi.
[21] Sta scritto nella Legge:
Parlerò a questo popolo in altre lingue
e con labbra di stranieri,
ma neanche così mi ascolteranno, dice il Signore.
[22] Quindi le lingue non sono un segno per i credenti ma per i non
credenti, mentre la profezia non è per i non credenti ma per i
credenti.
[23] Se, per esempio, quando si raduna tutta la comunità, tutti
parlassero con il dono delle lingue e sopraggiungessero dei non iniziati
o non credenti, non direbbero forse che siete pazzi?
[24] Se invece tutti profetassero e sopraggiungesse qualche non credente
o un non iniziato, verrebbe convinto del suo errore da tutti, giudicato
da tutti;
[25] sarebbero manifestati i segreti del suo cuore, e così prostrandosi
a terra adorerebbe Dio, proclamando che veramente Dio è fra voi.
[26] Che fare dunque, fratelli? Quando vi radunate ognuno può avere un
salmo, un insegnamento, una rivelazione, un discorso in lingue, il dono
di interpretarle. Ma tutto si faccia per l'edificazione.
[27] Quando si parla con il dono delle lingue, siano in due o al massimo
in tre a parlare, e per ordine; uno poi faccia da interprete.
[28] Se non vi è chi interpreta, ciascuno di essi taccia nell'assemblea
e parli solo a se stesso e a Dio.
[29] I profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino.
[30] Se uno di quelli che sono seduti riceve una rivelazione, il primo
taccia:
[31] tutti infatti potete profetare, uno alla volta, perché tutti
possano imparare ed essere esortati.
[32] Ma le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse ai profeti,
[33] perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace.
[34] Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee
tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse,
come dice anche la legge.
[35] Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro
mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea.
[36] Forse la parola di Dio è partita da voi? O è giunta soltanto a
voi?
[37] Chi ritiene di essere profeta o dotato di doni dello Spirito, deve
riconoscere che quanto scrivo è comando del Signore;
[38] se qualcuno non lo riconosce, neppure lui è riconosciuto.
[39] Dunque, fratelli miei, aspirate alla profezia e, quanto al parlare
con il dono delle lingue, non impeditelo.
[40] Ma tutto avvenga decorosamente e con ordine.
15
[1] Vi
rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete
ricevuto, nel quale restate saldi,
[2] e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella
forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano!
[3] Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto:
che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture,
[4] fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture,
[5] e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
[6] In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta:
la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti.
[7] Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli.
[8] Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
[9] Io infatti sono l'infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di
essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.
[10] Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me
non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma
la grazia di Dio che è con me.
[11] Pertanto, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
[12] Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come
possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti?
[13] Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è
risuscitato!
[14] Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra
predicazione ed è vana anche la vostra fede.
[15] Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio
abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha
risuscitato, se è vero che i morti non risorgono.
[16] Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto;
[17] ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete
ancora nei vostri peccati.
[18] E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.
[19] Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa
vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.
[20] Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro
che sono morti.
[21] Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo
verrà anche la risurrezione dei morti;
[22] e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in
Cristo.
[23] Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia;
poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo;
[24] poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre,
dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza.
[25] Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i
nemici sotto i suoi piedi.
[26] L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte,
[27] perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però quando dice
che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare
Colui che gli ha sottomesso ogni cosa.
[28] E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio,
sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio
sia tutto in tutti.
[29] Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i
morti? Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno battezzare per
loro?
[30] E perché noi ci esponiamo al pericolo continuamente?
[31] Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio
vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore!
[32] Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Efeso contro
le belve, a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, mangiamo e
beviamo, perché domani moriremo.
[33] Non lasciatevi ingannare: "Le cattive compagnie corrompono i
buoni costumi".
[34] Ritornate in voi, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti
dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna.
[35] Ma qualcuno dirà: "Come risuscitano i morti? Con quale corpo
verranno?".
[36] Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore;
[37] e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice
chicco, di grano per esempio o di altro genere.
[38] E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il
proprio corpo.
[39] Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e
altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di
pesci.
[40] Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore
dei corpi celesti, e altro quello dei corpi terrestri.
[41] Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e
altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da
un'altra nello splendore.
[42] Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e
risorge incorruttibile;
[43] si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge
pieno di forza;
[44] si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.
Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta
scritto che
[45] il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo
divenne spirito datore di vita.
[46] Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo
spirituale.
[47] Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene
dal cielo.
[48] Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma
quale il celeste, così anche i celesti.
[49] E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così
porteremo l'immagine dell'uomo celeste.
[50] Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono
ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare
l'incorruttibilità.
[51] Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma
tutti saremo trasformati,
[52] in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba;
suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi
saremo trasformati.
[53] È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di
incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.
[54] Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito
d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà
la parola della Scrittura:
La morte è stata ingoiata per la vittoria.
[55] Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?
[56] Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è
la legge.
[57] Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del
Signore nostro Gesù Cristo!
[58] Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili,
prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica
non è vana nel Signore.
16
[1]
Quanto poi alla colletta in favore dei fratelli, fate anche voi come ho
ordinato alle Chiese della Galazia.
[2] Ogni primo giorno della settimana ciascuno metta da parte ciò che
gli è riuscito di risparmiare, perché non si facciano le collette
proprio quando verrò io.
[3] Quando poi giungerò, manderò con una mia lettera quelli che voi
avrete scelto per portare il dono della vostra liberalità a
Gerusalemme.
[4] E se converrà che vada anch'io, essi partiranno con me.
[5] Verrò da voi dopo aver attraversato la Macedonia, poiché la
Macedonia intendo solo attraversarla;
[6] ma forse mi fermerò da voi o anche passerò l'inverno, perché
siate voi a predisporre il necessario per dove andrò.
[7] Non voglio vedervi solo di passaggio, ma spero di trascorrere un po'
di tempo con voi, se il Signore lo permetterà.
[8] Mi fermerò tuttavia a Efeso fino a Pentecoste,
[9] perché mi si è aperta una porta grande e propizia, anche se gli
avversari sono molti.
[10] Quando verrà Timòteo, fate che non si trovi in soggezione presso
di voi, giacché anche lui lavora come me per l'opera del Signore.
[11] Nessuno dunque gli manchi di riguardo; al contrario, accomiatatelo
in pace, perché ritorni presso di me: io lo aspetto con i fratelli.
[12] Quanto poi al fratello Apollo, l'ho pregato vivamente di venire da
voi con i fratelli, ma non ha voluto assolutamente saperne di partire
ora; verrà tuttavia quando gli si presenterà l'occasione.
[13] Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate
forti.
[14] Tutto si faccia tra voi nella carità.
[15] Una raccomandazione ancora, o fratelli: conoscete la famiglia di
Stefana, che è primizia dell'Acaia; hanno dedicato se stessi a servizio
dei fedeli;
[16] siate anche voi deferenti verso di loro e verso quanti collaborano
e si affaticano con loro.
[17] Io mi rallegro della visita di Stefana, di Fortunato e di Acàico,
i quali hanno supplito alla vostra assenza;
[18] essi hanno allietato il mio spirito e allieteranno anche il vostro.
Sappiate apprezzare siffatte persone.
[19] Le comunità dell'Asia vi salutano. Vi salutano molto nel Signore
Aquila e Prisca, con la comunità che si raduna nella loro casa.
[20] Vi salutano i fratelli tutti. Salutatevi a vicenda con il bacio
santo.
[21] Il saluto è di mia mano, di Paolo.
[22] Se qualcuno non ama il Signore sia anàtema. Marana tha: vieni, o
Signore!
[23] La grazia del Signore Gesù sia con voi.
[24] Il mio amore con tutti voi in Cristo Gesù!
SECONDA
LETTERA AI CORINZI
1
[1]
Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo,
alla chiesa di Dio che è in Corinto e a tutti i santi dell'intera
Acaia:
[2] grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
[3] Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre
misericordioso e Dio di ogni consolazione,
[4] il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo
anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di
afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da
Dio.
[5] Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per
mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
[6] Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza;
quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si
dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi
sopportiamo.
[7] La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che
come siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche della
consolazione.
[8] Non vogliamo infatti che ignoriate, fratelli, come la tribolazione
che ci è capitata in Asia ci ha colpiti oltre misura, al di là delle
nostre forze, sì da dubitare anche della vita.
[9] Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte per
imparare a non riporre fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i
morti.
[10] Da quella morte però egli ci ha liberato e ci libererà, per la
speranza che abbiamo riposto in lui, che ci libererà ancora,
[11] grazie alla vostra cooperazione nella preghiera per noi, affinché
per il favore divino ottenutoci da molte persone, siano rese grazie per
noi da parte di molti.
[12] Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza
di esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la
santità e sincerità che vengono da Dio.
[13] Non vi scriviamo in maniera diversa da quello che potete leggere o
comprendere; spero che comprenderete sino alla fine,
[14] come ci avete già compresi in parte, che noi siamo il vostro
vanto, come voi sarete il nostro, nel giorno del Signore nostro Gesù.
[15] Con questa convinzione avevo deciso in un primo tempo di venire da
voi, perchè riceveste una seconda grazia,
[16] e da voi passare in Macedonia, per ritornare nuovamente dalla
Macedonia in mezzo a voi ed avere da voi il commiato per la Giudea.
[17] Forse in questo progetto mi sono comportato con leggerezza? O
quello che decido lo decido secondo la carne, in maniera da dire allo
stesso tempo "sì,sì" e "no,no,"?
[18] Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è "sì"
e "no".
[19] Il Figlio di Dio, Gesù Cristo che abbiamo predicato tra voi, io,
Silvano e Timoteo, non fu "sì" e "no", ma in lui c'è
stato il "sì".
[20] E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute "sì".
Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro Amen per la sua
gloria.
[21] È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha
conferito l'unzione,
[22] ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito
Santo nei nostri cuori.
[23] Io chiamo Dio a testimone sulla mia vita, che solo per risparmiarvi
non sono più venuto a Corinto.
[24] Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i
collaboratori della vostra gioia, perchè nella fede voi siete già
saldi.
2
[1]
Ritenni pertanto opportuno non venire di nuovo fra voi con tristezza.
[2] Perché se io rattristo voi, chi mi rallegrerà se non colui che è
stato da me rattristato?
[3] Perciò vi ho scritto in quei termini che voi sapete, per non dovere
poi essere rattristato alla mia venuta da quelli che dovrebbero rendermi
lieto, persuaso come sono riguardo a voi tutti che la mia gioia è
quella di tutti voi.
[4] Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore
angosciato, tra molte lacrime, però non per rattristarvi, ma per farvi
conoscere l'affetto immenso che ho per voi.
[5] Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me soltanto, ma in
parte almeno, senza voler esagerare, tutti voi.
[6] Per quel tale però è già sufficiente il castigo che gli è venuto
dai più,
[7] cosicché voi dovreste piuttosto usargli benevolenza e confortarlo,
perché egli non soccomba sotto un dolore troppo forte.
[8] Vi esorto quindi a far prevalere nei suoi riguardi la carità;
[9] e anche per questo vi ho scritto, per vedere alla prova se siete
effettivamente obbedienti in tutto.
[10] A chi voi perdonate, perdono anch'io; perché quello che io ho
perdonato, se pure ebbi qualcosa da perdonare, l'ho fatto per voi,
davanti a Cristo,
[11] per non cadere in balìa di satana, di cui non ignoriamo le
macchinazioni.
[12] Giunto pertanto a Troade per annunziare il vangelo di Cristo,
sebbene la porta mi fosse aperta nel Signore,
[13] non ebbi pace nello spirito perché non vi trovai Tito, mio
fratello; perciò, congedatomi da loro, partii per la Macedonia.
[14] Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo
in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza
nel mondo intero!
[15] Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che
si salvano e fra quelli che si perdono;
[16] per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di
vita per la vita.
E chi è mai all'altezza di questi compiti?
[17] Noi non siamo infatti come quei molti che mercanteggiano la parola
di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi
parliamo in Cristo.
3
[1]
Cominciamo forse di nuovo a raccomandare noi stessi? O forse abbiamo
bisogno, come altri, di lettere di raccomandazione per voi o da parte
vostra?
[2] La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori,
conosciuta e letta da tutti gli uomini.
[3] È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi,
scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su
tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori.
[4] Questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio.
[5] Non però che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come
proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio,
[6] che ci ha resi ministri adatti di una Nuova Alleanza, non della
lettera ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito dà
vita.
[7] Se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu
circonfuso di gloria, al punto che i figli d'Israele non potevano
fissare il volto di Mosè a causa dello splendore pure effimero del suo
volto,
[8] quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito?
[9] Se già il ministero della condanna fu glorioso, molto di più
abbonda di gloria il ministero della giustizia.
[10] Anzi sotto quest'aspetto, quello che era glorioso non lo è più a
confronto della sovraeminente gloria della Nuova Alleanza.
[11] Se dunque ciò che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò
che è duraturo.
[12] Forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza
[13] e non facciamo come Mosè che poneva un velo sul suo volto, perché
i figli di Israele non vedessero la fine di ciò che era solo effimero.
[14] Ma le loro menti furono accecate; infatti fino ad oggi quel
medesimo velo rimane, non rimosso, alla lettura dell'Antico Testamento,
perché è in Cristo che esso viene eliminato.
[15] Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro
cuore;
[16] ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà
tolto.
[17] Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è
libertà.
[18] E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la
gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di
gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore.
4
[1]
Perciò, investiti di questo ministero per la misericordia che ci è
stata usata, non ci perdiamo d'animo;
[2] al contrario, rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza
comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma
annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni
coscienza, al cospetto di Dio.
[3] E se il nostro vangelo rimane velato, lo è per coloro che si
perdono,
[4] ai quali il dio di questo mondo ha accecato la mente incredula,
perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo che è
immagine di Dio.
[5] Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore;
quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù.
[6] E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri
cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge
sul volto di Cristo.
[7] Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che
questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi.
[8] Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo
sconvolti, ma non disperati;
[9] perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi,
[10] portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù,
perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.
[11] Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a
causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella
nostra carne mortale.
[12] Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.
[13] Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta
scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò
parliamo,
[14] convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà
anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi.
[15] Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante
ad opera di un maggior numero, moltiplichi l'inno di lode alla gloria di
Dio.
[16] Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore
si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno.
[17] Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci
procura una quantità smisurata ed eterna di gloria,
[18] perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su
quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili
sono eterne.
5
[1]
Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra
abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora
eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli.
[2] Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci
del nostro corpo celeste:
[3] a condizione però di esser trovati già vestiti, non nudi.
[4] In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto un
peso, non volendo venire spogliati ma sopravvestiti, perché ciò che è
mortale venga assorbito dalla vita.
[5] È Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello
Spirito.
[6] Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché
abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore,
[7] camminiamo nella fede e non ancora in visione.
[8] Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed
abitare presso il Signore.
[9] Perciò ci sforziamo, sia dimorando nel corpo sia esulando da esso,
di essere a lui graditi.
[10] Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo,
ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel
corpo, sia in bene che in male.
[11] Consapevoli dunque del timore del Signore, noi cerchiamo di
convincere gli uomini; per quanto invece riguarda Dio, gli siamo ben
noti. E spero di esserlo anche davanti alle vostre coscienze.
[12] Non ricominciamo a raccomandarci a voi, ma è solo per darvi
occasione di vanto a nostro riguardo, perché abbiate di che rispondere
a coloro il cui vanto è esteriore e non nel cuore.
[13] Se infatti siamo stati fuori di senno, era per Dio; se siamo
assennati, è per voi.
[14] Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto
per tutti e quindi tutti sono morti.
[15] Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più
per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.
[16] Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e
anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo
conosciamo più così.
[17] Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie
sono passate, ecco ne sono nate di nuove.
[18] Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé
mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.
[19] È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non
imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della
riconciliazione.
[20] Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio
esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo:
lasciatevi riconciliare con Dio.
[21] Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato
in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui
giustizia di Dio.
6
[1] E
poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano
la grazia di Dio.
[2] Egli dice infatti:
Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso.
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!
[3] Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non
venga biasimato il nostro ministero;
[4] ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta
fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce,
[5] nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle
veglie, nei digiuni;
[6] con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità,
amore sincero;
[7] con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della
giustizia a destra e a sinistra;
[8] nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo
ritenuti impostori, eppure siamo veritieri;
[9] sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo;
puniti, ma non messi a morte;
[10] afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente
che non ha nulla e invece possediamo tutto!
[11] La nostra bocca vi ha parlato francamente, Corinzi, e il nostro
cuore si è tutto aperto per voi.
[12] Non siete davvero allo stretto in noi; è nei vostri cuori invece
che siete allo stretto.
[13] Io parlo come a figli: rendeteci il contraccambio, aprite anche voi
il vostro cuore!
[14] Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale
rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l'iniquità, o quale
unione tra la luce e le tenebre?
[15] Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un
fedele e un infedele?
[16] Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti
il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto:
Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò
e sarò il loro Dio,
ed essi saranno il mio popolo.
[17] Perciò uscite di mezzo a loro
e riparatevi, dice il Signore,
non toccate nulla d'impuro.
E io vi accoglierò,
[18] e sarò per voi come un padre,
e voi mi sarete come figli e figlie,
dice il Signore onnipotente.
7
[1] In
possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni
macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra
santificazione, nel timore di Dio.
[2] Fateci posto nei vostri cuori! A nessuno abbiamo fatto ingiustizia,
nessuno abbiamo danneggiato, nessuno abbiamo sfruttato.
[3] Non dico questo per condannare qualcuno; infatti vi ho già detto
sopra che siete nel nostro cuore, per morire insieme e insieme vivere.
[4] Sono molto franco con voi e ho molto da vantarmi di voi. Sono pieno
di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione.
[5] Infatti, da quando siamo giunti in Macedonia, la nostra carne non ha
avuto sollievo alcuno, ma da ogni parte siamo tribolati: battaglie
all'esterno, timori al di dentro.
[6] Ma Dio che consola gli afflitti ci ha consolati con la venuta di
Tito,
[7] e non solo con la sua venuta, ma con la consolazione che ha ricevuto
da voi. Egli ci ha annunziato infatti il vostro desiderio, il vostro
dolore, il vostro affetto per me; cosicché la mia gioia si è ancora
accresciuta.
[8] Se anche vi ho rattristati con la mia lettera, non me ne dispiace. E
se me ne è dispiaciuto - vedo infatti che quella lettera, anche se per
breve tempo soltanto, vi ha rattristati -
[9] ora ne godo; non per la vostra tristezza, ma perché questa
tristezza vi ha portato a pentirvi. Infatti vi siete rattristati secondo
Dio e così non avete ricevuto alcun danno da parte nostra;
[10] perché la tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile
che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce la morte.
[11] Ecco, infatti, quanta sollecitudine ha prodotto in voi proprio
questo rattristarvi secondo Dio; anzi quante scuse, quanta indignazione,
quale timore, quale desiderio, quale affetto, quale punizione! Vi siete
dimostrati innocenti sotto ogni riguardo in questa faccenda.
[12] Così se anche vi ho scritto, non fu tanto a motivo dell'offensore
o a motivo dell'offeso, ma perché apparisse chiara la vostra
sollecitudine per noi davanti a Dio.
[13] Ecco quello che ci ha consolati.
A questa nostra consolazione si è aggiunta una gioia ben più grande
per la letizia di Tito, poiché il suo spirito è stato rinfrancato da
tutti voi.
[14] Cosicché se in qualche cosa mi ero vantato di voi con lui, non ho
dovuto vergognarmene, ma come abbiamo detto a voi ogni cosa secondo
verità, così anche il nostro vanto con Tito si è dimostrato vero.
[15] E il suo affetto per voi è cresciuto, ricordando come tutti gli
avete obbedito e come lo avete accolto con timore e trepidazione.
[16] Mi rallegro perché posso contare totalmente su di voi.
8
[1]
Vogliamo poi farvi nota, fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese
della Macedonia:
[2] nonostante la lunga prova della tribolazione, la loro grande gioia e
la loro estrema povertà si sono tramutate nella ricchezza della loro
generosità.
[3] Posso testimoniare infatti che hanno dato secondo i loro mezzi e
anche al di là dei loro mezzi, spontaneamente,
[4] domandandoci con insistenza la grazia di prendere parte a questo
servizio a favore dei santi.
[5] Superando anzi le nostre stesse speranze, si sono offerti prima di
tutto al Signore e poi a noi, secondo la volontà di Dio;
[6] cosicché abbiamo pregato Tito di portare a compimento fra voi
quest'opera generosa, dato che lui stesso l'aveva incominciata.
[7] E come vi segnalate in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella
scienza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così
distinguetevi anche in quest'opera generosa.
[8] Non dico questo per farvene un comando, ma solo per mettere alla
prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri.
[9] Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da
ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi
per mezzo della sua povertà.
[10] E a questo riguardo vi do un consiglio: si tratta di cosa
vantaggiosa per voi, che fin dall'anno passato siete stati i primi, non
solo a intraprenderla ma a desiderarla.
[11] Ora dunque realizzatela, perché come vi fu la prontezza del
volere, così anche vi sia il compimento, secondo i vostri mezzi.
[12] Se infatti c'è la buona volontà, essa riesce gradita secondo
quello che uno possiede e non secondo quello che non possiede.
[13] Qui non si tratta infatti di mettere in ristrettezza voi per
sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza.
[14] Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza,
perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi
sia uguaglianza, come sta scritto:
[15] Colui che raccolse molto non abbondò,
e colui che raccolse poco non ebbe di meno.
[16] Siano pertanto rese grazie a Dio che infonde la medesima
sollecitudine per voi nel cuore di Tito!
[17] Egli infatti ha accolto il mio invito e ancor più pieno di zelo è
partito spontaneamente per venire da voi.
[18] Con lui abbiamo inviato pure il fratello che ha lode in tutte le
Chiese a motivo del vangelo;
[19] egli è stato designato dalle Chiese come nostro compagno in
quest'opera di carità, alla quale ci dedichiamo per la gloria del
Signore, e per dimostrare anche l'impulso del nostro cuore.
[20] Con ciò intendiamo evitare che qualcuno possa biasimarci per
questa abbondanza che viene da noi amministrata.
[21] Ci preoccupiamo infatti di comportarci bene non soltanto davanti al
Signore, ma anche davanti agli uomini.
[22] Con loro abbiamo inviato anche il nostro fratello, di cui abbiamo
più volte sperimentato lo zelo in molte circostanze; egli è ora più
zelante che mai per la grande fiducia che ha in voi.
[23] Quanto a Tito, egli è mio compagno e collaboratore presso di voi;
quanto ai nostri fratelli, essi sono delegati delle Chiese e gloria di
Cristo.
[24] Date dunque a loro la prova del vostro affetto e della legittimità
del nostro vanto per voi davanti a tutte le Chiese.
9
[1]
Riguardo poi a questo servizio in favore dei santi, è superfluo che ve
ne scriva.
[2] Conosco infatti bene la vostra buona volontà, e ne faccio vanto con
i Macèdoni dicendo che l'Acaia è pronta fin dallo scorso anno e già
molti sono stati stimolati dal vostro zelo.
[3] I fratelli poi li ho mandati perché il nostro vanto per voi su
questo punto non abbia a dimostrarsi vano, ma siate realmente pronti,
come vi dicevo, perché
[4] non avvenga che, venendo con me alcuni Macèdoni, vi trovino
impreparati e noi dobbiamo arrossire, per non dire anche voi, di questa
nostra fiducia.
[5] Ho quindi ritenuto necessario invitare i fratelli a recarsi da voi
prima di me, per organizzare la vostra offerta già promessa, perché
essa sia pronta come una vera offerta e non come una spilorceria.
[6] Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà
e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà.
[7] Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con
tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
[8] Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché,
avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente
tutte le opere di bene,
[9] come sta scritto:
ha largheggiato, ha dato ai poveri;
la sua giustizia dura in eterno.
[10] Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il
nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e
farà crescere i frutti della vostra giustizia.
[11] Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale poi farà salire
a Dio l'inno di ringraziamento per mezzo nostro.
[12] Perché l'adempimento di questo servizio sacro non provvede
soltanto alle necessità dei santi, ma ha anche maggior valore per i
molti ringraziamenti a Dio.
[13] A causa della bella prova di questo servizio essi ringrazieranno
Dio per la vostra obbedienza e accettazione del vangelo di Cristo, e per
la generosità della vostra comunione con loro e con tutti;
[14] e pregando per voi manifesteranno il loro affetto a causa della
straordinaria grazia di Dio effusa sopra di voi.
[15] Grazie a Dio per questo suo ineffabile dono!
10
[1] Ora
io stesso, Paolo, vi esorto per la dolcezza e la mansuetudine di Cristo,
io davanti a voi così meschino, ma di lontano così animoso con voi;
[2] vi supplico di far in modo che non avvenga che io debba mostrare,
quando sarò tra voi, quell'energia che ritengo di dover adoperare
contro alcuni che pensano che noi camminiamo secondo la carne.
[3] In realtà, noi viviamo nella carne ma non militiamo secondo la
carne. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali,
[4] ma hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze,
[5] distruggendo i ragionamenti e ogni baluardo che si leva contro la
conoscenza di Dio, e rendendo ogni intelligenza soggetta all'obbedienza
al Cristo.
[6] Perciò siamo pronti a punire qualsiasi disobbedienza, non appena la
vostra obbedienza sarà perfetta.
[7] Guardate le cose bene in faccia: se qualcuno ha in se stesso la
persuasione di appartenere a Cristo, si ricordi che se lui è di Cristo
lo siamo anche noi.
[8] In realtà, anche se mi vantassi di più a causa della nostra
autorità, che il Signore ci ha dato per vostra edificazione e non per
vostra rovina, non avrò proprio da vergognarmene.
[9] Non sembri che io vi voglia spaventare con le lettere!
[10] Perché "le lettere - si dice - sono dure e forti, ma la sua
presenza fisica è debole e la parola dimessa".
[11] Questo tale rifletta però che quali noi siamo a parole per
lettera, assenti, tali saremo anche con i fatti, di presenza.
[12] Certo noi non abbiamo l'audacia di uguagliarci o paragonarci ad
alcuni di quelli che si raccomandano da sé; ma mentre si misurano su di
sé e si paragonano con se stessi, mancano di intelligenza.
[13] Noi invece non ci vanteremo oltre misura, ma secondo la norma della
misura che Dio ci ha assegnato, sì da poter arrivare fino a voi;
[14] né ci innalziamo in maniera indebita, come se non fossimo arrivati
fino a voi, perché fino a voi siamo giunti col vangelo di Cristo.
[15] Né ci vantiamo indebitamente di fatiche altrui, ma abbiamo la
speranza, col crescere della vostra fede, di crescere ancora nella
vostra considerazione, secondo la nostra misura,
[16] per evangelizzare le regioni più lontane della vostra, senza
vantarci alla maniera degli altri delle cose già fatte da altri.
[17] Pertanto chi si vanta, si vanti nel Signore;
[18] perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma
colui che il Signore raccomanda.
11
[1] Oh
se poteste sopportare un po' di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi
sopportate.
[2] Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina, avendovi
promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo.
[3] Temo però che, come il serpente nella sua malizia sedusse Eva, così
i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità
e purezza nei riguardi di Cristo.
[4] Se infatti il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che
vi abbiamo predicato noi o se si tratta di ricevere uno spirito diverso
da quello che avete ricevuto o un altro vangelo che non avete ancora
sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo.
[5] Ora io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi
"superapostoli"!
[6] E se anche sono un profano nell'arte del parlare, non lo sono però
nella dottrina, come vi abbiamo dimostrato in tutto e per tutto davanti
a tutti.
[7] O forse ho commesso una colpa abbassando me stesso per esaltare voi,
quando vi ho annunziato gratuitamente il vangelo di Dio?
[8] Ho spogliato altre Chiese accettando da loro il necessario per
vivere, allo scopo di servire voi.
[9] E trovandomi presso di voi e pur essendo nel bisogno, non sono stato
d'aggravio a nessuno, perché alle mie necessità hanno provveduto i
fratelli giunti dalla Macedonia. In ogni circostanza ho fatto il
possibile per non esservi di aggravio e così farò in avvenire.
[10] Com'è vero che c'è la verità di Cristo in me, nessuno mi toglierà
questo vanto in terra di Acaia!
[11] Questo perché? Forse perché non vi amo? Lo sa Dio!
[12] Lo faccio invece, e lo farò ancora, per troncare ogni pretesto a
quelli che cercano un pretesto per apparire come noi in quello di cui si
vantano.
[13] Questi tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si
mascherano da apostoli di Cristo.
[14] Ciò non fa meraviglia, perché anche satana si maschera da angelo
di luce.
[15] Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da
ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere.
[16] Lo dico di nuovo: nessuno mi consideri come un pazzo, o se no
ritenetemi pure come un pazzo, perché possa anch'io vantarmi un poco.
[17] Quello che dico, però, non lo dico secondo il Signore, ma come da
stolto, nella fiducia che ho di potermi vantare.
[18] Dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi
vanterò anch'io.
[19] Infatti voi, che pur siete saggi, sopportate facilmente gli stolti.
[20] In realtà sopportate chi vi riduce in servitù, chi vi divora, chi
vi sfrutta, chi è arrogante, chi vi colpisce in faccia.
[21] Lo dico con vergogna; come siamo stati deboli!
Però in quello in cui qualcuno osa vantarsi, lo dico da stolto, oso
vantarmi anch'io.
[22] Sono Ebrei? Anch'io! Sono Israeliti? Anch'io! Sono stirpe di
Abramo? Anch'io!
[23] Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più
di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie,
infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte.
[24] Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi;
[25] tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato
lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una
notte in balìa delle onde.
[26] Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti,
pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città,
pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi
fratelli;
[27] fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti
digiuni, freddo e nudità.
[28] E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la
preoccupazione per tutte le Chiese.
[29] Chi è debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io
non ne frema?
[30] Se è necessario vantarsi, mi vanterò di quanto si riferisce alla
mia debolezza.
[31] Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa
che non mentisco.
[32] A Damasco, il governatore del re Areta montava la guardia alla città
dei Damasceni per catturarmi,
[33] ma da una finestra fui calato per il muro in una cesta e così
sfuggii dalle sue mani.
12
[1]
Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni
e alle rivelazioni del Signore.
[2] Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo
o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo.
[3] E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa
Dio -
[4] fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad
alcuno pronunziare.
[5] Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò fuorchè
delle mie debolezze.
[6] Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo
la verità; ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi di più di
quello che vede o sente da me.
[7] Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni,
mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato
di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia.
[8] A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che
l'allontanasse da me.
[9] Ed egli mi ha detto: "Ti basta la mia grazia; la mia potenza
infatti si manifesta pienamente nella debolezza". Mi vanterò
quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la
potenza di Cristo.
[10] Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle
necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo:
quando sono debole, è allora che sono forte.
[11] Sono diventato pazzo; ma siete voi che mi ci avete costretto.
Infatti avrei dovuto essere raccomandato io da voi, perché non sono per
nulla inferiore a quei "superapostoli", anche se sono un
nulla.
[12] Certo, in mezzo a voi si sono compiuti i segni del vero apostolo,
in una pazienza a tutta prova, con segni, prodigi e miracoli.
[13] In che cosa infatti siete stati inferiori alle altre Chiese, se non
in questo, che io non vi sono stato d'aggravio? Perdonatemi questa
ingiustizia!
[14] Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò
di peso, perché non cerco i vostri beni, ma voi. Infatti non spetta ai
figli mettere da parte per i genitori, ma ai genitori per i figli.
[15] Per conto mio mi prodigherò volentieri, anzi consumerò me stesso
per le vostre anime. Se io vi amo più intensamente, dovrei essere
riamato di meno?
[16] Ma sia pure che io non vi sono stato di peso; però, scaltro come
sono, vi ho preso con inganno.
[17] Vi ho forse sfruttato per mezzo di qualcuno di quelli che ho
inviato tra voi?
[18] Ho vivamente pregato Tito di venire da voi e ho mandato insieme con
lui quell'altro fratello. Forse Tito vi ha sfruttato in qualche cosa?
Non abbiamo forse noi due camminato con lo stesso spirito, sulle
medesime tracce?
[19] Certo, da tempo vi immaginate che stiamo facendo la nostra difesa
davanti a voi. Ma noi parliamo davanti a Dio, in Cristo, e tutto,
carissimi, è per la vostra edificazione.
[20] Temo infatti che, venendo, non vi trovi come desidero e che a mia
volta venga trovato da voi quale non mi desiderate; che per caso non vi
siano contese, invidie, animosità, dissensi, maldicenze, insinuazioni,
superbie, disordini,
[21] e che, alla mia venuta, il mio Dio mi umilii davanti a voi e io
abbia a piangere su molti che hanno peccato in passato e non si sono
convertiti dalle impurità, dalla fornicazione e dalle dissolutezze che
hanno commesso.
13
[1]
Questa è la terza volta che vengo da voi. Ogni questione si deciderà
sulla dichiarazione di due o tre testimoni.
[2] L'ho detto prima e lo ripeto ora, allora presente per la seconda
volta e ora assente, a tutti quelli che hanno peccato e a tutti gli
altri: quando verrò di nuovo non perdonerò più,
[3] dal momento che cercate una prova che Cristo parla in me, lui che
non è debole, ma potente in mezzo a voi.
[4] Infatti egli fu crocifisso per la sua debolezza, ma vive per la
potenza di Dio. E anche noi che siamo deboli in lui, saremo vivi con lui
per la potenza di Dio nei vostri riguardi.
[5] Esaminate voi stessi se siete nella fede, mettetevi alla prova. Non
riconoscete forse che Gesù Cristo abita in voi? A meno che la prova non
sia contro di voi!
[6] Spero tuttavia che riconoscerete che essa non è contro di noi.
[7] Noi preghiamo Dio che non facciate alcun male, e non per apparire
noi superiori nella prova, ma perché voi facciate il bene e noi
restiamo come senza prova.
[8] Non abbiamo infatti alcun potere contro la verità, ma per la verità;
[9] perciò ci rallegriamo quando noi siamo deboli e voi siete forti.
Noi preghiamo anche per la vostra perfezione.
[10] Per questo vi scrivo queste cose da lontano: per non dover poi, di
presenza, agire severamente con il potere che il Signore mi ha dato per
edificare e non per distruggere.
[11] Per il resto, fratelli, state lieti, tendete alla perfezione,
fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace
e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi.
[12] Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano.
[13] La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione
dello Spirito Santo siano con tutti voi.
LETTERA
AI GALATI
1
[1]
Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per
mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti,
[2] e tutti i fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia.
[3] Grazia a voi e pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù
Cristo,
[4] che ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo
mondo perverso, secondo la volontà di Dio e Padre nostro,
[5] al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
[6] Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la
grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo.
[7] In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che
vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.
[8] Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un
vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!
[9] L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un
vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!
[10] Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o
non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se
ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!
[11] Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non
è modellato sull'uomo;
[12] infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per
rivelazione di Gesù Cristo.
[13] Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo
nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la
devastassi,
[14] superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e
connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri.
[15] Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò
con la sua grazia si compiacque
[16] di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai
pagani, subito, senza consultare nessun uomo,
[17] senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di
me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
[18] In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa,
e rimasi presso di lui quindici giorni;
[19] degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello
del Signore.
[20] In ciò che vi scrivo, io attesto davanti a Dio che non mentisco.
[21] Quindi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia.
[22] Ma ero sconosciuto personalmente alle Chiese della Giudea che sono
in Cristo;
[23] soltanto avevano sentito dire: "Colui che una volta ci
perseguitava, va ora annunziando la fede che un tempo voleva
distruggere".
[24] E glorificavano Dio a causa mia.
2
[1] Dopo
quattordici anni, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Barnaba,
portando con me anche Tito:
[2] vi andai però in seguito ad una rivelazione. Esposi loro il vangelo
che io predico tra i pagani, ma lo esposi privatamente alle persone più
ragguardevoli, per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso
invano.
[3] Ora neppure Tito, che era con me, sebbene fosse greco, fu obbligato
a farsi circoncidere.
[4] E questo proprio a causa dei falsi fratelli che si erano intromessi
a spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci
schiavi.
[5] Ad essi però non cedemmo, per riguardo, neppure un istante, perché
la verità del vangelo continuasse a rimanere salda tra di voi.
[6] Da parte dunque delle persone più ragguardevoli - quali fossero
allora non m'interessa, perché Dio non bada a persona alcuna - a me, da
quelle persone ragguardevoli, non fu imposto nulla di più.
[7] Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non
circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi -
[8] poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei
circoncisi aveva agito anche in me per i pagani -
[9] e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni,
ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di
comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i
circoncisi.
[10] Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono
proprio preoccupato di fare.
[11] Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto
perché evidentemente aveva torto.
[12] Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli
prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a
evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi.
[13] E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto
che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia.
[14] Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità
del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: "Se tu, che sei
Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi
costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?
[15] Noi che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori,
[16] sapendo tuttavia che l'uomo non è giustificato dalle opere della
legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto
anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e
non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà
mai giustificato nessuno".
[17] Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo
trovati peccatori come gli altri, forse Cristo è ministro del peccato?
Impossibile!
[18] Infatti se io riedifico quello che ho demolito, mi denuncio come
trasgressore.
[19] In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere
per Dio.
[20] Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma
Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del
Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.
[21] Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione
viene dalla legge, Cristo è morto invano.
3
[1] O
stolti Gàlati, chi mai vi ha ammaliati, proprio voi agli occhi dei
quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso?
[2] Questo solo io vorrei sapere da voi: è per le opere della legge che
avete ricevuto lo Spirito o per aver creduto alla predicazione?
[3] Siete così privi d'intelligenza che, dopo aver incominciato con lo
Spirito, ora volete finire con la carne?
[4] Tante esperienze le avete fatte invano? Se almeno fosse invano!
[5] Colui che dunque vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a
voi, lo fa grazie alle opere della legge o perché avete creduto alla
predicazione?
[6] Fu così che Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato come
giustizia.
[7] Sappiate dunque che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla
fede.
[8] E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato i pagani per
la fede, preannunziò ad Abramo questo lieto annunzio: In te saranno
benedette tutte le genti.
[9] Di conseguenza, quelli che hanno la fede vengono benedetti insieme
ad Abramo che credette.
[10] Quelli invece che si richiamano alle opere della legge, stanno
sotto la maledizione, poiché sta scritto: Maledetto chiunque non rimane
fedele a tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle.
[11] E che nessuno possa giustificarsi davanti a Dio per la legge
risulta dal fatto che il giusto vivrà in virtù della fede.
[12] Ora la legge non si basa sulla fede; al contrario dice che chi
praticherà queste cose, vivrà per esse.
[13] Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando
lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto chi pende
dal legno,
[14] perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse alle
genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede.
[15] Fratelli, ecco, vi faccio un esempio comune: un testamento
legittimo, pur essendo solo un atto umano, nessuno lo dichiara nullo o
vi aggiunge qualche cosa.
[16] Ora è appunto ad Abramo e alla sua discendenza che furon fatte le
promesse. Non dice la Scrittura: "e ai tuoi discendenti", come
se si trattasse di molti, ma e alla tua discendenza, come a uno solo,
cioè Cristo.
[17] Ora io dico: un testamento stabilito in precedenza da Dio stesso,
non può dichiararlo nullo una legge che è venuta quattrocentotrenta
anni dopo, annullando così la promessa.
[18] Se infatti l'eredità si ottenesse in base alla legge, non sarebbe
più in base alla promessa; Dio invece concesse il suo favore ad Abramo
mediante la promessa.
[19] Perché allora la legge? Essa fu aggiunta per le trasgressioni,
fino alla venuta della discendenza per la quale era stata fatta la
promessa, e fu promulgata per mezzo di angeli attraverso un mediatore.
[20] Ora non si dà mediatore per una sola persona e Dio è uno solo.
[21] La legge è dunque contro le promesse di Dio? Impossibile! Se
infatti fosse stata data una legge capace di conferire la vita, la
giustificazione scaturirebbe davvero dalla legge;
[22] la Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché
ai credenti la promessa venisse data in virtù della fede in Gesù
Cristo.
[23] Prima però che venisse la fede, noi eravamo rinchiusi sotto la
custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata.
[24] Così la legge è per noi come un pedagogo che ci ha condotto a
Cristo, perché fossimo giustificati per la fede.
[25] Ma appena è giunta la fede, noi non siamo più sotto un pedagogo.
[26] Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù,
[27] poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti
di Cristo.
[28] Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero;
non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.
[29] E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo,
eredi secondo la promessa.
4
[1]
Ecco, io faccio un altro esempio: per tutto il tempo che l'erede è
fanciullo, non è per nulla differente da uno schiavo, pure essendo
padrone di tutto;
[2] ma dipende da tutori e amministratori, fino al termine stabilito dal
padre.
[3] Così anche noi quando eravamo fanciulli, eravamo come schiavi degli
elementi del mondo.
[4] Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio,
nato da donna, nato sotto la legge,
[5] per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo
l'adozione a figli.
[6] E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei
nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!
[7] Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede
per volontà di Dio.
[8] Ma un tempo, per la vostra ignoranza di Dio, eravate sottomessi a
divinità, che in realtà non lo sono;
[9] ora invece che avete conosciuto Dio, anzi da lui siete stati
conosciuti, come potete rivolgervi di nuovo a quei deboli e miserabili
elementi, ai quali di nuovo come un tempo volete servire?
[10] Voi infatti osservate giorni, mesi, stagioni e anni!
[11] Temo per voi che io mi sia affaticato invano a vostro riguardo.
[12] Siate come me, ve ne prego, poiché anch'io sono stato come voi,
fratelli. Non mi avete offeso in nulla.
[13] Sapete che fu a causa di una malattia del corpo che vi annunziai la
prima volta il vangelo;
[14] e quella che nella mia carne era per voi una prova non l'avete
disprezzata né respinta, ma al contrario mi avete accolto come un
angelo di Dio, come Cristo Gesù.
[15] Dove sono dunque le vostre felicitazioni? Vi rendo testimonianza
che, se fosse stato possibile, vi sareste cavati anche gli occhi per
darmeli.
[16] Sono dunque diventato vostro nemico dicendovi la verità?
[17] Costoro si danno premura per voi, ma non onestamente; vogliono
mettervi fuori, perché mostriate zelo per loro.
[18] È bello invece essere circondati di premure nel bene sempre e non
solo quando io mi trovo presso di voi,
[19] figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non
sia formato Cristo in voi!
[20] Vorrei essere vicino a voi in questo momento e poter cambiare il
tono della mia voce, perché non so cosa fare a vostro riguardo.
[21] Ditemi, voi che volete essere sotto la legge: non sentite forse
cosa dice la legge?
[22] Sta scritto infatti che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e
uno dalla donna libera.
[23] Ma quello dalla schiava è nato secondo la carne; quello dalla
donna libera, in virtù della promessa.
[24] Ora, tali cose sono dette per allegoria: le due donne infatti
rappresentano le due Alleanze; una, quella del monte Sinai, che genera
nella schiavitù, rappresentata da Agar
[25] - il Sinai è un monte dell'Arabia -; essa corrisponde alla
Gerusalemme attuale, che di fatto è schiava insieme ai suoi figli.
[26] Invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la nostra madre.
[27] Sta scritto infatti:
Rallègrati, sterile, che non partorisci,
grida nell'allegria tu che non conosci i dolori del parto,
perché molti sono i figli dell'abbandonata,
più di quelli della donna che ha marito.
[28] Ora voi, fratelli, siete figli della promessa, alla maniera di
Isacco.
[29] E come allora colui che era nato secondo la carne perseguitava
quello nato secondo lo spirito, così accade anche ora.
[30] Però, che cosa dice la Scrittura? Manda via la schiava e suo
figlio, perché il figlio della schiava non avrà eredità col figlio
della donna libera.
[31] Così, fratelli, noi non siamo figli di una schiava, ma di una
donna libera.
5
[1]
Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e
non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.
[2] Ecco, io Paolo vi dico: se vi fate circoncidere, Cristo non vi
gioverà nulla.
[3] E dichiaro ancora una volta a chiunque si fa circoncidere che egli
è obbligato ad osservare tutta quanta la legge.
[4] Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la
giustificazione nella legge; siete decaduti dalla grazia.
[5] Noi infatti per virtù dello Spirito, attendiamo dalla fede la
giustificazione che speriamo.
[6] Poiché in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta o la non
circoncisione, ma la fede che opera per mezzo della carità.
[7] Correvate così bene; chi vi ha tagliato la strada che non obbedite
più alla verità?
[8] Questa persuasione non viene sicuramente da colui che vi chiama!
[9] Un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta.
[10] Io sono fiducioso per voi nel Signore che non penserete
diversamente; ma chi vi turba, subirà la sua condanna, chiunque egli
sia.
[11] Quanto a me, fratelli, se io predico ancora la circoncisione, perché
sono tuttora perseguitato? È dunque annullato lo scandalo della croce?
[12] Dovrebbero farsi mutilare coloro che vi turbano.
[13] Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché
questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma
mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri.
[14] Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto:
amerai il prossimo tuo come te stesso.
[15] Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non
distruggervi del tutto gli uni gli altri!
[16] Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a
soddisfare i desideri della carne;
[17] la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha
desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché
voi non fate quello che vorreste.
[18] Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la
legge.
[19] Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità,
libertinaggio,
[20] idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi,
divisioni, fazioni,
[21] invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi
preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno
di Dio.
[22] Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza,
benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé;
[23] contro queste cose non c'è legge.
[24] Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne
con le sue passioni e i suoi desideri.
[25] Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo
Spirito.
[26] Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni
gli altri.
6
[1]
Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo
Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere
anche tu in tentazione.
[2] Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di
Cristo.
[3] Se infatti uno pensa di essere qualcosa mentre non è nulla, inganna
se stesso.
[4] Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora solo in se
stesso e non negli altri troverà motivo di vanto:
[5] ciascuno infatti porterà il proprio fardello.
[6] Chi viene istruito nella dottrina, faccia parte di quanto possiede a
chi lo istruisce.
[7] Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio.
Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato.
[8] Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi
semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna.
[9] E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo
tempo mieteremo.
[10] Poiché dunque ne abbiamo l'occasione, operiamo il bene verso
tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede.
[11] Vedete con che grossi caratteri vi scrivo, ora, di mia mano.
[12] Quelli che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a
farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati a causa della croce
di Cristo.
[13] Infatti neanche gli stessi circoncisi osservano la legge, ma
vogliono la vostra circoncisione per trarre vanto dalla vostra carne.
[14] Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del
Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è
stato crocifisso, come io per il mondo.
[15] Non è infatti la circoncisione che conta, né la non
circoncisione, ma l'essere nuova creatura.
[16] E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come
su tutto l'Israele di Dio.
[17] D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le
stigmate di Gesù nel mio corpo.
[18] La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro
spirito, fratelli. Amen.
LETTERA
AGLI EFESINI
1
[1]
Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, ai santi che sono
in Efeso, credenti in Cristo Gesù:
[2] grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù
Cristo.
[3] Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha
benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.
[4] In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere
santi e immacolati al suo cospetto nella carità,
[5] predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù
Cristo,
[6] secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria
della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto;
[7] nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la
remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia.
[8] Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e
intelligenza,
[9] poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà,
secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito
[10] per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di
ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della
terra.
[11] In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati
secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla
sua volontà,
[12] perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi
abbiamo sperato in Cristo.
[13] In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il
vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il
suggello dello Spirito Santo che era stato promesso,
[14] il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa
redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.
[15] Perciò anch'io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore
Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi,
[16] non cesso di render grazie per voi, ricordandovi nelle mie
preghiere,
[17] perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della
gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più
profonda conoscenza di lui.
[18] Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per
farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di
gloria racchiude la sua eredità fra i santi
[19] e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi
credenti secondo l'efficacia della sua forza
[20] che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo
fece sedere alla sua destra nei cieli,
[21] al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e
dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel
secolo presente ma anche in quello futuro.
[22] Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su
tutte le cose a capo della Chiesa,
[23] la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza
interamente in tutte le cose.
2
[1]
Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati,
[2] nei quali un tempo viveste alla maniera di questo mondo, seguendo il
principe delle potenze dell'aria, quello spirito che ora opera negli
uomini ribelli.
[3] Nel numero di quei ribelli, del resto, siamo vissuti anche tutti
noi, un tempo, con i desideri della nostra carne, seguendo le voglie
della carne e i desideri cattivi; ed eravamo per natura meritevoli
d'ira, come gli altri.
[4] Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci
ha amati,
[5] da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo:
per grazia infatti siete stati salvati.
[6] Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in
Cristo Gesù,
[7] per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua
grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.
[8] Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non
viene da voi, ma è dono di Dio;
[9] né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene.
[10] Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone
che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo.
[11] Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani per nascita, chiamati
incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi perché tali sono nella
carne per mano di uomo,
[12] ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla
cittadinanza d'Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza
e senza Dio in questo mondo.
[13] Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani
siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo.
[14] Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un
popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè
l'inimicizia,
[15] annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di
prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo
uomo nuovo, facendo la pace,
[16] e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo
della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia.
[17] Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani
e pace a coloro che erano vicini.
[18] Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al
Padre in un solo Spirito.
[19] Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete
concittadini dei santi e familiari di Dio,
[20] edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e
avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù.
[21] In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo
nel Signore;
[22] in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per
diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.
3
[1] Per
questo, io Paolo, il prigioniero di Cristo per voi Gentili...
[2] penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio,
a me affidato a vostro beneficio:
[3] come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero di cui
sopra vi ho scritto brevemente.
[4] Dalla lettura di ciò che ho scritto potete ben capire la mia
comprensione del mistero di Cristo.
[5] Questo mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti
generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e
profeti per mezzo dello Spirito:
[6] che i Gentili cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare
alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi
della promessa per mezzo del vangelo,
[7] del quale sono divenuto ministro per il dono della grazia di Dio a
me concessa in virtù dell'efficacia della sua potenza.
[8] A me, che sono l'infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa
grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo,
[9] e di far risplendere agli occhi di tutti qual è l'adempimento del
mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell'universo,
[10] perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai
Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio,
[11] secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro
Signore,
[12] il quale ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio
per la fede in lui.
[13] Vi prego quindi di non perdervi d'animo per le mie tribolazioni per
voi; sono gloria vostra.
[14] Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre,
[15] dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome,
[16] perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di
essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore.
[17] Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati
e fondati nella carità,
[18] siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia
l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità,
[19] e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché
siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
[20] A colui che in tutto ha potere di fare
molto più di quanto possiamo domandare o pensare,
secondo la potenza che già opera in noi,
[21] a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù
per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen.
4
[1] Vi
esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera
degna della vocazione che avete ricevuto,
[2] con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda
con amore,
[3] cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo
della pace.
[4] Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla
quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione;
[5] un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.
[6] Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per
mezzo di tutti ed è presente in tutti.
[7] A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la
misura del dono di Cristo.
[8] Per questo sta scritto:
Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri,
ha distribuito doni agli uomini.
[9] Ma che significa la parola "ascese", se non che prima era
disceso quaggiù sulla terra?
[10] Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di
tutti i cieli, per riempire tutte le cose.
[11] È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti,
altri come evangelisti, altri come pastori e maestri,
[12] per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di
edificare il corpo di Cristo,
[13] finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza
del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che
conviene alla piena maturità di Cristo.
[14] Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle
onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo
l'inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre
nell'errore.
[15] Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo
di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo,
[16] dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la
collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni
membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella
carità.
[17] Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più
come i pagani nella vanità della loro mente,
[18] accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa
dell'ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore.
[19] Diventati così insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza,
commettendo ogni sorta di impurità con avidità insaziabile.
[20] Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo,
[21] se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti,
secondo la verità che è in Gesù,
[22] per la quale dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di
prima, l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici
[23] e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente
[24] e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e
nella santità vera.
[25] Perciò, bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio
prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri.
[26] Nell'ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira,
[27] e non date occasione al diavolo.
[28] Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare
lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si
trova in necessità.
[29] Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto,
parole buone che possano servire per la necessaria edificazione,
giovando a quelli che ascoltano.
[30] E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste
segnati per il giorno della redenzione.
[31] Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza
con ogni sorta di malignità.
[32] Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi,
perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
5
[1]
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi,
[2] e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e
ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave
odore.
[3] Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia,
neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi;
[4] lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose
tutte sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie!
[5] Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro -
che è roba da idolàtri - avrà parte al regno di Cristo e di Dio.
[6] Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti
piomba l'ira di Dio sopra coloro che gli resistono.
[7] Non abbiate quindi niente in comune con loro.
[8] Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore.
Comportatevi perciò come i figli della luce;
[9] il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.
[10] Cercate ciò che è gradito al Signore,
[11] e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma
piuttosto condannatele apertamente,
[12] poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso
perfino parlare.
[13] Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate
dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce.
[14] Per questo sta scritto:
"Svègliati, o tu che dormi,
dèstati dai morti
e Cristo ti illuminerà".
[15] Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi
non da stolti, ma da uomini saggi;
[16] profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi.
[17] Non siate perciò inconsiderati, ma sappiate comprendere la volontà
di Dio.
[18] E non ubriacatevi di vino, il quale porta alla sfrenatezza, ma
siate ricolmi dello Spirito,
[19] intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali,
cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore,
[20] rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome
del Signore nostro Gesù Cristo.
[21] Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo.
[22] Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore;
[23] il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo
della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo.
[24] E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli
siano soggette ai loro mariti in tutto.
[25] E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la
Chiesa e ha dato se stesso per lei,
[26] per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua
accompagnato dalla parola,
[27] al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa,
senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata.
[28] Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il
proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso.
[29] Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario
la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa,
[30] poiché siamo membra del suo corpo.
[31] Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla
sua donna e i due formeranno una carne sola.
[32] Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla
Chiesa!
[33] Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come
se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.
6
[1]
Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è
giusto.
[2] Onora tuo padre e tua madre: è questo il primo comandamento
associato a una promessa:
[3] perché tu sia felice e goda di una vita lunga sopra la terra.
[4] E voi, padri, non inasprite i vostri figli, ma allevateli
nell'educazione e nella disciplina del Signore.
[5] Schiavi, obbedite ai vostri padroni secondo la carne con timore e
tremore, con semplicità di spirito, come a Cristo,
[6] e non servendo per essere visti, come per piacere agli uomini, ma
come servi di Cristo, compiendo la volontà di Dio di cuore,
[7] prestando servizio di buona voglia come al Signore e non come a
uomini.
[8] Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo sia libero, riceverà
dal Signore secondo quello che avrà fatto di bene.
[9] Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro,
mettendo da parte le minacce, sapendo che per loro come per voi c'è un
solo Signore nel cielo, e che non v'è preferenza di persone presso di
lui.
[10] Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua
potenza.
[11] Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie
del diavolo.
[12] La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue
e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di
questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle
regioni celesti.
[13] Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel
giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove.
[14] State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti
con la corazza della giustizia,
[15] e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo
della pace.
[16] Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete
spegnere tutti i dardi infuocati del maligno;
[17] prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè
la parola di Dio.
[18] Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di
suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza
e pregando per tutti i santi,
[19] e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola
franca, per far conoscere il mistero del vangelo,
[20] del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con
franchezza come è mio dovere.
[21] Desidero che anche voi sappiate come sto e ciò che faccio; di
tutto vi informerà Tìchico, fratello carissimo e fedele ministro nel
Signore.
[22] Ve lo mando proprio allo scopo di farvi conoscere mie notizie e per
confortare i vostri cuori.
[23] Pace ai fratelli, e carità e fede da parte di Dio Padre e del
Signore Gesù Cristo.
[24] La grazia sia con tutti quelli che amano il Signore nostro Gesù
Cristo, con amore incorruttibile.
LETTERA
AI FILIPPESI
1
[1]
Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù
che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi.
[2] Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù
Cristo.
[3] Ringrazio il mio Dio ogni volta ch'io mi ricordo di voi,
[4] pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera,
[5] a motivo della vostra cooperazione alla diffusione del vangelo dal
primo giorno fino al presente,
[6] e sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest'opera buona,
la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
[7] È giusto, del resto, che io pensi questo di tutti voi, perché vi
porto nel cuore, voi che siete tutti partecipi della grazia che mi è
stata concessa sia nelle catene, sia nella difesa e nel consolidamento
del vangelo.
[8] Infatti Dio mi è testimonio del profondo affetto che ho per tutti
voi nell'amore di Cristo Gesù.
[9] E perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in
conoscenza e in ogni genere di discernimento,
[10] perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e
irreprensibili per il giorno di Cristo,
[11] ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di
Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
[12] Desidero che sappiate, fratelli, che le mie vicende si sono volte
piuttosto a vantaggio del vangelo,
[13] al punto che in tutto il pretorio e dovunque si sa che sono in
catene per Cristo;
[14] in tal modo la maggior parte dei fratelli, incoraggiati nel Signore
dalle mie catene, ardiscono annunziare la parola di Dio con maggior zelo
e senza timore alcuno.
[15] Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di
contesa, ma altri con buoni sentimenti.
[16] Questi lo fanno per amore, sapendo che sono stato posto per la
difesa del vangelo;
[17] quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con
intenzioni non pure, pensando di aggiungere dolore alle mie catene.
[18] Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per ipocrisia o per
sincerità, Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a
rallegrarmene.
[19] So infatti che tutto questo servirà alla mia salvezza, grazie alla
vostra preghiera e all'aiuto dello Spirito di Gesù Cristo,
[20] secondo la mia ardente attesa e speranza che in nulla rimarrò
confuso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà
glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.
[21] Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno.
[22] Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so
davvero che cosa debba scegliere.
[23] Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte
il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che
sarebbe assai meglio;
[24] d'altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella
carne.
[25] Per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò a essere
d'aiuto a voi tutti, per il progresso e la gioia della vostra fede,
[26] perché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in
Cristo, con la mia nuova venuta tra voi.
[27] Soltanto però comportatevi da cittadini degni del vangelo, perché
nel caso che io venga e vi veda o che di lontano senta parlare di voi,
sappia che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per
la fede del vangelo,
[28] senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo è per
loro un presagio di perdizione, per voi invece di salvezza, e ciò da
parte di Dio;
[29] perché a voi è stata concessa la grazia non solo di credere in
Cristo; ma anche di soffrire per lui,
[30] sostenendo la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e che ora
sentite dire che io sostengo.
2
[1] Se
c'è pertanto qualche consolazione in Cristo, se c'è conforto derivante
dalla carità, se c'è qualche comunanza di spirito, se ci sono
sentimenti di amore e di compassione,
[2] rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri spiriti, con la
stessa carità, con i medesimi sentimenti.
[3] Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma
ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se
stesso,
[4] senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri.
[5] Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
[6] il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro
geloso la sua uguaglianza con Dio;
[7] ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo
simile agli uomini; apparso in forma umana,
[8] umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte
di croce.
[9] Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di
sopra di ogni altro nome;
[10] perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla
terra e sotto terra;
[11] e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di
Dio Padre.
[12] Quindi, miei cari, obbedendo come sempre, non solo come quando ero
presente, ma molto più ora che sono lontano, attendete alla vostra
salvezza con timore e tremore.
[13] È Dio infatti che suscita in voi il volere e l'operare secondo i
suoi benevoli disegni.
[14] Fate tutto senza mormorazioni e senza critiche,
[15] perché siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in
mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete
splendere come astri nel mondo,
[16] tenendo alta la parola di vita. Allora nel giorno di Cristo, io
potrò vantarmi di non aver corso invano né invano faticato.
[17] E anche se il mio sangue deve essere versato in libagione sul
sacrificio e sull'offerta della vostra fede, sono contento, e ne godo
con tutti voi.
[18] Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me.
[19] Ho speranza nel Signore Gesù di potervi presto inviare Timòteo,
per essere anch'io confortato nel ricevere vostre notizie.
[20] Infatti, non ho nessuno d'animo uguale al suo e che sappia
occuparsi così di cuore delle cose vostre,
[21] perché tutti cercano i propri interessi, non quelli di Gesù
Cristo.
[22] Ma voi conoscete la buona prova da lui data, poiché ha servito il
vangelo con me, come un figlio serve il padre.
[23] Spero quindi di mandarvelo presto, non appena avrò visto chiaro
nella mia situazione.
[24] Ma ho la convinzione nel Signore che presto verrò anch'io di
persona.
[25] Per il momento ho creduto necessario mandarvi Epafrodìto, questo
nostro fratello che è anche mio compagno di lavoro e di lotta, vostro
inviato per sovvenire alle mie necessità;
[26] lo mando perché aveva grande desiderio di rivedere voi tutti e si
preoccupava perché eravate a conoscenza della sua malattia.
[27] È stato grave, infatti, e vicino alla morte. Ma Dio gli ha usato
misericordia, e non a lui solo ma anche a me, perché non avessi dolore
su dolore.
[28] L'ho mandato quindi con tanta premura perché vi rallegriate al
vederlo di nuovo e io non sia più preoccupato.
[29] Accoglietelo dunque nel Signore con piena gioia e abbiate grande
stima verso persone come lui;
[30] perché ha rasentato la morte per la causa di Cristo, rischiando la
vita, per sostituirvi nel servizio presso di me.
3
[1] Per
il resto, fratelli mei, state lieti nel Signore. A me non pesa e a voi
è utile che vi scriva le stesse cose:
[2] guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da
quelli che si fanno circoncidere!
[3] Siamo infatti noi i veri circoncisi, noi che rendiamo il culto mossi
dallo Spirito di Dio e ci gloriamo in Cristo Gesù, senza avere fiducia
nella carne,
[4] sebbene io possa vantarmi anche nella carne. Se alcuno ritiene di
poter confidare nella carne, io più di lui:
[5] circonciso l'ottavo giorno, della stirpe d'Israele, della tribù di
Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge;
[6] quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla
giustizia che deriva dall'osservanza della legge.
[7] Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una
perdita a motivo di Cristo.
[8] Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità
della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato
perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di
guadagnare Cristo
[9] e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante
dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la
giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede.
[10] E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua
risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli
conforme nella morte,
[11] con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
[12] Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai
arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo,
perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo.
[13] Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto
so: dimentico del passato e proteso verso il futuro,
[14] corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a
ricevere lassù, in Cristo Gesù.
[15] Quanti dunque siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se
in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su
questo.
[16] Intanto, dal punto a cui siamo arrivati continuiamo ad avanzare
sulla stessa linea.
[17] Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si
comportano secondo l'esempio che avete in noi.
[18] Perché molti, ve l'ho già detto più volte e ora con le lacrime
agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo:
[19] la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno
come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero
vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra.
[20] La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come
salvatore il Signore Gesù Cristo,
[21] il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al
suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé
tutte le cose.
4
[1]
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia
corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi!
[2] Esorto Evòdia ed esorto anche Sìntiche ad andare d'accordo nel
Signore.
[3] E prego te pure, mio fedele collaboratore, di aiutarle, poiché
hanno combattuto per il vangelo insieme con me, con Clemente e con gli
altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita.
[4] Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi.
[5] La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è
vicino!
[6] Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le
vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti;
[7] e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i
vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
[8] In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto,
puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo
sia oggetto dei vostri pensieri.
[9] Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è
quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi!
[10] Ho provato grande gioia nel Signore, perché finalmente avete fatto
rifiorire i vostri sentimenti nei miei riguardi: in realtà li avevate
anche prima, ma non ne avete avuta l'occasione.
[11] Non dico questo per bisogno, poiché ho imparato a bastare a me
stesso in ogni occasione;
[12] ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco; sono
iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame,
all'abbondanza e all'indigenza.
[13] Tutto posso in colui che mi dà la forza.
[14] Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alla mia tribolazione.
[15] Ben sapete proprio voi, Filippesi, che all'inizio della
predicazione del vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa
aprì con me un conto di dare o di avere, se non voi soli;
[16] ed anche a Tessalonica mi avete inviato per due volte il
necessario.
[17] Non è però il vostro dono che io ricerco, ma il frutto che
ridonda a vostro vantaggio.
[18] Adesso ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei
vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un profumo di soave odore,
un sacrificio accetto e gradito a Dio.
[19] Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la
sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù.
[20] Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
[21] Salutate ciascuno dei santi in Cristo Gesù.
[22] Vi salutano i fratelli che sono con me. Vi salutano tutti i santi,
soprattutto quelli della casa di Cesare.
[23] La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito.
LETTERA
AI COLOSSESI
1
[1]
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo,
[2] ai santi e fedeli fratelli in Cristo dimoranti in Colossi grazia a
voi e pace da Dio, Padre nostro!
[3] Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro
Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi,
[4] per le notizie ricevute della vostra fede in Cristo Gesù, e della
carità che avete verso tutti i santi,
[5] in vista della speranza che vi attende nei cieli. Di questa speranza
voi avete già udito l'annunzio dalla parola di verità del vangelo
[6] che è giunto a voi, come pure in tutto il mondo fruttifica e si
sviluppa; così anche fra voi dal giorno in cui avete ascoltato e
conosciuto la grazia di Dio nella verità,
[7] che avete appresa da Epafra, nostro caro compagno nel ministero;
egli ci supplisce come un fedele ministro di Cristo,
[8] e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.
[9] Perciò anche noi, da quando abbiamo saputo questo, non cessiamo di
pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della
sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale,
[10] perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per
piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo
nella conoscenza di Dio;
[11] rafforzandovi con ogni energia secondo la potenza della sua gloria,
per poter essere forti e pazienti in tutto;
[12] ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di
partecipare alla sorte dei santi nella luce.
[13] È lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha
trasferiti nel regno del suo Figlio diletto,
[14] per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei
peccati.
[15] Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni
creatura;
[16] poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle
nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state
create per mezzo di lui e in vista di lui.
[17] Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.
[18] Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio,
il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il
primato su tutte le cose.
[19] Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza
[20] e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando
con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che
stanno sulla terra e quelle nei cieli.
[21] E anche voi, che un tempo eravate stranieri e nemici con la mente
intenta alle opere cattive che facevate,
[22] ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di
carne, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo
cospetto:
[23] purché restiate fondati e fermi nella fede e non vi lasciate
allontanare dalla speranza promessa nel vangelo che avete ascoltato, il
quale è stato annunziato ad ogni creatura sotto il cielo e di cui io,
Paolo, sono diventato ministro.
[24] Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo
nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del
suo corpo che è la Chiesa.
[25] Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da
Dio presso di voi di realizzare la sua parola,
[26] cioè il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora
manifestato ai suoi santi,
[27] ai quali Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo
mistero in mezzo ai pagani, cioè Cristo in voi, speranza della gloria.
[28] È lui infatti che noi annunziamo, ammonendo e istruendo ogni uomo
con ogni sapienza, per rendere ciascuno perfetto in Cristo.
[29] Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che
agisce in me con potenza.
2
[1]
Voglio infatti che sappiate quale dura lotta io devo sostenere per voi,
per quelli di Laodicèa e per tutti coloro che non mi hanno mai visto di
persona,
[2] perché i loro cuori vengano consolati e così, strettamente
congiunti nell'amore, essi acquistino in tutta la sua ricchezza la piena
intelligenza, e giungano a penetrare nella perfetta conoscenza del
mistero di Dio, cioè Cristo,
[3] nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della
scienza.
[4] Dico questo perché nessuno vi inganni con argomenti seducenti,
[5] perché, anche se sono lontano con il corpo, sono tra voi con lo
spirito e gioisco al vedere la vostra condotta ordinata e la saldezza
della vostra fede in Cristo.
[6] Camminate dunque nel Signore Gesù Cristo, come l'avete ricevuto,
[7] ben radicati e fondati in lui, saldi nella fede come vi è stato
insegnato, abbondando nell'azione di grazie.
[8] Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti
raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e
non secondo Cristo.
[9] È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità,
[10] e voi avete in lui parte alla sua pienezza, di lui cioè che è il
capo di ogni Principato e di ogni Potestà.
[11] In lui voi siete stati anche circoncisi, di una circoncisione però
non fatta da mano di uomo, mediante la spogliazione del nostro corpo di
carne, ma della vera circoncisione di Cristo.
[12] Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui
anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio,
che lo ha risuscitato dai morti.
[13] Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i
vostri peccati e per l'incirconcisione della vostra carne, perdonandoci
tutti i peccati,
[14] annullando il documento scritto del nostro debito, le cui
condizioni ci erano sfavorevoli. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo
alla croce;
[15] avendo privato della loro forza i Principati e le Potestà ne ha
fatto pubblico spettacolo dietro al corteo trionfale di Cristo.
Contro la falsa ascesi, secondo gli "elementi del mondo"
[16] Nessuno dunque vi condanni più in fatto di cibo o di bevanda, o
riguardo a feste, a noviluni e a sabati:
[17] tutte cose queste che sono ombra delle future; ma la realtà invece
è Cristo!
[18] Nessuno v'impedisca di conseguire il premio, compiacendosi in
pratiche di poco conto e nella venerazione degli angeli, seguendo le
proprie pretese visioni, gonfio di vano orgoglio nella sua mente
carnale,
[19] senza essere stretto invece al capo, dal quale tutto il corpo
riceve sostentamento e coesione per mezzo di giunture e legami,
realizzando così la crescita secondo il volere di Dio.
[20] Se pertanto siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché
lasciarvi imporre, come se viveste ancora nel mondo, dei precetti quali
[21] "Non prendere, non gustare, non toccare"?
[22] Tutte cose destinate a scomparire con l'uso: sono infatti
prescrizioni e insegnamenti di uomini!
[23] Queste cose hanno una parvenza di sapienza, con la loro affettata
religiosità e umiltà e austerità riguardo al corpo, ma in realtà non
servono che per soddisfare la carne.
3
[1] Se
dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si
trova Cristo assiso alla destra di Dio;
[2] pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra.
[3] Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con
Cristo in Dio!
[4] Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi
sarete manifestati con lui nella gloria.
[5] Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra:
fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia
insaziabile che è idolatria,
[6] cose tutte che attirano l'ira di Dio su coloro che disobbediscono.
[7] Anche voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa
in questi vizi.
[8] Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione,
malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca.
[9] Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati
dell'uomo vecchio con le sue azioni
[10] e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena
conoscenza, ad immagine del suo Creatore.
[11] Qui non c'è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione,
barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti.
[12] Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di
sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di
pazienza;
[13] sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno
abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha
perdonato, così fate anche voi.
[14] Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di
perfezione.
[15] E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete
stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!
[16] La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e
ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine
salmi, inni e cantici spirituali.
[17] E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel
nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
[18] Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel
Signore.
[19] Voi, mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse.
[20] Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al
Signore.
[21] Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si
scoraggino.
[22] Voi, servi, siate docili in tutto con i vostri padroni terreni; non
servendo solo quando vi vedono, come si fa per piacere agli uomini, ma
con cuore semplice e nel timore del Signore.
[23] Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non
per gli uomini,
[24] sapendo che come ricompensa riceverete dal Signore l'eredità.
Servite a Cristo Signore.
[25] Chi commette ingiustizia infatti subirà le conseguenze del torto
commesso, e non v'è parzialità per nessuno.
4
[1] Voi,
padroni, date ai vostri servi ciò che è giusto ed equo, sapendo che
anche voi avete un padrone in cielo.
[2] Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie.
[3] Pregate anche per noi, perché Dio ci apra la porta della
predicazione e possiamo annunziare il mistero di Cristo, per il quale mi
trovo in catene:
[4] che possa davvero manifestarlo, parlandone come devo.
[5] Comportatevi saggiamente con quelli di fuori; approfittate di ogni
occasione.
[6] Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito di sapienza, per
sapere come rispondere a ciascuno.
[7] Tutto quanto mi riguarda ve lo riferirà Tìchico, il caro fratello
e ministro fedele, mio compagno nel servizio del Signore,
[8] che io mando a voi, perché conosciate le nostre condizioni e perché
rechi conforto ai vostri cuori.
[9] Con lui verrà anche Onèsimo, il fedele e caro fratello, che è dei
vostri. Essi vi informeranno su tutte le cose di qui.
[10] Vi salutano Aristarco, mio compagno di carcere, e Marco, il cugino
di Barnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni - se verrà da
voi, fategli buona accoglienza -
[11] e Gesù, chiamato Giusto. Di quelli venuti dalla circoncisione
questi soli hanno collaborato con me per il regno di Dio e mi sono stati
di consolazione.
[12] Vi saluta Epafra, servo di Cristo Gesù, che è dei vostri, il
quale non cessa di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate
saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio.
[13] Gli rendo testimonianza che si impegna a fondo per voi, come per
quelli di Laodicèa e di Geràpoli.
[14] Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema.
[15] Salutate i fratelli di Laodicèa e Ninfa con la comunità che si
raduna nella sua casa.
[16] E quando questa lettera sarà stata letta da voi, fate che venga
letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e anche voi leggete quella
inviata ai Laodicesi.
[17] Dite ad Archippo: "Considera il ministero che hai ricevuto nel
Signore e vedi di compierlo bene".
[18] Il saluto è di mia propria mano, di me, Paolo. Ricordatevi delle
mie catene. La grazia sia con voi.
PRIMA
LETTERA AI TESSALONICESI
1
[1]
Paolo, Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio
Padre e nel Signore Gesù Cristo: grazia a voi e pace!
[2] Ringraziamo sempre Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre
preghiere, continuamente
[3] memori davanti a Dio e Padre nostro del vostro impegno nella fede,
della vostra operosità nella carità e della vostra costante speranza
nel Signore nostro Gesù Cristo.
[4] Noi ben sappiamo, fratelli amati da Dio, che siete stati eletti da
lui.
[5] Il nostro vangelo, infatti, non si è diffuso fra voi soltanto per
mezzo della parola, ma anche con potenza e con Spirito Santo e con
profonda convinzione, come ben sapete che siamo stati in mezzo a voi per
il vostro bene.
[6] E voi siete diventati imitatori nostri e del Signore, avendo accolto
la parola con la gioia dello Spirito Santo anche in mezzo a grande
tribolazione,
[7] così da diventare modello a tutti i credenti che sono nella
Macedonia e nell'Acaia.
[8] Infatti la parola del Signore riecheggia per mezzo vostro non
soltanto in Macedonia e nell'Acaia, ma la fama della vostra fede in Dio
si è diffusa dappertutto, di modo che non abbiamo più bisogno di
parlarne.
[9] Sono loro infatti a parlare di noi, dicendo come noi siamo venuti in
mezzo a voi e come vi siete convertiti a Dio, allontanandovi dagli
idoli, per servire al Dio vivo e vero
[10] e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai
morti, Gesù, che ci libera dall'ira ventura.
2
[1] Voi
stessi infatti, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a
voi non è stata vana.
[2] Ma dopo avere prima sofferto e subìto oltraggi a Filippi, come ben
sapete, abbiamo avuto il coraggio nel nostro Dio di annunziarvi il
vangelo di Dio in mezzo a molte lotte.
[3] E il nostro appello non è stato mosso da volontà di inganno, né
da torbidi motivi, né abbiamo usato frode alcuna;
[4] ma come Dio ci ha trovati degni di affidarci il vangelo così lo
predichiamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i
nostri cuori.
[5] Mai infatti abbiamo pronunziato parole di adulazione, come sapete, né
avuto pensieri di cupidigia: Dio ne è testimone.
[6] E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri,
pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo.
[7] Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e
ha cura delle proprie creature.
[8] Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il
vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati
cari.
[9] Voi ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro
travaglio: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno vi
abbiamo annunziato il vangelo di Dio.
[10] Voi siete testimoni, e Dio stesso è testimone, come è stato
santo, giusto, irreprensibile il nostro comportamento verso di voi
credenti;
[11] e sapete anche che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo
esortato ciascuno di voi,
[12] incoraggiandovi e scongiurandovi a comportarvi in maniera degna di
quel Dio che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.
[13] Proprio per questo anche noi ringraziamo Dio continuamente, perché,
avendo ricevuto da noi la parola divina della predicazione, l'avete
accolta non quale parola di uomini, ma, come è veramente, quale parola
di Dio, che opera in voi che credete.
[14] Voi infatti, fratelli, siete diventati imitatori delle Chiese di
Dio in Gesù Cristo, che sono nella Giudea, perché avete sofferto anche
voi da parte dei vostri connazionali come loro da parte dei Giudei,
[15] i quali hanno perfino messo a morte il Signore Gesù e i profeti e
hanno perseguitato anche noi; essi non piacciono a Dio e sono nemici di
tutti gli uomini,
[16] impedendo a noi di predicare ai pagani perché possano essere
salvati. In tal modo essi colmano la misura dei loro peccati! Ma ormai
l'ira è arrivata al colmo sul loro capo.
[17] Quanto a noi, fratelli, dopo poco tempo che eravamo separati da
voi, di persona ma non col cuore, eravamo nell'impazienza di rivedere il
vostro volto, tanto il nostro desiderio era vivo.
[18] Perciò abbiamo desiderato una volta, anzi due volte, proprio io
Paolo, di venire da voi, ma satana ce lo ha impedito.
[19] Chi infatti, se non proprio voi, potrebbe essere la nostra
speranza, la nostra gioia e la corona di cui ci possiamo vantare,
davanti al Signore nostro Gesù, nel momento della sua venuta?
[20] Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia.
3
[1] Per
questo, non potendo più resistere, abbiamo deciso di restare soli ad
Atene
[2] e abbiamo inviato Timòteo, nostro fratello e collaboratore di Dio
nel vangelo di Cristo, per confermarvi ed esortarvi nella vostra fede,
[3] perché nessuno si lasci turbare in queste tribolazioni. Voi stessi,
infatti, sapete che a questo siamo destinati;
[4] gia quando eravamo tra voi, vi preannunziavamo che avremmo dovuto
subire tribolazioni, come in realtà è accaduto e voi ben sapete.
[5] Per questo, non potendo più resistere, mandai a prendere notizie
sulla vostra fede, per timore che il tentatore vi avesse tentati e così
diventasse vana la nostra fatica.
[6] Ma ora che è tornato Timòteo, e ci ha portato il lieto annunzio
della vostra fede, della vostra carità e del ricordo sempre vivo che
conservate di noi, desiderosi di vederci come noi lo siamo di vedere
voi,
[7] ci sentiamo consolati, fratelli, a vostro riguardo, di tutta
l'angoscia e tribolazione in cui eravamo per la vostra fede;
[8] ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore.
[9] Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a voi, per
tutta la gioia che proviamo a causa vostra davanti al nostro Dio,
[10] noi che con viva insistenza, notte e giorno, chiediamo di poter
vedere il vostro volto e completare ciò che ancora manca alla vostra
fede?
[11] Voglia Dio stesso, Padre nostro, e il Signore nostro Gesù dirigere
il nostro cammino verso di voi!
[12] Il Signore poi vi faccia crescere e abbondare nell'amore
vicendevole e verso tutti, come anche noi lo siamo verso di voi,
[13] per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità,
davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro
Gesù con tutti i suoi santi.
4
[1] Per
il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù: avete
appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così già
vi comportate; cercate di agire sempre così per distinguervi ancora di
più.
[2] Voi conoscete infatti quali norme vi abbiamo dato da parte del
Signore Gesù.
[3] Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che
vi asteniate dalla impudicizia,
[4] che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e
rispetto,
[5] non come oggetto di passioni e libidine, come i pagani che non
conoscono Dio;
[6] che nessuno offenda e inganni in questa materia il proprio fratello,
perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo
detto e attestato.
[7] Dio non ci ha chiamati all'impurità, ma alla santificazione.
[8] Perciò chi disprezza queste norme non disprezza un uomo, ma Dio
stesso, che vi dona il suo Santo Spirito.
[9] Riguardo all'amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva; voi
stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri,
[10] e questo voi fate verso tutti i fratelli dell'intera Macedonia. Ma
vi esortiamo, fratelli, a farlo ancora di più
[11] e a farvi un punto di onore: vivere in pace, attendere alle cose
vostre e lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato,
[12] al fine di condurre una vita decorosa di fronte agli estranei e di
non aver bisogno di nessuno.
[13] Non vogliamo poi lasciarvi nell'ignoranza, fratelli, circa quelli
che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri
che non hanno speranza.
[14] Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche
quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con
lui.
[15] Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e
saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun
vantaggio su quelli che sono morti.
[16] Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e
al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima
risorgeranno i morti in Cristo;
[17] quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro
tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo
sempre con il Signore.
[18] Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
5
[1]
Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve
ne scriva;
[2] infatti voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il
giorno del Signore.
[3] E quando si dirà: "Pace e sicurezza", allora d'improvviso
li colpirà la rovina, come le doglie una donna incinta; e nessuno
scamperà.
[4] Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno
possa sorprendervi come un ladro:
[5] voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non
siamo della notte, né delle tenebre.
[6] Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e siamo
sobrii.
[7] Quelli che dormono, infatti, dormono di notte; e quelli che si
ubriacano, sono ubriachi di notte.
[8] Noi invece, che siamo del giorno, dobbiamo essere sobrii, rivestiti
con la corazza della fede e della carità e avendo come elmo la speranza
della salvezza.
[9] Poiché Dio non ci ha destinati alla sua collera ma all'acquisto
della salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo,
[10] il quale è morto per noi, perché, sia che vegliamo sia che
dormiamo, viviamo insieme con lui.
[11] Perciò confortatevi a vicenda edificandovi gli uni gli altri, come
già fate.
[12] Vi preghiamo poi, fratelli, di aver riguardo per quelli che
faticano tra di voi, che vi sono preposti nel Signore e vi ammoniscono;
[13] trattateli con molto rispetto e carità, a motivo del loro lavoro.
Vivete in pace tra voi.
[14] Vi esortiamo, fratelli: correggete gli indisciplinati, confortate i
pusillanimi, sostenete i deboli, siate pazienti con tutti.
[15] Guardatevi dal rendere male per male ad alcuno; ma cercate sempre
il bene tra voi e con tutti.
[16] State sempre lieti,
[17] pregate incessantemente,
[18] in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio
in Cristo Gesù verso di voi.
[19] Non spegnete lo Spirito,
[20] non disprezzate le profezie;
[21] esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono.
[22] Astenetevi da ogni specie di male.
[23] Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto
quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile
per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.
[24] Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo!
[25] Fratelli, pregate anche per noi.
[26] Salutate tutti i fratelli con il bacio santo.
[27] Vi scongiuro, per il Signore, che si legga questa lettera a tutti i
fratelli.
[28] La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi.
SECONDA
LETTERA AI TESSALONICESI
1
[1]
Paolo, Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio
Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo:
[2] grazia a voi e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo.
[3] Dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, ed è ben giusto.
La vostra fede infatti cresce rigogliosamente e abbonda la vostra carità
vicendevole;
[4] così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la
vostra fermezza e per la vostra fede in tutte le persecuzioni e
tribolazioni che sopportate.
[5] Questo è un segno del giusto giudizio di Dio, che vi proclamerà
degni di quel regno di Dio, per il quale ora soffrite.
[6] È proprio della giustizia di Dio rendere afflizione a quelli che vi
affliggono
[7] e a voi, che ora siete afflitti, sollievo insieme a noi, quando si
manifesterà il Signore Gesù dal cielo con gli angeli della sua potenza
[8] in fuoco ardente, a far vendetta di quanti non conoscono Dio e non
obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù.
[9] Costoro saranno castigati con una rovina eterna, lontano dalla
faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza,
[10] quando egli verrà per esser glorificato nei suoi santi ed esser
riconosciuto mirabile in tutti quelli che avranno creduto, perché è
stata creduta la nostra testimonianza in mezzo a voi. Questo accadrà,
in quel giorno.
[11] Anche per questo preghiamo di continuo per voi, perché il nostro
Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua
potenza, ogni vostra volontà di bene e l'opera della vostra fede;
[12] perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi e
voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
2
[1] Ora
vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù
Cristo e alla nostra riunione con lui,
[2] di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da
pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare
come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente.
[3] Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire
l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della
perdizione,
[4] colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene
detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio,
additando se stesso come Dio.
[5] Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste
cose?
[6] E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà
nella sua ora.
[7] Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia
tolto di mezzo chi finora lo trattiene.
[8] Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà
con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua
venuta, l'iniquo,
[9] la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di
portenti, di segni e prodigi menzogneri,
[10] e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina
perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi.
[11] E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi
credano alla menzogna
[12] e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla
verità, ma hanno acconsentito all'iniquità.
[13] Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli
amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la
salvezza, attraverso l'opera santificatrice dello Spirito e la fede
nella verità,
[14] chiamandovi a questo con il nostro vangelo, per il possesso della
gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
[15] Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete
apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera.
[16] E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro, che ci
ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una
buona speranza,
[17] conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di
bene.
3
[1] Per
il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore si
diffonda e sia glorificata come lo è anche tra voi
[2] e veniamo liberati dagli uomini perversi e malvagi. Non di tutti
infatti è la fede.
[3] Ma il Signore è fedele; egli vi confermerà e vi custodirà dal
maligno.
[4] E riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore, che quanto vi
ordiniamo già lo facciate e continuiate a farlo.
[5] Il Signore diriga i vostri cuori nell'amore di Dio e nella pazienza
di Cristo.
[6] Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù
Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera
indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi.
[7] Sapete infatti come dovete imitarci: poiché noi non abbiamo vissuto
oziosamente fra voi,
[8] né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo
lavorato con fatica e sforzo notte e giorno per non essere di peso ad
alcuno di voi.
[9] Non che non ne avessimo diritto, ma per darvi noi stessi come
esempio da imitare.
[10] E infatti quando eravamo presso di voi, vi demmo questa regola: chi
non vuol lavorare neppure mangi.
[11] Sentiamo infatti che alcuni fra di voi vivono disordinatamente,
senza far nulla e in continua agitazione.
[12] A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di
mangiare il proprio pane lavorando in pace.
[13] Voi, fratelli, non lasciatevi scoraggiare nel fare il bene.
[14] Se qualcuno non obbedisce a quanto diciamo per lettera, prendete
nota di lui e interrompete i rapporti, perché si vergogni;
[15] non trattatelo però come un nemico, ma ammonitelo come un
fratello.
[16] Il Signore della pace vi dia egli stesso la pace sempre e in ogni
modo. Il Signore sia con tutti voi.
[17] Questo saluto è di mia mano, di Paolo; ciò serve come segno di
autenticazione per ogni lettera; io scrivo così.
[18] La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.
PRIMA
LETTERA A TIMOTEO
1
[1]
Paolo, apostolo di Cristo Gesù, per comando di Dio nostro salvatore e
di Cristo Gesù nostra speranza,
[2] a Timòteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace
da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro.
[3] Partendo per la Macedonia, ti raccomandai di rimanere in Efeso,
perché tu invitassi alcuni a non insegnare dottrine diverse
[4] e a non badare più a favole e a genealogie interminabili, che
servono più a vane discussioni che al disegno divino manifestato nella
fede.
[5] Il fine di questo richiamo è però la carità, che sgorga da un
cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera.
[6] Proprio deviando da questa linea, alcuni si sono volti a fatue
verbosità,
[7] pretendendo di essere dottori della legge mentre non capiscono né
quello che dicono, né alcuna di quelle cose che dànno per sicure.
[8] Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente;
[9] sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli
iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i
profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini,
[10] i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli
spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina,
[11] secondo il vangelo della gloria del beato Dio che mi è stato
affidato.
[12] Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore
nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al mistero:
[13] io che per l'innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e
un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza
saperlo, lontano dalla fede;
[14] così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla
fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
[15] Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo
Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo
sono io.
[16] Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù
Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità,
a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
[17] Al Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e
gloria nei secoli dei secoli. Amen.
[18] Questo è l'avvertimento che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo
con le profezie che sono state fatte a tuo riguardo, perché, fondato su
di esse, tu combatta la buona battaglia
[19] con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l'hanno ripudiata
hanno fatto naufragio nella fede;
[20] tra essi Imenèo e Alessandro, che ho consegnato a satana perché
imparino a non più bestemmiare.
2
[1] Ti
raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche,
preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini,
[2] per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo
trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità.
[3] Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro
salvatore,
[4] il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla
conoscenza della verità.
[5] Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli
uomini, l'uomo Cristo Gesù,
[6] che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza
egli l'ha data nei tempi stabiliti,
[7] e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo - dico la verità,
non mentisco -, maestro dei pagani nella fede e nella verità.
[8] Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando
al cielo mani pure senza ira e senza contese.
[9] Alla stessa maniera facciano le donne, con abiti decenti,
adornandosi di pudore e riservatezza, non di trecce e ornamenti d'oro,
di perle o di vesti sontuose,
[10] ma di opere buone, come conviene a donne che fanno professione di
pietà.
[11] La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione.
[12] Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge
all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo.
[13] Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva;
[14] e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata,
si rese colpevole di trasgressione.
[15] Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di
perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con
modestia.
3
[1] È
degno di fede quanto vi dico: se uno aspira all'episcopato, desidera un
nobile lavoro.
[2] Ma bisogna che il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una
sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare,
[3] non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non
attaccato al denaro.
[4] Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi
con ogni dignità,
[5] perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver
cura della Chiesa di Dio?
[6] Inoltre non sia un neofita, perché non gli accada di montare in
superbia e di cadere nella stessa condanna del diavolo.
[7] È necessario che egli goda buona reputazione presso quelli di
fuori, per non cadere in discredito e in qualche laccio del diavolo.
[8] Allo stesso modo i diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare,
non dediti al molto vino né avidi di guadagno disonesto,
[9] e conservino il mistero della fede in una coscienza pura.
[10] Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati
irreprensibili, siano ammessi al loro servizio.
[11] Allo stesso modo le donne siano dignitose, non pettegole, sobrie,
fedeli in tutto.
[12] I diaconi non siano sposati che una sola volta, sappiano dirigere
bene i propri figli e le proprie famiglie.
[13] Coloro infatti che avranno ben servito, si acquisteranno un grado
onorifico e una grande sicurezza nella fede in Cristo Gesù.
[14] Ti scrivo tutto questo, nella speranza di venire presto da te;
[15] ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella
casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della
verità.
[16] Dobbiamo confessare che grande è il mistero della pietà:
Egli si manifestò nella carne,
fu giustificato nello Spirito,
apparve agli angeli,
fu annunziato ai pagani,
fu creduto nel mondo,
fu assunto nella gloria.
4
[1] Lo
Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si
allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine
diaboliche,
[2] sedotti dall'ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro
coscienza.
[3] Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni
cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai
fedeli e da quanti conoscono la verità.
[4] Infatti tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da
scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie,
[5] perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla
preghiera.
[6] Proponendo queste cose ai fratelli sarai un buon ministro di Cristo
Gesù, nutrito come sei dalle parole della fede e della buona dottrina
che hai seguito.
[7] Rifiuta invece le favole profane, roba da vecchierelle.
[8] Esèrcitati nella pietà, perché l'esercizio fisico è utile a
poco, mentre la pietà è utile a tutto, portando con sé la promessa
della vita presente come di quella futura.
[9] Certo questa parola è degna di fede.
[10] Noi infatti ci affatichiamo e combattiamo perché abbiamo posto la
nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli
uomini, ma soprattutto di quelli che credono.
[11] Questo tu devi proclamare e insegnare.
[12] Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli
nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella
purezza.
[13] Fino al mio arrivo, dèdicati alla lettura, all'esortazione e
all'insegnamento.
[14] Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato
conferito, per indicazioni di profeti, con l'imposizione delle mani da
parte del collegio dei presbiteri.
[15] Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché
tutti vedano il tuo progresso.
[16] Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così
facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.
5
[1] Non
essere aspro nel riprendere un anziano, ma esortalo come fosse tuo
padre; i più giovani come fratelli;
[2] le donne anziane come madri e le più giovani come sorelle, in tutta
purezza.
[3] Onora le vedove, quelle che sono veramente vedove;
[4] ma se una vedova ha figli o nipoti, questi imparino prima a
praticare la pietà verso quelli della propria famiglia e a rendere il
contraccambio ai loro genitori, poiché è gradito a Dio.
[5] Quella poi veramente vedova e che sia rimasta sola, ha riposto la
speranza in Dio e si consacra all'orazione e alla preghiera giorno e
notte;
[6] al contrario quella che si dà ai piaceri, anche se vive, è già
morta.
[7] Proprio questo raccomanda, perché siano irreprensibili.
[8] Se poi qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di
quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di
un infedele.
[9] Una vedova sia iscritta nel catalogo delle vedove quando abbia non
meno di sessant'anni, sia andata sposa una sola volta,
[10] abbia la testimonianza di opere buone: abbia cioè allevato figli,
praticato l'ospitalità, lavato i piedi ai santi, sia venuta in soccorso
agli afflitti, abbia esercitato ogni opera di bene.
[11] Le vedove più giovani non accettarle perché, non appena vengono
prese da desideri indegni di Cristo, vogliono sposarsi di nuovo
[12] e si attirano così un giudizio di condanna per aver trascurato la
loro prima fede.
[13] Inoltre, trovandosi senza far niente, imparano a girare qua e là
per le case e sono non soltanto oziose, ma pettegole e curiose, parlando
di ciò che non conviene.
[14] Desidero quindi che le più giovani si risposino, abbiano figli,
governino la loro casa, per non dare all'avversario nessun motivo di
biasimo.
[15] Gia alcune purtroppo si sono sviate dietro a satana.
[16] Se qualche donna credente ha con sé delle vedove, provveda lei a
loro e non ricada il peso sulla Chiesa, perché questa possa così
venire incontro a quelle che sono veramente vedove.
[17] I presbiteri che esercitano bene la presidenza siano trattati con
doppio onore, soprattutto quelli che si affaticano nella predicazione e
nell'insegnamento.
[18] Dice infatti la Scrittura: Non metterai la museruola al bue che
trebbia e: Il lavoratore ha diritto al suo salario.
[19] Non accettare accuse contro un presbitero senza la deposizione di
due o tre testimoni.
[20] Quelli poi che risultino colpevoli riprendili alla presenza di
tutti, perché anche gli altri ne abbiano timore.
[21] Ti scongiuro davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di
osservare queste norme con imparzialità e di non far mai nulla per
favoritismo.
[22] Non aver fretta di imporre le mani ad alcuno, per non farti
complice dei peccati altrui. Conservati puro!
[23] Smetti di bere soltanto acqua, ma fà uso di un po' di vino a causa
dello stomaco e delle tue frequenti indisposizioni.
[24] Di alcuni uomini i peccati si manifestano prima del giudizio e di
altri dopo;
[25] così anche le opere buone vengono alla luce e quelle stesse che
non sono tali non possono rimanere nascoste.
6
[1]
Quelli che si trovano sotto il giogo della schiavitù, trattino con ogni
rispetto i loro padroni, perché non vengano bestemmiati il nome di Dio
e la dottrina.
[2] Quelli poi che hanno padroni credenti, non manchino loro di riguardo
perché sono fratelli, ma li servano ancora meglio, proprio perché sono
credenti e amati coloro che ricevono i loro servizi.
Questo devi insegnare e raccomandare.
[3] Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del
Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina secondo la pietà,
[4] costui è accecato dall'orgoglio, non comprende nulla ed è preso
dalla febbre di cavilli e di questioni oziose. Da ciò nascono le
invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi,
[5] i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità,
che considerano la pietà come fonte di guadagno.
[6] Certo, la pietà è un grande guadagno, congiunta però a
moderazione!
[7] Infatti non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo
portarne via.
[8] Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci,
contentiamoci di questo.
[9] Al contrario coloro che vogliono arricchire, cadono nella
tentazione, nel laccio e in molte bramosie insensate e funeste, che
fanno affogare gli uomini in rovina e perdizione.
[10] L'attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per
il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da
se stessi tormentati con molti dolori.
[11] Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla
pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza.
[12] Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la
vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la
tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
[13] Al cospetto di Dio che dà vita a tutte le cose e di Gesù Cristo
che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato,
[14] ti scongiuro di conservare senza macchia e irreprensibile il
comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
[15] che al tempo stabilito sarà a noi rivelata dal beato e unico
sovrano, il re dei regnanti e signore dei signori,
[16] il solo che possiede l'immortalità, che abita una luce
inaccessibile; che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
[17] Ai ricchi in questo mondo raccomanda di non essere orgogliosi, di
non riporre la speranza sull'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che
tutto ci dà con abbondanza perché ne possiamo godere;
[18] di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere pronti a
dare, di essere generosi,
[19] mettendosi così da parte un buon capitale per il futuro, per
acquistarsi la vita vera.
[20] O Timòteo, custodisci il deposito; evita le chiacchiere profane e
le obiezioni della cosiddetta scienza,
[21] professando la quale taluni hanno deviato dalla fede.
La grazia sia con voi!
SECONDA
LETTERA A TIMOTEO
1
[1]
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, per annunziare la
promessa della vita in Cristo Gesù,
[2] al diletto figlio Timòteo: grazia, misericordia e pace da parte di
Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro.
[3] Ringrazio Dio, che io servo con coscienza pura come i miei antenati,
ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, notte e giorno;
[4] mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di
rivederti per essere pieno di gioia.
[5] Mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella
tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche
in te.
[6] Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in
te per l'imposizione delle mie mani.
[7] Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di
amore e di saggezza.
[8] Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore
nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu
insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio.
[9] Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa,
non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua
grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità,
[10] ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del salvatore
nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la
vita e l'immortalità per mezzo del vangelo,
[11] del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e maestro.
[12] È questa la causa dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so
infatti a chi ho creduto e son convinto che egli è capace di conservare
il mio deposito fino a quel giorno.
[13] Prendi come modello le sane parole che hai udito da me, con la fede
e la carità che sono in Cristo Gesù.
[14] Custodisci il buon deposito con l'aiuto dello Spirito santo che
abita in noi.
[15] Tu sai che tutti quelli dell'Asia, tra i quali Fìgelo ed Ermègene,
mi hanno abbandonato.
[16] Il Signore conceda misericordia alla famiglia di Onesìforo, perché
egli mi ha più volte confortato e non s'è vergognato delle mie catene;
[17] anzi, venuto a Roma, mi ha cercato con premura, finché mi ha
trovato.
[18] Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel
giorno. E quanti servizi egli ha reso in Efeso, lo sai meglio di me.
2
[1] Tu
dunque, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che è in Cristo
Gesù
[2] e le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni,
trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a
loro volta anche altri.
[3] Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un
buon soldato di Cristo Gesù.
[4] Nessuno però, quando presta servizio militare, s'intralcia nelle
faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che l'ha arruolato.
[5] Anche nelle gare atletiche, non riceve la corona se non chi ha
lottato secondo le regole.
[6] L'agricoltore poi che si affatica, dev'essere il primo a cogliere i
frutti della terra.
[7] Cerca di comprendere ciò che voglio dire; il Signore certamente ti
darà intelligenza per ogni cosa.
[8] Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato
dai morti, secondo il mio vangelo,
[9] a causa del quale io soffro fino a portare le catene come un
malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata!
[10] Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch'essi
raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria
eterna.
[11] Certa è questa parola:
Se moriamo con lui, vivremo anche con lui;
[12] se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà;
[13] se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.
[14] Richiama alla memoria queste cose, scongiurandoli davanti a Dio di
evitare le vane discussioni, che non giovano a nulla, se non alla
perdizione di chi le ascolta.
[15] Sfòrzati di presentarti davanti a Dio come un uomo degno di
approvazione, un lavoratore che non ha di che vergognarsi, uno
scrupoloso dispensatore della parola della verità.
[16] Evita le chiacchiere profane, perché esse tendono a far crescere
sempre più nell'empietà;
[17] la parola di costoro infatti si propagherà come una cancrena. Fra
questi ci sono Imenèo e Filèto,
[18] i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione
è già avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni.
[19] Tuttavia il fondamento gettato da Dio sta saldo e porta questo
sigillo: Il Signore conosce i suoi, e ancora: Si allontani dall'iniquità
chiunque invoca il nome del Signore.
[20] In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d'oro e
d'argento, ma anche di legno e di coccio; alcuni sono destinati ad usi
nobili, altri per usi più spregevoli.
[21] Chi si manterrà puro astenendosi da tali cose, sarà un vaso
nobile, santificato, utile al padrone, pronto per ogni opera buona.
[22] Fuggi le passioni giovanili; cerca la giustizia, la fede, la carità,
la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro.
[23] Evita inoltre le discussioni sciocche e non educative, sapendo che
generano contese.
[24] Un servo del Signore non dev'essere litigioso, ma mite con tutti,
atto a insegnare, paziente nelle offese subite,
[25] dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia
loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità
[26] e ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo, che li ha presi
nella rete perché facessero la sua volontà.
3
[1] Devi
anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili.
[2] Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi,
bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione,
[3] senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici
del bene,
[4] traditori, sfrontati, accecati dall'orgoglio, attaccati ai piaceri
più che a Dio,
[5] con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza
interiore. Guardati bene da costoro!
[6] Al loro numero appartengono certi tali che entrano nelle case e
accalappiano donnicciole cariche di peccati, mosse da passioni di ogni
genere,
[7] che stanno sempre lì ad imparare, senza riuscire mai a giungere
alla conoscenza della verità.
[8] Sull'esempio di Iannes e di Iambres che si opposero a Mosè, anche
costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente corrotta e
riprovati in materia di fede.
[9] Costoro però non progrediranno oltre, perché la loro stoltezza sarà
manifestata a tutti, come avvenne per quelli.
[10] Tu invece mi hai seguito da vicino nell'insegnamento, nella
condotta, nei propositi, nella fede, nella magnanimità, nell'amore del
prossimo, nella pazienza,
[11] nelle persecuzioni, nelle sofferenze, come quelle che incontrai ad
Antiochia, a Icònio e a Listri. Tu sai bene quali persecuzioni ho
sofferto. Eppure il Signore mi ha liberato da tutte.
[12] Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù
saranno perseguitati.
[13] Ma i malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio,
ingannatori e ingannati nello stesso tempo.
[14] Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei
convinto, sapendo da chi l'hai appreso
[15] e che fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono
istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo
Gesù.
[16] Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per
insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché
l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
4
[1] Ti
scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e
i morti, per la sua manifestazione e il suo regno:
[2] annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non
opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e
dottrina.
[3] Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana
dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si
circonderanno di maestri secondo le proprie voglie,
[4] rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole.
[5] Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi
la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero.
[6] Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è
giunto il momento di sciogliere le vele.
[7] Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho
conservato la fede.
[8] Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto
giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a
tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione.
[9] Cerca di venire presto da me,
[10] perché Dema mi ha abbondonato avendo preferito il secolo presente
ed è partito per Tessalonica; Crescente è andato in Galazia, Tito in
Dalmazia.
[11] Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà
utile per il ministero.
[12] Ho inviato Tìchico a Efeso.
[13] Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Troade in casa di
Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene.
[14] Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il Signore gli
renderà secondo le sue opere;
[15] guàrdatene anche tu, perché è stato un accanito avversario della
nostra predicazione.
[16] Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti
mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro.
[17] Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per
mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero
sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone.
[18] Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno
eterno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
[19] Saluta Prisca e Aquila e la famiglia di Onesìforo.
[20] Eràsto è rimasto a Corinto; Tròfimo l'ho lasciato ammalato a Milèto.
[21] Affrettati a venire prima dell'inverno.
Ti salutano Eubùlo, Pudènte, Lino, Claudia e tutti i fratelli.
[22] Il Signore Gesù sia con il tuo spirito. La grazia sia con voi!
LETTERA
A TITO
1
[1]
Paolo, servo di Dio, apostolo di Gesù Cristo per chiamare alla fede gli
eletti di Dio e per far conoscere la verità che conduce alla pietà
[2] ed è fondata sulla speranza della vita eterna, promessa fin dai
secoli eterni da quel Dio che non mentisce,
[3] e manifestata poi con la sua parola mediante la predicazione che è
stata a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore,
[4] a Tito, mio vero figlio nella fede comune: grazia e pace da Dio
Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore.
[5] Per questo ti ho lasciato a Creta perché regolassi ciò che rimane
da fare e perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le
istruzioni che ti ho dato:
[6] il candidato deve essere irreprensibile, sposato una sola volta, con
figli credenti e che non possano essere accusati di dissolutezza o siano
insubordinati.
[7] Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, dev'essere
irreprensibile: non arrogante, non iracondo, non dedito al vino, non
violento, non avido di guadagno disonesto,
[8] ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, pio, padrone di sé,
[9] attaccato alla dottrina sicura, secondo l'insegnamento trasmesso,
perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare
coloro che contraddicono.
[10] Vi sono infatti, soprattutto fra quelli che provengono dalla
circoncisione, molti spiriti insubordinati, chiacchieroni e ingannatori
della gente.
[11] A questi tali bisogna chiudere la bocca, perché mettono in
scompiglio intere famiglie, insegnando per amore di un guadagno
disonesto cose che non si devono insegnare.
[12] Uno dei loro, proprio un loro profeta, già aveva detto: "I
Cretesi son sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri".
[13] Questa testimonianza è vera. Perciò correggili con fermezza,
perché rimangano nella sana dottrina
[14] e non diano più retta a favole giudaiche e a precetti di uomini
che rifiutano la verità.
[15] Tutto è puro per i puri; ma per i contaminati e gli infedeli nulla
è puro; sono contaminate la loro mente e la loro coscienza.
[16] Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti,
abominevoli come sono, ribelli e incapaci di qualsiasi opera buona.
2
[1] Tu
però insegna ciò che è secondo la sana dottrina:
[2] i vecchi siano sobri, dignitosi, assennati, saldi nella fede,
nell'amore e nella pazienza.
[3] Ugualmente le donne anziane si comportino in maniera degna dei
credenti; non siano maldicenti né schiave di molto vino; sappiano
piuttosto insegnare il bene,
[4] per formare le giovani all'amore del marito e dei figli,
[5] ad essere prudenti, caste, dedite alla famiglia, buone, sottomesse
ai propri mariti, perché la parola di Dio non debba diventare oggetto
di biasimo.
[6] Esorta ancora i più giovani a essere assennati,
[7] offrendo te stesso come esempio in tutto di buona condotta, con
purezza di dottrina, dignità,
[8] linguaggio sano e irreprensibile, perché il nostro avversario resti
confuso, non avendo nulla di male da dire sul conto nostro.
[9] Esorta gli schiavi a esser sottomessi in tutto ai loro padroni; li
accontentino e non li contraddicano,
[10] non rubino, ma dimostrino fedeltà assoluta, per fare onore in
tutto alla dottrina di Dio, nostro salvatore.
[11] È apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per
tutti gli uomini,
[12] che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a
vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo,
[13] nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della
gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo;
[14] il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità
e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone.
[15] Questo devi insegnare, raccomandare e rimproverare con tutta
autorità. Nessuno osi disprezzarti!
3
[1]
Ricorda loro di esser sottomessi ai magistrati e alle autorità, di
obbedire, di essere pronti per ogni opera buona;
[2] di non parlar male di nessuno, di evitare le contese, di esser
mansueti, mostrando ogni dolcezza verso tutti gli uomini.
[3] Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati,
schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità
e nell'invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda.
[4] Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
[5] egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi
compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e
di rinnovamento nello Spirito Santo,
[6] effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo,
salvatore nostro,
[7] perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la
speranza, della vita eterna.
[8] Questa parola è degna di fede e perciò voglio che tu insista in
queste cose, perché coloro che credono in Dio si sforzino di essere i
primi nelle opere buone. Ciò è bello e utile per gli uomini.
[9] Guàrdati invece dalle questioni sciocche, dalle genealogie, dalle
questioni e dalle contese intorno alla legge, perché sono cose inutili
e vane.
[10] Dopo una o due ammonizioni stà lontano da chi è fazioso,
[11] ben sapendo che è gente ormai fuori strada e che continua a
peccare condannandosi da se stessa.
[12] Quando ti avrò mandato Artema o Tìchico, cerca di venire subito
da me a Nicòpoli, perché ho deciso di passare l'inverno colà.
[13] Provvedi con cura al viaggio di Zena, il giureconsulto, e di
Apollo, che non manchi loro nulla.
[14] Imparino così anche i nostri a distinguersi nelle opere di bene
riguardo ai bisogni urgenti, per non vivere una vita inutile.
[15] Ti salutano tutti coloro che sono con me. Saluta quelli che ci
amano nella fede.
La grazia sia con tutti voi!
LETTERA
A FILEMONE
[1]
Paolo, prigioniero di Cristo Gesù, e il fratello Timòteo al nostro
caro collaboratore Filèmone,
[2] alla sorella Appia, ad Archippo nostro compagno d'armi e alla
comunità che si raduna nella tua casa:
[3] grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.
[4] Rendo sempre grazie a Dio ricordandomi di te nelle mie preghiere,
[5] perché sento parlare della tua carità per gli altri e della fede
che hai nel Signore Gesù e verso tutti i santi.
[6] La tua partecipazione alla fede diventi efficace per la conoscenza
di tutto il bene che si fa tra voi per Cristo.
[7] La tua carità è stata per me motivo di grande gioia e
consolazione, fratello, poiché il cuore dei credenti è stato
confortato per opera tua.
[8] Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di comandarti ciò
che devi fare,
[9] preferisco pregarti in nome della carità, così qual io sono,
Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero per Cristo Gesù;
[10] ti prego dunque per il mio figlio, che ho generato in catene,
[11] Onesimo, quello che un giorno ti fu inutile, ma ora è utile a te e
a me.
[12] Te l'ho rimandato, lui, il mio cuore.
[13] Avrei voluto trattenerlo presso di me perché mi servisse in vece
tua nelle catene che porto per il vangelo.
[14] Ma non ho voluto far nulla senza il tuo parere, perché il bene che
farai non sapesse di costrizione, ma fosse spontaneo.
[15] Forse per questo è stato separato da te per un momento perché tu
lo riavessi per sempre;
[16] non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come un
fratello carissimo in primo luogo a me, ma quanto più a te, sia come
uomo, sia come fratello nel Signore.
[17] Se dunque tu mi consideri come amico, accoglilo come me stesso.
[18] E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul
mio conto.
[19] Lo scrivo di mio pugno, io, Paolo: pagherò io stesso. Per non
dirti che anche tu mi sei debitore e proprio di te stesso!
[20] Sì, fratello! Che io possa ottenere da te questo favore nel
Signore; dà questo sollievo al mio cuore in Cristo!
[21] Ti scrivo fiducioso nella tua docilità, sapendo che farai anche più
di quanto ti chiedo.
[22] Al tempo stesso preparami un alloggio, perché spero, grazie alle
vostre preghiere, di esservi restituito.
[23] Ti saluta Epafra, mio compagno di prigionia per Cristo Gesù,
[24] con Marco, Aristarco, Dema e Luca, miei collaboratori.
[25] La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito.
LETTERA
AGLI EBREI
1
[1] Dio,
che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi
ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente,
[2] in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha
costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche
il mondo.
[3] Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della
sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver
compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della
maestà nell'alto dei cieli,
[4] ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente
del loro è il nome che ha ereditato.
[5] Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto:
Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato?
E ancora:
Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio?
[6] E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice:
Lo adorino tutti gli angeli di Dio.
[7] Mentre degli angeli dice:
Egli fa i suoi angeli pari ai venti,
e i suoi ministri come fiamma di fuoco,
[8] del Figlio invece afferma:
Il tuo trono, Dio, sta in eterno
e:
Scettro giusto è lo scettro del tuo regno;
[9] hai amato la giustizia e odiato l'iniquità,
perciò ti unse Dio, il tuo Dio,
con olio di esultanza più dei tuoi compagni.
[10] E ancora:
Tu, Signore, da principio hai fondato la terra
e opera delle tue mani sono i cieli.
[11] Essi periranno, ma tu rimani;
invecchieranno tutti come un vestito.
[12] Come un mantello li avvolgerai,
come un abito e saranno cambiati;
ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi non avranno fine.
[13] A quale degli angeli poi ha mai detto:
Siedi alla mia destra,
finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi
piedi?
[14] Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per
servire coloro che devono ereditare la salvezza?
2
[1]
Proprio per questo bisogna che ci applichiamo con maggiore impegno a
quelle cose che abbiamo udito, per non andare fuori strada.
[2] Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è
dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto
giusta punizione,
[3] come potremo scampare noi se trascuriamo una salvezza così grande?
Questa infatti, dopo essere stata promulgata all'inizio dal Signore, è
stata confermata in mezzo a noi da quelli che l'avevano udita,
[4] mentre Dio testimoniava nello stesso tempo con segni e prodigi e
miracoli d'ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo
la sua volontà.
[5] Non certo a degli angeli egli ha assoggettato il mondo futuro, del
quale parliamo.
[6] Anzi, qualcuno in un passo ha testimoniato:
Che cos'è l'uomo perché ti ricordi di lui
o il figlio dell'uomo perché tu te ne curi?
[7] Di poco l'hai fatto inferiore agli angeli,
di gloria e di onore l'hai coronato
[8] e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi.
Avendogli assoggettato ogni cosa, nulla ha lasciato che non gli fosse
sottomesso. Tuttavia al presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a
lui sottomessa.
[9] Però quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo
vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha
sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a
vantaggio di tutti.
[10] Ed era ben giusto che colui, per il quale e del quale sono tutte le
cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto
mediante la sofferenza il capo che li ha guidati alla salvezza.
[11] Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati
provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di
chiamarli fratelli,
[12] dicendo:
Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
in mezzo all'assemblea canterò le tue lodi;
[13] e ancora:
Io metterò la mia fiducia in lui;
e inoltre:
Eccoci, io e i figli che Dio mi ha dato.
[14] Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne,
anch'egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante
la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo,
[15] e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a
schiavitù per tutta la vita.
[16] Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di
Abramo si prende cura.
[17] Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare
un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano
Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
[18] Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto
personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la
prova.
3
[1]
Perciò, fratelli santi, partecipi di una vocazione celeste, fissate
bene lo sguardo in Gesù, l'apostolo e sommo sacerdote della fede che
noi professiamo,
[2] il quale è fedele a colui che l'ha costituito, come lo fu anche Mosè
in tutta la sua casa.
[3] Ma in confronto a Mosè, egli è stato giudicato degno di tanta
maggior gloria, quanto l'onore del costruttore della casa supera quello
della casa stessa.
[4] Ogni casa infatti viene costruita da qualcuno; ma colui che ha
costruito tutto è Dio.
[5] In verità Mosè fu fedele in tutta la sua casa come servitore, per
rendere testimonianza di ciò che doveva essere annunziato più tardi;
[6] Cristo, invece, lo fu come figlio costituito sopra la sua propria
casa. E la sua casa siamo noi, se conserviamo la libertà e la speranza
di cui ci vantiamo.
[7] Per questo, come dice lo Spirito Santo:
Oggi, se udite la sua voce,
[8] non indurite i vostri cuori come nel giorno della
ribellione,
il giorno della tentazione nel deserto,
[9] dove mi tentarono i vostri padri mettendomi alla prova,
pur avendo visto per quarant'anni le mie opere.
[10] Perciò mi disgustai di quella generazione
e dissi: Sempre hanno il cuore sviato.
Non hanno conosciuto le mie vie.
[11] Così ho giurato nella mia ira:
Non entreranno nel mio riposo.
[12] Guardate perciò, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un
cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente.
[13] Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura
quest'oggi, perché nessuno di voi si indurisca sedotto dal peccato.
[14] Siamo diventati infatti partecipi di Cristo, a condizione di
mantenere salda sino alla fine la fiducia che abbiamo avuta da
principio.
[15] Quando pertanto si dice:
Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori come nel giorno della
ribellione,
[16] chi furono quelli che, dopo aver udita la sua voce, si ribellarono?
Non furono tutti quelli che erano usciti dall'Egitto sotto la guida di
Mosè?
[17] E chi furono coloro di cui si è disgustato per quarant'anni? Non
furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri nel deserto?
[18] E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a
quelli che non avevano creduto?
[19] In realtà vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro
mancanza di fede.
4
[1]
Dobbiamo dunque temere che, mentre ancora rimane in vigore la promessa
di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso.
[2] Poiché anche a noi, al pari di quelli, è stata annunziata una
buona novella: purtroppo però ad essi la parola udita non giovò in
nulla, non essendo rimasti uniti nella fede a quelli che avevano
ascoltato.
[3] Infatti noi che abbiamo creduto possiamo entrare in quel riposo,
secondo ciò che egli ha detto:
Sicché ho giurato nella mia ira:
Non entreranno nel mio riposo!
Questo, benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del
mondo.
[4] Si dice infatti in qualche luogo a proposito del settimo giorno: E
Dio si riposò nel settimo giorno da tutte le opere sue.
[5] E ancora in questo passo: Non entreranno nel mio riposo!
[6] Poiché dunque risulta che alcuni debbono ancora entrare in quel
riposo e quelli che per primi ricevettero la buona novella non entrarono
a causa della loro disobbedienza,
[7] egli fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo in Davide dopo tanto
tempo:
Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori!
[8] Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non
avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno.
[9] È dunque riservato ancora un riposo sabatico per il popolo di Dio.
[10] Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa anch'egli dalle sue
opere, come Dio dalle proprie.
[11] Affrettiamoci dunque ad entrare in quel riposo, perché nessuno
cada nello stesso tipo di disobbedienza.
[12] Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni
spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione
dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i
sentimenti e i pensieri del cuore.
[13] Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è
nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto.
[14] Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha
attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la
professione della nostra fede.
[15] Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le
nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a
somiglianza di noi, escluso il peccato.
[16] Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per
ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento
opportuno.
5
[1] Ogni
sommo sacerdote, preso fra gli uomini, viene costituito per il bene
degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici
per i peccati.
[2] In tal modo egli è in grado di sentire giusta compassione per
quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anch'egli
rivestito di debolezza;
[3] proprio a causa di questa anche per se stesso deve offrire sacrifici
per i peccati, come lo fa per il popolo.
[4] Nessuno può attribuire a se stesso questo onore, se non chi è
chiamato da Dio, come Aronne.
[5] Nello stesso modo Cristo non si attribuì la gloria di sommo
sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse:
Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.
[6] Come in un altro passo dice:
Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchìsedek.
[7] Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì
preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva
liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà;
[8] pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì
[9] e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro
che gli obbediscono,
[10] essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di
Melchìsedek.
[11] Su questo argomento abbiamo molte cose da dire, difficili da
spiegare perché siete diventati lenti a capire.
[12] Infatti, voi che dovreste essere ormai maestri per ragioni di
tempo, avete di nuovo bisogno che qualcuno v'insegni i primi elementi
degli oracoli di Dio e siete diventati bisognosi di latte e non di cibo
solido.
[13] Ora, chi si nutre ancora di latte è ignaro della dottrina della
giustizia, perché è ancora un bambino.
[14] Il nutrimento solido invece è per gli uomini fatti, quelli che
hanno le facoltà esercitate a distinguere il buono dal cattivo.
6
[1]
Perciò, lasciando da parte l'insegnamento iniziale su Cristo, passiamo
a ciò che è più completo, senza gettare di nuovo le fondamenta della
rinunzia alle opere morte e della fede in Dio,
[2] della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della
risurrezione dei morti e del giudizio eterno.
[3] Questo noi intendiamo fare, se Dio lo permette.
[4] Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, che hanno
gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo
[5] e hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo
futuro.
[6] Tuttavia se sono caduti, è impossibile rinnovarli una seconda volta
portandoli alla conversione, dal momento che per loro conto crocifiggono
di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all'infamia.
[7] Infatti una terra imbevuta della pioggia che spesso cade su di essa,
se produce erbe utili a quanti la coltivano, riceve benedizione da Dio;
[8] ma se produce pruni e spine, non ha alcun valore ed è vicina alla
maledizione: sarà infine arsa dal fuoco!
[9] Quanto a voi però, carissimi, anche se parliamo così, siamo certi
che sono in voi cose migliori e che portano alla salvezza.
[10] Dio infatti non è ingiusto da dimenticare il vostro lavoro e la
carità che avete dimostrato verso il suo nome, con i servizi che avete
reso e rendete tuttora ai santi.
[11] Soltanto desideriamo che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo
perché la sua speranza abbia compimento sino alla fine,
[12] e perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro
che con la fede e la perseveranza divengono eredi delle promesse.
[13] Quando infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare
per uno superiore a sé, giurò per se stesso,
[14] dicendo: Ti benedirò e ti moltiplicherò molto.
[15] Così, avendo perseverato, Abramo conseguì la promessa.
[16] Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro e per loro
il giuramento è una garanzia che pone fine ad ogni controversia.
[17] Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della
promessa l'irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un
giuramento
[18] perché grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile
che Dio mentisca, noi che abbiamo cercato rifugio in lui avessimo un
grande incoraggiamento nell'afferrarci saldamente alla speranza che ci
è posta davanti.
[19] In essa infatti noi abbiamo come un'àncora della nostra vita,
sicura e salda, la quale penetra fin nell'interno del velo del
santuario,
[20] dove Gesù è entrato per noi come precursore, essendo divenuto
sommo sacerdote per sempre alla maniera di Melchìsedek.
7
[1]
Questo Melchìsedek infatti, re di Salem, sacerdote del Dio Altissimo,
andò incontro ad Abramo mentre ritornava dalla sconfitta dei re e lo
benedisse;
[2] a lui Abramo diede la decima di ogni cosa; anzitutto il suo nome
tradotto significa re di giustizia; è inoltre anche re di Salem, cioè
re di pace.
[3] Egli è senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio
di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio e rimane
sacerdote in eterno.
[4] Considerate pertanto quanto sia grande costui, al quale Abramo, il
patriarca, diede la decima del suo bottino.
[5] In verità anche quelli dei figli di Levi, che assumono il
sacerdozio, hanno il mandato di riscuotere, secondo la legge, la decima
dal popolo, cioè dai loro fratelli, essi pure discendenti da Abramo.
[6] Egli invece, che non era della loro stirpe, prese la decima da
Abramo e benedisse colui che era depositario della promessa.
[7] Ora, senza dubbio, è l'inferiore che è benedetto dal superiore.
[8] Inoltre, qui riscuotono le decime uomini mortali; là invece le
riscuote uno di cui si attesta che vive.
[9] Anzi si può dire che lo stesso Levi, che pur riceve le decime, ha
versato la sua decima in Abramo:
[10] egli si trovava infatti ancora nei lombi del suo antenato quando
gli venne incontro Melchìsedek.
[11] Or dunque, se la perfezione fosse stata possibile per mezzo del
sacerdozio levitico - sotto di esso il popolo ha ricevuto la legge - che
bisogno c'era che sorgesse un altro sacerdote alla maniera di Melchìsedek,
e non invece alla maniera di Aronne?
[12] Infatti, mutato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un
mutamento della legge.
[13] Questo si dice di chi è appartenuto a un'altra tribù, della quale
nessuno mai fu addetto all'altare.
[14] È noto infatti che il Signore nostro è germogliato da Giuda e di
questa tribù Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio.
[15] Ciò risulta ancor più evidente dal momento che, a somiglianza di
Melchìsedek, sorge un altro sacerdote,
[16] che non è diventato tale per ragione di una prescrizione carnale,
ma per la potenza di una vita indefettibile.
[17] Gli è resa infatti questa testimonianza:
Tu sei sacerdote in eterno alla maniera di Melchìsedek.
[18] Si ha così l'abrogazione di un ordinamento precedente a causa
della sua debolezza e inutilità -
[19] la legge infatti non ha portato nulla alla perfezione - e si ha
invece l'introduzione di una speranza migliore, grazie alla quale ci
avviciniamo a Dio.
[20] Inoltre ciò non avvenne senza giuramento. Quelli infatti
diventavano sacerdoti senza giuramento;
[21] costui al contrario con un giuramento di colui che gli ha detto:
Il Signore ha giurato e non si pentirà:
tu sei sacerdote per sempre.
[22] Per questo, Gesù è diventato garante di un'alleanza migliore.
[23] Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la
morte impediva loro di durare a lungo;
[24] egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che
non tramonta.
[25] Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si
accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore.
[26] Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo,
innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i
cieli;
[27] egli non ha bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di
offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del
popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se
stesso.
[28] La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti
all'umana debolezza, ma la parola del giuramento, posteriore alla legge,
costituisce il Figlio che è stato reso perfetto in eterno.
8
[1] Il
punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un
sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono
della maestà nei cieli,
[2] ministro del santuario e della vera tenda che il Signore, e non un
uomo, ha costruito.
[3] Ogni sommo sacerdote infatti viene costituito per offrire doni e
sacrifici: di qui la necessità che anch'egli abbia qualcosa da offrire.
[4] Se Gesù fosse sulla terra, egli non sarebbe neppure sacerdote,
poiché vi sono quelli che offrono i doni secondo la legge.
[5] Questi però attendono a un servizio che è una copia e un'ombra
delle realtà celesti, secondo quanto fu detto da Dio a Mosè, quando
stava per costruire la Tenda: Guarda, disse, di fare ogni cosa secondo
il modello che ti è stato mostrato sul monte.
[6] Ora invece egli ha ottenuto un ministero tanto più eccellente
quanto migliore è l'alleanza di cui è mediatore, essendo questa
fondata su migliori promesse.
[7] Se la prima infatti fosse stata perfetta, non sarebbe stato il caso
di stabilirne un'altra.
[8] Dio infatti, biasimando il suo popolo, dice:
Ecco vengono giorni, dice il Signore,
quando io stipulerò con la casa d'Israele
e con la casa di Giuda
un'alleanza nuova;
[9] non come l'alleanza che feci con i loro padri,
nel giorno in cui li presi per mano
per farli uscire dalla terra d'Egitto;
poiché essi non son rimasti fedeli alla mia alleanza,
anch'io non ebbi più cura di loro, dice il Signore.
[10] E questa è l'alleanza che io stipulerò con la casa
d'Israele
dopo quei giorni, dice il Signore:
porrò le mie leggi nella loro mente
e le imprimerò nei loro cuori;
sarò il loro Dio
ed essi saranno il mio popolo.
[11] Né alcuno avrà più da istruire il suo concittadino,
né alcuno il proprio fratello, dicendo:
Conosci il Signore!
Tutti infatti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande di loro.
[12] Perché io perdonerò le loro iniquità
e non mi ricorderò più dei loro peccati.
[13] Dicendo però alleanza nuova, Dio ha dichiarato antiquata la prima;
ora, ciò che diventa antico e invecchia, è prossimo a sparire.
9
[1]
Certo, anche la prima alleanza aveva norme per il culto e un santuario
terreno.
[2] Fu costruita infatti una Tenda: la prima, nella quale vi erano il
candelabro, la tavola e i pani dell'offerta: essa veniva chiamata il
Santo.
[3] Dietro il secondo velo poi c'era una Tenda, detta Santo dei Santi,
con
[4] l'altare d'oro per i profumi e l'arca dell'alleanza tutta ricoperta
d'oro, nella quale si trovavano un'urna d'oro contenente la manna, la
verga di Aronne che aveva fiorito e le tavole dell'alleanza.
[5] E sopra l'arca stavano i cherubini della gloria, che facevano ombra
al luogo dell'espiazione. Di tutte queste cose non è necessario ora
parlare nei particolari.
[6] Disposte in tal modo le cose, nella prima Tenda entrano sempre i
sacerdoti per celebrarvi il culto;
[7] nella seconda invece solamente il sommo sacerdote, una volta
all'anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso
e per i peccati involontari del popolo.
[8] Lo Spirito Santo intendeva così mostrare che non era ancora aperta
la via del santuario, finché sussisteva la prima Tenda.
[9] Essa infatti è una figura per il tempo attuale, offrendosi sotto di
essa doni e sacrifici che non possono rendere perfetto, nella sua
coscienza, l'offerente,
[10] trattandosi solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte
prescrizioni umane, valide fino al tempo in cui sarebbero state
riformate.
[11] Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri,
attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano
di uomo, cioè non appartenente a questa creazione,
[12] non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò
una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione
eterna.
[13] Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una
giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano,
purificandoli nella carne,
[14] quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì
se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalla
opere morte, per servire il Dio vivente?
[15] Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché,
essendo ormai intervenuta la sua morte per la rendenzione delle colpe
commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati
ricevano l'eredità eterna che è stata promessa.
[16] Dove infatti c'è un testamento, è necessario che sia accertata la
morte del testatore,
[17] perché un testamento ha valore solo dopo la morte e rimane senza
effetto finché il testatore vive.
[18] Per questo neanche la prima alleanza fu inaugurata senza sangue.
[19] Infatti dopo che tutti i comandamenti furono promulgati a tutto il
popolo da Mosè, secondo la legge, questi, preso il sangue dei vitelli e
dei capri con acqua, lana scarlatta e issòpo, ne asperse il libro
stesso e tutto il popolo,
[20] dicendo: Questo è il sangue dell'alleanza che Dio ha stabilito per
voi.
[21] Alla stessa maniera asperse con il sangue anche la Tenda e tutti
gli arredi del culto.
[22] Secondo la legge, infatti, quasi tutte le cose vengono purificate
con il sangue e senza spargimento di sangue non esiste perdono.
[23] Era dunque necessario che i simboli delle realtà celesti fossero
purificati con tali mezzi; le realtà celesti poi dovevano esserlo con
sacrifici superiori a questi.
[24] Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo,
figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al
cospetto di Dio in nostro favore,
[25] e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che
entra nel santuario ogni anno con sangue altrui.
[26] In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla
fondazione del mondo. Ora invece una volta sola, alla pienezza dei
tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se
stesso.
[27] E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo
di che viene il giudizio,
[28] così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo
di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza
alcuna relazione col peccato, a coloro che l'aspettano per la loro
salvezza.
10
[1]
Avendo infatti la legge solo un'ombra dei beni futuri e non la realtà
stessa delle cose, non ha il potere di condurre alla perfezione, per
mezzo di quei sacrifici che si offrono continuamente di anno in anno,
coloro che si accostano a Dio.
[2] Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che
i fedeli, purificati una volta per tutte, non avrebbero ormai più
alcuna coscienza dei peccati?
[3] Invece per mezzo di quei sacrifici si rinnova di anno in anno il
ricordo dei peccati,
[4] poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e
di capri.
[5] Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
[6] Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
[7] Allora ho detto: Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del libro -
per fare, o Dio, la tua volontà.
[8] Dopo aver detto prima non hai voluto e non hai gradito né sacrifici
né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che
vengono offerte secondo la legge,
[9] soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso
egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo.
[10] Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati,
per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per
sempre.
[11] Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e
ad offrire molte volte gli stessi sacrifici che non possono mai
eliminare i peccati.
[12] Egli al contrario, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati
una volta per sempre si è assiso alla destra di Dio,
[13] aspettando ormai solo che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi
piedi.
[14] Poiché con un'unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre
quelli che vengono santificati.
[15] Questo ce lo attesta anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver
detto:
[16] Questa è l'alleanza che io stipulerò con loro
dopo quei giorni, dice il Signore:
io porrò le mie leggi nei loro cuori
e le imprimerò nella loro mente,
[17] dice:
E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro
iniquità.
[18] Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più bisogno di
offerta per il peccato.
[19] Avendo dunque, fratelli, piena libertà di entrare nel santuario
per mezzo del sangue di Gesù,
[20] per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi
attraverso il velo, cioè la sua carne;
[21] avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio,
[22] accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede, con i
cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua
pura.
[23] Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza,
perché è fedele colui che ha promesso.
[24] Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere
buone,
[25] senza disertare le nostre riunioni, come alcuni hanno l'abitudine
di fare, ma invece esortandoci a vicenda; tanto più che potete vedere
come il giorno si avvicina.
[26] Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la
conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i
peccati,
[27] ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un
fuoco che dovrà divorare i ribelli.
[28] Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte
senza pietà sulla parola di due o tre testimoni.
[29] Di quanto maggior castigo allora pensate che sarà ritenuto degno
chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue
dell'alleanza dal quale è stato un giorno santificato e avrà
disprezzato lo Spirito della grazia?
[30] Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò
la retribuzione! E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo.
[31] È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!
[32] Richiamate alla memoria quei primi giorni nei quali, dopo essere
stati illuminati, avete dovuto sopportare una grande e penosa lotta,
[33] ora esposti pubblicamente a insulti e tribolazioni, ora facendovi
solidali con coloro che venivano trattati in questo modo.
[34] Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete
accettato con gioia di esser spogliati delle vostre sostanze, sapendo di
possedere beni migliori e più duraturi.
[35] Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è
riservata una grande ricompensa.
[36] Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà
di Dio possiate raggiungere la promessa.
[37] Ancora un poco, infatti, un poco appena,
e colui che deve venire, verrà e non tarderà.
[38] Il mio giusto vivrà mediante la fede;
ma se indietreggia, la mia anima non si compiace in lui.
[39] Noi però non siamo di quelli che indietreggiano a loro perdizione,
bensì uomini di fede per la salvezza della nostra anima.
11
[1] La
fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non
si vedono.
[2] Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona
testimonianza.
[3] Per fede noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di
Dio, sì che da cose non visibili ha preso origine quello che si vede.
[4] Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di
Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, attestando Dio stesso di
gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora.
[5] Per fede Enoch fu trasportato via, in modo da non vedere la morte; e
non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Prima infatti
di essere trasportato via, ricevette la testimonianza di essere stato
gradito a Dio.
[6] Senza la fede però è impossibile essergli graditi; chi infatti
s'accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa
coloro che lo cercano.
[7] Per fede Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si
vedevano, costruì con pio timore un'arca a salvezza della sua famiglia;
e per questa fede condannò il mondo e divenne erede della giustizia
secondo la fede.
[8] Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che
doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
[9] Per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione
straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe,
coeredi della medesima promessa.
[10] Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui
architetto e costruttore è Dio stesso.
[11] Per fede anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la
possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che glielo
aveva promesso.
[12] Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte,
nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la
sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare.
[13] Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni
promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di
essere stranieri e pellegrini sopra la terra.
[14] Chi dice così, infatti, dimostra di essere alla ricerca di una
patria.
[15] Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto
possibilità di ritornarvi;
[16] ora invece essi aspirano a una migliore, cioè a quella celeste.
Per questo Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti
per loro una città.
[17] Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che
aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio,
[18] del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che
porterà il tuo nome.
[19] Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai
morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo.
[20] Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose
future.
[21] Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di
Giuseppe e si prostrò, appoggiandosi all'estremità del bastone.
[22] Per fede Giuseppe, alla fine della vita, parlò dell'esodo dei
figli d'Israele e diede disposizioni circa le proprie ossa.
[23] Per fede Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai
suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero
paura dell'editto del re.
[24] Per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di esser chiamato figlio
della figlia del faraone,
[25] preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che
godere per breve tempo del peccato.
[26] Questo perché stimava l'obbrobrio di Cristo ricchezza maggiore dei
tesori d'Egitto; guardava infatti alla ricompensa.
[27] Per fede lasciò l'Egitto, senza temere l'ira del re; rimase
infatti saldo, come se vedesse l'invisibile.
[28] Per fede celebrò la pasqua e fece l'aspersione del sangue, perché
lo sterminatore dei primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti.
[29] Per fede attraversarono il Mare Rosso come fosse terra asciutta;
questo tentarono di fare anche gli Egiziani, ma furono inghiottiti.
[30] Per fede caddero le mura di Gerico, dopo che ne avevano fatto il
giro per sette giorni.
[31] Per fede Raab, la prostituta, non perì con gl'increduli, avendo
accolto con benevolenza gli esploratori.
[32] E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare di
Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei
profeti,
[33] i quali per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia,
conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni,
[34] spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada,
trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra,
respinsero invasioni di stranieri.
[35] Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri
poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per
ottenere una migliore risurrezione.
[36] Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia.
[37] Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada,
andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi,
tribolati, maltrattati -
[38] di loro il mondo non era degno! -, vaganti per i deserti, sui
monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
[39] Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una
buona testimonianza, non conseguirono la promessa:
[40] Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non
ottenessero la perfezione senza di noi.
12
[1]
Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni,
deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo
con perseveranza nella corsa che ci sta davanti,
[2] tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della
fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose
alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del
trono di Dio.
[3] Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così
grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi
d'animo.
[4] Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro
il peccato
[5] e avete già dimenticato l'esortazione a voi rivolta come a figli:
Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da lui;
[6] perché il Signore corregge colui che egli ama
e sferza chiunque riconosce come figlio.
[7] È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come
figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre?
[8] Se siete senza correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro
parte, siete bastardi, non figli!
[9] Del resto, noi abbiamo avuto come correttori i nostri padri secondo
la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo perciò molto di
più al Padre degli spiriti, per avere la vita?
[10] Costoro infatti ci correggevano per pochi giorni, come sembrava
loro; Dio invece lo fa per il nostro bene, allo scopo di renderci
partecipi della sua santità.
[11] Certo, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma
di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a
quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
[12] Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia infiacchite
[13] e raddrizzate le vie storte per i vostri passi, perché il piede
zoppicante non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
[14] Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale
nessuno vedrà mai il Signore,
[15] vigilando che nessuno venga meno alla grazia di Dio. Non spunti né
cresca alcuna radice velenosa in mezzo a voi e così molti ne siano
infettati;
[16] non vi sia nessun fornicatore o nessun profanatore, come Esaù, che
in cambio di una sola pietanza vendette la sua primogenitura.
[17] E voi ben sapete che in seguito, quando volle ereditare la
benedizione, fu respinto, perché non trovò possibilità che il padre
mutasse sentimento, sebbene glielo richiedesse con lacrime.
[18] Voi infatti non vi siete accostati a un luogo tangibile e a un
fuoco ardente, né a oscurità, tenebra e tempesta,
[19] né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo
udivano scongiuravano che Dio non rivolgesse più a loro la parola;
[20] non potevano infatti sopportare l'intimazione: Se anche una bestia
tocca il monte sia lapidata.
[21] Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse:
Ho paura e tremo.
[22] Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del
Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli,
all'adunanza festosa
[23] e all'assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice
di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione,
[24] al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell'aspersione dalla
voce più eloquente di quello di Abele.
[25] Guardatevi perciò di non rifiutare Colui che parla; perché se
quelli non trovarono scampo per aver rifiutato colui che promulgava
decreti sulla terra, molto meno lo troveremo noi, se volteremo le spalle
a Colui che parla dai cieli.
[26] La sua voce infatti un giorno scosse la terra; adesso invece ha
fatto questa promessa: Ancora una volta io scuoterò non solo la terra,
ma anche il cielo.
[27] La parola ancora una volta sta a indicare che le cose che possono
essere scosse son destinate a passare, in quanto cose create, perché
rimangano quelle che sono incrollabili.
[28] Perciò, poiché noi riceviamo in eredità un regno incrollabile,
conserviamo questa grazia e per suo mezzo rendiamo un culto gradito a
Dio, con riverenza e timore;
[29] perché il nostro Dio è un fuoco divoratore.
13
[1]
Perseverate nell'amore fraterno.
[2] Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto
degli angeli senza saperlo.
[3] Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e
di quelli che soffrono, essendo anche voi in un corpo mortale.
[4] Il matrimonio sia rispettato da tutti e il talamo sia senza macchia.
I fornicatori e gli adùlteri saranno giudicati da Dio.
[5] La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che
avete, perché Dio stesso ha detto: Non ti lascerò e non ti abbandonerò.
[6] Così possiamo dire con fiducia:
Il Signore è il mio aiuto, non temerò.
Che mi potrà fare l'uomo?
[7] Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola
di Dio; considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita,
imitatene la fede.
[8] Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!
[9] Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine, perché è
bene che il cuore venga rinsaldato dalla grazia, non da cibi che non
hanno mai recato giovamento a coloro che ne usarono.
[10] Noi abbiamo un altare del quale non hanno alcun diritto di mangiare
quelli che sono al servizio del Tabernacolo.
[11] Infatti i corpi degli animali, il cui sangue vien portato nel
santuario dal sommo sacerdote per i peccati, vengono bruciati fuori
dell'accampamento.
[12] Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio
sangue, patì fuori della porta della città.
[13] Usciamo dunque anche noi dall'accampamento e andiamo verso di lui,
portando il suo obbrobrio,
[14] perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo
quella futura.
[15] Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente un sacrificio di
lode a Dio, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.
[16] Non scordatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni
agli altri, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.
[17] Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi
vegliano su di voi, come chi ha da renderne conto; obbedite, perché
facciano questo con gioia e non gemendo: ciò non sarebbe vantaggioso
per voi.
[18] Pregate per noi, poiché crediamo di avere una buona coscienza,
desiderando di comportarci bene in tutto.
[19] Con maggiore insistenza poi vi esorto a farlo, perché possa
esservi restituito al più presto.
[20] Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande
delle pecore, in virtù del sangue di un'alleanza eterna, il Signore
nostro Gesù,
[21] vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua
volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù
Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
[22] Vi raccomando, fratelli, accogliete questa parola di esortazione;
proprio per questo molto brevemente vi ho scritto.
[23] Sappiate che il nostro fratello Timòteo è stato messo in libertà;
se arriva presto, vi vedrò insieme con lui.
[24] Salutate tutti i vostri capi e tutti i santi. Vi salutano quelli
d'Italia. La grazia sia con tutti voi.
LETTERA
DI GIACOMO
1
[1]
Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo, alle dodici tribù
disperse nel mondo, salute.
[2] Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni
sorta di prove,
[3] sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza.
[4] E la pazienza completi l'opera sua in voi, perché siate perfetti e
integri, senza mancare di nulla.
[5] Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio, che dona a
tutti generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data.
[6] La domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia
all'onda del mare mossa e agitata dal vento;
[7] e non pensi di ricevere qualcosa dal Signore
[8] un uomo che ha l'animo oscillante e instabile in tutte le sue
azioni.
[9] Il fratello di umili condizioni si rallegri della sua elevazione
[10] e il ricco della sua umiliazione, perché passerà come fiore
d'erba.
[11] Si leva il sole col suo ardore e fa seccare l'erba e il suo fiore
cade, e la bellezza del suo aspetto svanisce. Così anche il ricco
appassirà nelle sue imprese.
[12] Beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata
la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha promesso a
quelli che lo amano.
[13] Nessuno, quando è tentato, dica: "Sono tentato da Dio";
perché Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al
male.
[14] Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza che lo
attrae e lo seduce;
[15] poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato, e il peccato,
quand'è consumato, produce la morte.
[16] Non andate fuori strada, fratelli miei carissimi;
[17] ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto e discende
dal Padre della luce, nel quale non c'è variazione né ombra di
cambiamento.
[18] Di sua volontà egli ci ha generati con una parola di verità,
perché noi fossimo come una primizia delle sue creature.
[19] Lo sapete, fratelli miei carissimi: sia ognuno pronto ad ascoltare,
lento a parlare, lento all'ira.
[20] Perché l'ira dell'uomo non compie ciò che è giusto davanti a
Dio.
[21] Perciò, deposta ogni impurità e ogni resto di malizia, accogliete
con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare
le vostre anime.
[22] Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto
ascoltatori, illudendo voi stessi.
[23] Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola,
somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio:
[24] appena s'è osservato, se ne va, e subito dimentica com'era.
[25] Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della
libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come
uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel
praticarla.
[26] Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la lingua e
inganna così il suo cuore, la sua religione è vana.
[27] Una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è
questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e
conservarsi puri da questo mondo.
2
[1]
Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel
Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria.
[2] Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello
d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un
vestito logoro.
[3] Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite:
"Tu siediti qui comodamente", e al povero dite: "Tu
mettiti in piedi lì", oppure: "Siediti qui ai piedi del mio
sgabello",
[4] non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi
perversi?
[5] Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri
nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha
promesso a quelli che lo amano?
[6] Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi che
vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali?
[7] Non sono essi che bestemmiano il bel nome che è stato invocato
sopra di voi?
[8] Certo, se adempite il più importante dei comandamenti secondo la
Scrittura: amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene;
[9] ma se fate distinzione di persone, commettete un peccato e siete
accusati dalla legge come trasgressori.
[10] Poiché chiunque osservi tutta la legge, ma la trasgredisca anche
in un punto solo, diventa colpevole di tutto;
[11] infatti colui che ha detto: Non commettere adulterio, ha detto
anche: Non uccidere.
Ora se tu non commetti adulterio, ma uccidi, ti rendi trasgressore della
legge.
[12] Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo
una legge di libertà, perché
[13] il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato
misericordia; la misericordia invece ha sempre la meglio nel giudizio.
[14] Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le
opere? Forse che quella fede può salvarlo?
[15] Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del
cibo quotidiano
[16] e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e
saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?
[17] Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa.
[18] Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere;
mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò
la mia fede.
[19] Tu credi che c'è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono
e tremano!
[20] Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere è senza
calore?
[21] Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere,
quando offrì Isacco, suo figlio, sull'altare?
[22] Vedi che la fede cooperava con le opere di lui, e che per le opere
quella fede divenne perfetta
[23] e si compì la Scrittura che dice: E Abramo ebbe fede in Dio e gli
fu accreditato a giustizia, e fu chiamato amico di Dio.
[24] Vedete che l'uomo viene giustificato in base alle opere e non
soltanto in base alla fede.
[25] Così anche Raab, la meretrice, non venne forse giustificata in
base alle opere per aver dato ospitalità agli esploratori e averli
rimandati per altra via?
[26] Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la
fede senza le opere è morta.
3
[1]
Fratelli miei, non vi fate maestri in molti, sapendo che noi riceveremo
un giudizio più severo,
[2] poiché tutti quanti manchiamo in molte cose. Se uno non manca nel
parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il
corpo.
[3] Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano,
possiamo dirigere anche tutto il loro corpo.
[4] Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e vengano spinte da
venti gagliardi, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole
chi le manovra.
[5] Così anche la lingua: è un piccolo membro e può vantarsi di
grandi cose. Vedete un piccolo fuoco quale grande foresta può
incendiare!
[6] Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell'iniquità, vive
inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il
corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna.
[7] Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri
marini sono domati e sono stati domati dalla razza umana,
[8] ma la lingua nessun uomo la può domare: è un male ribelle, è
piena di veleno mortale.
[9] Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli
uomini fatti a somiglianza di Dio.
[10] È dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. Non
dev'essere così, fratelli miei!
[11] Forse la sorgente può far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce
e amara?
[12] Può forse, miei fratelli, un fico produrre olive o una vite
produrre fichi? Neppure una sorgente salata può produrre acqua dolce.
[13] Chi è saggio e accorto tra voi? Mostri con la buona condotta le
sue opere ispirate a saggia mitezza.
[14] Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa,
non vantatevi e non mentite contro la verità.
[15] Non è questa la sapienza che viene dall'alto: è terrena, carnale,
diabolica;
[16] poiché dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e
ogni sorta di cattive azioni.
[17] La sapienza che viene dall'alto invece è anzitutto pura; poi
pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti,
senza parzialità, senza ipocrisia.
[18] Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che
fanno opera di pace.
4
[1] Da
che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non
vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra?
[2] Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non
riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! Non avete perché non
chiedete;
[3] chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i
vostri piaceri.
[4] Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio?
Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.
[5] O forse pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla gelosia
ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi?
[6] Ci dà anzi una grazia più grande; per questo dice:
Dio resiste ai superbi;
agli umili invece dà la sua grazia.
[7] Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà
da voi.
[8] Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Purificate le
vostre mani, o peccatori, e santificate i vostri cuori, o irresoluti.
[9] Gemete sulla vostra miseria, fate lutto e piangete; il vostro riso
si muti in lutto e la vostra allegria in tristezza.
[10] Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.
[11] Non sparlate gli uni degli altri, fratelli. Chi sparla del fratello
o giudica il fratello, parla contro la legge e giudica la legge. E se tu
giudichi la legge non sei più uno che osserva la legge, ma uno che la
giudica.
[12] Ora, uno solo è legislatore e giudice, Colui che può salvare e
rovinare; ma chi sei tu che ti fai giudice del tuo prossimo?
[13] E ora a voi, che dite: "Oggi o domani andremo nella tal città
e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni",
[14] mentre non sapete cosa sarà domani!
Ma che è mai la vostra vita? Siete come vapore che appare per un
istante e poi scompare.
[15] Dovreste dire invece: Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo
o quello.
[16] Ora invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo
genere è iniquo.
[17] Chi dunque sa fare il bene e non lo compie, commette peccato.
5
[1] E
ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano!
[2] Le vostre ricchezze sono imputridite,
[3] le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il
vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverà
a testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco.
Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!
[4] Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto
le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle
orecchie del Signore degli eserciti.
[5] Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi
siete ingrassati per il giorno della strage.
[6] Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non può opporre
resistenza.
[7] Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore.
Guardate l'agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto
della terra finché abbia ricevuto le piogge d'autunno e le piogge di
primavera.
[8] Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la
venuta del Signore è vicina.
[9] Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere
giudicati; ecco, il giudice è alle porte.
[10] Prendete, o fratelli, a modello di sopportazione e di pazienza i
profeti che parlano nel nome del Signore.
[11] Ecco, noi chiamiamo beati quelli che hanno sopportato con pazienza.
Avete udito parlare della pazienza di Giobbe e conoscete la sorte finale
che gli riserbò il Signore, perché il Signore è ricco di misericordia
e di compassione.
[12] Soprattutto, fratelli miei, non giurate, né per il cielo, né per
la terra, né per qualsiasi altra cosa; ma il vostro "sì" sia
sì, e il vostro "no" no, per non incorrere nella condanna.
[13] Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi.
[14] Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su
di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore.
[15] E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo
rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati.
[16] Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate
gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del
giusto fatta con insistenza.
[17] Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente
che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi.
[18] Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse
il suo frutto.
[19] Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro
ve lo riconduce,
[20] costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di
errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di
peccati.
PRIMA
LETTERA DI PIETRO
1
[1]
Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli dispersi nel Ponto, nella
Galazia, nella Cappadòcia, nell'Asia e nella Bitinia, eletti
[2] secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello
Spirito, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo
sangue: grazia e pace a voi in abbondanza.
[3] Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua
grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di
Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva,
[4] per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce.
Essa è conservata nei cieli per voi,
[5] che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la
vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi.
[6] Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po'
afflitti da varie prove,
[7] perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro,
che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra
lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo:
[8] voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in
lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa,
[9] mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza
delle anime.
[10] Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti che
profetizzarono sulla grazia a voi destinata
[11] cercando di indagare a quale momento o a quali circostanze
accennasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le
sofferenze destinate a Cristo e le glorie che dovevano seguirle.
[12] E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per voi, erano
ministri di quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che
vi hanno predicato il vangelo nello Spirito Santo mandato dal cielo;
cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo.
[13] Perciò, dopo aver preparato la vostra mente all'azione, siate
vigilanti, fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data
quando Gesù Cristo si rivelerà.
[14] Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri d'un tempo,
quando eravate nell'ignoranza,
[15] ma ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche
voi in tutta la vostra condotta;
[16] poiché sta scritto: Voi sarete santi, perché io sono santo.
[17] E se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali
giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo
del vostro pellegrinaggio.
[18] Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e
l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri
padri,
[19] ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti
e senza macchia.
[20] Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si
è manifestato negli ultimi tempi per voi.
[21] E voi per opera sua credete in Dio, che l'ha risuscitato dai morti
e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono
fisse in Dio.
[22] Dopo aver santificato le vostre anime con l'obbedienza alla verità,
per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero
cuore, gli uni gli altri,
[23] essendo stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma immortale,
cioè dalla parola di Dio viva ed eterna.
[24] Poiché
tutti i mortali sono come l'erba
e ogni loro splendore è come fiore d'erba.
L'erba inaridisce, i fiori cadono,
[25] ma la parola del Signore rimane in eterno.
E questa è la parola del vangelo che vi è stato annunziato.
2
[1]
Deposta dunque ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie e ogni
maldicenza,
[2] come bambini appena nati bramate il puro latte spirituale, per
crescere con esso verso la salvezza:
[3] se davvero avete già gustato come è buono il Signore.
[4] Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e
preziosa davanti a Dio,
[5] anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un
edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici
spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo.
[6] Si legge infatti nella Scrittura:
Ecco io pongo in Sion
una pietra angolare, scelta, preziosa
e chi crede in essa non resterà confuso.
[7] Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli
la pietra che i costruttori hanno scartato
è divenuta la pietra angolare,
[8] sasso d'inciampo e pietra di scandalo.
Loro v'inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati
destinati.
[9] Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione
santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere
meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile
luce;
[10] voi, che un tempo eravate non-popolo, ora invece siete il popolo di
Dio; voi, un tempo esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto
misericordia.
[11] Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi
dai desideri della carne che fanno guerra all'anima.
[12] La vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile, perché mentre
vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere giungano
a glorificare Dio nel giorno del giudizio.
[13] State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore:
sia al re come sovrano,
[14] sia ai governatori come ai suoi inviati per punire i malfattori e
premiare i buoni.
[15] Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi
chiudiate la bocca all'ignoranza degli stolti.
[16] Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come
di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio.
[17] Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate il re.
[18] Domestici, state soggetti con profondo rispetto ai vostri padroni,
non solo a quelli buoni e miti, ma anche a quelli difficili.
[19] È una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo
ingiustamente;
[20] che gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato?
Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà
gradito davanti a Dio.
[21] A questo infatti siete stati chiamati, poiché anche Cristo patì
per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme:
[22] egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca,
[23] oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava
vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia.
[24] Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce,
perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia;
[25] dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore,
ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.
3
[1]
Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché, anche
se alcuni si rifiutano di credere alla parola, vengano dalla condotta
delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati
[2] considerando la vostra condotta casta e rispettosa.
[3] Il vostro ornamento non sia quello esteriore - capelli intrecciati,
collane d'oro, sfoggio di vestiti -;
[4] cercate piuttosto di adornare l'interno del vostro cuore con
un'anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è
prezioso davanti a Dio.
[5] Così una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio;
esse stavano sottomesse ai loro mariti,
[6] come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di essa siete
diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da
alcuna minaccia.
[7] E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli,
perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché
partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite
le vostre preghiere.
[8] E finalmente siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei
dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili;
[9] non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al
contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati
per avere in eredità la benedizione.
[10] Infatti:
Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici,
trattenga la sua lingua dal male
e le sue labbra da parole d'inganno;
[11] eviti il male e faccia il bene,
cerchi la pace e la segua,
[12] perché gli occhi del Signore sono sopra i giusti
e le sue orecchie sono attente alle loro preghiere;
ma il volto del Signore è contro coloro che fanno il
male.
[13] E chi vi potrà fare del male, se sarete ferventi nel bene?
[14] E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi
sgomentate per paura di loro, né vi turbate,
[15] ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a
rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.
Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto,
[16] con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla
male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra
buona condotta in Cristo.
[17] È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene
che facendo il male.
[18] Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto
per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma
reso vivo nello spirito.
[19] E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che
attendevano in prigione;
[20] essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità
di Dio pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, nella
quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua.
[21] Figura, questa, del battesimo, che ora salva voi; esso non è
rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a
Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù
Cristo,
[22] il quale è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver
ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.
4
[1]
Poiché dunque Cristo soffrì nella carne, anche voi armatevi degli
stessi sentimenti; chi ha sofferto nel suo corpo ha rotto
definitivamente col peccato,
[2] per non servire più alle passioni umane ma alla volontà di Dio,
nel tempo che gli rimane in questa vita mortale.
[3] Basta col tempo trascorso nel soddisfare le passioni del paganesimo,
vivendo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle crapule, nei bagordi,
nelle ubriachezze e nel culto illecito degli idoli.
[4] Per questo trovano strano che voi non corriate insieme con loro
verso questo torrente di perdizione e vi oltraggiano.
[5] Ma renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i
morti;
[6] infatti è stata annunziata la buona novella anche ai morti, perché
pur avendo subìto, perdendo la vita del corpo, la condanna comune a
tutti gli uomini, vivano secondo Dio nello spirito.
[7] La fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri,
per dedicarvi alla preghiera.
[8] Soprattutto conservate tra voi una grande carità, perché la carità
copre una moltitudine di peccati.
[9] Praticate l'ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare.
[10] Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio
degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio.
[11] Chi parla, lo faccia come con parole di Dio; chi esercita un
ufficio, lo compia con l'energia ricevuta da Dio, perché in tutto venga
glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartiene la gloria
e la potenza nei secoli dei secoli. Amen!
[12] Carissimi, non siate sorpresi per l'incendio di persecuzione che si
è acceso in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di
strano.
[13] Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo,
rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate
rallegrarvi ed esultare.
[14] Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo
Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi.
[15] Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o
delatore.
[16] Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; glorifichi anzi
Dio per questo nome.
[17] È giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa
di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano
di credere al vangelo di Dio?
[18] E se il giusto a stento si salverà,
che ne sarà dell'empio e del peccatore?
[19] Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si
mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene.
5
[1]
Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone
delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve
manifestarsi:
[2] pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per
forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon
animo;
[3] non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi
modelli del gregge.
[4] E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della
gloria che non appassisce.
[5] Ugualmente, voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi
tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perchè
Dio resiste ai superbi,
ma dà grazia agli umili.
[6] Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al
tempo opportuno,
[7] gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di
voi.
[8] Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone
ruggente va in giro, cercando chi divorare.
[9] Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi
per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.
[10] E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria
eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza
vi confermerà e vi renderà forti e saldi.
[11] A lui la potenza nei secoli. Amen!
[12] Vi ho scritto, come io ritengo, brevemente per mezzo di Silvano,
fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia
di Dio. In essa state saldi!
[13] Vi saluta la comunità che è stata eletta come voi e dimora in
Babilonia; e anche Marco, mio figlio.
[14] Salutatevi l'un l'altro con bacio di carità. Pace a voi tutti che
siete in Cristo!
SECONDA
LETTERA DI PIETRO
1
[1]
Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno
ricevuto in sorte con noi la stessa preziosa fede per la giustizia del
nostro Dio e salvatore Gesù Cristo:
[2] grazia e pace sia concessa a voi in abbondanza nella conoscenza di
Dio e di Gesù Signore nostro.
[3] La sua potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene per quanto
riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha
chiamati con la sua gloria e potenza.
[4] Con queste ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano
stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura
divina, essendo sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della
concupiscenza.
[5] Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la
virtù, alla virtù la conoscenza,
[6] alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla
pazienza la pietà,
[7] alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità.
[8] Se queste cose si trovano in abbondanza in voi, non vi lasceranno
oziosi né senza frutto per la conoscenza del Signore nostro Gesù
Cristo.
[9] Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, dimentico di essere
stato purificato dai suoi antichi peccati.
[10] Quindi, fratelli, cercate di render sempre più sicura la vostra
vocazione e la vostra elezione. Se farete questo non inciamperete mai.
[11] Così infatti vi sarà ampiamente aperto l'ingresso nel regno
eterno del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo.
[12] Perciò penso di rammentarvi sempre queste cose, benché le
sappiate e stiate saldi nella verità che possedete.
[13] Io credo giusto, finché sono in questa tenda del corpo, di tenervi
desti con le mie esortazioni,
[14] sapendo che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come mi ha
fatto intendere anche il Signore nostro Gesù Cristo.
[15] E procurerò che anche dopo la mia partenza voi abbiate a
ricordarvi di queste cose.
[16] Infatti, non per essere andati dietro a favole artificiosamente
inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore
nostro Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua
grandezza.
[17] Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla
maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: "Questi è il Figlio
mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto".
[18] Questa voce noi l'abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo
con lui sul santo monte.
[19] E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla
quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un
luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si
levi nei vostri cuori.
[20] Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta
a privata spiegazione,
[21] poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi
da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio.
2
[1] Ci
sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in
mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose,
rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta
rovina.
[2] Molti seguiranno le loro dissolutezze e per colpa loro la via della
verità sarà coperta di impropèri.
[3] Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro
condanna è già da tempo all'opera e la loro rovina è in agguato.
[4] Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li
precipitò negli abissi tenebrosi dell'inferno, serbandoli per il
giudizio;
[5] non risparmiò il mondo antico, ma tuttavia con altri sette salvò
Noè, banditore di giustizia, mentre faceva piombare il diluvio su un
mondo di empi;
[6] condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra,
riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti
empiamente.
[7] Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento immorale
di quegli scellerati.
[8] Quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in
mezzo a loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta per tali
ignominie.
[9] Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il
castigo nel giorno del giudizio,
[10] soprattutto coloro che nelle loro impure passioni vanno dietro alla
carne e disprezzano il Signore.
Temerari, arroganti, non temono d'insultare gli esseri gloriosi
decaduti,
[11] mentre gli angeli, a loro superiori per forza e potenza, non
portano contro di essi alcun giudizio offensivo davanti al Signore.
[12] Ma costoro, come animali irragionevoli nati per natura a essere
presi e distrutti, mentre bestemmiano quel che ignorano, saranno
distrutti nella loro corruzione,
[13] subendo il castigo come salario dell'iniquità. Essi stimano
felicità il piacere d'un giorno; sono tutta sporcizia e vergogna; si
dilettano dei loro inganni mentre fan festa con voi;
[14] han gli occhi pieni di disonesti desideri e sono insaziabili di
peccato, adescano le anime instabili, hanno il cuore rotto alla
cupidigia, figli di maledizione!
[15] Abbandonata la retta via, si sono smarriti seguendo la via di Balaàm
di Bosòr, che amò un salario di iniquità,
[16] ma fu ripreso per la sua malvagità: un muto giumento, parlando con
voce umana, impedì la demenza del profeta.
[17] Costoro sono come fonti senz'acqua e come nuvole sospinte dal
vento: a loro è riserbata l'oscurità delle tenebre.
[18] Con discorsi gonfiati e vani adescano mediante le licenziose
passioni della carne coloro che si erano appena allontanati da quelli
che vivono nell'errore.
[19] Promettono loro libertà, ma essi stessi sono schiavi della
corruzione. Perché uno è schiavo di ciò che l'ha vinto.
[20] Se infatti, dopo aver fuggito le corruzioni del mondo per mezzo
della conoscenza del Signore e salvatore Gesù Cristo, ne rimangono di
nuovo invischiati e vinti, la loro ultima condizione è divenuta
peggiore della prima.
[21] Meglio sarebbe stato per loro non aver conosciuto la via della
giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al
santo precetto che era stato loro dato.
[22] Si è verificato per essi il proverbio:
Il cane è tornato al suo vomito
e la scrofa lavata è tornata ad avvoltolarsi nel brago.
3
[1]
Questa, o carissimi, è già la seconda lettera che vi scrivo, e in
tutte e due cerco di ridestare con ammonimenti la vostra sana
intelligenza,
[2] perché teniate a mente le parole già dette dai santi profeti, e il
precetto del Signore e salvatore, trasmessovi dagli apostoli.
[3] Questo anzitutto dovete sapere, che verranno negli ultimi giorni
schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo le proprie
passioni
[4] e diranno: "Dov'è la promessa della sua venuta? Dal giorno in
cui i nostri padri chiusero gli occhi tutto rimane come al principio
della creazione".
[5] Ma costoro dimenticano volontariamente che i cieli esistevano già
da lungo tempo e che la terra, uscita dall'acqua e in mezzo all'acqua,
ricevette la sua forma grazie alla parola di Dio;
[6] e che per queste stesse cause il mondo di allora, sommerso
dall'acqua, perì.
[7] Ora, i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima
parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della rovina
degli empi.
[8] Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al
Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo.
[9] Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni
credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca,
ma che tutti abbiano modo di pentirsi.
[10] Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con
fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e
la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta.
[11] Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi così, quali
non dovete essere voi, nella santità della condotta e nella pietà,
[12] attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i
cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno!
[13] E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una
terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia.
[14] Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, cercate d'essere
senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace.
[15] La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza, come
anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la
sapienza che gli è stata data;
[16] così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In
esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli
instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria
rovina.
[17] Voi dunque, carissimi, essendo stati preavvisati, state in guardia
per non venir meno nella vostra fermezza, travolti anche voi dall'errore
degli empi;
[18] ma crescete nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e
salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno dell'eternità.
Amen!
PRIMA
LETTERA DI GIOVANNI
1
[1] Ciò
che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi
abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò
che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita
[2] (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò
rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il
Padre e si è resa visibile a noi),
[3] quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi,
perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col
Padre e col Figlio suo Gesù Cristo.
[4] Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.
[5] Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi
annunziamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre.
[6] Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle
tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità.
[7] Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in
comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci
purifica da ogni peccato.
[8] Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità
non è in noi.
[9] Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci
perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa.
[10] Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e
la sua parola non è in noi.
2
[1]
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se
qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo
giusto.
[2] Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per
i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
[3] Da questo sappiamo d'averlo conosciuto: se osserviamo i suoi
comandamenti.
[4] Chi dice: "Lo conosco" e non osserva i suoi comandamenti,
è bugiardo e la verità non è in lui;
[5] ma chi osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente
perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui.
[6] Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si è
comportato.
[7] Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento
antico, che avete ricevuto fin da principio. Il comandamento antico è
la parola che avete udito.
[8] E tuttavia è un comandamento nuovo quello di cui vi scrivo, il che
è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e la vera
luce già risplende.
[9] Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle
tenebre.
[10] Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non v'è in lui occasione
di inciampo.
[11] Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e
non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.
[12] Scrivo a voi, figlioli,
perché vi sono stati rimessi i peccati in virtù del
suo nome.
[13] Scrivo a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è fin dal
principio.
Scrivo a voi, giovani,
perché avete vinto il maligno.
[14] Ho scritto a voi, figlioli,
perché avete conosciuto il Padre.
Ho scritto a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è fin dal
principio.
Ho scritto a voi, giovani,
perché siete forti,
e la parola di Dio dimora in voi e avete vinto il
maligno.
[15] Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo,
l'amore del Padre non è in lui;
[16] perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della
carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene
dal Padre, ma dal mondo.
[17] E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di
Dio rimane in eterno!
[18] Figlioli, questa è l'ultima ora. Come avete udito che deve venire
l'anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo
conosciamo che è l'ultima ora.
[19] Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero
stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma doveva rendersi
manifesto che non tutti sono dei nostri.
[20] Ora voi avete l'unzione ricevuta dal Santo e tutti avete la
scienza.
[21] Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la
conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.
[22] Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo?
L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio.
[23] Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi
professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre.
[24] Quanto a voi, tutto ciò che avete udito da principio rimanga in
voi. Se rimane in voi quel che avete udito da principio, anche voi
rimarrete nel Figlio e nel Padre.
[25] E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna.
[26] Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di traviarvi.
[27] E quanto a voi, l'unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e
non avete bisogno che alcuno vi ammaestri; ma come la sua unzione vi
insegna ogni cosa, è veritiera e non mentisce, così state saldi in
lui, come essa vi insegna.
[28] E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo aver fiducia
quando apparirà e non veniamo svergognati da lui alla sua venuta.
[29] Se sapete che egli è giusto, sappiate anche che chiunque opera la
giustizia, è nato da lui.
3
[1]
Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio,
e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è
perché non ha conosciuto lui.
[2] Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non
è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà
manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli
è.
[3] Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è
puro.
[4] Chiunque commette il peccato, commette anche violazione della legge,
perché il peccato è violazione della legge.
[5] Voi sapete che egli è apparso per togliere i peccati e che in lui
non v'è peccato.
[6] Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non lo ha visto né
l'ha conosciuto.
[7] Figlioli, nessuno v'inganni. Chi pratica la giustizia è giusto
com'egli è giusto.
[8] Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è
peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio è apparso per
distruggere le opere del diavolo.
[9] Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché un germe
divino dimora in lui, e non può peccare perché è nato da Dio.
[10] Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi
non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo
fratello.
[11] Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio:
che ci amiamo gli uni gli altri.
[12] Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per
qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle
di suo fratello eran giuste.
[13] Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia.
[14] Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché
amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte.
[15] Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che
nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.
[16] Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per
noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.
[17] Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in
necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di
Dio?
[18] Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e
nella verità.
[19] Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui
rassicureremo il nostro cuore
[20] qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro
cuore e conosce ogni cosa.
[21] Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo
fiducia in Dio;
[22] e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i
suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.
[23] Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo
Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci
ha dato.
[24] Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da
questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
4
[1]
Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova
le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché
molti falsi profeti sono comparsi nel mondo.
[2] Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che
riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio;
[3] ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo
spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel
mondo.
[4] Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi falsi profeti,
perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo.
[5] Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo
li ascolta.
[6] Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non
ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo
spirito dell'errore.
[7] Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio:
chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio.
[8] Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
[9] In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato
il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui.
[10] In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui
che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione
per i nostri peccati.
[11] Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni
gli altri.
[12] Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio
rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi.
[13] Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli
ci ha fatto dono del suo Spirito.
[14] E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il
suo Figlio come salvatore del mondo.
[15] Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui
ed egli in Dio.
[16] Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi.
Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.
[17] Per questo l'amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché
abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così
siamo anche noi, in questo mondo.
[18] Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia
il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è
perfetto nell'amore.
[19] Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo.
[20] Se uno dicesse: "Io amo Dio", e odiasse il suo fratello,
è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non
può amare Dio che non vede.
[21] Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami
anche il suo fratello.
5
[1]
Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui
che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato.
[2] Da questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio e ne
osserviamo i comandamenti,
[3] perché in questo consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi
comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
[4] Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la
vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede.
[5] E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio
di Dio?
[6] Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non
con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che
rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità.
[7] Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza:
[8] lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.
[9] Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio
è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che ha dato al suo
Figlio.
[10] Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi
non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla
testimonianza che Dio ha reso a suo Figlio.
[11] E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna e
questa vita è nel suo Figlio.
[12] Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la
vita.
[13] Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna,
voi che credete nel nome del Figlio di Dio.
[14] Questa è la fiducia che abbiamo in lui: qualunque cosa gli
chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta.
[15] E se sappiamo che ci ascolta in quello che gli chiediamo, sappiamo
di avere già quello che gli abbiamo chiesto.
[16] Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non
conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita; s'intende a coloro
che commettono un peccato che non conduce alla morte: c'è infatti un
peccato che conduce alla morte; per questo dico di non pregare.
[17] Ogni iniquità è peccato, ma c'è il peccato che non conduce alla
morte.
[18] Sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca: chi è nato da Dio
preserva se stesso e il maligno non lo tocca.
[19] Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il
potere del maligno.
[20] Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato
l'intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio e nel
Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna.
[21] Figlioli, guardatevi dai falsi dei!
SECONDA
LETTERA DI GIOVANNI
[1] Io,
il presbitero, alla Signora eletta e ai suoi figli che amo nella verità,
e non io soltanto, ma tutti quelli che hanno conosciuto la verità,
[2] a causa della verità che dimora in noi e dimorerà con noi in
eterno:
[3] grazia, misericordia e pace siano con noi da parte di Dio Padre e da
parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre, nella verità e nell'amore.
[4] Mi sono molto rallegrato di aver trovato alcuni tuoi figli che
camminano nella verità, secondo il comandamento che abbiamo ricevuto
dal Padre.
[5] E ora prego te, Signora, non per darti un comandamento nuovo, ma
quello che abbiamo avuto fin dal principio, che ci amiamo gli uni gli
altri.
[6] E in questo sta l'amore: nel camminare secondo i suoi comandamenti.
Questo è il comandamento che avete appreso fin dal principio; camminate
in esso.
[7] Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali
non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e
l'anticristo!
[8] Fate attenzione a voi stessi, perché non abbiate a perdere quello
che avete conseguito, ma possiate ricevere una ricompensa piena.
[9] Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede
Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio.
[10] Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non
ricevetelo in casa e non salutatelo;
[11] poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse.
[12] Molte cose avrei da scrivervi, ma non ho voluto farlo per mezzo di
carta e di inchiostro; ho speranza di venire da voi e di poter parlare a
viva voce, perché la nostra gioia sia piena.
[13] Ti salutano i figli della eletta tua sorella.
TERZA
LETTERA DI GIOVANNI
[1] Io,
il presbitero, al carissimo Gaio, che amo nella verità.
[2] Carissimo, faccio voti che tutto vada bene e che tu sia in buona
salute, come va bene per la tua anima.
[3] Molto infatti mi sono rallegrato quando sono giunti alcuni fratelli
e hanno reso testimonianza che tu sei verace in quanto tu cammini nella
verità.
[4] Non ho gioia più grande di questa, sapere che i miei figli
camminano nella verità.
[5] Carissimo, tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore
dei fratelli, benché forestieri.
[6] Essi hanno reso testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa,
e farai bene a provvederli nel viaggio in modo degno di Dio,
[7] perché sono partiti per amore del nome di Cristo, senza accettare
nulla dai pagani.
[8] Noi dobbiamo perciò accogliere tali persone per cooperare alla
diffusione della verità.
[9] Ho scritto qualche parola alla Chiesa ma Diòtrefe, che ambisce il
primo posto tra loro, non ci vuole accogliere.
[10] Per questo, se verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo,
sparlando contro di noi con voci maligne. Non contento di questo, non
riceve personalmente i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo
vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa.
[11] Carissimo, non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da
Dio; chi fa il male non ha veduto Dio.
[12] Quanto a Demetrio, tutti gli rendono testimonianza, anche la stessa
verità; anche noi ne diamo testimonianza e tu sai che la nostra
testimonianza è veritiera.
[13] Molte cose avrei da scriverti, ma non voglio farlo con inchiostro e
penna.
[14] Spero però di vederti presto e parleremo a viva voce.
[15] La pace sia con te. Gli amici ti salutano. Saluta gli amici ad uno
ad uno.
LETTERA
DI GIUDA
[1]
Giuda, servo di Gesù Cristo, fratello di Giacomo, agli eletti che
vivono nell'amore di Dio Padre e sono stati preservati per Gesù Cristo:
[2] misericordia a voi e pace e carità in abbondanza.
[3] Carissimi, avevo un gran desiderio di scrivervi riguardo alla nostra
salvezza, ma sono stato costretto a farlo per esortarvi a combattere per
la fede, che fu trasmessa ai credenti una volta per tutte.
[4] Si sono infiltrati infatti tra voi alcuni individui - i quali sono
già stati segnati da tempo per questa condanna - empi che trovano
pretesto alla loro dissolutezza nella grazia del nostro Dio, rinnegando
il nostro unico padrone e signore Gesù Cristo.
[5] Ora io voglio ricordare a voi, che già conoscete tutte queste cose,
che il Signore dopo aver salvato il popolo dalla terra d'Egitto, fece
perire in seguito quelli che non vollero credere,
[6] e che gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono
la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il
giudizio del gran giorno.
[7] Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate
all'impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro
natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.
[8] Ugualmente, anche costoro, come sotto la spinta dei loro sogni,
contaminano il proprio corpo, disprezzano il Signore e insultano gli
esseri gloriosi.
[9] L'arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per
il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti
condanni il Signore!
[10] Costoro invece bestemmiano tutto ciò che ignorano; tutto ciò che
essi conoscono per mezzo dei sensi, come animali senza ragione, questo
serve a loro rovina.
[11] Guai a loro! Perché si sono incamminati per la strada di Caino e,
per sete di lucro, si sono impegolati nei traviamenti di Balaàm e sono
periti nella ribellione di Kore.
[12] Sono la sozzura dei vostri banchetti sedendo insieme a mensa senza
ritegno, pascendo se stessi; come nuvole senza pioggia portate via dai
venti, o alberi di fine stagione senza frutto, due volte morti,
sradicati;
[13] come onde selvagge del mare, che schiumano le loro brutture; come
astri erranti, ai quali è riservata la caligine della tenebra in
eterno.
[14] Profetò anche per loro Enoch, settimo dopo Adamo, dicendo:
"Ecco, il Signore è venuto con le sue miriadi di angeli per far il
giudizio contro tutti,
[15] e per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà che
hanno commesso e di tutti gli insulti che peccatori empi hanno
pronunziato contro di lui".
[16] Sono sobillatori pieni di acredine, che agiscono secondo le loro
passioni; la loro bocca proferisce parole orgogliose e adùlano le
persone per motivi interessati.
[17] Ma voi, o carissimi, ricordatevi delle cose che furono predette
dagli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo.
[18] Essi vi dicevano: "Alla fine dei tempi vi saranno impostori,
che si comporteranno secondo le loro empie passioni".
[19] Tali sono quelli che provocano divisioni, gente materiale, privi
dello Spirito.
[20] Ma voi, carissimi, costruite il vostro edificio spirituale sopra la
vostra santissima fede, pregate mediante lo Spirito Santo,
[21] conservatevi nell'amore di Dio, attendendo la misericordia del
Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna.
[22] Convincete quelli che sono vacillanti,
[23] altri salvateli strappandoli dal fuoco, di altri infine abbiate
compassione con timore, guardandovi perfino dalla veste contaminata
dalla loro carne.
[24] A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire
davanti alla sua gloria senza difetti e nella letizia,
[25] all'unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro
Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e
sempre. Amen!
APOCALISSE
DI GIOVANNI
1
[1]
Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi
servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando
il suo angelo al suo servo Giovanni.
[2] Questi attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo,
riferendo ciò che ha visto.
[3] Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa
profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il
tempo è vicino.
[4] Giovanni alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da
Colui che è, che era e che viene, dai sette spiriti che stanno davanti
al suo trono,
[5] e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e
il principe dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo
sangue,
[6] che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a
lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
[7] Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà;
anche quelli che lo trafissero
e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il
petto.
Sì, Amen!
[8] Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era
e che viene, l'Onnipotente!
[9] Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione,
nel regno e nella costanza in Gesù, mi trovavo nell'isola chiamata
Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù.
[10] Rapito in estasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una
voce potente, come di tromba, che diceva:
[11] Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese:
a Efeso, a Smirne, a Pèrgamo, a Tiàtira, a Sardi, a Filadèlfia e a
Laodicèa.
[12] Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi
sette candelabri d'oro
[13] e in mezzo ai candelabri c'era uno simile a figlio di uomo, con un
abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro.
[14] I capelli della testa erano candidi, simili a lana candida, come
neve. Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco,
[15] i piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente purificato nel
crogiuolo. La voce era simile al fragore di grandi acque.
[16] Nella destra teneva sette stelle, dalla bocca gli usciva una spada
affilata a doppio taglio e il suo volto somigliava al sole quando
splende in tutta la sua forza.
[17] Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su
di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo
[18] e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere
sopra la morte e sopra gli inferi.
[19] Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle che sono e quelle che
accadranno dopo.
[20] Questo è il senso recondito delle sette stelle che hai visto nella
mia destra e dei sette candelabri d'oro, eccolo: le sette stelle sono
gli angeli delle sette Chiese e le sette lampade sono le sette Chiese.
2
[1]
All'angelo della Chiesa di Efeso scrivi: Così parla Colui che tiene le
sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri
d'oro:
[2] Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza, per cui non
puoi sopportare i cattivi; li hai messi alla prova - quelli che si
dicono apostoli e non lo sono - e li hai trovati bugiardi.
[3] Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome, senza
stancarti.
[4] Ho però da rimproverarti che hai abbandonato il tuo amore di prima.
[5] Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti e compi le opere di
prima. Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro
dal suo posto.
[6] Tuttavia hai questo di buono, che detesti le opere dei Nicolaìti,
che anch'io detesto.
[7] Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al
vincitore darò da mangiare dell'albero della vita, che sta nel paradiso
di Dio.
[8] All'angelo della Chiesa di Smirne scrivi:
Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita:
[9] Conosco la tua tribolazione, la tua povertà - tuttavia sei ricco -
e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono,
ma appartengono alla sinagoga di satana.
[10] Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per
gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una
tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la
corona della vita.
[11] Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Il
vincitore non sarà colpito dalla seconda morte.
[12] All'angelo della Chiesa di Pèrgamo scrivi:
Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli:
[13] So che abiti dove satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo
il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa,
il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di
satana.
[14] Ma ho da rimproverarti alcune cose: hai presso di te seguaci della
dottrina di Balaàm, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta
dei figli d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e
ad abbandonarsi alla fornicazione.
[15] Così pure hai di quelli che seguono la dottrina dei Nicolaìti.
[16] Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò
contro di loro con la spada della mia bocca.
[17] Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al
vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta
scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve.
[18] All'angelo della Chiesa di Tiàtira scrivi:
Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come
fuoco e i piedi simili a bronzo splendente.
[19] Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la
costanza e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime.
[20] Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Iezabèle, la donna che si
spaccia per profetessa e insegna e seduce i miei servi inducendoli a
darsi alla fornicazione e a mangiare carni immolate agli idoli.
[21] Io le ho dato tempo per ravvedersi, ma essa non si vuol ravvedere
dalla sua dissolutezza.
[22] Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e coloro che
commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non si
ravvederanno dalle opere che ha loro insegnato.
[23] Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno che io
sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a
ciascuno di voi secondo le proprie opere.
[24] A voi di Tiàtira invece che non seguite questa dottrina, che non
avete conosciuto le profondità di satana - come le chiamano - non
imporrò altri pesi;
[25] ma quello che possedete tenetelo saldo fino al mio ritorno.
[26] Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere,
darò autorità sopra le nazioni;
[27] le pascolerà con bastone di ferro
e le frantumerà come vasi di terracotta,
[28] con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a
lui la stella del mattino.
[29] Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
3
[1]
All'angelo della Chiesa di Sardi scrivi: Così parla Colui che possiede
i sette spiriti di Dio e le sette stelle: Conosco le tue opere; ti si
crede vivo e invece sei morto.
[2] Svegliati e rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché
non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio.
[3] Ricorda dunque come hai accolto la parola, osservala e ravvediti,
perché se non sarai vigilante, verrò come un ladro senza che tu sappia
in quale ora io verrò da te.
[4] Tuttavia a Sardi vi sono alcuni che non hanno macchiato le loro
vesti; essi mi scorteranno in vesti bianche, perché ne sono degni.
[5] Il vincitore sarà dunque vestito di bianche vesti, non cancellerò
il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre
mio e davanti ai suoi angeli.
[6] Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
[7] All'angelo della Chiesa di Filadelfia scrivi:
Così parla il Santo, il Verace,
Colui che ha la chiave di Davide:
quando egli apre nessuno chiude,
e quando chiude nessuno apre.
[8] Conosco le tue opere. Ho aperto davanti a te una porta che nessuno
può chiudere. Per quanto tu abbia poca forza, pure hai osservato la mia
parola e non hai rinnegato il mio nome.
[9] Ebbene, ti faccio dono di alcuni della sinagoga di satana - di
quelli che si dicono Giudei, ma mentiscono perché non lo sono -: li farò
venire perché si prostrino ai tuoi piedi e sappiano che io ti ho amato.
[10] Poiché hai osservato con costanza la mia parola, anch'io ti
preserverò nell'ora della tentazione che sta per venire sul mondo
intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra.
[11] Verrò presto. Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga
la corona.
[12] Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e
non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il
nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal
cielo, da presso il mio Dio, insieme con il mio nome nuovo.
[13] Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
[14] All'angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi:
Così parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della
creazione di Dio:
[15] Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu
fossi freddo o caldo!
[16] Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per
vomitarti dalla mia bocca.
[17] Tu dici: "Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di
nulla", ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero,
cieco e nudo.
[18] Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per
diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa
tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista.
[19] Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque
zelante e ravvediti.
[20] Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi
apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.
[21] Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io
ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono.
[22] Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
4
[1] Dopo
ciò ebbi una visione: una porta era aperta nel cielo. La voce che prima
avevo udito parlarmi come una tromba diceva: Sali quassù, ti mostrerò
le cose che devono accadere in seguito.
[2] Subito fui rapito in estasi. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e
sul trono uno stava seduto.
[3] Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro e
cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono.
[4] Attorno al trono, poi, c'erano ventiquattro seggi e sui seggi
stavano seduti ventiquattro vegliardi avvolti in candide vesti con
corone d'oro sul capo.
[5] Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; sette lampade accese
ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio.
[6] Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo.
In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro esseri viventi
pieni d'occhi davanti e di dietro.
[7] Il primo vivente era simile a un leone, il secondo essere vivente
aveva l'aspetto di un vitello, il terzo vivente aveva l'aspetto d'uomo,
il quarto vivente era simile a un'aquila mentre vola.
[8] I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro
sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:
Santo, santo, santo
il Signore Dio, l'Onnipotente,
Colui che era, che è e che viene!
[9] E ogni volta che questi esseri viventi rendevano gloria, onore e
grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli,
[10] i ventiquattro vegliardi si prostravano davanti a Colui che siede
sul trono e adoravano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettavano
le loro corone davanti al trono, dicendo:
[11] "Tu sei degno, o Signore e Dio nostro,
di ricevere la gloria, l'onore e la potenza,
perché tu hai creato tutte le cose,
e per la tua volontà furono create e sussistono".
5
[1] E
vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a
forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato
con sette sigilli.
[2] Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: "Chi è degno
di aprire il libro e scioglierne i sigilli?".
[3] Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado
di aprire il libro e di leggerlo.
[4] Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il
libro e di leggerlo.
[5] Uno dei vegliardi mi disse: "Non piangere più; ha vinto il
leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro
e i suoi sette sigilli".
[6] Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri
viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato. Egli aveva sette
corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta
la terra.
[7] E l'Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era
seduto sul trono.
[8] E quando l'ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro
vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno un'arpa e
coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi.
[9] Cantavano un canto nuovo:
"Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione
[10] e li hai costituiti per il nostro Dio
un regno di sacerdoti
e regneranno sopra la terra".
[11] Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono
e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di
miriadi e migliaia di migliaia
[12] e dicevano a gran voce:
"L'Agnello che fu immolato
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza,
onore, gloria e benedizione".
[13] Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel
mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano:
"A Colui che siede sul trono e all'Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli".
[14] E i quattro esseri viventi dicevano: "Amen". E i
vegliardi si prostrarono in adorazione.
6
[1]
Quando l'Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il
primo dei quattro esseri viventi che gridava come con voce di tuono:
"Vieni".
[2] Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva
un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere
ancora.
[3] Quando l'Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere
vivente che gridava: "Vieni".
[4] Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava
fu dato potere di togliere la pace dalla terra perché si sgozzassero a
vicenda e gli fu consegnata una grande spada.
[5] Quando l'Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere
vivente che gridava: "Vieni". Ed ecco, mi apparve un cavallo
nero e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano.
[6] E udii gridare una voce in mezzo ai quattro esseri viventi:
"Una misura di grano per un danaro e tre misure d'orzo per un
danaro! Olio e vino non siano sprecati".
[7] Quando l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto
essere vivente che diceva: "Vieni".
[8] Ed ecco, mi apparve un cavallo verdastro. Colui che lo cavalcava si
chiamava Morte e gli veniva dietro l'Inferno. Fu dato loro potere sopra
la quarta parte della terra per sterminare con la spada, con la fame,
con la peste e con le fiere della terra.
[9] Quando l'Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l'altare le
anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della
testimonianza che gli avevano resa.
[10] E gridarono a gran voce:
"Fino a quando, Sovrano,
tu che sei santo e verace,
non farai giustizia
e non vendicherai il nostro sangue
sopra gli abitanti della terra?".
[11] Allora venne data a ciascuno di essi una veste candida e fu detto
loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei
loro compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi
come loro.
[12] Quando l'Agnello aprì il sesto sigillo, vidi che vi fu un violento
terremoto. Il sole divenne nero come sacco di crine, la luna diventò
tutta simile al sangue,
[13] le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come quando un
fico, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i fichi immaturi.
[14] Il cielo si ritirò come un volume che si arrotola e tutti i monti
e le isole furono smossi dal loro posto.
[15] Allora i re della terra e i grandi, i capitani, i ricchi e i
potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle
caverne e fra le rupi dei monti;
[16] e dicevano ai monti e alle rupi: Cadete sopra di noi e nascondeteci
dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello,
[17] perché è venuto il gran giorno della loro ira, e chi vi può
resistere?
7
[1] Dopo
ciò, vidi quattro angeli che stavano ai quattro angoli della terra, e
trattenevano i quattro venti, perché non soffiassero sulla terra, né
sul mare, né su alcuna pianta.
[2] Vidi poi un altro angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo
del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era
stato concesso il potere di devastare la terra e il mare:
[3] "Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché
non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi
servi".
[4] Poi udii il numero di coloro che furon segnati con il sigillo:
centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d'Israele:
[5] dalla tribù di Giuda dodicimila;
dalla tribù di Ruben dodicimila; dalla tribù di Gad dodicimila;
[6] dalla tribù di Aser dodicimila;
dalla tribù di Nèftali dodicimila;
dalla tribù di Manàsse dodicimila;
[7] dalla tribù di Simeone dodicimila;
dalla tribù di Levi dodicimila;
dalla tribù di Issacar dodicimila;
[8] dalla tribù di Zàbulon dodicimila;
dalla tribù di Giuseppe dodicimila;
dalla tribù di Beniamino dodicimila.
[9] Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva
contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi
davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e
portavano palme nelle mani.
[10] E gridavano a gran voce:
"La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e
all'Agnello".
[11] Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi
e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia
davanti al trono e adorarono Dio dicendo:
[12] "Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore,
potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen".
[13] Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: "Quelli che
sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?".
[14] Gli risposi: "Signore mio, tu lo sai". E lui: "Essi
sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno
lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello.
[15] Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio
giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà
la sua tenda sopra di loro.
[16] Non avranno più fame,
né avranno più sete,
né li colpirà il sole,
né arsura di sorta,
[17] perché l'Agnello che sta in mezzo al trono
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi".
8
[1]
Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per
circa mezz'ora.
[2] Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette
trombe.
[3] Poi venne un altro angelo e si fermò all'altare, reggendo un
incensiere d'oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse
insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull'altare d'oro,
posto davanti al trono.
[4] E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio,
insieme con le preghiere dei santi.
[5] Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco preso
dall'altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono scoppi di tuono,
clamori, fulmini e scosse di terremoto.
[6] I sette angeli che avevano le sette trombe si accinsero a suonarle.
[7] Appena il primo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a
sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra fu arso, un terzo
degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò.
[8] Il secondo angelo suonò la tromba: come una gran montagna di fuoco
fu scagliata nel mare. Un terzo del mare divenne sangue,
[9] un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle
navi andò distrutto.
[10] Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande
stella, ardente come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le
sorgenti delle acque.
[11] La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in
assenzio e molti uomini morirono per quelle acque, perché erano
divenute amare.
[12] Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo
della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno
perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente.
[13] Vidi poi e udii un'aquila che volava nell'alto del cielo e gridava
a gran voce: "Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono
degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per
suonare!".
9
[1] Il
quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla
terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso;
[2] egli aprì il pozzo dell'Abisso e salì dal pozzo un fumo come il
fumo di una grande fornace, che oscurò il sole e l'atmosfera.
[3] Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra e fu dato
loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra.
[4] E fu detto loro di non danneggiare né erba né arbusti né alberi,
ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte.
[5] Però non fu concesso loro di ucciderli, ma di tormentarli per
cinque mesi, e il tormento è come il tormento dello scorpione quando
punge un uomo.
[6] In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la
troveranno; brameranno morire, ma la morte li fuggirà.
[7] Queste cavallette avevano l'aspetto di cavalli pronti per la guerra.
Sulla testa avevano corone che sembravano d'oro e il loro aspetto era
come quello degli uomini.
[8] Avevano capelli, come capelli di donne, ma i loro denti erano come
quelli dei leoni.
[9] Avevano il ventre simile a corazze di ferro e il rombo delle loro
ali come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all'assalto.
[10] Avevano code come gli scorpioni, e aculei. Nelle loro code il
potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi.
[11] Il loro re era l'angelo dell'Abisso, che in ebraico si chiama
Perdizione, in greco Sterminatore.
[12] Il primo "guai" è passato. Rimangono ancora due
"guai" dopo queste cose.
[13] Il sesto angelo suonò la tromba. Allora udii una voce dai lati
dell'altare d'oro che si trova dinanzi a Dio.
[14] E diceva al sesto angelo che aveva la tromba: "Sciogli i
quattro angeli incatenati sul gran fiume Eufràte".
[15] Furono sciolti i quattro angeli pronti per l'ora, il giorno, il
mese e l'anno per sterminare un terzo dell'umanità.
[16] Il numero delle truppe di cavalleria era duecento milioni; ne
intesi il numero.
[17] Così mi apparvero i cavalli e i cavalieri: questi avevano corazze
di fuoco, di giacinto, di zolfo. Le teste dei cavalli erano come le
teste dei leoni e dalla loro bocca usciva fuoco, fumo e zolfo.
[18] Da questo triplice flagello, dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che
usciva dalla loro bocca, fu ucciso un terzo dell'umanità.
[19] La potenza dei cavalli infatti sta nella loro bocca e nelle loro
code; le loro code sono simili a serpenti, hanno teste e con esse
nuociono.
[20] Il resto dell'umanità che non perì a causa di questi flagelli,
non rinunziò alle opere delle sue mani; non cessò di prestar culto ai
demòni e agli idoli d'oro, d'argento, di bronzo, di pietra e di legno,
che non possono né vedere, né udire, né camminare;
[21] non rinunziò nemmeno agli omicidi, né alle stregonerie, né alla
fornicazione, né alle ruberie.
10
[1] Vidi
poi un altro angelo, possente, discendere dal cielo, avvolto in una
nube, la fronte cinta di un arcobaleno; aveva la faccia come il sole e
le gambe come colonne di fuoco.
[2] Nella mano teneva un piccolo libro aperto. Avendo posto il piede
destro sul mare e il sinistro sulla terra,
[3] gridò a gran voce come leone che ruggisce. E quando ebbe gridato, i
sette tuoni fecero udire la loro voce.
[4] Dopochè i sette tuoni ebbero fatto udire la loro voce, io ero
pronto a scrivere quando udii una voce dal cielo che mi disse:
"Metti sotto sigillo quello che hanno detto i sette tuoni e non
scriverlo".
[5] Allora l'angelo che avevo visto con un piede sul mare e un piede
sulla terra, alzò la destra verso il cielo
[6] e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli; che ha creato
cielo, terra, mare, e quanto è in essi: "Non vi sarà più
indugio!
[7] Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà
la tromba, allora si compirà il mistero di Dio come egli ha annunziato
ai suoi servi, i profeti".
[8] Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: "Và,
prendi il libro aperto dalla mano dell'angelo che sta ritto sul mare e
sulla terra".
[9] Allora mi avvicinai all'angelo e lo pregai di darmi il piccolo
libro. Ed egli mi disse: "Prendilo e divoralo; ti riempirà di
amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele".
[10] Presi quel piccolo libro dalla mano dell'angelo e lo divorai; in
bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l'ebbi inghiottito ne
sentii nelle viscere tutta l'amarezza.
[11] Allora mi fu detto: "Devi profetizzare ancora su molti popoli,
nazioni e re".
11
[1] Poi
mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: "Alzati e
misura il santuario di Dio e l'altare e il numero di quelli che vi
stanno adorando.
[2] Ma l'atrio che è fuori del santuario, lascialo da parte e non lo
misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali
calpesteranno la città santa per quarantadue mesi.
[3] Ma farò in modo che i miei due Testimoni, vestiti di sacco,
compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta
giorni".
[4] Questi sono i due olivi e le due lampade che stanno davanti al
Signore della terra.
[5] Se qualcuno pensasse di far loro del male, uscirà dalla loro bocca
un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi
di far loro del male.
[6] Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia
nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di
cambiar l'acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di
flagelli tutte le volte che lo vorranno.
[7] E quando poi avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che
sale dall'Abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà.
[8] I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città,
che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove appunto il loro
Signore fu crocifisso.
[9] Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedranno i loro
cadaveri per tre giorni e mezzo e non permetteranno che i loro cadaveri
vengano deposti in un sepolcro.
[10] Gli abitanti della terra faranno festa su di loro, si rallegreranno
e si scambieranno doni, perché questi due profeti erano il tormento
degli abitanti della terra.
[11] Ma dopo tre giorni e mezzo, un soffio di vita procedente da Dio
entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che
stavano a guardarli.
[12] Allora udirono un grido possente dal cielo: "Salite quassù"
e salirono al cielo in una nube sotto gli sguardi dei loro nemici.
[13] In quello stesso momento ci fu un grande terremoto che fece
crollare un decimo della città: perirono in quel terremoto settemila
persone; i superstiti presi da terrore davano gloria al Dio del cielo.
[14] Così passò il secondo "guai"; ed ecco viene subito il
terzo "guai".
[15] Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci
potenti che dicevano:
"Il regno del mondo
appartiene al Signore nostro e al suo Cristo:
egli regnerà nei secoli dei secoli".
[16] Allora i ventiquattro vegliardi seduti sui loro troni al cospetto
di Dio, si prostrarono faccia a terra e adorarono Dio dicendo:
[17] "Noi ti rendiamo grazie,
Signore Dio onnipotente,
che sei e che eri,
perché hai messo mano alla tua grande potenza,
e hai instaurato il tuo regno.
[18] Le genti ne fremettero,
ma è giunta l'ora della tua ira,
il tempo di giudicare i morti,
di dare la ricompensa ai tuoi servi,
ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome,
piccoli e grandi,
e di annientare coloro
che distruggono la terra".
[19] Allora si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel
santuario l'arca dell'alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di
tuono, terremoto e una tempesta di grandine.
12
[1] Nel
cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la
luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle.
[2] Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
[3] Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con
sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi;
[4] la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le
precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava
per partorire per divorare il bambino appena nato.
[5] Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le
nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e
verso il suo trono.
[6] La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un
rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni.
[7] Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli
combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi
angeli,
[8] ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo.
[9] Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo
e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con
lui furono precipitati anche i suoi angeli.
[10] Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
"Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
poiché è stato precipitato
l'accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio
giorno e notte.
[11] Ma essi lo hanno vinto
per mezzo del sangue dell'Agnello
e grazie alla testimonianza del loro martirio;
poiché hanno disprezzato la vita
fino a morire.
[12] Esultate, dunque, o cieli,
e voi che abitate in essi.
Ma guai a voi, terra e mare,
perché il diavolo è precipitato sopra di voi
pieno di grande furore,
sapendo che gli resta poco tempo".
[13] Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò
contro la donna che aveva partorito il figlio maschio.
[14] Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per
volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi
nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal
serpente.
[15] Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d'acqua
dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque.
[16] Ma la terra venne in soccorso alla donna, aprendo una voragine e
inghiottendo il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca.
[17] Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far
guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che
osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza
di Gesù.
[18] E si fermò sulla spiaggia del mare.
13
[1] Vidi
salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle
corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo.
[2] La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come
quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede
la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande.
[3] Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale
fu guarita.
Allora la terra intera presa d'ammirazione, andò dietro alla bestia
[4] e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla
bestia e adorarono la bestia dicendo: "Chi è simile alla bestia e
chi può combattere con essa?".
[5] Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d'orgoglio e
bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi.
[6] Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per
bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano
in cielo.
[7] Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu
dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione.
[8] L'adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è
scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello
immolato.
[9] Chi ha orecchi, ascolti:
[10] Colui che deve andare in prigionia,
andrà in prigionia;
colui che deve essere ucciso di spada
di spada sia ucciso.
In questo sta la costanza e la fede dei santi.
[11] Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna,
simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago.
[12] Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e
costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui
ferita mortale era guarita.
[13] Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla
terra davanti agli uomini.
[14] Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in
presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di
erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si
era riavuta.
[15] Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché
quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti
coloro che non adorassero la statua della bestia.
[16] Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e
schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte;
[17] e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio,
cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.
[18] Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della
bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è
seicentosessantasei.
14
[1] Poi
guardai ed ecco l'Agnello ritto sul monte Sion e insieme
centoquarantaquattromila persone che recavano scritto sulla fronte il
suo nome e il nome del Padre suo.
[2] Udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque
e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di
suonatori di arpa che si accompagnano nel canto con le loro arpe.
[3] Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono e davanti ai
quattro esseri viventi e ai vegliardi. E nessuno poteva comprendere quel
cantico se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra.
[4] Questi non si sono contaminati con donne, sono infatti vergini e
seguono l'Agnello dovunque va. Essi sono stati redenti tra gli uomini
come primizie per Dio e per l'Agnello.
[5] Non fu trovata menzogna sulla loro bocca; sono senza macchia.
[6] Poi vidi un altro angelo che volando in mezzo al cielo recava un
vangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra e ad ogni
nazione, razza, lingua e popolo.
[7] Egli gridava a gran voce:
"Temete Dio e dategli gloria,
perché è giunta l'ora del suo giudizio.
Adorate colui che ha fatto
il cielo e la terra,
il mare e le sorgenti delle acque".
[8] Un secondo angelo lo seguì gridando:
"È caduta, è caduta
Babilonia la grande,
quella che ha abbeverato tutte le genti
col vino del furore della sua fornicazione".
[9] Poi, un terzo angelo li seguì gridando a gran voce: "Chiunque
adora la bestia e la sua statua e ne riceve il marchio sulla fronte o
sulla mano,
[10] berrà il vino dell'ira di Dio che è versato puro nella coppa
della sua ira e sarà torturato con fuoco e zolfo al cospetto degli
angeli santi e dell'Agnello.
[11] Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli, e non
avranno riposo né giorno né notte quanti adorano la bestia e la sua
statua e chiunque riceve il marchio del suo nome".
[12] Qui appare la costanza dei santi, che osservano i comandamenti di
Dio e la fede in Gesù.
[13] Poi udii una voce dal cielo che diceva: "Scrivi: Beati d'ora
in poi, i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito,
riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono".
[14] Io guardai ancora ed ecco una nube bianca e sulla nube uno stava
seduto, simile a un Figlio d'uomo; aveva sul capo una corona d'oro e in
mano una falce affilata.
[15] Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che
era seduto sulla nube: "Getta la tua falce e mieti; è giunta l'ora
di mietere, perché la messe della terra è matura".
[16] Allora colui che era seduto sulla nuvola gettò la sua falce sulla
terra e la terra fu mietuta.
[17] Allora un altro angelo uscì dal tempio che è nel cielo, anch'egli
tenendo una falce affilata.
[18] Un altro angelo, che ha potere sul fuoco, uscì dall'altare e gridò
a gran voce a quello che aveva la falce affilata: "Getta la tua
falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché
le sue uve sono mature".
[19] L'angelo gettò la sua falce sulla terra, vendemmiò la vigna della
terra e gettò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio.
[20] Il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì sangue fino
al morso dei cavalli, per una distanza di duecento miglia.
15
[1] Poi
vidi nel cielo un altro segno grande e meraviglioso: sette angeli che
avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi si deve compiere
l'ira di Dio.
[2] Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco e coloro che
avevano vinto la bestia e la sua immagine e il numero del suo nome,
stavano ritti sul mare di cristallo. Accompagnando il canto con le arpe
divine,
[3] cantavano il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico
dell'Agnello:
"Grandi e mirabili sono le tue opere,
o Signore Dio onnipotente;
giuste e veraci le tue vie,
o Re delle genti!
[4] Chi non temerà, o Signore,
e non glorificherà il tuo nome?
Poiché tu solo sei santo.
Tutte le genti verranno
e si prostreranno davanti a te,
perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati".
[5] Dopo ciò vidi aprirsi nel cielo il tempio che contiene la Tenda
della Testimonianza;
[6] dal tempio uscirono i sette angeli che avevano i sette flagelli,
vestiti di lino puro, splendente, e cinti al petto di cinture d'oro.
[7] Uno dei quattro esseri viventi diede ai sette angeli sette coppe
d'oro colme dell'ira di Dio che vive nei secoli dei secoli.
[8] Il tempio si riempì del fumo che usciva dalla gloria di Dio e dalla
sua potenza: nessuno poteva entrare nel tempio finché non avessero
termine i sette flagelli dei sette angeli.
16
[1] Udii
poi una gran voce dal tempio che diceva ai sette angeli: "Andate e
versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio".
[2] Partì il primo e versò la sua coppa sopra la terra; e scoppiò una
piaga dolorosa e maligna sugli uomini che recavano il marchio della
bestia e si prostravano davanti alla sua statua.
[3] Il secondo versò la sua coppa nel mare che diventò sangue come
quello di un morto e perì ogni essere vivente che si trovava nel mare.
[4] Il terzo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti delle acque,
e diventarono sangue.
[5] Allora udii l'angelo delle acque che diceva:
"Sei giusto, tu che sei e che eri,
tu, il Santo,
poiché così hai giudicato.
[6] Essi hanno versato il sangue di santi e di profeti,
tu hai dato loro sangue da bere:
ne sono ben degni!".
[7] Udii una voce che veniva dall'altare e diceva:
"Sì, Signore, Dio onnipotente;
veri e giusti sono i tuoi giudizi!".
[8] Il quarto versò la sua coppa sul sole e gli fu concesso di bruciare
gli uomini con il fuoco.
[9] E gli uomini bruciarono per il terribile calore e bestemmiarono il
nome di Dio che ha in suo potere tali flagelli, invece di ravvedersi per
rendergli omaggio.
[10] Il quinto versò la sua coppa sul trono della bestia e il suo regno
fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il
dolore e
[11] bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei dolori e delle piaghe,
invece di pentirsi delle loro azioni.
[12] Il sesto versò la sua coppa sopra il gran fiume Eufràte e le sue
acque furono prosciugate per preparare il passaggio ai re dell'oriente.
[13] Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca
del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane:
[14] sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e vanno a
radunare tutti i re di tutta la terra per la guerra del gran giorno di
Dio onnipotente.
[15] Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le
sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne.
[16] E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn.
[17] Il settimo versò la sua coppa nell'aria e uscì dal tempio, dalla
parte del trono, una voce potente che diceva: "È fatto!".
[18] Ne seguirono folgori, clamori e tuoni, accompagnati da un grande
terremoto, di cui non vi era mai stato l'uguale da quando gli uomini
vivono sopra la terra.
[19] La grande città si squarciò in tre parti e crollarono le città
delle nazioni. Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle da bere
la coppa di vino della sua ira ardente.
[20] Ogni isola scomparve e i monti si dileguarono.
[21] E grandine enorme del peso di mezzo quintale scrosciò dal cielo
sopra gli uomini, e gli uomini bestemmiarono Dio a causa del flagello
della grandine, poiché era davvero un grande flagello.
17
[1]
Allora uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi si avvicinò e
parlò con me: "Vieni, ti farò vedere la condanna della grande
prostituta che siede presso le grandi acque.
[2] Con lei si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della
terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione".
[3] L'angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna
seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette
teste e dieci corna.
[4] La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di
pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d'oro, colma degli
abomini e delle immondezze della sua prostituzione.
[5] Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: "Babilonia la
grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra".
[6] E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e del sangue
dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande stupore.
[7] Ma l'angelo mi disse: "Perché ti meravigli? Io ti spiegherò
il mistero della donna e della bestia che la porta, con sette teste e
dieci corna.
[8] La bestia che hai visto era ma non è più, salirà dall'Abisso, ma
per andare in perdizione. E gli abitanti della terra, il cui nome non è
scritto nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, stupiranno
al vedere che la bestia era e non è più, ma riapparirà.
[9] Qui ci vuole una mente che abbia saggezza. Le sette teste sono i
sette colli sui quali è seduta la donna; e sono anche sette re.
[10] I primi cinque sono caduti, ne resta uno ancora in vita, l'altro
non è ancora venuto e quando sarà venuto, dovrà rimanere per poco.
[11] Quanto alla bestia che era e non è più, è ad un tempo l'ottavo
re e uno dei sette, ma va in perdizione.
[12] Le dieci corna che hai viste sono dieci re, i quali non hanno
ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale, per un'ora
soltanto insieme con la bestia.
[13] Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro
potere alla bestia.
[14] Essi combatteranno contro l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà,
perché è il Signore dei signori e il Re dei re e quelli con lui sono i
chiamati, gli eletti e i fedeli".
[15] Poi l'angelo mi disse: "Le acque che hai viste, presso le
quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini, genti e
lingue.
[16] Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta,
la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la
bruceranno col fuoco.
[17] Dio infatti ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno e
di accordarsi per affidare il loro regno alla bestia, finché si
realizzino le parole di Dio.
[18] La donna che hai vista simboleggia la città grande, che regna su
tutti i re della terra".
18
[1] Dopo
ciò, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere e la
terra fu illuminata dal suo splendore.
[2] Gridò a gran voce:
"È caduta, è caduta
Babilonia la grande
ed è diventata covo di demòni,
carcere di ogni spirito immondo,
carcere d'ogni uccello impuro e aborrito
e carcere di ogni bestia immonda e aborrita.
[3] Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino
della sua sfrenata prostituzione,
i re della terra si sono prostituiti con essa
e i mercanti della terra si sono arricchiti
del suo lusso sfrenato".
[4] Poi udii un'altra voce dal cielo:
"Uscite, popolo mio, da Babilonia
per non associarvi ai suoi peccati
e non ricevere parte dei suoi flagelli.
[5] Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo
e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
[6] Pagatela con la sua stessa moneta,
retribuitele il doppio dei suoi misfatti.
Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva.
[7] Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo
lusso,
restituiteglielo in tanto tormento e afflizione.
Poiché diceva in cuor suo:
Io seggo regina,
vedova non sono e lutto non vedrò;
[8] per questo, in un solo giorno,
verranno su di lei questi flagelli:
morte, lutto e fame;
sarà bruciata dal fuoco,
poiché potente Signore è Dio
che l'ha condannata".
[9] I re della terra che si sono prostituiti e han vissuto nel fasto con
essa piangeranno e si lamenteranno a causa di lei, quando vedranno il
fumo del suo incendio,
[10] tenendosi a distanza per paura dei suoi tormenti e diranno:
"Guai, guai, immensa città,
Babilonia, possente città;
in un'ora sola è giunta la tua condanna!".
[11] Anche i mercanti della terra piangono e gemono su di lei, perché
nessuno compera più le loro merci:
[12] carichi d'oro, d'argento e di pietre preziose, di perle, di lino,
di porpora, di seta e di scarlatto; legni profumati di ogni specie,
oggetti d'avorio, di legno, di bronzo, di ferro, di marmo;
[13] cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di
farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, cocchi, schiavi e vite
umane.
[14] "I frutti che ti piacevano tanto,
tutto quel lusso e quello splendore
sono perduti per te,
mai più potranno trovarli".
[15] I mercanti divenuti ricchi per essa, si terranno a distanza per
timore dei suoi tormenti; piangendo e gemendo, diranno:
[16] "Guai, guai, immensa città,
tutta ammantata di bisso,
di porpora e di scarlatto,
adorna d'oro,
di pietre preziose e di perle!
[17] In un'ora sola
è andata dispersa sì grande ricchezza!".
Tutti i comandanti di navi e l'intera ciurma, i naviganti e quanti
commerciano per mare se ne stanno a distanza,
[18] e gridano guardando il fumo del suo incendio: "Quale città fu
mai somigliante all'immensa città?".
[19] Gettandosi sul capo la polvere gridano, piangono e gemono:
"Guai, guai, immensa città,
del cui lusso arricchirono
quanti avevano navi sul mare!
In un'ora sola fu ridotta a un deserto!
[20] Esulta, o cielo, su di essa,
e voi, santi, apostoli, profeti,
perché condannando Babilonia
Dio vi ha reso giustizia!".
[21] Un angelo possente prese allora una pietra grande come una mola, e
la gettò nel mare esclamando:
"Con la stessa violenza sarà precipitata
Babilonia, la grande città
e più non riapparirà.
[22] La voce degli arpisti e dei musici,
dei flautisti e dei suonatori di tromba,
non si udrà più in te;
ed ogni artigiano di qualsiasi mestiere
non si troverà più in te;
e la voce della mola
non si udrà più in te;
[23] e la luce della lampada
non brillerà più in te;
e voce di sposo e di sposa
non si udrà più in te.
Perché i tuoi mercanti erano i grandi della terra;
perché tutte le nazioni dalle tue malìe furon sedotte.
[24] In essa fu trovato il sangue dei profeti e dei santi
e di tutti coloro che furono uccisi sulla terra".
19
[1] Dopo
ciò, udii come una voce potente di una folla immensa nel cielo che
diceva:
"Alleluia! Salvezza, gloria e potenza
sono del nostro Dio;
[2] perché veri e giusti sono i suoi giudizi,
egli ha condannato la grande meretrice
che corrompeva la terra con la sua prostituzione,
vendicando su di lei
il sangue dei suoi servi!".
[3] E per la seconda volta dissero:
"Alleluia!
Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!".
[4] Allora i ventiquattro vegliardi e i quattro esseri viventi si
prostrarono e adorarono Dio, seduto sul trono, dicendo:
"Amen, alleluia".
[5] Partì dal trono una voce che diceva:
"Lodate il nostro Dio,
voi tutti, suoi servi,
voi che lo temete,
piccoli e grandi!".
[6] Udii poi come una voce di una immensa folla simile a fragore di
grandi acque e a rombo di tuoni possenti, che gridavano:
"Alleluia.
Ha preso possesso del suo regno il Signore,
il nostro Dio, l'Onnipotente.
[7] Rallegriamoci ed esultiamo,
rendiamo a lui gloria,
perché son giunte le nozze dell'Agnello;
la sua sposa è pronta,
[8] le hanno dato una veste
di lino puro splendente".
La veste di lino sono le opere giuste dei santi.
[9] Allora l'angelo mi disse: "Scrivi: Beati gli invitati al
banchetto delle nozze dell'Agnello!". Poi aggiunse: "Queste
sono parole veraci di Dio".
[10] Allora mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo, ma egli mi disse:
"Non farlo! Io sono servo come te e i tuoi fratelli, che
custodiscono la testimonianza di Gesù. È Dio che devi adorare".
La testimonianza di Gesù è lo spirito di profezia.
[11] Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo
cavalcava si chiamava "Fedele" e "Verace": egli
giudica e combatte con giustizia.
[12] I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti
diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui.
[13] È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo
di Dio.
[14] Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di
lino bianco e puro.
[15] Dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le
genti. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il
vino dell'ira furiosa del Dio onnipotente.
[16] Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e
Signore dei signori.
[17] Vidi poi un angelo, ritto sul sole, che gridava a gran voce a tutti
gli uccelli che volano in mezzo al cielo:
[18] "Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le
carni dei re, le carni dei capitani, le carni degli eroi, le carni dei
cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e
schiavi, piccoli e grandi".
[19] Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti
radunati per muover guerra contro colui che era seduto sul cavallo e
contro il suo esercito.
[20] Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta che alla sua
presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti
avevan ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua.
Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo.
[21] Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al
Cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.
20
[1] Vidi
poi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell'Abisso e una
gran catena in mano.
[2] Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il diavolo, satana -
e lo incatenò per mille anni;
[3] lo gettò nell'Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra
di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei
mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un po' di tempo.
[4] Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il
potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della
testimonanza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano
adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio
sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo
per mille anni;
[5] gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei
mille anni. Questa è la prima risurrezione.
[6] Beati e santi coloro che prendon parte alla prima risurrezione. Su
di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e
del Cristo e regneranno con lui per mille anni.
[7] Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo
carcere
[8] e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra, Gog e
Magòg, per adunarli per la guerra: il loro numero sarà come la sabbia
del mare.
[9] Marciarono su tutta la superficie della terra e cinsero d'assedio
l'accampamento dei santi e la città diletta. Ma un fuoco scese dal
cielo e li divorò.
[10] E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di
fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno
tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli.
[11] Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso.
Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciar
traccia di sé.
[12] Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono
aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I
morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri,
ciascuno secondo le sue opere.
[13] Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli
inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato
secondo le sue opere.
[14] Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco.
Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco.
[15] E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno
di fuoco.
21
[1] Vidi
poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di
prima erano scomparsi e il mare non c'era più.
[2] Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal
cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
[3] Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
"Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il "Dio-con-loro".
[4] E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate".
[5] E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove
tutte le cose"; e soggiunse: "Scrivi, perché queste parole
sono certe e veraci.
[6] Ecco sono compiute! Io sono l'Alfa e l'Omega,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete darò gratuitamente
acqua della fonte della vita.
[7] Chi sarà vittorioso erediterà questi beni;
io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio.
[8] Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi,
gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è
riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda
morte".
[9] Poi venne uno dei sette angeli che hanno le sette coppe piene degli
ultimi sette flagelli e mi parlò: "Vieni, ti mostrerò la
fidanzata, la sposa dell'Agnello".
[10] L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e
mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio,
risplendente della gloria di Dio.
[11] Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima,
come pietra di diaspro cristallino.
[12] La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte: sopra
queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici
tribù dei figli d'Israele.
[13] A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre
porte e ad occidente tre porte.
[14] Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali
sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello.
[15] Colui che mi parlava aveva come misura una canna d'oro, per
misurare la città, le sue porte e le sue mura.
[16] La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è uguale alla
larghezza. L'angelo misurò la città con la canna: misura dodici mila
stadi; la lunghezza, la larghezza e l'altezza sono eguali.
[17] Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia,
secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall'angelo.
[18] Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro,
simile a terso cristallo.
[19] Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di
pietre preziose. Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffìro,
il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo,
[20] il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito,
l'ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio,
l'undecimo di giacinto, il dodicesimo di ametista.
[21] E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta è formata da
una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo
trasparente.
[22] Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio,
l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio.
[23] La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della
luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello.
[24] Le nazioni cammineranno alla sua luce
e i re della terra a lei porteranno la loro magnificenza.
[25] Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno,
poiché non vi sarà più notte.
[26] E porteranno a lei la gloria e l'onore delle nazioni.
[27] Non entrerà in essa nulla d'impuro,
né chi commette abominio o falsità,
ma solo quelli che sono scritti
nel libro della vita dell'Agnello.
22
[1] Mi
mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva
dal trono di Dio e dell'Agnello.
[2] In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del
fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce
frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni.
[3] E non vi sarà più maledizione.
Il trono di Dio e dell'Agnello
sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno;
[4] vedranno la sua faccia
e porteranno il suo nome sulla fronte.
[5] Non vi sarà più notte
e non avranno più bisogno di luce di lampada,
né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà
e regneranno nei secoli dei secoli.
[6] Poi mi disse: "Queste parole sono certe e veraci. Il Signore,
il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai
suoi servi ciò che deve accadere tra breve.
[7] Ecco, io verrò presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di
questo libro".
[8] Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. Udite e vedute
che le ebbi, mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le
aveva mostrate.
[9] Ma egli mi disse: "Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio
come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che custodiscono le
parole di questo libro. È Dio che devi adorare".
[10] Poi aggiunse: "Non mettere sotto sigillo le parole profetiche
di questo libro, perché il tempo è vicino.
[11] Il perverso continui pure a essere perverso, l'impuro continui ad
essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo
si santifichi ancora.
[12] Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per
rendere a ciascuno secondo le sue opere.
[13] Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la
fine.
[14] Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero
della vita e potranno entrare per le porte nella città.
[15] Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri
e chiunque ama e pratica la menzogna!
[16] Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste
cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la
stella radiosa del mattino".
[17] Lo Spirito e la sposa dicono: "Vieni!". E chi ascolta
ripeta: "Vieni!". Chi ha sete venga; chi vuole attinga
gratuitamente l'acqua della vita.
[18] Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a
chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli
descritti in questo libro;
[19] e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo
priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in
questo libro.
[20] Colui che attesta queste cose dice: "Sì, verrò
presto!". Amen. Vieni, Signore Gesù.
[21] La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi. Amen!
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